Chikungunya, Montanari: “Il focolaio non è a Roma”

ROMA – “Ci lasciano sconcertati le parole di Benvenuti, ex presidente AMA nominato da Alemanno, intervistato da TG5 sul caso chikungunya. A Roma disinfestazioni e derattizzazioni sono state effettuate con grande impegno. Dire o lasciar intendere il contrario è un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini.
Il focolaio non è a Roma ma ad Anzio. Roma è stata danneggiata dalle disinfestazioni inefficaci di altri comuni laziali. Per noi, parlano i numeri.
Roma, con 2.875.364 abitanti ha subito 6 casi di contagio. Anzio, con 54.211 abitanti ha riscontrato 19 casi di contagio. Una parte dei cittadini romani che è risultata positiva alla chikungunya era stata in vacanza ad Anzio.
Mentre i nostri trattamenti preventivi a bassa tossicità hanno funzionato molto meglio degli altri, ci chiediamo cosa hanno fatto le altre Amministrazioni per garantire la salute dei cittadini.
La nuova ordinanza Raggi è servita per permettere gli interventi anche sul suolo privato. Nessun passo indietro e nessun ritardo da parte nostra. I trattamenti adulticidi erano già previsti.
Su questo caso andremo fino in fondo, per ristabilire la verità e valuteremo tutte le azioni possibili, anche legali, denunciando il procurato allarme e la diffusione di notizie false, per tutelare l’operato dell’Amministrazione Capitolina”. Così in una nota, l’Assessora alla Sostenibilità di Roma Capitale, Pinuccia Montanari.




Cesano e Formello, marijuana e cocaina: blitz dei carabinieri. Arrestate 3 persone

CESANO (RM) – Nel corso di due distinte attività antidroga, i Carabinieri della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato tre persone accusate, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e produzione di sostanze stupefacenti.

Investigando negli ambienti locali della droga, i Carabinieri della Stazione di Formello, con la collaborazione del Nucleo Cinofili Carabinieri di Santa Maria di Galeria, sono riusciti ad individuare un’abitazione di via della Selviata, al cui interno il proprietario, un 34enne romano già noto alle forze dell’ordine, gestiva il suo traffico di droga.

Ieri pomeriggio è scattato il blitz: i militari hanno fermato l’uomo, rinvenuto 3 piante di marijuana e oltre 260 grammi della stessa droga, pronta per essere immessa nelle piazze di spaccio. Durante le operazioni è stato rinvenuto e sequestrato anche un’ingente quantità di materiale per la coltivazione delle piante e per il confezionamento in singole dosi.

Nella tarda serata di ieri, invece, i Carabinieri della Stazione di Cesano hanno fatto scattare una perquisizione a casa di due cittadini marocchini di 25 e 37 anni, senza occupazione e con precedenti. Nell’abitazione, ubicata in via Valle Corazza a Cesano, i Carabinieri hanno trovato dosi di cocaina e marijuana e circa 1.000 euro in contanti, ritenuto provento della loro attività illecita.

Il 34enne romano è stato posto agli arresti domiciliari mentre i due cittadini marocchini sono stati trattenuti in caserma in attesa del rito direttissimo.




Roma, cade albero in Via Cassia: due feriti. Sono 86mila gli alberi in stato di abbandono

ROMA – Un grosso pino è caduto su due auto a Roma ferendo due persone. E’ accaduto su via Cassia, angolo via Vilfredo Pareto, nel quadrante Nord della città. Sul posto due squadre dei pompieri con l’ausilio dell’autogru. I due feriti, che si trovavano all’interno delle macchine, sono stati trasportati in ospedale dal 118. Una donna in codice rosso per un trauma cranico e un uomo in codice giallo per trauma alla schiena. Non sarebbero in gravi condizioni.

Interviene con una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista ECOITALIASOLIDALE.

Un grosso albero è caduto in via Cassia all’angolo con via Vilfredo Pareto. Purtroppo ormai è consuetudine che cadono alberi e rami e quest’oggi  sono rimaste coinvolte due autovetture, traffico in tilt nella zona  e una donna è rimasta  ferita da un ramo. Come denunciamo da tempo  nella Capitale d’Italia sono circa 86.000 gli alberi che su un totale di 330.000,  a causa di un colpevole
abbandono,  stanno lentamente morendo e che rappresentano un costante pericolo per cittadini, autovetture e viabilità.
Ancora una volta vogliamo accendere i riflettori su un danno che sta interessando il patrimonio ambientale presente a Roma, sia quello esistente  nelle periferie con giardini e spazi verdi abbandonati come quello più pregiato per riferimenti storici, come le ville.  Basti considerare  come le tre ville monumentali più grandi di Roma, in totale 448 ettari, fra Villa Ada, Villa Pamnphilj e Villa Borghese, che conservano la memoria dei re, del Risorgimento e dell’arte, proseguono ad essere vittime dell’incuria, dell’illegalità e di occupazioni abusive i e di una mancanza di  adeguati controlli e programmi di manutenzione”. “La situazione del verde e degli alberi di Roma risulta inaccettabile, rappresentano ormai un pericolo costante ed  il peggior esempio d questa amministrazione”.




Bingo on line, Consiglio di Stato: ok a Regolamento Ministeriale

La sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, con parere n. 1962 dell’11/09/2017 (Est. Greco) ha dato il proprio assenso allo schema di regolamento ministeriale recante la disciplina del gioco del Bingo con partecipazione a distanza, predisposto dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Tale regolamento, secondo il Supremo organo amministrativo, si è reso necessario per quanto concerne la disciplina di modalità e tempo di gioco, nonché della corresponsione di aggi e proventi. Il provvedimento in questione scaturisce dalla sollecitazione dell’Ufficio legislativo delle finanze, che, con nota dell’11 settembre 2014 indirizzata alla predetta Agenzia, aveva rilevato la non piena aderenza al dato normativo primario dell’assetto regolamentare esistente in ordine al gioco de quo.  Allo stato attuale, difatti, il bingo a distanza è integralmente disciplinato dal decreto del direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli del 24 maggio 2011, peraltro emanato nell’ambito di un quadro normativo che già allora richiedeva l’adozione anche di un decreto ministeriale. Con lo schema di regolamento ministeriale, al quale il Consiglio di Stato con alcuni correttivi ha dato il suddetto parere favorevole, l’Amministrazione provvede ad armonizzare pienamente anche la disciplina del bingo a distanza, dettando le regole essenziali su modalità e tempi di gioco e sui compensi.

 




Scuola, la denuncia Anief: tornano le classi pollaio anche in presenza di alunni disabili

Le cronache di questi giorni ci dicono che la Buona Scuola non ha cambiato nulla sulla tendenza tutta italiana di concentrare troppi alunni nella stessa classe. Mentre in diverse zone della Francia il limite è di soli 12 alunni per classe, da noi si supera anche l’ultima normativa che ha spostato in alto la soglia di alunni per aula (il Dpr 81/09): quelli che dovevano essere casi ‘eccezionali’, sono diventati la norma. Eppure, il numero di studenti è in progressivo calo: dal 1° settembre 33mila in meno rispetto al 2016 e l’Istat ci dice che nel prossimo decennio di iscritti se ne perderanno 700mila. Fatto sta che a Milano si è arrivati a creare una classe-record da 37 alunni, gruppi extra-large sono presenti sulla costa adriatica, in Lucania ci sono classi da 26 alunni pure se le condizioni di sicurezza non lo permettono. Il diktat numerico, imposto da chi governa per fare cassa, non si ferma neanche in presenza di allievi con sostegno: nel vicentino si è creata una classe con 30 allievi di cui uno disabile grave. A mettere a posto le cose ci sono per fortuna i tribunali della Repubblica che impongono di non superare i 20 iscritti (con disabile grave) e se c’è rischio sismico la soglia scende a 17.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): nel gruppo-classe sono spesso presenti, oltre agli alunni con certificazione di disabilità, anche alunni con problemi di apprendimento a vari livelli, di cui non si tiene conto, e le lezioni diventano ancora più difficili da svolgere poiché necessitano di diverse programmazioni, azioni educative e valutazioni personalizzate non sempre di facile gestione. Anche la Legge 107/2015 è stata una delusione, perché ha introdotto nuove norme inutili, dopo aver pure cercato di alzare le soglie. Si rasenta l’assurdo quando l’ufficio scolastico arriva a ignorare, non accade di rado, la presenza in classe di casi ‘certificati’, con sostegno annesso: una presenza che riduce sensibilmente i tetti sempre più alti e fa scattare lo sdoppiamento di classe.

Proprio su questo punto, la lesione del diritto allo studio degli alunni più bisognosi, i disabili, il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha scritto in questi giorni alle scuole e alle famiglie, rilanciando l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”: ‘l’obiettivo è ottenere il rispetto del diritto allo studio e all’integrazione scolastica dei nostri figli e dei nostri alunni che, attraverso certificazioni idonee, devono ottenere quanto previsto dalle normative vigenti a loro tutela’. I genitori, guidati dai referenti Anief, possono chiedere la documentazione utile per il ricorso: ‘tutti i docenti, gli ATA e i Dirigenti Scolastici possono partecipare attivamente alla nostra iniziativa informando le famiglie e contribuendo a migliorare la nostra scuola’.

Con l’anno scolastico, torna lo spettro delle classi pollaio: è divenuto un caso nazionale la classe-record da 37 alunni a Milano, come ha destato scalpore una primaria di Malo, nel vicentino, da 30 allievi perché è stata allestita senza considerare la presenza di un alunno con disabilità grave. Non sono da meno i diversi gruppi-classe extra-large sulla costa adriatica. E nemmeno la classe a Genzano, in Lucania, da 26 alunni anche se le condizioni di sicurezza non lo permettono.

Se si è arrivati a questo punto il motivo è nell’innalzamento del numero di alunni per classe: una tentazione al risparmio statale facile, sulla pelle dei giovani in formazione, a cui alcuni degli ultimi Governi non sono riusciti a resistere. Il fenomeno, inoltre, è tipicamente italiano: in Francia, ad esempio, da quest’anno in alcune zone del Paese ogni classe avrà soltanto 12 alunni. A rendere inspiegabile la situazione è anche il dato sulla riduzione sensibile di alunni a livello nazionale: solo quest’anno se ne contano 33mila in meno rispetto al 2016/17. Nell’ultimo triennio quasi 100mila. Anche le previsioni indicano che la tendenza non si arresterà, perché non è casuale ma da correlare allo stop della crescita degli alunni stranieri iscritti nelle nostre scuole: l’Istat ha calcolato, riassume La Repubblica, che “fra cinque anni il calo degli alunni potrebbe attestarsi sulle 361mila unità e fra 10 anni sulle 774mila unità”.

“Partendo da questi numeri – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – viene da chiedersi come mai non si colga l’occasione per ridurre il numero di alunni per classe, che nelle prime classi delle superiori supera spesso le 30 unità. È un problema di notevole portata che rende difficile l’insegnamento del docente e l’apprendimento del discente. Tra l’altro, nel gruppo-classe sono spesso presenti, oltre agli alunni con certificazione di disabilità, anche alunni con problemi di apprendimento a vari livelli di cui non si tiene conto e le lezioni diventano ancora più difficili da svolgere, poiché necessitano di diverse programmazioni, azioni educative e valutazioni personalizzate non sempre di facile gestione”.

“Si rasenta l’assurdo – continua Pacifico – quando l’ufficio scolastico arriva a ignorare, non accade di rado, la presenza in classe di casi ‘certificati’, con sostegno annesso: una presenza che riduce sensibilmente la soglia sempre più alta oltre la quale scatta lo sdoppiamento. La Legge 107/2015 è stata una delusione, perché ha introdotto nuove norme inutili, dopo aver pure cercato di alzare le soglie. Avevamo chiesto precise garanzie nell’attuazione della delega della Buona Scuola su sostegno, ma senza averne riscontro”.

Diventa interessante, a questo proposito, andare a rivedere i contenuti nel decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009, introdotto con l’ultimo Governo Berlusconi, in base al quale anche in presenza della deroga del 10% stabilita dall’art. 4 per ogni ordine di scuola, in casi eccezionali si possono formare classi rispettivamente fino a un massimo di 26-28 alunni nella scuola dell’infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni in quella secondaria di primo grado e fino a 30-33 alunni nella scuola secondaria di secondo grado.

Sono “tetti” più alti dei precedenti, disposti principalmente dai decreti ministeriali del 18 dicembre 1975 e 22 agosto 1992, oltre che dalla legge n. 23 del 1996, attraverso cui si stabiliva che il rapporto alunni-superficie scolastica non avrebbe dovuto superare 1,80 metri quadrati ad alunno nella scuola dell’infanzia e primaria, e 1,96 nella scuola secondaria. All’approvazione del decreto n. 81 del 2009 si sarebbe dovuta attuare una fase di riqualificazione dell’edilizia scolastica, condotta dal Ministero dell’Istruzione assieme al Mef, per evitare che quell’innalzamento recasse problemi di sicurezza nei luoghi pubblici. Ma quell’adeguamento non c’è mai stato. Una mancanza che diventa gravissima dal momento che oggi abbiamo quasi 250mila iscritti disabili sparsi per le scuole della Penisola.

Ad essere aggirato, infine, è il diritto allo studio e alla formazione. Ricordiamo, a questo proposito, se vi sono alunni con disabilità grave, la normativa vigente prevede che “il numero complessivo dovrebbe essere al massimo di 20 alunni, in modo da facilitare i processi di integrazione e d’inclusività”. La norma di riferimento è sempre il DPR 81/09 che consente una riduzione del numero di alunni per classe, restando però nel limite dell’organico assegnato alla scuola: significa che non verrà assegnato personale aggiuntivo per la formazione di nuove classi meno numerose, ma gli studenti dovranno essere distribuiti nelle altre classi, le quali diverranno numerose. È compito del dirigente scolastico prevedere un’equa distribuzione degli alunni disabili tra le varie classi. Qualora l’alunno disabile ravvisasse delle problematiche non gravi si potrebbe arrivare anche a 25 alunni complessivi. E comunque sempre con non più di due alunni disabili con problematiche non gravi, come indicato chiaramente dalla stampa specializzata, che ha ripreso l’art. 5, comma 2 dello stesso DPR.

E siccome le norme sono fatte per essere applicate, i giudici non possono che dare ragioni a chi ricorre contro chi le aggira: una sentenza esemplare, in questo verso, è la n. 1367 del 19 settembre 2016, con cui il Tar della Toscana, sezione di Firenze, con cui il tribunale ha dato ragione al genitore di un alunno disabile iscritto al primo anno di un liceo di Firenze che chiedeva l’annullamento del provvedimento con cui era stata istituita una classe da 31 studenti, tra cui due alunni con patologia invalidante. “Con tale ricorso – ha spiegato la stampa specializzata – si evidenziava come l’inserimento del ragazzo disabile in una classe di trentuno alunni (definita come “classe pollaio”) violasse il diritto costituzionale alla istruzione e alla integrazione scolastica, pregiudicando il corretto svolgimento della didattica e la stessa inclusione dei minori disabili”: una pronuncia, spiegano gli addetti ai lavori, che “darà luogo a numerosi ricorsi in opposizione alla prassi delle scuole italiane di infrangere la normativa vigente”.

Laddove l’edificio scolastico sia collocato in una zona ad alto rischio sismico, i limiti di presenze di allievi non devono andare oltre i 17 alunni per classe: a stabilirlo è stato, di recente, il Tar di Napoli, che ha dato ragione a un gruppo di genitori, che denunciavano la suddivisione di 43 alunni, di cui 5 disabili, in due sole classi. La soglia di 20 alunni, prevista in caso di alunni disabili gravi in classe scende a 17, proprio laddove vi sia anche un’alta possibilità di evento sismico.

Proprio su questo punto, la lesione del diritto allo studio degli alunni più bisognosi, i disabili, il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha scritto in questi giorni alle scuole e alle famiglie, rilanciando l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”: “l’obiettivo è ottenere il rispetto del diritto allo studio e all’integrazione scolastica dei nostri figli e dei nostri alunni che, attraverso certificazioni idonee, devono ottenere quanto previsto dalle normative vigenti a loro tutela”, ha scritto il sindacalista. I genitori, guidati dai referenti Anief, potranno richiedere la documentazione utile per presentare ricorso: “tutti i docenti, gli ATA e i Dirigenti Scolastici possono partecipare attivamente alla nostra iniziativa informando le famiglie e contribuendo a migliorare la nostra scuola”.




Usa, attacchi terroristici: prosegue l’emergenza nazionale. Casa bianca difende Trump su caso Comey

USA – In linea con la sezione 202 (d) del National Emergencies Act, 50 USC 1622 (d), continuo per 1 anno l’emergenza nazionale precedentemente dichiarata il 14 settembre 2001, nella Proclamazione 7463, per quanto riguarda gli attacchi terroristici dell’11 settembre , 2001, e la continua e immediata minaccia di ulteriori attacchi contro gli Stati Uniti.

Dato che la minaccia terroristica continua, l’emergenza nazionale dichiarata il 14 settembre 2001 e i poteri e le autorità adottate per far fronte a tale emergenza devono proseguire in vigore oltre il 14 settembre 2017. Pertanto continuo in vigore per un ulteriore anno il emergenza dichiarata il 14 settembre 2001, in risposta ad alcuni attacchi terroristici. Quest’informazione sarà pubblicata nel registro federale e trasmessa al Congresso.

Intanto la Casa Bianca ha difeso la decisione del presidente americano Donald Trump di silurare il capo dell’Fbi, James Comey, dopo che l’ex chief strategist Steve Bannon l’aveva definita in una intervista “il piu’ grande errore della storia politica moderna”. La portavoce Sarah Sanders ha sostenuto che la decisione di Trump si e’ rivelata ancora piu’ giustificata alla luce della condotta dello stesso Comey dopo il licenziamento. La Sanders ha accusato l’ex numero uno del Federal Bureau of Investigation di aver dato “falsa testimonianza” (al Congresso, ndr) e di aver fatto “trapelare informazioni privilegiate ai giornalisti” politicizzando la sua inchiesta sul Russiagate. Alla domanda se intendesse accusare Comey di spergiuro (davanti al Congresso), la portavoce ha risposto che spetta al dipartimento di Giustizia valutare.




Frascati, rubava negli appartamenti: nomade in manette

FRASCATI – Ieri mattina, i Carabinieri della  Stazione di Frascati hanno arrestato una cittadina romena di 30 anni, con precedenti, sorpresa subito dopo aver rubato all’interno di un appartamento di via Palmiro Togliatti.

Grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri, allertati tramite il numero unico di emergenza 112,  la 30enne è stata sorpresa sull’uscio di un appartamento, vuoto in quel momento, con il bottino tra le mani ed è stata subito bloccata.

Trovata anche in possesso  degli arnesi da scasso usati per aprire la porta, la donna è stata condotta in caserma in attesa del rito direttissimo.

I Carabinieri hanno recuperato l’intera refurtiva.

 




Palermo, nasconde un revolver in casa: arrestato 59enne

PALERMO: I Carabinieri della stazione di  Borgo Nuovo hanno arrestato Corona Giuseppe, 59enne, palermitano. L’accurata perquisizione dell’abitazione ha infatti permesso il ritrovamento di una pistola, perfettamente funzionante e detenuta in modo illegale: un revolver smith e wesson 357 magnum avvolto in una busta in plastica e occultato all’interno di un cassetto di un mobile.

Accanto alla pistola vi era un’ascia, sequestrata anch’essa. La verifica, poi, della matricola riportata sull’arma ha permesso di scoprire che la stessa è risultata essere rubata nel 2013 a Modica (Rg), ai danni di un impiegato.

Pertanto l’uomo è stato arrestato per detenzione illegale di armi e ricettazione.

Dopo la  convalida dell’arresto, il Corona è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. La pistola, invece,  sarà inviata ai Carabinieri del R.I.S. di Messina, al fine di verificare se e in che occasione  sia stata eventualmente usata.

 

 

 

 

 

 

 




Fiera del Levante a Bari, Palese (FI): Gentiloni troppo ottimista. Bene interventi straordinari al sud ma finora solo pannicelli caldi

BARI – “L’ottimismo decisamente eccessivo del Presidente del Consiglio, francamente al Sud non viene percepito da famiglie e imprese. Lo stesso Presidente ha peraltro ammesso che finora le politiche del Governo sul Mezzogiorno sono state inefficaci perché non hanno prodotto né più lavoro né lo sperato aumento del Pil. Tanto che lo stesso Presidente ha annunciato l’intenzione di tornare a politiche straordinarie per favorire la ripresa e la crescita al Sud. Questo è assolutamente auspicabile e ci auguriamo che l’annuncio si traduca in atti e in fatti già nella prossima Legge di Bilancio. Delude il silenzio del Governo sulla questione ‘trivelle’ su cui invece avevamo chiesto di rassicurare la popolazione, ed il Salento in particolare, anche perché, come ha detto anche il Presidente Emiliano, su questo tema non intendiamo mollare. Delude infine che sul Patto Puglia il Governo non abbia chiarito quanti soldi ci sono, quando arriveranno e a che punto stanno realmente le cose. Come sempre da questo Governo arrivano annunci, analisi e dichiarazioni di intenti mentre noi aspettiamo i fatti”. Lo dichiara Rocco Palese, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, commentando il discorso con cui il Presidente del Consiglio ha inaugurato l’81ma edizione della Fiera del Levante.




Frascati, allarme antrace: il Comune in allerta chiede delucidazioni alla Asl

FRASCATI (RM) – In riferimento al recente focolaio di Antrace che è stato riscontrato in zona Molara con la predisposizione da parte della Asl Roma 6 di specifica ordinanza restrittiva per i Comuni di Grottaferrata e di Rocca di Papa, l’Amministrazione comunale ha chiesto al il Direttore del Dipartimento Prevenzione della Asl Roma 6 Mariano Sigismondi di informare gli uffici sulle attività di monitoraggio e di prevenzione che sono state attivate e la situazione attuale.
Con una nota il Direttore Mariano Sigismondi ha fatto sapere che «il rispetto dell’Ordinanza sindacale n. 6, emessa dal Comune di Grottaferrata di zona infetta assicura un ragionevole livello di sicurezza e tutela per i residenti nelle aree circostanti e per coloro che frequentano le aree adiacenti. Sono inoltre in corso attività di monitoraggio dello stato sanitario degli animali negli allevamenti del comprensorio e la predisposizione di un piano vaccinale degli animali; il controllo settimanale di tutti i soggetti che possono essere entrati in contatto con gli animali infetti; infine sono state messe in campo attività di formazione e di informazione diversificata per allevatori, veterinari e medici di famiglia e del Pronto Soccorso. Ad oggi, – si legge sempre nella
nota -, non si registra più alcun decesso di altri animali dopo il trasferimento e l’isolamento degli stessi in altra sede».
L’Amministrazione comunale si riserva di monitorare l’evolversi della situazione e provvederà in caso di nuovi sviluppi a informare prontamente la cittadinanza.




PIL, trimestre 2017: lieve aumento dei consumi delle famiglie. La domanda estera è nulla

Nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016.

Sia la crescita congiunturale del PIL, sia quella tendenziale sono rimaste invariate rispetto alle stime preliminari diffuse il 16 agosto scorso.

Il secondo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al secondo trimestre del 2016.

La variazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,7% gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dello 0,7% e dello 0,6%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,3 punti percentuali alla crescita del PIL (+0,2 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +0,1 gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa della Pubblica Amministrazione, PA). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del PIL (+0,1 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è risultato nullo.

Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell’industria (+0,6%) e dei servizi (+0,4%), mentre il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito del 2,2%.

Il prossimo 3 ottobre l’Istat diffonderà le nuove serie dei conti economici trimestrali coerenti con la revisione dei conti economici annuali che verrà pubblicata il 22 settembre e che riguarderà essenzialmente le stime annuali relative al 2015 e 2016.