PAPA FRANCESCO A NAPOLI: "A' MARONN V'ACCUMPAGN"

di Christian Montagna
Napoli – Sono trascorse poche ore e già si sente la mancanza di quella bellissima aria di festa che sabato scorso si respirava a Napoli. Papa Francesco Bergoglio ha scelto di visitare il capoluogo campano sfidando le psicosi da panico susseguitesi in questi giorni dopo gli attacchi terroristici di Tunisi. La paura e l'ansia hanno accompagnato i napoletani in questi giorni precedenti al grande evento, ma, per fortuna, tutto è andato alla grande.

Un'organizzazione quasi impeccabile che ha permesso alle migliaia di fedeli di potersi godere questo giorno a pieno senza intoppi. Forze dell'ordine, protezione civile, croce rossa, artificieri, guardia costiera, c'erano davvero tutti.

Dopo aver visitato Scampia, Piazza del Plebiscito e il Duomo, il pontefice ha pranzato con i detenuti di Poggioreale e nel pomeriggio è stato sul Lungomare Caracciolo. Proprio qui, dalle 13 ieri, cominciavano a crearsi le fila di fedeli in attesa dell'arrivo del Papa alle 17.15. Transennato l'intero lungomare, è stato concesso alla Papa mobile di percorrere due volte il tragitto in modo da poter essere visto da tutti. Una grande emozione, lacrime e urla di gioia per aver realizzato quello che per molti è stato un sogno da sempre. Giovani, bambini, adulti, anziani, persone invalide, stranieri: tra le fila dei fedeli c'erano proprio tutti. Un palco allestito alla rotonda Diaz ha permesso al Papa di poter rispondere alle domande dei fedeli che si alternavano. Vagando tra la gente, ci è da subito apparsa in modo evidente la grande stima che tutti hanno riposto in Francesco, considerato umile e vicino alla povera gente. Alle 17.30 il Papa è salito sul palco e ha risposto alle domande prima di un'anziana 95 enne, poi di una coppia di coniugi e infine di alcuni giovani. Numerosi i temi affrontati dal pontefice: dal matrimonio sempre più in crisi, alla colonizzazione biologica, all'amore per gli anziani, al lavoro per i giovani.

"Un popolo che non cura i giovani e gli anziani non ha futuro" e "Gli anziani sono il buon vino per la società che serve ai giovani": sono queste le frasi con cui il pontefice ripetutamente ha affrontato il discorso sugli anziani. Conclusosi alle 18 circa, il Papa ha recitato la preghiera dell'Ave Maria, invitando i presenti a pregare oltre che per lui anche per i giovani. Ringraziando poi per la calorosa accoglienza ha così salutato i fedeli: "A' Maronn v'accumpagn".




YARA GAMBIRASIO: CONFESSIONI SHOCK DI MASSIMO BOSSETTI

di Angelo Barraco
 
Ci sono delle importanti novità sul caso Gambirasio e sull’unico indagato per l’omicidio che è Massimo Bossetti, Yara sparì il 26 novembra 2010 e il suo corpo venne trovato tre mesi dopo in un campo di Chignolo D’Isola. Le novità sono di estrema rilevanza e, se accertate, potrebbero dare conferme e aprire nuovi scenari sulla torbida vicenda che dal 2010 tiene con il fiato sul collo tutta Italia. Un detenuto, nei mesi scorsi, ha chiesto di poter parlare con gli inquirenti. Il motivo di tale colloquio? L’uomo avrebbe ricevuto delle confessioni da parte di Massimo Bossetti durante l’ora d’aria e alcuni stralci di confessione li avrebbe scritti nel sul diario. Quanto detto dal detenuto è stato messo a verbale il 12 dicembre scorso e contiene dei passi sconvolgenti ai fini dell’inchiesta poiché Bossetti avrebbe ammesso il delitto, avrebbe ammesso di avere un debole per Yara e avrebbe confessato al detenuto anche la presenza di una seconda persona che lo avrebbe aiutato nell’omicidio. Ciò apre nuovi scenari di indagine, e la ricerca del complice. Questi sono alcuni stralci delle confessioni di Bossetti rese al detenuto e che a sua volta il detenuto ha trascritto nel suo diario: “Le ho fatto cose … cose … ma non l’ho violentata! quando siamo arrivati a Chignolo l’ho presa in spalla come un sacco di cemento … il mio complice mi faceva da palo”. L’Avvocato Claudio Salvagni che difende Massimo Bossetti, dice che il detenuto è un calunniatore. Il Pubblico Ministero Letizia Ruggeri non avrebbe ritenuto attendibile la dichiarazione del detenuto. Altra novità in merito al caso della morte di Yara riguarda le ferite sul suo corpo, “Sul corpo di Yara c’erano diverse ferite, tutte provocate da un coltello o da un taglierino dalla lama molto affilata. Secondo il magistrato quei tagli erano pure e semplici sevizie”. 



PORDENONE: ESEGUITA L'AUTOPSIA ALLA COPPIA UCCISA IN MACCHINA

di Angelo Barraco

Pordenone –  Nel reparto di Anatomia Patologica dell’ospedale “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone, in data 20 marzo 2015 ha avuto luogo l’autopsia sui cadaveri di Trifone Ragone e Teresa Costanza, l’autopsia è stata effettuata dall’anatomopatologo Giovanni Del Ben, che è intervenuto sul luogo del delitto, e il suo collega Paolo Fiorentino. E’ stato nominato dalla procura un perito balistico che è Pietro Benedetti, che ha partecipato alle indagini per il misterioso delitto di Marta Russo. Questo è un sunto della storia: i due fidanzati sono stati rinvenuti cadaveri all’interno di un automobile parcheggiata nello spiazzale antistante il palazzotto dello sport di Pordenone. Ricordiamo che Trifone Ragone era un Sottoufficiale dell’Esercito e prestava servizio al 132/o Reggimento Carri di Cordenons. L’allarme è stato lanciato da un istruttore di judo che ha notato la macabra scena dopo essere uscito dal palazzetto dello sport dopo aver fatto allenamento. Entrambi i soggetti presentavano colpi di arma da fuoco alla testa. Poco prima che vi fosse il ritrovamento da parte dell’istruttore di Judo, un uomo aveva sentito delle urla. Inizialmente si ipotizzava l’omicidio-suicido, poi lo scenario è cambiato, e il Procuratore della Repubblica di Pordenone Marco Martani afferma che  non si tratta di omicidio-suicidio bensì, ma ciò che è avvenuto nello spiazzale antistante il palazzetto dello sport di Pordenone è un duplice omicidio. I dubbi sull’accaduto sono stati chiariti dopo aver analizzato bene la scena. All’interno dell’automobile della coppia non è stata trovata l’arma, ciò dimostra che non si sia trattato di suicidio ma di duplice omicidio. La donna è stata raggiunta da tre proiettili alla testa, l’uomo invece da un proiettile. Tutti i colpi sono stati sparati dalla stessa arma, una calibro 7,65. L’autopsia ha confermato quanto emerso dalla tac cranica eseguita all’indomani dell’omicidio; sei colpi sparati di cui tre hanno colpito lui; uno alla tempia e due alla mandibola. Si ipotizza che Trifone sia stato colpito mentre si accingeva al passaggio dal lato guida al lato passeggero e non si sia accorto di essere stato colpito, la ragazza invece, si ipotizza, che abbia visto il killer e abbia cercato di mettere in moto la macchina ma invano; ciò sarebbe dimostrato dal fatto che un colpo che è stato schivato, ma gli altri due ahimè, non gli hanno dato scampo alla vittima. L’autopsia ha escluso che la donna fosse incinta. Attualmente vi sono indagini in corso sulle email, telefonate ed sms e si stanno analizzando gli interrogatori effettuati dopo il delitto. Gli accertamenti in corso riguardano gli ambienti delle vittime, ovvero i locali notturni, l’ambiente della palestra e c’è un settore specifico che si occupa di verificare il movente mafioso. Ecco quanto dichiarato da Martani: “Stiamo analizzando ogni fotogramma  della vita di questa coppia: avevano un’esistenza variegata e intensa e per questo motivo appare arduo risalire a ogni contatto”. Sotto torchio anche i locali notturni frequentati dai ragazzi. Un elemento emerso è che la ragazza, dopo aver accompagnato il fidanzato all’allenamento, era uscita e aveva parcheggiato la macchina esattamente nel luogo in cui era stata uccisa, quindi se l’assassino avesse voluto l’avrebbe potuta uccidere quando era da sola. Martani lancia un appello: “Alle 20, in una zona così centrale è possibile che qualche passante abbia notato un movimento o una persona non abituali. C’è la necessità di un aiuto, perché ci permetterebbe di mettere a confronto tali indicazioni con le centinaia di ore di immagini che abbiamo archiviato della video sorveglianza comunale e privata dell’intero quartiere. Al momento, i fotogrammi ci indicano figure anonime: se avessimo qualche indicazione più precisa – ha concluso – passeremmo a cercare volti e mezzi specifici”.




PAPA A NAPOLI: "LA CORRUZIONE PUZZA" – GUARDA LA DIRETTA ALL'INTERNO

Redazione

La sua meravigliosa e forte presenza in una terra massacrata dalla corruzione potrà forse dare uno scossone alla malavita e corruzione che comunque ormai dilaga da nord a sud e corrode la società sana. Papa Francesco nella terra dei fuochi. Il pontefice ha visitato il santuario della Vergine di Pompei e poi e' andato a Scampia dove e' stato accolto da una folla in festa. Francesco ha chiesto: "I migranti sono persone di seconda classe?". "Vorrei rispondere – ha detto – a chi ha parlato a nome degli immigrati e dei senza fissa dimora ed ha chiesto una parola che assicuri loro che sono figli di Dio".
"Ma e' necessario – ha gridato il Papa – arrivare a questo? I migranti sono di seconda classe? Dobbiamo far sentire loro che sono come noi, cittadini. Tutti siamo migranti in questa terra". Quindi la veemente condanna della piaga della corruzione. "Un cristiano che lascia entrare dentro di se' la corruzione 'spuzza'", ha gridato Papa Francesco a Scampia. "La corruzione 'spuzza', la societa' corrotta 'spuzza'", ha spiegato. "Togliere lavoro – ha aggiunto – e' corruzione". Secondo il Papa, "corruzione e' una tentazione, e' uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza". "Corruzione e' una parola brutta. Quanta corruzione – ha lamentato – c'e' nel mondo". "Una ragazza ha trovato lavoro in una ditta turistica: 11 ore di lavoro a 600 euro. 'E' poco', ha lamentato. 'Se non ti piace c'e' la coda', le hanno risposto. Questa si chiama schiavitu' non e' umano non e' cristiano e se quello che fa questo si dice cristiano dice una falsita'". Con queste parole Papa Francesco ha condannato oggi il "lavoro nero", nel discorso in gran parte a braccio pronunciato a Scampia. Nei giorni scorsi ci sono state polemiche riguardo a lavoratori che a Napoli hanno fatto causa ad enti ecclesiastici perche' erano assunti senza contratto. E Francesco ha dedicato buona paret del suo primo discorso del viaggio napoletano allo "sfruttamento del lavoro in nero". "Tu – ha detto – lavori senza contratto senza niente e ti pago quello che voglio, questo e' sfruttamenti delle persone, senza apporto della pensione, per la salute". "Io ti capisco bene", ha risposto al lavoratore che aveva denunciato il fatto che ci sono sempre meno contratti di lavoro in citta'." Dobbiamo riprendere – ha scandito – la lotta per la nostra dignita' che e' la lotta per trovare ritorovare la possibilita' di lavorare per portare il pane a casa". "Quando non si guadagna il pane – ha osservato Bergoglio – si perde la dignuta', questa mancanza di lavoro ci ruba la dignita'".

ECCO LA DIRETTA

A Napoli "la speranza e' esposta ad assalti e ruberie". Lo ha denunciato Papa Francesco nel discorso pronunciato a Scampia, il primo di questa giornata a Napoli.
"Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza, guadagna qualcosina ma ruba la speranza, ruba a se' stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, e anche alla buona fama della citta', alla sua economia", ha detto il Papa, ricordando che la speranza e' "un grande patrimonio, una leva dell'anima, tanto preziosa".
Quindi un elogio allo spirito dei napoletani: il cammino in questa citta' e' spesso irto di "difficolta' e disagi e talvolta di dure prove", ma anche se "non e' mai stata facile, la vita a Napoli non e' mai stata triste!". Papa Francesco ha sottolineato questo aspetto del carattere dei napoletani salutando i fedeli di Scampia. "E' questa – ha detto – la vostra grande risorsa". "Il cammino quotidiano in questa citta', produce – infatti – una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l'ultima parola".




VERBANIA, BULLISMO:DIFFAMAZIONE AGGRAVATA PER DUE 13ENNI

di Angelo Barraco

Verbania – Due tredicenni hanno fatto uno scherzo di cattivo gusto ad una loro amica, scherzo che è costato a due ragazze di tredici anni una denuncia per diffamazione aggravata. Le ragazze hanno pubblicato su un social network il seguente annuncio “sesso violento con uomini tra i 15 e i 60 anni”, le due ragazze in allegato all’annuncio hanno messo anche il nome e il numero di telefono della loro amica. La ragazza, successivamente alla pubblicazione dell’annuncio, ha ricevuto tantissime chiamate hot con relative richieste.

Le ragazze sono state identificate grazie al numero che hanno usato per pubblicare l’annuncio sul social network, le ragazze hanno definito tale gesto uno scherzo. Il bullismo, nella società odierna, sembra essere diventata una cosa semplice, comune e la cosa che fa paura è che sono sempre di più i giovani ad esercitare bullismo verso i loro coetanei, senza temere le conseguenze e senza avere un minimo di sensibilità e di pentimento per i gesti che compiono. Spesso gli atti di bullismo vengo esercitati per imitazione, per ostentare superiorità contro il più debole, contro chi non può difendere; la domanda sorge spontanea: ma che valori vengono impartiti all’interno del nucleo familiare? Si, perché tutto parte da lì, dalla famiglia, dall’origine, da chi da la vita, la formazione, l’educazione, i valori etici e morali.

Ormai sembra che un oggetto ha più valore rispetto al sentimento umano, e penso che la causa sia uno scarso controllo da parte dei genitori verso i figli e una poca rigidità nell’educarli e nell’impartire loro i valori morali. Il caso di Verbania non è il primo caso di umiliazione tramite social accaduto ultimamente. Un altro episodio è avvenuto poco tempo fa a Prato quanto, Su ordine della Procura di Prato, i Carabinieri di Montemurlo si sono recati presso l’abitazione di una ragazza di 19 anni e l’hanno perquisita. La ragazza vive con la famiglia. Il motivo della perquisizione è dovuto al fatto che la 19enne è accusata di aver compiuto atti di bullismo nei confronti di una sua compagna di classe portatrice di handicap. La prova di tali atti starebbe proprio sul web, dove la 19enne avrebbe pubblicato dei filmati di derisione su instagram. L’accusa sostiene che la ragazza disabile avrebbe subito atti di bullismo anche da altri compagni di classe che oltre a pubblicare video sui social, avrebbero esercitato anche violenza fisica sulla ragazza disabile. Ad interrompere questo calvario e ad accorgersi delle malefatte attuate ai danni della ragazza è stato il fratello, che ha visto i video pubblicati su Instagram e si è prodigato nel riferire quanto stava accadendo alla madre, che ha denunciato tutto alla Procura di Prato. I capi d’accusa per la 19enne sono: violenza privata e atti persecutori. Altro episodio di bullismo si è verificato poco tempo fa a Genova; sono state due ragazze di 16 e 17 anni per aver picchiato una loro coetanea di 12 anni e mentre compivano tale gesto, le due ragazze hanno ripreso l’aggressione con i loro smartphone e per provocare un ulteriore danno alla loro coetanea, per deriderla ed umiliarla ulteriormente, hanno diffuso il video tramite whatsapp a tutti i loro amici.

Le due ragazze sono state denunciate e poste sotto indagine dalla Procura dei minori e  dovranno rispondere del reato di lesione aggravata e diffamazione. Le indagini hanno appurato che le due ragazze avrebbero attirato la vittima in una trappola e che al pestaggio della vittima avrebbero assistito altri ragazzi, coetanei della vittima, che però non avrebbero fatto nulla e sarebbero rimasti inermi durante l’agguato. I coetanei della vittima che avrebbero assistito all’aggressione sono stati tutti identificati dalla Polizia nel corso delle indagini. Dalle indagini è emerso il movente dell’aggressione, ovvero un torto che la 12enne avrebbe fatto alle due ragazze nei giorni precedenti.




ASSOTUTELA, CASO POVIA: QUERELATO IL SECOLO D'ITALIA PER DIFFAMAZIONE

LEGGI ANCHE: BAGARRE ASSOTUTELA – POVIA: CI MANCAVA PURE IL SECOLO D'ITALIA

 

Redazione
AssoTutela
– Presentata ieri una denuncia-querela alla Procura della Repubblica, con richiesta di sequestro, nei confronti de “Il Secolo d'Italia”, tramite uno dei nostri legali Antonio Avv.Petrongolo in relazione all'articolo di sabato 14 marzo, firmato da Gloria Sabatini. I fatti, in sintesi, si riferiscono al testo della canzone di Giuseppe Povia “Chi comanda il mondo”, in cui il presidente di AssoTutela ha ravvisato “una istigazione all'odio razziale con manifesti riferimenti alla religione ebraica”, in particolare per ciò che attiene ai simboli contenuti nel video-clip. “Una libera manifestazione di pensiero è diventata un caso politico – sostiene il presidente Maritato – e la giornalista, come riportato nella querela da noi presentata, ha usato termini inappropriati per definire quanto manifestato, vocaboli altamente offensivi, adducendo presunte motivazioni riferite al mio giudizio che, soltanto a leggerle fanno accapponare la pelle. Non mi aspettavo – conclude il presidente – di venire attaccato dalla parte politica che il Secolo d'Italia rappresenta che di solito, negli anni passati, si è sempre dimostrata vicina a chi osa esprimere un libero pensiero”.




PALERMO: MEDICO CONDANNATO A 5 ANNI PER VIOLENZA SESSUALE

di Angelo Barraco

Palermo –  Un gastroenterologo è stato condannato dal Tribunale di Palermo a cinque anni con l’accusa di violenza sessuale. Il medico, Antonino Trizzino, dovrà anche dare una somma in denaro alla giovane che si è costituita parte civile. Secondo l’accusa, il medico sarebbe andato oltre la normale visita. Analizziamo la vicenda: I fatti risalgono all’anno 2010, quando una ragazza si recò presso il polimbulatorio Oreto per farsi una normale visita. La ragazza soffriva di dolori addominali e a causa di tali dolori il suo medico curante le aveva prescritto una visita specialistica. Il medico imputato, come primo accertamento, ha svolto un’ecografia all’addome, successivamente ha eseguito un’ecografia. Dopo che il medico ha svolto seguenti accertamenti, avrebbe chiesto alla ragazza se soffriva di qualche altro disturbo e avrebbe eseguito una visita rettale e vaginale. L’accusa ha puntato sul fatto che il medico non ha segnato nel referto la visita “extra” svolta, per questa ulteriore visita il medico è stato denunciato. Il Tribunale ha creduto al racconto della ragazza e l’accertamento del medico è considerato una violenza sessuale. L’avvocato del medico accusato di violenza sessuale ha annunciato che per dimostrare l’innocenza del medico farà ricorso. Un altro processo, siamo a Milano però, ha avuto conclusione processuale. Un uomo si sarebbe finto fisioterapista e medico sportivo e avrebbe prima sedato i pazienti e poi li avrebbe violentati. Le vittime sarebbero un centinaio. Nel momento ha avuto inizio l’inchiesta però , l’uomo si è reso irreperibile e tuttora è latitante. L’uomo aveva diversi studi dove esercitava la professione e con essi vi era anche un giro di clienti presso Gallarate e presso la provincia di Belluno. Le manette ai polsi per il falso medico erano scattate nel mese di luglio del 2007 e l’accusa era di violenza sessuale, poi però era stato scarcerato. Ciò che ha fatto partire l’inchiesta era stata una confessione di un paziente del finto medico che era stato narcotizzato ma, malgrado ciò, era cogliente e si era accorto che stava subendo violenza sessuale dal medico. La condanna arriva il 24 aprile 2013 e la pena è di 30 anni di reclusione, il Tribunale aveva stabilito un risarcimento per le vittime che ammontava a un milione di euro. Nel processo d’Appello tenutosi a Milano la pena è stata ridotta da 30 a 24 anni di reclusione.




EBOLI (SA): FUNZIONARIO COMUNALE FAVORISCE LA TRATTA DI ESSERI UMANI

di Christian Montagna


Eboli (SA) – Tra scoperte clamorose, arresti, scoop e eventi impensabili, diventano sempre meno chiare oggi le elezioni politiche. Nell'ambito di una inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Salerno e dei carabinieri del Ros, sono state arrestate nove persone nell'ambito della tratta di esseri umani. Un'organizzazione transnazionale multietnica avrebbe favorito l'arrivo di cittadine romene nel nostro paese da sfruttare in aziende agricole sottopagate e minacciate. Un business che frutta milioni e milioni di euro ai danni delle povere ragazze che sperano così in un futuro migliore. La verità invece è un'altra: queste anime già disperate da una vita scarna e problematica, accettano in maniera inconsapevole di diventare merce di scambio. La cosa che però più lascia increduli in questa vicenda è che ad essere coinvolto è un'ex funzionario dell'ufficio anagrafe del Comune di Eboli, Pino Mazzini, che avrebbe rilasciato con molta facilità le documentazioni agli stranieri ottenendo in cambio voti alle elezioni. In previsione di una sua futura candidatura inoltre avrebbe convinto le persone favorite ad andare a votarlo. Secondo gli inquirenti, in seguito a tale scoperta, anche sulle primarie del Pd potrebbero esserci atroci sospetti che ricondurrebbero a situazioni simili se non proprio alla stessa. Tra gli arrestati inoltre spunta anche Emanuele Valletta, titolare di un camping in cui le giovani schiave venivano ammassate in condizioni disumane e di estremo degrado. Una scoperta che ha portato alla luce quello che si può definire il vero marcio della società: potenziali personaggi politici che facilitano e accordano lo sfruttamento delle schiave dell'est noncuranti dei danni fisici e psicologici arrecati alle vittime. Se in questo paese, continuano ad arrivare giorno dopo giorno immigrati e riescono ad infiltrarsi perfettamente nel tessuto sociale è sicuramente perché ci sono ancora tante e tante realtà simili da scovare. Il business dell' immigrazione clandestina e dello sfruttamento delle donne per il lavoro o per strada o nei campi agricoli è tanto quanto quello dello spaccio delle sostanze stupefacenti e perciò, si ha la stessa difficoltà a debellarlo. Troppi sono gli interessi e troppi i coinvolgimenti.




ROVIGO: ARRESTATO MARCO QUARTA; AVEVA UCCISO LA MOGLIE IN TRENTINO

di A. B.

Rovigo – Marco Quarta è stato arrestato. L’uomo si era reso responsabile dell’omicidio della moglie da cui viveva ormai separato, l’omicidio è avvenuto la sera del 12 marzo quando la moglie, Carmela Morlino di 35 anni, rincasava con i figli di 3 e 6 anni. L’uomo ha colpito con 15 coltellate la moglie davanti ai figli, che sono scampati a tutto ciò rifugiandosi presso l’abitazione di una vicina. Il terribile massacro è avvenuto a Pergine, in Trentino. L’arresto di Marco Quarta è avvenuto ad opera dei Carabinieri di Rovigo presso un parcheggio di un centro commerciale, vicino la “Transpolesana”, superstrada che collega Verona e Rovigo. Dopo che è avvenuto l’arresto, la notizia è stata diffusa ai familiari in Trentino che proprio in quel momento stavano facendo una fiaccolata in memoria della vittima. I Carabinieri di Rovigo sono stati avvisati da una donna che ha riconosciuto l’uomo all’interno del supermercato, lo aveva riconosciuto grazie alla diffusione mediatica della fotografia. I militari, appena giunti  sul posto hanno individuato la Dacia Duster dell’uomo e dopo aver visto che era vuota si sono appostati nell’attesa che sopraggiungesse l’uomo. Non appena l’uomo è sopraggiunto i Carabinieri lo hanno ammanettato. Vi erano state diverse segnalazioni dell’auto dell’uomo, tra cui una a Faenza, Folgaria, Castel Bolognese. Adesso i figli risiedono con i nonni.




PALERMO: ARRESTATO LO STUPRATORE

di A.B.

Palermo – I Carabinieri della Stazione di Altofonte hanno avviato un mandato di arresto Europeo spiccato dall’A.G. Rumena nei confronti di un cittadino rumeno di nome Gligor Emanuel Catalin, di ventitre anni. Il soggetto è responsabile di violenza sessuale. I fatti a lui contestati risalgono all’anno 2012, quando una sua conoscente lo ha denunciato, dichiarando alle autorità competenti di aver subito violenza sessuale. A Gligor la condanna è stata emessa in contumacia nel mese di agosto del 2014, ma il soggetto risiedeva già da tempo in Italia. I militari dell’Arma presso la casa del soggetto e, dopo che hanno informato l’A.G. competente, lo hanno condotto al carcere Pagliarelli di Palermo. Il soggetto dovrà scontare una pena di sei anni di reclusione.




FIRENZE: PRESA LA BANDA DEI RAPINATORI CON BADANTI

di Angelo Barraco

Firenze –  Una banda di ladri, dieci persone di origine georgiana e bulgara con l’aiuto di due badanti usate come spie e complici, avrebbe commesso decine di furti in abitazioni nelle zone di Firenze, Sesto Fiorentino, Empoli, Vinci, Pontedera, Pisa e Genova. L’azione del furto avveniva secondo una tecnica denominata “lockpicking”, questa tecnica consiste nell’apertura di porte blindate con l’uso di chiavi alterate o grimaldelli. Le indagini sono scattate con un’intensa attività di pedinamento e di intercettazioni telefoniche e hanno avuto inizio nel mese di ottobre del 2014 quando uno uno dei ladri fu visto uscire da un Compro Oro di Empoli dove vi si era recato per far vedere dei gioielli, sicuramente per farli valutare. Dalle indagini è stato riscontrato che le due ”badanti spia” partecipavano ai colpi e per attigere informazioni sui futuri colpi si facevano assumere nelle abitazioni che più venivano svaligiate o si facevano dare informazioni da altre connazionali. Una notizia che è stata resa nota soltanto adesso è che quattro componenti della stessa banda furono bloccati nel mese di dicembre a Ventimiglia. Altri due malviventi invece sono ancora latitanti. Parte della refurtiva recuperata è stata restituita ai proprietari.