Ciampino, controlli aeroporto: romano non si ferma all’Alt. Quattro denunce a Fiumicino

FIUMICINO (RM) – Nelle ultime 48 ore, i Carabinieri della Compagnia Aeroporti di Roma hanno svolto numerosi servizi di controllo all’interno dello scalo e lungo le vie adiacenti all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino e “G.B. Pastine” di Ciampino.

Ad esito delle attività, i Carabinieri hanno denunciato quattro passeggeri per tentato furto. Si tratta precisamente di due cittadini italiani, di 48 e 57 anni, una donna portoghese di anni 70 e un francese di 29 anni, sorpresi a trafugare profumi e prodotti cosmetici dagli scaffali espositori dei duty-free shop ubicati all’interno dell’area internazionale dell’aeroporto. La refurtiva, per un valore complessivo di circa settecento euro, è stata recuperata e restituita ai responsabili degli esercizi.

Nel corso del servizio, svolto nell’arco orario di maggior afflusso di passeggeri nei pressi dei viali d’ingresso, uscita e antistanti i terminal, i Carabinieri hanno identificato 127 persone, controllato circa 56 veicoli, contestato 16 sanzioni amministrative, di cui quattro a carico degli operatori del servizio di trasporto pubblico non di linea (NCC).

In particolare, durante i controlli a Ciampino un uomo, di 45 romano, non si è fermato all’alt dei Carabinieri. Lo stesso, dopo poco raggiunto dai militari non ha fornito una giustificazione plausibile alla sua manovra azzardata, della quale ne dovrà rispondere all’A.G. competente.




Civitavecchia, incassa la pensione del padre deceduto per oltre 12 anni: sequestrati beni per 230 mila euro

CIVITAVECCHIA (RM) – Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale Roma hanno eseguito un sequestro a carico di un uomo – classe 1956 di origine palermitana – accusato di aver illecitamente incassato oltre 230.000,00 euro dall’INPS, a titolo di indennità di pensione di vecchiaia.

L’uomo, all’esito di accurati accertamenti economico-finanziari condotti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Civitavecchia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è stato denunciato per il reato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato poiché quale figlio di un soggetto percettore di idonea pensione, ha continuato a intascare, senza averne diritto, per oltre 12 anni, gli emolumenti del padre, risultato deceduto nel 2006.

Le Fiamme Gialle hanno, infatti, puntualmente ricostruito come il sessantaduenne residente in Santa Marinella (RM) – non avendo mai svolto alcuna attività lavorativa – si fosse, di contro, prodigato, nel corso degli anni, con il chiaro intento di truffare l’Ente previdenziale nazionale, provvedendo – dopo la morte del padre pensionato – a riscuotere le rate della pensione da 1.600,00 euro netti mensili, accreditate su un c/c bancario cointestato con il defunto padre, per l’ammontare complessivo di oltre 230.000 euro.

In dettaglio, è stato accertato che lo stesso aveva già incassato e speso oltre 153.000 euro, mentre sul c/c erano ancora giacenti circa 77.000 euro. Pertanto, i militari della Compagnia di Civitavecchia hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Civitavecchia del conto corrente sul quale venivano erogate le indennità INPS, bloccando così la somma non ancora distratta dall’indagato, oltre che di un ulteriore libretto postale e, per l’importo residuo, di una palazzina indipendente su due livelli, sita in Santa Marinella, dal valore commerciale di circa euro 350.000 interamente di proprietà dell’indagato.

L’operazione delle Fiamme Gialle si inserisce nell’ambito del piano di contrasto alle frodi al bilancio dello Stato e a tutela della corretta spesa pubblica.




Torvaianica, rapinò una donna che stava rientrando in casa: identificato 19 enne già rinchiuso al carcere di Velletri

TORVAIANICA (RM) – Al termine di una complessa attività d’indagine, i Carabinieri della Stazione di Torvaianica hanno arrestato, in esecuzione di una misura cautelare della custodia in carcere, un 19enne romeno, con precedenti, che, nel mese di maggio del 2017, rapinò una 52enne del posto. All’epoca dei fatti, il malvivente aveva seguito la donna che stava rientrando in casa e, mentre questa era intenta a prendere le chiavi, l’aveva aggredita colpendola al volto per poi rapinarla della borsa contenente il suo telefono cellulare e denaro contante.

La vittima fu trasportata presso il Pronto Soccorso della “Clinica Sant’Anna” di Pomezia e successivamente dimessa con 7 giorni di prognosi per le lesioni riportate.

Visionando le telecamere di videosorveglianza installate lungo il percorso fatto dalla vittima, i Carabinieri hanno accertato che il rapinatore l’aveva seguita per un lungo tratto di strada e, analizzando i tabulati telefonici del telefono cellulare che le era stato asportato ed era stato poi nei giorni successivi utilizzato dal malvivente, sono riusciti ad identificarlo.

Al giovane, già rinchiuso nel carcere di Velletri per un’altra rapina commessa con le medesime modalità, è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Proseguono le verifiche dei Carabinieri finalizzate ad accertare la sua eventuale responsabilità in altri episodi analoghi.




Torvaianica, spara ai piccioni col fucile a piombini e danneggia i balconi dei palazzi circostanti

TORVAIANICA (RM) – I Carabinieri della Stazione di Torvaianica hanno identificato e denunciato un 52enne, residente a Pomezia, località Torvaianica, che negli ultimi giorni aveva, in più circostanze danneggiato con un fucile a piombini i balconi dei residenti della zona. I militari a seguito di attività investigative, considerando la posizione dei balconi che erano stati “colpiti”, hanno individuato l’abitazione del 52enne come il luogo da cui potevano essere stati esplosi i colpi. Nel corso di una perquisizione domiciliare a casa del 52enne, appoggiato ad un mobile del salone, i Carabinieri hanno rinvenuto una Carabina Diana modello F34 di libera vendita. Il 52enne, portato in caserma, ha subito ammesso le sue responsabilità affermando di aver sparato con il fucile a piombini per cercare di colpire alcuni piccioni. La carabina è stata sequestrata e l’uomo è stato denunciato in stato di libertà, dovrà rispondere delle accuse di danneggiamento.




Civitavecchia, aggressione a clochard: in manette un moldavo e un polacco accusati di tentato omicidio

CIVITAVECCHIA (RM) – Svolta nelle indagini riguardanti l’aggressione al clochard polacco avvenuta a Ladispoli sotto al cavalcavia di via Firenze, sabato scorso, quando l’uomo è stato aggredito da 5 suoi connazionali riportando lesioni gravissime alla testa e al torace, tanto da essere trasportato la sera stessa in eliambulanza da Civitavecchia all’ospedale Gemelli di Roma, dove è ancora ricoverato in prognosi riservata.

Il personale del Commissariato di P.S. coadiuvato da quello dei Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto G.V., 42enne moldavo, e F.L., 35enne polacco, gravemente indiziati del delitto di tentato omicidio.

Le indagini sono iniziate proprio dall’ospedale di Civitavecchia quando gli Agenti del Commissariato hanno ricevuto il referto medico dell’uomo

Individuato il luogo dell’evento e raccolti quanti più elementi utili alla ricostruzione dei fatti, sono stati identificati subito 5 soggetti che a vario titolo avevano partecipato ovvero assistito all’aggressione e pertanto le attenzioni si sono concentrate su di loro. Proprio in questa fase le investigazioni sono continuate in sinergia con i Carabinieri della Stazione di Ladispoli e grazie alla preziosa collaborazione tra le due Forze di Polizia, sono emersi a carico di 2 dei 5 soggetti gravi indizi di colpevolezza nonché il pericolo di fuga degli stessi. Per questo motivo il moldavo G.M. ed il polacco F.L., sono stati sottoposti al fermo per il reato di tentato omicidio e trattenuti al carcere di Civitavecchia, in attesa dell’udienza di convalida.




Torvaianica, contrasto all’illegalità: arrestate due persone e denunciate altre 7

TORVAIANICA (RM) – Ieri sera, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno svolto un servizio coordinato di controllo del territorio finalizzato a contrastare ogni tipo di illegalità in località Torvaianica, che ha portato all’arresto di due persone e alla denuncia di altre 7.

Arrestate due persone e denunciate altre 7 a Torvaianica. I Carabinieri a seguito dei controlli hanno arrestato un italiano, 41enne, con precedenti, di Pomezia, notato sul ciglio della strada con atteggiamento sospetto è stato trovato in possesso di 35 grammi di hashish. Presso l’abitazione poi i militari hanno rinvenuto altre tre piccole piantine di marijuana che l’uomo stava coltivando sul balcone. Il 41enne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I Carabinieri della Stazione di Torvaianica hanno poi rintracciato sul Lungomare delle Meduse un cittadino italiano di 35 anni, residente ad Aprilia, ma di fatto domiciliato a Pomezia, con precedenti, a cui doveva essere applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex compagna, residente a Torvaianica, nei cui confronti il 35enne commetteva da tempo il reato di stalking. Altri due italiani di 48 e 46 anni, uno residente ad Anzio ed uno a Pomezia, entrambi già noti, sono stati controllati dai militari mentre passeggiavano in via Danimarca e trovati in possesso di arnesi atti allo scasso. Per loro è scattata la denuncia in stato di libertà.
Nel corso dei controlli alla circolazione stradale poi sono state denunciate tre persone, due uomini ed una donna poiché, controllati alla guida delle proprie autovetture, sono state trovate con un tasso alcolemico superiore a quello consentito da legge. Due stranieri, un 46enne nato in Polonia ed una 33enne nata in Romania, sono stati invece denunciati per falsità materiale commessa da privato ed uso di atto falso poiché avevano alterato i documenti di revisione delle loro autovetture con targa straniera.Nel corso dei servizi predisposti sono state identificate oltre 130 persone, controllate 60 autovetture e 10 esercizi commerciali del litorale.




Pomezia, vince M5S: Adriano Zuccalà è il nuovo sindaco

POMEZIA (RM) – Pomezia resta al MoVimento Cinque Stelle: Adriano Zuccalà (M5S) vince contro Pietro Matarese (Centrodestra). Il dato finale vede Zuccalà con il 68,76% (13.628 voti) degli aventi diritto contro il 31,24% (6029 voti) di Matasere. Il pentastellato ha sbaragliato l’avversario nonostante le sette liste che si erano alleate al ballottaggio. Il sindaco uscente, Fabio Fucci, dopo l’allontanamento dal M5S, aveva lanciato la proposta di un patto di governo a Zuccalà che però aveva rifiutato.

 




Pomezia, ballottaggio. CasaPound e il caso Parnasi Lanzalone: due fattori che risulteranno decisivi sull’esito finale

POMEZIA (RM) – A Pomezia, a distanza di qualche ora dall’esito delle consultazioni del ballottaggio, tra il 5 Stelle Adriano Zuccalà e il candidato di centrodestra Pietro Matarese, che consegnerà un nuovo sindaco a Pomezia, due avvenimenti che potrebbero rivelarsi determinanti per la scelta finale del nuovo primo cittadino.

CasaPound sostiene M5s

Di fatti CasaPound ha invitato i suoi elettori a votare in favore di Adriano Zuccalà. Anche se gli esponenti della tartaruga frecciata rimarcano la loro distanza dai pentastellati come chiosa il candidato sindaco Roberto Camerota: “Il centrodestra di Pomezia rappresenta la peggiore vecchia politica e non possiamo assolutamente sostenerlo, per questo invitiamo i nostri elettori a votare M5S al ballottaggio”. Notizia non da poco dato che la loro percentuale che si attesta intorno all’1,4% potrebbe risultare decisiva.

Mentre si inserisce anche l’ombra del caso Parnasi e Lanzalone sulle elezioni del Comune di Pomezia

È quanto emerge dai verbali dell’inchiesta denominata “Rinascimento” nella quale è interessato Luca Parnasi, l’ormai noto costruttore che avrebbe atteso l’esito delle comunali di Pomezia all’uopo di ricevere il via libera a Campo Jemini. Proprio qui avrebbe voluto una lottizzazione su 185 ettari di terreno attraverso la Dea Capital Sgr. Ciò si sarebbe concretizzato in un’enorme colata di cemento passata facilmente con l’aiuto di un “governo amico”.

L’intercettazione di Sonzogni

Vi è poi un’intercettazione di Stefano Sonzogni, avvocato dell’ex Presidente di Acea Luca Lanzalone, che al telefono con un collega afferma: “Sì adesso guarda a maggior ragione bisogna vedere come finiscono le elezioni. Perché Pomezia è tutto legato al risultato elettorale… cioè Marino è in carica il sindaco va beh e quindi da quel punto di vista volendo secondo me si può anche… , come di… la cosa sta in piedi in ogni caso… appunto come come dici tu… c’è il Governo, c’è tutto… Pomezia è ovviamente molto legato a cosa succede con la nuova amministrazione che viene eletta”.

Anche se la trama di Parnasi e Lanzalone è stata bruscamente sferzata dagli arresti avvenuti a solo 11 giorni dal ballottaggio che vede proprio il candidato M5s come aspirante futuro sindaco, risulta che Lanzalone già conoscesse Pomezia dove la Giunta grillina aveva deliberato l’ingresso di Acea con due anni di anticipo e con un aumento del 60% sulle bollette. Il giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli proprio in merito a tale intercettazione mette nero su bianco come i due professionisti “hanno assoluta consapevolezza che l’intervento richiesto è soprattutto di natura politica, in ragione della appartenenza del Lanzalone all’orbita del Movimento Cinque Stelle, dal che il conferimento dell’incarico rappresenta la modalità con la quale compensare l’attività, quantomeno, di avvicinamento degli amministratori delle aree geografiche dove insistono gli interessi imprenditoriali del Parnasi, al fine evidente di ottenere un trattamento di favore. È infatti chiaro dal tenore della conversazione, anche in relazione agli espliciti riferimenti fatti dagli interlocutori al colore delle amministrazioni comunali di Marino e Pomezia ed alla prossima formazione di un governo a presenza Cinque Stelle, che l’attività che da loro dovrà essere svolta non sarà tecnica, ma di mediazione e diretta interlocuzione con le amministrazioni comunali preposte al rilascio delle autorizzazioni richieste o all’approvazione dei progetti, al fine di consentire il superamento degli ostacoli a ciò frapposti. In tale ottica, quindi, se nessun problema vi è per il Comune di Marino, già amministrato dai Cinque Stelle, l’avvento di un governo con la partecipazione del Movimento potrebbe risolvere qualsivoglia difficoltà in relazione al Comune di Pomezia, al di là dell’esito delle prossime elezioni comunali”.

Gianpaolo Plini




Anzio, Aprilia e Pomezia elezioni: ecco i risultati

Il quadro dei risultati delle elezioni amministrative nei Comuni di Pomezia, Aprilia e Anzio

POMEZIA– manca solo una sezione sulle 49 totali per completare il quadro di queste elezioni comunali. È certa l’esclusione del sindaco Fabio Fucci che si attesta al 23,24%.
Al ballottaggio si fronteggeranno il candidato 5 Stelle Adriano Zuccalà con il 28,51 e Pietro Matarrese del Centrodestra col 25,63%.
Inseguono il candidato del Centrosinistra Stefano Mengozzi al 18,95%, Antonio Aquino (Lista Civica) al 2,23% e il candidato Caspound Roberto Camertota si attesta al 1,4%.

APRILIA- sarà ballottaggio tra il sindaco uscente Antonio Terra che ha ottenuto il 32% e il candidato di centrodestra Domenico Vulcano col 38%.
Primo partito di Aprilia con il 14% è la Lega, subito dopo Forum col 8,39%. Si registra un forte astensionismo: solo un cittadino su due al voto.
Insegue l’aspirante delle quattro liste civiche tra cui anche Partito Democratico Giorgio Giusfredi che si ferma al 19,58% e Carmen porcelli al 6,59%. Di seguito Casciano 2% e D’Agostini con 1,65%.

ANZIO– al primo turno sembra già fatta per il candidato di centrodestra De Angelis che rappresenta la coalizione composta da Lega, Forza Italia, Lista Civica De Angelis, Il Popolo Della Famiglia, Lista Civica Noi con Anzio, Unione di Centro, Fratelli D’Italia. Non a casa un suo diretto avversario Giovanni Del Giaccio ha spiegato: “ho avuto il piacere di parlare col nuovo sindaco di Anzio, complimentandomi con lui per la vittoria schiacciante quanto inattesa alla vigilia. Noi saremo all’opposizione e la faremo fino in fondo”. Con 25 sezioni su 38 e 8mila elettori ì, De Angelis registra il 54,9%, il M5S di Rita Pollastrini il 14,2%, il PD con Lista Civica Anzio #un’altra città di Giovanni del Giaccio al 9,4%. Inseguono Roberta Cafà con 3 liste più DC al 7,4%, Luca Brignone di Lista Civica Alternativa per Anzio al 5,7%, Roberto Palomba con due liste civiche al 4,5%, Umberto Spallotta con Prc al 2,1%, Manuela D’Alterio al 1,1% per Casapound e Raffale Madonna con una sola lista civica allo 0,7%. Anche qui si registrano disordini ai seggi di schieramenti opposti che hanno portato, verso le 23 di ieri, il Dirigente del Commissariato di polizia di Anzio a fare un sopralluogo a viale Nerone.

Gianpaolo Plini




Ciampino, mazzette su appalti Aeronautica Militare: 22 anni di carcere per la “cricca”

CIAMPINO (RM) – Ventidue anni e due mesi il totale delle pene inflitte dal Tribunale di Velletri nel processo di primo grado ai sei imputati dell’inchiesta sulle tangenti negli appalti milionari per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici dell’aeronautica militare nelle province di Roma e Latina.

Associazione per delinquere tra militari, dipendenti del ministero della Difesa e imprenditori

Una vera e propria associazione per delinquere composta da militari, dipendenti civili del ministero della Difesa e da imprenditori accusati a vario titolo di turbativa d’asta, falso materiale, introduzione clandestina in luoghi militari e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.

Le condanne

Nello specifico i magistrati hanno condannato a:

  • sette anni e tre mesi di reclusione l’imprenditore di Avezzano Giovani Sabetti
  • sette anni e tre mesi di reclusione per l’ufficiale superiore Giampiero Malzone in servizio all’Ufficio Infrastrutture ed impianti al secondo reparto lavori Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino
  • un anno e otto mesi al dipendente civile del ministero della Difesa Stefano Pasqualini
  • quattro anni e otto mesi ad Angelica Ruscior compagna del dipendente civile del Ministero della Difesa in servizio a Ciampino Fabrizio Ciferri
  • un anno con pena sospesa e la non menzione all’imprenditore Antonio Santilli
  • un anno con pena sospesa e la non menzione all’altro imprenditore Giovanni Passarelli.

Sabetti, Malsone e Ruscior sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Sabetti e Malsone sono stati anche interdetti legalmente per la durata della pena. E per Malzone dichiarato estinto il rapporto con il ministero della Difesa.

L’inchiesta delle Procura della Repubblica di Velletri

La sentenza del Tribunale di Velletri è arrivata giovedì scorso sull’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo di Velletri Francesco Prete e dal sostituto Procuratore Carlo Morra. Il valore degli appalti ammonta a quasi nove milioni di euro, assegnati a varie società collegate a Giovanni Sabetti che aveva il ruolo di intermediario e “promotore dell’organizzazione”.

Le indagini condotte dai carabinieri del Noe sono partite nel 2014 e tramite le intercettazioni ambientali e telefoniche si è ricostruito il sistema:

Ciferri insieme a Pasqualini e con l’aiuto della Ruscior, su indicazione del tenente colonnello Malzone, entravano negli uffici del secondo reparto Lavori Genio dell’Aeronautica militare di Ciampino e truccavano le offerte delle imprese partecipanti garantendo l’aggiudicazione a società colluse che versavano in cambio tangenti del 5 e 10 per cento del valore degli appalti.

L’inchiesta è partita da quella condotta dalla procura di Napoli (pm Woodcock, Carrano e Loreto) sulla Cpl Concordia, la cooperativa modenese al centro di un sistema corruttivo messo in piedi da alcuni suoi vertici.

Proprio dai dialoghi tra alcuni dirigenti della Cpl Concordia, interessati nel 2014 alle opere di efficientamento energetico dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, è emersa infatti la figura dell’intermediario di Avezzano Giovanni Sabetti che veniva definito da Nicola Verrini, manager di Cpl, uomo di fiducia di Giovanni Santilli, vice segretario generale della Fondazione Icsa, impegnata nel settore degli studi ed analisi sulla sicurezza interna ed esterna.

TANGENTI IN AERONAUTICA A CIAMPINO: ANCHE GLI HANGAR DEI TORNADO TRA LE COMMESSE

Gli appalti sono molteplici, eccone alcuni:

Si parla di oltre un milione e mezzo per la manutenzione di una palazzina all’aeroporto militare di Guidonia per cui è stata favorita l’assegnazione a Massimiliano Ciceroni amministratore unico della società M. PLANT Srl. Ciceroni ha promesso 150 mila euro di tangente a Sabetti che l’avrebbe spartita con il tenente colonnello e il resto della cricca. Un’altra gara d’oro riguarda l’appalto di oltre 4 milioni di euro all’aeroporto militare di Centocelle per l’ampliamento della mensa dei sottufficiali. E così anche i lavori all’aeroporto Vigna di Valle per oltre 600 mila




Ostia, processo clan Spada: clima di paura

ROMA – Le vittime delle presunte vessazioni messe in atto da appartenenti al clan Spada non si sono presentate in aula oggi a Roma e non si sono costituite parti offese nel processo iniziato oggi davanti alla III corte d’Assise.

In totale una quindicina di persone che hanno deciso di disertare l’aula bunker di Rebibbia ribadendo di non volere presentare istanza ai giudici. Per i pm ciò conferma che nella zona di Ostia “permangono gravi problemi di sicurezza legati a un contesto criminale mai placato”.

Come sottolineato dalla pm Calò a parte Regione Lazio, Comune di Roma, le associazioni antimafia Libera, Caponnetto e ambulatorio antiusura onlus nessuna associazione di Ostia si è presentata al processo. Così come nessuna vittima delle angherie del clan che per anni ha “governato” il litorale romano.

“La presenza di Libera come parte civile in questo processo è coerente con la sua storia di impegno contro le mafie – ha dichiarato l’avvocato Giulio Vasaturo, legale dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, non appena il giudice ha accolto le 5 costituzione di parte civile – Ostia deve rispondere con coraggio all’appello del Santo Padre per fare breccia nel muro di omertà che comprime la libertà di questo territorio”.

L’elenco degli imputati si apre con Carmine Spada, 51 anni, detto Romoletto, ritenuto da chi indaga “capo, promotore e vertice dell’organizzazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, ai fatti di sangue, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione, ristorazione e delle sale giochi nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall’organizzazione”.

A fargli compagnia, sul banco degli imputati, ci sono poi gli autori (attualmente sotto processo) dell’aggressione alla troupe Rai ‘Nemo – Nessuno escluso’ del 6 novembre scorso, e cioè il 43enne Roberto Spada, che condivide con il fratello Carmine le scelte strategiche del sodalizio ed è dotato di potere decisionale, e il suo complice Ruben Alvez del Puerto, attivo nel settore ‘armi, violenza e intimidazione’.

Lunghissima la lista dei reati contestati dai magistrati: si va dall’associazione per delinquere di stampo mafioso “che si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva”, a episodi di omicidio, estorsione, usura, detenzione, porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, traffico di stupefacenti e attribuzione fittizia di beni.

Così il clan si è preso Ostia
Al centro degli accertamenti, tra l’altro, l’agguato (di grande valore strategico perché segnò l’ascesa del clan Spada) costato la vita a Giovanni Galleoni (detto Baficchio) e a Francesco Antonini (‘Sorcanera’) uccisi a colpi d’arma da fuoco in pieno giorno da killer a volto scoperto, in un bar del litorale romano, il 22 novembre del 2011 e, più in generale, l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, la gestione e comunque il controllo delle varie attività economiche, oltre all’aggiudicazione di autorizzazioni e appalti.

Per gli investigatori non ci sono dubbi: “Quella degli Spada è mafia autoctona, cioè diversa da quella storica, ma pur sempre mafia”. Un’interpretazione condivisa dal gip che ha parlato di “un’associazione che ha provocato un profondo degrado sul territorio, consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”: gli Spada, come poi ha confermato sostanzialmente anche il tribunale del Riesame, hanno messo in piedi “un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze.

Gli Spada, insomma, hanno fatto il bello e il cattivo tempo sul litorale, infiltrando attività economiche legali e seminando il terrore. Come è successo quando è stato lo stesso Carmine Spada, per ben due volte, a essere bersaglio di un attentato: in quel caso, non ha denunciato alcunché, ma ha pensato solo a come ‘rifarsi’, nonostante gli amici Fasciani lo avessero sconsigliato.