Bari, violenze su minori autistici al centro di riabilitazione: in manette 4 educatrici

BARI – I Carabinieri della Compagnia di Triggiano (BA) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari nei confronti di G.M. 42enne, L.R. 29enne, S.R. 42enne e L.L. 28enne, residenti in Provincia, educatrici assunte dal centro di riabilitazione “Istituto Sant’Agostino” di Noicattaro (BA), istituto privato convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Le quattro donne, che si occupano di percorsi educativi e riabilitativi per minori affetti da autismo e altre disabilità mentali, sono ritenute responsabili di aver maltrattato i minori disabili a loro affidati.

L’attività d’indagine, svolta dalla Stazione Carabinieri di Noicattaro e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, è stata avviata nel mese di ottobre 2018 allorquando una dipendente del citato centro riferisva all’Arma locale di aver assistito a comportamenti violenti e vessatori da parte di alcune educatrici in danno dei minori affetti da autismo. La donna, veniva quindi escussa a sommarie informazioni rivelando particolari di maltrattamenti posti in essere all’interno dell’istituto che a suo dire venivano perpetrati almeno dal 2016.

I militari della Stazione di Noicattaro, pertanto, hanno avviato su delega dell’A.G., un’attività d’indagine supportata da strumentazioni tecniche che hanno consentito di verificare circa 100 episodi di maltrattamenti attuati dalle educatrici. In particolare sono emerse condotte commissive reiterate di minacce, insulti e violenze fisiche in danno di 9 minori, di età compresa tra i 7 e i 15 anni, tutti affetti da gravi forme di autismo e pertanto impossibilitati a comunicare le violenze subite. Al termine delle attività investigative, la Procura della Repubblica di Bari, avvalendosi anche di una consulenza tecnica da parte di un esperto in psichiatria, ritenendo sussistenti le condotte vessatorie e violente compiute dalle 4 educatrici sui minori, rilevandone l’estrema dannosità con riferimento alle già gravi patologie di cui le vittime soffrono, ha richiesto ed ottenuto dal GIP del locale Tribunale le misure cautelari degli arresti domiciliari che sono state prontamente eseguite dai carabinieri.




La linea del tempo nei festeggiamenti per il 2019

Lungo la linea del tempo che corre da est a
ovest il Capodanno 2019 è stato festeggiato a orari differenti. La linea di
demarcazione della data, quella che separa lo ieri dall’oggi, si trova nel
Pacifico e divide alcuni arcipelaghi. E lì in mezzo all’Oceano si è festeggiato
il primo e l’ultimo Capodanno del mondo, a circa 24 ore di distanza l’uno
dall’altro.

I primi a salutare il 2019 sono stati gli
abitanti di Kiritimati, gli ultimi ad entrare nel 2019, 13 ore dopo di noi e
quasi un giorno dopo i primi, gli abitanti delle Isole Samoa Americane.

Il nuovo anno, e ogni nuova alba, arriva sempre prima nell’atollo di Kiritimati o Isola Christmas, un piccolo isolotto di 5 mila abitanti nell‘Oceano Pacifico in cui passa la linea internazionale del cambio di data. Sono questi abitanti del Pacifico a festeggiare ben 13 ore prima di noi l’entrata del 2019. Poi tocca all’Isola di Tonga e allo Stato di Samoa.

Subito dopo i festeggiamenti per il 2019 sono
arrivati in una grande città, ad Auckland in Nuova Zelanda con i colorati
fuochi d’artificio che hanno illuminato la Sky Tower.

E mentre da noi ci si sedeva a tavola per
l’ultimo pranzo del 2018 a Sydney in Australia si è brindato alla mezzanotte
con lo spettacolo pirotecnico nella splendida baia.

Dopo Sydney a entrare nel 2019 è stato il Giappone che ha festeggiato il 2019 nove ore prima di noi. La festa a Tokyo si è svolta come sempre nei meravigliosi Giardini Imperiali con il suggestivo lancio di palloncini colorati.

Seguendo la linea del tempo il 2019 è
arrivato poi in Cina, a Pechino, a Taiwan e a Singapore (8 ore avanti rispetto
a noi).

Il nuovo anno è toccato poi alla Thailandia e
al Vietnam, l’India e nel frattempo si sono preparati dare il benvenuto al 2019
gli abitanti delle Seychelles nell’Oceano Indiano.

E mentre noi deguastavamo la prima portata
del Cenone di Capodanno nella piazza Rossa di Mosca si è dato il via ai
festeggiamenti. E quando il nostro cenone era finito ad Atene è scoppiata la
festa per l’arrivo del 2019, così come a Il Cairo in Egitto, a Gerusalemme,
sulle spiagge di Tel Aviv e a Joannesburg in SudAfrica.

E un’ora dopo di noi, il 2019 è arrivato sul
Tamigi a Londra, a Dublino in Irlanda, a Lisbona in Portogallo, in Marocco, in
Tunisia e nelle Isole Canarie. L’ultima terra europea a entrare nel 2019 sono
state le Isole Azzorre al largo del Portogallo che si trovano due ore avanti a
noi.

La linea del tempo ha poi attraversato l’Atlantico
e la prima terra ferma su cui si è posato 
il nuovo anno è stata la costa del Sud America. Quando da noi erano le 3
del mattino la festa è scoppiata sulla spiaggia di Copa Cabana a Rio de Janeiro
in Brasile e fra le strade di Buenos Aires in Argentina.

E quando qui in Italia qualcuno era già a letto, alle 5 del mattino, la travolgente festa di Times Square a New York ha preso il via. E insieme ai newyorchesi sono entrati nel 2019 in contemporanea anche i messicani con la festa lunga di una notte sulle spiagge di Cancun, i canadesi con Ottawa e Toronto illuminate dai fuochi d’artificio e i peruviani.

La linea del tempo ha poi attraversato gli Stati Uniti portando il 2019 prima a Chicago e in Texas, Wisconsin, North e South Dakota e poi a Denver e Colorado e Idaho. E mentre noi salutavamo l’alba e qualcuno faceva colazione alle 8 del mattino il nuovo anno arrivava nella costa ovest degli Usa dove iniziavano le celebrazioni a Los Angeles e San Francisco.

Fra gli ultimi a dare il benvenuto al 2019 gli abitanti delle Isole Hawaii, ben 10 ore dopo di noi, infine, gli ultimi abitanti della terra in assoluto ad entrare nel nuovo anno, sono stati gli abitanti delle Isole Samoa Americane nel Pacifico. E tutto il mondo è quindi entrato nel 2019.




Cassino, maltrattamenti all’asilo: sospese due maestre

CASSINO (FR) – La polizia di Cassino (Frosinone) ha eseguito un’ordinanza di misure cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti 2 maestre, di 54 e 63 anni, di una scuola dell’infanzia per maltrattamenti continuati nei confronti di bambini. Nei loro confronti è scattata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio di insegnante.

La polizia ha cominciato a indagare dopo il racconto dei genitori di un bambino. Gli accertamenti hanno fatto emergere elementi ritenuti di “rilevante gravità”.

Le due maestre avrebbero avuto, quasi quotidianamente, comportamenti violenti, spintonando, strattonando, trascinando con forza gli alunni e, in alcuni casi, percuotendoli con schiaffi alla testa e costringendoli anche a rimanere con il capo riverso sul banco. Punizioni umilianti e pericolose, come è emerso dalle indagini, per la loro incolumità. Ci sarebbero state anche minacce verbali come “Ti faccio cadere tutti i denti”.




Marsala, lungomare Florio: parte il progetto di riqualificazione

MARSALA (TP) – “Si porrà fine ad un contesto ambientale attualmente in stato di degrado, recuperando parte della costa che conduce ai lidi. Un progetto che inciderà fortemente sull’aspetto urbanistico del territorio, facendo riscoprire la bellezza paesaggistica di quei luoghi. Si chiude, positivamente, il lungo iter burocratico anche di questa opera pubblica”. È quanto afferma il sindaco Alberto Di Girolamo, cui è stato notificato il Decreto regionale che assegna al Comune di Marsala un finanziamento di oltre 1 milione e 200 mila euro per la “Riqualificazione urbanistica ed ambientale dell’area di colmata, waterfront, adiacente al Porto di Marsala” (1° stralcio).

L’area interessata è di quasi 12 mila mq, estendendosi dal tratto del lungomare subito dopo il Porticciolo turistico fino ad arrivare a quello immediatamente precedente la zona dei frangiflutti. All’avvio dell’opera – nel 2010, Amministrazione Carini, l’incarico per la progettazione definitiva – ha fatto poi seguito la redazione del 1° stralcio funzionale. Ma è nel 2015, con la sindacatura Di Girolamo, che si giunge all’approvazione del progetto esecutivo, quello che ora – dopo una lunga procedura di verifica e validazione – ha ottenuto il finanziamento dalla Regione.

Dalla relazione tecnica del progettista incaricato, arch. Pietro Di Maria, si evince che le opere previste riguardano due aspetti. Il primo è quello della messa in sicurezza della sede viaria, attualmente soggetta a smottamenti e cedimenti a causa delle forti mareggiate, con gravi ripercussioni sul fronte della viabilità e della sicurezza dei cittadini. I lavori, pertanto, consisteranno nella realizzazione di una scogliera-mantellata di protezione. L’altro intervento programmato è il restauro degli antichi moli “Florio” e “Ingham”, antistanti gli omonimi bagli. Entrambi versano in pessimo stato di conservazione, con una manutenzione completamente assente negli anni.

Il progetto interverrà sia per proteggere che rendere fruibili i moli, nonché per valorizzarli tenuto conto del loro legame alla storia antica della città di Marsala. A tal fine, come richiesto dalla stessa Soprintendenza del Mare, l’Amministrazione comunale ha previsto le somme per effettuare prospezioni archeologiche e saggi subacquei in tutta l’area oggetto dei lavori.

Il prossimo passo, ora, sarà l’avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori, il cui importo a base asta di quasi 900 mila euro.




Emoticon, selfie e fake news: fermiamoci un attimo!

Tutto cambia troppo in fretta, le relazioni tra persone
corrono sui social e vengono raccontate attraverso una valanga di selfie, “mi
piace” ed emoticon.

I rapporti interpersonali, i sorrisi, le strette di mano, le
passeggiate senza dispositivi elettronici fanno ormai parte di vecchi capitoli
di una società che si è trasformata da reale in virtuale e solo in alcuni casi
ne rappresenta una utile e costruttiva fusione.

Alle poste si vedono tanti anziani e pochi ragazzi. Nei
parchi, giocano i bambini più piccoli perché i “quasi adolescenti” sono
incollati a giocare alla PlayStation e divorare snack mentre i genitori sono
fuori per lavoro o alla ricerca di se stessi perché con la crisi dei valori è
sempre più frequente la crisi delle coppie.

C’è anche la categoria dei bambini dai mille impegni che si barcamenano tra infiniti solleciti che rischiano di generare ancora più confusione e poca capacità di perseguire obiettivi mirati, avere dei gusti precisi, esprimere delle opinioni.  Ciò che preoccupa è che spesso sono convinti che il loro futuro economico e lavorativo dipenda dal successo di un proprio canale su Youtube.

In questo caotico quadro sono presenti anche le “mamme
multitasking” la cui stragrande maggioranza è da ammirare per tutto ciò che
riescono a fare nell’arco della giornata.

Sia ben inteso, le eccezioni si trovano ovunque. E allora ci
s’imbatte in donne che lavorano con lo sguardo compulsivo sullo smatphone, accudiscono
i figli con l’attenzione puntata ai tutorial di Youtube che spiegano come
applicare in poche semplici mosse il gel sulle unghie, fanno le rappresentanti
di classe con l’unica missione di bombardare i genitori di messaggi vocali,
emoticon e video. Vanno in palestra, fanno tango o zumba per svagarsi e poi
arrivano ad un certo punto con la consapevolezza di doversi fermare e rimettere
in ordine la propria vita.

A quel punto, probabilmente, ci si accorge che qualcosa è
sfuggito di mano ma non certo l’unico strumento da cui non ci si separa mai. Chi
non ha letto la notizia della rissa scoppiata tra due mamme che si contendevano
il posto migliore per girare il video della recita cui partecipavano i propri
figli?

Poi ci sono gli uomini e le donne in carriera che ingrassano
i “take away” di sushi, scaricano le app più per le consegne più rapide di cibo
a domicilio, camminano con il contapassi, prenotano i viaggi a seconda delle
offerte bombardate: “Vado a Praga”, “perché?”, “perché c’è un last minute per
questo week end”.

Gli anziani tornano ad essere genitori in un vortice di
impegni che annulla il proprio meritato periodo di pensione: “Niente viaggi,
devo seguire i miei nipoti ”.

Alcuni pubblicano tutte le foto dei nipotini dal momento del bagnetto fino a quando non vanno a dormire.

Nell’arco di una giornata si visualizzano migliaia di
immagini, si scattano palate di selfie persino quando si è di fronte a un
semplice caffè.

La smania di fare parte di una comunità virtuale può
arrivare ad azzerare il dovere di mantenere una certa privacy.

Ma gli scatti sono virali: un po’ per protagonismo e
compiacimento, un po’ per  semplice piacere
o per ricerca di approvazione ma anche per lasciare una positiva testimonianza
di partecipazione a fatti o eventi che interessano la collettività.

E poi ci sono anche persone che affrontano il mondo virtuale
come un’occasione di rinascita: viaggiano,  visitano mostre prenotando comodomente dal loro
tablet, prendono il thé con le amiche ritrovate su Facebook dopo una ventina
d’anni e si dedicano a tutto ciò che gli passa per la testa.

Siamo in un momento storico in cui contano i followers (chi
ti segue), i fashon blog e ci si lascia suggerire da non meglio improvvasati
“influencer”, coloro che dovrebbero dettare moda e tendenze del momento.

Per non parlare delle chat su WhatsApp: c’è quella di
lavoro, della palestra, dell’hobby, delle classi scolastiche, dei ristoranti,
del dietologo.

L’album delle fotografie è un cimelio che la nuova
generazione conosce a stento così come “telefonare” è un’azione sempre più rara.

 Non parliamo poi
dell’azione di prendere un libro tra le mani e leggerlo o addirittura possedere
in casa una libreria o una collezione di videocassette e dvd. Tutto questo
imgombro ha messo le ali ed è volato sul web: un infinito spazio dove il
territorio geografico non conta ma c’è un linguaggio universale, un mondo che
sarà eternamente inesplorato, uno strumento talmente potente da rivoluzionare
usi, costumi, comportamenti. Un universo misterioso, pericoloso, affascinante
che o lo cogli come un’opportunità o ti fagocita.   

L’immediatezza cavalca il palinsesto delle nostre ore,
giorni, settimane. A Ferragosto ci si affretta a programmare Capodanno e a
dicembre si acquista su Amazon la tuta da sci più conveniente.

Gli alberi di Natale vengono addobbati già a metà Novembre e
per una strana combinazione di algoritmi si trovano sempre le “offerte giuste”
a portata di mouse: piovono i banner luminosi che, guarda caso, hanno le
promozioni che interessano.

 Il grosso problema è quando
ci si imbatte nella disinformazione. Ciò che si trova sui social network non
sempre rappresenta fedelmente la realtà. A volte si riportano notizie
totalmente prive di fondamento e spesso lo si fa non senza un secondo fine.

Certe “bufale” sono prive di “buona fede” da parte del
mittente. Ma chi le mette in circolo approfitta della distrazione, la fretta,
la mancanza di verifica e altre caratteristiche in seno al destinatario.  

La nostra vita viaggia alla velocità di un click e così,
quello che si legge, anche se il più delle volte è palesemente falso, arriva lo
stesso, colpisce ugualmente e rimane impresso. Qualcuno, nonostante tutto,
ritiene sia vero ed è difficile poi smentire la “fake news” messa in
circolazione perché si rischia di amplificarne l’effetto.

Ma non c’è tempo e spesso quello che si assimila tocca la pancia delle persone e imbastisce una sorta di reazione che dilaga nel fenomeno devastante della condivisione. E chi è in rete può cavalcare l’onda o venirne travolto. Fermiamoci un attimo per riflettere e chiediamoci dove vogliamo andare.

Chiara Rai




RomaTPL ancora non paga. Comune silente, Sindacati all’attacco

ROMA – Incassato il via libera al concordato preventivo di Atac da parte della maggioranza dei creditori (circa il 50%), l’Amministrazione Comunale ora potrà, finalmente, tornare a occuparsi dei 1000 lavoratori della RomaTPL, ancora fermi al palo, in attesa di ricevere la busta paga relativa a dicembre. Che doveva essere erogata, nel rispetto del Contratto Nazionale, entro il 31 passato.

C’è da dire che stavolta la vertenza sia,
considerati gli sviluppi degli ultimi mesi, più complessa di quanto si possa
immaginare, se letta con piglio oggettivo nella sua complessità. Poiché si
inserisce nel complicato Risiko del
trasporto pubblico locale romano, dove si gioca una partita da un miliardo di
euro, tra il salvataggio dell’Azienda Capitolina e l’affidamento dei 30milioni
di chilometri delle linee periferiche, e dove è necessario mantenere saldi gli equilibri.

Può sembrare ardito l’accostamento delle cose,
ma non va dimenticato che la RomaTPL è uno dei principali debitori di Atac,
insieme al Consorzio Metrebus (FS e Cotral), pertanto vien facile pensare che, in questa ottica, il
Comune abbia, nella fase antecedente all’approvazione del concordato, allentato
la presa al fine di avere nell’Assemblea dei creditori pure il consenso del
secondo gestore di TPL a Roma. Che, paradossalmente, malgrado le sue lacune, tiene
ancora in mano il banco.

Ma nelle supposizioni, ipotesi o semplice
equazione di un puzzle macchinoso, emerge, prepotentemente, il dramma che
stanno di nuovo vivendo gli autisti, ausiliari e amministrativi di quella
Società. Che oltre a subire questo, lamentano da tempo i metodi repressivi che sarebbero
stati adottati dal Capo del Movimento dall’inizio del suo mandato, circa un
anno fa, in RomaTPL e in COTRI, socio paritetico. Lo ha denunciato, come le altre sigle in
passato, l’Organizzazione Sindacale USB, nel documento inviato il 7 gennaio, ai vertici del
Campidoglio e al Prefetto di Roma, col quale ha aperto ufficialmente le
“procedure di raffreddamento e di conciliazione”. Si parla di “metodi
coercitivi e discriminatori” come “blocco dei cambi turno e pressioni nei
confronti dei lavoratori che denunciano malattia, guasti, Legge 104 ect.” e
della mancata “possibilità dei lavoratori di fruire delle ferie maturate”. Ma
non basta. L’USB sottolinea, “l’inserimento dello straordinario nei turni senza
l’autorizzazione dell’OdE” e un “uso eccessivo della repressione disciplinare”.
“Vista la gara”, incalza Claudio
De Francesco
del SICEL, “al peggio non
c’è mai fine”.

L’inciso infiamma la diatriba e mette, di conseguenza, in
guardia anche i dipendenti dello stesso COTRI. I quali, preso atto dei
trascorsi, rischiano anch’essi lo slittamento delle spettanze di dicembre, alla
stregua dei colleghi della RomaTPL, le quali, secondo gli accordi, dovrebbero
essere corrisposte entro il 10 di ogni mese.

David Nicodemi




Montecompatri, guida ubriaco e finisce contro un’auto: morta una donna

ROMA – I Carabinieri della Stazione di Colonna hanno arrestato un 49enne romano che, ieri sera, sulla via Casilina, nel comune di Montecompatri, sotto l’effetto di droghe, ha perso il controllo della propria auto andando a collidere con un’altra autovettura, la cui conducente è morta.

L’uomo stava percorrendo, a bordo della sua autovettura, la via Casilina in località Monte Compatri e, all’altezza del km 22,800, ha sbandato ed è andata a collidere contro l’auto di una 52enne romana che, nonostante sia stata soccorsa e trasportata in eliambulanza in codice rosso presso il Policlinico di Roma Tor Vergata, è giunta cadavere a causa delle gravi ferite riportate.

Il 49enne, invece, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Frascati, in codice giallo, per varie contusioni e un lieve trauma cranico, è risultato positivo al test della droga.

I Carabinieri, dopo i rilievi eseguiti sul luogo dell’accaduto e gli accertamenti, a seguito del quale l’uomo è risultato anche guidare con patente scaduta nel dicembre 2017, lo hanno ammanettato e portato nel carcere di Velletri con l’accusa di omicidio stradale.




Stefano Andreotti: “Vi racconto chi era mio padre Giulio”

Stefano Andreotti, figlio di Giulio Andreotti, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino.

Andreotti Jr ha raccontato alcuni aspetti privati legati a suo padre: “Spesso mi viene chiesto chi fosse mio padre. Rispondere non è semplice. La prima cosa che mi viene in mente è che mio padre è stato un profondo cristiano che credeva negli insegnamenti della Chiesa Cattolica e ha cercato, magari non sempre ci è riuscito, di uniformare la sua vita privata e pubblica a questi insegnamenti. E’ stato un uomo politico che ha vissuto una vita per lo Stato e nello Stato. E’ stato un ottimo marito e un padre molto attento, non molto presente come tempi ma è riuscito a compensare questo con un grande rapporto di qualità. Viveva molte ore al giorno sveglio, dormiva quattro ore a notte, le ore in cui era sveglio lavorava quasi sempre, compresi i sabati e spesso la domenica. E’ stato sempre però molto attento a tutto ciò che accadeva in famiglia”.

Stefano Andreotti ha svelato alcuni aneddoti del padre Giulio: “Amava lo sport, ma solo da seduto. Amava guardarlo, non farlo. Era pigrissimo. Faceva un’eccezione per me, nel corridoio di casa abbiamo fatto qualche partita di calcio quando ero piccolo. Ricordo le partite a carte che facevamo d’estate, o quando andavamo a vedere le partite insieme. Amava le corse dei cavalli, la sua grande passione. Io sono irrimediabilmente tifoso della Lazio, lui era un grande romanista, c’era un derby in casa. Questo è l’unico punto su cui non siamo mai andati d’accordo. Quando ero bambino mi portava spesso allo stadio a vedere la Lazio. Poi quando è iniziato il periodo brutto del terrorismo per lui non è stato più possibile andare in certi posti a rischio. Noi siamo quattro fratelli, mamma ha sempre fatto la parte dell’educatore severo, lui ci ha sempre dato una grande libertà di scelta. Quando facevamo una cavolata ce lo faceva notare, ma ci dava la possibilità di scegliere. Di sbagliare anche. Ma con la nostra testa. Da bambino quando mi chiedevano che lavoro facesse mio padre, io rispondevo che faceva il Ministro, cosa che non è molto corrente ma che nel suo caso è stata la realtà”.

Su quello che penserebbe Giulio Andreotti della situazione politica attuale: “E’ morto cinque anni fa, ha convissuto con una situazione politica già molto diversa da quella che era la sua. Chiaramente lui accettava che i tempi fossero cambiati. La cosa che più gli farebbe dispiacere della politica di oggi è la violenza dialettica che c’è tra i vari esponenti. Lui, all’epoca, aveva rapporti di massima stima e rispetto anche con gli esponenti del Partito Comunista. Nell’archivio di mio padre ci sono delle lettere che si scambiava con alcuni esponenti del partito comunista che a leggerle oggi si potrebbe pensare andassero a fare le scampagnate insieme”.

Sulle rappresentazioni che hanno caratterizzato Giulio Andreotti nel corso degli anni: “Il soprannome di belzebù è venuto fuori negli anni 80. Mio padre ha sempre lasciato correre. Di sicuro, Andreotti, mio padre, era l’opposto di ciò che è stato rappresentato nel film Il Divo di Sorrentino. Questo lo possono testimoniare tutte le persone che lo hanno conosciuto. Lui si è sempre divertito, ha sempre lasciato perdere. Ha conservato tutte le vignette satiriche che lo hanno riguardato. Si divertiva nel guardarle. Uno dei pochi momenti, forse l’unico, in cui ha reagito bruscamente è stato il film di Sorrentino. Lo definì una mascalzonata. Il soprannome di belzebù sicuramente non gli faceva piacere, ma lasciava perdere. Non dava troppa importanza a certe cose, non gli faceva piacere ma non ne ha mai fatto un dramma. L’unica volta per cui veramente l’ho visto seccato fu il film di Sorrentino”.

Le ultime parole che gli ha detto il padre prima di morire: “Mio papà Giulio ha vissuto fino a 94 anni, la salute l’ha assistito a lungo, l’ultimo anno è stata una sofferenza. Io andai a trovarlo la domenica dopo una partita della Lazio, lui poi è morto il lunedì. Gli chiesi come stesse, mi rispose ‘maluccio’. E’ stata l’ultima cosa che mi ha detto. Lui scherzava molto su tutto, una delle battute che faceva sempre era che gli avessero addebitato tutte le colpe di ciò che è accaduto in Italia dalle guerre puniche in poi. Lui prima di morire ci ha lasciato delle lettere, scritte in varie fasi della sua vita in cui pensava fosse prossima la morte. Poco dopo il rapimento di Moro, ad esempio, aveva sentore che sarebbe toccato anche a lui. In queste lettere traspare una grande serenità. Anche se diceva che gli hanno fatto scontare un purgatorio in terra, è morto con una coscienza tranquilla. Lui era molto credente, se ne è andato sereno, consapevole di poter affrontare tranquillamente anche una vita nell’aldilà”.

Sul peso del cognome Andreotti: “Non posso dire che questo cognome mi abbia nuociuto. Fino a pochi anni fa c’era ancora chi pensava che il figlio di Andreotti potesse trovarti un posto di lavoro. Ho sempre vissuto in modo semplice, ho cercato di non approfittare mai di questo cognome, certamente avrò avuto qualche vantaggio ma anche qualche rottura di scatole”. 




Palermo, nasce il tavolo tecnico contro il cyberbullismo

Istituito dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo, Pasquale D’Andrea, il tavolo tecnico New Media e cyberbullismo. L’obiettivo è quello di affrontare l’utilizzo scorretto dei new media, specie tra i preadolescenti e gli adolescenti, in termini di prevenzione, sostegno  e contrasto e di coinvolgere in particolare la famiglia.

Giovedì 10 alle ore 15,00 presso  l’Ex Real Fonderia, piazza Fonderia, si svolgerà la prima riunione plenaria del tavolo tecnico dove sarà firmata l’intesa tra il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e i soggetti che ne fanno parte.

“E’ fondamentale procedere tutti verso un’unica direzione – afferma il Garante D’Andrea – e fornire gli strumenti necessari alla comprensione per un utilizzo corretto e consapevole dei new media e dei social, non soltanto ai giovani ma anche agli adulti. Inoltre bisogna far conoscere a tutti i livelli l’uso propositivo della Rete e le potenzialità che si possono ricavare da questo strumento. Il tavolo tecnico riunisce diverse professionalità e vuole essere un punto di riferimento e un osservatorio”.

“Gli effetti  dell’uso distorto dei new media sono ancora sottovaluti e in certi casi sconosciuti – spiega Cetty Mannino, referente del tavolo tecnico new media e cyberbullismo – . Bisogna dunque fare ancora tanto lavoro d’informazione e per farlo è necessario tessere una fitta rete di dialogo tra diversi parti”.

Al tavolo tecnico hanno aderitola Polizia Postale, l’Università, l’Ufficio Scolastico Regionale, l’Asp, l’Ordine dei Giornalisti, l’Ordine degli Psicologi, l’Ordine degli Assistenti Sociali, diversi enti pubblici e privati, associazioni e il coordinamento delle associazioni familiari e ha visto la partecipazione attiva di oltre 150 studenti.




Colleferro, uomo giù da una scalinata: risolto il giallo. Omicidio

I Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 28enne bulgaro, senza fissa dimora e con precedenti, perché indiziato dei reati di rapina impropria e omicidio preterintenzionale.

I fatti risalgono al mese scorso, quando nel centro cittadino, alle prime luci dell’alba, i sanitari del 118 trovarono un 53enne su una scalinata con varie ferite alla testa e in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcool e privo di documenti di riconoscimento. Situazione che, in prima battuta, non aveva destato nei soccorritori sospetti circa la responsabilità di terzi sull’accaduto.

I Carabinieri giunti presso l’ospedale di Colleferro, attraverso il rilievo delle impronte, identificarono la vittima che nel frattempo era entrato in coma. Da quel momento sono scattate le indagini da parte dei Carabinieri della Stazione di Colleferro supportati da quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, sotto la regia della Procura della Repubblica di Velletri. Un’indagine che ha permesso di ricostruire gli attimi precedenti al rinvenimento del 53enne colleferrino attraverso l’escussione di numerose persone, l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, approfondimenti di natura tecnica. I militari hanno dimostrato come, il cittadino bulgaro, dopo aver avuto una banale lite verbale con la vittima all’interno di una sala giochi, lo attese all’esterno, lo seguì per poi rapinarlo con calci e pugni asportandogli il portafogli e dandosi alla fuga. L’aggressore poi, nel limitrofo ufficio postale, effettuò un prelievo di trenta euro con la carta bancoposta intestata alla vittima per poi disfarsene.

Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Colleferro, che erano già sulle tracce del malvivente, irreperibile dall’anagrafe degli uffici comunali e con continui cambiamenti di domicili, lo hanno scovato. Dopo varie ore d’interrogatorio alla presenza del suo avvocato, visti gli elementi inconfutabili raccolti dai militari, il 28enne ha confermato l’ipotesi investigativa dei Carabinieri.

Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri di Colleferro hanno sottoposto l’uomo a fermo di indiziato di delitto per i reati di rapina e omicidio preterintenzionale poiché la vittima, a distanza di un mese dall’accaduto, è deceduta in ospedale dov’era ricoverato L’arrestato è stato associato presso il carcere di Velletri e messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.




Anguillara Sabazia, dalle stelle alle stalle: c’e’ chi auspica un lungo periodo di commissariamento

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Ad Anguillara Sabazia, in questo bel paese del lago di Bracciano, invidiabile per le bellezze paesaggistiche e balneari presenti nel territorio, insignito del titolo di città nel 2001, il terzo per estensione fra i laghi dell’Italia centrale, dove è presente il villaggio Neolitico, unico in Italia, risalente a circa 8.000 anni fa, con una piroga lunga 9,50 metri,  conservata in una teca di 12 metri,  presso il Centro Espositivo del Neolitico, chiuso al pubblico da circa dieci anni, accade che le opposizioni, di destra e sinistra, diverse associazioni, hanno  manifestato contro l’amministrazione guidata dal sindaco Anselmo, appoggiata da una maggioranza sostenuta dal Movimento Cinque Stelle. Una schiera di volti noti che ha abbandonato per una volta le vecchie schermaglie politiche per marciare uniti contro quella che oggi è considerata il nemico comune.

Non si può dire che i manifestanti non avessero le loro ragioni nello sfilare nelle strade di Anguillara Sabazia

Numerose sono state le decisioni della Giunta che hanno scontentato i propri elettori, senza riuscire a conquistare quanti nelle passate elezioni hanno espresso il loro voto per gli altri candidati, dalla contestata delibera sul piano regolatore di quasi due anni fa, al divieto di balneazione poi revocato a due giorni dal pronunciamento del Tar, fino ai recenti piani particolareggiati.

Tragico è il corto circuito che si è creato

Si può affermare che l’idillio tra la prima cittadina e il resto della popolazione, probabilmente mai sbocciato, sia effettivamente del tutto tramontato. Ricordiamo come l’elezione di Sabrina Anselmo è nata più dall’ostilità di una parte dell’elettorato nei confronti del suo competitor al ballottaggio 2016, Antonio Pizzigallo (già sindaco di Anguillara Sabazia per due mandati, di cui uno terminato con la decadenza per incompatibilità dopo circa un anno), sia nel centrosinistra che ha votato compatto per l’esponente grillina, sia in alcune frange della stessa compagine che ha votato al primo turno l’ex sindaco di Forza Italia, che per l’effettiva forza del Movimento e della sua candidata, che al primo turno aveva raccolto il 26% dei voti. In un quadro i questo genere, con una compagine al governo cittadino che è maggioranza in Consiglio, ma minoranza nell’opinione pubblica, tra epurazione di assessori, cambio di casacca di un consigliere, abbandono da parte di alcuni dei sostenitori della prima ora, la posizione della sindaca è oggi alquanto instabile.

Dalle stelle alle stalle

Anche sul piano dell’immagine personale, la sindaca non gode certo di quella credibilità che riesce a volte a far perdonare qualche manchevolezza dell’azione governativa. Il chiacchiericcio che dai primi mesi di amministrazione ha accompagnato la prima cittadina, rea secondo i suoi detrattori di non avere un curriculum di primo piano, ha trovato il suo clou con la vicenda della condanna patteggiata, che ha destabilizzato non poco l’autorevolezza della Anselmo. In questo quadro la cessione del servizio idrico ad Acea Ato 2 è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da eroina la sindaca è diventata un personaggio della tragedia greca, costretta alla solitudine e al declino, qualora non ci siano nei prossimi mesi risultati eclatanti.  

L’isolamento della maggioranza

Il compattarsi di tutte
le forze politiche, da Rifondazione Comunista e MDP a Lega e Fratelli d’Italia,
dal Partito Democratico a Forza Italia a Leu, oltre a una pletora di
associazioni e movimenti, ha sancito l’isolamento della maggioranza rispetto a
tutti i possibili interlocutori.

I possibili scenari in caso di dimissioni della Anselmo

Ma se domani,
ipotizzando la caduta di questa amministrazione, che potrebbe essere a questo
punto una soluzione a questa situazione così grave, che assistere per altri due
anni e mezzo a governare pateticamente la città, si dovesse di nuovo aprire una
campagna elettorale cittadina, quali scenari si aprirebbero? Chi si porrà alla
possibile guida in un percorso di ricostruzione di un decoro urbano ai minimi
termini e di un tessuto sociale mai così lacerato?

Le forze di centrodestra

Tra le persone che hanno sfilato alla manifestazione, abbiamo visto l’ex sindaco Antonio Pizzigallo, che raramente partecipa alle manifestazioni su strada, assieme al gruppo dei suoi fedelissimi. Può essere questo il segnale di una sua possibile eventuale ennesima ricandidatura, nonostante la bocciatura strettamente personale subita nel 2016? Non c’è nulla di nuovo nel sole del centrodestra? (sempre ammesso che la Lega di Salvini, in grande ascesa nei sondaggi nazionali, non cerchi di fare da asso piglia tutto anche nelle eventuali prossime amministrative, schierando un nome sul quale, perlomeno ad Anguillara, non trapela nulla di certo).

Le forze di centrosinistra

Dall’altro lato del panorama politico, esiste qualche novità, oppure la dicotomia del consigliere regionale Emiliano Minnucci – ed ex sindaco di Anguillara Sabazia Ndr. – e il consigliere comunale di minoranza Silvio Bianchini, entrambi del PD, continuerà a guerreggiarsi per la supremazia nella coalizione? A giudicare dalla presenza dell’ex vicesindaco Bianchini con tanto di megafono in mano, e del consigliere regionale Minnucci, più in disparte, non ci viene da credere a una proposta politica che superi la storica rivalità in casa PD.

Movimenti e proposte politiche serie

I movimenti che hanno
lanciato la manifestazione, e che soli hanno messo le bandiere, forse perché
uniche credibili, ma che davanti a tante presenze di personaggi ingombranti,
hanno finito per sbiadirsi, riusciranno a portare una proposta politica seria,
oppure si limiteranno, come le Comari di “Bocca di Rosa”, all’invettiva?
Davvero, come è emerso dagli interventi sotto il Comune, la proposta può essere
rappresentata da un ex consigliere che ha cambiato più partiti che paia di
scarpe, e che sostiene dei comitati di quartiere che, almeno in un caso,
durante la loro esistenza, non hanno certo brillato per democrazia e rispetto
delle regole? Con la chiosa dell’ovazione a una persona che sulla vicenda si
era costruito la sua poltroncina di “responsabile dei quartieri”, ma che
all’atto pratico davanti alla segnalazione dei problemi ha fatto come le tre
scimmiette del motto shintoista.

Come si ricollocheranno gli ex grillini?

In ultimo, come si ricollocheranno gli ex grillini, come il primo vice sindaco Giovanni Chiriatti (sfiduciato dall’attuale sindaca)  e il consigliere Antonio Fioroni, ora passato al gruppo misto, molto attivi sabato, che si vedono spesso flirtare con esponenti dell’opposizione? Davvero crediamo possano rappresentare loro, dopo aver contribuito, il primo in maniera sostanziale, alla vittoria di questa amministrazione, il “Nuovo che avanza”? Lo stesso Chiriatti si precipitava, solo poche settimane fa, a convogliare nel suo quartiere periferico di Ponton dell’Elce tutti gli esponenti politici, dal PD a FI (presenti Flenghi, Pizzigallo, Stronati, Manciuria) per andare contro all’attuale amministrazione. Il Fioroni, si è svegliato solo poco tempo fa, dopo mezza legislatura, da quel torpore che non gli consentiva di accorgersi di tutte quelle “nefandezze” che oggi è tanto attivo nello stigmatizzare. Vogliamo credere che chi ieri ha preso una cantonata, non capendo nulla di chi aveva al proprio fianco, domani diventi la persona più scaltra del mondo, tanto da rappresentare la migliore proposta per il futuro?

Un lungo periodo di commissariamento per evitare scelte scellerate per Anguillara Sabazia?

Se non nasce una vera proposta alternativa, che oggi sembra ancora troppo pallida per rappresentare una reale alternativa alle realtà presenti, l’unica possibilità per Anguillara Sabazia è un lungo periodo di commissariamento, che se non fornisce una prospettiva di investimento per il futuro, almeno si presume governi l’amministrazione corrente con il senso del “buon padre di famiglia”, evitando le scelte scellerate che questa e le passate giunte della città sabatina troppo spesso hanno perpetrato. Il miglior incentivo per l’interesse dei cittadini!

Simonetta D’Onofrio