ROBERTA RAGUSA: OMICIDIO VOLONTARIO E SOPPRESSIONE DI CADAVERE, CHIUSE INDAGINI

di Chiara Rai

Pisa – Arriva la conclusione delle indagini sulla scomparsa di Roberta Ragusa Antonio Logli la notte del 14 gennaio 2012 costrinse "con violenza la moglie Roberta Ragusa a salire in auto" e poi la uccise volontariamente per poi sopprimerne il corpo "al fine di assicurarsi l'impunità per l'omicidio" e impedire "in modo permanente il ritrovamento" del cadavere. Lo scrivono il procuratore Ugo Adinolfi e il suo sostituto Aldo Mantovani nell'atto di notifica dell'avviso di chiusura indagini nei confronti dello stesso Logli.

Una convinzione è dunque quella della Procura rispetto all'accusa avanzata ad Antonio Logli i cui legali, adesso, dovranno acquisire tutti gli atti e preparare una strenua difesa.  

La certezza è soltanto una: Roberta Ragusa è scomparsa e il corpo non è stato ritrovato.

Esistono dei testimoni , Lozi, Campisi, Giovanna, i quali sostengono di avere visto e sentito la coppia discutere in strada e quindi è probabile che Roberta sia stata trascinata in macchina con violenza. La Procura parla di auto riferita a Logli probabilmente perché sono state rinvenute delle tracce rilevanti che non lascerebbero dubbi alcuni sulla dinamica di quella tragica notti di circa due anni e mezzo fa. 

Dopo quel momento regna il buio e l’incertezza. 

Inoltre i carabinieri dedicano particolare attenzione alla testimonianza di Silvana Piampiani. Casalinga, 58 anni, la donna vive con la mamma in via Gigli, la strada che più di via Dini, dove abitano i Logli, sembra conquistare un ruolo di luogo cruciale per la messa in scena di azioni su cui si poggia la tesi dell’accusa nei confronti di Logli.

 Silvana Piampiani, una vicina di casa e Filippo Campisi, vigile del fuoco hanno riferito ai carabinieri di avere visto Logli in via Gigli intorno all'1 di notte. Campisi, che stava tornando a casa dal suo turno di lavoro, ha riferito di aver sentito anche un urlo di donna. Tutto questo si aggiunge ai risultati dei test a cui sono stati sottoposti i cani molecolari che hanno fiutato la presenza di Roberta tra la sua abitazione e un punto preciso di via Gigli nei pressi della ferrovia.

La tenuta di Coltano (Pisa) ove in passato sono stati ritrovati diversi cadaveri. Si presta bene all'occultamento di un corpo poiché molto vasta, c'è un torrente che corre lungo i campi e non è molto frequentata. La frazione di Coltano è un piccolo borgo agricolo, antico possedimento mediceo, e costituisce una delle storiche Tenute in cui è suddiviso il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Cinque cadaveri sono stati ritrovati in passato in quella zona, ma si è sempre trattato di prostitute. Può darsi anche che chi abbia ucciso Roberta, sempre che Roberta sia morta, abbia voluto nasconderla in quella zona boscata e abbandonata e far credere che anche la povera Ragusa sia stata vittima di un maniaco serial killer che ancora si trova in giro. Sui cordoni dunosi, che un tempo emergevano dalle paludi, si trovano le uniche fasce boscate della Tenuta. Non sembrerebbe quindi difficile occultare un cadavere da quelle parti

La scomparsa

Roberta Ragusa è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, all’epoca della scomparsa sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.