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Redazione Lazio

COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA – QUARTA PARTE: ACCORDO MILIONARIO TRA VINCENZO SURACE, GIOVANNI LIBANORI E LA COMETA SRL

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Tempo di lettura 7 minuti Ma se l’Ad ha poteri di spesa fino a 700 mila euro perché firma un verbale insieme a Giovanni Libanori e all’amministratore delegato Cometa s.r.l.?

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di Chiara Rai

Cotral – L'inchiesta – La discrezionalità del consiglio di amministrazione Cotral SpA nell’attività gestionale è regolata dallo statuto della stessa quale società in house a totale partecipazione pubblica e prevede dei limiti ben precisi.

L’osservatore d’Italia si vuole soffermare su dei documenti che chiaramente dimostrano come chi è preposto a dare indirizzi politici subentri in realtà in decisioni gestionali di stretta competenza delle divisioni preposte all’interno di Cotral e indirizzi in merito a cifre molto alte. Cifre che addirittura non ritornano al gestore del contratto (DIVING – Divisione Ingegneria dell’azienda Cotral)  e conseguentemente non ritenute attestabili al pagamento.

Quanti soldi prenda la Cometa srl per le pulizie in Cotral è ormai un dato noto quanto altissimo.

Si pensi soltanto che il 9 maggio 2013 la Cometa Srl si è aggiudicata l’appalto per l'affidamento del  servizio  di pulizia degli autobus, delle sedi, dei  depositi  e  degli  impianti della Cotral S.p.A. per un importo di 8.999.641,81 piu' I.V.A.

Chiediamo ai fruitori dei mezzi, ovvero ai pendolari del Lazio, se gli risulta una efficiente pulizia degli autobus. Le cronache hanno quasi sempre smentito la presunta efficiente pulizia dei mezzi sui quali persino il Comitato dei Pendolari Reatini ha trovato addirittura delle zecche sui sedili.

Ma come detto poc’anzi non vogliamo disertare su un argomento abbastanza affrontato che è quello della pulizia dei mezzi, quanto piuttosto sul modus agendi dell’attuale Cda Cotral sia rispetto alla discrezionalità nel prendere iniziative di un certo peso in merito ad atti puramente gestionali che anche rispetto al sovente ricorso agli affidamenti diretti e alle proroghe che di certo non sono ben viste dal Collegio Sindacale che ha l’onere di controllare il Consiglio d’Amministrazione.  

La relazione del collegio sindacale in merito al bilancio al 31 dicembre 2012 dice tutto sul modus operandi di Cotral Spa e semina ancora più dubbi a questo punto sui documenti in nostro possesso e che suscitano dubbi circa i limiti di discrezionalità messi alla prova dall’Ad Vincenzo Surace e dal consigliere di amministrazione Giovanni Libanori nel firmare un verbale d’incontro il 22 dicembre 2011 che sostanzialmente avvalora un riconoscimento economico di circa 1 milione e 700 mila euro iva inclusa alla società Cometa srl.

Questa somma, addirittura emerge da conteggi presenti in una presunta perizia stilata dottor Salvidio, incaricato di redigere la stessa proprio dall’amministratore delegato Vincenzo Surace, della quale però non vi è traccia come allegato al verbale stesso.

Il dato importante è che questo riconoscimento economico viene messo in discussione, per quanto di competenza, dalla Divisione Ingegneria DIVING essendo, di fatto, il gestore del contratto con Cometa srl.

Ma la divisione ingegneria non solo non ha potuto verificare il contenuto della famosa perizia tecnica perché “non in possesso” e non allegata al famoso verbale firmato da Vincenzo Surace e Giovanni Libanori, ma addirittura nel parlare delle “effettive prestazioni rese” conferma che l’importo corrispondente che Cotral deve a Cometa Srl è di circa 535 mila euro iva inclusa anziché 1 milione e 700 mila euro iva inclusa e che per quanto riguarda altra fattura, di importo pari a 988 mila euro e rotti per la manodopera dal 1 marzo 2009 al 28 febbraio 2011, deve essere verificata.

Il responsabile DIVING in questione che di fatto non ha dato il benestare per l’intera cifra alla data del 21 febbraio 2012, fato vuole, è stato licenziato a marzo del 2012 e la Cometa successivamente è stata liquidata.

Chi ha autorizzato il pagamento?

Il 10 giugno del 2013, il collegio sindacale composto dall’avvocato Pasquale Improta, dal dottor Alessandro Morani e dal dottor Francesco Settimi si esprime in relazione al bilancio 2012.

“Il Collegio ha più volte segnalato che le osservazioni sostanzianti il controllo preventivo sono pervenute a ridosso immediato dell’adunanza del Consiglio e che qualche volta in corso di seduta, come si evince dai verbali consiliari approvati; a ciò non sono estranee le carenze e le tardività di istruttoria già segnalate.
Trattandosi molte volte di questioni complesse all’odg e che NON infrequentemente affondano le premesse in atti e anni precedenti, il Collegio lamenta l’estrema difficoltà di valutare “ictu oculi” la portata delle osservazioni del controllo analogo. Ciò soprattutto in ragione che il Cda di una società in house NON può avere rilevanti poteri gestionali e l’Ente pubblico (Regione Lazio) che non è terzo, deve poter esercitare maggiori poteri rispetto a quelli che il diritto societario riconosce alla maggioranza sociale (l’Ente è addirittura socio unico). Pertanto non è sempre agevole calibrare le eventuali modifiche alle proposte di delibera in base alla segnalazione del controllo preventivo pervenuto immediatamente a ridosso, se non a delibera in corso di discussione”.

Secondo statuto, l’amministratore delegato ha rilevanti poteri di spesa fino a 700 mila euro, dunque il Collegio ha un ruolo di controllo di legittimità sulle modalità con cui gli amministratori compiono le scelte di gestione.

Ma se l’Ad ha poteri di spesa fino a 700 mila euro perché firma un verbale insieme a Giovanni Libanori e all’amministratore delegato Cometa s.r.l. nel quale ci sia accorda per un eventuale riconoscimento economico pari a quasi 1 milione e 700 mila euro iva inclusa alla società di pulizie?

Perché viene chiesta una perizia tecnica esterna quando è disponibile il DIVING preposto a tali verifiche?

Il Consiglio di Stato sezione II parere del 18 aprile del 2007 n°456 e anche adunanza plenaria 3 marzo 2008 n°1 ha ribadito che per una società “in house” i requisiti individuati dalla Giurisprudenza comunitaria e nazionale impongono che:

–         Il Consiglio di Amministrazione della società “in house” NON DEVE AVERE RILEVANTI POTERI GESTIONALI e l’Ente pubblico deve poter esercitare maggiori poteri rispetto a quelli che il diritto societario riconosce alla maggioranza sociale

–         L’impresa non deve aver acquisito una vocazione commerciale che rende precario il controllo da parte dell’Ente pubblico.

–         Le decisioni più importanti devono essere sottoposte al vaglio dell’Ente affidante

Oltre a tutto ciò finora esposto Cotral si dimostra “insufficiente” sul nodo delicatissimo come quello delle gare e contratti. Certo è che, secondo il collegio sindacale, l’istituto della proroga così massicciamente utilizzato (49 proroghe rilevate soltanto nel 2012) si situa in un area di dubbia legittimità.

La perdita dell’esercizio nel 2012 è stata di circa 26 milioni di euro si sofferma proprio sulle modalità di gestione in house che non fanno presumere un risultato dell’esercizio 2014 sensibilmente diverso.
Dunque quando L’osservatore d’Italia ha dei dubbi sulla liceità del modus operandi del Cda, quest’ultimi non appaiono poi così infondati. Soprattutto se si accostano i pareri ai proclami del Cda Cotral, si riescono a registrare diverse incongruità.

Questi ragguardevoli quesiti sulla gestione dei soldi pubblici da parte della “politica” ancora non trovano risposte ma potrebbero essere certamente materiale utile in sedi più appropriate.

Non  dimentichiamo che gli  amministratori sono  chiamati  ad  "agire in modo informato" ed hanno al contempo il diritto individuale all'informazione.

Essi non potranno, in presunte altre sedi d’indagine, invocare la carenza di informazioni per alleviare le loro responsabilità.
Ma in merito al riconoscimento di questa cifra milionaria, non solo non c’è stata la possibilità per la divisione ingegneria di leggere la perizia, ma neppure c’è stata la possibilità da parte della stessa DIVING di poter gestire tale ingente riconoscimento economico alla Cometa tramite una approfondita verifica delle prestazioni effettive operate dalla stessa società di pulizie.

Evidentemente le deleghe date all’interno di Cotral spa ad un politico qual’è Giovanni Libanori consentono allo stesso di spaziare ad ampio spettro in ambiti e competenze di tale portata. Ciononostante Giovanni Libanori non sia un dirigente e neppure un tecnico bensì un ex iscritto UDC, fedelissimo sostenitore dell’ex vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti. Infatti, Giovanni Libanori, il cui curriculum dice essere diplomato al liceo e di possedere attestati di formazione professionale in materia assicurativa, è diventato membro del Consiglio di Amministrazione Cotral e dopo anche presidente della controllata Stl e poi ancora consigliere di maggioranza al Comune di Nemi in quota Udc, proprio con l’avvento di Luciano Ciocchetti in Regione e il cambio di guardia da Piero Marrazzo a Renata Polverini. Adesso la coppia Libanori – Ciocchetti dopo aver transitato per un breve periodo in altri partiti ha deciso di entrare in Forza Italia e per Giovanni Libanori può sostanzialmente dirsi un ritorno di fiamma.

Chissà quali altre poltrone sia in grado di riservare la politica in questo dato momento storico? Noi crediamo che il cerchio si stia stringendo e nell’era del dovere di trasparenza, i fatti fin qui narrati siano un ennesimo colpo di coda, seppur grosso e incancellabile, pur sempre la fine di un capitolo. 

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Castelli Romani

“Firmitas, utilitas, venustas”: a Frascati il convegno per la rinascita di un’architettura umana

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Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile

“Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza parsimonia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”

Vitruvio nel “De Architectura” sviluppa un concetto costruttivo che può essere racchiuso in tre semplici parole “Firmitas, utilitas, venustas” – solidità, funzione, bellezza – e partendo proprio da queste tre espressioni l’accademia Vivarium Novum di Frascati, nell’incantevole cornice di Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile, terrà un Convegno dal titolo “Firmitas, utilitas, venustas: per la rinascita di un’architettura umana”.

Iniziativa estremamente lodevole patrocinata da School of Architecture della Notre Dame University, dal movimento internazionale New traditional architecture, dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dal FAI – Fondo per l’ambiente italiano – Delegazione di Roma, dall‘Ordine degli architetti PPC di Roma e provincia, dall’Ordine degl’ingegneri di Roma, da Pulchria, dallo Studio ACAM, dal Festival dell’innovazione di Frascati.

Un “nuovo approccio della concezione architettonica” si legge nelle parole del Comunicato stampa diffuso in occasione di questo convegno che evidenzia, inoltre, la necessità di individuare “criteri e approcci architettonici e urbanistici rispondenti alle reali necessità materiali e spirituali dell’uomo, che da un lato aspira a proporzione ed equilibrio, dall’altra richiede socialità piena e vitale desiderosa di spazi da condividere con altri” – prosegue il comunicato stampa.

L’architettura deve tornare ad esprimere armonia con i luoghi ed, assieme alla solidità, offrire spazi capaci di rispondere ai bisogni sociali delle persone.

Lo scopo di Accademia Vivarum Novum punta ad una profonda “riflessione che possa approdare ad un rinnovamento delle pratiche culturali, artistiche e architettoniche, affinché esse pongano la naturale disposizione umana verso l’armonia e la bellezza al centro del loro operato, perseguendo inoltre un’idea di continuità, piuttosto che di rottura, coi paesaggi naturali e culturali costruiti attraverso i secoli”.

Un rinascimento architettonico che porti di nuovo l’Uomo al centro di ogni arte.

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Redazione Lazio

Roma, disservizio al centralino dell’Ospedale Sant’Andrea: cittadini frustrati dall’impossibilità di comunicare con i medici

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Nell’era della comunicazione istantanea, il contatto telefonico rimane un’ancora fondamentale per la salute pubblica. Tuttavia, per molti cittadini romani, ottenere assistenza medica attraverso il centralino dell’Ospedale Sant’Andrea si è trasformato in un incubo. Numerose segnalazioni riportano disservizi persistenti che impediscono ai pazienti di raggiungere i medici desiderati.

Uno degli ostacoli principali risiede nella fase iniziale della chiamata. I cittadini, quando cercano di inserire il nome e il cognome del medico con cui desiderano parlare, si trovano improvvisamente interrotti da un crollo improvviso della linea. Stessa storia quando si intende inserire tra le scelte proposte, il solo cognome del medico. Questo malfunzionamento, seppur apparentemente banale, assume proporzioni significative quando si considera l’urgenza delle comunicazioni mediche.

La frustrazione dei cittadini è palpabile, con molti che hanno riportato di aver tentato di contattare il centralino più volte, solo per essere continuamente interrotti nel loro intento.

L’accesso ai servizi sanitari è un diritto fondamentale, e il persistere di queste difficoltà mina la fiducia nella capacità del sistema sanitario di fornire assistenza tempestiva e adeguata.

Un aspetto particolarmente sconcertante è rappresentato dal fatto che alcuni pazienti hanno registrato la loro esperienza, documentando il disservizio.

In alcune di queste registrazioni si può sentire chiaramente il momento in cui la linea cade, dopo che l’utente ha inserito la scelta di poter del nome e cognome del medico desiderato. Questa evidenza tangibile solleva interrogativi sulla natura e la portata del problema, evidenziando la necessità di un’indagine approfondita.

Il Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea rappresenta un punto di accesso cruciale per i pazienti in cerca di assistenza medica. Pertanto, è essenziale che vengano adottate misure correttive immediate per risolvere questo problema. La trasparenza e la comunicazione aperta con il pubblico sono altrettanto importanti. I cittadini devono essere informati sui progressi nella risoluzione del disservizio e sulle misure adottate per evitare che si ripeta in futuro.

In un momento in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione globale, è imperativo che le istituzioni sanitarie agiscano con tempestività ed efficacia per garantire che i servizi essenziali siano accessibili a tutti i cittadini. La situazione al Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma richiede un intervento immediato e coordinato per ripristinare la fiducia del pubblico e garantire che nessun paziente venga lasciato senza assistenza a causa di problemi tecnici evitabili.

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Roma

Roma, ragazza cade dalla terrazza del Pincio

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Una 20enne è precipitata dal muro perimetrale della terrazza del Pincio, al centro di Roma, per circa 5 metri di altezza finendo sul terrazzamento sottostante. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno recuperato la ragazza con un’autoscala. La giovane è stata portata in ospedale in stato cosciente. L’allarme è scattato intorno alle 7 quando alcuni passanti hanno sentito dei lamenti provenire da una scarpata. Non si esclude che sia caduta diverse ore prima del ritrovamento. Da chiarire la dinamica dell’accaduto.

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