Svolta nella Pensioni, accordo sull'Ape agevolata La Cgil: troppi 30 anni di contributi

di Paolino Canzoneri

ROMA – Il Segretario confederale dell'Unione Italiana del Lavoro UIL dopo l'incontro con il governo di ieri rende noto importanti novità riguardo l'anticipo pensionistico, l'APE, a cui potranno accedere  disoccupati e disabili nonchè l'APE detta social che coinvolge determinate categorie di lavoratori impegnati in attività faticose e usuranti come operai edili, maestre, alcune tipologie di infermieri, autisti di mezzi pesanti e macchinisti; tutti con un reddito inferiore ai 1.350 euro lordi. Tale provvedimento sarà in vigore dal primo maggio del 2017 e potrà riguardere quella fascia di lavoratori attivi che hanno accumulato almeno 35 anni di contributi versati e anche i disoccupati con 30 anni di contributi. Al vaglio la possibilità da parte del sindacato dei cittadini UIL di poter aumentare le categorie interessate all'anticipo pensionistico e abbassare ulteriormente i livelli nonostante la Confederazione Generale Italiana del Lavoro CGIL abbia fatto presente con un tweet che 30 anni di contributi sono troppi: "Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social. Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto". Nel caso di APE volontaria la rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico sarà di 4,5 – 4,6% per ogni anni di anticipo sulla pensione. Proietti stesso ha reso noto che il governo si impegnerà a stanziare delle risorse a copertura di quel 4,5% mancante per coprire il costo degli interessi dell'assicurazione e per coprire parte del capitale del prestito pensionistico da dover restituire in 20 anni da parte del lavoratore entrato in pensione. Il segretario confederale Proietti ha spiegato inoltre che i lavoratori precoci potranno andare in pensione con 41 anni di contributi avendo però versato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni o se facenti parte delle categorie relative ai lavori faticosi: "E' importante che sia passato il principio che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione". In pratica i lavoratori precoci possono andare quindi in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età, limite previsto per l'accesso all'Ape agevolata. Il governo ha anche confermato l'intenzione di togliere la penalizzazione che sarebbe dovuta tornare nel 2019 per chi va in pensione prima dei 62 anni." Per queste categorie il costo dell’anticipo pensionistico, attraverso un reddito ponte, sarà a carico dello Stato. Le risorse stanziate per il pacchetto pensioni ammonteranno a circa 1,6 miliardi per il 2017 e in totale circa sei miliardi in tre anni




Mario Monti perde pure il marchio "Scelta civica" Zanetti e Verdiniani esultano

di Paolino Canzoneri

ROMA – Verrebbe da dire "tecnicamente" non ha neanche più il nome. Ed è proprio cosi, l'ex presidente del Consiglio Mario Monti, il tecnico che avrebbe dovuto salvare l'Italia dal disastro del governo Berlusconi, non solo ha perso la sfida per costruire il terzo polo ma si è visto strappare l'originario marchio dal nuovo gruppo alla Camera costituito dal viceministro all'economia Enrico Zanetti che dopo aver lasciato Scelta Civica aveva creato il gruppo "Scelta Civica verso Cittadini d'Italia"; Denis Verdini e quattro deputati dissociatisi da Scelta Civica vincendo la battaglia per il nome nonostante il no del fondatore Mario Monti. Il contenzioso si era aperto a luglio scorso quando Zanetti aveva deciso di inglobare i verdiniani di Ala facendo storcere il naso al fondatore contrario all'ingresso del senatore Verdini giudicato da Monti stesso come lontano dallo spirito originario del progetto. Monti aveva inviato una missiva all'ufficio di Presidenza rivendicando d'essere il proprietario del simbolo ma l'ufficio di presidenza invece ha accolto la richiesta di costituzione di un gruppo parlamentare autonomo in deroga al numero minimo di 20 deputati necessario per tale compimento e ne è stata autorizzata la permanenza in vita del gruppo che raccoglieva 15 deputati di Scelta Civica che non si erano dissociati dalla lista che ha dovuto però rinunciare al nome originario che sarà "Civici e Innovatori". Il contenzioso sul marchio avviene nel momento in cui la lista accusa una serie di crolli di consensi mai risultati alti negli ultimi passaggi elettorali, basi pensare alla caduta dal 10% del 2013 fino a gli ultiimi numeri ridotti a "zero virgola". Una lista forse inutile scarna costituita da sedici deputati montiani e il resto vediniani dal nome Civici e Innovatori a configurare l'ennesimo gruppo politico stretto alle poltrone con un nuovo consenso da ottenere e con un programma da "innovatori" da creare. Il deputato Gianfranco Librandi si è scagliato contro chi vuole usare il marchio di Monti: "Zanetti dovrebbe riconoscere a Monti i suoi meriti senza null’altro aggiungere. Con pochi mezzi e tanto senso dello Stato è stato in grado di creare un progetto politico capace di raccogliere oltre 3 milioni di consensi". Stranamente però Librandi stesso viene dalle liste di Forza Italia e PD ma il deputato ne fà una questione di rispetto: "Noi apprezziamo lo sforzo compiuto da tanti di consolidare la maggioranza parlamentare, di renderla solida e ampia, ma questo condivisibile obiettivo non ha bisogno della strumentalizzazione del nome di Scelta Civica. Tanto più se chi prova a farlo, Enrico Zanetti, ha con sé uno sparuto numero di parlamentari, non certo i circa 60 iniziali di Scelta Civica e nemmeno i 35 di quando è stato eletto segretario. La mia proposta è: rinunciamo tutti a quel nome e a quel simbolo e noi lo faremo a malincuore, per rispetto di noi stessi e del professor Monti. Zanetti e i suoi usino “Cittadini per l’Italia” e noi useremo una nuova denominazione"




Un "bottino sommerso" di 150 miliardi in contanti

di Paolino Canzoneri

Il 10% dell'intero PIL in Italia, circa 150 miliardi di Euro è costituito da moneta "liquida". Una somma enorme di denaro contante "congelato" nelle cassette di sicurezza delle banche o custodito nelle case degli italiani. La stima di questo enorme flusso fomenta e consente il proliferare della criminalità ed evasione fiscale, una vera e propria economia sommersa che non incentiva lo sviluppo del paese; serve quindi una soluzione mirata a fare cambiare le abitudini degli italiani, serve una modalità che riesca a traghettare i pagamenti effettuati tramite moneta "liquida" verso i pagamenti elettronici con carte di credito e di debito che riducono drasticamente l'evasione fiscale consentendo una maggiore tracciabilità delle operazioni e delle transazioni di danaro. Gli italiani sembrano diffidare dai pagamenti tramite carta di credito o tramite carta di debito (carta comunemente chiamata bancomat) e ad oggi l'Associazione Bancaria Italiana ABI rivela che nella classifica europea siamo tristemente agli ultimi posti con appena un 30,1% procapite di utilizzo dei pagamenti elettronici seguiti da Bulgaria, Grecia e Romania. Nonostante gli sforzi e le indagini di Magistratura e Polizia abbiano contribuito al recupero di altissime somme di denaro, serve elaborare idee risolutive efficaci e da mesi si parla di una nuova "Voluntary Disclosure" che nel 2015 ha fatto emergere ben 60 miliardi di euro depositati nei paradisi fiscali e, sotto tramite tasse e sanzioni varie, hanno fatto incassare all'erario circa due miliardi di euro ma quasi tutto il contante rimane ancora custodito e nascosto nelle cassette di sicurezza delle banche oramai praticamente tutte utilizzate. Il governo quindi studia una modalità che dietro garanzia di non punibilità, riservata solo in casi di evasione fiscale, consenta a chi aderisce alla Voluntary Disclosure di rivelare la provenienza del nero e di pagare una sorta di tassa-penale. Una opportunità che sembra convincere il direttore del Transfer Pricing Research Center Stefano Simontacchi dell'Università di Leiden in Olanda nonchè consigliere di RCS MediaGroup: "Una volta entrati nel sistema bancario, i soldi dovrebbero essere monitorati per impedire che vengano impiegati per usi incompatibili con l’attività del titolare». Si sta presentando cosi un’occasione imperdibile per reperire i fondi che mancano per gli interventi a favore della crescita». Sembra proprio non esserci altro modo possibile per risolvere il problema e per evitare il proliferare della criminalità fiscale e provando a mettere il naso fuori dai nostri confini, ci si accorge che nonostante tutto da noi qualcosa è cambiata e dal 2013 l'utilizzo del pagamento elettronico ha subito un incoraggiante lieve aumento arrivando a + 9% e i pagamenti tramite internet a + 30% grazie all'aumento dell'homebanking "da casa". Però ancora oggi su 100 operazioni, ben 87 ancora avvengono con il contante e, come già detto, più si usa il contante e più aumenta la non tracciabilità delle opeazioni. La Banca Centrale Europea intanto ha deciso di sospendere dal 2018 l'emissione di banconote da 500 euro perchè fra le più usate in ambito criminale e terroristico perchè consentono lo scambio e l'utilizzo di grossissime cifre in poche banconote e per fare un esempio nell'inchiesta Mafia Capitale la Procura della capitale ha sequestrato 570 mila euro in banconote e posto agli arresti un funzionario comunale e trovati 265 mila euro nelle cassette di sicurezza di un giudice tributario corrotto prontamente posto anch'egli agli arresti. Grosse cifre disponibili e accumulabili con poche mazzette di banconote. Per ulteriormente incentivare l'utilizzo del pagamento elettronico si pensa pure di dedurre dalle tasse una parte della spesa mentre per chi vende si potrebbero omettere le commissioni bancarie e i costi degli apparati elettronici. La sfida è proprio quella rendere sconveniente l'uso del contante sempre che dietro analisi e proposte ci sia una reale e concreta voglia di attuare strategie per lo sviluppo del paese. 




Renzi: "Nell'Ue frenetico immobilismo"

di Paolino Canzoneri

ROMA – Nell'aula di Montecitorio il nostro presidente del Consiglio ha lanciato una ennesima critica all'Unione Europea perchè, a suo dire, sembra caratterizzata da un "frenetico immobilismo" espressione usata da Jurgen Habermas per bacchettare le politiche europee. Il summit europeo previsto a Bruxelles per la prossima settimana è vicino e come è avvenuto al vertice di Bratislava, la critica non sembra cambiata: "Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un significativo programma di riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare che il frenetico immobilismo portasse poco più che a niente. Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco di buone promesse assolutamente non all’altezza della grande sfida Ue. Abbiamo dovuto registrare come questo frenetico immobilismo portasse poco più che a niente, un documento banale, una somma di tante promesse. Jean-Claude Juncker ha dato lo stesso giudizio che abbiamo dato noi". Matteo Renzi sembra convinto che l'Europa sia incapace di reagire a tutte le sfide complesse dei nostri giorni e fra discussioni e promesse varie tenda a posticipare le importanti risoluzioni ma si avverte una strana sensazione, un dubbio si fa strada insinuosamente, sembra infatti che a Montecitorio il nostro premier batta i pugni sul tavolo lamentandosi a viva voce mostrando vistosa fermezza ma poi a Bruxelles sembra assumere un atteggiamento più rilassato e in linea con i tempi lenti dei leader europei: "L'Europa è minata da discussion e polemiche di piccolo cabotaggio ma questa volta è ad un bivio e rischia davvero trovandosi senza un quadro politico di certezze per il futuro e il prossimo Consiglio europeo si terrà in una dimensione difficile da illustrare dopo lo shock del referendum inglese e a vigilia di importanti consultazioni elettorali" intendendo di fatti al referendum e alle elezioni che seguiranno in Gemania e in Francia e poi aggiunge: "Illustrare la situazione politica dopo quello che è accaduto con il referendum inglese e dopo un anno di consultazioni elettorali. L’Europa ha subito un duro shock con la scelta di un Paese, la prima in sessant’anni, di lasciare la nostra comunità. Non aiuta la nostra discussione il quadro politico internazionale. Il presidente Obama, in un importante articolo pubblicato nei giorni scorsi, ha sottolineato la contraddizione di un mondo più prospero che mai, ma accompagnato da una inquietudine crescente». Roma ospiterà un vertice speciale dei 27 leader d'Europa nell'ambito dei festeggiamenti dei 60 anni di trattati europei e magari si proverà a pianificare un futuro e discutere delle visioni d'insieme che dovrebbero portare ad una vera riforma che abbracci l'economia ma che risolva e organizzi l'annoso problema dell'immigrazione cercando in sostanza di trovare il modo di "svegliare" l'Europa da un certo intorpidimento nelle decisioni comuni. Renzi non vuole partecipare a mani vuote, chiede ai gruppi parlamentari una collaborazione da concretizzare in una serie proposte da portare come bagaglio per rappresentare l'Italia stessa quale promotrice di validi e seri proponimenti in vista del mega vertice di Roma 2017. In accordo con il governo tedesco della Merkel e rivolgendosi indirettamente a Polonia e Ungheria nonchè a Slovacchia e Cèchia inclini al no alle quote  di spartizione degli immigrati dice:"La Ue si accinge a discutere il prossimo bilancio ed è fondamentale che l'Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti dei Paesi che hanno ricevuto molti denari dalla comune appartenenza e in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni sulla ricollocazione degli immigrati".

 




Gran Bretagna, "Napoletani? Siciliani? O altro?": arrivano le scuse sui moduli scolastici discriminatori

di Paolino Canzoneri
 
U.K. – La nostra rappresentanza diplomatica e nello specifico l'ambasciatore Pasquale Terracciano ha inviato una nota al Foreign Office in cui solleva perplessità evidenti circa la discutibile nota scritta nei moduli d'iscrizione online approvati dal Dipartimento dell'educazione del governo del Galles e di Bradford inviata ad un certo numero di scuole scozzesi dove risulta espressamente richiesto ai genitori di evidenziare etnia e prima lingua del figlio. Una sorta di marcatura, una clamorosa precisazione che mette in evidenza quanto certe scelte apparentemente burocatiche covino al suo interno precisi punti di vista razzisti. Informazioni richieste per cosa? Magari per creare una precisa selezione a cui riservare un trattamento differrente rispetto gli autoctoni del luogo? Le sigle adottate sono quattro: ITA cioè italiano; ITAA "Italian any other" cioè il resto degli italiani, per arrivare poi a ITAN "Italian Napoletan" italiano di origine napoletana e per concludere ITAS "Italian Sicilian" cioè italiano di origini siciliane. "Pensavo fosse uno scherzo  di quelle bufale che si trovano su Internet, ma poi per capire meglio ho chiamato la persona, una mia cara amica, e lei mi ha confermato tutto. La signora mi ha detto che doveva iscrivere la sua bambina al primo anno di quella che in Italia è la prima media. Qui ormai si fa tutto online. Al momento di descrivere la nazionalità, sul modulo ha però trovato alcune opzioni che fino a poco tempo fa non c’erano” dice Michele La Motta, un ragazzo venticinquenne italiano residente a Cambridge. Che gli inglesi fautori di questa iniziativa avessero dato ulteriore prova di "sana e robusta imbecillità" sembra palese ma quanto accaduto dovrebbe fare riflettere su come sia evidente oggi una certa ignoranza e mancanza di cultura e come sia facile commettere strafalcioni simili nonostante sia risaputo di quanto gli italiani nel Regno Unito siano da sempre trattati bene. Si dovrebbe suggerire nelle orecchie di chi ha coniato questa "genialata" che l'Italia è un paese unito dal 17 marzo 1861 e che certi intenti sembrino proprio fuori contesto storico e fermi all'ottocento. Ovviamente l'indignazione dei nostri connazionali del distretto ha preteso la rimozione immediata di questo "marchio" anche se l'ambasciatore Terraciano escludendo che si tratti di esclusione dolosa e precisa, ritiene comunque che alla luce delle recenti scelte sembri più saggio evitare di introdurre una distinzione sociale che non andrebbe che ad aggravare certe uscite già poco felici del Regno Unito. Da Londra pronte le scuse ufficiali e questo incidente dipomatico sembra volgere al termine in fretta con la cancellazione dai moduli della marcatura specifica legata alle etnie e che apparentemente non intendevano passare per discriminatorie ma quale elemento ulteriore di accertamento di qualche ulteriore difficoltà linguistica per i bambini da inserire nel sistema inglese e gallese ma resta il fatto che messa cosi è una discriminazione offensiva per i meridionali. 



Palermo, il mondo della cultura in lutto: morto Maurilio Prestia

di Paolino Canzoneri

PALERMO – A soli 59 anni nella notte si è spento dopo una lunga malattia Maurilio Prestia. Storico direttore artistico e organizzatore di eventi culturali, Maurilio oltre ad essere un grande scopritore di talenti musicali è stato una punto di riferimento assoluto nella scena artistica e musicale di Palermo che oggi si stringe commossa a lutto consapevole d'aver perso un grande personaggio intellettuale, musicalmente colto e che a suo modo apparteneva ad una generazione culturale di grande rilievo che lo vide sfidare coraggiosamente il suo destino abbandonando il suo comodo posto di lavoro al Banco di Sicilia nel 1986 per dedicarsi alla sua grande passione della musica inziata come cronista al giornale L'Ora dove con i colleghi Gigi Razete e Antionio Guida posò i primi passi condividendo la pagina del giornale guidata da Gianmauro Costa dedicata proprio alla musica. Profondo conoscitore della musica colta sentì l'esigenza di non fermarsi alla parte descrittiva ma di adoperarsi per organizzare eventi che avrebbero arricchito Palermo della presenza di artisti di fama internazionale fondando l'associazione Musiche con Fabio Lannino e Pompeo Banincasa che riuscì a richiamare nomi prestigiosi come John McLaughlin in concerto al Teatro Dante in una storica "Stagione delle Chitarre". Francesco Giambrone sovrintendente presso Fondazione Teatro Massimo ricorda la sua figura: “Maurilio apparteneva ad una generazione eroica di organizzatori di concerti. Con poco riusciva a fare tantissimo, era curioso di scoprire artisti e lo faceva con grande passione, senza badare a spese. Da assessore alla cultura a metà degli anni ’90 ricordo che garantiva con le sue proposte musicali un pezzo consistente di Palermo di scena". Ebbe comunque modo di continuare a scrivere su un giornale e lo fece egregiamente raccontanto le sue esperienze con i grandi nomi del panorama musicale mondiale grazie alla rubrica "Vintage" sul quotidiano La Repubblica dove deliziava il lettore anche con aneddoti del tutto bizzarri come l'abbandono del palco da parte di Keith Jarrett stizzito dal pubblico contestatore di anni trascorsi e turbolenti. Il sindaco Leoluca Orlando in una nota ricorda Maurilio: "Palermo perde una persona che ha dato molto alla città, organizzatore musicale, colto, appassionato e curioso; un intellettuale fine e discreto capace di inseguire ideali e passioni e di scopire talenti". Gli amici, che grazie alla sua competenza musicale lo soprannominavano affettuosamente "Juke Box", lo ricordano con il sorriso sempre sul volto. Un sorriso mantenuto anche quando era consapevole che il suo male lo avrebbe strappato presto alla vita. Maurilio lascia moglie e due figli. Domani si terranno i funerali laici nella chiesa di San Mattia ai Crociferi alla Kalsa. Ciao Maurilio.

 

 




Operazione "New Life": auto rubate e riciclate, sgominata gang a Palermo

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Sei persone sono state arrestate dalla Polizia con l'accusa di riciclaggio e ricettazione di automobili e truffe per falsi sinistri stradali alla compagnie di assicurazione. L'Operazione avviata sin dal 2013 denominata "New Life" è stata condotta con l'ausilio di speciali apparecchiature e intercettazioni audio-video che ha sgominato una presunta organizzazione composta da 6 persone di cui una persona già detenuta a cui è stata notificata l'accusa e ha consentito il recupero di almeno una ventina di automobili. Scopo dell'organizzazione era quello di acquistare auto da rottamare per sfruttarne l'utilizzo della documentazione originale, telaio e targhetta da essere applicati a veicoli identici per tipo e modello di provenienza illecita ed essere immessi nel mercato e vendute in un autosalone Car Import di Viale Regione Siciliana 3865 o tramite siti specializzati. L'indagine ha portato alla luce l'organizzazione composta da Salvatore Messina carrozziere di fiducia della gang, Orazio Fiorentino il meccanico del gruppo, Giuseppe Megna, Rita Di Piazza titolare dell'autosalone, Giuseppe Taormina incaricato di individuare i veicoli incidentati a cui prelevare i documenti puliti e Giuseppe Castelli avente il ruolodi prestanome per le intestazioni dei veicoli reciclati. Si è potuti procedere cosi alla restituzione di alcune autovetture ai legittimi proprietari. 

 




Gestione dei rifiuti a Palermo: Storia di una atavica disillusione

PALERMO – Il quadro appare confuso e ad oggi non si comprendono i motivi della mancanza di copertura dei servizi di raccolta estesi a tutta la città

Vivere a Palermo è una gioia immensa. La città pulsa di arte e storia e da sempre è stata giudicata una città dalle vistose contraddizioni. I cittadini hanno gli sguardi di coloro che ne hanno viste tante, che hanno vissuto sulle loro spalle anni di “guerra in casa” nella lotta sanguinaria e prepotente delle cosche ma sopratutto dagli eroi che non verranno mai dimenticati e che si sono assimilati nel DNA. Una assimilazione che da sempre procura un dolore persistente che non li abbandonerà mai. Non è facile capire. Forse non interessa più essere capiti. Si corre ogni giorno ad inseguire la propria vita, le proprie faccende scansando tutta una serie di stranezze e di problemi a cui prima o poi ci si abitua e che poi non si riesce neanche più a vedere. Il palermitano ha la forza di un super eroe dei fumetti ma nello sguardo appare spesso desitente, rinunciatario e gli occhi sembrano quelli di un ragazzo che capisce che babbo natale non esiste e suo malgrado sa che deve ingoiare il boccone amaro che lo porta ad essere sempre più maturo, più grande, ma sempre più solo a lottare con i mali di una malsana mentalità trasmessagli da generazioni che da sempre cova dentro e che prova a sradicare con tutte le sue forze a volte riuscendoci a volte no. Passeggiando per la città non si percepisce una omogeneità nelle cose e anche la pulizia delle strade, per esempio, racconta di sforzi ancora in fase di completamento. Zone pulite con la presenza di cassonetti per la raccolta differenziata e zone altrettanto pulite con la presenza dei cassonetti di rifiuti generici. Nel centro storico e in altre zone della città invece la pulizia arranca e l’abbandono di rifiuti speciali appare evidente . Il quadro appare confuso e ad oggi non si comprendono i motivi della mancanza di copertura dei servizi di raccolta estesi a tutta la città. Per fare chiarezza e per conoscere la storia della gestione dei rifiuti, noi de l’Osservatore d’Italia abbiamo provato a contattare l’assessore con delega all’ambiente Gianfranco Rizzo ma putroppo non ha risposto perchè oberato allora abbiamo pensato di intervistare un dipendente di vecchia data all’azienda RAP che si occupa proprio della gestione in toto della gestione dei rifiuti che ha preferito rimanere anonima ma ha egualmente fatto luce su molti aspetti.

Ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche ed eventuali problemi che sorti nel tempo?

Credo ci sia una querelle politica putroppo con la regione che in ambito di rifiuti è una autorità sopratutto per quanto riguarda gli impianti di smaltimento quindi discariche anche in tanti che reciclano i rifiuti, per fare un esempio impianti di compostaggio, impianti di riciclo di raccolta differenziata in generale, perchè la regione ha dato adito a tanti privati di aprire impianti però non ha mai scommesso sul pubblico e poi ad un certo punto l’assessore regionale Vania Contraffatto si è trovata in una situazione in cui anche discariche come Bellolampo gestita da privati hanno dovuto chiudere perchè mancanti di autorizzazione e altre motivazioni; quindi sembra che ci siano lacune politiche pesanti visto che oramai da molto tempo si parlava di costruire termovalorizzatori dai tempi di Totò Cuffaro. Questa cosa andò in tilt e ancora in Sicilia si va avanti “tipo in Africa” con le discariche tipo quelle a Bellolampo e piccoli impianti di reciclo rifiuti sono invece nelle mani di privati. Quindi intanto in Sicilia si spendono un mare di soldi per lo smaltimento di rifiuti e differenziati e pericolosi.

Però appare lampante che il servizio della raccolta dei rifiuti non è omogeneo in tutta la città

Attualmente la differenziata copre un bacino minimo credo di 130mila abitanti su 800mila, bassissima quindi però so che entro fine anno si dovrebbe estendere ad un altro bacino di 130mila abitanti e i quartieri interessati sono quello che va da Viale Strasburgo fino a Mondello e quello che riguarda il centro storico che è scoperto dal servizio di raccolta differenziata perchè arriva fino al Teatro Politeama dalla Via Libertà; in tutto questo malgrado l’azienda pe ragioni strategiche ha iniziato dai “quartieri bene” di Palermo quindi da via Libertà e tutte le zone limitrofe, la differenziata va malissimo perchè i palermitani non sembrano volersi adeguare a questo tipo di servizio.

In che senso “adeguarsi”?

Abbiamo discariche censite che puliamo regolarmente e discariche che si creano occasionalmente ma qui parliamo di centinaia di interventi coperti dal contratto di servizio col comune, a distanza di pochi giorni dai nostri interventi, per carenze di controllo, le discariche si riformano ugualmente per incuria da parte sia delll’utenza generica cioè noi che paghiami la tassa Tari sia anche da ditte che fanno traslochi perchè noi facendo delle analisi su queste discariche censite troviamo interi mobili scaricati da camion, situazioni in cui si trova eternit che è carissimo da smaltire, rifiuti pericolosi di ogni natura, computer, elettrodomestici. Il servizio domiciliare di ritiro dei grossi rifiuti speciali che molte ditte fanno assicurando il corretto smaltimento, spesso finisce con l’abbandono magari notturno dei rifiuti in queste centinaia di discariche censite. Il problema è che non ci sono controlli e la cittadinanza sembra disinteressarsene. Pochi giorni fa ho letto che nei quartieri coperti dal servizio di differenziata, il sindaco Orlando ha reclutato un gruppo di vigili urbani, anche se i controlli dovrebbero spettare alla polizia muncipale, per andare nei condomini e multare quelli che non svolgono bene la differenziata proprio come fanno a Mlano che da oltre dieci anni non si vede per strada nessun cassonetto di rifiuti solidi urbani RSU e il porta a porta funziona e quando non funziona le multe sono salate e rigorose perchè sembra l’unico modo per garantire una raccolta differenziata seria con rifiuti omogenei ben raccolti e conferiti negli appositi contenitori. Omertà e indifferenza putroppo a Palermo rendono tutto questo per noi una utopia perchè “allergici” alle regole in generale. A Trapani invece sembra che la città sia pulita, si vedono pochi cassonetti RSU e si vedono pochissimi operatori ecologici perchè sembra che ci sia più civiltà, la gente sembra tenerci di più alla pulizia.

Ci racconta il passaggio aziendale dalla AMIA alla RAP. Come lo ha vissuto? Come è stato vissuto dalla città e da tutta la forza lavoro?

Disastroso. Quando Leoluca Orlando si candidò a Sindaco già l’AMIA stava fallendo e lui venne in autoparco, cosa che hanno sempre fatto tutti i sindaci di Palermo perchè noi da sempre rappresentiamo un ipotetico enorme bacino di voti, 2500 dipendenti con le rispettive famiglie potete immaginare, e quindi in temi di elezioni vengono negli autoparchi, nelle sedi amministrative. Orlando promise e assicurò che l’AMIA non sarebbe mai fallita. Ma invece dalle ceneri del fallimento proprio dell’AMIA hanno ricostruito una società nuova la RAP ma in una ottica di spending review inserirono dei vertici forse poco interessati sul serio al problema dei rifiuti mentre da poco si è insediato un nuovo presidente Roberto Dolce che ancora non conosco e che spero gestisca bene. Credo che in fin dei conti Orlando forse non ha saputo scommettere, non ha saputo mettere le persone gisute perchè noi siamo una azienda un po allo sbando perchè manca una “mission”, mancano le strategie.

Quindi una forte differenza tra le due gestioni nei due mandati di Orlando?

Il primo mandato del Sindaco è stato un successo perchè allora grazie ai fondi della comunità europei e alla nuova moneta comune si è potuto restaurare e ricostruire il centro storico che stava cadendo a pezzi e all’epoca giravano tantissimo soldi, l’AMIA era davvero ricca e rappresentava una punta di diamante per la città, avevamo i broker che venivano a proporci dei pacchetti di investimento perchè l’azienda all’epoca creava utili e chiudevano il bilancio in pareggio. Noi durante il primo mandato di Orlando avevamo il presidente Ettore Artioli e l’azienda andava benissimo. Fiore all’occhiello era davvero una delle aziende più importanti d’Italia mentre adesso siamo calati proprio a picco.

Hai mai avuto problemi con dilazioni o ritardi nei pagamenti del suo stipendio?

Società come AMIA sono composte da comparti LSU cioè particolari figure di lavoratori provenienti da bacini tipo ex detenuti, ex tossicodipendenti, tutte categorie sociali protette e questo progetto lo portò a compimento Cammarata. A noi lo stipendio seppur a volte in ritardo ce lo pagano perchè sanno che si potrebbero venire a creare disordini anche violenti. A Napoli il problema dei rifiuti è stato risolto grazie ad una organizzazione seria e rigorosa grazie anche a De Magistris e grazie a tutta una serie di controlli, telecamere e via dicendo che ancora qui a Palermo non sembra ancora potersi attuare. Forse perchè il problema dei rifiuti non interssa alla politica che sembra per il momento voler scommettere su altro, come la nuova rete tramviaria ancora in fase di definizione, nell’anello di collegamento ferroviario per la metropolitana e in altro genere di opere ma alla pulizia non sembra pensarci più di tanto per ora infatti Orlando che si è fatto fare il percorso unesco è stato molto criticato da tutta Europa perchè il percorso non è soltanto sporco e mal pavimentato ma mancano anche i cestini getta rifiuti, mancano le indicazioni stradali giuste; fondamentalmente è la macchina comunale che funziona male.

Cosa serve per gestire al meglio il problema dei rifiuti?

Ci vuole una mano forte, ci vogliono strategie e purtroppo il sindaco non sembra appoggiato politicamente e la politica putroppo in certe situazioni ci vuole e grazie ai proventi provenienti dalla tassa TARSU si potrebbe investire nella lotta all’evasione fiscale fornendo fondi per risollevare il problema complesso della gestione dei rifiuti mentre invece al momento siamo a costretti a gestirci e farci bastare i soldi dei contratti cosi come sono.

Quindi si tratta solo di politica e strategia?

Non riusciamo a soddisfare tutte le aree perchè sono davvero tantissime, ci aiuterebbe il comune se adottasse dei controlli, se facesse condurre delle ronde notturne da Carabinieri, Polizia Municipale per fare dei controlli seri mettendo telecamere in quantità ma a noi non spetta la competenza di controllo ma solamente di raccolta dei rifiuti. Il Comune non ci aiuta, la cittadinanza non ci aiuta, non esiste una vera politica, il nostro parco mezzi è vecchio, i mezzi sono quasi sempre rotti e messi in manutenzione, gli operai sono stati per anni senza divisa a causa anche di un accordo sindacale che fu fatto all’epoca quando c’erano i commissari straordinari. Ancora il nuovo logo RAP avviata da tre anni non si vede quasi da nessuna parte e ancora persiste il vecchio logo AMIA nonostante quell’azienda sia fallita.

Paolino Canzoneri




Iena ridens e le sue due istantanee di quotidiano delirio

di Paolino Canzoneri

Il sogno di ogni buon lavoratore a fine carriera è quello di andare in pensione nel miglior modo possibile, con la serenità e l'orgoglio di aver svolto il proprio mestiere con dovizia e d'aver contribuito positivamente al complesso ingranaggio del lavoro che richiede ad ognuno di noi di occuparci di una piccola parte a garanzia del pieno funzionamento dell'ingranaggio stesso. Difficilmente questo varrà per l'esponente delle forze dell'ordine che, ripreso nel video scoop del programma televisivo "Le Iene" nel servizio sullo scandalo delle firme false andato in onda ieri 8 ottobre, sembra sia andato troppo in escandescenze mostrando una rabbiosa violenza del tutto ingiustificata e poco edificante per il prestigio delle divisa che indossa. Le immagini delle telecamere accese mostrano, seppur in modo confuso ma comprensibile, concitate urla di intimidazione e violenta colluttazione senza che ci siano stati evidenti segni tangibili di  necessità di procedere urgentemente alle mani. I giornalisti della trasmissione sempre alla ricerca della verità e intenti a scovare l'ennesima truffa o raggiro stavano registrando un servizio video relativo ad una presunta falsificazione, ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali a Palermo di pochi anni fa. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l'esigenza di controllare l'esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato. Se non fosse che verrebbe facile pensare che il nostro paese si sia ridotto a sopravvivere ad eventi di cosi bassa lega e sebbene fossimo abituati a scandali più o meno vergognosi come questo, si percepisce sempre di più come il sostantivo "baratro" oramai usato ed abusato in ogni dove sembri oramai perdere valenza espressiva cosicchè in un un unico servizio del programma si assiste sgomenti ad un probabile ignobile raggiro politico messo in atto da "giovani di buona volontà" troppo sicuri, furbi e immaturi convinti di fare fessi tutti e illuminati dalla luce di 5 stelle che gli indica la strada giusta della legalità. Ragazzi in fin dei conti figli di un decadimento sempre più marcato che ogni giorno mostra delle crepe sempre più preoccupanti proprio nelle fondamenta del movimento che neanche i più esagitati mastini d'assalto anti-giornalisti sguinzagliati a Palermo durante la recente Festa e portati al guinzaglio in ogni ritrovo pacifico e democratico usati come servizio del "loro" ordine, possono essere. Che aspettarsi ancora di più? Forse Beppe Grillo avrebbe dovuto capire che affidare compiti cosi seri ai giovani inesperti significa affidare il proprio destino politico ad una generazione che muove i primi passi in un mondo complesso credendo che la burocrazia sia un qualcosa che si possa correggere e sistemare come una semplice firma da ricopiare. Come sempre sarà la storia a giudicare e non si dovrebbe mai dimenticare che il giudizio sarà sempre rigoroso e le definizioni nei libri di storia saranno delle vere sentenze che potranno togliere il sonno a chi oggi si sobbarca responsabilità civili e istituzionali di portare avanti un paese difficile come il nostro. Per quanto riguarda l'uso e l'abuso di modi forti e violenti di certuni signori vicini alla pensione è sempre auspicabile l'incoraggiamento ad usare toni pacati, a comprendere che la divisa porta responsabilità e prestigio e non deliri di onnipotenza. Due istantanee che riprendono due esempi di delirio che segnano il nostro presente e che raccontano il paese stretto in una morsa sempre più interessata ai propri biechi e meschini interessi di potere.    




Gestione dei rifiuti a Palermo. Storia di una atavica disillusione

di Paolino Canzoneri

Vivere a Palermo è una gioia immensa. La città pulsa di arte e storia e da sempre è stata giudicata una città dalle vistose contraddizioni. I cittadini hanno gli sguardi di coloro che ne hanno viste tante, che hanno vissuto sulle loro spalle anni di "guerra in casa" nella lotta sanguinaria e prepotente delle cosche ma sopratutto dagli eroi che non verranno mai dimenticati e che si sono assimilati nel DNA. Una assimilazione che da sempre procura un dolore persistente che non li abbandonerà mai. Non è facile capire. Forse non interessa più essere capiti. Si corre ogni giorno ad inseguire la propria vita, le proprie faccende scansando tutta una serie di stranezze e di problemi a cui prima o poi ci si abitua e che poi non si riesce neanche più a vedere. Il palermitano ha la forza di un super eroe dei fumetti ma nello sguardo appare spesso desitente, rinunciatario e gli occhi sembrano quelli di un ragazzo che capisce che babbo natale non esiste e suo malgrado sa che deve ingoiare il boccone amaro che lo porta ad essere sempre più maturo, più grande, ma sempre più solo a lottare con i mali di una malsana mentalità trasmessagli da generazioni che da sempre cova dentro e che prova a sradicare con tutte le sue forze a volte riuscendoci a volte no. Passeggiando per la città non si percepisce una omogeneità nelle cose e anche la pulizia delle strade, per esempio, racconta di sforzi ancora in fase di completamento. Zone pulite con la presenza di cassonetti per la raccolta differenziata e zone altrettanto pulite con la presenza dei cassonetti di rifiuti generici. Nel centro storico e in altre zone della città invece la pulizia arranca e l'abbandono di rifiuti speciali appare evidente . Il quadro appare confuso e ad oggi non si comprendono i motivi della mancanza di copertura dei servizi di raccolta estesi a tutta la città. Per fare chiarezza e per conoscere la storia della gestione dei rifiuti, noi de l'Osservatore d'Italia abbiamo provato a contattare l'assessore con delega all'ambiente Gianfranco Rizzo ma putroppo non ha risposto perchè oberato allora abbiamo pensato di intervistare una dipendente di vecchia data all'azienda RAP che si occupa proprio della gestione in toto della gestione dei rifiuti che ha preferito rimanere anonima ma ha egualmente fatto luce su molti aspetti.

Ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche ed eventuali problemi che sono sorti nel tempo?

In che senso "adeguarsi"?

Quindi una forte differenza tra le due gestioni nei due mandati di Orlando?

Hai mai avuto problemi con dilazioni o ritardi nei pagamenti del suo stipendio?

Società come AMIA sono composte da comparti LSU cioè particolari figure di lavoratori provenienti da bacini tipo ex detenuti, ex tossicodipendenti, tutte categorie sociali protette e questo progetto lo portò a compimento Cammarata. A noi lo stipendio seppur a volte in ritardo ce lo pagano perchè sanno che si potrebbero venire a creare disordini anche violenti. A Napoli il problema dei rifiuti è stato risolto grazie ad una organizzazione seria e rigorosa grazie anche a De Magistris e grazie a tutta una serie di controlli, telecamere e via dicendo che ancora qui a Palermo non sembra ancora potersi attuare. Forse perchè il problema dei rifiuti non interssa alla politica che sembra per il momento voler scommettere su altro, come la nuova rete tramviaria ancora in fase di definizione, nell'anello di collegamento ferroviario per la metropolitana e in altro genere di opere ma alla pulizia non sembra pensarci più di tanto per ora infatti Orlando che si è fatto fare il percorso unesco è stato molto criticato da tutta Europa perchè il percorso non è soltanto sporco e mal pavimentato ma mancano anche i cestini getta rifiuti, mancano le indicazioni stradali giuste; fondamentalmente è la macchina comunale che funziona male.

Cosa serve per gestire al meglio il problema dei rifiuti?

Quindi si tratta solo di politica e strategia?

Foto di Massimo Torcivia

 

 




Rivoluzione della viabilità a Palermo: ZTL al via dal 10 Ottobre

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Lunedi prossimo nel capoluogo siciliano cambieranno le modalità di accesso per le cosiddette zone a traffico limitato ZTL che comporterà l'obbligo di acquistare il pass di 5 euro al giorno per coloro che ne vorranno accedere e che tramite SMS o tramite il portale online ne dovranno comunicazione l'attivazione per non incorrere a multa. La zona interessata disegna un perimetro che va dal Teatro Massimo fino alla Stazione Centrale con validità da lunedi al venerdi dalle 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 13. Impianti di videocontrollo sono stati installati in molti varchi e cosi si potrà dare il via definitivo a questa nuova disposizione che in un primo momento, in una prima fase risalente a pochi mesi fa presentava delle oggettive difficoltà e disagi per le infinite code all'ufficio Amat di via Alfonso Borrelli per la richiesta dei pass a scadenza semestrale o annuale che fino a giovedi scorso erano 6.738 di cui 5mila effettuate online sul portale web e 3.775 fra imprese e liste bianche cioè quelle targhe autorizzate come taxi e car sharing. Per chi vuole ottenere il Pass vengono di prassi richiesti documenti (copia carta d'identità e copia libretto di circolazione) che attestino la residenza all'interno dell'area a traffico limitato cosi come viene richiesta una specifica certificazione per chi necessita del transito giornaliero per cure mediche. L'ordinanza sarà appicata con rigore e non potranno avvalersi del Pass coloro che risultano residenti nelle zone adiacenti al perimetro.