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Editoriali

STAMINA: LE FAMIGLIE DEI PAZIENTI SI COSTITUISCONO IN MOVIMENTO

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Tempo di lettura 11 minuti Il primo comunicato del nemo Movimento rivendica l’opportunità di poter apportare chiarimenti su una storia che li ha visti in prima linea protagonisti “non sprovveduti”

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di Cinzia Marchegiani

E’ nato da pochi giorni il “Movimento per le Cure Compassionevoli”
costituito dalle famiglie dei pazienti in cura a Brescia con il  metodo Stamina. La sua funzione è quella di poter comunicare in maniera efficace e diretta con gli organi d'informazione nazionali,  difendere il diritto alla cura e alla dignità di vita dei pazienti colpiti da malattie gravissime, rare e soprattutto orfane di una qualsiasi forma di cura farmacologica o genica.

Il comunicato appena lanciato sul web rivendica l’opportunità di poter apportare chiarimenti su una storia che li ha visti in prima linea protagonisti “non sprovveduti” e che, al di là della sofferenza, conoscono le leggi e le disposizioni sanitarie grazie alle quali i propri figli hanno avuto accesso alle cure compassionevoli e per nulla intimoriti dall’attacco mediatico pretendono peso alla loro voce.

Dichiarano: “La bufera mediatica che si è scatenata sul caso Stamina nelle ultime settimane basata su inesattezze, scarso o nullo approfondimento delle fonti e imprecisioni anche gravi ha coperto di fango non solo Stamina Foundation, ma anche medici e professionisti estranei alla Onlus in questione, con l’unica responsabilità di aver testimoniato lo stato di salute dei nostri familiari, abbiamo quindi sentito la necessità di apportare il nostro contributo come testimoni diretti della questione delle cure compassionevoli con metodo Stamina.
Nelle ultime settimane sono state scritte falsità e sono stati mescolati i fatti attuali con accadimenti precedenti all'avvio delle cure compassionevoli presso gli Spedali di Brescia. Il tutto con il fine di distrarre l'opinione pubblica dall'unica cosa importante: la necessità di avviare un'indagine scientifica accurata sulla metodica.
Questa inutile bagarre mediatica ha solo generato confusione e sospetti nell'opinione pubblica, che oggi rischia di confondere il concetto di cura compassionevole (non necessariamente supportata da sperimentazione, come sottolinea il decreto Turco Fazio del 2006) con quello di sperimentazione scientifica completa, che a tutt’oggi non ha ancora preso avvio.

Il decreto Turco-Fazio del 2006 consente terapie, anche non sperimentate scientificamente, a malati afflitti da patologie gravissime, rare e incurabili, a tutt'oggi orfane di alternative terapeutiche ufficiali.
Sulla base di questo decreto, e sulla successiva legge 57 approvata dal Parlamento in sostituzione dell'ex decreto Balduzzi, le cure compassionevoli, a base di cellule staminali mesenchimali adulte, praticate presso gli Spedali di Brescia sono completamente tutelate dalla legge.
Discutibili risultano le illazioni riportate sui giornali negli ultimi giorni a firma di alcuni esperti della comunità scientifica che additano la trasmissione “Le Iene” come “responsabile irresponsabile” dell'approdo alle terapie compassionevoli, come se i genitori dei pazienti in cura fossero un gruppo di pseudoraccomandati che accettano di portare sulla pubblica piazza le proprie disgrazie pur di far curare i figli.
Ad oggi l'unico modo per accedere alle terapie compassionevoli è quello di ottenere un via libera da parte del giudice del Tribunale del Lavoro della città in cui risiede il malato. Sono dunque la legge in primis e la Giustizia, come mediatore ultimo, dopo il blocco Aifa del 2012 a consentire l'accesso alle terapie di Brescia. La trasmissione televisiva “Le Iene” ha semplicemente dato voce ad una situazione che altrimenti sarebbe rimasta soffocata nel silenzio”

I membri del movimento, le  Famiglie Carrer, Arnieri, Camiolo, De Barros, Mezzina, Guercio, Larcher, Genova, Tortorelli, Franchi, Lorefice, Fagnoni, Rulli, Oliva, De Luca, Esposito e Velenoso pubblicano le  tappe che hanno portato le cure compassionevoli ad un’azienda ospedaliera, con i relativi indirizzi legislativi, e la querelle che ad oggi porta a non somministrare le suddette cure a bambini affetti da patologie rare e gravissime senza alternative di cura, nonostante le moltissime ordinanze di giudici abbiano autorizzato a profonderle.

Questa è la CRONISTORIA del neo MOVIMENTO PER LE CURE COMPASSIONEVOLI

Nell’ambito del Decreto Turco Fazio del 2006, i primi 13 pazienti vengono autorizzati, ad inizio agosto del 2011, da Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e Ministero della Salute, a sottoporsi alla terapia a base di cellule staminali mesenchimali adulte con metodo Stamina. Ciò grazie a un accordo siglato tra la Stamina Foundation Onlus e gli Spedali Civili di Brescia, seconda struttura pubblica d’Italia, per importanza ed efficienza, autorizzati da Aifa e Ministero della Salute. Già in quella data Spedali di Brescia, Aifa e Ministero erano in possesso del protocollo Stamina, inoltre il prof. Vannoni con una lettera al Ministero si dichiarava pronto ad illustrare le caratteristiche della terapia, offerta che però non è mai stata colta dal Ministero.

Dal momento del loro avvio, ad ottobre del 2011, le cure si sono protratte regolarmente fino a maggio del 2012 e per tutto questo periodo né il Ministero né Aifa hanno mai avuto nulla da ridire sull’operato degli Spedali, sull’efficienza dei laboratori e sulla preparazione del personale medico.
A maggio del 2012 i NAS effettuavano un’ispezione presso gli Spedali, ordinata dalla Procura di Torino per delle indagini che però nulla hanno a che vedere con quanto in essere nella struttura di Brescia, poiché si riferiscono a fatti avvenuti anni prima, quando la Stamina non era ancora costituita, e questo è un dettaglio molto importante che spesso invece viene omesso. Il blocco Aifa che seguì a tale ispezione oggi viene erroneamente citato come se fosse un problema attuale, tralasciando invece che il TAR di Brescia pochi mesi dopo diede a quest’ispezione valutazione completamente opposta e favorevole agli Spedali, e di conseguenza a Stamina. Inoltre spesso si omette di dire che gli Spedali stessi fecero ricorso avverso al blocco dell’Aifa, e i funzionari della regione Lombardia presenti all’ispezione si rifiutarono di firmare il verbale, poiché in disaccordo con le modalità di tale ispezione.

A questo punto, un primo episodio bizzarro: Aifa inibiva l’attività in tale laboratorio solo a Stamina, ma se veramente presentava condizioni critiche perché non bloccarlo completamente? Ci teniamo a ricordare che in questo ospedale vengono fatti ogni anno centinaia di trapianti, senza nessun problema.. se il laboratorio fosse stato veramente inadeguato significa che si sarebbero lasciati in condizioni di rischio molti più pazienti rispetto ai pochissimi trattati da Stamina.
Nel frattempo i pazienti o i loro genitori, nel caso dei minori, ricorrevano ai Tribunali del lavoro riuscendo a ottenere la ripresa delle cure, disapplicando il provvedimento Aifa e successivamente altri Tribunali autorizzavano l’arruolamento di nuovi pazienti per accedere a queste cure compassionevoli, a Brescia.

Nel marzo del 2013 il decreto Balduzzi affermava la possibilità per i pazienti in cura di continuare le terapie a Brescia, non avendo queste mai dato NESSUN EFFETTO COLLATERALE SU NESSUNO DEI PAZIENTI TRATTATI, di fatto dichiarando l’idoneità degli Spedali e del loro personale sanitario (aspetto per altro condiviso anche dal Tar di Brescia nel ricorso rg. 919/2012), ma comportando un’ingiustificata disparità di trattamento, tra chi era già in cura e chi voleva accedere a queste terapie, che si è trovato comunque a dover ricorrere ancora ai Tribunali del lavoro, i quali in circa 170 casi, un po’ in tutt’Italia, hanno dato parere positivo all’accesso alle cure.
E fin qui si parla di cure compassionevoli… tutt’altra cosa dalla sperimentazione di cui nei mesi successivi si comincia a parlare in senato e in parlamento, e per la quale il Ministero nomina un Comitato scientifico composto da esperti che in larga parte, ancor prima di conoscere la metodica Stamina, avevano espresso pareri decisamente negativi sulla stessa. Il Ministero, inoltre richiede a Stamina di modificare e semplificare il proprio protocollo, affinchè potessero eseguirlo anche biologi non della fondazione e soprattutto potesse essere riprodotto in un laboratorio “GMP” (adatto alla produzione di farmaci), piuttosto che in uno GLP (adatto ai trapianti, com'è quello di Brescia, sempre usato da Stamina) . Ma questo è un altro particolare che ora viene furbescamente omesso per far passare Stamina come truffaldina ad aver consegnato al ministero un protocollo diverso da quello abitualmente usato a Brescia. Ma in seguito al parere negativo del comitato, (senza che nessuno dei membri abbia mai visionato i certificati medici che attestano i miglioramenti dei nostri cari, né tantomeno nessuno dal Ministero abbia mai mandato un proprio medico nelle nostre case, come invece avevamo invocato tante volte) il Ministro ad ottobre dichiarava il blocco della sperimentazione in quanto la terapia avrebbe comportato rischi per la salute dei pazienti…. Ma come’è possibile che sia rischiosa una terapia che finora non ha mai dato nessun effetto collaterale su nessuno dei nostri bimbi né tantomeno sui pazienti adulti? E come lo si può affermare a priori senza mai aver verificato direttamente le condizioni dei pazienti?

E com’è possibile che due poteri dello stato siano in così netto contrasto visto che, ciò nonostante, i tribunali del Lavoro hanno continuato ad accogliere i ricorsi dei malati?… Non si può omettere che in totale circa 600 giudici, tra la prima fase e la fase di reclamo (decisa da tre giudici), abbiano concesso le infusioni con metodo Stamina a centinaia di malati. Questa situazione confusa ha però lasciato da mesi tutti questi pazienti in una lista d’attesa lunghissima, basata sull’ordine cronologico delle varie sentenze, senza che nessuno fra i nuovi pazienti abbia ancora potuto iniziare le terapie, e vogliamo ribadire ancora una volta che sono tutti malati gravi, che non hanno ancora molto tempo a disposizione, e purtroppo in questi mesi si è già assistito al decesso di 9 fra bimbi e adulti dei pazienti in lista d’attesa… Persone a cui tutt’oggi è negato un diritto acquisito con la sentenza di un tribunale, e che però nessuno ha ancora provveduto ad eseguire.
Arriviamo ora agli ultimi accadimenti, che hanno visto il Tar del Lazio accogliere il ricorso di Stamina, avverso al provvedimento di nomina della Commissione, e al conseguente blocco della sperimentazione, a cui hanno partecipato anche i pazienti già in cura, aderenti a questo Movimento, che durante il procedimento hanno portato le certificazioni mediche attestanti gli intervenuti miglioramenti sui propri cari.

E qui di nuovo si cominciano a verificare episodi quanto meno dubbi, poiché a una decisione del TAR così importante e favorevole a stamina segue, invece che la giusta eco mediatica, un’ondata inimmaginabile di accuse e derisioni irrispettose delle famiglie dei malati e dei loro medici curanti. una vera e propria campagna di dis-informazione, volta a screditare la metodica e a nascondere la cosa più importante… e cioè che tutti i pazienti adulti o bimbi che siano, trattati con questa metodica sono migliorati, pur avendo tutti malattie incurabili che finora non avevano mai fatto registrare né un arresto del loro decorso, né tantomeno miglioramenti.

Ad oggi non sono mai stati riscontrati effetti collaterali negativi su nessuno dei pazienti in cura (alcuni dei quali hanno iniziato la terapia da ormai due anni).
Ripetiamo che tutti questi miglioramenti sono certificati da medici esperti e qualificati e corredati da analisi strumentali… ciò nonostante in questi mesi ci siamo sentiti attaccare da ogni parte e definire disperati e creduloni… come se vedere il proprio figlio, prima immobile, riprendere a muovere gli arti e le manine sia un’allucinazione, o poter staccare da un respiratore 12, 24, 72 ore bambini che prima dipendevano da esso 24 ore su 24 sia una nostra invenzione e non un fatto reale e importantissimo, o la scomparsa di crisi epilettiche in bambini che prima avevano crisi farmaco-resistenti… ci saremo sognati pure questo? O il poter recuperare la deglutizione, il ritmo sonno-veglia, magari anche la capacità di alimentarsi autonomamente, o la possibilità di selezionarsi su un tablet con le proprie dita il cartone animato preferito, sono tutte illusioni?
PERCHÉ NEGARLI TUTTI QUESTI MIGLIORAMENTI?
Forse per chi è perfettamente sano sembrano cose di poco conto, ma per chi vive quotidianamente queste malattie sono traguardi incredibili, che migliorano non solo la qualità della vita del malato ma anche dei suoi cari… perché può significare poter portare a spasso tuo figlio su un passeggino, invece che vederlo solo disteso su un letto attaccato a un respiratore mese dopo mese. Nessuno ha mai detto che Stamina guarirà questi malati.. e lo sappiamo bene purtroppo, ma aver migliorato la loro qualità di vita quotidiana è già un traguardo immenso e lo difenderemo sempre.

Difenderemo sempre chi ha cercato di riportare l’attenzione sui malati, come il dott. Marcello Villanova e la dott.ssa Imma Florio…la loro  “colpa” è nell’aver visitato  alcuni di questi bimbi e  aver certificato i miglioramenti e per questo sono stati meschinamente attaccati e sminuiti, cercando di infangarne carriere decennali. Gli attacchi non sono stati risparmiati neppure a un illustre scienziato italiano che ci fa onore all’estero come Camillo Ricordi,  offertosi di caratterizzare le cellule Stamina a Miami, per porre fine ai dubbi su cosa ci sia nelle infusioni… Eppure non capiamo perché Aifa abbia deciso di bloccarne il trasporto a Miami… Se veramente si crede che dentro ci sia veleno di serpente o cioccolata, o soluzione fisiologica come sostenuto dai vari detrattori del metodo, perchè non consentire la caratterizzazione cellulare a Miami e porre fine una volta per tutte a questa diatriba e tornare finalmente ad occuparsi veramente dei malati?”
Questo il contatto che indicano nel comunicato: curecompassionevoli@icloud.com

Questa è una storia che fotografa solo gravi responsabilità che purtroppo ricadono esclusivamente sui malati. Così mentre la battaglia è giocata su un vuoti incolmabili, nessuno ha anteposto la tutela del minore, eppure ci sono ordinaze di magistrati non applicate in barba alla legge italiana ed ora sembrano che i nove medici agli Spedali Civili di Brescia intimoriti dalle rappresaglie giudiziarie si rifiutano di eseguirle, anzi chiedono di uscire dal gruppo ristretto "internal audit Stamina"(gruppo di medici reclutati dalla direzione generale ospedaliera all’inizio della vicenda Stamina) ed eventualmente, procedere ai trattamenti Stamina su formale disposizione del legale rappresentante per ogni singolo caso ordinato dai giudici. Tra i nove firmatari, Gabriele Tomasoni, direttore Prima Anestesia e Rianimazione; Carmen Terraroli, responsabile della Segreteria scientifica del Comitato Etico del Civile; Silvana Molinaro, direttore Anestesia e Rianimazione pediatrica; Alberto Arrighini, direttore del Pronto soccorso pediatrico; Giacomo Piana, direttore della Prima Ortopedia e Traumatologia del Civile;; Edda Zanetti, direttore della Neuropsichiatria infantile; Arnalda Lanfranchi, responsabile Laboratorio cellule staminali dell’Ospedale dei Bambini e Fulvio Porta, direttore dell’Oncoematologia pediatrica, troviamo Raffaele Spiazzi, direttore sanitario dell’Ospedale dei Bambini che proprio alla trasmissione Le Iene, affermava che le stesse infusioni non avevano dato effetti collaterali e commentando delle cartelle cliniche dei bambini trattati, non poteva che affermare che vi erano benefici e miglioramenti. Nella scorsa puntata del 22 gennaio 2014 de Le Iene si può rivedere le sue affermazioni http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/01/22/golia-stamina-quello-che-e-successo_8182.shtml Il magistrato Raffaele Guariniello, dovrebbe accelerare le sue indagini, giacché questi medici ora sembrano intimoriti, ma il tempo prezioso divorato sicuramente avrà dei responsabili, ma nessuno potrà pagare le pene, le sofferenze o addirittura la loro morte. Questa è una pietosa sceneggiatura dove la nota più amara e incivile che si registra è nel dover ancora leggere giornali e ascoltare TG accuse gravi che definiscono queste pratiche insicure e pericolose mentre  nessun preposto del ministero della salute e/o governativo (non smentendo) si è preso la briga e l’onere di effettuare controlli  medici su questi bambini…e valutarne la loro salute che a loro dire, dovrebbe essere compromessa dalle somministrazioni ricevute. Eppure il Ministero della Salute con un comunicato del 23 agosto 2012 comunicava il risultato dell’ispezione effettuata dai Nas e Aifa https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CCwQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.salute.gov.it%2Fportale%2Fnews%2Fp3_2_4_1_1.jsp%3Flingua%3Ditaliano%26menu%3Dsalastampa%26p%3Dcomunicatistampa%26id%3D3696&ei=0TXlUoPsLK7Q7AbNlID4Dw&usg=AFQjCNExmyGzUPPOVHTvyWqlXTInNU85lQ&bvm=bv.59930103,d.bGE che giudicava il prodotto adeguato a qualsiasi uso terapeutico….ma che gioco mostruoso si sta conducendo?

La verità è  un effetto allucinante, ci sono responsabilità che nessuno si vuole prendere, si cerca di individuare i colpevoli, quando la documentazione agli atti è chiara e trasparente…nel mezzo e anche dopo, rimangono questi piccoli pazienti diventati invisibili alle diatribe innescate…sembrano non aver diritti di nessun tipo, qualcuno pagherà per questi abusi sui minori? Qualcuno avrà il coraggio di dire loro che questo Stato non li sta tutelando?

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Giornalismo, giornalettismo e giornalaismo: urge un fronte comune per arginare l’informazione pilotata

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Occorre tornare a suscitare opinione seriamente, a rimettere al centro le competenze e a spegnere e ignorare qualsiasi sensazionalismo

C’è l’urgenza e la necessità di fare fronte comune tra giornalisti seri e professionisti che credono nella deontologia professionale e dedicano il loro tempo agli approfondimenti e indagini per garantire il diritto all’informazione contro una malainformazione sempre più faziosa e sciatta.

Le trasmissioni tv “strillate” e costruite artatamente per portare avanti una propaganda o gogna mediatica contro il nemico di turno, i siti (soprattutto i locali territoriali) che si dedicano esclusivamente al copia e incolla al servizio del “padrone” di turno, i giornali pilotati dalla politica, la continua corsa spasmodica a caccia dello scoop stanno minando irreversibilmente una professione che va rimessa al centro con serietà e rigore prima che i lettori si ritrovino in una rete di pubblicità malsane e informazioni costruite che non rappresentano la realtà e non ricercano la verità sostanziale dei fatti.

Occorre tornare a suscitare opinione seriamente, a rimettere al centro le competenze e a spegnere e ignorare qualsiasi sensazionalismo. Ma vediamo di cosa stiamo parlando.

Nel panorama mediatico contemporaneo, la distinzione tra giornalismo, giornalettismo e giornalaismo diviene sempre più rilevante e complessa. Questi tre termini, pur avendo radici comuni, delineano sfaccettature diverse dell’informazione e della comunicazione, ognuna con le proprie caratteristiche e implicazioni.

Il giornalismo

Il giornalismo, nella sua forma più tradizionale, rappresenta l’attività professionale volta alla raccolta, alla verifica e alla diffusione di notizie attraverso mezzi di comunicazione di massa. Il giornalista, in questo contesto, opera secondo principi etici e professionali consolidati, come l’obiettività, l’imparzialità e l’accuratezza nella ricerca e nella presentazione delle informazioni. Il giornalismo tradizionale si basa su fonti verificate, ricerca approfondita e rispetto dei codici deontologici.

Il giornalismo è un pilastro fondamentale della democrazia e svolge un ruolo essenziale nel fornire informazioni accurate, analisi approfondite e dibattito pubblico. Questa professione si basa su principi etici e standard professionali volti a garantire l’obiettività, l’equilibrio e l’accuratezza nell’informare il pubblico.

Uno degli elementi chiave del giornalismo è la ricerca delle notizie. I giornalisti conducono indagini, intervistano fonti e raccolgono dati per fornire un quadro completo degli eventi e dei problemi che interessano la società. Questo processo richiede abilità come la capacità di ricerca, la curiosità intellettuale e la capacità di analizzare criticamente le informazioni.

Una volta raccolte le informazioni, i giornalisti devono verificarle accuratamente per assicurarsi che siano affidabili e veritiere. Questo processo di verifica coinvolge la conferma delle fonti, il controllo incrociato dei fatti e la ricerca di testimonianze multiple per confermare o confutare una storia. L’obiettivo è garantire che le informazioni fornite al pubblico siano il più possibile accurate e verificabili.

Oltre alla raccolta e alla verifica delle notizie, il giornalismo comprende anche la capacità di analizzare e interpretare gli eventi. I giornalisti forniscono contesto, prospettive e approfondimenti su questioni complesse, aiutando il pubblico a comprendere meglio il mondo che li circonda. Questo può includere reportage investigativi, reportage specializzati su argomenti come politica, economia, scienza e cultura, nonché l’analisi critica di eventi e tendenze.

Un altro aspetto cruciale del giornalismo è l’etica. I giornalisti devono operare secondo standard etici elevati, come l’onestà, l’integrità e il rispetto per la dignità umana. Questi principi guidano le decisioni editoriali, la gestione delle fonti e la presentazione delle notizie, contribuendo a mantenere la fiducia del pubblico nella professione giornalistica.

In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e culturali, il giornalismo si sta evolvendo per adattarsi a nuove sfide e opportunità. Le piattaforme digitali e i social media hanno rivoluzionato il modo in cui le notizie vengono create, diffuse e consumate, portando a nuove forme di giornalismo online, giornalismo partecipativo e giornalismo cittadino. Tuttavia, questi sviluppi presentano anche sfide come la diffusione di notizie false e la diminuzione delle entrate pubblicitarie per le organizzazioni giornalistiche tradizionali.

Il giornalismo copia e incolla

Esiste poi una forma di “giornalismo copia e incolla” consistente nella pratica giornalistica in cui i giornalisti o gli operatori dei media riproducono testi, informazioni o articoli da altre fonti senza apportare modifiche significative o senza verificarne l’attendibilità. Questa pratica può essere considerata una forma di plagio o una violazione dell’etica giornalistica, poiché non fornisce un valore aggiunto al pubblico e può diffondere informazioni errate o non verificate.

Il copia e incolla può avvenire per una serie di motivi, tra cui la mancanza di tempo o di risorse per condurre ricerche originali, la pressione per pubblicare rapidamente nuove notizie o la mancanza di rigore editoriale nel verificare le fonti e le informazioni. Tuttavia, questa pratica compromette l’integrità e la credibilità del giornalismo, minando la fiducia del pubblico nelle organizzazioni giornalistiche e nell’informazione in generale.

Per contrastare il giornalismo copia e incolla, è essenziale promuovere la responsabilità editoriale e l’etica giornalistica. I giornalisti devono essere incoraggiati a condurre ricerche originali, a verificare accuratamente le fonti e a fornire contesto e analisi alle notizie, anziché limitarsi a riprodurre informazioni senza critica. Le redazioni giornalistiche devono anche impegnarsi a stabilire procedure e standard rigorosi per garantire che le notizie pubblicate siano accurate, verificate e originali.

Nonostante le sfide, il giornalismo rimane un elemento essenziale della società democratica, svolgendo un ruolo critico nel garantire la trasparenza, la responsabilità e il dibattito pubblico. In un’epoca di crescente polarizzazione e disinformazione, il giornalismo di qualità è più importante che mai per garantire la salute e la vitalità della democrazia.

Il giornalettismo

Il giornalettismo è un termine utilizzato per descrivere una pratica giornalistica che si distingue per la sua superficialità, sensazionalismo e mancanza di rigore etico e professionale. Questo fenomeno si manifesta spesso attraverso la semplificazione e la drammatizzazione delle notizie, con un’enfasi sullo scandalo, sull’intrattenimento e sulla creazione di sensazioni forti piuttosto che sull’accuratezza e sulla completezza dell’informazione. Questa forma di comunicazione mediatica può essere spinta da interessi commerciali, politici o ideologici, sacrificando la completezza e l’accuratezza delle informazioni a favore dell’attrazione di pubblico e della generazione di click e visualizzazioni.

Una delle caratteristiche distintive del giornalettismo è il suo focus sulle notizie più spettacolari o sensazionali, a volte a discapito di questioni più rilevanti o complesse. Questo approccio può portare a una distorta percezione della realtà, in cui eventi minori o isolati vengono sovradimensionati mentre questioni cruciali vengono trascurate.

Il giornalettismo è spesso associato a una certa forma di giornalismo popolare, che cerca di attirare l’attenzione del pubblico attraverso titoli accattivanti, foto suggestive e articoli sensazionalistici. Questo tipo di giornalismo tende a privilegiare il lato emotivo delle storie piuttosto che la loro sostanza, incoraggiando una cultura di consumo veloce delle notizie piuttosto che una riflessione critica e approfondita.

Una conseguenza del giornalettismo è la perdita di fiducia nel giornalismo come istituzione e nel ruolo dei media come custodi dell’informazione pubblica. Quando le persone sono bombardate da notizie sensazionalistiche e spettacolari, possono diventare scettiche riguardo alla veridicità e all’attendibilità delle informazioni, alimentando la diffidenza nei confronti dei media e delle istituzioni democratiche in generale.

Il giornalettismo può anche avere implicazioni negative per il dibattito pubblico e il funzionamento della democrazia. Quando le notizie sono presentate in modo distorto o sensazionalistico, possono influenzare le opinioni e i comportamenti delle persone, portando a decisioni politiche o sociali basate su informazioni errate o parziali.

Per contrastare il giornalettismo e promuovere un giornalismo di qualità, è fondamentale sostenere e difendere il rispetto per i principi etici e professionali del giornalismo, come l’obiettività, l’imparzialità e l’accuratezza. Inoltre, i consumatori di notizie possono contribuire a contrastare il giornalettismo cercando fonti informative affidabili, valutando criticamente le notizie e cercando una varietà di punti di vista su un dato argomento.

Il giornalaismo

Infine, il giornalaismo rappresenta una nuova forma di produzione e diffusione di notizie che emerge dall’era digitale e dei social media. Caratterizzato dalla decentralizzazione della produzione e della distribuzione dell’informazione, il giornalaismo si basa spesso su fonti non tradizionali, come i social network, i blog e i forum online. Se da un lato questa democratizzazione dell’informazione ha contribuito a una maggiore diversità di voci e punti di vista, dall’altro ha anche sollevato preoccupazioni riguardo alla veridicità e all’affidabilità delle fonti, dato che spesso mancano i controlli e le verifiche tipiche del giornalismo tradizionale.

Il termine “giornalaismo” potrebbe essere una creazione linguistica che si riferisce a un’evoluzione o a una variante specifica del giornalismo, magari connotata da caratteristiche distintive rispetto alla pratica tradizionale del giornalismo.

Tuttavia, se intendiamo trattare questo termine come una fusione tra “giornalismo” e “alaismo”, potrebbe essere interessante esplorare come l’alaismo, in politica, si riferisce a un’ideologia o un movimento che cerca di seguire la dottrina o le politiche di un leader carismatico, adattandole o interpretandole a seconda delle circostanze o delle necessità del momento.

Quindi, se applichiamo questa concezione al giornalismo, potremmo ipotizzare che il “giornalaismo” sia una pratica giornalistica che segue o promuove le idee, le politiche o l’agenda di un individuo, di un gruppo o di un’ideologia specifica, piuttosto che aderire ai principi tradizionali di obiettività, imparzialità e verifica delle fonti.

In un contesto simile, il giornalaismo potrebbe essere caratterizzato da una marcata parzialità, sensazionalismo e mancanza di rigore nel fornire informazioni. Questo tipo di giornalismo potrebbe essere utilizzato per promuovere un’agenda politica o ideologica specifica, manipolando o distorcendo le informazioni per adattarle a una narrativa predefinita.

È importante sottolineare che, sebbene questa interpretazione del termine “giornalaismo” possa avere delle implicazioni negative, non rappresenta l’intera gamma di pratiche giornalistiche. Il giornalismo etico e professionale rimane fondamentale per garantire l’informazione accurata e la salvaguardia della democrazia.

La diffusione dei social media e delle piattaforme online ha inoltre alimentato la proliferazione di fenomeni quali le fake news, l’echo chamber e la polarizzazione dell’opinione pubblica. Questi sviluppi pongono nuove sfide per il giornalismo, che deve adattarsi a un ambiente mediatico sempre più frammentato e competitivo, senza compromettere l’integrità e l’attendibilità dell’informazione.

In conclusione, il giornalismo, il giornalettismo e il giornalaismo rappresentano tre approcci diversi alla comunicazione mediatica, ciascuno con le proprie caratteristiche e implicazioni. Mentre il giornalismo tradizionale cerca di garantire l’accuratezza e l’obiettività delle informazioni, il giornalettismo e il giornalaismo possono privilegiare sensazionalismo e semplificazione a scapito della qualità dell’informazione.

In un’era in cui la tecnologia e i social media hanno rivoluzionato il modo in cui consumiamo e produciamo notizie, è essenziale riflettere sulle implicazioni di questi cambiamenti per il futuro del giornalismo e della democrazia.

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Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

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La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.

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Costume e Società

Famiglie allargate si o no?

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Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.

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