NEMI: TENDOPOLI CON VISTA LAGO ALL’EX CENTRO CANOE

Chiara Rai

Nemi (RM) – Spuntano delle tende da campeggio con vista lago nel Parco dei Castelli Romani in un terreno di proprietà del Comune di Nemi. L’ormai ex centro canoa che si affaccia direttamente sullo specchio lacustre è in stato di abbandono e meta di campeggiatori.

Sì, proprio così, all’interno dell’area del Comune di Nemi, i cui cancelli risultano chiusi con catene e lucchetti, ci sono due tende da campeggio e una tenda verandata accuratamente allestite. Sotto la tenda verandata c’è un tavolino con delle bevande.  

Da qualche tempo, qualcuno si è insediato dentro l’area protetta del Parco Regionale dei Castelli e di proprietà del Comune di Nemi. Un sito dov’è vietato il campeggio anche per il solo pernottamento a meno che non vengano rilasciate specifiche autorizzazioni. Ma questo non sembra il caso.

Come se non bastasse c’è un’auto parcheggiata di fronte i cancelli. Si tratta di una Audi A3 station Wagon bianca proveniente dalla città de L’Aquila, posteggiata dove vige il divieto di sosta come si può evincere dal cartello sul cancello. Non sappiamo se l'auto appartenga o meno ai campeggiatori, ma comunque si trova di fronte l’ingresso dell’area.

A Giugno il Comune di Nemi ha demolito i manufatti abusivi al centro canoa di proprietà comunale precedentemente gestita dall’associazione Nemorensis Lacus (Determinazione n° 372 del 18-06-2013). Nemorensis Lacus avrebbe dovuto demolire e non l’ha fatto e il Comune ha provveduto ad eseguire la demolizione e addebitare la spesa di circa 6 mila euro alle due associazioni precedenti che hanno avuto in gestione l’area.

Ma ora chi è tenuto a vigilare? Nonostante i lucchetti è facile accedere lateralmente perché la rete è priva di filo spinato ed in parte divelta. Il proprietario, cioè il Comune, ha vigilato sui propri beni?

Questo è l’epilogo di un angolo di paradiso, che ha accolto nel tempo molti visitatori e che si presentava come l’unico centro canoa e di ristoro sullo specchio di Diana. Ma questo scenario da cartolina appartiene ormai soltanto ai ricordi.  




NEMI, VIETATO MORIRE DI SABATO

Redazione

Nemi (RM) – A denunciare il fatto, accaduto nel paese delle fragole, una lettera inviata alla redazione di Romatoday. Per il funerale serve il nulla osta ma il Comune di Nemi è chiuso, la bara resta lì

Questo quanto denunciato nella lettera inviata dalla lettrice testimone del fatto: Un uomo è morto in una clinica di Nemi, ma il carro funebre contenente la sua bara non è potuto partire per raggiungere la Chiesa in quanto mancava l'autorizzazione del Comune.

Il problema? Il Comune era chiuso. Secondo quanto si legge il defunto si trovava presso la Clinica Villa Delle Querce e la funzione era prevista per le 10 e 30 alla chiesa di Albano ma il carro non è potuto partire perché non aveva il nulla osta dell'amministrazione comunale.

“Al Comune di Nemi questa mattina non risponde nessuno” scrive la lettrice, “alla fine hanno deciso di partire lo stesso anche se con almeno mezz'ora di ritardo. Non si può neanche morire in pace”.

C'è da rimanere stupiti perché siamo sicuri che questa sera, 18 agosto 2013, in occasione dell'evento in piazza con musica a tutto volume, qualcuno del Comune di Nemi, addirittura il primo cittadino, farà capolino e salirà sul palco (come ha fatto la scorsa estate).

Per le feste la presenza c'è sempre, per l'inquinamento batterico dell'acqua l'ordinanza viene fatta con 40 giorni di ritardo rispetto alla presa d'atto delle analisi Arpa e inoltre il Comune era chiuso e ci sono stati problemi anche per far partire una salma da Nemi.

E intanto gli amministratori in vacanza, segnalano alcuni cittadini, continuano a pubblicare su un noto social network delle immagini delle proprie vacanze: teglie di cozze e paesaggi marini. Alla faccia della responsabilità e la tutela della collettività.

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NEMI, PROVINCIALE NEMORENSE: IL TAR DICE AL COMUNE COME COMPORTARSI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Ecco qua, di nuovo L’osservatore laziale non ha parlato a vanvera quando ha pubblicato degli tabella a seguito della frana sulla via Nemorense verificatasi tra il 3 e il 4 aprile notte. 

In merito alla condizione della provinciale Nemorense e agli atti intrapresi dal Comune di Nemi interviene il Tar Lazio con una ordinanza che sostanzialmente contesta il “modus operandi” del Comune: “è necessario che il Comune di Nemi convochi, con urgenza, una Conferenza di servizi coinvolgendo la Provincia di Roma, il Genio Civile e la parte ricorrente per definire le modalità, i termini e i soggetti obbligati alla predetta messa in sicurezza delle opere disposta dall’Amministrazione”. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL TAR LAZIO ] 

L'ordinanza è del 2 agosto 2013 e si riferisce alle ordinanze sindacali emesse dal sindaco Alberto Bertucci dove sostanzialmente intima ai privati che hanno i terreni sul costone della via Provinciale Nemorense di mettere in sicurezza le aree colpite dalla calamità naturale. Ma secondo il Tar l’ordine di messa in sicurezza “in urgenza” ad opera dell’amministrazione di Alberto Bertucci appare generico, “senza specifica indicazione del termine – si cita testualmente dall'ordinanza –  nonché della mancanza di specifiche indicazioni delle tipologie di opere per la messa in sicurezza e sistemazione della scarpata”. 

Dunque, il 24 maggio scorso, quando abbiamo scritto che la situazione si presentava complessa con uno “scenario di case che sembrano sull’orlo di scivolare giù” e quando, il 30 maggio, abbiamo evidenziato che è stata messa una “coperta al costone” da parte dei privati e che la Provincia era all'oscuro di tutto, in realtà si è evidenziato quel “modus operandi” fai da te .

Cioè si sarebbe potuta convocare immediatamente una conferenza dei servizi  con “Provincia di Roma, il Genio Civile e la parte ricorrente per definire le modalità, i termini e i soggetti obbligati alla predetta messa in sicurezza delle opere”. Ma è dovuto intervenire il Tar per dire al Comune di Nemi come ci si comporta di fronte a calamità naturali che colpiscono una arteria le cui competenze e la cui proprietà appartiengono a soggetti diversi dal Comune stesso. 

Tant’è. Intanto dei pali di castagno trapuntano il costone. Chi avrà deciso di metterli? E per di più abbiamo notato come le transenne che interdicono un senso di marcia della carreggiata ( la chiusura di metà della carreggiata è stata disposta dalla Provincia) siano sensibili ai week end e ai “grandi eventi”.

Durante la Sagra delle Fragole ad esempio, le transenne sono state letteralmente spostate e accostate il più possibile accanto al costone per permettere alle macchine di passare. La Provincia lo sapeva? La stessa dinamica si è verificata durante i campionati di Cross Country.  Ancora una volta sembra che la sicurezza e incolumità dei cittadini venga messa da parte. Vedremo adesso, se con l'ordinanza del Tar il Comune provvederà a eseguire quanto prescritto. 

 

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NEMI FONTANA PUBBLICA INQUINATA, SCENDE IN CAMPO ASSOTUTELA: O TRASPARENZA O SI VA IN PROCURA

Maritato: "40 giorni di silenzio, (pur sapendo che l’acqua della fontana pubblica è colpita da inquinamento batterico), non sono tollerabili da parte di una Amministrazione locale che ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di agire tempestivamente di fronte alle emergenze".

 

Redazione

Nemi (RM) – Assotutela l’associazione di utilità sociale, punto di riferimento per il cittadino, risponde all’appello de L’osservatore laziale e interviene con decisione in merito al caso della fontana pubblica in piazza De Sanctis a Nemi che fino a quattro giorni fa ha rifornito d’acqua numerosissimi residenti di Nemi e dei Castelli Romani. L’acqua di questa fontana secondo l’Arpa Lazio presenta contaminazione batterica (E. Coli ).

“Non si può rimanere in silenzio – commenta il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato –  di fronte a dei ritardi da parte dell’amministrazione comunale nel comunicare tempestivamente una emergenza quale, l’inquinamento batterico nell’acqua ai residenti che quotidianamente si approvvigionano alla fontanella pubblica in piazza”. Si parla di ritardi perché 40 giorni di silenzio, (pur sapendo che l’acqua della fontana pubblica è colpita da inquinamento batterico), non sono tollerabili da parte di una Amministrazione locale che ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di agire tempestivamente di fronte alle emergenze.

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL COMUNE DI NEMI DELL'8 AGOSTO 2013 ]

 Il Comune è venuto a conoscenza dalla Asl RmH (dipartimento Prevenzione) che l’acqua fosse inquinata addirittura il 1 luglio. Dal primo luglio all'8 Agosto quasi 40 giorni senza informare.

Il 15 luglio, sempre la Asl RmH invia una ulteriore conferma al Comune di Nemi della non conformità del parametro microbiologico, confermando i dati del 1 luglio.

Inoltre sempre il Comune di Nemi, ha appena emesso una ordinanza nella quale si “ordina” all’Acea la chiusura immediata della fontanella in piazza De Sanctis perché l’acqua risulta non conforme rispetto al parametro microbiologico e registra presenza di E. Coliformi ovvero presumibilmente una contaminazione di origine fecale.

Sempre in prima linea per la tutela dei diritti, Assotutela tira dritto e Michel Emi Maritato mette in allerta: “Non potevamo rimanere in silenzio di fronte ad un fatto così grave – prosegue – ma adesso faremo di più: monitoreremo da vicino questa vicenda, accertandoci se è nelle intenzioni del Gestore e del Comune informare tempestivamente la cittadinanza con pubblicazioni periodiche delle analisi dalle quali si evince la qualità dell’acqua. Inoltre ci aspettiamo rassicurazioni certe, sia da parte del gestore Acea che dal Comune, rispetto alla qualità dell’acqua stessa.

Vogliamo delle risposte: Il serbatoio di Calvarione e le condutture sono state contaminate? Si sono verificati guasti all’impianto di clorazione?”.

Qualora ravvisassimo una mancanza totale di trasparenza nella pubblicazione delle analisi rispetto lo stato di potabilità dell’acqua, una mancanza di aggiornamenti da parte del Comune alla collettività circa i tempi di ripristino dell’erogazione del flusso idrico e qualora si ravvisi un ulteriore esposizione al rischio per la salute pubblica adducibile all’Amministrazione Comunale di Nemi o ad Acea, provvederemo immediatamente a presentare un esposto in Procura”. Assotutela, dunque, non resta a guardare.  

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NEMI, FONTANELLA “NON CONFORME”: LETTERA DI UN CITTADINO INCAZZATO

Redazione

Nemi (RM) – Sulla vicenda della fontanella di Nemi chiusa l'8 agosto per "acqua non conforme", dopo ben 40 giorni che il Comune era a conoscenza della situazione, ci scrive un cittadino.

"Gentile Direttrice,

ho letto attentamente quanto da Lei pubblicato sulla vicenda dell’acqua non conforme, e come cittadino sono arrabbiato ed adirato, o meglio, me lo conceda, oltremodo incazzato. Lo sono nei confronti degli Amministratori del Comune di Nemi, superficiali e lacunosi, e tanto presi dalla cultura dell’effimero (panem et circercenses di antica memoria), da dimenticarsi di informare i cittadini della non potabilità dell’acqua. 

E lo sono nei confronti del gestore dell’acquedotto che tenta di salvarsi con le favolette. Acea Ato2 dichiara che “la presenza di animali, in ispecie volatili, e la continua esposizione all’aperto della fontana, aveva provocato, nel mese di luglio il rilievo di contaminazione batteriologica”. Ma guarda la sfiga, per ben due volte un volatile ha depositato gli escrementi sul beccuccio della fontana un minuto prima del prelievo del campione: via Signori a chi volete darla da bere? La statistica e la logica è contro la vostra affermazione. Non sarà invece che la contaminazione batteriologica è avvenuta nelle condutture o addirittura nel serbatoio di Calvarione? In tal caso era contaminata anche l’acqua giunta nelle abitazioni.

Nel salutarla la invito a porre ad Acea Ato2 le seguenti domande:

Acea Ato2 può escludere in maniera tassativa la contaminazione lungo le condutture?

L’impianto di clorazione del serbatoio di Calvarione funziona in automatico? È dotato di un allarme che segnala il malfunzionamento? E controllato giornalmente dagli addetti alla manutenzione?

Considerato che sono passati circa 30 giorni dall’ultimo controllo e che l’ordinanza è anacronistica, non sarebbe il caso di riaprire la fontanella? O l’acqua è ancora inquinata?

H2O forever (non inquinata però)

P.S. Mentre le scrivo c’è, a due metri dalla fontanella in questione, l’ennesima perdita dalle condutture".

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NEMI – CORI: ECCO COME AVREBBE DOVUTO AGIRE NEMI IN PRESENZA DI ACQUA INQUINATA

Redazione

Nemi (RM) Cori (LT) A Cori si è agito come, a nostro avviso, si sarebbe dovuto agire a Nemi rispetto la tutela della salute dei cittadini.

Ci spieghiamo meglio. Il Sindaco di Cori Tommaso Conti ha emesso tempestivamente un’ordinanza di non potabilità delle acque destinate a consumo umano su tutto il territorio di Giulianello. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL SINDACO DI CORI ]

Il provvedimento si è reso necessario a seguito della nota del Dipartimento di Prevenzione U.O.C. – Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione della ASL Latina che segnala l’improvviso innalzamento oltre la norma del valore di colibatteri presso il Fontanile sulla SP Velletri – Anzio I.

Un guasto al sistema di depurazione presso il serbatoio Madonnella, in via Artena – Giulianello, ha causato la fecalizzazione delle acque alla fonte.

Su tempestivo sollecito dell’Amministrazione comunale, Acqualatina è già intervenuta mettendo a disposizione della cittadinanza l’autobotte per il rifornimento di acqua potabile posizionata in piazza Umberto I. Il gestore idrico ha inoltre provveduto alla sostituzione del dispensatore di cloro per il trattamento microbiologico delle acque in funzione nel pozzo Madonnella.  

Contemporaneamente il Sindaco Conti ha chiesto ulteriori ed imminenti riscontri. Nella mattinata dello scorso sabato 10 agosto, giorno festivo, i tecnici del SIAN ASL – Latina, accompagnati dai funzionari dell’Ufficio Ambiente del Comune di Cori, hanno prelevato altri campioni dal Fontanile all’incrocio di Giulianello che verranno analizzati dai laboratori dell’ARPA Lazio – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – che comunicherà quanto prima all’Ente i risultati delle nuove analisi.

Nel frattempo si raccomanda alla popolazione di Giulianello di non bere acqua corrente e non utilizzarla per qualunque altro consumo umano, a meno che non la si faccia prima bollire a 90° centigradi.  

Anche a Nemi l'Arpa Lazio ha registrato un  innalzamento oltre la norma del valore di colibatteri nella fontanella di piazza De Sanctis. Il comune ne è venuto a conoscenza il primo luglio. Il 15 luglio è stata confermata all'Amministrazione di Nemi la non conformità dell'acqua a causa dell'inquinamento batteriologico causato proprio dalla fecalizzazione delle acque alla fonte.

Il sindaco di Cori, coscienzioso, si è immediatamente attivato e ha allertato addirittura la popolozazione di bollire l'acqua a 90° se si intende utilizzarla per consumo umano. A Nemi sono passati oltre 40 giorni senza che la popolazione dei Castelli Romani fosse stata tempestivamente allertata (perché alla fontanella di piazza De Sanctis si riforniscono anche i residenti di altri Comuni, in particolare Velletri e Rocca di Papa oltre naturalmente a Nemi).

Perché a Nemi, il sindaco Alberto Bertucci, attualmente assente, non ha provveduto ad allertare tempestivamente la cittadinanza rispetto ad un problema così grave: l'acqua con presenza di batteri. 

Ci auguriamo che rispetto a questa vergogna le opposizioni decidano di prendere seri provvedimenti, denunciando l'accaduto. Non avvisare la cittadinanza che l'acqua che si beve dalla fontana pubblica è inquinata è un fatto gravissimo. L'ordinanza è arrivata tardiva (40 giorni dopo la comunicazione della Asl). Nessuno intende andare fino in fondo a questa storia? 

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NEMI, ACQUA IN PIAZZA DE SANCTIS: IL COMUNE ORDINA ADESSO LA CHIUSURA DELLA FONTANELLA… MA SAPEVA CHE L'ACQUA NON ERA CONFORME GIA' DAL 1 LUGLIO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Quando facciamo delle domande non le formuliamo certamente a vuoto. E’ perché sappiamo che qualcosa non va ma non ne abbiamo la certezza. Purtroppo e, ripetiamo purtroppo, abbiamo avuto una risposta anche se indiretta davvero sconcertante.

Il Comune di Nemi ha appena emesso una ordinanza [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ] nella quale si “ordina” all’Acea la chiusura immediata della fontanella in piazza De Sanctis perché l’acqua risulta non conforme rispetto al parametro microbiologico e registra presenza di E. Coliformi ovvero presumibilmente una contaminazione di origine fecale. Ma dove è avvenuta questa contaminazione? Nel serbatoio? In rete? 

L’8 luglio noi de L’Osservatore Laziale avevamo il sospetto che ci fossero dei problemi di inquinamento nell’acqua e abbiamo formulato pubblicamente la domanda senza avere risposte. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO DELL'8 LUGLIO 2013 ] 

“Il centro storico di Nemi è rimasto per tre giorni senz'acqua. E' stata chiusa la fontanella in piazza Pietro De Sanctis, per quale motivo? E' inquinata?” 

Quando c’è una contaminazione di questo genere (E. Coli), l’acqua non può essere distribuita. 

Lo sdegno sta nel fatto che il Comune è venuto a conoscenza dalla Asl RmH (dipartimento Prevenzione) che l’acqua fosse inquinata addirittura il 1 luglio (e noi l’8 luglio abbiamo chiesto spiegazioni e abbiamo reiterato la domanda qualche giorno fa).

CASTELLI ROMANI: CITTADINI ABBANDONATI SENZ'ACQUA. E' ALLARME CARENZA IDRICA… E ACEA PERCHE' NON DA' SPIEGAZIONI? ] 

L’acqua è stata chiusa per due giorni in quel periodo (non sappiamo da chi, presumiamo dall’Acea) e poi è tornata a scorrere sebbene “non conforme” (evitiamo di dire “inquinata” perché sarebbe un termine scorretto ma alla fine dei conti, non si può bere perché l’acqua con E. Coli non può essere erogata e se non può essere erogata allora come si fa a berla?).

Dicevamo che le persone, i residenti di Nemi e di altri Comuni che amano riempire le bottiglie alla fontana, ignare di tutto, (bambini, donne in gravidanza, insomma tutte le persone) hanno continuato a rifornirsi d’acqua alla fontanella senza sapere di bere dell’acqua che per legge non va erogata per non conformità e con presenza di E. Coli.

E l'amministrazione Bertucci, che sapeva, è rimasta in silenzio assoluto fino a giovedì 8 Agosto. Dal primo luglio all'8 Agosto quasi 40 giorni senza informare, in silenzio nonostante la preoccupazione e i quesiti sollevati dal nostro quotidiano.

L’amministrazione avrebbe dovuto, a nostro parere, per precauzione e al fine di tutelare la “salute della collettività” (come si legge soltanto adesso nell’ordinanza) e perché si sarebbe ravvisato il “rischio di emergenza per l’igiene pubblica”.

Come se non bastasse il 15 luglio, sempre la Asl RmH invia una ulteriore conferma al Comune di Nemi rispetto alla non conformità rispetto al parametro microbiologico, confermando i dati del 1 luglio.

Le analisi sui prelievi che fa periodicamente la Asl le effettua l’Arpa Lazio. Quali altre conferme doveva avere il Comune? Perché non ha provveduto subito, il 2 luglio in via precauzionale a chiudere la fontanella? L’8 luglio il nostro quotidiano ha chiesto in merito spiegazioni ad Acea ma senza avere risposta, nonostante di solito il gestore sia preciso nel rispondere tempestivamente al nostro quotidiano. Oggi abbiamo reiterato la stessa domanda: Oltre alla fontanella risulta l’acqua NON CONFORME anche nelle case? I residenti vogliono sapere se bevono acqua NON CONFORME oppure se la criticità è strettamente legata alla fontanella. 

Per il momento c’è solo una certezza: i cittadini hanno bevuto senza essere informati acqua NON CONFORME per oltre 40 giorni. Il Comune sapeva che l’acqua era NON CONFORME e lo sapeva perché lo ammette nell’ordinanza dell'8 agosto quando richiama le 2 comunicazioni pervenute dalla Asl RmH. 

Adesso si attendono delle risposte. E si chiede a gran voce CERTEZZA.  

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NEMI, A.A.A. OFFRESI VISITE AL TEMPIO DI DIANA: PER INFO, COSTI E ITINERARI RIVOLGERSI A GINO DE SANCTIS

Chiara Rai: "C’è forse altro da aggiungere? Non credo. Ecco cosa succede, tra l'altro, a Nemi".

 

Chiara Rai

Nemi (RM) – Se vuole visitare il Tempio di Diana deve passare da De Sanctis. Questa è una realtà assodata visto che un anno fa denunciavamo alle Autorità e in Procura questo fenomeno. Il signor De Sanctis aveva addirittura le chiavi del sito archeologico e questa informazione ci veniva data addirittura da una responsabile degli scavi (Beni Archeologici) proprio nell’area del tempio di Diana nel periodo in cui c’erano anche molti giovani ricercatori. [ VIDEO DEL 7 SETTEMBRE 2012 – SEQUESTRO STALLE ABUSIVE A SEGUITO DENUNCIE DE L'OSSERVATORE LAZIALE ]

Lei, signor Luca Zarathustra Bellincioni, ha trovato immondizia e degrado mentre l’unico a promuovere il sito archeologico come fosse il “guardiano” che ne decide il brutto e il cattivo tempo è sempre il signor Gino De Sanctis, il quale a seguito della nostra denuncia è stato colpito da ordinanza di demolizione di alcune stalle abusive. Nessun accenno al fatto che in un video spiegava di aver preso, tagliato e spostato il basolato romano. Nessun accenno al fatto che il dottor de Sanctis promuove il sito archeologico e le visite al sito stesso come se fosse “casa sua”. Quando queste iniziative di visite guidate e quant’altro dovrebbero essere intraprese dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e perché no, trattandosi di patrimonio nazionale, anche del Ministero ai Beni Culturali. Ma questo non accade. 

Vogliamo visitare le bellezze del Tempio di Diana? Beh, andiamo dal Dottor Gino de Sanctis che, come illustrato con fotografie anche su siti come “il mondo del gusto” [ http://www.mondodelgusto.it/ospitalita/6360/giardino-diana-agriturismo-laboratorio-didattico-sul-lago-nemi-roma ]  ha preparato ad hoc per i suoi visitatori il “percorso archeologico” al Tempio di Diana Nemorense: un percorso (si legge su “il mondo del gusto”) tra miti e storia propri della conca del lago, numerosi siti archeologici, visita dei resti del tempio di Diana e del museo delle Navi Romane. Nel percorso è inclusa l'attività archeologica sperimentale in cui viene simulata una scoperta archeologica, coinvolgendo i visitatori in scavi, ricostruzioni e analisi dei reperti).

Vede signor Luca? Si gioca con l’archeologia, si fanno le simulazioni con i beni archeologici. Una vera e propria vergogna. Ma nulla, non accade nulla. 

C’è un invito specifico e inequivocabile sul sito di Gino De Sanctis e sul sito de “il mondo del gusto” che riporto testualmente: http://www.giardinodidiana.com/area_archeologica.htm ]

 “L’azienda Il Giardino di Diana ingloba gran parte dell’Area Archeologica del Santuario di Diana, il luogo più suggestivo e importante del Parco Regionale dei Castelli Romani. Le strutture aziendali sono aperte e disponibili per le visite al sito.

Per partecipare alle varie attività, concordare itinerari, orari, e costi, è possibile parlare direttamente con il Dott. Gino De Sanctis reperibile ai numeri …………… [ Reperibili sui siti indicati nell-articolo ] che sarà lieto di organizzare il percorso più idoneo alle esigenze esposte”.

C’è forse altro da aggiungere? Non credo. Ecco cosa succede, tra l'altro, a Nemi.

E in tutto questo una amministrazione comunale che potrebbe valorizzare e tutelare, in prima battuta, un patrimonio del genere perché porterebbe soltanto che lustro e visitatori e sarebbe un ottimo volano per Nemi, promuove Nemi come città delle biciclette, del nuoto, organizza schiuma party e new talent….  senza accorgersi che invece di investire in queste risorse per valorizzare il sito archeologico con visite guidate, eventi pubblici ben organizzati, lascia che tutto finisca nelle mani di un privato che giustamente promuove la sua azienda ma che si sente anche in diritto – dovere di essere “guardiano” di un patrimonio pubblico di interesse mondiale.

Viva la pizza, gli spaghetti e il mandolino. 

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NEMI, INCHIESTA NCC: TRA ELEFANTI, SCUOLA E GIOCO DI SOCIETA’ ARRIVANO LE OSSERVAZIONI DELL’AVVOCATO SPIRA: “MA IN QUESTO COMUNE NON ESISTE UN GRUPPO DI MINORANZA?”

Redazione

Nemi (RM) – Dopo la pubblicazione degli tabella relativi il rilascio e/o volture di alcune licenze Ncc nel Comune di Nemi, ha scritto alla nostra redazione l'Avvocato Gerardo Spira intervenendo sull'argomento.

Gli tabella trattati sono:

NEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’?

NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA?

NEMI, INCHIESTA AUTO NCC: I TENTATIVI DELL'ELEFANTE E LA SIESTA SUL PARCHEGGIO DISABILI

NEMI, L'INCHIESTA SULLE AUTO NCC: PUO' UN ELEFANTE ENTRARE NELLA TANA DI UN TOPO?

 

Gerardo Spira

Ma in questo Comune non esiste un gruppo di minoranza ?

Il problema è abbastanza semplice! Esiste una legge nazionale che ha disciplinato la materia e che tutt'ora è vigente, con le sue modificazioni la n. 21/92.

Regioni e province hanno delega specifica  per fissare criteri, modalità e limiti. Resta fermo l'impianto su alcune condizioni: Soggetti titolari, requisiti e bando pubblico.

Le licenze ,secondo una pregevole indagine della provincia di Roma del 2008, vengono assegnate in ragione della popolazione e del movimento turistico  e quindi limitate nel numero.

La determina di variazione a firma del sig. Vincenzo Galluccio, prima facie, appare lacunosa nella forma di competenza. Manca infatti il riferimento normativo o regolamentare che gli attribuisce il potere, il richiamo della norma regolamentare che gli consente  di determinare la variazione, per atto tra vivi e tra società o persone diverse da quelle previste e individuate dalla legge.

Con l'approvazione del Regolamento(art.5 legge) i Comuni stabiliscono: numero e tipo di veicolo; modalità di svolgimento; criteri per determinare le tariffe; requisiti e le condizioni per il rilascio della licenza.

L'art. 6 prevede il ruolo e la capacità di iscrizione del conducente.

L'art 7 disciplina l'ambito di attività delle figure giuridiche e i limiti di trasferimento.

L'art 8 fissa le modalità per il rilascio delle licenze o autorizzazioni.

Il comma 2 dell'art 8 stabilisce che la licenza è riferita ad un singolo veicolo e che  non è ammesso il cumulo  di più licenze per l'esercizio del servizio di taxi ovvero per l'esercizio di noleggio, è invece ammesso il cumulo di più autorizzazioni per l'esercizio del servizio di noleggio con conducente. In tal caso è obbligatoria la disponibilità di una rimessa presso cui i veicoli sostano. Orbene le autorizzazioni ricadono nei limiti delle possibilità consentite  nel Comune. Se nel Comune le autorizzazioni previste sono ad esempio in numero di 10, tutte non possono  superare questo limite. 

L'art. 9 disciplina il trasferimento, i limiti e le condizioni. Appare chiara la volontà del legislatore di porre ordine in un campo esposto alle pretese speculative del mercato. Se le concessioni sono sottoposte alla condizione di preselezione attraverso bando pubblico vuol dire che le licenze non possono essere di numero illimitate e vuol dire anche che il Comune deve rigorosamente controllare i requisiti sia nella fase di selezione che in quella di trasferimento. Ciò allo scopo di evitare  tentativi di accaparramenti e infiltrazioni di soggetti al servizio di Organizzazioni camorristiche.  Le licenze o autorizzazioni sono individuali anche se rilasciate nella qualità di soggetti rappresentanti società. L'art. 6 della legge si riferisce infatti alla persona e alla sua capacità abilitativa. 

A mio avviso  andava verificata l'esistenza della condizione di variazione a mente della normativa richiamata e comunque, se possibile, andava determinata in favore della persona la quale anche se ha costituito una società, questa ha validità nei confronti dei soci, ma non del Comune a cui risponde la persona che ha chiesto ed ottenuto la licenza in base ai requisiti posseduti. In mancanza  la licenza doveva essere restituita e riposta in concessione con bando pubblico.

Se i passaggi  si affidano alla iniziativa privata, si svuota il principio del controllo pubblico, si toglie dalla competizione del mercato un servizio che è e resta ancora  di esclusiva competenza pubblica.

La determina in conclusione non da atto che l'adozione  è conforme  alla legge  e al  Regolamento e manca infine qualsiasi richiamo alla Commissione che è stata prevista in quasi tutti i Comuni d'Italia, proprio per assicurare il controllo pubblico. In questo Comune non esiste ?. Non è necessario scomodare l'interprete per trarne le conseguenze.  

Cordiali saluti  Gerardo Spira.

 

Nota del direttore de L'osservatore laziale Chiara Rai

Nemi (RM) – Egregio Avvocato, pur non avendo una conoscenza della materia così approfondita sotto il profilo giuridico e anche amministrativo come ha lei, mi trova totalmente d’accordo con le sue argute osservazioni.

Non mi stupisce che l’idea che si percepisce di questo paese del Lazio, Nemi,  è che sia veramente particolare. A mio avviso,  a volte, al livello di amministrazione, manca davvero l’abc. Come ha ben evidenziato, in quasi tutti i Comuni d’Italia esiste una Commissione che garantisce il controllo pubblico. Nei pochi casi in cui è stata richiamata, sembrerebbe non aver assunto il suo compito di controllo.

Un esempio è il famoso “elefante” (Autorizzazione numero 11) che non ha visibilmente la stazza adeguata per entrare nella rimessa. Chi avrebbe dovuto controllare tutto questo?  Forse la commissione?

Ciò che stupisce caro Avvocato Spira, è che a Nemi non si è consumato chissà quale reato, anche perché non è nostro compito decretarne l’esistenza o meno,  è che la maggior parte delle cose sembrano essere state fatte “con i piedi” e, come si dice, tanto per tirare a campare.

In questo fiorente paesino ci sono dei personaggi che paiono essere usciti dal celebre racconto di Collodi, soprattutto sono in voga i due personaggi presunti amici del burattino di legno che sono il gatto e la volpe, c’è anche Lucignolo, Mangiafuoco il tutto ambientato nel Paese dei Balocchi dove a forza di far feste si pensa poco a tutto il resto e si finisce per ragliare tutti quanti.

E intanto, sovente, manca l’acqua nelle case, c’è l'emergenza parcheggi, l’economia locale è in ginocchio, insomma sembra che si prenda sotto gamba l’essenziale per dare lustro a una barca che pare affondare.  

Tornando all’inchiesta Ncc, in poche parole, riguardo l’ultimo articoloNEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’? ] con determinazione firmata da Vincenzo Galluccio, se Il primo soggetto al quale è stata rilasciata la licenza numero 2, l’ avesse restituita  e il Comune fosse andato in gara per l’affidamento della stessa, tutto sarebbe stato normale.

Invece, come ha detto lei, avendo lasciato fare ai privati….è successo che la matassa si è ingarbugliata oltremodo.

Intanto a Nemi non si vede quasi più in giro l’elefante che si era messo a riposare sul parcheggio dei disabili in barba alla legge perché evidentemente non riusciva ad entrare nella sua rimessa.

L’altro (Licenza N. 8) ha la sede legale in piazza Roma numero 1 dove risulta esserci la scuola comunale. NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA? ] 

Infine ritengo che fare opposizione in un paese piccolo e tanto grazioso come Nemi non sia compito semplice. Ci si conosce tutti, si deve stare attenti a come si parla e se si dicono cose “impopolari” o meno.  Bisogna stare attenti che se si parla troppo si perdono voti, se non si parla allora si è “assenti”, se si critica nascono le vittime che cercano le spalle degli elettori sulle quali consolarsi.

Fortunatamente, il giornale che non cerca  bacini d’elettorato tira dritto con la critica e grazie a persone come lei, attento lettore e professionista del Foro, riusciamo anche ad ottenere dei risultati. 

E’ sempre un piacere leggerla. Grazie e la saluto cordialmente

Chiara Rai 




NEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’?

Chiara Rai

Nemi (RM) – Per guidare un aereo devo ottenere un brevetto, e non posso far sì che il brevetto mi venga ceduto in qualità di rappresentante legale di una società e non posso tantomeno permettere che il mio brevetto passi in mano a qualcun altro soltanto perché questi compra le quote della mia società e quindi si sente in diritto di acquisire anche il mio brevetto per guidare l’aereo. Non è una storiella lontana dalla realtà ma come dire, è un preambolo a qualcos’altro che è successo e succede a Nemi, sempre in materia di autorizzazioni Ncc.

Continua l’inchiesta Ncc. E continuano ad emergere elementi che già per come sono stati concepiti esprimono delle palesi presunte irregolarità. C’è addirittura una autorizzazione che parte nemese e diventa romana attraverso un passaggio di quote societarie e denominazioni molto simili tra loro che ci si confonde bene, tanta la loro somiglianza. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA PUBBLICAZIONE 282 DEL 28 APRILE 2011 A FIRMA DELL'ALLORA RESPONSABILE AREA VIGILANZA VINCENZO GALLUCCIO ] 

Il che non può esistere in quanto per legge (sempre la 21 del 92) l’autorizzazione Ncc va intestata a persona fisica (principio della individualità della licenza), limitando alle figure giuridiche delle cooperative e dei consorzi la facoltà di conferimento in uso dei titoli autorizzatori.

Esattamente il 14/02/1992 veniva rilasciata la licenza di noleggio con conducente n.02 al signor Bizzoni Enzo e come si legge nella determina comunale del 28/04/2011 la licenza viene rilasciata a Bizzoni Enzo “nella qualità di socio accomandatario e rappresentante legale della Soc. Baldazzi SAS di Bizzoni Enzo”. Già qui come concetto appare nebbioso: che significa “in qualità di socio…”? La licenza è rilasciata al signor Bizzoni Enzo e basta. Dunque alla persona fisica. 

Nel 2006 entra in scena Mario Turco (residente a Roma) il quale “in qualità di legale rappresentante della Soc. Baldazzi di Turco Mario Sas”, chiede al Comune di Nemi la variazione di denominazione dell’autorizzazione n.2 del 14/02/1992 di noleggio con conducente a seguito dell’acquisto delle quote societarie della Soc. Baldazzi Sas di Bizzoni Enzo, titolare dell’autorizzazione citata.

Dunque che succede? Che Turco, “in qualità di legale rappresentante della Soc. Baldazzi di Turco Mario Sas”, acquistando le quote societarie della società Baldazzi Sas di Bizzoni Enzo, si ritrova intestatario della licenza n. 2 del 14/02/1992.  Ma non è così, perché ripetiamo: Per legge l’autorizzazione Ncc va intestata a persona fisica (principio della individualità della licenza), limitando alle figure giuridiche delle cooperative e dei consorzi la facoltà di conferimento in uso dei titoli autorizzatori. E dunque non è con una compravendita di quote societarie che la licenza passa di proprietario in proprietario. 

Il 31/03/2007 l’allora Responsabile dell’Area Vigilanza del Comune di Nemi Guido Scarpato attesta la variazione della denominazione dell’autorizzazione n. 2/1992 senza di fatto provvedere a rinominare l’autorizzazione citata.

Il 18/04/2007 Turco Mario, in qualità di legale rappresentante della Soc Baldazzi di Turco Mario Sas, comunica la variazione della sede legale della società in Roma in via Circonvallazione Clodia n.131 00185, come d’atto notarile del 07/02/2007.

Il 28 Aprile del 2011 l’allora Responsabile dell’Area Vigilanza Vincenzo Galluccio autorizza la variazione della denominazione dell’autorizzazione n. 02 del 14/02/1992 a favore della Soc. Baldazzi di Turco Mario S.a.s , con sede legale in Roma il cui legale rappresentante è Mario Turco, che per tutto il passaggio di quote precedente, si ritrova niente meno che “titolare dell’autorizzazione n. 02 del 14/02/1992”, e può quindi esercitare l’attività di noleggio di autoveicoli con conducente, con rimessa addirittura a Nemi in via Valle Petrucola. 

Una storia, a nostro parere, che vede molte contraddizioni rispetto ad una legge molto chiara: la legge 21 del 1992 dice espressamente che l’autorizzazione Ncc va intestata a persona fisica (principio della individualità della licenza), limitando alle figure giuridiche delle cooperative e dei consorzi la facoltà di conferimento in uso dei titoli autorizzatori. La Legge inoltre dice chiaramente che la rimessa e la sede legale devono trovarsi nello stesso Comune che ha rilasciato la licenza o autorizzazione all’esercizio di noleggio con conducente (Ncc). 

Dulcis in fundo, in data 7 maggio 2013 la società Soc Baldazzi di Turco Mario Sas diventa una Srl,  e una Srl come una Sas non può assolutamente essere titolare di una licenza Ncc. 

Ci si chiede:

1) Il signor Turco Mario ha comunicato la variazione della società da Sas a Srl al Comune di Nemi?

2) Il Comune di Nemi vorrà andare fino in fondo a questa storia e verificare la regolarità di questo apparente paradossale iter di “voltura” di licenza tramite compravendita societaria?

3) Può, inoltre la rimessa trovarsi a Nemi e la sede legale a Roma? Noi pensiamo di no.

Attraverso questa inchiesta ci limitiamo a chiedere spiegazioni, in attesa che arrivino altre risposte già formalmente indirizzate all’amministrazione ma non dal nostro quotidiano.

Aspettiamo fiduciosi una spiegazione in merito anche a questo iter di autorizzazione n.2 del 14/02/1992. 

A Roma, nel 2000 questa vicenda fece ritirare e rivedere numerose licenze che per Legge devono essere rilasciate a persona fisica (principio della individualità della licenza), limitando alle figure giuridiche delle cooperative e dei consorzi la facoltà di conferimento in uso dei titoli autorizzatori.

[ LETTERA DEL COMUNE DI ROMA A SOCIETA’ DI AUTONOLEGGIO CON CONDUCENTE ]

 

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NEMI, INCHIESTA AUTO NCC: I TENTATIVI DELL'ELEFANTE E LA SIESTA SUL PARCHEGGIO DISABILI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono 15 giorni che l'elefante pare essere entrato in letargo. Lo ha fatto dopo diversi tentativi, seppur invano e oliato per intero, di entrare dentro la tana del topo.

C'è chi l'ha visto in notturna in quel di Nemi, provare e riprovare ma nulla… proprio non c'entra. E allora dov'è che ha parcheggiato il pesante quadrupede? Sul posto riservato ai disabili. Proprio così, ed è stato anche immortalato con una fotografia.

Allora l'elefante ha forse preso coscienza della sua mole? Chi lo accoglierà ora? Le fiabe sono belle, ma dopo circa due settimane dal caso sollevato non abbiamo notizie circa il meticoloso controllo della commissione tecnica comunale che avrebbe dovuto verificare l'idoneita' delle misure della rimessa quando ha volturato la licenza Ncc. [ LA DETERMINA DEL COMUNE DI NEMI – VOLTURA LA LICENZA ]

Si tratta sempre di un auto lunga 5 metri e con uno scarto di larghezza rispetto alla rimessa di appena circa due miseri centimetri per lato. 

Nella determinazione del 6 giugno del Comune di Nemi, l’oggetto è una voltura di autorizzazione N.C.C. n. 11 del 19/12/2000 N.C.C. a favore del Sig. Cirulli.

La domanda e' questa: L’auto prima della sua immissione in servizio è stata effettivamente sottoposta a verifica da parte della Commissione Tecnica Comunale?  La commissione tecnica ha controllato che le misure del locale adibito a rimessa del veicolo al servizio N.C.C ., ubicato in Piazza Roma n. 6 fossero idonee ad accogliere l’auto Ncc modello Vivaro?

Insomma il locale non sembra certo avere la compatibilita' necessaria a far entrare e uscire quella mole di elefante. Dunque, adesso bisognerà capire che cosa succederà.

O la licenza o la rimessa? Urgono spiegazioni

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