FIERA DI ROMA, ROMICS: UN SUCCESSO OLTRE OGNI PREVISIONE

di Silvio Rossi

Fiera di Roma – Ha battuto tutti i record per un evento alla Fiera di Roma. Romics 2015 ha visto raggiungere la quota ragguardevole di duecentomila presenze nei quattro giorni di manifestazione. Un numero di presenze che non trova pari nelle altre categorie fieristiche che si svolgono nella struttura lungo la Roma-Fiumicino.
Tra mostri, personaggi del regno della fantasia, supereroi, la rassegna ha visto alcuni momenti di eccellenza, come il premio Romics d’Oro assegnato a Bruno Bozzetto.
Autore di veri capolavori nel campo dell’animazione internazionale, si ricordano in particolare tre lungometraggi, West and Soda nel 1965, seguito nel 1968 da Vip mio fratello Superuomo e nel 1976 da Allegro non troppo. Oltre a una serie di cortometraggi, tra cui Mister Tao nel 1990, vincitore dell’Orso d'oro al Festival di Berlino, e Cavallette, che ha avuto una nomination al Premio Oscar nel 1991.
In particolare Bozzetto ha collaborato con Piero Angela, e ha realizzato oltre cento cortometraggi per la trasmissione Superquark.
Altri premi sono stati consegnati a Francis Manapul: Disegnatore DC comics di Batman e Flash, e a Mario Gomboli, soggettista che ha ereditato la gestione della collana Diabolik dalla creatrice Luciana Giussani.
Durante il Romics si è svolta la selezione per partecipare al World Cosplay Summit (WCS), la gara mondiale del Cosplay, che si tiene ogni anno in Giappone.
Dopo il grande successo dell’edizione odierna, gli organizzatori hanno annunciato le nuove date delle prossime edizioni 2016, dal 7 al 10 aprile e dal 29 settembre al 2 ottobre.




VERDINI SI, VERDINI NO, SE FAMO DI SPAGHI

di Silvio Rossi

 

Un’alleanza sulle riforme che ha creato più di uno scontento, in entrambi i fronti del panorama politico italiano (e che naturalmente non è benvista neanche dai Cinque Stelle, che sono invisi alla politica perpetrata dai partiti tradizionali). L’aiuto portato da Denis Verdini a Matteo Renzi, con l’ALA che, con i suoi sette deputati, e soprattutto con i tredici senatori, potrebbe rivelarsi determinante per far approdare con successo la riforma costituzionale, non è piaciuto né ai vecchi alleati del banchiere fiorentino, in primis il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, né tantomeno alla minoranza del PD, che spesso in parlamento si dimostra l’ala più dura contro i cambiamenti proposti dal Premier.
I «duri e puri» del Partito Democratico, l’ala sinistra gruppo parlamentare, rimproverano la loro “sostituzione” con Verdini, per raggiungere la maggioranza in Senato. Giudicando «inaccettabili» i voti provenienti dal nuovo gruppo. Verdini è diventato, per Bersani e seguaci, il simbolo degli inqualificabili, il simulacro dell’avversario con cui non si può concordare neanche sulle riforme.
Da parte dei renziani, la replica è che ALA non è entrata nella maggioranza di governo, ma sta sostenendo il processo delle riforme, così come fece anche Forza Italia, prima che Berlusconi dichiarasse concluso il “Patto del Nazareno”, e che il Primo Ministro ha sempre detto che, mentre le azoni governative vengono votate dalla sola maggioranza, le riforme sono da intendere come provvedimenti da condividere con chiunque abbia voglia di partecipare a un percorso condiviso con tutti.
Ma anche fosse entrata ALA nella coalizione, con quale coerenza Gotor, Migliavacca, Mineo, possono additare Verdini, quando solo due anni fa, dopo il fallimento del tentativo bersaniano di formare un governo, hanno partecipato a un governo in cui Berlusconi era alleato, ed esprimeva cinque ministri, tra cui il vicepremier (che era appartenente a Forza Italia prima della separazione con NCD), e la De Girolamo, appena tornata tra le braccia del Cavaliere?
Con quale serietà un Fassina può parlare oggi di Verdini, se durante il governo Letta, divideva il ruolo di viceministro alle Finanze insieme a Casero, allora appartenente a Forza Italia?
Verdini, e i venti parlamentari che hanno condiviso con lui la nuova avventura, possono essere politicamente poco attrattivi per gli esponenti di un partito di centrosinistra, ma certamente ciò non avviene oggi, mentre lo si considerava un buon alleato di governo, quando l’ala sinistra del partito aveva la presunzione di dare le carte, non conoscendo neanche i segreti del gioco.




ROMA, TOR BELLA MONACA: INCENDIO NEI GARAGE DI UN PALAZZO

di Silvio Rossi

Roma – Tanta paura, danni limitati. Nella mattinata di oggi l’allarme è scattato a Tor Bella Monaca, quartiere popolare a est della capitale. Un incendio si è sviluppato nei garage di via Brandizzi, in uno dei palazzi alti 14 piani, che caratterizzano lo skyline di questo scorcio di periferia. Sono intervenute tre squadre dei vigili del fuoco, che hanno evacuato i primi piani del palazzo dove è partito l’incendio. Le operazioni di spegnimento sono state particolarmente difficoltose, a causa del denso fumo sprigionato, che ha provocato problemi per la visibilità.
Dai primi rilevamenti sembra che il focolaio principale sia partito da due autovetture posteggiate in uno dei garage, e si sono presto propagati nei box circostanti, alcuni dei quali avevano materiali infiammabili, come cartoni e mobili, utilizzati come deposito.
Una volta spente le fiamme, il personale della polizia intervenuto, ha cercato di scoprire le cause dell’incendio, dalle prime indiscrezioni sembra non si tratti di un evento di tipo doloso.
Fortunatamente, nonostante lo spavento, in particolare da parte di chi abita in prossimità del focolaio maggiore, non ci sono state persone ferite, e i danni sembrano limitati alle due autovetture e a qualche box.




BRACCIANO: ARCHIVIATO IL PROCEDIMENTO CONTRO IL SINDACO PER LA DECADENZA DEL CONSIGLIERE TONDINELLI

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Il Tribunale di Civitavecchia, mercoledì 30 Settembre 2015, ha emesso una sentenza di “Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, in merito alla vicenda che ha visto il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, indagato assieme a nove consiglieri di maggioranza per la vicenda relativa alla decadenza del consigliere di minoranza Armando Tondinelli.

Il sindaco esprime soddisfazione, e ha dichiarato: “Nessuna enfasi ma, come sempre, rispetto delle sentenze a dimostrazione che si è colpevoli o innocenti solamente quando le condanne sono definitive e passate in giudicato, non quando si ricevono elezioni di domicilio, avvisi di garanzia o rinvii a giudizio”.

La reintegrazione del consigliere è stata decisa dal Tar del Lazio con la sentenza n. 08566/2012. Evidentemente il Tribunale, cui erano stati trasmessi d’ufficio gli atti da parte della sezione amministrativa, ha giudicato che nella condotta dei consiglieri di maggioranza, anche se la decadenza non era corretta, non si rilevano i presupposti di un reato.

Il consigliere Armando Tondinelli, eletto nella lista “Bracciano è Tua”, nelle ultime consultazioni del maggio 2012, è stato dichiarato incompatibile dall’aula comunale, a causa di una vertenza che lo vedeva opposto al sindaco Sala. Il Tar ha giudicato questa vicenda non configurabile nell’articolo 63 del D. Lgs. 267/2000, e ha reintegrato il consigliere nel suo ruolo, sentenza che è stata confermata dal Consiglio di Stato. Il Comune ha dovuto risarcire il consigliere per 17.000 euro di danni.

Il Tar ha trasmesso il fascicolo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, per verificare se, nell’azione dei consiglieri di maggioranza e del sindaco, si ravvisassero ipotesi di reato.
 




POLITICI E RIFORME. A CHI INTERESSANO?

di Silvio Rossi

 

Ne resterà uno solo. Al Senato, in questi giorni, sta avvenendo una battaglia storica, di quelle che possono essere paragonate a film epici, dove i protagonisti si affrontano con tutte le armi a loro disposizione, e alla fine, come narrava “Highlander”, solo uno rimarrà in vita.
La bagarre sulla riforma del Senato appare, però, agli occhi della maggior parte degli italiani, una questione riservata esclusivamente ai rappresentanti del parlamento, che non porterà cambiamenti alla vita dei cittadini, e che ha una priorità, se confrontata con i problemi di tutti i giorni: disoccupazione, mancanza di case, servizi inadeguati.
La disaffezione, che negli ultimi anni ha prodotto una forte diserzione alle urne, in particolare nelle votazioni regionali, sembra raggiungere punte eccezionali nel caso delle riforme. Gli italiani, a parte una minoranza di tifosi sfegatati delle varie fazioni, non partecipano.
Forse proprio questa lontananza dalla vita reale, ha prodotto dei mostri istituzionali, che vivono solo grazie all’indifferenza della massa. Altrimenti, non sarebbe stato possibile, per un solo senatore, presentare oltre ottanta milioni di emendamenti, generati da un algoritmo che di “intelligente” non ha realmente nulla. Non sarebbe stato possibile, neanche da parte di un senatore vicino al governo, presentare un emendamento, il «canguro», che blocca tutti gli emendamenti contrari, quasi fosse una sorta di “tana libera tutti”.
Una politica seria, che dimostra di interessarsi realmente della vita dei propri cittadini, riuscirebbe a stimolare l’opinione pubblica, a pretendere dai senatori il rispetto dei propri cittadini, obbligandoli a presentare solamente gli emendamenti realmente pensati e scritti dall’autore, che servano a migliorare una legge e non a generare entropia parlamentare. Un’opinione pubblica che pretenderebbe dal governo il rispetto del parlamento, con la lettura degli emendamenti, e non con il bypass generato da un emendamento di comodo. Pretenderebbe anche dai politici, che le leggi, alla fine della discussione, vengano applicate, e non si ricorra alla richiesta di firme per un referendum abrogativo, prima ancora che la stessa sia stata applicata. Richiesta che, proprio per la disaffezione alla politica, ha ben poche possibilità di raggiungere il quorum, così come è appena avvenuto a Civati, sulla riforma della scuola.




PIETRO INGRAO. LA GRANDEZZA DELL'UOMO E GLI ERRORI POLITICI

di Silvio Rossi

 

In questi giorni è morto uno degli ultimi padri della patria, una di quelle figure storiche cui tutti si inchinano, ricordando la grande statura morale, il rigore che hanno usato nel rapportarsi con la cosa pubblica, il rispetto dell’avversario, pur nella più dura contrapposizione, l’onestà intellettuale, che difficilmente si riesce a riconoscere nei suoi colleghi odierni.
Pietro Ingrao, scomparso all’età di cento anni, partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, parlamentare comunista, appartenente alla corrente di sinistra del partito, viene ricordato, non solo oggi dopo la morte, come esempio da molti politici, non solo appartenenti alla sua linea politica.
Queste figure dalla grande levatura politica e morale, che hanno caratterizzato la rinascita di un paese martoriato dalla guerra, anche se su posizioni opposte, sono ormai scomparse quasi tutte. Il ricordo della contrapposizione tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista che portò alle prime elezioni del 1948, dove l’incertezza sul risultato lasciava intravedere sviluppi non facilmente immaginabili alla vigilia, mitizza i personaggi che hanno vissuto quei giorni epocali.
Ma se sotto il punto di vista umano e di rigore, tutti noi ci inchiniamo alla magnificenza dell’uomo, non si possono tacere gli errori politici di Ingrao. Non tanto sulla posizione filosovietica assunta dopo l’invasione della Cecoslovacchia del 1956, complice la propaganda sovietica, che aveva fatto sembrare Dubcek un pericoloso controrivoluzionario, determinando il voto a favore dell’URSS di tutto l’apparato di Botteghe Oscure (anche se alcuni intellettuali “organici” si sono allontanati dal partito comprendendo l’errore della posizione assunta dalla segreteria).
Il vero grande errore è stato non aver compreso il cambiamento che il mondo ha vissuto nel 1989, quando il colosso comunista è crollato sotto la spinta della Perestrojka, dimostrando a tutto il mondo che non sarebbe più stato possibile ingannare le popolazioni, mantenendo in piedi una dittatura mascherata da “governo del popolo”. Quando Achille Occhetto rinnovò la sinistra italiana, assumendo decisioni coraggiose, Ingrao ha preferito chiudersi nella nostalgia di un mondo che si sarebbe voluto migliore, ma che si è dimostrato non possibile, invece di contribuire a una nuova fase politica, basata su una proposta svincolata dalla vecchie ideologie, che forse, per molti anni, nella sinistra italiana, è rimasta “mozza”.




ROMA, METRO A: CROLLA CONTROSOFFITTO A SPAGNA

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di  Silvio Rossi

Roma – A poche settimane dal Giubileo della Misericordia, la rete dei trasporti romana sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza non solo agli eventi straordinari, ma anche all’ordinaria amministrazione. Una rete metro ferrotranviaria che fa acqua da tutte le parti.

Le ferrovie concesse Roma Lido e Roma Montebello, quotidianamente, vedono interruzioni e soppressione di corse, la ferrovia termini giardinetti è stata ridotta a Centocelle, con appesantimento del traffico sulla Casilina, non adeguatamente compensato dall’apertura della Metro C, che finché non raggiungerà San Giovanni, va a infrangersi contro l’inadeguatezza delle linee bus che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) garantire il trasbordo verso il resto della rete.

Anche le linee storiche della metropolitana, però, stanno dimostrando l’usura dovuta al continuo sovraffollamento della struttura. Spesso, troppo spesso, inconvenienti costringono i cittadini romani a dover cercare mezzi alternativi, per gli spostamenti cittadini.

Anche oggi, quaranta giorni prima del giubileo, la linea A della metropolitana ha ceduto. Per “inconvenienti tecnici”, così come appare scritto sul sito di Atac (è crollata una parte del controsoffitto nella stazione Spagna), le corse sono sospese nel tratto tra Ottaviano e Manzoni. In pratica, in tutto il centro storico, dal quartiere Prati fino a San Giovanni, la metropolitana è sostituita da servizi bus, che hanno una capienza decisamente minore e un tempo di percorrenza infinitamente maggiore rispetto ai treni.

La dichiarazione, solo apparentemente rassicurante: "Non ci sono state conseguenze di nessun tipo per i passeggeri – spiegano da Atac – e le operazioni sono state svolte in piena sicurezza. I tecnici Atac sono intervenuti immediatamente per ripristinare la linea. E' stato attivato un servizio sostitutivo di superficie nel tratto fra San Giovanni e Ottaviano", non diminuisce la gravità del problema. Sarebbe stato solo parzialmente accettabile, se contemporaneamente sulle altre linee non si fossero verificati gli altri problemi, come i passeggeri costretti a percorrere tratti di binari a piedi, treni che camminano con la porta non chiusa, e altri.

Quello odierno non è «un incidente», ma «l’ennesimo incidente» del trasporto pubblico romano. Una continua litania di disagi che non è più sopportabile per chi, dovendosi recare al lavoro, è costretto a continui ritardi, inaccettabili in una metropoli moderna.

Ci chiediamo come l’assessore Esposito pensa di affrontare questa situazione, che non è tollerabile, e rischia di dequalificare la capitale italiana davanti agli occhi del resto del mondo.




SCHIERARSI SEMPRE DALLA PARTE SBAGLIATA

di Silvio Rossi

 

La Direzione Aziendale di AMA, la municipalizzata capitolina che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, ha licenziato trentasette dipendenti, assunti tra il 2008 e il 2009, a chiamata diretta. La decisione è stata presa, dall’AD Daniele Fortini, in accordo col sindaco Marino, dopo le condanne inflitte a Franco Panzironi, ex amministratore delegato della società, e a altri quattro dirigenti.
Non accade frequentemente che, in seguito a un’inchiesta giudiziaria, vengano prese azioni anche nei confronti di terze persone che, pur essendo coinvolti nei fatti contestati, non sono stati indagati direttamente. Si tratta di persone “politicamente vicine” a Panzironi, tra cui la figlia del caposcorta dell’allora sindaco Alemanno, il genero di un ex dirigente dell’azienda, tanto da far connotare l’inchiesta col nome di “parentopoli”.
Persone che hanno beneficiato di un trattamento di favore, sapendo di non meritare il posto di lavoro loro assegnato. Persone che, normalmente nella nostra Italia, non vengono comunque “toccate” dalle inchieste, perché sono solo i beneficiari di un malaffare che ha ben altri protagonisti attivi. Sono i vincitori di una lotteria che non hanno giocato, dove qualcuno ha estratto per loro il biglietto vincente.
Licenziare gli assunti per chiamata diretta, entrati in AMA solo perché figli di, generi di, parenti di, è l’unico sistema per sradicare questo vizio italiano, altrimenti, per un Panzironi che viene condannato, spesso senza neanche scontare un giorno di carcere, ci sono decine di favoriti, che beneficiano di queste pratiche, in attesa che un nuovo esecutore di ordini non riesca anche a promuoverli, sempre per meriti politici, o familiari, a qualche ruolo dirigenziale.
Ciò che però, nella vicenda appare incomprensibile, è il ruolo del sindacato. Alla dichiarazione dei licenziamenti, immediatamente c’è stata l’incomprensibile levata di scudi delle organizzazioni. La difesa dei lavoratori è un conto, ma non si possono porre tutti i lavoratori sullo stesso piano.
Chi “ruba” un posto di lavoro, non può essere assimilato a chi ha studiato, ha passato un concorso pubblico, ha fatto i sacrifici per meritarsi l’incarico. Difendere le persone assunte perché il padre era il caposcorta del sindaco, significa non mettersi dalla parte dei lavoratori, ma dalla parte dei disonesti. Un sindacato deve difendere chi lavora con merito, e chi non riesce a trovare un posto di lavoro, perché qualcun altro ha occupato il suo posto grazie al malaffare. Fare sindacato significa riuscire a distinguere il lavoratore onesto da quello disonesto, altrimenti non si è più credibili neanche quando si difendono i lavoratori onesti.




MUSEO DI ROMA, WAR IS OVER: IMMAGINI DI GUERRA

di Silvio Rossi

Roma – Da sabato 26 settembre, fino al prossimo gennaio, sarà possibile visitare, nello spazio espositivo di Palazzo Braschi, al primo piano, la mostra “War is over”, con immagini, molte inedite, della Seconda Guerra Mondiale.
La mostra propone una doppia visione del periodo bellico. Da una parte vengono proposte le immagini provenienti dall’Istituto Luce, organo ufficiale del regime fascista, caratterizzate dal bianco e nero, e una regia particolarmente stereotipata, che esaltava con toni enfatici ogni singolo particolare. A contrasto vengono inserite le immagini dei Signal Corps, con abbondante uso di colore e delle più avanzate tecnologie dell’epoca, realizzate dai più grandi registi hollywoodiani, i cui filmati possono essere visti nelle tre postazioni video che si snodano durante il percorso.
La mostra è composta da dieci sezioni, che documentano i diversi aspetti della guerra, dai palazzi distrutti dai bombardamenti, le immagini censurate, la sofferenza delle popolazioni, e la gioia che pervade negli animi delle persone alla fine del conflitto. Ogni aspetto del periodo compreso tra lo sbarco in Sicilia, nel luglio del 1943, alla liberazione dell’aprile 1945 è affrontato, con la volontà di restituire al visitatore il quadro più ampio per definire una memoria dell’evento che non si limiti a una visione di parte.
Curata da Gabriele D’Autilia, docente di Fotografia e documentazione visiva presso l’Università di Teramo, e da Enrico Menduni, professore di Storia e critica della fotografia presso l’Università di Roma3, la mostra vede la collaborazione tra l’Assessorato capitolino alla Cultura, il Ministero dei Beni e le attività culturali, e l’Istituto Luce, con il patrocinio dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e dell’ Università degli Studi Roma Tre.
La mostra sarà aperta dal 26 settembre al 10 gennaio, tutti i giorni escluso il lunedì, dalle ore 10:00 alle 19:00, salvo aperture straordinarie. Le informazioni sulla mostra si possono reperire al sito www.museodiroma.it, oppure contattando il call center al numero 06 06 08 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00).




ANGUILLARA: NIGERIANO VIENE ARRESTATO, RIMESSO IN LIBERTA' E… ARRESTATO NUOVAMENTE

di Silvio Rossi

Anguillara Sabazia (RM) – Ore di preoccupazione ad Anguillara. Nella giornata di Martedì 22 settembre 2015 un ragazzo extracomunitario, dall’età apparente di circa 25 anni, ha imperversato nelle vie cittadine, con più tentativi di intromettersi in alcune case o di rubare delle autovetture. Durante la tarda mattinata il primo episodio si è verificato presso la stazione ferroviaria, quando ha provato a entrare in una casa. Informati i Carabinieri, sono intervenuti e hanno fermato il giovane, tradotto in caserma. Il nigeriano è stato poi rimesso in libertà su indicazione del magistrato di turno.
Nel primo pomeriggio, poco dopo essere uscito dalla caserma, ha provato a rubare un’autovettura, entrando a forza mentre la proprietaria era alla guida. Di nuovo fermato dai locali Carabinieri, è stato arrestato, e nella mattinata di Mercoledì 23 Settembre 2015 verrà processato per direttissima.

Dalle informazioni raccolte, l’arrestato è un nigeriano senza fissa dimora, proveniente da Roma, probabilmente proprio tramite il treno, considerato il primo avvistamento nei pressi della stazione.

Sorprende, nella vicenda, come sia possibile che una persona, appena fermata e rilasciata a piede libero, possa avere un comportamento così spavaldo. L’assenza di certezza della pena, non è certo il miglior deterrente contro chi commette questo tipo di reati. La possibilità di essere comunque fuori di prigione in pochi giorni, magari solo perché non si è riusciti nell’intento, grazie al lavoro delle forze di Pubblica Sicurezza, non lascia credere facilmente che la persona oggi arrestata non possa, tra non molto, tornare protagonista negativo delle cronache cittadine.




ANGUILLARA, SCUOLA MEDIA: QUELLA RICHIESTA DI CHIUDERE VIA DI SAN FRANCESCO… PER 15 MINUTI

di Silvio Rossi

Anguillara Sabazia (RM) – Una comunicazione, indirizzata al Sindaco di Anguillara Sabazia, da parte della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo San Francesco, chiede all’amministrazione comunale di chiudere via di San Francesco, nel tratto prospicente la scuola secondaria, tutte le mattine dalle ore 8:00 alle ore 8:15. Una richiesta, giustificata da parte dell’Istituto, per via dell’impossibilità di aprire i cancelli prima dell’inizio delle lezioni, non potendo garantire la sicurezza dei ragazzi, elemento che determina un affollamento notevole davanti ai cancelli della scuola. Tutto ciò può determinare un pericolo per genitori e alunni, che occupano una parte della strada, e possono essere a rischio investimento .

Leggendo sul sito della scuola, possiamo facilmente notare come l’inizio delle lezioni sia fissato per le ore 8:10. Nella lettera si scrive che “non è possibile far accedere gli studenti della Scuola Secondaria di I grado all’interno dell’edificio”. Non possiamo però credere che il cancello venga aperto, in una scuola, esattamente nel momento di inizio delle lezioni, e che studenti e insegnanti si precipitino come fulmini ai loro posti. Dall’apertura dei cancelli all’inizio effettivo delle lezioni, in una scuola, si può ipotizzare un tempo medio di circa quindici minuti, che passano tra saluti, scale, registri da prendere, qualcuno che deve andare in bagno.

Pensare inoltre che nel cortile della scuola devono entrare i pulmini del trasporto scolastico, che devono poter fare manovra in sicurezza, far scendere i ragazzi, per farli entrare a scuola, rende ancora più incomprensibile la decisione della scuola di mantenere gli accessi sbarrati fino alle ore 8:09 e 59 secondi.
Una richiesta, quindi, incomprensibile. Chiedere di chiudere al traffico una strada, per 15 minuti, con notevoli problemi non solo per il traffico, ma anche per eventuali contestazioni che la polizia municipale dovrebbe elevare nei confronti degli automobilisti indisciplinati (figurarsi le scene con la discussione se l’orologio preciso è quello del vigile o dell’automobilista). Una proposta priva di qualsiasi senso logico, per un beneficio illusorio, che non risolve certamente il problema del rispetto degli orari di lezione, si cerca di spostare il disagio, amplificandolo notevolmente, su un altro ente.