Il Meccanismo Europeo di Stabilità mette in crisi il Governo: cenetta a Palazzo Chigi

Luigi Di Maio non era mai stato così chiaro e l’escalation sulla riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità, ha ormai raggiunto livelli di guardia per la solidità dell’esecutivo. Il capo dei 5 Stelle, in un vertice convocato nel pomeriggio di domenica a Palazzo Chigi, lancerà la sua road map, che prevede come tappa principale il rinvio del Mes alla prossima primavera.

La discussione tra i ministri delle Finanze nell’Eurogruppo, che si riuniscono il 4 dicembre, sarebbe ancora aperta, anche se in questi in giorni, durante la limatura dei testi, non è stata sollevata dall’Italia alcun tipo di obiezione. In particolare, come ha scritto ieri l’Agi, la discussione è ancora aperta sull’opportunità di introdurre un annesso sulla sostenibilità del debito e le Cacs in caso di ristrutturazione del debito. Se la bozza non ha subito modifiche significative rispetto all’accordo di giugno, alcuni Paesi, come la Germania, avrebbero avanzato ragioni costituzionali per rafforzare le disposizioni sulle clausole Cacs, che nella bozza di giugno venivano richiamate nel preambolo. Un altro gruppo di Stati membri, invece, vorrebbe escludere dal trattato l’annesso su sostenibilità del debito e clausole Cacs. Non è impossibile, dunque, che si decida un rinvio, anche se nessuno vuole riaprire i negoziati sui punti fondamentali. Bisognerà vedere la linea prevalente durante il Consiglio del 12 e 13 dicembre e se l’Italia deciderà di isolarsi sino alla possibilità, clamorosa, di porre un veto.

Un vertice all’ora di cena. Tra le otto e le nove, trapela, anche se i partiti di maggioranza convocati a Palazzo Chigi per sciogliere i nodi sul MES non danno dettagli sull’orario della reunion. L’incontro si tiene alla vigilia delle comunicazioni del premier alle Camere, alle 13 a Montecitorio e alle 15,30 al Senato, dopo le ennesime fibrillazioni nel governo tra Luigi Di Maio che pretende modifiche alla riforma del fonda Salva Stati ed il premier Giuseppe Conte ed il Pd, che oggi all’unisono hanno invocato lo stop alle ostilità per evitare che il Paese perda “credibilità”.

“No. Ogni volta, a ogni passaggio un po’ delicato, si ragiona sempre del rischio del Governo. Questo Governo andrà avanti”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le polemiche relative al fondo salva Stati possano mettere a rischio la tenuta del governo. Il governo “andrà avanti – ha ribadito Conte – per un motivo semplice: perché il Paese ha tante urgenze, ha tanti problemi anche strutturali da risolvere”.

“Noi – ha aggiunto Conte – offriamo delle risposte concrete. Lo abbiamo già dimostrato e lo stiamo dimostrando con questa manovra, finanziaria ed economica. E ancor di più lo dimostreremo appena l’avremo approvata con un piano di riforme strutturali e con un cronoprogramma serrato, molto impegnativo, al quale lavoreremo con tutte le nostre forze dalla mattina alla sera”. “Noi – ha concluso – offriamo un progetto politico, un futuro sostenibile e credibile a questo Paese. È per questo che non andremo a casa”.

“Dovete avere un po’ di pazienza, lunedì passerò in Parlamento e metteremo tutti i tasselli al loro posto e inizieremo a spazzare via tutte le fesserie che sono state dette, ne ho ascoltate tante. Sono molto paziente ma il momento in cui dovremo spazzare via le chiacchiere che sono state fatte, sarà lunedì”, ha detto il premier rispondendo ai giornalisti che gli hanno fatto notare che Di Maio ha detto che l’Italia non può firmare al buio.

“Lunedì non ci sarà nessuna battaglia, è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio che ogni volta che è stato chiamato, ogni volta che ha avuto e avrà la possibilità di informare, dialogare con i membri del parlamento lo fa”, ha affermato Conte in merito all’informativa di lunedì al Senato sul Mes.