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Il destino della Ferrovia Roma-Viterbo (e dei pendolari) appeso a un filo
Tempo di lettura 4 minutiC’è grande attesa per il confronto tra i Sindaci e l’assessorato regionale ai trasporti
Published
5 anni faon
C’è grande attesa per il confronto tra i Sindaci e l’assessorato regionale ai trasporti, in programma nella giornata odierna. Sul tavolo le sorti, attuali e future, dell’esercizio ferroviario della Roma-Viterbo targato Atac, dopo le soppressioni estive, in parte sostituite con bus, scaturite in seguito all’entrata in vigore delle restrizioni alla circolazione dettate dall’ANSF. Come si procederà? Saranno riattivati i treni oppure si continuerà coi bus?
Secondo indiscrezioni, l’Azienda Capitolina dovrebbe presentare un nuovo orario che verta nella direzione auspicata dai Comuni e dal Comitato Pendolari RomaNord, almeno in parte, sintetizzata nelle assemblee pubbliche e nella petizione online lanciata da questi ultimi sulla piattaforma change.org (per votare cliccare qui). Che in pochi giorni ha raccolto all’incirca 1500 firme: segno evidente che gli utenti preferiscono il treno per i propri spostamenti e, in virtù di questo, desiderano conoscere dettagliatamente il cronoprogramma degli interventi di raddoppio e riqualificazione. Punti cardini della vertenza del Comitato.
L’orario, così come sarebbe stato impacchettato da Atac, dovrebbe prevedere all’incirca 37 treni diluiti nella tratta extraurbana, di cui 16 tra Catalano e Viterbo, e 188 in quella urbana. Ci sarebbe spazio anche per una novità, ovvero la reintroduzione degli incroci, fissi, nelle stazioni di Castelnuovo e di Vignanello.Soluzione che era stata abolita con la Disposizioneaziendale 146/19 del 5 luglio,perché in contrasto con le rigide direttive dell’Agenzia, per via delle carenze infrastrutturali degli impianti nella tratta extraurbana. Se tale circostanza dovesse trovare conferma, sarebbe lecito porsi delle domande: come è stato possibile? Cos’è cambiato da luglio ad oggi in quella tratta? Sono stati per caso installati accorgimenti tecnologici capaci di controllare la circolazione treni?
Oltre a questo, l’assessore Mauro Alessandri dovrebbe evidenziare, in quella stessa sede, gli interventi “finalizzati alla messa in sicurezza della tratta extraurbana della ferrovia che la Regione Lazio ha avviato per il miglioramento e la regolarità del servizio offerto ai viaggiatori. Tali interventi consistono essenzialmente in: “Implementazione di un sistema di segnalamento tipo SCMT (sistema di controllo della marcia del treno) sia a terra che a bordo dei treni; Realizzazione di un sistema di blocco automatico conta assi; Realizzazione di apparati che consentono di centralizzare il controllo del traffico ferroviario in linea e nelle stazioni; Ammodernamento e rinnovo dell’armamento e linea di contatto nelle stazioni per renderle compatibili con i nuovi sistemi di sicurezza da realizzare; Potenziamento del sistema di alimentazione elettrica mediante la realizzazione di nuove sottostazioni elettriche e rinnovo di alcune tratte di linea di contatto ammalorate”.
Circa 100 milioni il costo complessivo degli interventi che, secondo l’assessore, dovrebbero essere realizzati da RFI SpA ai sensi dell’art. 47 comma 1 del Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50. “A tal fine è in corso di approvazione la convenzione che regola i rapporti tra Regione Lazio ed RFI per la realizzazione dei suddetti provvedimenti”. “Inoltre, per quanto concerne i rotabili, si sta procedendo all’invito alle 8 società che hanno superato la fase di prequalifica a predisporre il progetto e l’offerta economica secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto. La gara in atto prevede il rinnovo dell’intero parco rotabile: 12 treni sulla tratta urbana; 6 sulla tratta extraurbana; Manutenzione per 10 anni e materiale di scorta. I treni sono previsti dopo 3 anni dall’aggiudicazione, nel frattempo si procederà con revisione generale e revamping dei mezzi attualmente in servizio, con eventuale acquisizione di ulteriori materiali qualora fosse necessario integrare l’offerta di trasporto”.
Comunque sia, al netto della nuova cambiale sottoscritta da Alessandri in persona agli utenti, il volume offerto dall’Azienda sarebbe inferiore a quello paventato dall’associazione TrasportiAmo, nel piano illustrato il 23 agosto durante la prima seduta pubblica della Commissione Speciale di Studio istituita dall’Amministrazione di Sant’Oreste per volere della Sindaca Valentina Pini. Proposta accolta benevolmente dallo stesso Comune, e dagli altri presenti, nonché dal Comitato Pendolari: “il nostro orario è stato stilato nel rispetto delle direttive ANSF”, precisano, “del numero del materiale rotabile, del numero del personale in forza nella ferrovia, del Regolamento Circolazione Treni e, altresì, dei vincoli presenti nella galleria tra Flaminio e Acqua Acetosa”.
Infatti, scorrendo il plico, i treni extraurbani sono complessivamente 50 e quelli urbani 194. “Per dare continuità al servizio e superare gli incroci, abbiamo previsto una rottura di carico a Vignanello, in modo da avere 30 treni giornalieri nella tratta tra Civita e Viterbo. Però, prendiamo atto della proposta Atac, che valuteremo, una volta ufficializzata, nelle sedi opportune”. Ma siete stati quantomeno contattati? “No, e ce lo immaginavamo”, rispondono dall’Associazione, “si vede che Regione e Atac sono allergici ai confronti bilaterali, chi lo può dire. Noi continueremo la battaglia affianco ai Comuni e al Comitato, affinché questa ferrovia non faccia la fine della gloriosa Roma-Fiuggi”.
E dal Comitato Pendolari, è Fabrizio Bonanni a fare il punto della situazione: “L’importanza delle nostre iniziative è di aver riportato, dopo tanto tempo, la questione dei pendolari e della ferrovia al centro delle agende dei Comuni. Da una nostra statistica risulta che dal 1 luglio al 30 agosto, nonostante l’orario ultraridotto, si sono registrate continue soppressioni di treni extraurbani già carenti di loro. In pratica, in sessanta giorni solo in 6 di questi, ossia il 10%, abbiamo avuto una regolarità del servizio. Per il resto ogni giorno ce n’era una. Allo stato attuale delle cose, non essendoci novità tangibili e positivi per i pendolari, non riteniamo opportuno ulteriori incontri con gli enti preposti”. E cioè Atac e Regione. Poi aggiunge: “Anche nell’incontro a Rignano Flaminio che si è svolto ieri [3 settembre ndr] abbiamo incentivato i Comune a fare rete. È fondamentale. E di chiedere nella riunione in Regione di attivare il nuovo orario qualche giorno prima della riapertura delle scuole, mercoledì o al massimo giovedì prossimo, per evitare di fare lo stesso errore del 3 luglio. I pendolari devono avere il tempo di provare le modifiche, Atac deve imparare a conoscere la sua utenza che spesso tratta come bestiame su quei treni. Avevamo richiesto per tempo di essere invitati all’incontro come comitato pendolari, anche tramite i sindaci con i quali siamo in contatto continuo, ma ce l’hanno (guarda caso) rifiutato”.
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