CASTELNUOVO DI PORTO: PASSAGGI A LIVELLO KILLER SULLA TRATTA FERROVIARIA ROMA – VITERBO.

di Gabriella Resse

Castelnuovo di Porto (RM) – Partiamo dal doloroso fatto di cronaca : il 2 gennaio 2014 verso le ore 15, la Nissan Micra della Signora Franca ( 52 anni e due figli ), al ritorno dal lavoro, alla Camera dei Deputati, è stata travolta dal treno n. 706, partito alle 14.19 da Piazzale Flaminio, all’altezza del passaggio a livello di Sant’Antonio (27esimo km della via Flaminia), nell’area di competenza del comune di Castelnuovo di Porto.

Le dinamiche dell’incidente non sono state ancora chiarite del tutto, ma lo schianto è stato molto violento e l’auto, finita nel pendio sottostante, si è ripiegata su se stessa, uccidendo sul colpo la vittima. I vigili del fuoco ed i Carabinieri di Castelnuovo e Bracciano intervenuti sul posto, hanno impiegato circa un’ora per tirare fuori il corpo della donna dalle lamiere. Questo passaggio sui binari, come molti altri della zona (e della linea Roma –Viterbo), sono incustoditi e sprovvisti di barriere di arresto del traffico, la segnaletica è affidata alla croce di Sant’Andrea, ovvero il segnale di pericolo che indica la presenza di binari ferroviari, da un semaforo e relativo segnale sonoro (non sempre funzionanti al meglio in tutti i passaggi a livello della zona ,considerato che di giorno il semaforo rosso è quasi indistinguibile quando colpito dalla luce diretta del sole, mentre il segnale sonoro spesso e volentieri si incanta).

Questa è la cronaca, dolorosa, angosciante, di questa disgrazia, e mentre ancora si festeggia l’arrivo del nuovo anno, una donna attiva ed impegnata anche nel sociale, a sentire la testimonianza di persone a lei vicine, viene sottratta alla vita ed all’amore dei suoi cari.. e fin qui potrebbe sembrare un tragico evento da rinchiudere nella sfera delle fatalità e del privato e che invece rappresenta solo il triste epilogo di una serie di campanelli d’allarme sottovalutati da chi ha la responsabilità delle infrastrutture stradali e dei trasporti. Infatti non di rado si è avuta notizia di sventati incidenti, o di incidenti più o meno gravi, non sempre innalzati agli onori della cronaca, come l’incidente avvenuto poco prima della fine dell’anno al passaggio a livello di Riano all’altezza del 25esimo km della Flaminia, dinamica piuttosto simile all’incidente di Castelnuovo, ma dall’epilogo fortunatamente non così drammatico.

Ma facciamo un passo indietro: il 5 aprile del 2008, nei pressi di Rignano Flaminio, la linea ferroviaria rimaneva interrotta per circa due ore e mezzo per un incidente. Intorno alle 18,30 una Renault Megane, veniva investita da un convoglio della Roma nord, diretto a Civita Castellana ad un passaggio a livello incustodito. Sembra che l’auto non avesse rispettato il segnale di pericolo. Il 28 dicembre del 2009 al chilometro 30 della via Flaminia nel comune di Rignano Flaminio, un’auto guidata da un giovane, non si è fermata al passaggio a livello incustodito, l’auto è stata trascinata per 40 metri, fortunatamente il conducente nonostante il grave impatto non ha riportato gravi danni.

A questo punto ci si renderà conto che la situazione non può più restare “alla sbarra” per fare un triste gioco di parole, non siamo più negli anni 50 ed intorno a questa ferrovia, nata nei primi anni del novecento e mai rimodernata, non passa più il carretto del contadino e basta, l’area si è fortemente urbanizzata ed il traffico di pedoni, ciclomotori ed automobilisti, è ormai alla stregua di quello che ritroviamo in un qualsiasi quartiere romano di periferia. Le barriere al momento, diventano una necessità, anche se immagino che la Regione Lazio (che dovrebbe fornire i finanziamenti per dette opere) potrebbe senz’altro obbiettare sul fatto che se dovesse intervenire su tutti i passaggi a livello della tratta ferroviaria in questione, l’esborso economico per l’Ente sarebbe inaffrontabile.

Certo, è vero, ma è altrettanto vero che le opere di ammodernamento della linea che avrebbero dovuto garantire (ormai da anni) la graduale scomparsa dei passaggi a livello, vanno a rilento, per non dire che siamo ancora ai progetti o quasi. Ancora tutto fermo, nonostante i continui annunci di inizio lavori, che dovrebbero cominciare dalla tratta Riano-Piazzale Flaminio. La questione è che la sicurezza dei cittadini non può più nutrirsi ancora di promesse, attese e rinvii, il problema esiste ora e deve essere risolto il prima possibile e dunque si rendono necessari degli interventi tampone. Il clamore del fatto avvenuto lo scorso 2 gennaio, ha stretto a corte moltissimi cittadini di Castelnuovo di Porto e delle zone limitrofe che si stanno organizzando per mettere in campo una battaglia di solidarietà e civiltà, affinché la morte di questa donna, madre di famiglia, non cada nel dimenticatoio. Così, nell’arco di quattro giorni, su facebook si è assistito alla nascita e rapida crescita del gruppo “ Barriere per vivere” che ha raggiunto le 1153 adesioni. Fondatrice del gruppo, la signora Loretta Peschi che insieme a molti altri cittadini tra cui stimati professionisti, si sta attivando per portare avanti una protesta che possa scuotere i vertici dell’Atac e della Regione Lazio, perché si giunga ad un punto di convergenza sulla necessità della messa in sicurezza di questi passaggi a livello (in questo caso, in particolar modo per Castelnuovo) e a tal fine è stato sollecitato anche il Sindaco della cittadina, Fabio Stefoni.

Per questa domenica,12 gennaio, è stata organizzata, alla stazione ferroviaria di Castelnuovo di Porto, una riunione dei cittadini che faranno il punto della situazione e che saranno a colloquio con i giornalisti per esporre le loro richieste/proposte che sottoporranno poi agli enti competenti della sicurezza e delle infrastrutture della tratta ferroviaria.

Personalmente, mi chiedo cosa ne pensano della questione gli altri sindaci dell’area e se non sia il caso di fare un’azione congiunta affinché sia possibile muoversi in sicurezza su questi passaggi a livello, attendendo il Santo Graal del raddoppio della ferrovia ormai annunciato da anni (natività dal parto difficile). La speranza infine è che la morte di questa splendida cinquantenne, possa almeno rappresentare quella luce chiarificatrice che indichi ai nostri “magi governatori ” la strada più giusta da intraprendere affinché drammi come questi, non debbano più avvenire.