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Cronaca

ISERNIA: BIDELLO NAPOLETANO MOLESTA I BAMBINI

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Tempo di lettura 2 minuti Le vittime sarebbero state scelte a caso, maschi e femmine proprio mentre uscivano dall'aula per andare in bagno.

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di Christian Montagna
Isernia
– L'orrore a cui troppo spesso ci stanno abituando in questi anni continua a verificarsi: un bidello di una scuola media è stato arrestato per pedofilia. Il sessantacinquenne napoletano da anni in servizio nella scuola in provincia di Isernia avrebbe compiuto atti sessuali sui bambini della scuola in cambio di ricompense in denaro. I carabinieri che lo hanno arrestato, hanno reso nota la partecipazione del dirigente scolastico affinché l'uomo potesse essere colto in flagranza di reato. Il procuratore Paolo Albano che segue il caso non ha ancora precisato il numero preciso di bambini ma al momento si sa che numerosi sono i coinvolti. Alcuni, secondo i racconti delle vittime stesse, sarebbero stati palpeggiati, altri spiati dalle serrature dei bagni e altri ancora avrebbero ricevuto esplicite proposte sessuali. Al momento l'uomo è agli arresti domiciliari e ha confessato di aver promesso in cambio cifre di venti o trenta euro o anche ricariche telefoniche.

Le vittime sarebbero state scelte a caso, maschi e femmine proprio mentre uscivano dall'aula per andare in bagno. Al momento quattro sono i casi accertati ma molti ancora potrebbero venir fuori solo se i bambini riuscissero a superare la vergogna e a denunciare. Sono stati coinvolti durante gli interrogatori anche gli psicologi della Procura per poter aiutare i bambini a superare il trauma. Il bidello originario di Napoli, da anni viveva ad Isernia e dall'inizio dell'anno scolastico era sotto osservazione dei militari. Proprio in questi giorni dopo le testimonianze di bambini di asili ed elementari di violenze subite da insegnanti si torna a parlare della possibilità di inserire telecamere all'interno degli istituti scolastici. Beh, visti i ripetuti eventi, sarebbe proprio il caso di cominciare a pensare alle sicurezza e alla serenità dei bambini perché si sa, un trauma di questo tipo, potrebbe segnare a vita le stesse vittime in questione.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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