Cdm: nuovo decreto bonus edilizi, test psicoattitudinali per diventare magistrati e registro nazionale affido minori

Il governo corre ai ripari sui rischi di nuovi sforamenti dei conti da parte del Superbonus e dei bonus fiscali ed energetici.

“Norme nate in modo scriteriato e che hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica”, dice senza giri di parole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Qualcuno sorrideva sul mal di pancia – aggiunge – Confermo che fa malissimo a me a tutti gli italiani”.

Così il Consiglio dei ministri approva a sorpresa un nuovo decreto sui bonus edilizi, portato fuorisacco. Scompare lo sconto in fattura, arriva la dichiarazione preventiva, vengono bloccate le compensazioni con l’agevolazione Ace (che riguarda le imprese), i crediti vengono prima compensati con le eventuali ‘cartelle’ degli accertamenti fiscali.

La misure – dice con chiarezza Giorgetti – “sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità” della misura.

Test psicoattitudinali per diventare magistrati

Via libera del governo ai test psicoattitudinali per l’accesso alla professione dei magistrati dal 2026, forse simili a quelli cosiddetti ‘Minnesota’, che valutano la personalità dei candidati. Il decreto legislativo approvato in Consiglio dei ministri ha avuto modifiche fino all’ultimo minuto, che però non mitigano le proteste dell’Associazione nazionale magistrati: sarà il Consiglio superiore della magistratura a nominare i docenti universitari in materie psicologiche che – su indicazione Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università – faranno parte della commissione giudicante.

Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale, ma già dopo quella scritta riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo (il quale sarà presente solo come ausilio), alla quale è demandato in maniera collegiale il giudizio finale sul complesso delle prove.

Minori in affido

Il Cdm ha approvato anche il registro nazionale per l’affido dei minori. Fino ad oggi la legge per i ragazzi in affido prevedeva l’obbligo degli istituti di assistenza pubblici o privati e delle comunità di tipo familiare di trasmettere semestralmente al procuratore della Repubblica, presso il tribunale per i minorenni del luogo, l’elenco di tutti i minori collocati con l’indicazione della località di residenza dei genitori, dei rapporti con la famiglia e delle condizioni psicofisiche del minore stesso. Il procuratore della Repubblica trasmetteva poi una relazione informativa, ogni sei mesi, e poteva compiere delle ispezioni negli istituti, per accertare l’eventuale stato di abbandono dei minori. Con la nuove disposizioni in materia di tutela dei minori in affidamento, a firma dei ministri per la Famiglia Eugenia Roccella e della Giustizia Carlo Nordio, approvate oggi dal Consiglio dei ministri, verranno istituiti al Dipartimento per le Politiche per la Famiglia un Registro e un Osservatorio nazionali ed inoltre ci sarà un registro in ogni Tribunale, sia dei minorenni sia ordinari.

Il caso Bari

Nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha svolto un’informativa sul tema degli accessi ai Comuni e dello scioglimento degli enti locali, con una ricognizione sui provvedimenti adottati negli ultimi anni, dopo il caso Bari. Nel corso della riunione, sempre a quanto si apprende, è stato deciso lo scioglimento di due comuni e sono stati prorogati alcuni commissariamenti.

Nordio: sui test polemiche sterili, mi rammarico . Nessuna invasione di campo del governo
“Quando entrambe le Camere ti inviano determinate osservazioni è un dovere quasi del governo quello di adeguarsi. Purtroppo abbiamo assistito in questi giorni a una polemica di cui mi rammarico come magistrato, come quando è stato criticato il concorso ai soli giudici onorari senza leggere la bozza di un testo ancora in fieri. Sono polemiche sterili, vuote astrazioni polemiche, nessuno ha mai pensato di introdurre valutazioni periodiche dell’attitudine e della psiche dei magistrati”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

“Sui test non c’è un’invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura. Non vi sono interferenze da parte del governo. Non c’è nessun vulnus nessuna lesa maestà”, ha sostenuto Nordio.

“Mi sono sottoposto ai test psicologico del Minnesota, che è quello che vorremmo introdurre qui”, ha detto il Guardasigilli. “Non c’è nulla di male se una persona cerca di capire com’è fatta e magari può cercare di correggersi persone che hanno in mano le vite degli altri, come i medici”. A chi gli ha chiesto se fosse possibile ripetere l’esame di accesso alla magistratura qualora il candidato non superasse i test, il ministro ha risposto: “L’esame di accesso alla magistratura si può ripetere quattro volte”.

Sarà il Csm a nominare i docenti universitari in materie psicologiche – su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università – che costituiranno la commissione giudicante per i testi psicoattitudinali per i magistrati. Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale e chi avrà superato la prova scritta, prima dell’orale riceverà dei test scritti individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi ultimi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale.

Il colloquio orale sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo, che sarà presente solo come ausilio. Infine la commissione esaminatrice, che valuta collegialmente, formulerà il giudizio conclusivo sulla totalità delle prove. Ci sarà dunque un doppio livello di garanzia: il Csm disciplinerà i test in via generale e poi la commissione esaminatrice deciderà.

Giorgetti: stop a sconto in fattura e cessione del credito, basta generosità eccessiva

“Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano; abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Le misure adottate con il decreto sul superbonus e sui bonus edilizi “sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che come è noto ha causato gravi effetti sulla finanza pubblica e i cui effetti, definitivamente, potremo contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023”, ha detto Giorgetti.

“Sicuramente aspettiamo i dati definitivi, le sorprese purtroppo non sono mancate, sempre in senso negativo. Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire. L’obiettivo di questo decreto è mettere un punto finale rispetto all’impatto sul 2023, fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat”, ha precisato Giorgetti.

“Il fatto che introduciamo norme di monitoraggio testimonia che queste norme sono nate in modo scriteriato e hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica, l’ho detto dall’inizio, continuo a sostenerlo, qualcuno sorrideva sul mal di pancia, confermo che fa malissimo a me a tutti gli italiani”, ha detto ancora Giorgetti.




Spiopoli, Meloni: “Bisogna arrivare fino in fondo”

Sulla vicenda dei presunti dossieraggi Giorgia Mloni ha detto “Oggi sta lavorando la commissione Antimafia, che ha poteri di inchiesta. Bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia, poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro. È anche un tema di tempistiche, per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese. Oggi abbiamo già una commissione che ci sta lavorando e bisogna farla lavorare nel miglior modo possibile. All’esito del lavoro della commissione Antimafia va valutato se servono altri strumenti”. La Premier ha aggiunto: “Il punto è che bisogna arrivare fino in fondo. Quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno stato di diritto”, ha affermato la premier rispondendo a chi le domandava se serve una commissione parlamentare di inchiesta sulla vicenda dei presunti dossieraggi.

Cafiero de Raho: ‘Additano me per attaccare l’opposizione’

“Si rileva chiaramente che tutti gli accessi sono stati fatti fuori dalla Direzione nazionale e che sono evidentemente tutti strumentali perché il controllo su quel settore lo avevano altri ed è evidente che una Procura importante, come la Procura nazionale, ha tante e tali articolazioni, finalità e campi in cui ci si muove che, additare me è soltanto un modo per attaccare l’opposizione che è comunque al di fuori di qualunque congegno dossieristico come quello che è avvenuto, se effettivamente è avvenuto. Credo che l’opinione pubblica lo capisca benissimo”. Lo ha detto Federico Cafiero De Raho, deputato del M5s ed ex procuratore nazionale Antimafia, in merito agli attacchi a lui rivolti da esponenti della maggioranza per la vicenda che ha portato all’inchiesta di Perugia.




Abruzzo, stravince il centrodestra. Una elezione di rilevanza nazionale

Pranzo di lavoro fra i leader di centrodestra a Palazzo Chigi all’indomani delle elezioni regionali in Abruzzo.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e il capo politico di Noi moderati Maurizio Lupi si sono incontrati prima del Consiglio dei ministri. Era successo anche il 26 febbraio, il giorno dopo il voto in Sardegna, e in quell’occasione fonti di Palazzo Chigi avevano inquadrato il pranzo nell’ambito degli incontri periodici dei leader della coalizione per il punto sull’attività del governo.

“Ero convinto che sarebbe stata una elezione di rilevanza nazionale, con il centrosinistra verniciato di unità, con il quale sono scese in campo forze editoriali nazionali. Oggi si può dire che il campo lungo abbia battuto il campo largo, abbia stravinto. Sto ricevendo congratulazioni da tutta l’Italia: c’era grossa attesa perché tutti sono scesi in campo contro il centrodestra. E’ stato un derby totale stravinto dal centrodestra e questa è una utile indicazione anche per il governo che sta facendo bene e di cui i cittadini sono soddisfatti”. Così Marco Marsilio il giorno dopo le elezioni abruzzesi.

“Come promesso l’ho mandata a dormire presto: ieri sera c’è stata un po’ di ansia fino agli exit poll, ma eravamo certi della vittoria, e la Premier è andata a letto contenta e fiera del lavoro che abbiamo fatto. La ringrazio per le attenzioni che ha riservato all’Abruzzo, modulando il mio slogan ‘Un governo che ha fatto bene all’Abruzzo, e posso dire che l’Abruzzo ha fatto bene al governo”. Marco Marsilio ha così raccontato la serata elettorale e i suoi contatti con Giorgia Meloni e gli scambi di telefonate con l’amica di sempre. 

Il presidente riconfermato ha annunciato querele nei confronti della “caterva di corazzate editoriali che hanno dipinto una regione allo sbando, e sferrato attacchi di tipo personale alla mia famiglia scrivendo falsità molto gravi”. “Così non è: è stata una campagna elettorale in cui i cittadini hanno capito la proposta schizofrenica e contraddittoria che hanno mostrato i nostri avversari, i quali sono arrivati a criticare anche la presenza dei ministri. Ma in Abruzzo non c’è stata una sola settimana in cui non sia venuto un uomo di governo. Il problema è che sono venuti troppo poco per 30 anni. Abbiamo attivato delle aspettative che ora dobbiamo inverare, d’altra parte i ministri sono venuti a rivendicare lavori già avviati e che in questi anni porteremo a termine”.

“Complimenti a Luciano D’Amico che stamattina mi ha telefonato: gli auguro buon lavoro come capo dell’opposizione perché un buon governo deve avere una buona opposizione. Mi ha telefonato anche Giuseppe Conte per augurarmi buon lavoro. Entrambi hanno riconosciuto la vittoria”, ha detto Marsilio.

“Le mie congratulazioni a Marco Marsilio, primo presidente della storia della regione Abruzzo ad essere riconfermato per un secondo mandato dai cittadini. E il mio ringraziamento a tutto il centrodestra che è stato premiato per il buon governo di questi anni. Perché non importa quanto un campo sia largo, quello conta è quanto quel campo sia coeso, quanto abbia un’idea chiara da raccontare e da costruire per i cittadini. E noi faremo tutto quello che possiamo per non deludere le aspettative dell’Abruzzo, che ripone grande fiducia in noi. Grazie Abruzzo”. Così la premier Giorgia Meloni in un video sui social.

D’Amico, risultato chiarissimo, buon lavoro a Marsilio

“Ho aspettato che si consolidassero i risultati. Un’ora fa ho chiamato Marsilio. Mi sono congratulato con lui. Il risultato è stato chiarissimo. Gli ho augurato buon lavoro assicurando che faremo un’opposizione che possa essere d’aiuto per realizzare progetti e programmi”. Lo afferma Luciano D’Amico, commentando l’esito del voto, nel corso di una conferenza stampa nel suo comitato elettorale.

Schlein: unendo le forze continueremo a batterci per l’alternativa

 “Fino a qualche settimana fa l’Abruzzo era dato per perso senza discussioni, il presidente uscente di Fratelli d’Italia partiva con un vantaggio di 20 punti nei sondaggi. E invece unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto quello scarto in modo significativo, ma non ancora sufficiente. Questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un’alternativa solida in grado di competere con la coalizione delle destre. Lo afferma la segreteria Elly Schlein commentando il voto in Abruzzo e congratulandosi con Marsilio per la vittoria




Bracciano, questione Cupinoro. Tondinelli risponde a Crocicchi: “Un’istituzione prima di parlare dovrebbe conoscere gli atti e non parlare per spot soprattutto su temi cosi delicati”

Arriva puntuale la nota del Consigliere comunale e capogruppo FdI a Bracciano Armando Tondinelli dopo la nota dello scorso 4 marzo del sindaco Marco Crocicchi su Cupinoro dove tra l’altro il primo cittadino affermava che “…In occasione del consiglio comunale del 28 febbraio per l’approvazione del bilancio di previsione, da una parte dell’opposizione e in particolare dal consigliere Tondinelli, la lettera della Regione è stato il pretesto per porre riserve sugli accantonamenti posti nel bilancio approvato.” 

Di seguito la nota del Capogruppo FdI Armando Tondinelli

“Leggendo quanto recentemente comunicato dal signor Crocicchi trovo la definitiva conferma di quanto questa amministrazione sia lontana dalla realtà!” Inizia così la nota del Consigliere comunale di opposizione Armando Tondinelli in risposta a quanto
Adesso (e SOLO adesso) che la Regione Lazio si risveglia da torpore e “distrazione” durati anni e anni (governi regionali di sinistra) nei confronti dei destini della discarica di Cupinoro, ecco che il sindaco di Bracciano chiama all’adunata tutta la popolazione per trovare una soluzione al “problema Cupinoro”.
Tali e tante sono le “inesattezze” riferite dal signor Crocicchi che, per evitare di annoiare troppo chi avrà la bontà di leggere queste righe, ne commenterò solo alcune.
Dice il sindaco:“Cupinoro è un tema che ha riguardato e riguarderà tutti i cittadini di Bracciano e le amministrazioni che verranno almeno per i prossimi 30 anni”, dimenticandosi che , mentre è pura verità che Cupinoro abbia riguardato lunga parte della storia di Bracciano, dal 2014 in poi DEVE essere un problema di tutti tranne che dei cittadini di Bracciano, che hanno fatto tutto quello che è stato loro richiesto riguardo alla discarica! E ancora :”abbiamo chiesto all’opposizione di prendersi la responsabilità di decidere e di dichiarare pubblicamente da che parte stare in questa vicenda”; mi domando, dov’era il signor Crocicchi quando il tanto vituperato Consigliere Tondinelli denunciava pubblicamente il totale abbandono della gestione della discarica da parte dei suoi predecessori nelle mani di loro sodali e dell’avvocato personale di uno di loro (non lo dice il Consigliere Tondinelli, lo ha denunciato, più volte, la Corte dei Conti, rilevando la totale assenza del dovuto Controllo Analogo da parte del Comune)? Su quali guanciali dormiva il signor Crocicchi quando il Consigliere Tondinelli stigmatizzava gli sprechi milionari che sembravano invece sconosciuti agli allora occupanti di Piazza IV Novembre? Tanto che proprio per questi ”sprechi” nel 2016 quando il consigliere Tondinelli viene eletto Sindaco trova il Comune di Bracciano in predissesto finanziario con circa 9 milioni di euro da ripianare per evitare il dissesto del Comune, dissesto che grazie al lavoro di Tondinelli e della sua maggioranza viene evitato, ma che comunque è gravato ancora una volta sui cittadini di Bracciano.
Ennesima dimostrazione della scarsa conoscenza della “storia di Cupinoro” da parte del signor Crocicchi emerge dalla sua affermazione inerente il “ricorso contro la Regione Lazio per vedere riaffermato il riconoscimento al Comune di Bracciano di 10 milioni di Euro a titolo di risarcimento per i costi non di competenza sostenuti per garantire la sicurezza dell’intera discarica, ovvero relativi alla parte di discarica gestita da privati fino al 2004 e corrispondente a circa 2/3 dell’invaso complessivo”; premesso che è semplicemente falso il rapporto nell’entità dei conferimenti di rifiuti (ma evidentemente il sindaco si fida ciecamente delle dichiarazioni di chi lo ha preceduto), quella dei “10 milioni di risarcimento” è una vera e propria favola senza alcuna base di concretezza (gli basterebbe richiedere alla Regione “amica” la successione delle delibere in proposito emesse e successivamente ritirate fino alla definitiva rinuncia) ma forse un buon sistema per l’emissione di parcelle da far pagare (queste sì?) ai cittadini di Bracciano.
E concludiamo con l’ultima, apodittica affermazione secondo la quale “la Bracciano Ambiente NON era una Società “in house” del Comune di Bracciano in quanto non presentava i requisiti previsti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale”; al di là del fatto che risultano recenti pronunce di Corte di Cassazione che si esprimono in maniera differente, al di là di definizioni “giurisprudenziali” sul tipo di società, è un FATTO che il Comune di Bracciano ha per anni salvato il proprio bilancio sottraendo importantissime risorse (nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro l’anno) alla sua società partecipata, di fatto attivamente contribuendo al suo fallimento (e anche questo non lo dice il Consigliere Tondinelli, lo dicono i bilanci della Bracciano Ambiente.
Si ricordi, signor Crocicchi, che mentre lei inizia la sua battaglia adesso (e SOLO adesso), alla ricerca della soluzione del “problema Cupinoro”, il Consigliere Tondinelli si è pervicacemente battuto perché quel problema non si creasse! All’attuale sindaco spetta ora il compito da un lato di impedire che si compia un ulteriore e arbitrario sopruso ai danni dei suoi concittadini, e dall’altro di avviare la dovuta azione di responsabilità nei confronti degli amministratori che, in tutta evidenza, hanno palesemente mancato al loro dovere di corretta gestione delle risorse pubbliche.
Detto questo per chiarire al Signor Crocicchi che un’istituzione prima di parlare dovrebbe conoscere gli atti e non parlare per spot soprattutto su temi cosi delicati, come capogruppo di Fratelli d’Italia del comune di Bracciano confermo, come già detto in consiglio comunale, che il mio gruppo collaborerà lealmente e costruttivamente con la maggioranza sempre con l’obiettivo di affermare la verità storica sulla gestione di Cupinoro che è agli atti del comune e che consiglio al signor Crocicchi di andarsi a leggere ma soprattutto per salvaguardare i cittadini che già troppo hanno dato sulla questione Cupinoro, lo abbiamo fatto ieri, lo facciamo oggi e lo faremo domani al di là di quale governo ci sia in regione ed al comune al contrario del Signor Crocicchi che nella sua cronistoria ha creato volontariamente un vuoto, dimenticando che Bracciano è stato governato da giunte di sinistra dal 1993 al 2002 e dal 2007 al 2015, e che anche la Regione Lazio negli ultimi decenni è stata in gran parte governata dalla Sinistra, e soprattutto dimenticando che i cittadini hanno subito un predissesto finanziario del comune di Bracciano grazie alla mala-gestio di amministrazioni che hanno preceduto l’amministrazione Tondinelli.




Giorgia Meloni sui dossieraggi: “Fatto gravissimo, chi sono i mandanti?”

Il fatto è “gravissimo”. I metodi “da regime” e “i mandanti” sono quelli che ora vanno individuati per fare “molta chiarezza”. Finora non ne aveva parlato ma quando lo fa, Giorgia Meloni va giù dura. Senza mezzi termini. Perché questi “dossieraggi ad personam per passare le notizie ai giornali di De Benedetti” preoccupano e non poco il centrodestra.

Non tanto per l’esito delle elezioni in Abruzzo su cui tutti si dicono “ottimisti” a partire dalla premier. Quanto su quello che può esserci ancora dietro l’inchiesta di Perugia che ha scoperchiato almeno 800 accessi abusivi a banche dati pubbliche per raccogliere informazioni su personaggi politici ma anche su “normali cittadini”. Una questione “antidemocratica”, dice anche Antonio Tajani.

Una “vergogna che non si deve ripetere”, affonda Matteo Salvini, preannunciando denunce “in tutte le procure d’Italia”

Usano quasi le stesse parole i leader del centrodestra, che si ritrovano sul palco di Pescara per lanciare la volata a Marco Marsilio, in cerca di riconferma, dopo una giornata tra impegni (separati) di campagna elettorale. Perché il futuro dell’Abruzzo passa inevitabilmente in secondo piano di fronte alle carte dell’inchiesta per cui Meloni ringrazia “Cantone e Melillo”, che saranno sentiti dalla commissione Antimafia, come da loro stessa richiesta. Mentre Italia Viva vuole chiamare anche Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia fino a febbraio del 2022, che oggi però è anche deputato M5s e vicepresidente della commissione (già nel mirino anche di Forza Italia). L’audizione di un membro della stessa commissione “non ha precedenti”, spiega la stessa Raffaella Paita che ha annunciato l’iniziativa, su cui ora dovrà esprimersi la presidente Chiara Colosimo”.

Proprio il fatto che il procuratore di Perugia e il procuratore nazionale Antimafia abbiano chiesto di essere ascoltati – soprattutto dal Copasir, dove saranno auditi giovedì – ha fatto scattare l’allerta tra i parlamentari, soprattutto di maggioranza. Sul fatto che ci possa essere molto altro, e molto più “pericoloso”, di quanto emerso finora. Già così l’inchiesta sta sollevando più di un interrogativo. “C’è un regista?”, si chiede Tajani. “Qualcuno pagava, qualcuno sapeva, qualcuno ne approfittava”, incalza Salvini, sottolineando che gli accessi abusivi si sono concentrati soprattutto sul centrodestra. Mentre “il diritto alla privacy, garantito dall’articolo 15 della nostra Costituzione, è diventato ormai una sorta di aspirazione metafisica”, osserva il ministro della Giustizia Carlo Nordio, augurandosi un intervento “del legislatore” pure sulle intercettazioni.

Ma il centrodestra, come fa il presidente dei senatori di Fi Maurizio Gasparri, si spinge a chiedere su una vicenda “inquietante” un intervento “del presidente del Csm”, ovvero Sergio Mattarella che pure non cita mai, che dovrebbe “fare sentire la sua voce in questo scandalo enorme” come ha fatto “nei giorni scorsi sui temi dell’ordine pubblico”. Mentre Guido Crosetto sottolinea di non parlare “per rispetto dell’inchiesta” (“non parla la parte lesa – sottolinea però – ma parlano gli indagati”), nemmeno la premier era intervenuta sull’azione operata dal finanziere Pasquale Striano, al centro dell’inchiesta.

Ma arrivando a Teramo per la prima tappa elettorale (in solitaria prima del comizio a tre) a fianco di Marsilio, puntualizza che non si può certo parlare di “libertà di stampa” di fronte a un uso del genere delle “banche dati pubbliche”. E “gravissimo” dice in favore di microfoni che “in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa”.

Dal palco – e sotto la pioggia – punterà il dito direttamente contro “il giornale di De Benedetti” (ci sono tre cronisti del Domani tra gli indagati) proprio nel giorno in cui Sergio Mattarella sottolinea il ruolo “indispensabile” della stampa richiamando però ciascuno alle “proprie responsabilità”. L’inchiesta, ancor più della sveglia arrivata due domeniche fa dal voto sardo, ricompatta il centrodestra, convinto che non si replicherà lo scivolone dell’isola. Nessun “effetto Sardegna” si dicono sicuri i leader sul palco (Salvini mancherà, sul finale, quando tutti risalgono per cantare l’inno d’Italia). “Intanto pensiamo all’Abruzzo” ma “ho già messo l’elmetto” dice con voce roca la premier guardando al vero appuntamento che farà da spartiacque, le prossime elezioni europee. “Succederà di tutto”, chiude la premier augurandosi intanto che Marsilio, che ha già centrato “l’impresa” di essere stato “il primo governatore di Fratelli d’Italia”, diventi anche “il primo nella storia dell’Abruzzo ad essere confermato per un secondo mandato”.




Bracciano, Crocicchi: “Su Cupinoro dovere di tutti impegnarsi a difesa del territorio. Appuntmento sabato 9 in aula Consiliare”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Sindaco di Bracciano, Marco Crocicchi

“La Regione Lazio, che dopo il fallimento della Bracciano Ambiente si è occupata di monitorare il sito e realizzare il capping sull’intero invaso, ha comunicato in maniera unilaterale che intende restituire al comune la gestione della discarica. 

In occasione del consiglio comunale del 28 febbraio per l’approvazione del bilancio di previsione, da una parte dell’opposizione e in particolare dal consigliere Tondinelli, la lettera della Regione è stato il pretesto per porre riserve sugli accantonamenti posti nel bilancio approvato. Ho risposto contestando con decisione tale lettura e affermando che Cupinoro è un tema che ha riguardato e riguarderà tutti i cittadini di Bracciano e le amministrazioni che verranno almeno per i prossimi 30 anni, ed è preoccupante vederlo ridotto a oggetto di strumentalizzazione politica fine a sé stessa.

Abbiamo allegato alla delibera del bilancio la nota con la quale abbiamo replicato alla lettera della regione, ribadendo con fermezza che ci opporremo agli atti che andranno in questa direzione, soprattutto senza prima avere garanzie e chiarezza sul piano della competenza economica. Abbiamo iniziato un’interlocuzione con gli uffici e con l’Avvocatura regionale e intendiamo proseguirla anche con la parte politica della Regione Lazio per vedere affermati questi principi, presenti nelle relazioni dirigenziali e nelle delibere regionali e soprattutto nelle numerose sentenze emesse dai tribunali. Per questo abbiamo chiesto all’opposizione di prendersi la responsabilità di decidere e di dichiarare pubblicamente da che parte stare in questa vicenda che non permette ambiguità. Abbiamo rappresentato in consiglio la nostra disponibilità ad aprire un tavolo condiviso aperto a tutti coloro che intendono difendere gli interessi di Bracciano e abbiamo preso atto di una potenziale disponibilità dell’opposizione a farne parte.

Abbiamo lavorato fin dal primo giorno nell’interesse dei cittadini di Bracciano e continueremo a farlo senza esitazioni: dopo averne subito il peso sul piano ambientale, i braccianesi non devono e non possono farsi carico dei costi economici per mantenere in sicurezza il sito. Continueremo a farlo anche a costo di dover affrontare una battaglia sul piano politico e legale con la Regione. 

Noi su quel tavolo ci stiamo seduti da sempre. Ci aspettiamo che lo facciano anche i consiglieri di opposizione e chiediamo a tutta la cittadinanza di unirsi a noi in questa battaglia per il nostro territorio. 

Per questo invitiamo tutti all’assemblea pubblica che si svolgerà Sabato 9 Marzo alle 16:00 presso l’aula consiliare per confrontarci sugli scenari e su come affrontare questa battaglia insieme!

Per una migliore comprensione della vicenda è bene effettuare una breve cronistoria della vicenda: fin dal giorno del mio insediamento ad ottobre 2021 ci siamo dedicati con grande impegno all’annosa questione della discarica di Cupinoro. Con uno dei primi atti a mia firma,(oggetto del primo comunicato e della prima conferenza stampa), abbiamo incaricato gli avvocati di coltivare il ricorso contro la Regione Lazio per vedere riaffermato il riconoscimento al Comune di Bracciano di 10 milioni di Euro a titolo di risarcimento per i costi non di competenza sostenuti per garantire la sicurezza dell’intera discarica, ovvero relativi alla parte di discarica gestita da privati fino al 2004 e corrispondente a circa 2/3 dell’invaso complessivo. Il ricorso, promosso nel 2016 dalla Commissaria prefettizia, era ormai giunto ad un mese dalla perenzione, visto che nessuno se ne era minimamente preoccupato negli anni precedenti. La nostra decisione, unita al grande lavoro quotidiano condiviso in questi due anni con gli avvocati, ha portato alla sentenza di annullamento della delibera con cui la Regione Lazio revocava il riconoscimento di 10 milioni di € al Comune di Bracciano. È stato quindi riaffermato il principio secondo il quale 2/3 della discarica non potevano essere a carico della Bracciano Ambiente né tantomeno del Comune. Inoltre, per quanto riguarda la parte gestita dalla B.A. (circa 1/3 dell’invaso) la Regione Lazio deteneva Polizze Fideiussorie per circa 9 milioni di Euro (che dovevano coprire i costi di capping e gestione post operativa per la parte gestita da B.A., fallita nel 2016) la cui escussione, tentata dalla Regione con 7 anni di ritardo, non ha avuto esito positivo.

Evito in questa occasione, quantomeno per motivi di sintesi, di parlare della genesi della Bracciano Ambiente Spa nonché delle motivazioni del suo fallimento. Anche altri  forse dovrebbero evitarlo, ma per motivi di decenza. Quello che è necessario in questa occasione è rilevare che diverse sentenze della Corte dei Conti ( Sezione di Appello e sezione giurisdizionale per il Lazio) e del Tribunale civile di Civitavecchia, hanno sancito che la Bracciano Ambiente NON era una Società “in house” del Comune di Bracciano in quanto non presentava i requisiti previsti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale.

La discarica di Cupinoro è stata quindi gestita per 2/3 da privati e per 1/3 da Bracciano Ambiente Spa, che non era una Società in house del Comune e della quale la Regione deteneva le Polizze Fideiussorie”




Regionali Sardegna, Alessandra Todde: “Usare ogni leva per mandare a casa questa destra”

Nessun riconteggio in Sardegna, la vittoria di Alessandra Todde è in cassaforte. Lo spiega lei stessa, ospite di “In mezz’ora” su Rai 3, sottolineando che la forbice è ampia e la possibilità di un riconteggio totale non esiste.

“I dati che abbiamo ci lasciano stare tranquilli: abbiamo una forchetta tra i 1.450 e i 1.600 voti, ben lontana dai 200 che ho sentito vagheggiare, poi aspettiamo l’ufficialità della Corte d’appello di Cagliari. Un riconteggio totale non è previsto dalla legge, deve essere fatto sulle singole sezioni con motivazioni precise”, precisa la presidente della regione Sardegna.

Andrò l’8 marzo in Abruzzo, la festa della donna, per la chiusura della campagna elettorale- rende noto Todde-. Bisogna utilizzare ogni leva possibile per cercare di mandare a casa questa destra. Lo faccio con maggiore convinzione per quanto riguarda l’Abruzzo“.




Bracciano, Tondinelli su nuova giunta Crocicchi: “Si torna indietro all’era Sala. Il sindaco prenda atto e si dimetta!”

Il sindaco di Bracciano Marco Crocicchi ha nominato la nuova giunta e sono ricominciate le polemiche e le osservazioni di quello che ormai sembra un governo ai colpi di coda. Di certo c’è l’azzeramento della giunta e l’uscita del vicesindaco Massi e dell’assessore Viarengo. La nuova giunta è così composta:

Biancamaria Alberi: vicesindaco con deleghe al Bilancio, Politiche culturali e innovazione

Rinaldo Borzetti: Ambiente e territorio, nuove opere pubbliche, viabilità

Maddalena Coletta: Turismo, Sviluppo economico, attività produttive, tributi

Massimo Guitarrini: Politiche Sociali, Inclusione, Accoglienza, Pubblica istruzione

Ida Maria Nesi: PNRR, Opere Pubbliche finanziate, Impiantistica sportiva, Mobilità sostenibile, Patrimonio, Beni Comuni

Il consigliere di opposizione di Fdi Armando Tondinelli, già Sindaco di Bracciano ha dichiarato: “Ormai gli annunci di Crocicchi sono privi di credibilità – dice Tondinelli – dice di aver azzerato la giunta in nome di un cambiamento di passo quando invece Alfredo Massi si è dimesso e le motivazioni non sono personali come si voleva far credere ai cittadini ma sono scritte nere su bianco su un comunicato dello stesso Massi che sostanzialmente decreta il fallimento di un progetto politico fatto di promesse ma imploso nell’incapacità di governare Bracciano che ormai è allo sbando. Quella che Crocicchi chiama “nuova giunta” è una vecchia infornata dell’era di Giuliano Sala. Purtroppo si va ancora più indietro, il sindaco si è barricato in dinamiche medioevali e la città arranca. Se neppure il suo vicesindaco è riuscito più a seguirlo significa che davvero, Crocicchi, dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi per il bene dei cittadini: il suo governo è privo di azioni, a dominare c’è solo l’incompetenza e l’arroganza. I braccianesi sono stanchi, prenda atto che i suoi propositi sono falliti ancora prima di essere stati avviati. Come diceva il Gattopardo: bisogna che tutto cambi perché niente cambi!”.




Albano Laziale, dall’opposizione 13 domande per l’amministrazione di Massimiliano Borelli

13 domande rivolte all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimiliano Borelli quelle formulate dai consiglieri comunali di opposizione Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Matteo Mauro Orciuoli, Giovambattista Cascella, Federica Nobilio, Giuseppa Guglielmino, Marco Moresco, Romeo Giorgi e Luca Nardi.

“Stanchi di ricevere notizie approssimative e vaghe che evidenziano la totale carenza di strategia e della necessaria visione d’insieme della città da parte dell’attuale Amministrazione comunale, – scrivono in una nota comune i consiglieri di opposizione – avendo preso atto della totale assenza di una progettazione partecipata soprattutto per le opportunità offerte dal PNRR, i consiglieri di minoranza hanno convocato un consiglio straordinario per avere risposte su tante domande ad oggi senza risposta:

  1. all’illustrazione puntuale di ogni singolo progetto finanziato con fondi PNRR nonché alle risorse ad esso destinate ed alla previsione di realizzazione di nuovi parcheggi o al potenziamento di quelli esistenti in prossimità dell’area del Centro Storico;
  2. allo stato di avanzamento lavori di Palazzo Savelli, compreso cornicione e Sala Giunta, e le cause che hanno determinato il ricorso al TAR;
  3. allo stato di avanzamento lavori delle Biovie e le cause che ne hanno determinato il fermo;
  4. allo stato di avanzamento lavori di Piazza Carducci e le difficoltà emerse in merito al taglio dei platani;
  5. allo stato di avanzamento lavori del Teatro Alba Radians e la data in cui il teatro verrà riconsegnato alla cittadinanza;
  6. ai reali motivi ostativi alla realizzazione della seconda isola ecologica in Via Tenutella e la data in cui l’impianto sarà realmente realizzato;
  7. quali interventi, anche eventualmente in danno, ha previsto questa amministrazione per gli immobili in condizioni di abbandono e/o che necessitano di interventi urgenti di messa in sicurezza, come a mero titolo di esempio Palazzo Pamphili, palazzo di Via Graziosa, palazzo di Corso Matteotti, palazzo di Via Cavour e Cinema Florida.;
  8. ad eventuali piani di recupero del Cinema Florida e di Palazzo Pamphili;
  9. allo stato di avanzamento lavori del sottopasso di Pavona e la data effettiva di fine lavori;
  10. ai lavori di ripristino del muro di cinta della scuola Sandro Pertini (Villa Ada);
  11. sugli interventi di manutenzione del cimitero di Albano Laziale e sulla realizzazione del nuovo cimitero;
  12. allo stato di avanzamento lavori della rotatoria tra Via Nettunense e Via Piani di Monte Savello;
  13. sulla progettazione della scuola di Piazza Zampetti in particolare sulle modalità di finanziamento, sui tempi di realizzazione, se in zona verrà realizzato un altro parcheggio al posto di quello attualmente presente proprio su piazza Zampetti, sul destino della scuola di Via Rossini



Velletri, abbattimento alberi. Andolfi (Europa Verde): “Cascella&Co su transizione e verde pubblico, poche idee e ben confuse”

Riceviamo e pubblichiamo da Massimo Andolfi (Europa Verde)
 
“Il nostro Sindaco, sempre prodigo a fornire dettagli sulle ordinanze securitarie, come quella che ha limitato il consumo di alcolici, si è guardato bene di informare l’opinione pubblica circa l’ordinanza n° 14 del 16/02/2024, in base alla quale sembra sia stato avviato un robusto programma di abbattimento di alberature su spazi pubblici. Diciamo “sembra”, perché on-line, l’ordinanza non è pubblicata e in via informale, sui canali social si rimanda a generiche procedure di accesso agli atti. Non ci interessa l’approccio leguleio, ma i fatti. I fatti ci dicono che, numerose piante già sono state abbattute, altre lo saranno a breve. La giustificazione, alla base di questi provvedimenti, per affermazione di alcuni esponenti della maggioranza, trova fondamento nelle perizie di tecnici abilitati, sulla base di valutazioni visive. Ecco, i due olmi di Via delle Mura, di cui abbiamo documentato l’abbattimento, a vista non sembrano più pericolosi, per la pubblica incolumità, delle condizioni di molti marciapiedi in giro per la città, pieni di buche, avvallamenti, tombini cedevoli e altro ancora. Nessuno fa menzione di rilievi strumentali, più adatti a definire la classe di rischio cedimento e tutto sembra deciso con osservazioni visive, probabilmente decontestualizzate a seconda dell’essenza arborea considerata e sul piano tecnico di dubbia affidabilità. Ma questi sono dettagli. Il punto vero è che questa amministrazione nella gestione di una infrastruttura strategica com’è il verde pubblico, nell’area urbana, strade, parchi, scuole, parcheggi aree private ad uso pubblico ecc, non manifesta alcuna idea e parte con abbattimenti discutibili senza per contro mettere in campo adeguate misure compensative come la programmazione di nuove piantumazioni nel medio e lungo periodo. Il contrasto agli effetti negativi dell’innegabile cambiamento climatico in atto, parte anche da queste misure destinate a produrre effetti futuri, ma che debbono essere assunte ora. Non siamo sorpresi di fronte a questo approccio, ma è chiaro che la nostra Città non può permetterselo. All’indomani dell’insediamento della Giunta Cascella ci fu un primo contatto con l’Assessora Neri, ma è stata fin da subito chiara una certa e mal celata insofferenza sull’argomento; oggi ne abbiamo la conferma. E’ ora di riformulare il Piano del Verde che coinvolge il patrimonio pubblico e anche privato, centrato soprattutto sull’area urbana. Non abbiamo difficoltà a definire le reti di acqua, gas, elettricità, traffico dati, come delle infrastrutture strategiche per il futuro, lo è anche il Patrimonio arboreo, la sua gestione ed espansione almeno per i prossimi venti anni. Quand’è che cominciamo sul serio e la smettiamo di improvvisare? Per il momento solo abbattimenti senza prospettiva.
 
Europa Verde Velletri”
 
 
 
 
 

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Europee 2024, sondaggio con Meloni e Schlein: crescerebbero i consensi. Pd dietro

Con le candidature della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della leader Dem Elly Schlein alle elezioni Europee 2024 crescerebbero i consensi per i rispettivi partiti di appartenenza. Fdi salirebbe infatti al 30% e il Pd arriverebbe al 20,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Porta a Porta, realizzato dall’istituto demoscopico Noto sondaggi, relativo alle intenzioni di voto alle prossime Europee.

Nel caso di non candidatura di Meloni, Fdi arriverebbe al 27,5%, la Lega all’8% tallonata a uno solo punto da Forza Italia che si fermerebbe al 7%. Considerando il 2% di Noi Moderati, la coalizione del centrodestra totalizzerebbe il 44,5% dei consensi.

Il Pd rimane al 19,5% mentre Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa si avvicinano al 4%. E’ da notare la tenuta del M5S che in questo scenario arriva al 18%, quindi a solo 1,5 punti dal Pd.

Con le candidature dei leader le cose invece cambiano, anche in maniera significativa. Fdi passerebbe dal 27,5 al 30% mentre la Lega scenderebbe dall’8 al 7% e sarebbe superata dagli azzurri che invece raggiungerebbero l’8%. In totale la coalizione del centrodestra aumenterebbe di due punti, dal 44,5 al 46,5%.

Con Schlein capolista nel centrosinistra il Pd arriverebbe al 20,5%, mentre calerebbero sia Alleanza Verdi-Sinistra che +Europa, allontanandosi dalla soglia del 4%. Complessivamente, però, questo schieramento rimarrebbe al 26,5%. Anche il M5S potrebbe subire una flessione e indietreggiare al 17%. Italia viva al 3,0% sia con la candidatura di Renzi che senza. E’ da notare che con la candidatura dei 4 leader l’affluenza potrebbe passare dal 50 al 54%.