di Paolino Canzoneri
Presenziare alla Festa del Movimento 5 Stelle a Palermo il 24 e 25 Settembre 2016 è stata senza ombra di dubbio una esperienza importante e formativa. E' sembrato di percepire e toccare con mano quell'entusiasmo nei volti delle centinaia e centinaia di attivisti e sostenitori giunti da tutta l'Italia che con T-shirt, cappelli, bandane e bandiere hanno vissuto e rafforzato la loro presenza con i loro visi felici, sorridenti e con quella voglia di vedere concretizzata una seria lotta nella via per la legalità quale via di rinnovamento vera per il futuro del nostro paese. La legalità come abitudine, come principio assoluto, come prassi per scardinare il marcio dal nosto paese e come regola comune contro l'evasione fiscale oramai assimilata nel nostro DNA. La prima giornata dell'evento sembrava estiva, pareva che l'autunno appena iniziato si fosse messo da parte per regalare una giornata di sole estivo dalla temperatura caldissima e un cielo azzurro con una luce viva illuminava ogni piccola cosa facendone risaltare la profondità dei colori. Il colore giallo del Movimento, appositamente scelto per via della sua luminosità, imperiava nei moltissimi gazebo montati uno accanto all'altro in diverse strade lineari quasi a voler sembrare raggi di un sole centrale dove il grande palco principale avrebbe accolto la parola, il pulpito, la direzione, il verbo del creatore unico e del suo seguito nella via assoluta dell'ammaestramento per i fedeli e sostenitori divenuti in soli 5 anni un numero altissimo. Beppe Grillo e il compianto Casaleggio hanno avuto la genialità di creare una nuova religione, una speranza, una illusione di un mondo migliore interpretando il sogno degli italiani lontani da quelle tecniche mediatiche che non hanno funzionato e che hanno solo raggirato gli italiani devastando questo paese e incattivendolo culturalmente. Una decadenza iniziata dagli anni 90 e interrotta per raggiunto limite al collasso assoluto, dolcemente condotto fuori da un tunnel con la mano gentile di improbabili tecnici all'approdo in una "seconda repubblica" dai cambiamenti che ancora forse si stenta a capirli fino in fondo. Per i due geni Grillo e Casaleggio, la formula vincente, la ricetta perfetta era creare "una cosa" di sinistra che non disdegni il pensiero della destra ma che abbia anche la considerazione di chi sta al centro e consideri quindi anche il mondo cattolico ma che sopra ogni cosa non debba essere un "classico Partito" visto come un organo politico obsoleto, retrogrado, oramai completamente assuefatto a tutti i mali possibili della nostra storia politica dal 2 Giugno del 1946 in poi. Una presunta avanguardia politica che delle ideologie non se ne fa niente, ma che al suo interno accoglie convivenze di persone con opposte visioni delle politica. L'idea di fondo è davvero eccezionale. La storia politica del nostro paese degli ultimi 20 anni è veramente vomitevole; la "disgregazione ideologica" di destra, sinistra e centro, in pochi anni ha spazzato via la storia, la cultura di veri statisti e politici che non avremo mai più il piacere di vedere confrontarsi nei dibattiti televisivi di prevalenza in bianco e nero. Non vedremo mai più quella passione politica assoluta espressa nei confronti-scontri di personaggi della storia del nostro paese come Togliatti, Fanfani e successivamente Berlinguer, Almirante e altri. E' li che abbiamo perso la vera "politica". E' uno sgarbo ingiusto pensare di ripulire con un colpo di mano la nostra storia e lo è altrettando fare passare il messaggio che tutto il nostro passato non serva più a niente e che tutto debba essere sepolto solo perchè infiltrazioni di corruzione e tangenti hanno ammalato lo Stato. Putroppo negli anni successivi, dal craxismo più becero fatto di bella vita, soldi e politici in discoteca, siamo passati alle vere prese per i fondelli con futuri rosei di milioni di posti di lavoro assicurati fino all' importazione della peggiore sotto cultura americana fatta di consumismo, di nuova TV con prosperosi seni in programmi commerciali e con uno svilimento della serietà della politica oramai nelle mani di gente senza competenza interessata al mercimonio sessuale e senza quel rigore istituzionale che impone passione, preparazione e senso vero dello Stato. Quindi ad oggi la creazione di un Movimento al di sopra di qualsiasi schieramento politico, la scelta di un colore positivo veicolo di luce che dia la percezione del coinvolgimento popolare indistinto e che si proietti al futuro con l'utilizzo di mezzi moderni come internet sempre alla portata di tutti (o quasi), era palese che avrebbe avuto un consenso immediato e uniforme grazie anche alla disgregazione ideologica della destra e della sinistra che ha praticamente aperto la strada ad un movimento fatto di persone che credono che la ricetta per curare la politica possa solo venire da loro e dalla loro ferrea dissociazione dai partiti. A Palermo nella festa sono stati adibiti diversi punti dove moderatori davano microfono "libero" ad attivisti di ogni regione per brevi comizi dove molte idee venivano espresse con il plauso più o meno convinto della gente che ascoltava. Questa forma di libera e democratica espressione di idee appariva come una risorsa meravigliosa, un panorama concreto di vera espressione democratica dove finalmente il cittadino fine a se stesso proponeva idee e soluzioni. C'è chi, per esempio, prendeva posizioni drastiche per l'abolizione assoluta senza se e senza ma delle macchine videopoker e slot-machine in tutti i locali quale unica soluzione per debellare il vizio del gioco, chi invece più moderatamente credeva più giusto imporre una tassa supplementare per locali e negozi provvisti di queste dannate macchine etc. Un miscuglio di idee interessanti e propositive. Tutte rigorosamente video registrate in attesa di chissa quale probabile trascrizione o magari semplice ricordo di momenti di gloria politica personale da ricordare e tramandare. Centinaia di idee, di proponimenti, di analisi che infondono negli attivisti e nei sostenitori quella reale convinzione di partecipare e di contare veramente per il Movimento, almeno fino a quando il grande capo Beppe Grillo all'imbrunire sceglieva di re-incoronarsi quale capo assoluto del movimento e in un battito di ciglia la vox populi si va a fare benedire. E quindi il tutto diventa abbastanza chiaro, tutto torna da dove siamo partiti..una ideologia con un capo che decide lui e che decide e considera (se vuole e quando vuole) tutto. Ma allora c'è da chiedersi quali siano le reali differenze tra la festa in stile Woodstock del Movimento e i cosiddetti "retrogradi" congressi dei Partiti tradizionali che in fin dei conti non sono altro che appuntamenti in cui la dirigenza esamina, espone e dibatte sugli sviluppi del Partito, sugli eventuali cambiamenti, allineamenti e nuove direzioni, tutto trascritto accuratamente negli "atti del congresso" pubblicati successivamente e consultabili liberamente per chi fosse interessato a continuare o dissentire il proprio sostegno tenendo conto che anche i partiti hanno siti web e blog dove poter esprimere liberamente le proprie opinioni. D'improvviso il tempo diventa plumbeo e le prime gocce d'acqua trasformano quella bellissima festa luminosa in una parata d'ombrelli un po sofferta a tratti comici per quelle stesse persone che hanno parlato nei micro comizi mattinieri e pomeridiani ma che adesso silenti ascoltano la voce del "numero uno", del leader Grillo autentico mattatore professionista indiscusso che rassicura tutti con i propositi positivi sulla giustizia, sulle nuove forme di utilizzo dell'energia e altri argomenti oggettivamente inoppugnabili che stanno a cuore a tutti. Parole in difesa e di promozone per Virginia Raggi che regge un peso micidiale come la gestione del Campidoglio e tanto altro se non poi a scendere nel cattivo gusto nell'accusare la stampa cartacea di solite colossali macchine del fango e quant'altro. Parla Beppe Grillo e si riferisce ad tabella scritti con l'intento unico di denigrare il movimento e sindaca; giornalisti ridotti a scrivere di peli delle gambe della Sindaca, di cellulite e attacca la categoria tutta come una unico fascio denigratorio organizzato. Prendere le distanze da questo modo indistinto di attaccare diventa importante e doveroso ed è sacrosanto affermare che questa istigazione contro la stampa ha già dato i frutti sconsiderati che si sono visti per tutta la durata della festa negli sguardi di fuoco ostili delle persone al passaggio dei giornalisti e degli operatori dell'infomazione televisiva e negli spintoni e insulti al passaggio della sindaca Raggi protetta da un cordone di polizia ed attivisti. Un atteggiamento teso ad istigare contro gli organi di informazione in una precisa volontà di svilire ed umiliare una professione tesa a raccontare e descrivere la realtà con la libertà di giudicare e di manifestare la propria opinione con la stessa libertà dei microfoni aperti dei sostenitori nei palchetti. L'Osservatore d'Italia e Laziale non ha mai insultato nessuno e non ha mai ricorso a banali dettagli fisici minimali al solo scopo di insultare e deridere personaggi del movimento. Questo giornale ha solo espresso e continuerà ad esprimere opinioni in base agli elementi oggettivi e al modo di condurre l'azione politica del movimento utilizzando a volte una ironia pungente tesa a colorare e a dar maggiore enfasi al pensiero descritto. Quella stessa ironia e comicità permessa e divulgata dal leader durante i suoi comizi. Il quadro che viene fuori da tutto questo mostra una idea di movimento che vuole apparire diverso dalla vecchia politica, che ha fatto illudere i sostenitori d'esser gli unici di buona volontà a credere nella giustizia e nella legalità ma che poi nella realtà delle cose appare come una enorme dispersione confusa di idee poco ordinate e derivate da diversi, troppi modi di pensare e che ha costretto il fondatore a metterci una pezza sopra rimettendosi la corona di leader e riprendendo il controllo totale, anche indirettamente del Campidoglio.