Regionali Sicilia: Commissione antimafia domani a Palermo per setacciare gli incandidabili

PALERMO – Prevista per domani a Palermo una missione della Commissione Parlamentare con il compito preciso e rigoroso di controllare le liste per le elezioni regionali siciliane.

Scopo primario della missione è quello di esaminare attentamente coloro che per determinate ragioni vengono definiti “impresentabili”. Le “liste pulite” difatti non devono comprendere elementi incandidabili per la legge Severino oppure coloro che pur essendo candidabili devono successivamente essere sospesi per gli effetti della legge stessa o perchè si sono resi responsabili di reati previsti dal codice di autoregolamentazione delle candidature votato da tutti i partiti.

La missione a Palermo, prevista per domani, a 24 giorni dalla data delle elezioni dovrebbe scongiurare l’ipotesi che un ritardo del controllo da parte della Commissione possa causare che i nomi vengano fuori solo dopo il 5 novembre a votazioni svolte. La recente esclusione del gruppo Noi Siciliani capeggiato da Franco Busalacchi ha presentato insieme alla candidata Lucia Pinsone un ricorso depositato al Tar per l’esclusione della lista dovuta alla mancanza di sigilli dell’amministrazione in diversi moduli di sottoscrizione al listino regionale. La candidata si è spinta oltre rincarando con una precisa denuncia al Tar per chiedere l’immediata sospensione delle elezioni. La risposta immediata dall’ufficio elettorale non si è fatta attendere e sono state evidenziate le norme che regolano il sistema elettorale siciliano disciplinato dalla normativa elettorale risalente al 1951 prevedono comunque verifiche sulle cause di eventuali incandidabilità.

La corsa verso le Regionali a poco meno di tre settimane piene lancia le ultime frecciatine e accuse nelle voci dei gruppi opposti che non se le mandano a dire. Per fare un quadro riepilogativo della corsa alle elezioni da destra a sinistra non si risparmiano le polemiche acerbe e la commissione capeggiata dalla presidente Rosy Bindi potrebbe davvero stravolgere uno scenario mai apparso definitivo e chiaro. Il Movimento 5 Stelle nelle parole del premier Luigi Di Maio in un comizio di ieri nella Capitale aveva affermato ironicamente che per battere Cancellieri si erano “svuotate le carceri”.

Cancellieri stesso aveva sfidato il leader del centrodestra Nello Musumeci invitandolo ad un confronto pubblico e in una recente intervista aveva dichiarato: “Musumeci è il Crocetta del centrodestra. Come lui, è uno specchietto per le allodole: serve solo a nascondere ciò che è dietro di lui. Io ogni settimana sto presentando un assessore. Lui perché non lo sta facendo? Semplice: perché gli assessori non li sceglierà lui. Saranno Miccicchè, Cuffaro e Genovese a sceglierli e a piazzare i loro uomini”. Il candidato Claudio Fava della lista Cento Passi per la Sicilia in un comizio ha criticato Musumeci e non di meno il M5S: “I grillini affrontano tematiche che possono portare voti, come quella del cosiddetto abusivismo di necessità. Necessità come quella della casa del sindaco Cinque Stelle di Bagheria. Non basta fare un post su Facebook bisogna andare nei luoghi dove si fa la politica e vivere le piazze”. E Fava non risparmia neanche il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo, dandogli del “miserabile” e accusandolo di aver usufruito dei database universitari per effettuare un invito al voto in larga scala.

A meno di tre settimane dal voto la campagna ha già assunto toni forti e il setaccio della commissione Antimafia prevista da domani a Palermo senza dubbio sarà foriera di ulteriore novità, polemiche e accuse in ogni fronte.

Paolino Canzoneri