PROVINCIA DI ROMA, DICHIARAZIONI ADRIANO PALOZZI: FDI-AN E NCS INTERROMPONO DIALOGO CON FORZA ITALIA

Red. Politica

"Dopo i patetici insulti Adriano Palozzi, che ha mostrato tutta la sua arroganza, con dichiarazioni assolutamente inaccettabili e fuori luogo, é necessaria un'immediata marcia indietro del suo partito, pena la rottura del tavolo provinciale dei Comuni che andranno al voto in primavera, che allo stato dei fatti non ha ragione d'esistere finchè dentro ci sarà uno come lui".A comunicarlo, in una nota, il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, Marco Silvestroni, che ha accolto con sdegno le parole del collega di Forza Italia, rivolte alla neo candidato sindaco di Roma, Giorgia Meloni. "E' chiaro il nervosismo di Palozzi – dichiara Silvestroni – che dopo i danni fatti a Marino, e la rottura degli accordi nelle passate Amministrative a Tivoli, Civitavecchia e Albano, ha dimostrato ancora poca coerenza tra il dire e il fare. Ricordo a Palozzi, e non certo al popolo di Forza Italia, che sicuramente merita rispetto, che Giorgia Meloni si è candidata per l'amore smisurato che la lega a Roma, nel tentativo di ricomporre quell'unità del centrodestra che era venuta meno. A questo punto – conclude il coordinatore provinciale di Fdi – se non Palozzi, dimostratosi poco lucido ed arrogante, auspichiamo che sia il presidente Berlusconi a fare una riflessione e ad appoggiare l'unica persona in grado di poter riunire l'intera coalizione e portarla alla vittoria".

CENTINAIO (NCS) DOPO GLI INSULTI A SALVINI STOP A CONTATTI CON PALOZZI IN PROVINCIA DI ROMA "Nei giorni scorsi abbiamo subito una serie di insulti nei confronti del nostro Segretario Matteo  Salvini da parte del coordinatore provinciale di Forza Italia Sig. Palozzi. Soprassediamo sulle dichiarazioni fatte nei confronti del sottoscritto ma denigrare Matteo Salvini non lo accettiamo. Social Network usati come megafoni, feste di partito dove Salvini e' stato preso di mira dalla persona di cui sopra. Riprenderemo un dialogo con Forza Italia in provincia di Roma solo quando leggeremo le scuse sincere." Lo afferma il Commissario regionale Lazio di Noi con Salvini Sen. Centinaio intervistato dai giornalisti a seguito delle dichiarazioni del Cons. Palozzi
 




FORZA ITALIA CONTRO NOI CON SALVINI: BOTTA E RISPOSTA TRA ADRIANO PALOZZI E PIERLUIGI CAMPOMIZZI

Red. Politica
Sulle scelte non condivise riguardo i vari candidati a sindaco del centrodestra, a Roma e comuni della provincia, scoppia la bagarre tra Forza Italia e Noi con Salvini.

“Noto la coda di paglia, sguinzagliata dal senatore Centinaio che, anziché entrare nel merito delle critiche politiche, da me mossegli in merito all’irresponsabile comportamento di “Noi con Salvini” in ottica elettorale, preferisce rispondere insultandomi e buttandola in caciara. – Così il consigliere regionale FI Adriano Palozzi – Forse il coordinatore leghista – ha proseguito Palozzi – ha bisogno di una bella rinfrescata alla memoria. Io sono Palozzi, colui che è stato tra i sindaci più amati della storia di Marino, tanto da averle dato stabilità e buon governo per circa un decennio: l’esatto contrario di quanto fatto dall’imbarazzante Centinaio, incapace di riconquistare la propria città d’origine. Io sono Palozzi, colui che continua a definire i leghisti grillini del centrodestra e il recente “endorsement” di Salvini ai candidati pentastellati non fa che confermare quanto vado affermando ormai da tempo. Io sono Palozzi, colui che ha sempre fatto del dialogo e del confronto democratico i principi guida nei tavoli con gli alleati, andando oltre i dissensi personali pur di creare un centrodestra unito e coeso. Al contrario del senatore Centinaio che, insieme, al suo leader Salvini, ai tavoli nazionali ci si siede solo per smentire sè stesso e rinnegare gli accordi presi: la pantomina leghista di queste ore sulla candidatura di Bertolaso, ad esempio, è solo l’ultima pagliacciata di una lunga serie. Non accettiamo lezioni di stile, dunque, da chi fa del falso moralismo e delle sterili bugie le proprie armi di battaglia. Soprattutto da uno come Centinaio, – conculede Palozzi – che ieri rinnegava la Capitale d’Italia e la sua provincia, e oggi si permette di metterci piede, tagliando vergognosamente la bandiera tricolore, come fatto a Nettuno, e calpestando i valori di una patria, che i poveri leghisti davvero non meritano. Dunque, Centinaio chi? Centinaio… di baggianate”.

Pierluigi Campomizzi coordinatore di Noi con Salvini per la provincia di Roma è intervenuto con una nota di risposta indirizzata al consigliere regionale Adriano Palozzi. "Non è certamente mia abitudine parlare male degli avversari politici, – afferma Campomizzi – bensì cerco sempre di valorizzare il mio attivismo – prosegue – che ho sempre esercitato fin dalla mia giovane età. Però mi sembra opportuno rispondere con la massima serenità alla dichiarazione del sig. Palozzi pubblicata online ieri dove il consigliere regionale attacca il senatore Centinaio e il sottoscritto. È vero che io ho abbandonato il tavolo due settimane fa, ma cosa avrei dovuto fare dopo che un alleato, cioè il sig. Palozzi, ha riportato sui social, in modo non veritiero, che ai gazebo di Noi con Salvini di Roma sarebberp andati a votare tanti cinesi ed extracomunitari, senza neanche confermarlo con nessuna foto. Per quanto detto sulla nostra caratura politica ed umana credo che se stiamo fermi, facciamo sicuramente meno danni rispetto a quelli fatti da Adriano Palozzi, perchè se nella zona dei Castelli Romani, per esempio, il centrodestra ha perso comuni, la colpa non è certamente la nostra visto che non eravamo presenti all'epoca delle ultime amministrative. Posso dire che nel mio paese al ballottaggio ci sono andate le due coalizioni di centrodestra e sicuramente anche alle prossime elezioni di Nettuno potrebbe succedere la stessa cosa. Ad ardea c'è il centrodestra e ai Castelli Romani, in particolare a Marino, chiedo al sig. Palozzi cosa c'è? Aveva vinto il centrodestra e poi, dopo i noti fatti il comune è stato commissariato. Tutto centrosinistra. Loro in zona hanno forse più di qualche patto del nazzareno. Un ultimo appunto: Ho iniziato insieme ai due coordinatori di FI e FDI-AN un percorso per le città al voto nel 2016 sopra i 15.000 abitanti partendo da una base che era la manifestazione di Bologna, quindi alleati, se poi non ritenevano che non ci sarebbero stati i presupposti si potevano scegliere altre vie, questo però non è stato fatto per Nettuno perchè da sola e senza sentire alleati FI ha scelto a priori il suo candidato sindaco. Comunque – conclude Campomizzi – visto il commento di Adriano Palozzi posso tranquillamente dire meglio 100-1000-10000 Centinaio che personaggi politici come Alfano-Lorenzin-Verdini-Quagliarello-Lupi-Cicchitto ecc..ecc. In ultimo vorrei dire che per loro la causa prima in italia è criticare chi taglia un nastro di inaugurazione in due non sapendo che in Noi con Salvini un coordinatore locale ha una rilevanza forte e quindi il senatore lo divide con il coordinatore, ma questa è un'altra storia, quella futura per la nostra Italia e speriamo presto…"

 




COTRAL, GESTIONE COLACECI E GIANA: ADRIANO PALOZZI RICORRE ALLA PROCURA

Redazione
Cotral
– “Nuovi bus Cotral all’inizio del prossimo anno quando ancora non si sa con quali soldi verranno pagati; consulenze esterne a go go; selezioni, assunzioni, licenziamenti discutibili; sito aziendale che non risponde alle norme sulla trasparenza; CdA ridotto senza rappresentanza delle opposizioni. E in più, oggi, in commissione Trasporti, Colaceci e Giana perdono anche la pazienza davanti alle legittime critiche dei membri della commissione su un piano industriale lontano anni luce dalle reali esigenze di rilancio dell’azienda. Per non parlare del fatto che ancora non è stata soddisfatta la mia richiesta di accesso agli atti relativi alla risoluzione contrattuale dell’ex capo del personale, che graverà pesantemente sul bilancio dell’azienda; al bando di selezione e assunzione del Capo del Personale e del Responsabile dell’Ufficio stampa; a tutte le selezioni pubbliche con relativa graduatoria negli ultimi due anni; al verbale delle riunioni del Consiglio di Amministrazione dell’ultimo anno. A questo punto, considerata l’ostinazione e preso atto della mancanza di rispetto manifestata oggi dai vertici di Cotral durante l’audizione in commissione, non mi resta che chiedere alla Procura della Repubblica di intervenire per fare luce sulla gestione discutibile dell’azienda regionale dei trasporti che Colaceci e Giana stanno portando avanti da circa un anno ai danni di migliaia di pendolari e di tutti i cittadini del Lazio. Giana la smetta di fare la vittima! Quest’oggi, in occasione dell’audizione su quello che i vertici Cotral definiscono "piano industriale" nessuno gli ha dato del ladro, semmai visto il piano abbiamo dubbi sulla competenza. A volte lo scontro istituzionale può diventare duro e concitato, ma le offese gratuite e personali non mi appartengono. Se di scorrettezze vogliamo parlare si guardi intorno, troverebbe più soddisfazione. La superficialità con cui il duo Colaceci-Giana sta gestendo questa azienda fa spavento. Numerose le perplessità, in particolare, sull’acquisto dei nuovi bus Cotral, previsto per l’inizio del prossimo anno: una realtà impensabile visto e considerato che non esiste una società in grado di consegnare pullman in tempi così brevi. E poi con quali soldi li paghiamo? Gli inefficienti vertici aziendali affermano che una parte dei fondi arriverà dalla Regione e l’altra dagli eventuali risparmi derivanti da Cotral, che lo ricordo è una società in forte crisi finanziaria. Dunque, invece di "buttarla in caciara" magari fingendosi indignato, l’ad Giana, così lautamente pagato dai cittadini del Lazio, dovrebbe mettersi concretamente a lavorare per il rilancio del Cotral. Se, come crediamo, non è in grado di farlo, si dimetta”. Così in una nota il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Trasporti, Adriano Palozzi.
 




COTRAL: ADRIANO PALOZZI CAPRO ESPIATORIO

 

IL DOSSIER SU COTRAL PUBBLICATO NEL 2014 DA L'OSSERVATORE D'ITALIA

 

di Chiara Rai

Cotral – Adesso ci mettiamo tutti le mani nei capelli solo perché la Guardia di Finanza, su mandato del Pm Erminio Amelio, ha sequestrato una lettera a firma del consigliere regionale (FI) Adriano Palozzi quando ricopriva la carica di presidente del Cotral in cui veniva stabilita una somma di circa di 800mila euro garantiti all'ex manager del Cotral Silvio Blasucci in caso di licenziamento. Mentre sappiamo bene, anche attraverso la grossa inchiesta fatta in solitario da L'Osservatore d'Italia, come è sempre funzionato questo carrozzone che gestisce il trasporto su gomma del Lazio: manutenzioni esterne affidate direttamente senza gara, doppie fatturazioni, officine interne a braccia conserte, liquidazioni d’oro ai dirigenti, premi ecc. ecc.


Adriano Palozzi è stato sindaco del Comune di Marino per due mandati, consigliere provinciale e consigliere regionale. La sua gestione è sempre stata contraddistinta dalla trasparenza amministrativa e non diciamo altro.

Per fortuna che Adriano Palozzi è stato al Cotral dal novembre 2011 al gennaio 2013, perché se fosse rimasto di più, volente o nolente, ci sarebbero state altre rogne.

In Cotral i veri intoccabili che decidono il brutto e bel tempo sono proprio i maxi stipendiati dirigenti che rimangono incrostati alle poltrone nonostante i cambi di bandiera. La lettera “dello scandalo” sarebbe stata firmata prima delle elezioni che avrebbero portato alla presidenza della Regione Lazio Nicola Zingaretti a seguito delle dimissioni di Renata Polverini. La cifra riconosciuta equivale a tre anni di preavviso in caso di licenziamento su una busta paga più che ottima.Quello che intendiamo dire è che in Cotral dirigenti, Cda e presidenti che si sono susseguiti nel tempo dovrebbero essere tutti, secondo noi, tutti nell’occhio del ciclone della magistratura e che “l’abuso di ufficio” (non è una novità) sembra purtroppo una consuetudine. Ma veniamo per gradi

La famigerata lettera Cotral è datata 24 gennaio 2013 depositata nella stessa data nella Presidenza indirizzata a Blasucci Silvio e avente come oggetto: Integrazione delle condizioni economiche e normative del contratto di lavoro e sottoscritta da Adriano Palozzi nella sua qualità di Presidente di Cotral spa”.
Dunque, non scandalizziamoci per la lettera in sé quanto per le liquidazioni d’oro ai dirigenti strapagati dalle società pubbliche o partecipate che sono sull’orlo del dissesto. Blasucci e le sue disavventure le abbiamo trattate e straraccontate a maggio 2014 quando abbiamo parlato del suo flop nel caso del fallimento del servizio di verifica titoli di viaggio (si chiama Comov) cioè quello che per missione deve lottare e stanare l’evasione tariffaria, e che invece non ha funzionato come avrebbe dovuto e potuto. Parliamoci chiaro, Blasucci è una vita che sta al Cotral, c’era anche quando Storace era presidente.

La storia è questa. Era da almeno il 2006 che questo servizio era diretto dal dirigente Silvio Blasucci che, per inciso, era insieme ad altri due dirigenti il più pagato al Cotral. Il costo del dirigente è di circa 160 mila euro l’anno, cui si aggiunge un premio di risultato annuo che va dal 35 al 40 per cento dello stipendio (circa altri 40 mila euro netti). Questo servizio ha anche dei quadri. Sotto questi “capi”, dirigente e quadri appunto, ci sono circa quaranta verificatori, considerati da essi stessi insufficienti come numero.

Allora al dirigente Silvio Blasucci venne un’idea: si fece affiancare per farsi spiegare (a lui che è appunto fra i più pagati) come lottare meglio contro l’evasione tariffaria. Quindi in affidamento diretto scelse (di gare di appalto non se ne parla), lui e l’amministratore delegato di allora, la società Sbc.
Questi della Sbc gli “insegnarono” come combattere e stanare gli evasori prevedendo anche che questo nuovo metodo avrebbe comportato un tot di aumento di entrate per il Cotral. Il paradosso del contratto, previsto tra le parti, era che in base alle nuove entrate presunte, la Sbc prendeva a monte, in soldi veri, la percentuale prevista. E così nel 2010 e nel 2011 la Sbc incassò 400 mila euro l’anno sui presunti risultati conseguiti. Mentre, ovviamente le entrate previste per il Cotral non furono quelle che avrebbero dovuto essere.

Quindi il servizio Comov più costoso d’Italia, ha prodotto risultati che lo videro fanalino di coda nella classifica nazionale della lotta all’evasione tariffaria delle aziende di trasporto pubblico. Su segnalazione dei dirigenti interni che evidenziarono il paradosso del contratto, il Collegio dei Sindaci denunciò il tutto alla Corte dei Conti e Cotral “stracciò” il contratto. A quel punto la Sbc fece ricorso e nacque un contenzioso.

E allora che successe, vi chiederete? Il Cda con a capo Surace, preoccupato, prendendo atto dell’operato di Silvio Blasucci affidò a Paolo Toppi, ormai ex consigliere d’amministrazione Cotral, di seguire quel servizio (anche qui ritorna questa ingerenza dei consiglieri politici di un Cda nella gestione quotidiana che è campo dei dirigenti, come per esempio ha fatto Giovanni Libanori nei confronti della Cometa Srl). Nel mentre la patata bollente passò a Toppi, Blasucci che fece? Ma è semplice, continuò a prendere non solo lo stesso stipendio ma addirittura fino al 2013 anche il premio di risultato. Per paradosso, nacque una forte alleanza con l’Ad Vincenzo Surace nominato sotto il governo in Regione di Renata Polverini il quale encomiò Silvio Blasucci per il lavoro svolto.

Grazie ai suoi “ottimi risultati”, il dirigente Silvio Blasucci venne rimesso a capo del personale come ai tempi di Francesco Storace. E rimase lì il tempo necessario per presiedere una commissione interna che apparse e continua ad apparire tutt’oggi illegittima (in quanto esiste l’Audit per statuto) per giudicare il lavoro dei suoi colleghi, poi inopinatamente licenziati senza attendere il corso della Magistratura. E tra l’altro l’accusa principale, quella di falso sollevata da Silvio Blasucci e Vincenzo Surace, è stata archiviata.

Ora, fa sorridere lo sdegno di Amalia Colaceci che grida allo scandalo sul caso Adriano Palozzi ma che di fatto ha sì licenziato Blasucci però quest’ultimo rappresenta ancora l’azienda Cotral nel procedimento contro i tre dirigenti licenziati.

L’unica carta poco efficace contro i tre sarebbe unicamente Blasucci. Fare veramente pulizia, nell’era delle “donne rock”, significherebbe reintegrare i dirigenti senza cercare scuse o giustificazioni di sorta.  

Dunque torniamo all’iter di Blasucci.
Il tempo necessario per svolgere questo lavoro di “spionaggio ai colleghi”,  che gli altri dirigenti si sono rifiutati di svolgere  -presiedere tale commissione-  ed ecco che Silvio Blasucci venne non solo tolto da capo del personale ma il Cda decise di licenziarlo. Ma Silvio Blasucci, a questo punto, si ammalò (sei mesi, caso vuole, è il limite del computo allo scadere del quale il dirigente scende ad un terzo dello stipendio). Guarì fatalmente dopo sei mesi di grave malattia. Blasucci depositò il ricorso contro Cotral per la sua “dequalificazione” e continuò con dichiarazioni contro Domenico De Vincenzi e Vincenzo Surace, “due uomini contrapposti ma che trovano sempre la quadra sulle cose” (come dice negli interrogatori, dove attacca pesantemente Domenico De Vincenzi).
Da voci interne all’azienda, si raccontava che lui si sarebbe aspettato almeno 500 mila euro, con la formula di accompagnamento alla pensione “per il lavoro che aveva svolto”. D’altronde se erano legittimi per Pasqualino Siggillino 200 mila euro a un mese dal compimento dei suoi 66 anni, perché non concedere 500 mila euro a lui che ne aveva solo 63? Il Cda non lo licenziò più. Lo misero a disposizione dell’Ad Vincenzo Surace: insomma pur rimanendo il più pagato rimase nei fatti pur senza compiti da svolgere fino a quando non è stato licenziato da Amalia Colaceci, nuovo e attuale presidente Cotral.

Oltre che Blasucci, quindi, perché non parliamo anche di Pasqualino Sigillino? L’Osservatore d’Italia lo ha trattato a marzo 2014. Con proposta di deliberazione del 21 maggio 2013 l’amministratore delegato Cotral Vincenzo Surace avvia la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato del dirigente aziendale Pasqualino Sigillino a causa della “macromodifica della struttura aziendale”.  In tale proposta di deliberazione si fa esplicito riferimento al fatto che “nel caso di specie, il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.  In soldoni significa che non sarebbe dovuta nessuna “buonauscita”.

In pratica con la risoluzione del contratto comunicata nei modi e tempi, Sigillino per legge non avrebbe avuto nulla a che pretendere da Cotral e invece… cosa succede?
  Succede che nonostante la premessa di cui sopra, Cotral decide ugualmente di corrispondere una somma lorda di € 200.000,00 (duecentomila) all’allora responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino,  con tanto di apposito atto transattivo di conciliazione con finalità, appunto la risoluzione del rapporto di lavoro.

Quest’uscita di 200 mila euro di soldi pubblici, è bene ricordarlo, è nient’altro che il frutto di una risoluzione consensuale e quindi, a dire dell’azienda Cotral, senza rischi che il dirigente impugni il "licenziamento" con conseguenti ed eventuali costi in caso di soccombenza aziendale. Peccato però che è la stessa Cotral ad asserire che “il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.

E in termini più comprensibili era colui che si occupava, tra l’altro, dell’affidamento a terzi dei servizi di manutenzione meccanica (manodopera e ricambi) degli autobus appartenenti alla flotta Cotral Spa.
Sotto questo ciclone, al governo della Regione non c’era più Renata Polverini ma Nicola Zingaretti.  Michele Civita, assessore ai Trasposti che dice di tutta questa storia?  E’ infatti avvenuto tutto, inspiegabilmente, senza la benché minima opposizione, neppure da parte dell’assessore Civita. La società Cotral è sottoposta a controllo analogo (ovvero la Regione Lazio che è proprietaria di Cotral ha il dovere diritto di controllare le azioni intraprese dall’azienda al fine di porne, eventualmente rimedio).

Ma la Regione Lazio, nel caso appena esposto, non è intervenuta. Va bene i riflettori puntati su Adriano Palozzi ex presidente Cotral ma davvero, in tutta questa vergognosa storia chi è senza peccato scagli la prima pietra.




COTRAL, BUFERA PALOZZI: ASSOTUTELA SOLIDALE CON L'EX PRESIDENTE

Redazione

Cotral – In merito alla notizia relativa il sequestro operato dalla Guardia di Finanza, su mandato del Pm Erminio Amelio. della lettera a firma del consigliere regionale Adriano Palozzi quando ricopriva la carica di presidente del Cotral in cui veniva stabilita una somma di circa di 800mila euro garantiti all'ex manager del Cotral Silvio Blasucci in caso di licenziamento interviene con una nota il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato. "In riferimento a taluni adempimenti svolti nell’ultimo periodo di presidenza in Cotral dallo stesso consigliere regionale Adriano Palozzi rimaniamo stupiti dell'accanimento mostrato da un noto quotidiano nazionale. Purtroppo di selezioni poco chiare in Cotral ce n’è più di una, come quella del responsabile dell’Ufficio stampa, ruolo oggi ricoperto dalla figlia di un noto sindaco del Lazio".

Il presidente di AssoTutela fa qui un chiaro riferimento ad Irene Bartolomeo figlia del sindaco di Formia  nominata addetto stampa Cotral con chiamata diretta del nuovo presidente Cotral Amalia Colaceci. Sulle modalità di questa assunzione è stata presentata un'interrogazione regionale dal Movimento 5 Stelle..

"Piuttosto – dichiara ancora Maritato – sarebbe molto interessante concentrare le nostre attenzioni sulle motivazioni che hanno portato l’attuale presidente di Cotral Spa, Amalia Colaceci, a poco più di un mese dal suo insediamento, a risolvere  il contratto di lavoro con il capo del personale, obbligando l’Azienda a corrispondere a Silvio Blasucci un’indennità esorbitante che graverà pesantemente sulle casse già in rosso della Cotral Spa. Se tutto ciò fosse confermato, l'atto di licenziamento di Blasucci, da parte della presidente Colaceci, determinerebbe un consistente danno erariale". "Rimarremo vigili sulla questione mostrando piena solidarietà nei confronti di Palozzi e degli altri politici che stanno portando avanti questa operazione 'verità' su Cotral Spa, senza il timore di subire un accanimento mediatico da uno dei più importanti quotidiani nazionali, sul quale sembrerebbe scrivere il compagno dell’attuale capo ufficio stampa di Cotral spa. Se tutto questo fosse vero e se tutto questo venisse confermato, ci meravigliamo di come alcuni giornalisti hanno strumentalizzato un quotidiano importante patrimonio dell'intera nazione". Conclude la nota Maritato.




COTRAL, BUFERA PER L’EX PRESIDENTE ADRIANO PAOLOZZI: LA LETTERA DELLA SUPERLIQUIDIZIONE

 

LEGGI IL DOSSIER PUBBLICATO DA L'OSSERVATORE D'ITALIA NEL 2014 SU COTRAL

 

di Cinzia Marchegiani

Cotral
– L’ "affaire" Cotral e le liquidazioni stratosferiche accordate ai manager della società dei trasporti apre un capitolo di un'inchiesta a carico della società di trasporti laziale. Quello che vede investito ora Adriano Palozzi, consigliere regionale di Forza Italia.

La notizia che ormai rimbomba sui media parla di un ritrovamento da parte delle Fiamme Gialle di una lettera che Adriano Palozzi avrebbe firmato quando ancora era presidente del Cotral (carica investita dal 2011 a 2013) a Silvio Blasucci capo del personale Cotral.

800 mila euro di liquidazione. Si parla di un vero tesoretto dal valore di 800mila euro garantiti all'ex manager del Cotral in caso di licenziamento. Il tutto messo tutto nero su bianco in una lettera che è stata trovata dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno provveduto ad effettuare il sequestro su mandato del Pm Erminio Amelio. 

 

La lettera. La lettera acquisita agli atti sarebbe stata firmata prima delle elezioni regionali del Lazio del 2013, nel periodo in cui Adriano Palozzi copriva la carica di presidente della Società Cotral.

Con questo sigillo veniva “garantito” all’allora capo del personale, Silvio Blasucci, l’equivalente di ben 36 mensilità, cioè tre anni di paga, in caso di preavviso di licenziamento. E quindi 800mila euro di soldi pubblici.

Proprio su Cotral il nostro quotidiano ha pubblicato nel 2014 un dossier dove emergeva tra l'altro la figura di Blasucci. 

 

Il decreto di sequestro. Il pm nel decreto di sequestro relativo la lettera ha motivato la propria decisione: “Rilevato che dagli atti emergono gravi indizi di reità in ordine agli ipotizzati reati (323 del codice penale, abuso d’ufficio per Palozzi, ndr) e che, ai fini dei riscontri oggettivi e documentali del contenuto della denuncia, è necessario procedere in qualsiasi luogo ove sono custoditi, al sequestro di: lettera Cotral del 24 gennaio 2013 depositata nella stessa data nella Presidenza indirizzata a Blasucci Silvio e avente come oggetto: Integrazione delle condizioni economiche e normative del contratto di lavoro e sottoscritta da Adriano Palozzi nella sua qualità di Presidente di Cotral spa».

Sembrerebbe quindi che Adriano Palozzi proprio dopo aver firmato la buona uscita stratosferica all'allora Capo personale Cotral, ha firmato le proprie dimissioni nello stesso giorno: il 24 gennaio 2013.




MARINO LAZIALE (RM) – TRA SINDACO ARRESTATO E PROFUGHI IN ARRIVO "NOI CON SALVINI" INVOCA LE URNE.

Redazione

Marino Laziale (RM) – "Dopo quello che è successo al sindaco di Marino Laziale, non possiamo continuare far finta che tutto vada bene. – Dichiara Emanuele Sambucini referente di Noi con Salvini per Marino Laziale – Dobbiamo pensare alla città – prosegue Sambucini – e garantire la tranquillità, nonché una sana amministrazione. Sappiamo però, che non possiamo andare avanti così e aspettiamo che la maggioranza faccia una riflessione politica e prenda provvedimenti giusti per il rispetto di tutti i cittadini marinesi: chiamare alle urne la cittadinanza. Colgo l'occasione anche per fare un appunto riguardo i presunti profughi che vogliono mandare a Marino Laziale dato che se così fosse, penso che tutto questo sia folle. Abbiamo i nostri fratelli da aiutare prima di occuparci dei profughi Ci sono padri di famiglia senza lavoro e famiglie senza casa; i suicidi sono purtroppo all'ordine del giorno. Come lo dimostrano ogni giorno i fatti, al trio Renzi, Alfano, Gabrielli non interessa nulla degli italiani. Noi di Salvini staremo sul campo, pronti a lottare contro queste ingiustizie. "Noi con Salvini Marino" non appoggia il discorso profughi e saremo pronti a manifestare la nostra disapprovazione al riguardo e a tal proposito – conclude Sambucini -vorremmo sapere cosa ne pensano il vicesindaco e l'assessore ai servizi sociali. "Noi con Salvini Marino" è pronto ad iniziare un nuovo percorso di cambiamento…" 

Fabio D'Andrea, coordinatore di "Noi con Salvini" per l'intero territorio castellano non entra nelle dinamiche che hanno portato all'arresto dell'attuale primo cittadino di Marino Laziale, limitandosi a constatare come l'amministrazione comunale senza capo risulti di fatto ingessata. D'Andrea pone poi due domande direttamente al vice sindaco e al consigliere regionale ed ex primo cittadino di Marino Laziale Adriano Palozzi: "chiariscano la loro posizione in merito ai 2,6 milioni messi a bando dalla Prefettura per la sistemazione dei profughi nella provincia romana inclusa Marino Laziale e chiariscano cosa pensano in merito all'atteggiamento del Pd". 
 




OSTIA, OSPEDALE GRASSI: CHIUSO REPARTO PER CROLLO CONTROSOFFITTO

Redazione

Ostia (RM) – Infiltrazioni d'acqua all'ospedale Grassi di Ostia con il reparto dell'unità coronarica in situazione disastrosa. Questo il quadro che emerge presso il nosocomio di Ostia dove sono dovuti intervenire i carabinieri ed i vigili del fuoco che hanno provveduto a dichiarare il reparto inutilizzabile.

“Reputo assolutamente grave e allarmante quanto accaduto questa notte presso l’ospedale Grassi – commenta in una nota il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi – ossia il crollo del controsoffitto – prosegue Palozzi – e le infiltrazioni d’acqua verificatisi nel reparto dell’Unità coronarica sub-intensiva del celebre nosocomio di Ostia. Un fatto allarmante. È doveroso, a questo punto, che il presidente Zingaretti approfondisca la situazione, magari sollecitando una indagine interna, e spiegando ai cittadini come nel terzo millennio possano accadere ancora cose da terzo mondo. Un chiarimento d’obbligo, – conclude il consigliere regionale – quello che dovrà fornire il presidente della Regione, che un giorno sì e l’altro pure si sbrodola annunciando rivoluzioni positive nella sanità laziale”. .
 




CIAMPINO, PALOZZI (FI): “RISCHIO COLLASSO PER AEROPORTO PASTINE. NICOLA ZINGARETTI TACE”

Redazione
Ciampino
– “L’annuncio giubilare di Papa Francesco rappresenta un messaggio etico e religioso di assoluto livello, una occasione universale affinché la città di Roma torni a risplendere nel mondo. Punto focale per l’accoglienza di milioni di turisti e pellegrini sarà, dunque, l’organizzazione dell’evento. In questo ore sento da Marino e Zingaretti fiumi di parole sulle strategie da adottare, sulla logistica e sui trasporti. In tal senso vorrei capire che ruolo avrà l’aeroporto di Ciampino, il cui inquinamento acustico viaggia quotidianamente oltre i limiti di legge con grave disagio per le popolazioni di Ciampino, Marino e Morena. Una realtà sanitaria preoccupante, quella che attanaglia il Pastine, con Adr ed Enac a fare gli gnorri e il presidente Zingaretti incapace di incanalare il dibattito verso l’auspicata e fattiva riduzione del traffico aereo. Ne è palese testimonianza il famigerato tavolo tecnico promesso e convocato dalla Regione, finora rivelatosi totalmente aleatorio e inconcludente. Un ‘antipasto istituzionale’ che non promette nulla di buono per il futuro infrastrutturale dell’aeroporto di Ciampino, che con il nuovo Giubileo potrebbe veder schizzare alle stelle il numero di voli e di passeggeri in transito alla volta della Capitale. Con conseguente rischio di collasso funzionale del polo castellano e di ulteriori inquinamento delle popolazioni residenti. Dunque la Regione la smetta di fare scaricabarile e si ponga come reale pungolo nei riguardi di un ministero dei Trasporti, poco chiaro sul destino del Pastine. Un evento di richiamo planetario è alle porte e l’aeroporto di Ciampino non può essere la solita vittima sacrificale dell’inconsistenza amministrativa delle istituzioni che governano Roma, Regione e Italia”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente commissione Trasporti, Adriano Palozzi.
 




NEMI, "ISLAM REALTA' INVASIVA?": INTERVISTA AL CONSIGLIERE REGIONALE FI ADRIANO PALOZZI

di Chiara Rai

“’Islam, realtà invasiva?’. Mai fu di più grande attualità il tema del convegno, promosso recentemente dall’associazione Insieme per Nemi. Una iniziativa lodevole, un’occasione di confronto per parlare di (dis)integrazione sociale, ma anche un atteso momento di riflessione per un centrodestra, nazionale e locale, giunto ormai ad una fase politica quanto mai delicata. Tra i presenti all’evento anche il consigliere regionale del Lazio e coordinatore FI per la Provincia di Roma, Adriano Palozzi, con il quale L’Osservatore d'Italia ha intrattenuto una lunga chiacchierata su temi spinosi quali integrazione, sicurezza e politiche di rigore.

Consigliere Palozzi, da dove cominciamo?
“Beh, innanzitutto direi di partire da dove ci siamo lasciati. Il convegno di Nemi è stata una iniziativa molto interessante e giunta in una fase assai delicata, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista socio-economico per il nostro Paese. Dopo i fatti di Parigi, è chiaro, anzi solare, che l’integralismo islamico è anche e soprattutto un nostro problema: un problema dell’Europa. La tragedia francese ci ha fatto comprendere che il pericolo terrorista è in casa nostra. E non può certamente essere combattuto con questo buonismo, tanto caro al centrosinistra”.
 

Si riferisce alla triade Renzi-Marino-Zingaretti?
“Non solo, ma soprattutto a loro. Sono sotto gli occhi di tutti le fallimentari politiche di integrazione di governo nazionale, Regione Lazio e Comune di Roma. È evidente, ad esempio, il lassismo amministrativo del sindaco della Capitale sulla questione rom. Sono mesi che nei grandi insediamenti attrezzati, localizzati ai margini della periferia, ad essere impietosi protagonisti sono l’anarchia dilagante, i roghi tossici e le discariche a cielo aperto. Un modello di integrazione penoso, che incide negativamente sulla vivibilità di migliaia di famiglie romane. Il paradosso è che tutto questo si consuma di fronte al colpevole immobilismo istituzionale del presidente Zingaretti. Ho fatto comunicati stampa, interrogazioni, denunce ma il centrosinistra continua a fare orecchie da mercante”.
 

E’ del premier cosa ne pensa?
“Glielo spiego con una proporzione matematica: Marino e Zingaretti ‘stanno’ alla questione rom ‘come’ Renzi ‘sta’ al contrasto alla clandestinità. Anche su quest’ultimo punto, il premier ha completamente fallito. Immaginare di risolvere i problemi dell’immigrazione, attraverso la non politica, e quindi la non scelta, fa dilagare la delinquenza e decrementa la sicurezza in un Paese, già attanagliato da nodi sociali irrisolti”.
 

Scusi, consigliere, detta così è facile. Lei cosa propone?
“Sarò schietto. Bisogna affrontare il tema clandestinità, con la consapevolezza di dover essere più duri, più determinati, e quindi smetterla con le politiche buoniste della sinistra, che parla demagogicamente di accoglienza o pseudo integrazione. Sono dell’opinione che le politiche di integrazione in questo momento debbano cambiare completamente. Come? Innanzitutto è opportuno incidere fortemente a livello normativo affinchè le dichiarazioni di intenti si tramutino in fatti”.




NEMI: BAGNO DI FOLLA PER MAGDI ALLAM

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Sembrava dovesse ridursi ad un evento animato da grida e manifestazioni antifasciste, invece non solo è filato tutto liscio ma la venuta di Magdi Cristiano Allam a Nemi si è rivelata un successo.

Coloro i quali hanno animato il social network additando gli organizzatori con appellativi denigratori e offensivi, neppure si sono presentati al convegno nonostante avessero annunciato in pompa magna la loro presenza allo stesso per manifestare il loro profondo sdegno. Dunque la polemica si è fermata a qualche “condanna” su manifesti d’occasione, utili ad animare la ormai estinta dialettica politica locale, senza dimostrare con la presenza al dibattito tanto sbandierata nei giorni precedenti, quella onestà intellettuale gridata a discapito invece dei promotori di un democratico scambio di idee.

I “padroni di casa” Cinzia Cocchi, attuale consigliere comunale Forza Italia e già sindaco di Nemi  assieme ad Alessandro Biaggi anch’esso primo cittadino a Nemi per due mandati, hanno accolto in maniera squisita tutti i numerosi ospiti del convegno che si è aperto con una lettura di un articolo – denuncia sugli ultimi atti terroristici avvenuti in Francia a firma di Grazia Nonis, letto da Laura Borgognoni membro di Planet Nemi Onlus e componente della squadra di Insieme per Nemi.  A moderare l’evento il direttore de L’Osservatore d’Italia Chiara Rai.

Un convegno molto partecipato quello di sabato a Nemi con protagonista Magdi Cristiano Allam per parlare di Islam in tutte le sue sfumature e angolazioni. La Sala del locale Lo Specchio di Diana che ha fatto da scenario all’evento era gremita di persone.

A garantire la sicurezza i militari della compagnia di Carabinieri di Velletri diretti da Capitano Davide Occhiogrosso, la Polizia municipale di Nemi guidata da Gabriele di Bella e non è mancato l’ausilio della Polizia di Stato del Commissariato di Genzano.

Allam con semplicità e un innegabile spessore culturale ha espresso concetti semplici che hanno incassato solo plausi senza fischi ne polemiche da parte di alcun presente: "C'è assoluta incompatibilità – ha detto tra i tanti concetti espressi – tra la nostra civiltà e la religione islamica. Per noi la vita e la libertà sono sacre. Loro concepiscono, invece, che la vita possa essere negata se si offendono Allah o Maometto, o se si ripudia quella religione”. E poi ancora, "I terroristi islamici non sono schegge impazzite – ha poi rilevato – e non sono musulmani che hanno deviato rispetto al Corano, anzi lo hanno applicato. Dobbiamo prendere atto – ha aggiunto- che il terrorismo può manifestarsi in qualsiasi parte d'Europa, Italia compresa. Stanno colpendo i simboli: Charle Hebdo, simbolo di liberta, sebbene spregiudicata . Poi, hanno colpito la polizia, simbolo dello stato laico. Quindi, hanno colpito gli ebrei".

Tutto un altro scenario rispetto a quello prospettato dai polemisti pre – evento che hanno tentato di denigrare un convegno invece molto apprezzato dalla Comunità di Nemi e da tutti gli ospiti venuti da Roma e dall’hinterland capitolino.  Un parterre di ospiti d’eccezione per la manifestazione organizzata da Insieme per Nemi e Planet Nemi Onlus con il Senatore FI Maurizio Gasparri, il quale ha ribadito, con incisività e senza tentennamenti, quanto sia importante “stroncare sul nascere ogni germe di fanatismo integralista” lasciando riflettere la numerosa platea presente sulla necessità del Governo di avere un ruolo attivo rispetto alla repressione del fenomeno terroristico senza soffermarsi a manifestare con magliette che lasciano il tempo che trovano.  

A tenere banco è stata l'esponente della Lega Nord Claudia Bellocchi, con terza pole position per l’ex ministro Andrea Ronchi il quale ha ricordato di aver proposto, nel 2009, il censimento delle moschee ufficiali e fai da te, la preghiera in italiano dell'Imam, il censimento di tutti i musulmani residenti in italia. Una proposta che però non è stata ancora realizzata.

Un po’ fuori dagli schemi l’intervento del senatore FI Francesco Aracri il quale oltre a rispondere e a “tirare per la giacchetta” in maniera poco elegante l’esponente della Lega Claudia Bellocchi appellandola “signora bionda” si è lasciato andare a citazioni ed esempi che affondano le radici nel fantastico mondo dei cartoni animati storpiando il nome della famossissima Peppa Pig, in “Pippa Peg” in un contesto di aspra critica al modus operandi della sinistra che si mette in marcia dando vita ad una manifestazione politica piuttosto che di solidarietà.

Adriano Palozzi ha in maniera sorprendente rispolverato un linguaggio “missino” che è sembrato molto vicino alle sfumature leghiste di Matteo Salvini. Senza troppi giri di parole ha condannato fortemente l’Italia buonista animata da una sinistra che accoglie tutti a braccia aperte: Da oggi – ha detto Adriano Palozzi all’indomani del convegno –  dopo una lunga analisi interiore, torno ad essere ciò che sento di essere! Non è' politicamente corretto? Non me ne frega nulla! Basta buonismo, basta accoglienza, basta soldi buttati per salvare due irresponsabili, l'Italia prima di tutto e di tutti! Il resto o lo capisce o si combatte”.

Non da meno è stata Claudia Bellocchi la quale ha certamente scosso gli animi degli azzurri in sala, in quanto in maniera schietta e pur critica nei confronti della “vecchia politica che ancora lancia slogan ai quali non crede più nessuno”  hanno inquadrato la situazione alla maniera leghista, senza troppi fronzoli richiamando la necessità di chiudere al flusso dei clandestini e mettere nell’obiettivo concreto dei controlli le moschee e i centri islamici. E quindi incassando indubbiamente i favori della platea presente che ha apprezzato alla stessa maniera l’intervento di Adriano Palozzi.

Edoardo Maria Anghinelli, esperto della situazione islamica in ambito sicurezza cybersecurity e difesa internazionale ha poi parlato in breve della necessità di sicurezza, controlli e prevenzioni che l’Italia non ha perseguito ne raggiunto in quanto manca un reale coordinamento  tra i vari organi istituzionali che permetta l’identificazione e neutralizzazione, con protocolli da mettere in atto, di queste cellule terroristiche che invece hanno la meglio grazie ad interventi assolutamente privi di tempestività.  

Splendido il ritratto dedicato a Magdi Cristiano Allam di Silvia D’Onorio che è stato regalato al giornalista al termine della cena tenutasi dopo il convegno.