Castelli Romani
Rugby Frascati, cinquant’anni in mischia
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2 settimane faon

Villa Sora gremita per l’omaggio a uomini, simboli e valori che hanno fatto grande il Rugby Frascati.
Quando la storia chiama, Frascati risponde. E lo fa con il cuore gonfio d’orgoglio e la memoria viva di cinquant’anni che hanno scolpito il nome della città nei libri della palla ovale. Al teatro di Villa Sora, gremito ed emozionato, è andata in scena non una semplice presentazione, ma una vera e propria celebrazione di una delle eccellenze più nobili di questa terra: il Rugby Frascati.
Un palcoscenico degno delle grandi occasioni ha fatto da cornice alla presentazione della monumentale opera in due volumi “Frascati val bene una… meta”, firmata da Roberto Eroli, storico e custode della memoria tuscolana. Due tomi che raccontano con passione, rigore e trasporto i primi cinquant’anni della gloriosa squadra frascatana, la prima “provinciale” a varcare le porte della serie A, sfidando e piegando club blasonati nati e cresciuti nelle grandi capitali del rugby nazionale.
Nella foto il senatore, Giorgio Salvitti, il presidente del Consiglio Comunale, Corrado Spagnoli, la sindaca, Francesca Sbardella
Presente il gotha delle istituzioni locali e nazionali: la sindaca Francesca Sbardella, il presidente del Consiglio Comunale Corrado Spagnoli e il senatore Giorgio Salvitti. A fare gli onori di casa, l’Associazione Civitas Tuscolana, presieduta da Claudia Cignitti, autentica anima dell’iniziativa.
Sul palco, accanto all’autore, tre leggende viventi del rugby frascatano: Igino Mancini, storico presidente della società, visibilmente emozionato; Pietro Paolo Paladini, vera icona del rugby italiano, unico tecnico ad aver guidato tutte le selezioni azzurre; e Riccardo Pescante, vicedirettore di Rai Sport e frascatano d’adozione. Con loro anche Marco Pastonesi, penna raffinata della Gazzetta dello Sport, per anni cantore epico del rugby italiano.
Un incontro che ha avuto il sapore di una rimpatriata tra vecchi leoni e giovani cronisti, con aneddoti, risate e commozione. Perché questa non è solo una storia di mete e placcaggi, ma di identità. Come ha ricordato Eroli, il titolo dell’opera nasce da un episodio memorabile: quando la Metro de Paris, squadra di rugby francese, in visita a Roma, ottenne un’udienza da Pio XII grazie all’intervento del cardinale frascatano Clemente Micara. Un fatto che unisce sport, fede e diplomazia con un solo comune denominatore: Frascati.
Ma il vero cuore del racconto è la leggendaria “Fossa dei Leoni”, lo stadio Mamilio. Un campo che non era solo terreno di gioco, ma scuola di vita. Lì nacque la Schola Mamilia, come la chiamavano i giornalisti dell’epoca: una fucina di talenti, un laboratorio di passione che ha fatto scuola a livello nazionale.
L’opera in due volumi non è solo un tributo al passato, ma un atto di responsabilità verso il futuro. Un “dovere della memoria condivisa”, come ha sottolineato Eroli, per evitare che l’epopea rugbistica tuscolana venga dimenticata tra le pieghe del tempo. Una memoria fatta non solo di statistiche, ma di uomini, volti, gesti e sacrifici.
Due di questi uomini sono stati Romano Bonifazi e Bruno Bizzarri, cui è stato tributato un omaggio profondo e sentito.
Romano Bonifazi, tre volte Direttore Tecnico della Nazionale Italiana di Rugby, fu colui che contribuì in modo determinante all’evoluzione del Rugby Frascati, tanto dal punto di vista tecnico quanto dell’immagine, creando e plasmando il concetto stesso di “squadra” come unità compatta, consapevole e identitaria.
Bruno Bizzarri, invece, fu tra i 21 fondatori del Rugby Frascati nel 1949, di cui fu primo presidente e primo allenatore: il pioniere, l’uomo che dette forma e spirito a un’idea, trasformandola in realtà.
Francesca Sbardella tra Giorgia Bonifazi e Paola Bizzarri
E poi un momento che ha toccato il cuore del pubblico presente: la lettura della lettera dell’avvocato Ennio Pizzino, oggi ultranovantenne, uno dei presidenti più amati e influenti della storia del club. Fu lui a voler fortemente che la squadra indossasse i colori della città di Frascati, il giallo e il rosso, rendendo così visibile e riconoscibile l’identità tuscolana su ogni campo d’Italia. Queste le sue parole, affidate a un emozionato Roberto Eroli:
“Carissimo Roberto, Sono veramente spiacente, ma le mie attuali condizioni di salute mi impediscono di presenziare all’attesa Festa del nostro amato sodalizio, come sarebbe stato mio dovere. Debbo quindi rinviare ad altra occasione il piacere di rivedere tanti amici, salutarli ed abbracciarli con l’antico affetto. Fallo Tu per me, per favore.
Porgo le mie più vive congratulazioni per la realizzazione della preziosa opera che viene oggi consegnata al futuro del nostro Rugby, a memoria di chi lo introdusse a Frascati e dei tanti che lo hanno potenziato e tuttora lo conservano.
Un caro ed affettuoso saluto a tutti. Ennio Pizzino”
Alla fine della manifestazione, la sindaca Sbardella, accompagnata da Eroli, Mancini e Paladini, ha consegnato una targa ricordo alla figlia di Bruno Bizzarri, Paola, e alla nipote di Roberto Bonifazi, Giorgia. Un gesto semplice ma carico di significato.
A chiudere idealmente il cerchio, l’omaggio anche alle due “avversarie storiche” del Rugby Frascati: la Rugby Roma Olimpic 1930, e soprattutto la SS Lazio Rugby Club 1927, vera e propria “nemica giurata” nel senso più sportivamente nobile del termine. La Lazio ha dato origine, negli anni, a innumerevoli derby carichi di tensione e passione, veri classici del rugby italiano. La rivalità è talmente radicata nella memoria collettiva che la storica maglia biancoceleste compare con orgoglio e ironia sulla copertina stessa dell’opera.
Frascati non ha solo onorato il suo rugby. Gli ha restituito il posto che gli spetta nella storia dello sport italiano. E oggi, più che mai, possiamo dirlo forte e a testa alta:
Frascati val bene una meta. O due.
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