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Cronaca

ISERNIA: IL NEO SINDACO GIACOMO D'APOLLONIO IN UN'INTERVISTA A L'OSSERVATORE D'ITALIA

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Tempo di lettura 5 minuti Il primo cittadino ha affrontato diversi temi su cui dovrà lavorare nei prossimi mesi

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di Simonetta D'Onofrio

Isernia – Giornate molto impegnative per il neo sindaco di Isernia, che sta iniziando ad affrontare le prime difficoltà che il ruolo di sindaco in una città  come Isernia comportano. Nonostante un'agenda piena di impegni ha voluto concederci un'intervista, consapevole che il ruolo di primo cittadino non è solo quello di fare il 'bilancino' tra le varie esigenze economiche del Comune, ma è soprattutto cercare di instaurare un rapporto con i cittadini, anche attraverso i mezzi deputati a informare.

Giacomo D’Apollonio, classe 1951, un passato nella Guardia di Finanza, dove ha raggiunto il grado di Generale di Brigata, l’amore per la sua città che traspare dalle sue parole, è stato eletto in una coalizione nata da due liste civiche, sostenuta da Fratelli d’Italia, che ha deciso di rompere l’alleanza con la Lega e Forza Italia, che avevano candidato Gabriele Melogli, che in passato ha ricoperto il ruolo di sindaco nella città isernina. Proprio Melogli è stato l’avversario di D’Apollonio al ballottaggio che ha visto vincere quest’ultimo per quasi il sessanta per cento. Già in vantaggio il 5 giugno, ma con un numero di voti che non lasciava la possibilità di stare tranquilli, considerato l’alto numero di elettori che non avevano espresso al primo turno la preferenza per uno dei due sfidanti, D’Apollonio è riuscito a catalizzare il voto di molti cittadini, incrementando del settanta per cento quelli ottenuti due settimane prima (da circa 3300 a 5600). Il neosindaco è apparso soddisfatto per l’affermazione,consapevole del compito che lo attende, al quale non vuole certamente farsi trovare impreparato.

Lei è sindaco da alcuni giorni. Ha potuto verificare quale è lo stato del Comune di Isernia, come ha trovato il bilancio, la situazione del personale, le condizioni generali?

Ho fatto un primo esame delle carte, molto sommario, adesso ci aspetta un lavoro molto più dettagliato, molto più approfondito, non siamo in una situazione di dissesto, però abbiamo una situazione chiaramente di attenzione, molto particolare. Adesso poi come funziona il nuovo bilancio, dato che è superato il patto di stabilità, esistono però una serie di parametri che bisogna controllare, il principale è quello delle entrate, adesso si basa tutto sulle entrate, quello che puoi avere puoi spendere. Ogni amministratore deve quindi lavorare su questo fattore.

Quali sono invece i progetti sui quali il Comune sta lavorando?

Ce ne sono diversi. Intanto alcuni sono già in cantiere, ce li siamo portati avanti dalla campagna elettorale, e troveranno luce appena possibile. Altri invece sono in corso, perché ci sono tutta una serie di proposte di finanziamento, sia a carattere europeo che regionale, per cui devo dire che la gestione commissariale già ha avviato una serie di richieste per non perdere nessuna occasione, alcuni sono in corso, qualcuno lo dobbiamo avviare in questi giorni, e stiamo lavorando su questo, tanto che ho preso contatti con l’area tecnica. Poi bisognerà far ripartire tante cose che si sono arenate in questo comune, dove ci sono tante criticità.

Qual è la prima che pensa di affrontare?

Veramente ce ne sono tantissime, chiaramente bisogna fare una scala delle priorità. Adesso dobbiamo dare delle risposte, innanzi tutto per la città che non si presenta nelle condizioni migliori, diciamo che in questo periodo di gestione commissariale qualche cosa si è allentata, e non funziona a dovere. Il decoro urbano è venuto un po’ meno, le aree verdi sono state trascurate, c’è da fare un recupero immediato delle principali piazze e strade cittadine che lasciano un po’ a desiderare, c’è a rimettere a punto la raccolta differenziata, ci sono delle emergenze legate alle scuole, dove abbiamo delle scadenze a settembre. In particolare una scuola dell’infanzia che non ha proprio la sede, dobbiamo agire con urgenza, è già partita una gara, con una manifestazione d’interesse per chi può mettere a disposizione delle strutture, c’è una commissione che sta valutando. Insomma stiamo bruciando le tappe per avere delle risposte immediate

Per quanto riguarda il turismo avete già qualche idea sul rilancio?

Diciamo che in tutti i programmi di tutti i candidati sindaco si parlava di turismo, perché può essere realmente una grandissima risorsa, però noi dobbiamo cominciare a dare delle risposte sui servizi ai cittadini, perché un’amministrazione che non riesce a dare i servizi ai propri cittadini non può pensare a un turismo di qualità, perché chi viene da fuori trova situazioni che non rispondono alle esigenze. Per cui lavorare su questo, parallelamente avviare tutto un progetto che noi già abbiamo, per collegare tutte le peculiarità che questo territorio ha, a cominciare dalla storia, dal paleolitico, all’epoca romana, ai Sanniti, al medioevo, qui abbiamo testimonianze storiche che possono essere collegate, tutte quante insieme per fare un percorso. Poi abbiamo la natura, l’ambiente. Non ci scordiamo che abbiamo vicine due aree come Roma e Napoli, che sono due bacini di platee di possibili turisti che potremmo attrarre. Inoltre abbiamo tutto l’aspetto agroalimentare, ecco, dobbiamo saper unire tutte queste peculiarità.

Osservando Isernia, ci sembra una città un po’ scollegata rispetto ai paesi della provincia. Come fare per unirle?

È una cosa da fare, noi abbiamo molti insediamenti, sia dal punto di vista storico, noi abbiamo resti romani in provincia, abbiamo resti sanniti importantissimi, come Pietrabbondante, che sono una testimonianza molto importante, quasi unica, abbiamo una parte medievale importante, come a Castel San Vincenzo, dove c’è un’abbazia dove veramente si ritorna al medioevo, è un esempio non solo di architettura medievale, ma proprio di storia, che poi nelle abbazie in quell’epoca si svolgeva proprio la vita, specie quella rurale.

Un altro esempio sotto il punto di vista delle attrattive. Isernia ha un auditorium che è una bella struttura, purtroppo male utilizzata. Come pensate di rilanciarlo, per un turismo di tipo congressuale?

L’auditorium è una grandissima risorsa. Ci sono state alla sua costruzione tantissime polemiche in passato: troppo grande, troppo piccolo, fatto nel posto sbagliato, troppe spese. Adesso abbiamo questa struttura e dobbiamo valorizzarla al massimo. Purtroppo ha un grosso neo, è completa solo nella parte auditorium, ma il progetto era una struttura molto più complessa, con un cinema alle spalle, tutta una serie di servizi, una galleria commerciale, che era stata ideata per trovare le risorse per mantenere i costi dell’auditorium. Noi poi la pensiamo, come abbiamo detto in campagna elettorale, come una fucina per valorizzare gli artisti locali, tutto ciò che è arte dovrebbe trovare una corrispondenza in questo contenitore. Infine gli spettacoli, sia di artisti locali, ma anche di compagnie teatrali importanti, anche musicali. Deve ripartire, ma c’è bisogno di organizzazione, di un regolamento che finora non c’era, non è stato mai fatto, è stata sempre una gestione approssimativa, estemporanea. Adesso dobbiamo trovare una linea definitiva, anche sulla parte congressuale, promuovere questa struttura per cercare soprattutto di portare gente a Isernia.

Parliamo ora di un problema più politico. Isernia, nei rapporti con la Regione, soffre di una certa subordinazione da Campobasso. La provincia di Isernia è stata poco rappresentata ultimamente in Regione. Come pensa di far sentire la sua voce per ottenere più attenzione?

Io mi pongo proprio su questo piano. Sono un difensore della nostra città, del nostro territorio, non solo Isernia, ma ciò che la città rappresenta anche per tutti i comuni vicini, perché è un punto di riferimento per i sindaci del territorio, per quella che era la Provincia, anche se si sta andando nel verso della soppressione, però Isernia deve mantenere questa funzione di punto di riferimento del territorio. C’è un problema di una politica che in questi anni è stata, come diciamo noi, campobassocentrica. La nostra zona è stata trascurata, per scelte politiche, per degli impedimenti che questa regione ha avuto, non saprei dire, che ha fatto crescere il capoluogo di regione a scapito dell’altro capoluogo di provincia, che ha perso tutto. Io posso anche comprendere che c’è un’esigenza di risparmio e si devono accorpare gli uffici. Ma al limite, invece di portare tutto a Campobasso, si può lasciare qualcosa qua, ad esempio, le Case Popolari, si sta procedendo all’unificazione, ma non deve per forza essere portato a Campobasso, si dovrebbe cercare anche di equilibrare un tantino le risorse.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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