UCRAINA: USA E EUROPA SI MOBILITANO PER FAR FINIRE LA GUERRA

di Maurizio Costa

Kiev – Nelle ultime ventiquattro ore, sono 8 i morti civili uccisi a Donetsk durante il conflitto tra i separatisti filo-russi e l'esercito ucraino. Gli accordi di pace stipulati qualche mese fa non sono serviti a nulla: si continua a morire e la Russia di Putin continua a rifornire di armi e di mezzi armati i separatisti stanziati nell'est dell'Ucraina. Oggi, il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha raggiunto Kiev per dare il proprio appoggio al governo ucraino, che combatte da mesi l'avanzata russa. Il consigliere diplomatico di Russia, Iuri Ushakov, ha dichiarato che il Cremlino è pronto a discutere una pace, ma intanto mobilita per due mesi i riservisti. John Kerry ha affermato che la Russia deve smettere di invadere l'Ucraina. Se il Cremlino non dovesse terminare la sua missione, gli Usa sono pronti a fornire armi e mezzi al governo ucraino. "L'aggressione russa nella parte orientale dell'Ucraina è la più grande minaccia" ha dichiarato il segretario di Stato Usa.

Petro Poroshenko, presidente dell'Ucraina, ha affermato che il sostegno statunitense è molto importante per sconfiggere l'avanzata russa. "Il governo di Kiev sta lavorando per una soluzione pacifica del conflitto e per la fine dell'aggressione – ha continuato Poroshenko -. Stiamo sviluppando la nostra cooperazione nel campo della sicurezza per trovare le soluzioni più efficaci a questa situazione".

Intanto, domani sono attesi a Mosca Francois Hollande e Angela Merkel. I due leader discuteranno con Putin di un eventuale invio di caschi blu dell'Onu nel Donbass.

Anche l'Ue continua la sua missione di deferimento di personalità russe per cercare di far finire il conflitto. Altre 19 persone sono finite nella black-list europea e non potranno viaggiare all'interno del continente né intraprendere relazioni commerciali.




MAFIA CAPITALE: COMMISSARIATI DUE APPALTI AMA

di Maurizio Costa

Roma – Il prefetto delle capitale, Giuseppe Pecoraro, ha preso la decisione di commissariare due appalti che l'Ama, la municipalizzata di Roma per i rifiuti urbani, aveva affidato alla cooperativa "Edera" e al Consorzio Nazionale Servizi di Bologna (Cns). La sfilza di commissariamenti deriva dall'inchiesta Mafia Capitale: infatti, entrambe le cooperative avevano stretti rapporti con Massimo Carminati, ex Nar, e Salvatore Buzzi, indagato già per l'inchiesta romana.

L'accusa ipotizza che Franco Cancelli, presidente della cooperativa "Edera", abbia commesso il reato di turbativa d'asta, spartendo gli appalti proprio con Salvatore Buzzi, braccio destro di Carminati. Cancelli si dichiara innocente e, dopo aver passato un periodo ai domiciliari, adesso è tornato in libertà grazia al tribunale del riesame.

Massimiliano Cesali, avvocato di "Edera", annuncia che la cooperativa "ricorrerà al Tar, perché il commissariamento è basato solamente su ipotesi investigative. E ci sono in ballo 170 lavoratori con le loro famiglie".




FRANCIA: TRE MILITARI ACCOLTELLATI DAVANTI A CENTRO EBRAICO

di Maurizio Costa

Nizza – Tre soldati sono stati feriti da un attentatore nel cuore della città francese. I militari, che presidiavano un centro che ospita il Concistoro ebraico, Radio Shalom e un'associazione ebraica, sono stati colpiti sulle braccia e in faccia con un coltello da tre assalitori. La prognosi non sarebbe grave. Un aggressore è stato subito fermato dalle forze di polizia, mentre le altre due persone sono fuggite dopo l'agguato. Le forze dell'ordine hanno già interrogato l'uomo che, prima di attaccare le guardie, sarebbe salito su un tram senza pagare il biglietto.

Grazie anche al personale di bordo dei mezzi pubblici francesi, l'aggressore è stato individuato facilmente, visto che aveva pagato la multa sul tram, fornendo anche i dati anagrafici.

Uno dei tre militari è stato ferito lievemente ad un braccio, mentre gli altri due sono stati colpito in viso, sul mento e sulle guance.

Christian Estrosi, sindaco di Nizza, ha affidato a Twitter le sue parole riguardo all'accaduto: "Richiedo pesanti sanzioni contro gli aggressori. Mi congratulo con la polizia e voglio che vengano prese le immagini da tutte le telecamere della zona".

Dopo gli attentati alla sede di Charlie Hebdo, l'allerta è massima in Francia. Con il programma "Vigipirate", il governo ha aumentato sensibilmente i controlli, schierando 10mila militari per le strade francesi. Le tre guardie che vigilavano sul centro ebraico facevano parte proprio di questo piano anti-terrorismo.




TSIPRAS RIVOLUZIONA LA POLIZIA GRECA: BASTA PISTOLE E MANGANELLI AI CORTEI

di Maurizio Costa

Atene – Dopo anni di scontri, manganellate e molotov durante le manifestazioni politiche, Tsipras, che ha vissuto sul campo le ingiustizie della polizia durante i cortei, ha deciso di dare una svolta e ha rivoluzionato la polizia greca. Basta pistole nelle fondine durante le manifestazioni e basta ai cordoni intimidatori. Da adesso in poi ci saranno solo cortei pacifici.

La prova del nove è arrivata sabato, quando due manifestazioni diverse, una degli estremisti di destra di Alba Dorata e l'altra degli antifascisti, si sono svolte nel centro di Atene. Fino a qualche mese fa, si sarebbero scatenate rivolte contro la polizia, lanci di molotov e cariche delle forze dell'ordine. Questa volta non è successo nulla.

I due schieramenti non sono mai entrati in contatto e la polizia ha chiuso alcune vie usando solamente un nastro di plastica e facendo parlare un solo poliziotto con i manifestanti, evitando cordoni e cariche preventive. Le transenne di ferro sono state eliminate e pochissimi poliziotti vigilavano su Vassilis Sofias, la via delle ambasciate.

Le forze dell'ordine erano disarmate, senza maschere anti-gas e senza caschi. L'atteggiamento pacifico dei poliziotti ha tranquillizzato anche i manifestanti, che, a parte qualche spinta innocua, non ha mostrato segni di aggressività.

I manifestanti hanno anche imbrattato qualche camionetta della polizia, ma le forze dell'ordine hanno lasciato fare e non hanno punito nessuno per questi atti così leggeri.

Tsipras ha rivoluzionato drasticamente il modo di trattare con i manifestanti, che, fino a qualche mese fa, era uno dei peggiori del vecchio continente. La forza verrà utilizzata solamente in caso di pericolo imminente o di violenza da parte dei manifestanti. Mai più scontri per le strade di Atene per fare della Grecia una vera democrazia. 




NIGERIA, SOLDATI DEL CIAD COLPISCONO BOKO HARAM: 123 MORTI

di Maurizio Costa

Abuja (Nigeria) – L'esercito del Ciad ha provocato la morte di più di 120 miliziani di Boko haram, durante una battaglia al confine tra Nigeria e Camerun. Il corpo militare del paese africano ha riconquistato la città di Malumfatori, nella regione del Fotokol. Lo Stato Maggiore del Ciad ha comunicato la notizia della morte di 3 soldati dell'esercito ciadiano e il ferimento di altri 12 militari.

L'esercito del Ciad è stanziato al confine tra Nigeria e Camerun, per proteggere i confini dello stato africano. Sarebbero stati i jihadisti del califfato di Boko haram ad aver attaccato la forza militare al confine. Per questo sono stati respinti all'interno della Nigeria.

Boko haram continua la sua impresa di distruzione. Il significato letterale del nome del califfato vuol dire "l'istruzione occidentale è proibita" e i jihadisti cercano di debellare i cristiani della Nigeria e instaurare un califfato simile a quello dell'Isis. Negli ultimi mesi, Boko haram avrebbe causato la morte di più di 2.000 civili. Secondo fonti locali, la gente è costretta a camminare sui morti sparsi per le strade.

Intanto, l'Unione africana ha promesso di creare una forza armata di 7.500 uomini per contrastare il fenomeno Boko haram. Soddisfatto il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: "Accolgo con favore la decisione dell'Unione africana di creare una Task force multinazionale contro Boko Haram. – ha dichiarato il Segretario – Questi terroristi hanno commesso indicibili brutalità e devono essere affrontati con la cooperazione regionale e internazionale".




ROMA: DOPO MAFIA CAPITALE APPROVATO IL PIANO ANTICORRUZIONE

di Maurizio Costa

Roma – L'amministrazione comunale ha approvato il Piano anticorruzione, che entrerà subito in vigore anche se dovrà essere modificato. L'assessore alla Legalità e alla Trasparenza, Alfonso Sabella, ha voluto fortemente questo accordo, che garantirà maggiore trasparenza nella scelta delle aziende appaltatrici e la rotazione di dirigenti e impiegati capitolini.

"Abbiamo approvato il provvedimento perché c’era una scadenza di legge. – ha affermato Alfonso Sabella – Nella delibera abbiamo previsto la rimodulazione del piano entro tre mesi da oggi. Ed è un lavoro che faremo anche ascoltando sindacati e associazioni. Dobbiamo rendere più efficaci e rapidi i meccanismi della rotazione per farla partire più in fretta. I dirigenti e i funzionari devono ruotare. Il mio obiettivo è di integrare questo piano con la direttiva sugli appalti e con il nuovo regolamento comunale sui contratti".

Verrà potenziato anche l'Ufficio anticorruzione, che vigilerà su tutti i casi spinosi che capiteranno all'interno del palazzo del Campidoglio. Il Piano individuerà i bandi e le gare d'appalto più a rischio, che determineranno un'attenzione maggiore da parte dell'Ufficio anticorruzione. Dopo Mafia Capitale, sembra che l'amministrazione capitolina si stia rimettendo in carreggiata per riportare Roma a una situazione più normale e trasparente.
 




IL MINISTRO DELLE FINANZE GRECO: "NON ABBIAMO INTENZIONE DI COOPERARE CON LA MISSIONE DELLA TROIKA"

di Maurizio Costa

Atene – Il primo incontro tra il neo governo greco e l'Ue termina senza che le due parti convergano verso un'idea comune. Il muro contro muro è cominciato subito dalle prime battute. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha affermato che "le mosse unilaterali non sono la strada per andare avanti". La Grecia, quindi, non può decidere da sola quale sarà il suo futuro.

Alexis Tsipras, prima di essere eletto, aveva promesso che avrebbe rivisto gli accordi con l'Europa. Questo vuole significare: revisione del debito che la Grecia possiede nei confronti dell'istituzione continentale e rilancio dell'economia, anche al costo di distaccarsi, almeno informalmente, dalle idee economiche europee.

Dijsselbloem ha poi continuato: "Ignorare gli accordi non è la strada da seguire. Lo scopo della mia visita era spiegare le condizioni del nostro accordo. Vogliamo che la Grecia riguadagni l'indipendenza economica".

Il nuovo ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, dal canto suo, ha dichiarato che "vogliamo portare avanti riforme che rendano l'economia più competitiva con conti pubblici in equilibrio, ma non abbiamo intenzione di cooperare con la missione della troika". Un forte distacco, quindi, che pone le due parti a distanza notevole.

Alexis Tsipras vorrebbe ridurre dell'80% il debito che Atene detiene nei confronti dell'Europa, ma sembra che l'Eurogruppo non sia pienamente d'accordo, anzi. Il piano di salvataggio nei confronti della Grecia, che tocca quota 240 miliardi di euro, potrebbe essere rivisto o rimodulato. Inoltre, il ministro delle Finanze greco ha detto che la prossima tranche di prestiti europei, che sfiora i 7 miliardi di euro, non serve alla Grecia. 




ROMA, SAN PAOLO: VIGILANZA H24 PER L'ALBERGO FANTASMA. CHI PAGA?

di Maurizio Costa

Roma – L'enorme struttura che si trova al centro del quartiere San Paolo viene sorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro. Un istituto di vigilanza privato, “Npm Group”, è stato chiamato per eseguire questo piantonamento fisso all'esterno dell'albergo che non è stato mai completato. Due automobili di questo istituto si trovano davanti ad una delle entrate della struttura. L'addetto alla vigilanza, una volta arrivato sul posto, rimane all'interno della macchina oppure esegue anche un'ispezione all'interno dell'albergo. Questi controlli servono, con tutta probabilità, ad evitare che la struttura venga occupata abusivamente, come è avvenuto più volte.

Abbiamo parlato con una delle persone che eseguono la vigilanza. Le risposte non sono state esaustive, anzi si sono allontanate dal fulcro centrale della questione. Abbiamo chiesto chi pagasse la “Npm Group” e il vigilante ha risposto che non lo sapeva. È naturale che magari un semplice impiegato non sappia chi lo paghi, perché, molto probabilmente, è la sede centrale che si occupa di queste questioni. La cosa grave sarebbe un'altra: se fosse il Comune di Roma a pagare le spese per la vigilanza quotidiana della struttura, sarebbe l'ennesimo scandalo dell'amministrazione comunale.

In realtà, il Comune, insieme al Municipio, aveva obbligato la società “Acqua Marcia” e, di conseguenza, Caltagirone e Mezzaroma, a provvedere alla recinzione dell'albergo, per evitare occupazioni abusive, e anche di cercare di completare l'opera il più presto possibile. La società è in corso di fallimento e sembra che la situazione non si sbloccherà ancora per un lungo periodo. Intanto, in molte parti, la recinzione di legno è stata divelta un'altra volta. Molti rifiuti, infatti, tra i quali un carrello della spesa e molte ceramiche da bagno, sono stati gettati contro la paratia, che è crollata sotto il peso dei rifiuti.

L'albergo è stato costruito dopo la stipula di una convenzione con il Comune di Roma. Infatti, nel 2004, sotto la giunta di Walter Veltroni, l'amministrazione stipula una convenzione che avrebbe permesso la costruzione, da parte dei privati, di strutture come l'albergo. In cambio, il Comune aveva richiesto, sempre da parte delle aziende che avrebbero costruito questi stabili, la creazione di aree verdi, parcheggi sotterranei, di un circolo bocciofilo e di un asilo nido. Alla fine, l'albergo è stato costruito ma mai ultimato, e il Comune non ha ricevuto in cambio nulla, se non un'area deturpata dal “bidet”, nome dato dai cittadini all'ex albergo.

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L'OPPOSIZIONE CHE NON C'È

di Maurizio Costa

Con 184 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti, l'Italicum 2.0 passa al Senato e, se non ci saranno troppi problemi, sarà approvato anche alla Camera in tempi molto brevi. Questo è quello che si augura il premier Matteo Renzi, che dedica a Twitter la sua soddisfazione per i passi avanti fatti per la nuove legge elettorale ("Il coraggio paga, le riforme vanno avanti"). Non sono mancate però le polemiche, che si sono sparse nell'aula a macchia d'olio. Prima Calderoli, che ha visto modificazionI al testo che non gli sono piaciuti, e poi anche i cinquestelle, contrari del tutto a questa "legge di m…", come loro stessi definiscono la manovra di Renzi. Ma quello che fa più scalpore è lo spacco che ha causato l'approvazione dell'Italicum all'interno del Pd e di Forza Italia. Sebbene il Patto del Nazareno sembri reggere, anche se Berlusconi non si è presentato ieri da Renzi, le divisionI che si stanno aprendo all'interno del partito di Renzi sembrano inconciliabili. La minoranza dem, guidata da Gotor, si schiera contro la scelta dei capilista bloccati, che porterebbero in Parlamento persone non elette direttamente dai cittadini. Dopo averlo annunciato, la minoranza del Pd esce dall'aula al momento del voto, togliendo 23 voti a Renzi, che comunque non ha trovato difficoltà a far passare la legge. Quello della minoranza Pd è un partito nuovo o una scelta una tantum su cosa votare e cosa no? La democrazia è anche questo, ma i dem dovrebbero decidere se stare con il premier oppure crearsi una zona dove inventare e plasmare idee proprie. A Renzi sembra non interessare tutta la vicenda ("Andiamo avanti" è la frase più comune sulla bocca dell'ex sindaco di Firenze) e, comportandosi in questo modo, la minoranza del Pd non fa altro che toccare lievemente le manovre del governo. Servirebbe un'opposizione al premier, che però non esiste, che andrebbe sempre contro le scelte del premier. Come farebbe qualsiasi opposizione. Mentre Tsipras si allea con i nazionalisti, in Italia il Nazareno è simile alla questione ellenica, ma se ne discosta per mancanza di schieramenti contro-Renzi. Questo atteggiamento non fa che aiutare il premier toscano.




TRIPOLI: TERRORISTI AFFILIATI ALL’ISIS SI FANNO ESPLODERE IN UN HOTEL. TREDICI MORTI

di Maurizio Costa

Tripoli (Libia) – Quattro terroristi legati all’autoproclamato califfato dell’Isis sono entrati in un hotel della capitale libica e si sono fatti esplodere, provocando 13 morti e tre feriti. Dopo essere entrati all’interno dell’albergo Corinthia, i quattro attentatori hanno preso in ostaggio alcuni ospiti della struttura e, quando hanno capito di non avere più scampo perché circondati dalle forze armate, si sono fatti esplodere causando una strage.


I quattro terroristi sono morti dopo aver azionato le bombe che nascondevano sotto i vestiti. Tra le vittime, si contano tre guardie libiche, cinque stranieri (di nazionalità ancora sconosciuta) e un ostaggio libico. Anche uno statunitense, secondo fonti americane, sarebbe morto durante la deflagrazione.


Alcune fonti locali affermano che l’attentato sarebbe stato organizzato per vendicare la morte in un carcere statunitense di Abu Anas al-Libi, che ha ucciso 200 persone durante attentati in Tanzania e in Kenya. Il terrorista detenuto dal governo americano, diversamente da quello che pensano gli estremisti islamici, è morto di cancro e non sarebbe stato ucciso dalle guardie carcerarie. Altre fonti, però, fanno sapere che il vero obiettivo era il premier del governo parallelo libico, Omar al Hasi. Tutta la vicenda è iniziata alle ore 8 della mattina, quando i jihadisti hano fatto esplodere un’automobile all’interno del parcheggio dell’hotel per creare il panico e distrarre l’attenzione. Successivamente, i quattro attentatori sono entrati all’interno dell’albergo e hanno aperto il fuoco, prendendo alcuni ostaggi.


Quando la situazione è passata sotto il controllo delle forze armate libiche, i terroristi, non avendo più via di scampo, si sono fatti esplodere. In questo momento, la situazione sarebbe tornata sotto controllo. L’albergo ospitava anche alcuni cittadini italiani, che, però, sarebbero scappati immediatamente e non sarebbero stati feriti o uccisi dai jihadisti.




ROMA: IGNAZIO MARINO PRESENTA IL PIANO DI MANUTENZIONE STRADALE

di Maurizio Costa

Roma – Ignazio Marino presenta il nuovo piano che porterà al risanamento delle strade della Capitale. Entro l'estate, il 15% delle strade a elevata viabilità verrà risanato. L'investimento è di circa 6 milioni di euro, che saranno spesi per rifare 250.000 mq di manto stradale.

Verrà ripristinato il tappeto d'usura e verranno rifatti i binder su molte strade importanti di Roma. Si partirà dalle periferie e ci saranno accordi importanti con le aziende dei servizi per evitare sovrapposizioni che rallenterebbero i lavori.

Sui grandi cantieri, inoltre, verranno installati dei cartelloni elettronici che mostreranno il tempo restante alla fine dei lavori. Grande rilevanza è stata data anche alle scuole: davanti a 143mila istituti universitari e scolastici verranno ripristinate le strisce, inserendo biocomponenti con micro sfere di vetro per garantire un'alta visibilità.

In via del Corso e in via del Tritone verranno rifatte le strisce con una segnaletica in gocciato plastico, sempre per aumentare la visibilità.

"Abbiamo voluto puntare sulla trasparenza e abbiamo dato molta attenzione alle periferie – scrive Marino in una nota – fissando delle priorità che servono a disegnare la città che vogliamo costruire". Il sindaco punta molto l'attenzione sulla legalità: "Vogliamo che si ritorni a una corretta programmazione e pianificazione degli interventi, procedendo sul percorso della legalità e dell'efficienza".