Roma, trasporti, Campidoglio alla prova dei fatti: si votano le mozioni per la Giardinetti e Lido

ROMA – Da oggi pomeriggio fino a giovedì prossimo, l’Assemblea Capitolina è chiamata a esprimersi anche in merito alle mozioni incentrate sui trasporti pubblici, presentate dalle opposizioni.

Tre i provvedimenti calendarizzati, due riguardano la riapertura della tratta ferroviaria Centocelle-Giardinetti (e il ritorno dell’unilinea 105)sulla Casilina, la terza prevede il potenziamento del servizio del mare, in X Municipio, e il rafforzamento «del presidio fisso del personale dell’azienda di trasporto presso la Ferrovia – Roma Lido» nella Stazione Cristoforo Colombo.

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 28/05/2020

La prima ad essere discussa, secondo l’ordine dei lavori stabiliti nella riunione dei capigruppo di venerdì scorso, è la mozione n. 220/2020, «impegno, per la Sindaca e la Giunta, a porre in essere ogni iniziativa con Atac SpA e la Regione Lazio al fine di riattivare la tratta Centocelle-Giardinetti della ferrovia Roma-Giardinetti». Nell’attesa dell’inizio dei lavori di conversione in tranvia e prolungamento, almeno tre anni, finanziati dal MIT con 213 milioni di euro. «Voglio sperare che non manchi il voto favorevole della maggioranza», dichiara la proponente Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica RTR, «che a parole si è detta disponibile».

La stoccata, indiretta, è rivolta al collega M5S Enrico Stefàno, Presidente della commissione mobilità. Il quale, nella puntata di giovedì scorso di Buongiorno Regione, nota trasmissione di Raitre, ha dichiarato di voler intraprendere al riguardo un nuovo dialogo con la Regione. «Anch’essa disponibile», ha fatto notare in quella stessa circostanza Andrea Ricci dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, parte integrante del Coordinamento Roma-Giardinetti. Insieme a Legambiente Lazio: «Ben venga ogni nuovo progetto di ferrovie, metropolitane e tram» sono state le parole del Presidente Roberto Scacchi, «ogni soldo speso per la cura del ferro a Roma è importante, nel frattempo però, dato che questi progetti vedranno la luce tra qualche anno, dobbiamo ottimizzare quello che abbiamo. Il Comune deve assumersi la responsabilità di formulare un atto concreto per riportare il treno a Giardinetti».

«La cura del ferro è fondamentale per valorizzare i quartieri periferici e per risarcire le discontinuità spaziali e ridurre le diseguaglianze sociali rispetto al centro della città», rincara Fabio Brandoni, Presidente del Circolo Legambiente “Si può fare” del Municipio V, «invito, per questo, l’Amministrazione Comunale tutta ad ascoltare la richiesta dei tanti cittadini e delle associazioni che vivono questo territorio, che non si aspettano altro di veder attuare quelle politiche per la sostenibilità delle quali tanto si parla in questi tempi e che rischiano di rimanere solo dei proclami elettorali».

Da un lato la pressione delle associazioni e degli abitanti del Municipio VI, «territorio che ha fame di trasporti», ricorda l’associazione TraspoprtiAmo, dall’altra il lasciapassare della Regione e la necessità di garantire il distanziamento fisico sui mezzi di trasporto. «Necessario dopo la pandemia», aggiunge la consigliera Celli, «tanto più che la riattivazione consentirebbe un collegamento diretto con Termini senza scambio a San Giovanni dove si sono registrati picchi di assembramento».

In mezzo la maggioranza Capitolina che, al netto della levata di scudi, deve far capire quali sono le sue vere intenzioni. L’approvazione di questa e della successiva e analoga mozione del PD (a firma dei consiglieri Pelonzi, Piccolo, Zannola e Baglio), col la quale chiedono inoltre la riattivazione dell’unilinea Atac n.105 Termini-Grotte Celoni, «unificandola con la attuale linea 106», potrebbe essere considerata una buona partenza. Sempre se la compagine amministrativa vuole davvero il dialogo istituzionale e arrivare alla riapertura della Centocelle-Giardinetti. Tre chilometri di ferrovia, abbandonati, mentre la Metro C e la Casilina scoppiano.

Dai trasporti del VI Municipio a quelli del X, il passo è breve. L’ultima mozione di merito, la numero 236/2020, sempre del PD, impegna nello specifico l’Amministrazione a predisporre: «un potenziamento maggiore in questa fase ancora emergenziale delle linee Mare del Tpl rispetto agli anni passati, perché sia evitato il sovraffollamento nelle vetture garantendo così l’accesso e la fruizione delle spiagge nella massima sicurezza», «il rafforzamento del presidio fisso del personale dell’azienda di trasporto presso la Ferrovia – Roma Lido (Stazione Cristoforo Colombo), al fine di garantire in modo migliore il contingentamento degli accessi e la gestione dei flussi nella stazione» e «un piano di sicurezza che preveda la presenza della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine al fianco della Polizia Locale per garantire l’efficacia, anche in condizioni di eccessivo afflusso di viaggiatori, del rispetto delle normative di distanziamento per l’accesso ai bus, a tutela dei viaggiatori degli operatori del trasporto pubblico locale».

In considerazione al fatto che «la gestione dei flussi», recita il documento, «nel caso specifico delle Ferrovie Roma Lido e Roma-Viterbo, è stata affidata agli Operatori di Stazione/Gestione della Struttura Stazioni, con ulteriori precisi compiti svolti da una task force composta dal personale di verifica. Tali compiti prevedono il contingentamento anche a bordo dei mezzi, separazione dei flussi di entrata e di uscita e rispetto delle regole comportamentali da parte dell’utenza. E che «nella struttura della stazione Colombo sono già presenti locali dedicati e pronti ad accogliere il personale». In previsione di un «numero maggiore di cittadini, rispetto agli scorsi anni» che «sceglierà di trascorrere le proprie vacanze sul litorale laziale» e nelle spiagge «di Ostia, Castel Porziano e Capocotta».  




Roma, Centro Polifunzionale di Prato Fiorito: dopo 4 anni e oltre un milione di euro per realizzarlo prosegue il silenzio dell’amministrazione Raggi

ROMA – Fermo, immobile da quando è stato realizzato, quattro anni fa circa, in attesa che l’Amministrazione di Roma Capitale, e di riflesso quella del Municipio VI, ancor più distante della prima, si risvegli dal torpore e si accorga che il territorio comunale oltrepassa le Mura Aureliane.

E, nello specifico, di prendere atto dell’esistenza del Centro Polifunzionale di Prato Fiorito, quartiere lungo la Prenestina, costato 1milione e 200 mila euro in due stralci, inserito in un territorio dal tessuto sociale complesso, privo di servizi per gli abitanti.

È stato costruito attraverso l’istituto urbanistico denominato “Opere a Scomputo”, e cioè con le risorse derivate dagli oneri accessori dovuti per nuove edificazioni o ampliamenti, oppure a seguito di rilascio di condono edilizio, gestiste indirettamente dai Consorzi di Autorecupero.

È uno strumento indispensabile, grazie al quale i Consorzi hanno potuto realizzare molti di quei servizi indispensabili, mancanti in tante aree della periferia romana, ma inviso agli attuali inquilini del Campidoglio. Tanto che le ultime scelte attuative al riguardo, sembrano essere state confezionate per rallentare, se non bloccare, tali processi di sviluppo.

In questo clima, scarsamente propositivo, il Centro Funzionale, finito di realizzare nel 2016, è rimasto incredibilmente fermo al palo. Tra incomprensibili ritardi burocratici, rimpalli e, infine, il silenzio assordante dell’Amministrazione. Quattro anni.

Ne abbiamo parlato con Doriana Mastropietro, Presidente dell’Associazione Consortile Prato Fiorito-Ponte di Nona, che subito si toglie un macigno dalle scarpe.

“I Consorzi non sono un’associazione per delinquere”. Chi vuol capire, capisca. E la manutenzione? “La facciamo noi, tirando fuori i soldi dalle nostre saccocce. Ma quel che mi preoccupa è un’altra cosa”. E cioè? “Quando il sito entrerà nel patrimonio comunale, dopo il collaudo generale, chi se ne prenderà cura?”. E già. “Considerati i tempi biblici dell’Amministrazione, – chiosa la Mastropietro – resterà fermo per altri 2 o 3 anni”.

A poche centinaia di metri da qui, quel che resta del Parco dell’Acqua e del Vino. Altra opera –pubblica – morta.   




Scandalo M5S: il presidente del Venezuela avrebbe inviato a Casaleggio una valigetta piena di soldi

Chavez avrebbe finanziato segretamente ilpartito di Beppe Grillo

Nicolás Maduro avrebbe finanziato nel 2010 il Movimento Cinquestelle: lo afferma il quotidiano spagnolo Abc citando un documento classificato dell’intelligence venezuelana, di cui pubblica una foto. Secondo il giornale, l’attuale presidente del Venezuela, allora ministro degli Esteri di Chavez, avrebbe spedito una valigetta con 3,5 milioni di euro al consolato venezuelano a Milano indirizzati a Gianroberto Casaleggio per finanziare segretamente il movimento fondato nel 2009 da Beppe Grillo. Una notizia smentita dal movimento ma anche dal’ambasciata ma che viene confermata dal giornale.

“Confermiamo tutto: Abc è un giornale serio e rispettabile, di massima qualità. Facciamo le nostre verifiche, non siamo dei pazzi che pubblichiamo le prime informazioni che ci capitano in mano”, afferma il vicedirettore di Abc, Luis Ventoso, interpellato telefonicamente dall’ANSA sulle accuse di fake news rivolte all’inchiesta del suo giornale che pubblica anche un documento. “Anzi, sono molto contento – aggiunge – della vasta eco che questa nostra notizia sta avendo in Italia”.

“Il MoVimento 5 stelle – puntualizza Davide Casaleggio in un post – è sempre stato finanziato in modo trasparente e siamo gli unici ad aver reso pubblici tutti i bilanci, anche di dettaglio, prima ancora che fosse la legge a richiederlo. Il MoVimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti occulti. Il Governo attuale venezuelano ha smentito la fake news. Mio padre non è mai andato in Venezuela. Il MoVimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti pubblici”. “Se fino a quando era vivo ha avuto modo di difendersi da solo, ora che non c’è più non permetterò che si infanghi in alcun modo il suo nome”, aggiunge. E anche Vito Crimi parla di “fake news”.

La smentita dell’ambasciata – “Si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali”. Con queste parole l’ambasciata del Venezuela a Roma, contattata dall’ANSA, smentisce il presunto finanziamento al Movimento 5 Stelle di cui parla oggi il quotidiano spagnolo Abc. La fonte dell’ambasciata riferisce tra l’altro che nel 2010 il M5s era appena nato ed era quindi “completamente sconosciuto in Venezuela” e che all’epoca il console venezuelano a Milano – da cui secondo la ricostruzione di Abc sarebbero passati i 3,5 milioni – era appena arrivato in sede.

LA VICENDA – Secondo Abc, quotidiano spagnolo di indirizzo conservatore, il console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino, fece da intermediario per la transazione finale a Casaleggio, che avvenne in contanti. Il documento indica il cofondatore e ideologo del Movimento Cinquestelle, morto nel 2016, come “promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica italiana”. I 3,5 milioni di euro – aggiunge il quotidiano citando il documento dell’intelligence, allora guidata da Hugo Carvajal – furono inviati “in modo sicuro e segreto attraverso valigia diplomatica”. La valigetta creò anche un problema interno alla diplomazia venezuelana, rivela il giornale, perchè era stata trovata dall’addetto militare che ne aveva informato Carvajal. Questi lo avrebbe tranquillizzato con un dispaccio in cui affermava: “Sono state impartite istruzioni verbali al nostro funzionario in Italia per non continuare a riferire sulla questione, che potrebbe diventare un problema diplomatico” tra Italia e Venezuela. Carvajal è latitante dal novembre scorso dopo l’approvazione della sua estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di narcotraffico e vendita di armi ai guerriglieri delle Farc colombiane. La Spagna, dove si era rifugiato – rimarca il quotidiano -, non era riuscita a impedire la sua fuga. La somma destinata al Movimento Cinquestelle sarebbe stata attinta da fondi riservati amministrati dall’allora ministro dell’Interno (oggi al dicastero dell’Economia), Tareck el Aissami, che era, ed è, considerato uomo di fiducia di Nicolas Maduro. Aissami – ricorda il quotidiano – è stato oggetto di sanzioni da parte delle autorità statunitensi per reati legati al narcotraffico e al riciclaggio di denaro. Le stesse autorità che pochi mesi dopo adottarono sanzioni economiche contro Maduro accusandolo, subito dopo le elezioni che gli Usa considerano illegittime, “un dittatore che ignora la volontà del popolo”. Abc afferma di avere contattato i diretti interessati alla vicenda, compresi l’attuale leader dell’M5E, Vito Crimi, il suo ex capo politico, Luigi Di Maio, il console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino e lo stesso Grillo, ma che “nessuno di loro ha risposto alle domande”. “Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire, se non che del lontano 2010 ricordo quando ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizziammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali. Certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire”. Lo afferma in una nota il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi.

Diversi i commenti dall’opposizione che invita a fare chiarezza. “Al momento al governo, anziché il modello Genova per rilanciare opere pubbliche, economia e imprese c’è, tristemente, un modello misto Cgil-Venezuela”, scrive su twitter il leader della Lega Matteo Salvini.

Al momento al governo, anziché il modello Genova per rilanciare opere pubbliche, economia e imprese c’è, tristemente, un modello misto Cgil-#Venezuela.

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 15, 2020

“Mentre gridavano ‘vaffa’ al mondo politico e si presentavano come i garanti della legalità, i vertici del Movimento 5 Stelle nel 2010 avrebbero incassato 3,5 milioni di euro in contanti spediti a Gianroberto Casaleggio dentro una valigetta dall’attuale presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, allora ministro degli Esteri di Chavez. Se quanto riportato dal quotidiano spagnolo ‘Abc’, che cita un documento dell’intelligence venezuelana, fosse confermato, ci troveremmo di fronte ad un finanziamento irregolare e segreto da parte di uno dei governi più controversi del Sudamerica alla forza politica che oggi esprime il presidente del Consiglio e che ha la maggioranza relativa in Parlamento. Beppe Grillo, invece di difendere Conte dagli attacchi interni di Di Battista, potrebbe dare qualche immediata spiegazione. Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavamo anche noi di aver visto tutto…”. Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

È importante che Il Movimento Cinque Stelle “abbia smentito subito sui finanziamenti venezuelani al suo movimento. Sulle scelte politiche verso il governo venezuelano con M5S abbiamo sempre avuto posizioni diverse. Non è un mistero. Ma non è questo il punto. Oggi davanti alle notizie che giungono dalla Spagna – dice il Pd con il capogruppo il commissione Esteri Alessandro Alfieri – serve fare chiarezza per dissipare ogni ombra circa le accuse su donazioni che sarebbero state fatte al M5S quando Maduro era ministro degli Esteri”.

“Grazie a questo documento segreto pubblicato dallo spagnolo Abc si comprende l’atteggiamento del Governo italiano sul Venezuela e Maduro. Presenterò un’interrogazione urgente a Borrell per sapere chi in Europa e per quanto tempo ha ricevuto finanziamenti illeciti dal regime venezuelano”. Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, eurodeputato di Forza Italia in merito alle rivelazioni del quotidiano spagnolo Abc secondo le quali Nicolás Maduro avrebbe finanziato nel 2010 il Movimento Cinquestelle. Il quotidiano spagnolo cita un documento classificato dell’intelligence venezuelana, di cui pubblica una foto.




Cinema, senza mascherina dopo essersi seduti

Dopo l’allarme lanciato dagli esercenti e dal presidente dell’Anica Francesco Rutelli sulle norme per le riaperture dei cinema giudicate “astruse”, tanto da impedire alla maggior parte delle sale di riaccendere gli schermi (la ripartenza comunque sarà graduale, ndr), arrivano buone notizie per il settore dalle linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, allegate al Dpcm dell’11 giugno. Ci sono infatti modifiche su alcuni dei punti più contestati dagli operatori, come la norma che prevedeva la mascherina per tutto il tempo anche in sala.

Ora, nella scheda tecnica per cinema e spettacoli dal vivo, si spiega che tutti gli spettatori devono indossare la mascherina “dall’ingresso fino al raggiungimento del posto (per i bambini valgono le norme generali) e comunque ogni qualvolta ci si allontani dallo stesso, incluso il momento del deflusso”. Sarà quindi permesso toglierla una volta seduti e di conseguenza sarà possibile consumare in sala i prodotti acquistati nei punti ristoro, che possono essere riaperti, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza. In sala (dove si potranno avere fino a 200 spettatori) va mantenuto “almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale”.

I protocolli “accolgono le osservazioni presentate dall’Associazione Nazionale Esercenti Cinema che richiedeva un allineamento con altre attività aperte al pubblico” spiega l’Anec. E il presidente dell’Associazione Mario Lorini ringrazia per questo risultato il ministro Franceschini, i suoi collaboratori e la “determinante azione della Conferenza delle Regioni”. Il cinema in Italia “può ripartire uniformemente a quanto avviene nei principali mercati europei, dimostrando di essere pienamente allineato anche sotto l’aspetto della sicurezza degli spettatori e tutela dei nostri collaboratori”.

Grande soddisfazione anche da parte dei distributori: “Siamo felici perché da oggi possiamo iniziare a lavorare alla ripartenza anche di titoli importanti, che sarà nella seconda decina di agosto – dice all’ANSA Luigi Lonigro, presidente della sezione distributori dell’Anica -, i due mesi classici che ci servono per lavorare su un titolo nuovo”. La riapertura dei cinema, spiega, sarà graduale: “Dal 15 giugno avremo forse un 10% del mercato delle sale. Ora, alla luce delle nuove procedure gli esercenti si riorganizzeranno e penso che dal primo luglio si avrà il 20% per arrivare a Ferragosto a un mercato almeno dell’80% di sale”.

Sul grande schermo arriveranno prima film che erano appena usciti prima del lockdown o che hanno debuttato sulle piattaforme, quindi inediti nei cinema. Torneranno titoli come Gli anni più belli di Gabriele Muccino, dal 15 luglio, o Volevo nascondermi di Giorgio Diritti (Orso come miglior attore per Elio Germano a Berlino) che sarà nei cinema e nelle arene in anteprima il 15 e il 16 agosto e dal 20 agosto in un”uscita tradizionale. Arriveranno anche film come Bombshell, con Margot Robbie, Nicole Kidman e Charlize Theron, Il principe dimenticato di Michel Hazanavicius con Omar Sy e Favolacce dei fratelli D’Innocenzo (anche loro premiati a Berlino). Per blockbuster molto attesi come Tenet di Christopher Nolan (che in altri Paesi, Usa compresi, debutterà il 15 luglio) e la versione live action del disneyano Mulan, al momento, non ci sono certezze sulle date d’uscita italiane. E’ certo invece il debutto il 22 luglio del fantasy animato Pixar Onward: “Credo che Mulan sarà in Italia il classico film del back to school, quindi a fine agosto – dice Lonigro – e spero sempre ad agosto arrivino anche Tenet e Wonder Woman 1984”. Per i titoli Italiani, “la grande ripartenza ci sarà con Venezia”.

Stando “ai nostri indicatori anche sui social, c’è una grande voglia di tornare in sala e quest’estate ci sarà anche la straordinaria novità del Moviement Village, con 250 arene che apriranno in tutta Italia; solo a Roma saranno 11. Pensiamo sia il modo giusto di traghettare gli spettatori dal lockdown al ritorno nelle sale al chiuso. Siamo ottimisti e al lavoro per far ripartire il mercato nel modo più rapido possibile”.




Riapertura sale slot, scommesse e bingo: le linee guida regionali ci sono, ora tocca al governo

Riorganizzare gli spazi e la dislocazione degli apparecchi per garantire il distanziamento sociale, gestire gli ingressi dei clienti, utilizzo della mascherina per clienti e personale e frequente igienizzazione delle mani, con dispenser con soluzioni disinfettanti.

Queste le linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative, approvate lo scorso martedì dalla Conferenza delle Regioni, che contengono indirizzi operativi specifici validi per agenzie di scommesse, sale slot e bingo.

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 11/06/2020

I gestori dovranno riorganizzare gli spazi e la dislocazione delle apparecchiature per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone quindi assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che, in base alle disposizioni vigenti, non siano soggette al distanziamento interpersonale.

Le linee  con gli indirizzi operativi specifici per il settore giochi, dovranno essere recepite dal Governo, probabilmente in un altro DPCM.

Un settore, quello dei giochi che negli ultimi anni ha portato centinaia di miliardi nelle casse dello stato

“Chi, nel Governo, demonizza il gioco dimostra tutta la sua ipocrisia”. Ha detto Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016, in un’intervista al Riformista. “C’è una contraddizione di fondo – ha proseguito Ughi -se chi, come i 5 Stelle, demonizza il gioco e non solo riscuote miliardi di tasse dal settore, ma vara leggi che invece di favorire le piccole imprese avvantaggiano i grandi gruppi. Altra storia è la lotta al gioco patologico, che comunque rappresenta una minoranza sul totale dei giocatori. Su questo fronte il governo dovrebbe investire di più, considerando tutte le tasse che ogni anno riscuote dalle scommesse legali”. In passato, ha ricordato Ughi, “il principale obiettivo era togliere all’illegalità un mercato così grande e tutelare gli scommettitori. Legalizzando il gioco lo Stato si è riappropriato di miliardi di euro che altrimenti sarebbero finiti altrove. Al giorno d’oggi ci vorrebbe qualcuno che avesse la competenza e il coraggio e che ci mettesse la faccia per affrontare seriamente la situazione. Per ora – ha concluso il presidente di Obiettivo 2016 – non mi pare ci sia qualcuno in grado di farlo e disposto a farlo”.




Castel Gandolfo, torna la vita sul lungolago

CASTEL GANDOLFO (RM) – Castel Gandolfo, classica meta dei romani che non si sono mai preclusi “na gita a li Castelli” ha riaperto i battenti e cerca di tornare alla normalità.

Le spiagge sono prese d’assalto il fine settimana così come ristoranti, chioschi e bar.

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 11/06/2020

Complice il clima con il sole che accompagna i visitatori fino a tardo pomeriggio, tra mascherine, gel e termoscanner a cui devono comunque adeguarsi.

I classici chioschi della porchetta che prima del Covid avevano clienti dalla mattina fino a notte inoltrata hanno ridotto la clientela, specialmente a mancare sono le famiglie che preferiscono cenare in casa.

OFFICINA STAMPA PUNTATA DEL 11/06/2020 L’INTERVISTA AL VICESINDACO CRISTIANO BAVARO E ALL’IMPRENDITRICE ARIANNA SAROLI DEL SAROLI CLUB DI CASTEL GANDOLFO

Molti i giovani tra aperitivi e dopocena ma manca quel 50 per cento di clienti che prima arrivavano dalla Capitale e oltre per vivere un week end nella culla della Roma Antica.

Vanno bene i locali con grandi spazi all’aperto dove la crisi si sente di meno e dove il distanziamento è garantito.

Qualcuno fa scendere per volontà e per distrazione la mascherina ed è difficile redarguirlo. Buono il ritorno alle giostre per i bambini che hanno sofferto le costrizioni del lockdown.

La vita torna anche a Castello, col lago che è un gioiello.




ANBI: un milione di tonnellate di rifiuti trattenuti ogni anno grazie alle griglie di sbarramento

Le forti precipitazioni, che in questi giorni stanno localmente colpendo porzioni di territorio, gonfiano i fiumi, che trasportano ingenti quantità di materiali verso le foci. L’azione delle centrali idrovore gestite dai Consorzi di bonifica (754 in Italia) non solo riduce il pericolo di esondazioni (il rischio zero non esiste a fronte soprattutto della violenza degli eventi atmosferici, dettata dai cambiamenti climatici), ma annualmente trattiene, grazie alle griglie di sbarramento, circa 1.000.000 di tonnellate di rifiuti, altrimenti destinati a terminare in mare con grave danno per l’ambiente e, in questi mesi, anche per l’economia turistica.

A rendere nota l’eccezionale mole di rifiuti, raccolta dagli enti consortili aderenti, è l’Associazione dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), invitando alla collaborazione gli enti preposti, ma soprattutto facendo appello all’educazione dei cittadini.

“E’ un fenomeno pericoloso – precisa Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – perché tali materiali possono diventare ostacolo al regolare defluire delle acque, aumentando grandemente il rischio idrogeologico; ciò è ancora più grave, perché gran parte del materiale raccolto non è conseguenza della forza della natura nei momenti di piena, bensì dell’incuria umana.

“Soprattutto in questo periodo, c’è chi mette sotta accusa la manutenzione dei corsi d’acqua, operata dai Consorzi di bonifica, invece di valorizzarne la funzione anche ambientale. Per questo – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – riteniamo opportuno far conoscere la quantità di rifiuti raccolta durante l’ordinaria attività idraulica, svolgendo un servizio, i cui costi di smaltimento sono a carico dell’ente. Evitare strumentali polemiche rappresenta il primo passo per soluzioni condivise: accanto a maggiori controlli ed a campagne di educazione ambientale, proponiamo di avviare collaborazioni almeno per il recupero delle frazioni organiche, trasformabili in compost: sarebbe un piccolo esempio di economia circolare.”




Finnair, post Covid: indagine sulle preferenze di viaggio della clientela. L’Europa prima scelta

Mentre Finnair si prepara a intensificare le sue operazioni, concentrandosi sul continuare a collegare l’Europa e l’Asia, la compagnia aerea finlandese ha chiesto ai suoi clienti come si sentono a viaggiare di nuovo in aereo.

Oltre 3000 clienti del programma fedeltà Finnair Plus, ai vari livelli, hanno risposto al sondaggio La metà degli intervistati stava già valutando di effettuare viaggi di piacere in aereo e quasi nove clienti su dieci intervistati hanno dichiarato di prevedere di volare almeno una volta entro l’anno successivo.

Prevediamo che i viaggi aerei inizino gradualmente a riprendersi da luglio in poi, e il nostro sondaggio sui clienti lo conferma: i clienti sono chiaramente impazienti di rimettersi in volo”, ha dichiarato Ole Orvér, direttore commerciale di Finnair. “Iniziamo a operare verso circa 40 destinazioni europee e asiatiche a luglio e aumenteremo gradualmente le frequenze e le rotte con il recupero della domanda”.

Il 50% dei clienti programma viaggi di piacere in aereo

Secondo il sondaggio, la metà degli intervistati è ansiosa di viaggiare in aereo per piacere, mentre il 36% ha un atteggiamento neutro nei confronti del trasporto aereo per svago. Quasi il 90% dei clienti prevede di volare almeno una volta nei prossimi 12 mesi.

Le restrizioni ai viaggi costituivano – naturalmente – la principale preoccupazione per i viaggi: il 77% ha affermato che la rimozione delle restrizioni ai viaggi è un prerequisito per i propri viaggi aerei. Molti paesi europei stanno allentando o rimuovendo le restrizioni di viaggio durante l’estate; molti stanno già pianificando viaggi di piacere e di lavoro: il 61% degli intervistati ha intenzione di fare un viaggio di piacere verso una destinazione europea, mentre il 45% ha in programma di viaggiare in Europa per lavoro. Germania e Spagna sono citate più spesso come destinazioni per il prossimo viaggio. L’Asia è citata come destinazione del tempo libero da oltre un quinto degli intervistati e oltre un quinto degli intervistati sta pianificando un viaggio d’affari in Asia. In Asia, Cina, Giappone e Tailandia sono indicate come le destinazioni asiatiche più popolari. Le destinazioni nazionali di Finnair sono menzionate come destinazioni per il tempo libero e per affari rispettivamente dal 17% e dal 18% degli intervistati. La Finnair riuprende i suoi collegamenti con Roma e Milano da Helsinki il 2 agosto.

Igiene delle mani e pulizia degli aeromobili fattori importanti per i viaggiatori

Il sondaggio indica che la pandemia ha introdotto nuovi criteri per la scelta di una compagnia aerea. I tre principali criteri per la scelta di una compagnia aerea includono la capacità della compagnia aerea di garantire il benessere e la salute dei clienti durante il viaggio, i prezzi dei biglietti e gli orari dei voli.  La pulizia degli aeromobili e la possibilità di garantire una buona igiene delle mani sono menzionate come i mezzi più importanti per alleviare le preoccupazioni relative alla sicurezza dei viaggi. Inoltre, circa il 65% degli intervistati ha affermato che l’obbligo di indossare una maschera alleggerirebbe le proprie preoccupazioni in misura moderata, molto o molto. Finnair ha introdotto diverse misure per salvaguardare la salute e la sicurezza dei clienti durante la pandemia della corona. “Abbiamo ulteriormente intensificato la pulizia degli aeromobili, i disinfettanti per le mani sono disponibili all’aeroporto di Helsinki e distribuiamo salviettine igienizzanti a tutti i passeggeri“, informa Orvér. “Indossando maschere per il viso, ci proteggiamo l’un l’altro dalla possibile trasmissione di goccioline e le maschere sono un obbligo sia per i clienti che per l’equipaggio.”Complessivamente, il 76% degli intervistati si è dichiarato in qualche modo soddisfatto o estremamente soddisfatto del modo con cui Finnair ha comunicato con i propri clienti durante la pandemia di coronavirus. “Siamo estremamente grati per questo riscontro positivo e per la fiducia che i nostri clienti ripongono su di noi: il 93% degli intervistati è fiducioso nella capacità di Finnair di soddisfare le proprie esigenze in questo momento di incertezza“, ha affermato Orvér. “Questo sondaggio ci aiuta anche a sviluppare ulteriormente il nostro servizio clienti e la nostra offerta”.




Roma, 100 immobili occupati abusivamente: Rachele Mussolini presenta accesso agli atti in tutti i Municipi capitolini

Quasi cento gli immobili occupati a Roma dall’estrema sinistra attendono che il sindaco, il Governo, le forze dell’ordine, la magistratura, procedano per attivare questi sgomberi, invece di andare a caccia di quelle infinitesimali occupazioni che non sono collocabili a sinistra.

Prima Colle Oppio e qualche giorno fa la sede romana di Casapound. “Siamo una Repubblica democratica o una dittatura comunista che perseguita i dissidenti?” – Ha recentemente detto il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli durante l’incontro tenuto con il Questore di Roma insieme a una delegazione di Fratelli d’Italia. “La legge deve essere uguale per tutti. – Ha puntualizzato Rampelli – A ogni sgombero di ‘destra’ ne corrispondano cento di ‘sinistra’. Le istituzioni e le forze dell’ordine, cui non abbiamo fatto mancare solidarietà e sostegno, devono garantire imparzialità ed equilibrio”.

Rachele Mussolini presenta istanza di accesso agli atti in ogni Municipio capitolino per conoscere quanti e quali sono gli immobili di Roma occupati abusivamente

“Le occupazioni abusive sono una delle maggiori emergenze presenti sul territorio: non solo hanno ricadute pesanti in termini di criminalità diffusa e degenerazione urbana, ma comportano anche un danno economico ingente per l’amministrazione. E’ evidente, quindi, che per più motivi non ci si può più permettere di procrastinare i tempi con i quali intervenire su questo fenomeno. Per questo ieri ho presentato, presso ciascun municipio capitolino, un’istanza di accesso agli atti. Quanti e quali sono gli immobili di Roma Capitale occupati abusivamente? Dove si trovano esattamente? Quale è la loro destinazione d’uso? In termini economici quanto costano al governo che amministra la città e, di conseguenza, ai cittadini? Mi aspetto di ricevere una risposta esaustiva e tempestiva a tutte queste domande quanto prima. Voglio conoscere tutti i dati utili alla identificazione di ciascun edificio occupato, come già chiesto nei mesi scorsi al Dipartimento Patrimonio e Politiche abitative il cui Direttore ha preferito rispondere in maniera volutamente elusiva. Solo in questo modo, infatti, avrò un quadro chiaro che mi consentirà, tra l’altro, di stabilire la presenza di un possibile danno erariale. Questi spazi, infatti, se non recuperati, giorno dopo giorno finiscono per perdere il valore di mercato e non generano alcun reddito. E’ arrivato il momento di cambiare registro. E io farò di tutto perché questo venga fatto”. Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.




Ciampino, anidride solforosa mista ad acqua zampilla in via Ventotene: evacuate 22 famiglie

CIAMPINO (RM) – Eruzione di un geyser a Ciampino dove sono state evacuate 22 famiglie. Un forte odore solforoso si è diffuso nel pomeriggio all’altezza del civico 10 di via Ventotene. Sul posto sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco di Marino insieme ai colleghi di Roma.

Preoccupazione da parte degli esperti dell’INGV che ora vogliono capire se ci sia una attività più estesa in atto. Dai primi accertamenti tecnici si è potuto rilevare che è stata sprigionata una sacca di anidride solforosa che mista d’acqua ha cominciato a zampillare.

Paura e incredulità tra i residenti di via Ventotene che sono stati allontanati insieme a quelli di via Giannutri. Sul posto anche gli ispettori Asl di competenza RM6,i geologi dell’INGV e la polizia locale del comune di Ciampino.

I lavori di trivellazione erano finalizzati alla realizzazione di un pozzo artesiano ma adesso ci saranno le indagini da parte dei vigili del fuoco e polizia locale per capire le cause che hanno fatto scaturire la sorgente d’acqua sulfurea. Il gayser è fuoriuscito in maniera del tutto improvvisa.

L’acqua, raccolta nel condotto del geyser, si è riscaldata grazie ai vapori e gas vulcanici fino al punto di ebollizione. La temperatura alla quale ciò avviene dipende dalla pressione esercitata dalla colonna d’acqua stessa, che rimane intrappolata nel condotto del geyser. Quando l’acqua bolle si ha un getto violento e l’espulsione. Parte dell’acqua, a causa della decompressione, si trasforma in vapore. Successivamente il condotto si riempie di nuovo e il processo ricomincia.

Alcuni geologi di zona hanno spiegato che si tratta di fenomeni legati alla presenza di vulcani ormai non più eruttivi come di fatto è l’area dei Castelli Romani, ma dei quali rimane la camera magmatica nelle profondità del terreno, che pur non presentando più fuoriuscite di magma, raffreddandosi danno luogo ad altri tipi di fenomeni, come le solfatare, i soffioni boraciferi.




Da Tik Tok ai videogame: quali sono le app di intrattenimento più scaricate del momento

Le applicazioni per dispositivi mobili non rappresentano più, ormai, un fenomeno del quale sorprendersi ma sono diventate una costante nella nostra vita di tutti i giorni. Grazie anche alle innovazioni che quotidianamente interessano il comparto, le proposte disponibili si arricchiscono giorno per giorno, offrendo un ventaglio di servizi sempre più ampio, che spazia dalla pubblica utilità all’intrattenimento. Proprio in quest’ultimo settore possiamo trovare alcune delle app più scaricate in assoluto, da quelle per l’instant messaging ai social media, fino ad arrivare ai giochi.

Social Network e Instant Messaging, un settore in continuo divenire

Quando si parla di app più scaricate, ai primi posti in classifica è ormai inevitabile trovare i più famosi social media e i servizi di instant messaging, ormai considerati fondamentali per poter restare in contatto con familiari, amici e colleghi di lavoro.

In questo ambito le proposte mutano continuamente e vedono il continuo ampliamento dell’offerta con l’inserimento di applicazioni in grado di venire incontro alle diverse esigenze di utilizzo. Se colossi come Facebook e Instagram, per quanto riguarda i social, e WhatsApp nell’ambito della messaggistica continuano a essere utilizzati da milioni di utenti, altrettanto interessante è la scalata in graduatoria di alcune app di più recente introduzione.

Tik Tok, per esempio, rappresenta il fenomeno del momento: il social network cinese, nato dalle ceneri di Musical.ly, ormai coinvolge persone di tutte le età, che si dilettano a creare brevi video per divertirsi e divertire i propri followers. Per quanto riguarda il settore della comunicazione, invece, è da evidenziare il boom recente di Zoom, piattaforma per le videochiamate utilizzata soprattutto in ambito smart working per videoconferenze e riunioni lavorative.

Giochi online, il divertimento è a portata di smartphone

I videogiochi fruibili tramite app per dispositivi mobili sono ormai tantissimi e non hanno più nulla da invidiare ai più rinomati titoli per pc e console. Le innovazioni che hanno riguardato negli anni il settore hanno infatti portato alla creazione di giochi sempre più completi e realistici, con vere e proprie eccellenze in tutti i generi di riferimento. Tra le software house di maggior successo in tal senso spicca la finlandese Supercell, che oggi piazza tra le app più scaricate in assoluto alcuni dei suoi titoli più importanti, come Clash of Clans, Clash Royale e Brawl Stars, con quest’ultimo diventato oggetto di un torneo ufficiale culminato nelle finali di Seul tenutesi dal 15 al 17 novembre 2019 e candidato ai British Academy Video Game Awards nelle categorie Mobile Game e EE Mobile Game of the Year.

Nell’ambito dei giochi per dispositivi mobili, grande successo continuano ad avere, poi, i titoli legati al poker e ai casino online, con operatori di settore come PokerStars Casino che hanno fortemente puntato proprio sulla tecnologia mobile per offrire un’esperienza di gioco portabile ma del tutto simile a quella delle sale da gioco reali.

Streaming video, cambia il modo di vedere film e serie tv

A proposito di app più scaricate negli ultimi mesi, un posto di rilievo spetta alle piattaforme di streaming video, che hanno cambiato radicalmente il modo di fruire di film, cartoni, documentari e serie tv. Operatori di livello mondiale, come Netflix, Amazon Prime Video, Infinity e Disney+, tra quelli che dominano il mercato, mettono oggi a disposizione cataloghi ampi e variegati di proposte, venendo incontro ai gusti e alle esigenze di diversi segmenti di clientela.

Con pochi euro mensili, tali piattaforme consentono dunque di accedere a contenuti originali e film di livello, con la possibilità non soltanto di fruire del servizio tramite le più moderne smart TV, ma anche da pc, smartphone e tablet, consentendo così una visione molto più libera e personalizzata rispetto a quanto accade con i canali televisivi tradizionali.

Balzate in poco tempo ai primi posti nelle classifiche relative alle app di intrattenimento più scaricate, quelle relative agli streaming video rappresentano senza dubbio una delle novità più interessanti degli ultimi tempi, non soltanto in termini di quantità ma anche di qualità dell’offerta, sia per quanto riguarda la programmazione vera e propria che la definizione dell’immagine, grazie alla presenza sempre più frequente di programmi in alta definizione.