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DOPO IL CASO BERLUSCONI: OBAMA FIRMA LEGGE SULLA PRIVACY E LA ESTENDE ANCHE PER I PAESI STRANIERI

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Tempo di lettura 2 minutiSe i dati venissero resi pubblici in modo illegale, il paese offeso può fare causa agli USA

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di Angelo Barraco
 
Washington – La vicenda di spionaggio tra Usa e Italia ha messo sulle difensive il Presidente degli Stati Uniti d’America che ha firmato una legge sulla privacy chiamata “Judical Redress act bill”. Tale legge riguarda la protezione della privacy ma che non riguarda soltanto i cittadini americani, ma anche quelli stranieri, dei Paesi alleati e se i loro dati fossero portati alla luce del sole in modo illegale, loro possono fare causa al governo degli Stati Uniti. I controlli fatti dalla Nsa sono stati denunciati dalla talpa Edward Snowden, la Casa Bianca ha tentato di chiudere il tutto con una legge che impedisce alla Nsa di raccogliere dati sensibili (dati telefonici e conservarsi). Obama definisce quest’ultima legge una protezione ulteriore per i cittadini americani e per i consumatori, nonché una misura di protezione per gli affari Usa. Il Presidente, ricordiamo, ha firmato anche una tassa per vietare le tasse su l’accesso ad internet e ha dichiarato che serve per: “garantire che anche se proteggiamo la sicurezza del popolo americano, siamo pure consapevoli della privacy che amiamo cosi' tanto”. Ma le leggi americane attuate in precedenza non sono bastate per placare la forma di controllo degli americani in territorio USA ed estero, ciò è dimostrato dalla vicenda che ha visto coinvolto Silvio Berlusconi. Gli ultimi mesi del governo Berlusconi erano monitorati dagli USA, è quanto emerge da due resoconti di intercettazione telefonica dell’ex premier italiano diffusi da Wikilieaks, che rivelano quanto i timori del premier di un asse Parigi-Berlino. Le mosse dell’ex premier Silvio Berlusconi venivano ascoltate dallo Special Collection Service (Scs), si tratta di un’unità dell’NSA che opera sotto copertura diplomatica. Nel primo resoconto di intercettazione si legge una frase che Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi: “le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto 'saltare in aria' come il tappo di una bottiglia di champagne e che 'le parole non bastano più' e che Berlusconi 'ora deve prendere delle decisioni”. Ma non solo, le intercettazioni riguarderebbero anche le conversazioni di Berlusconi con Valentino Valentino, suo consigliere personale, Bruno Archi, consigliere per la sicurezza Nazionale, il diplomatico Marco Carnelos e il rappresentante dell’Italia alla Nato Stefano Stefanii. E’ stata inoltre intercettata una telefonata tra Berlusconi e Netanyahu dove quest’ultimo si lamentava dell’assenza di un contatto diretto con il presidente degli Stati Uniti, Berlusconi rispondeva mettendo l’Italia a disposizione di Israele per riparare i legami tra Washington e Israele: “Berlusconi ha promesso di mettere l'Italia a disposizione di Israele, nell'aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest'ultimo con Washington”. Intanto l’ambasciatore degli Stati Uniti John Philips è stato convocato dalla Farnesina per chiarire questa situazione. La notizia è stata commentata da buona parte della forza politica, il premier Matteo Renzi ha riferito: “Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali, sulla vicenda di Berlusconi”. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, dice: “"Mi sembra doveroso sottoporre la questione all'attenzione del sottosegretario Minniti nella sua audizione prevista per dopodomani”. Il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner ha riferito “Gli Stati Uniti e l'Italia godono di una lunga amicizia basata sui nostri valori condivisi e su una storia di cooperazione nel portare avanti interessi comuni in tutto il globo. In quanto alleati e partner, continueremo a lavorare a stretto contatto con l'Italia per proteggere la sicurezza collettiva dei nostri due Paesi e dei nostri cittadini”. Ma perché gli USA dovevano monitorare le mosse dell’Italia in quella fase? Qual’era lo scopo di tali intercettazioni?