Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.




Castel Gandolfo, il sindaco al presidente Rocca e al Commissario Asl Roma 6: “Apriamo un presidio oculistico pediatrico a Gallerie di Sotto”

“Prestigio al nostro territorio e senso di appartanenza alla nostra comunità”, è con queste parole che il sindaco di Castel Gandolfo Alberto De Angelis ha commentato l’importante notizia dell’intervento chirurgico oculistico effettuato all’Ospedale dei Castelli dal dottor Arrigoni e una nutrita equipe multidisciplinare. Operazione che ha portato la Asl Roma 6 tra le eccellenze in Italia e nel mondo per l’utilizzo della tecnica della cheratoprotesi, ovvero installazione di una protesi biolegica in assenza di possibilità di trapianto di cornea. L’Intervento ha permesso ad una signora di Ariccia di tornare a vedere dopo 5 anni di buio. In una lettera indirizzata al presidente della Regione Francesco Rocca, rappresentato dall’assessore regionale Giancarlo Righini in occasione dell’evento del 12 febbraio all’Ospedale dei Castelli dove tra l’altro hanno presenziato istituzioni politiche, militari, civili e religiose, il sindaco De Angelis ha chiesto sia a Rocca che al commissario straordinario Asl Roma 6 Francesco Marchitelli la possibilità di poter aprire un presidio oculistico pediatrico di prossimità che potrebbe avere sede nel distretto H2 in via Gallerie di Sotto ad Albano Laziale ai confini con Castel Gandolfo. Sarà da vedere adesso quali previsioni e programmazione ha in mente la direzione strategica per eventuali aperture di nuovi ambulatori che trattino l’oculistica pediatrica. Tra le ipotesi c’è anche la possibilità che, oltre all’Ospedale dei Castelli, possa esserci un punto di riferimento specialistico anche in altra zona del territorio Asl Roma 6. Nella foto da sinistra il sindaco Alberto De Angelis, il dottor Franco Arrigoni e l’assessore Tiziano Mariani.




Oncologia pediatrica, l’importanza di garantire la presenza di psicologi che si prendano cura dei vissuti del bambino e della sua famiglia

L’oncologia pediatrica è un campo complesso e delicato che richiede un approccio multidisciplinare per garantire il benessere globale del bambino malato e della sua famiglia. Oltre alle cure mediche, è fondamentale considerare anche gli aspetti psicologici e emotivi legati alla malattia. In questo contesto, il ruolo dei psicologi diventa cruciale per affrontare le sfide emotive e psicologiche legate alla diagnosi e al trattamento del cancro pediatrico.

L’impatto della malattia sul bambino e sulla famiglia

La diagnosi di cancro in un bambino può scatenare una serie di reazioni emotive intense e complesse sia nel bambino stesso che nei suoi genitori e familiari. La paura, l’ansia, la rabbia, la tristezza e la confusione sono solo alcune delle emozioni che possono emergere di fronte a una situazione così difficile. Inoltre, il processo di cura e i trattamenti come la chemioterapia e la radioterapia possono causare effetti collaterali fisici e psicologici che influenzano il benessere complessivo del bambino e della sua famiglia.

Il ruolo del supporto psicologico

I psicologi specializzati in oncologia pediatrica sono addestrati per fornire un supporto emotivo e psicologico mirato al bambino malato e alla sua famiglia. Questi professionisti sono in grado di offrire un ambiente sicuro e non giudicante in cui esplorare e affrontare le emozioni legate alla malattia. Attraverso la terapia individuale, di coppia o familiare, i psicologi possono aiutare il bambino e i suoi genitori a comprendere e adattarsi alla situazione, sviluppando strategie di coping efficaci per affrontare lo stress e le difficoltà legate alla malattia.

Supporto durante il trattamento e oltre

Durante il trattamento, i psicologi lavorano a stretto contatto con il team medico per fornire un supporto continuo al bambino e alla sua famiglia. Possono aiutare a mitigare l’ansia legata ai trattamenti, a gestire il dolore e a affrontare le sfide pratiche legate alla malattia. Inoltre, i psicologi possono fornire consulenza sulla comunicazione familiare, sull’adattamento alla vita ospedaliera e sull’organizzazione delle cure nel contesto domestico.

La cura oltre la malattia

Anche dopo il completamento del trattamento, i psicologi continuano a svolgere un ruolo importante nel supportare il bambino e la sua famiglia nel processo di guarigione e di adattamento alla vita dopo il cancro. Possono aiutare a gestire le preoccupazioni legate al rischio di recidiva, a supportare il reinserimento sociale e scolastico del bambino e a promuovere una migliore qualità della vita per l’intera famiglia.

Conclusioni

In conclusione, la presenza di psicologi specializzati nell’oncologia pediatrica è fondamentale per garantire una cura completa e olistica ai bambini malati di cancro e alle loro famiglie. Questi professionisti forniscono un sostegno emotivo e psicologico mirato che aiuta a migliorare il benessere complessivo del bambino, a favorire la resilienza familiare e a promuovere un processo di guarigione più completo e soddisfacente. Investire nelle risorse psicologiche in oncologia pediatrica è quindi essenziale per garantire che ogni bambino affetto da cancro riceva la migliore cura possibile, non solo per il suo corpo, ma anche per la sua anima.




Canale Emiliano Romagnolo, inaugurato il rifacimento di un tratto nel bolognese

Anche un intervento di manutenzione straordinaria può essere occasione di ricerca applicata: l’utilizzo di lastre in calcestruzzo additivato con fibre polimeriche per garantire una maggiore velocità di scorrimento, ma anche più resistenza e durabilità al rivestimento, è infatti l’innovativa soluzione ideata dai tecnici del Consorzio C.E.R. per migliorare e stabilizzare l’efficienza del primo tratto del Canale Emiliano-Romagnolo, inaugurato alla presenza, tra gli altri, di Galeazzo Bignami, Viceministro Infrastrutture e Trasporti e Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna; si tratta di un alveo lungo quasi 3 chilometri da valle del fiume Reno fino a monte dell’impianto di Crevenzosa, nel territorio bolognese di Galliera.
Sicurezza infrastrutturale, miglioramento delle performances, sostenibilità energetica sono le caratteristiche di un intervento finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) per un importo di 7.530.000 euro e terminato nel pieno rispetto delle tempistiche di cronoprogramma, nonostante fosse possibile effettuare i lavori solo nei periodi “extra-irrigui” tra Novembre e Febbraio.
L’intervento assicura un incremento del 20% nell’efficienza del Canale, la cui portata sarà pari a 60 metri cubi al secondo, permettendo anche risparmio energetico e maggiore sicurezza idraulica per la più moderna “autostrada dell’acqua” italiana, a servizio di una superficie irrigabile di 175.000 ettari tra le province di Bologna, Forlì-Cesena, Ferrara, Ravenna e Rimini.
“L’infrastruttura è più sostenibile dal punto di vista energetico, perché il rapido scorrimento della risorsa idrica in alveo consentirà un minore impiego delle pompe di prelievo all’impianto di Palantone, sulla presa dal fiume Po rendendo il Canale pronto per l’ormai imminente stagione irrigua – evidenzia Raffaella Zucaro, Direttrice Generale del Consorzio C.E.R. e Coordinatrice di ANBI Emilia-Romagna.
“La multifunzionalità del Canale C.E.R. – precisa Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – è emersa agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, salvando Ravenna dall’alluvione dello scorso Maggio. Questo intervento torna a catalizzare l’attenzione però sulla sua funzione primaria, che è al servizio dell’agricoltura.”
“Con il tempo – spiega Nicola Dalmonte, Presidente del Consorzio C.E.R. – il rivestimento cementizio dell’alveo e delle sponde si era deteriorato, rallentando lo scorrimento della risorsa idrica e riducendo la portata del progetto originale. Grazie a questo intervento, l’acqua ritornerà a scorrere più velocemente in un importante areale agricolo, ricco di produzioni d’eccellenza del made in Italy.”
“Proseguiamo la stagione delle inaugurazioni, continuando nel solco di una storia, in sintonia con gli interessi delle comunità – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – E’ una concreta dimostrazione di efficienza, che i Consorzi di bonifica ed irrigazione affidano alla politica, affinché non vada perduta nessuna opportunità per trasformare il Paese, attrezzandolo alle sfide della crisi climatica.”



Asl Roma 6, riflettori accesi sull’Ospedale dei Castelli protagonista mondiale assoluto nella chirurgia oculistica

All’evento di presentazione di questa tecnica di chirurgia oculistica tutta “Made in Italy” presenti i vertici regionali e governativi

Protagonista la signora Anna Maria De Luca, 66 anni, residente ad Ariccia, la quale ha riacquistato la vista dopo circa 5 anni di buio totale da un occhio che era completamente cieco da 21 anni. Si tratta di un intervento effettuato con una tecnica tutta italiana denominata Cheratoprotesi, ovvero l’installazione di una protesi artificiale biologica a lungo termine bio integrabile capace di risolvere i casi complicati non risolvibili con il trapianto di cornea.

E’ stata ripristinata la vista per mezzo di una cornea artificiale costituita da un lenticolo ottico ancorato ad un supporto osseo ricoperto dalla mucosa buccale del paziente per garantirne la chiusura a sigillo e permettere così il passaggio della luce attraverso la cornea danneggiata da un leucoma vascolarizzato in conseguenza di danni fisici chimici o da malattie autoimmuni.

Il dottor Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile della Uos di chirurgia vitreo retinica dell’ospedale dei Castelli, insieme all’equipe multidisciplinare, ha assunto l’impegno di continuare a tramandare questa tecnica iniziata con il Prof. Strampelli nel 1963 e continuata dal prof. Falcinelli

Grande successo di partecipazione e gradimento ha registrato l’evento che si è tenuto presso Ospedale dei Castelli e che vede protagonista il Lazio come eccellenza rispetto ad altri Paesi nel mondo grazie a una particolare tecnica di chirurgia oculistica “Made in Italy”, nata e perfezionata da luminari italiani. 

L’evento moderato dal giornalista Fulvio Benelli, ha visto la partecipazione straordinaria di ospiti d’eccezione a partire dal Capo di Gabinetto del Ministero della Salute dottor Marco Mattei il quale ha portato i saluti del Ministro Orazio Schillaci e si è congratulato per il percorso intrapreso dalla direzione strategica teso a valorizzare le eccellenze e implementare i servizi sul territorio, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma, l’Assessore regionale al Bilancio e all’Agricoltura Giancarlo Righini, il Senatore della Repubblica Marco Silvestroni e il Deputato della Repubblica Andrea Volpi. Presenti il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario Asl Roma 6 Vincenzo Carlo La Regina. Tra gli interventi il dottor Franco Arrigoni Dirigente Responsabile Uos chirurgia vitreo retinica ospedale dei Castelli e il dottor Augusto Pocobelli, Primario Oculista Azienda San Giovanni Addolorata e Responsabile della Banca degli occhi.

L’Ospedale dei Castelli, grazie alla sensibilità del Commissario Straordinario Marchitelli e del Direttore Sanitario la Regina che puntano sull’umanizzazione delle cure, intende dunque combattere la cecità corneale grazie alla Cheratoprotesi, ereditata dai grandi maestri dell’oftalmologia italiana. Arrigoni ha conosciuto personalmente il prof. Strampelli e il prof. Falcinelli 31 anni fa ed è stato diretto allievo di Falcinelli. Il prof. Petitti, presidente della fondazione Falcinelli ha sempre riconosciuto in Arrigoni “l’erede” del luminare Falcinelli e l’auspicio e intenzione futura è tramandare questo sapere anche a nuovi chirurghi oculisti.

Finora i centri specializzati che portano avanti l’osteocheratoprotesi si trovano in India, Germania, Inghilterra, Colombia e Usa. Oggi il Lazio torna protagonista tra le eccellenze mondiali grazie all’impegno assunto dalla Asl Roma 6 che pone l’ospedale dei Castelli come punto di riferimento per questo speciale intervento chirurgico.

Molto apprezzato un saluto con videomessaggio del Console Onorario d’Italia a Busan (Repubblica di Corea) Prof Vincenzo Campitelli che si è congratulato per il grande risultato portato a segno dall’equipe italiana e ha aperto a una futura collaborazione tra medici coreani e italiani per trasferire la tecnica anche in Corea del Sud.

Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Dottor Francesco Marchitelli si è detto entusiasta e grato: “Abbiamo un grande tesoro che intendiamo difendere e tramandare: questa tecnica tutta “made in Italy” che grazie a questo straordinario intervento chirurgico sarà praticata proprio qui all’Ospedale dei Castelli. L’importanza di puntare sulle tecniche chirurgiche e mediche italiane per farne delle eccellenze risiede nella creazione di un sistema sanitario robusto e affidabile, in grado di offrire risposte certe alle persone che hanno bisogno non solo di fidarsi ma di affidarsi. Questo nuovo capitolo per la chirurgia oculistica avviato all’Ospedale dei Castelli consentirà di migliorare la qualità di vita delle persone che per noi è la missione principale che detta tutte le azioni che questa Asl sta mettendo in campo per dare delle risposte concrete. Inoltre, l’evento di oggi può dare un buon contributo a consolidare la reputazione internazionale del nostro sistema sanitario italiano e del Lazio in particolare modo che continua a raggiungere importanti risultati. Le nostre eccellenze mediche e chirurgiche non solo possono garantire trattamenti di alta qualità per i pazienti del Lazio, ma possono anche attirare l’interesse di altri Paesi del mondo proprio come successo con questa tecnica che nel corso degli ultimi 30 anni è stata adottata all’estero con grande attenzione. Ringrazio tutte le istituzioni e autorità civili e religiose presenti, il Presidente della Regione Francesco Rocca che è sempre attento e presente sul territorio. Concludo col dire che questa grande Comunità della Asl Roma 6 è carica di entusiasmo e desiderio di essere sempre più vicina alle persone che per noi sono i massimi destinatari delle nostre attenzioni. Insieme riusciamo a raggiungere grandi risultati e lo facciamo giorno dopo giorno”.

Il Direttore Sanitario della Asl Roma 6 Dottor Vincenzo Carlo La Regina ha aggiunto: “Vedere il sorriso della signora Anna Maria è forse l’immagine più bella che questo importante evento ci potesse regalare. Questo è un segnale forte, è un grande cambiamento di prospettiva che pone l’attenzione non solo sul trattamento dei sintomi fisici, ma anche sul benessere della persona, prendendo in considerazione aspetti emotivi, mentali e sociali.

Riportare l’attenzione dei pazienti al centro significa anche coinvolgerli attivamente nel processo decisionale riguardo alle proprie cure e Anna Maria lo ha partecipato attivamente e ci ha rallegrato e motivato. E la cosa straordinaria che è successa è proprio questa: si è pensato a favorire un rapporto terapeutico basato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione e questo ha permesso di migliorare sensibilmente anche i risultati clinici. Con queste poche parole sentite e che caratterizzano un particolare percorso che sto condividendo questa meravigliosa comunità Asl Roma 6 ringrazio davvero tutti di cuore per essere qui a festeggiare insieme a noi questi sensazionali risultati”.




Clima, firmato accordo tra Valmet e Saipem per sviluppare soluzioni integrate a sostegno della decarbonizzazione delle industrie

Valmet e Saipem hanno firmato un accordo con un  Memorandum of Understanding (MOU) per sviluppare soluzioni congiunte per decarbonizzare i settori industriali che affrontano sfide significative nella riduzione delle emissioni di gas serra, note anche come difficili da abbattere.
Le aziende collaboreranno per offrire soluzioni efficaci combinando le tecnologie Saipem per la gestione della CO2 con le unità di recupero calore e trattamento fumi progettate e prodotte da Valmet per i segmenti della pasta di legno, della carta e dell’energia, offrendo così opzioni integrate e flessibili ai propri clienti sia negli impianti esistenti che in quelli nuovi.
 
Sia Saipem che Valmet si impegnano a supportare i clienti nel loro percorso Net Zero e a garantire un’efficace gestione end-to-end della CO2 per le emissioni -industrie ad alta intensità.
“La sostenibilità è al centro della strategia aziendale e delle operazioni di Valmet. Nel nostro programma sul clima ‘Verso un futuro a zero emissioni di carbonio’ abbiamo fissato obiettivi ambiziosi poiché crediamo che la tecnologia svolga un ruolo chiave nel mitigare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale nella transizione verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo di consentire una produzione a zero emissioni di carbonio per tutti i nostri clienti di pasta di legno e carta che hanno accesso a fonti energetiche prive di fossili. Stiamo inoltre migliorando continuamente l’efficienza energetica della nostra offerta attuale. La nostra collaborazione con Saipem sostiene pienamente questi obiettivi e siamo orgogliosi di far parte di questa iniziativa”, afferma Lari-Matti Kuvaja, Direttore, Sistemi Ambientali, Polpa ed energia, Valmet.
 
“La tecnologia è la chiave per affrontare con successo la decarbonizzazione dei settori difficili da abbattere. Insieme a Valmet, la nostra ambizione è integrare processi e tecnologie, fornendo ai clienti una soluzione decarbonizzata end-to-end in linea con i loro obiettivi Net Zero. Questo MOU amplia il portafoglio di innovazioni di Saipem nella transizione energetica, rafforzando ulteriormente la nostra capacità unica di coprire l’intera catena del valore di cattura, riutilizzo e stoccaggio della CO2, attraverso il nostro know-how, le nostre risorse e tecnologie in materia di perforazione, onshore e offshore”, afferma Fabrizio Botta, direttore commerciale di Saipem. 
 
Saipem è leader globale nell’ingegneria e nella costruzione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture, sia offshore che onshore. Saipem è una “One Company” organizzata in cinque linee di attività: Asset Based Services, Energy Carriers, Offshore Wind, Sustainable Infrastructures, Robotics & Soluzioni industrializzate. L’azienda dispone di 9 cantieri di fabbricazione e di una flotta offshore composta da 29 navi da costruzione e 15 impianti di perforazione. Sede centrale a Milano.
Valmet, multinazionale finlandese, è uno sviluppatore e fornitore leader a livello mondiale di tecnologie di processo, automazione e servizi per l’industria della pasta di legno, della carta e dell’energia. Con i suoi sistemi di automazione e soluzioni di controllo del flusso serve una base ancora più ampia di industrie di processo. I suoi oltre 19.000 professionisti in tutto il mondo lavorano a stretto contatto con i clienti.
 
L’azienda vanta oltre 220 anni di storia industriale e una forte esperienza nel miglioramento e rinnovamento continui. Le vendite nette di Valmet nel 2022 sono state di circa 5,1 miliardi di euro.
Le azioni di Valmet sono quotate al Nasdaq Helsinki e la sede centrale è ad Espoo, in Finlandia e nove sedi in Italia.

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Trattori a Roma, incontro a Palazzo Chigi: prime rassicurazioni ma gli agricoltori non si fermano

La protesta arriva nella capitale: quattro trattori in centro a Roma. Dalle 20 il corteo sul Raccordo. ‘Alle 16 delegazione al ministero’. Altri manifestanti a Sanremo dove Amadeus leggerà un testo.

Dall’incontro a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio Meloni, il governo e i rappresentanti del comparto agricolo, emergono i primi elementi di rassicurazione per i manifestanti che, in questi ultimi giorni, hanno percorso il Paese con i trattori urlando le loro ragioni.

“Ho deciso, insieme al ministro Lollobrigida, di organizzare questo incontro per presentarvi brevemente quali sono le azioni prioritarie che il governo intende portare avanti, su vari livelli, a favore del settore agricolo nazionale”, le prime parole della premier alle organizzazioni agricole, convocate a Palazzo Chigi. 

“Non è la prima volta che ci incontriamo, ci siamo visti più volte in passato, ma io ritenevo importante rivedervi oggi per continuare a confrontarci ancora sulle politiche nazionali ed europee che interessano l’agricoltura e l’agroalimentare. Parliamo di un settore strategico per la nostra economia – ha aggiunto Meloni – e che abbiamo messo al centro della nostra azione”.




Guinnes per l’olandese Bert, quarant’anni con un cuore donato

Un uomo olandese di 57 anni ha battuto il record mondiale come paziente sottoposto a trapianto di cuore con la sopravvivenza più lunga. Lo riportano i media inglesi. Si tratta di Bert Janssen, che da quasi 40 anni pieni vive con un cuore donato, ricevuto all’Harefield Hospital nel nord-ovest di Londra nel giugno 1984 e il risultato è stato ora riconosciuto dal Guinness dei primati. Janssen afferma di essere “ancora grato per l’incredibile dono” che il suo donatore gli ha fatto. All’uomo è stata diagnosticata una cardiomiopatia dopo aver sviluppato sintomi simil-influenzali quando aveva 17 anni, per la quale è stato candidato al trapianto. Il suo cardiologo nel paese d’origine aveva legami con l’Harefield Hospital e uno dei pionieri dei trapianti, Sir Magdi Yacoub, eseguì l’operazione il 6 giugno 1984. Sposato di due figli, appassionato pilota di alianti, Janssen ha detto che è stato un “onore” aver raggiunto il traguardo del record. “Non avrei mai potuto immaginare che sarei arrivato così lontano”, ha detto. “La cosa più importante per me è aver stabilito un punto di riferimento per gli altri – ha concluso -. Ora è ufficialmente dimostrato che è possibile arrivare fin qui avendo il cuore di un donatore. Presumo che il traguardo si sposterà ancora un po’ più in là e sarò felice se altri batteranno il mio record a tempo debito”. 




Clima pazzo, raccolti in crisi: ecco cosa succede

L’inverno bollente manda la natura in tilt, in un inverno che ha fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 1,7 gradi la media storica dei mesi del periodo 1991-2020 accompagnata da una preoccupante siccità. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel commentare i dati Copernicus sulla base delle elaborazioni su dati nazionali Isac Cnr nei mesi di dicembre, gennaio. Il caldo fuori stagione, sottolinea la Coldiretti, favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato, con fioriture come per le mimose in anticipo di oltre un mese rispetto alll’8 marzo; il pericolo è esporre le coltivazioni ad un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature, con la conseguente perdita dei raccolti. A preoccupare è anche la siccità che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo. La mancanza di acqua provoca ripercussioni anche sui costi per le imprese aumentati anche per il rialzo delle quotazioni del foraggio. Il bollettino è pesante: in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno tagliato del 60% la produzione di carciofi, in Sicilia e Sardegna è in difficoltà lo sviluppo di frutta e ortaggi. Negli invasi della regione Sardegna a gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre in quelli della Sicilia il deficit è del 13%. Preoccupa anche la situazione dei bacini della Puglia con oltre 119 milioni di metri cubi in meno, mentre in Abruzzo non c’è neve e nel Lazio i laghi rimangono in condizioni; stessa cosa in Umbria con il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello “vitale” e alle Marche dove scendono i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera e sui monti non c’è neve.




L’Ospedale dei Castelli tra le eccellenze mondiali nella chirurgia oculistica: un particolare intervento restituisce la vista ai non vedenti

Finora i centri specializzati che portano avanti questa tecnica “Made in Italy” denominata osteocheratoprotesi si trovano in India, Germania, Inghilterra, Colombia e Usa

La presentazione lunedì 12 febbraio all’Ospedale dei Castelli alla presenza del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca

Lunedì 12 febbraio alle 15 presso Ospedale dei Castelli si terrà un evento di particolare interesse che pone la Regione Lazio come eccellenza rispetto ad altri Paesi nel mondo grazie a una particolare tecnica di chirurgia oculistica “Made in Italy”, nata e perfezionata da luminari italiani.

Il titolo è “Asl Roma 6, chirurgia oculistica: il Lazio tra le eccellenze mondiali” e vedrà la partecipazione straordinaria del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma, l’Assessore regionale al Bilancio e all’Agricoltura Giancarlo Righini, il Capo di Gabinetto del Ministero della Salute e già Direttore del Dipartimento del Territorio della Asl Roma 6 Marco Mattei, il Senatore della Repubblica Marco Silvestroni. Presenti il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 Vincenzo Carlo La Regina. Tra gli interventi il dottor Franco Arrigoni Dirigente Responsabile Uos chirurgia vitreo retinica ospedale dei Castelli e il dottor Augusto Pocobelli, Primario Oculista Azienda San Giovanni Addolorata e Responsabile della Banca degli occhi.

Questo particolare intervento di sostituzione della cornea denominato osteocheratoprotesi è stato effettuato all’Ospedale dei Castelli che ha così raccolto un testimone importantissimo: una donna anziana divenuta non vedente da circa cinque anni ha riacquistato la vista. Un evento straordinario che le ha permesso di tornare alla normalità dopo anni di buio.
La Asl Roma 6 grazie all’equipe multidisciplinare coordinata dal Dottor Franco Arrigoni, ha ereditato questa tecnica di chirurgia oculistica che altrimenti avrebbe rischiato l’estinzione in Italia. Finora i centri specializzati che portano avanti l’osteocheratoprotesi si trovano in India, Germania, Inghilterra, Colombia e Usa. Oggi il Lazio torna protagonista tra le eccellenze mondiali grazie all’impegno assunto dalla Asl Roma 6 che pone l’ospedale dei Castelli come punto di riferimento per questo speciale intervento chirurgico. Modera l’evento il giornalista Fulvio Benelli.




Famiglie allargate si o no?

Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.