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Roma-Viterbo, è scontro tra Regione e Comitato: A.a.a. cercasi nuovo orario

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Tempo di lettura 5 minuti Le promesse dell’assessore Alessandri non soddisfano il Comitato Pendolari che promette battaglia

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Sarebbe andato bene, così almeno pare, il confronto con l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri del 4 settembre, “al fine di risolvere le criticità createsi nel mese di luglio a seguito dell’applicazione delle nuove normative ANSF entrate in vigore anche sulla ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo”. Recitava il comunicato congiunto dei sindaci dell’asse Flaminia.

A presenziare, oltre all’assessore e ai dirigenti regionali, lo stato maggiore di Atac SpA, con il Direttore delle ex-concesse Giovanni Battista Nicastro, e i rappresentati di ANAS. L’Azienda Capitolina “ha presentato il nuovo piano ferroviario calibrato sui flussi reali dei passeggeri, in linea con il piano dello scorso anno, da avviare dal 16 settembre, con la sola sostituzione di alcuni treni contro flusso con bus gestiti direttamente da Atac. Rispetto alle ipotesi iniziali sono stati ridotti i tempi di percorrenza dei treni, con un ritardo massimo presunto di soli 10 minuti da Montebello a Catalano. I sindaci hanno chiesto di anticipare l’entrata in vigore almeno qualche giorno prima”. Così come suggerito dal Comitato Pendolari RomaNord, è bene sottolinearlo.

“È stato inoltre presentato”, continua il comunicato, “il cronoprogramma dei lavori di ammodernamento [altra richiesta avanzata dal Comitato, ndr], dell’intera infrastruttura per un importo lavori previsto di circa 400 milioni di euro in tre anni. I Sindaci si sono riservati di valutare la proposta di orario, una volta ricevuta in forma cartacea e più dettagliata, e di presentare a ATAC, nei prossimi giorni, eventuali proposte di miglioria”.

Fissata per il 18 settembre la firma del protocollo per la formazione dell’Osservatorio sulla mobilità e poi “nella stessa occasione, “sindaci e gestori saranno ascoltati per verificare la possibilità di potenziare il Trasporto Pubblico Locale su gomma in sinergia tra i Comuni, per garantire con maggiore facilità il trasporto da e per le stazioni di Montebello e Monterotondo. I sindaci inoltre si sono accordati affinché venga stabilito un calendario di incontri in ciascun comune, con la partecipazione dell’assessore ai Lavori Pubblici e dei dirigenti regionali, per illustrare la situazione ai cittadini”.

Da Viterbo è stata l’assessore Laura Allegrini a tirare le somme: “Alessandri ha assicurato che per l’anno scolastico 2019/2020 saranno ripristinate le corse dello scorso anno. Saranno quindi soppresse le corse sostitutive degli autobus. Sarà anche ripristinato lo scambio a Vignanello. Ci saranno inoltre corse col sistema del cadenzato mnemonico ogni due ore sull’ora pari al minuto 30 in partenza da Catalano, e al minuto 21 in partenza da Viterbo. Entro due anni inizieranno i lavori per 105 milioni di euro, già disponibili per tutti i lavori tecnologici riguardanti l’intera linea, il cui soggetto attuatore è RFI. Durante la riunione è stato affrontato anche il problema dei passaggi a livello privati: due per il Comune di Viterbo. La Regione chiederà al Comune di rendere pubbliche le strade interessate in modo da poterli mettere in sicurezza. Con il consigliere Panunzi abbiamo ribadito la necessità che la carrozza 59 ritorni a Viterbo, quale pezzo di storia del nostro territorio”.

Insomma, tutto sarebbe andato nei migliori dei modi. “Come Regione Lazio abbiamo inoltre illustrato il quadro degli interventi già avviati, per un costo complessivo di circa 100 milioni di €, che saranno realizzati da RFI SpA quale soggetto attuatore ai sensi dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50”. Ha dichiarato, gongolando, Alessandri: “A tal fine è in corso di approvazione la convenzione che regola i rapporti tra Regione Lazio ed RFI per la realizzazione dei suddetti provvedimenti. Inoltre, per quanto concerne il parco rotabile, la gara in atto prevede un vero e proprio rinnovo: 12 treni sulla tratta urbana; 6 sulla tratta extraurbana; manutenzione per 10 anni e materiale di scorta”.

“Per monitorare il corretto funzionamento di questi provvedimenti”, ha poi concluso, “nonché per avanzare segnalazioni o proposte atte a migliorare la qualità del servizio per i cittadini, è prossima l’istituzione dell’Osservatorio di Vigilanza, organismo di concertazione tra la Regione Lazio e i Comuni. Ringrazio i consiglieri Minnucci e Panunzi per aver partecipato ai due incontri confermando nuovamente la loro grande validità di interlocutori e rappresentanti dei territori”.

Ma del nuovo orario, quello impacchettato da Atac, ancora nessuna traccia. Doveva essere consegnato ai primi cittadini al massimo ieri, 5 settembre, invece la cosa sarebbe slittata all’inizio della prossima settimana. Perché tanto mistero? C’è o non c’è? E quali sono i timori? Quel poco che si conosce, frutto di indiscrezioni, è stato anticipato in anteprima da l’Osservatorio d’Italia. Per il resto, buio pesto.

“Come un dejavu”, attacca Fabrizio Bonanni portavoce del Comitato Pendolari. “Esatto, tutte cose già sentite anni fa e che si ripropongono di solito o prima delle elezioni o quando si debbono scusare per i tanti errori che fanno continuamente, come fossero in stato confusionale. La sensazione è proprio questa: per cercare di calmare le acque che di solito i pendolari agitano a ragione, se ne escono in Regione e (sempre meno) in Atac con ‘faremo, investiremo, programmeremo, stiamo per…’, le solite litanie che sentiamo dal 2012”.

“Questo accade perché fondamentalmente non conoscono la nostra ferrovia, non viaggiano con noi, non soffrono con noi. Questo gli manca per capire bene come si sta dalle nostre parti. Se da lunedi 16 il nuovo orario fatto vedere da ATAC (ma che nessuno, nemmeno i sindaci riescono ancora ad averne copia) produrrà ancora più disservizi (e stranamente i nuovi avvisi di ATAC sul nuovo orario iniziano a essere pieni di scuse, perché forse già sanno che saranno dolori per noi utenti) non basterà nemmeno il Comitato a calmare gli animi degli utenti ancora alle prese con soppressioni, ritardi al posto dei ‘faremo, investiremo…’. Con le promesse non ci facciamo nulla e restiamo sorpresi dalle posizioni di alcuni sindaci che invece di attaccare e farsi sentire duramente verso chi non mantiene gli impegni, sembrano essersi tranquillizzati con quelle 4 promesse buttate sul tavolo dall’assessore e da Atac che è sempre più fuori dalla gestione della nostra ferrovia”.

“Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di partecipare all’incontro del 4 settembre insieme ai Sindaci, nonostante la preventiva richiesta, perché la Regione ha ritenuto opportuno vedere solo i primi cittadini dei comuni interessati…quando chi sta sul pezzo e ed è a fianco dei pendolari è solo questo Comitato. La cosa non ci ha sorpreso più di tanto, ce l’aspettavamo. Come ci aspettavamo che la Regione per riparare al torto ci convocasse lunedì 9, per darci evidenza del nuovo orario e degli investimenti previsti, che ormai conosciamo a memoria da anni. Non essendo abituati a perdere tempo nelle fresche stanze degli enti pubblici ma a stare sul campo, in stazione e sui treni a fianco dei nostri amici pendolari, abbiamo declinato l’invito certi che con il nuovo orario dal 16 settembre ci sarà da soffrire. Sicuramente l’incontro è solo rimandato a tempi peggiori, di questo ne siamo purtroppo certi”.

“Avevamo chiesto di anticipare di qualche giorno l’entrata in vigore del nuovo orario per permettere a tutti di prendere confidenza con i nuovi treni e le nuove soppressioni che immancabilmente ci saranno, e invece nemmeno quello: si comincia con il primo giorno di scuola, quasi a ripetere lo stesso errore del 1 luglio scorso, ma si sa che Regione Lazio e Atac ripetono facilmente gli stessi errori: abbiamo tanti esempi lampanti a proposito. Insieme all’associazione TrasportiAmo era stata presentata ai Sindaci e ai cittadini di Sant’Oreste, Rignano e Sacrofano (gli unici a fare incontri con i cittadini prima del 4 settembre, con Sindaco e Giunta di Sant’Oreste ‘fastidiosi’ capofila coraggiosi!) sia lo stato del servizio dal 1 luglio al 30 agosto che una proposta di orario nel rispetto del regolamento ANSF vigente, e speravamo che questo nostro lavoro, insieme alla richiesta di avere un dettagliato cronoprogramma dei lavori, fosse soddisfacente per dare l’idea alla Regione e Atac che il servizio può essere migliorato. Invece, non solo non ci hanno invitato il 4, ma non hanno nemmeno preso in considerazione le nostre proposte, veicolate dai sindaci presenti all’incontro”.

“Adesso ci aspettiamo che ogni Comune che non abbia ancora provveduto, convochi prima del 16 una assemblea pubblica per informare i cittadini delle novità recepite in regione, che vanno oltre il comunicato congiunto pubblicato recentemente. Il risultato migliore in questo periodo è sicuramente aver ricompattato e avvicinato sindaci e comuni anche nella prospettiva della costruzione di una rete di trasporto locale, anche per sopperire temporaneamente (si spera) alle lacune del treno che collega questi comuni”.

“Il Comitato Pendolari”, conclude Bonanni, “sarà sempre al fianco degli utenti della romanord e rappresenterà la voce e il baluardo di tanti cittadini che si sentono abbandonati dagli enti e che pagano biglietti e abbonamenti per avere un atroce servizio pubblico che dal 1 luglio al 30 agosto ha funzionato al 100% solo per 6 giorni su 60. Questo è il vero dato che fa riflettere e che ci invoglia ad andare avanti anche con la nostra petizione che vi invitiamo a firmare e a condividere”.

Per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/regione-lazio-potenziare-la-ferrovia-roma-civita-castellana-viterbo

Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Diffamazione, Alessandra Costante (Fnsi): “Carcere per i giornalisti misura incivile”

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“Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia dal senatore di FdI Gianni Berrino al ddl Diffamazione dimostrano che qualcuno non ha capito molto delle sentenze della Corte costituzionale in materia. Il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.

“Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata ‘diffamazione grave’ – prosegue – significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche. Appare, inoltre, del tutto pretestuosa e funzionale a un disegno liberticida la confusione tra fake news e diffamazione a mezzo stampa. Con queste norme faremo un altro salto indietro nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione. L’auspicio è che in Parlamento anche pezzi della maggioranza sappiano reagire di fronte a questo ennesimo sfregio all’articolo 21 della Costituzione”.

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Costume e Società

Vittorio De Sica: il Maestro del Neorealismo nel cinema italiano

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Nel panorama del cinema italiano, pochi nomi risplendono con la stessa intensità e importanza di Vittorio De Sica. Regista, attore e icona del Neorealismo, De Sica ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cinema, sia in patria che a livello internazionale. Il suo contributo al cinema italiano è stato non solo significativo, ma anche rivoluzionario, influenzando generazioni di cineasti e spettatori.

Nato nel 1901 a Sora, in provincia di Frosinone, De Sica ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore teatrale, per poi approdare al cinema negli anni ’30. Tuttavia, è negli anni ’40 che ha raggiunto il suo apice artistico, diventando una delle figure centrali del movimento neorealista italiano. Con film come “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948) e “Miracolo a Milano” (1951), De Sica ha portato sullo schermo storie di semplici persone comuni, mostrando la realtà quotidiana e le difficoltà della vita nell’Italia del dopoguerra.

La capacità di De Sica di cogliere l’essenza umana nei suoi film è stata evidente anche nei suoi ruoli da attore. La sua performance memorabile in “Ladri di biciclette”, dove interpreta un disoccupato che cerca disperatamente di recuperare la sua bicicletta rubata, è stata acclamata dalla critica e dal pubblico, confermando il suo talento poliedrico.

Ma è soprattutto il suo lavoro dietro la macchina da presa che ha reso De Sica una leggenda del cinema. I suoi film sono caratterizzati da una semplicità ed un’onestà straordinarie, con una fotografia in bianco e nero che cattura magistralmente l’atmosfera di povertà e speranza dell’Italia del dopoguerra. Inoltre, De Sica ha saputo dirigere i suoi attori in modo naturale e autentico, spesso scegliendo volti non professionisti per dare maggiore realismo alle sue storie.

Oltre ai suoi contributi al Neorealismo, De Sica ha dimostrato la sua versatilità come regista con film di diversi generi, tra cui commedie brillanti come “Matrimonio all’italiana” (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, e drammi intensi come “Umberto D.” (1952), una toccante storia di un anziano pensionato che lotta per sopravvivere in una società che lo dimentica.

Il suo impatto sul cinema italiano e mondiale è stato riconosciuto con numerosi premi e riconoscimenti, tra cui quattro Oscar alla miglior sceneggiatura originale e un Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. Ma più importante di tutti i premi, il vero lascito di Vittorio De Sica è il suo straordinario corpus di opere cinematografiche, che continuano a ispirare e commuovere gli spettatori di tutto il mondo, dimostrando il potere senza tempo del cinema nel raccontare storie umane universali.

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