Mafia Capitale: Assolto Maurizio Venafro e condannato Mario Monge

Red. Cronaca

ROMA – Il Tribunale di Roma ha assolto con formula piena l’ex capo di Gabinetto della Regione Lazio Maurizio Venafro, accusato di turbativa d’asta in uno dei filoni del processo a Mafia Capitale. Condannato invece a un anno e quattro mesi di reclusione Mario Monge della cooperativa Sol.Co. Venafro e Monge erano finiti sotto processo per l’affidamento della gara d’appalto inerente l’assegnazione del servizio cup della Regione Lazio nel 2014. Secondo l'accusa, l’appalto del servizio regionale, il centro unico di prenotazione della sanità laziale, sarebbe stato aggiudicato secondo un’ottica di spartizione tra cooperative vicine ad ambienti di destra e di sinistra. La gara fu poi sospesa su iniziativa del Governatore del Lazio Nicola Zingaretti dopo quanto emerso dall’inchiesta su Mafia Capitale. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto per Venafro una pena di 2 anni e mezzo e per Mario Monge di 2 anni, con la concessione per entrambi delle attenuanti generiche e la richiesta di assoluzione dal reato di rivelazione del segreto d’ufficio. Il Tribunale di Roma ha quindi concesso a Mario Monge la sospensione condizionale della pena e la non menzione mentre resterà interdetto dall'avere rapporti con la pubblica amministrazione per tutta la durata della pena. Monge dovrà anche risarcire i danni alla Regione Lazio, all'associazione Cittadinanzattiva onlus, ad Assoconsum, a Confconsumatori federazione regionale Lazio e a due cooperative che aderivano al consorzio Sol.Co. Quindi dovrà versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 80 mila euro complessivi, di cui 60 mila destinati alla sola Regione.

Michele Baldi (LZ): "Assoluzione Venafro vittoria sul piano politico e umano"  "L'assoluzione con formula piena di Maurizio Venafro è una buona notizia sia sul piano politico sia soprattutto, per quanto mi riguarda, sul piano umano. Sul piano politico perchè comunque tutto quello che potrebbe intaccare la fiducia dei cittadini nella politica sarebbe sempre una sconfitta di tutti; sul piano umano perchè spesso si dimentica che prima del politico c'è sempre un uomo con la sua famiglia, i suoi affetti, la sua vita. Questa è l'ennesima dimostrazione che i processi si celebrano nelle aule dei tribunali e che gli unici delegati a giudicare sono e devono essere solamente i magistrati a cui va sempre la mia riconoscenza per il loro impegno (a questo proposito vorrei ricordare che domani è l'anniversario della strage di Via D'Amelio). I tribunali fatti in qualche redazione di giornale o in qualche aula politica sono l'esatto contrario della giustizia e in questo momento francamente penso ai figli di Maurizio Venafro sperando che da oggi, attraverso questa assoluzione per non aver commesso il fatto, possano ritrovare tutta la loro serenità". Così in una nota Michele Baldi, Capogruppo della Lista Civica Nicola Zingaretti al Consiglio Regionale del Lazio.

 




"ABRUZZO CAPITALE" 2° PUNTATA: ECCO IL BUSINESS DEGLI AUTISTI DELLE AMBULANZE

di Ivan Galea

C’era una volta mafia capitale e il business degli immigrati che – a dire di Salvatore Buzzi – rendono più della droga. E una domanda sorge spontanea: quanto vale il business degli autisti ambulanze in servizio presso la ASL Avezzano – Sulmona – L’Aquila che da 14 anni sono stati svenduti prima ad una cooperativa ed infine – da Giugno 2015 – ad una multiservizi che applica il contratto di imprese di pulizie?

Nella prima puntata di questa inchiesta avevamo posto l’interrogativo su quanto un lavoratore in esame avrebbe portato a casa a fine mese: ebbene, un boccone molto amaro in quanto con il nuovo contratto delle imprese di pulizie – 3 livello a 30 ore settimanali (part- time 75%) – dal 16 al 30 giugno 2015 questo lavoratore con un anticipo di quattordicesima, 66 ore lavoro ordinario e qualche ora di supplementare, ha guadagnato 512,00 euro. Questo significa che il lavoratore viene pagato 7,16 euro lordi l’ora e comunque basta guardare la busta paga per rendersene conto. Altro interrogativo che al momento rimane senza risposta: come mai sulla busta paga risulta solo la qualifica autista mentre al centro per l’impiego si rileva “conducente di autoambulanza?" Al peggio non c’è mai fine dice il detto e, considerato che ad agosto con lo stipendio di luglio, che verrà riscosso a metà agosto, la sorpresa sarà ancora meno dolce perché nel mese di luglio per 3 giorni il lavoratore si è dovuto recare a prestare servizio a L’Aquila a proprie spese e con la propria autovettura, il detto risulta più chr appropriato per quanto stiamo scrivendo.

Qualcuno si chiederà cosa si voglia dimostrare e denunciare.
Nella delibera con cui è stato affidato il servizio al nuovo appaltatore aggiudicatario, si legge "un risparmio di euro 5.449,08 mensili rispetto al precedente gestore".
Ma non è finita: tale fornitura costa euro 613.222,62 (oltre Iva) all’anno che diviso 12 fa 51.100,88 euro; il costo mensile di ogni lavoratore, se la matematica non è un’opinione, dovrebbe aggirarsi su 2.689,52: ma allora, se a fine mese un lavoratore porta a casa all’incirca 1.000,00 euro (lordi) chi specula sulle spalle di questi poveri lavoratori? Il Direttore dell’esecuzione del contratto, nella persona del Dr. Gino Bianchi – direttore u.o.s.d. Servizi emergenza urgenza 118 – da cui i lavoratori prendono le direttive – non può nascondersi dietro un dito ritenendosi convinto di puntare all’efficienza del servizio, ma dovrebbe farsi probabilmente una cultura sull’importanza delle risorse umane per raggiungere determinati obiettivi ma, come dicevano gli antichi, chi è sazio non pensa a chi è a digiuno…

Ma torniamo al nuovo soggetto gestore del servizio: RTI servizi integrati srl con sede legale a Roma in via Sistina,121 e con sede amministrativa a Bitritto (BA) in via Carlo Levi ed infine a Taranto in via Benvenuto Cellini, 47 dove partono gli ordini di pagamento del bonifico contabile: sarebbe opportuno accertare le identità di chi sta a capo di tale società, facenti parte di RTI: non vorremmo che dietro ci sia l’ombra di qualche altro personaggio legato alla criminalità organizzata, Mafia capitale docet, o qualche altro compagno di merende di Salvatore Buzzi. Inoltre, occorre aggiungere che oltre ai servizi integrati, esiste anche SIAI-Scarl per un altro gruppo di lavoratori e quindi 2 imprese per 19 lavoratori. Dalla visura della camera di commercio traspare il nome di Luigi Solidoro – imprenditore talentino – noto alle cronache per il processo Fiorita per cui era stato condannato ad 1 anno di reclusione, condanna poi condonata per effetto dell’indulto 2006, nonché per la fatturazione degli orologi fatturati da Cavallo, amicizie baresi dell'ex ministro Lupi.

Ed ancora Francesco Solidoro, amministratore unico della Servizi integrati, che in passato, nel 2005, pare sia  stato coinvolto nel pasticcio delle mense scolastiche. Occorre anche sottolineare che tutta la procedura si è chiusa a fine dicembre 2014: come mai si è arrivati a maggio per deliberare l’attuazione e di conseguenza a giugno per il definitivo subentro contrattuale? Alla faccia del periodo di stand hill previsto dal codice dei contratti, direbbe qualcuno. Come è possibile affidare un servizio di trasporto ospedaliero ad una multiservizi che applica un contratto di imprese di pulizie? Perché è stato ottenuto l’ottimo punteggio di aggiudicazione da parte della SIAI-servizi integrati? Perché nessuno ha voluto far caso all’assenza della clausola del contratto da applicare e del trattamento  da corrispondere a questa tipologia di lavoratori? Ed ancora, non si può parlare di risparmio a condizioni contrattuali inferiori. L’unico risparmio è quello sulla pelle dei lavoratori che pur svolgendo analoghe mansioni rispetto ai dipendenti Asl, hanno sempre percepito stipendi alla soglia della povertà: il signor Mario Monge, presidente della SOLCO, precedente gestore, cui sono stati revocati gli arresti domiciliari e sottoposto all’obbligo di dimora nell’ambito dell’inchiesta mafia capitale, potrebbe benissimo illuminarci sulle fatture milionarie pagate dalla Asl. Anche altri funzionari e dirigenti Asl sono al corrente di tale sperpero di denaro pubblico sostenendo che ben potrebbe la Asl effettivamente risparmiare provvedendo all’assunzione di tali lavoratori nella convinzione che costerebbero di meno.
 

Il valore del lotto di tale appalto costa ben 1 mln di euro l’anno. E a proposito di costi, appare opportuno ribadire che le ambulanze sono i proprietà della Asl che provvede altresì al rifornimento carburante, alla manutenzione, cambio pneumatici, assicurazione e quant’altro: pertanto sia la Solco di Mario Monge prima che la SIAI ora adempiono esclusivamente a gli aspetti burocratici del servizio limitandosi a gestire i lavoratori con i soldi della Asl che poi sono soldi pubblici.
L’aspetto più inquietante della vicenda è che tra le varie attività svolte dal nuovo affidatario del servizio non è contemplata quella dei trasporti ospedalieri e che nel 3 profilo del contratto applicato non figura il conducente di ambulanze. Alla Regione Abruzzo tutti ormai sono al corrente di questa situazione che grida allo scandalo ma sembrerebbe che nessuno osi alzare un dito per porre rimedio.

È altresì importante la notizia che tra i numerosi compiti, a tali semplici autisti compete anche il trasporto dei detenuti dal carcere verso i presidi sanitari territoriali anche fuori regione ed evidenziamo, ad esempio, che il carcere di Sulmona ospita detenuti di massima sicurezza. Affidare un servizio ad una società che poi applica ai lavoratori un contratto imprese pulizie significa ledere non solo la dignità dei lavoratori ma anche degli utenti che non possono ritenersi soddisfatti di essere trasportati da semplici operai autisti. Perché i colleghi di questi lavoratori della Asl, che svolgono analoghe mansioni, percepiscono uno stipendio alla lunga superiore?Questi lavoratori sono autisti di ambulanze a tutti gli effetti che dal 1998 effettuano il loro lavoro con professionalità e competenza. Perché nessuno vuole mettere il dito in questa piaga? A chi non conviene? Quanto vale questo business? Forse c’è aria di campagna elettorale per il manager della Asl.

A poche parole, buon intenditore.




MAFIA CAPITALE 2: ALTRA TEGOLA SUL CINEMA AQUILA, TRA ARRESTATI E INDAGATI I CONTI TORNANO

 

Il presidente del consorzio Sol.Co., Mario Monge, ha vinto il bando per l'assegnazione del Nuovo Cinema Aquila, bene espropriato alla mafia. Adesso Monge è ai domiciliari, l'ex Direttore del XIX Dipartimento di Roma, che concesse il cinema al Sol.Co., è indagata nel filone di Mafia Capitale e il comune di Roma ha revocato la gestione del bene al consorzio di Monge.

 

di Maurizio Costa

Roma – Continua l'inchiesta de L'Osservatore d'Italia sul Nuovo Cinema Aquila, bene espropriato alla mafia e concesso dal comune di Roma al consorzio Sol.Co. Di Mario Monge. Mirella Di Giovine, ex Direttore del XIX Dipartimento di Roma, che concesse la gestione del cinema al Sol.Co., è indagata nell'inchiesta di Mafia Capitale.

Di Giovine promosse direttamente la stesura del bando di affidamento del Cinema Aquila nel 2004. Poi, quando il Sol.Co. vinse il bando, dopo essere ricorso al Tar, Di Giovine consegnò direttamente l'immobile a Mario Monge, arrestato dal Ros con l'inchiesta di Mafia Capitale.

Il 20 maggio 2008, Di Giovine firma un documento da consegnare alla prefettura, nel quale si legge che la ristrutturazione del cinema è completata e che “si sta procedendo alla consegna formale del Nuovo Cinema Aquila con Atto di Convenzione a favore della Cooperativa Sol.Co.”.

La consegna arriva tre giorni dopo, con la convenzione numero 8862. L'atto è firmato direttamente da Mirella Di Giovine, “la quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta (il Dipartimento XIX n.d.r.)”, e Mario Monge, rappresentante del Sol.Co.

Mario Monge è agli arresti domiciliari perché sarebbe entrato in affari con Salvatore Buzzi per quel che riguarda un appalto per la gestione dei Cup “finalizzato all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro”.

Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila è stato espropriato dalla gestione del Sol.Co., che è andato contro le regole del bando di assegnazione subappaltando il bene alla cooperativa sociale “N.C.A.”.

La nostra inchiesta è andata a fondo è ha scoperchiato un business che avrebbe fatto girare centinaia di migliaia di euro.




MAFIA CAPITALE: ECCO TUTTE LE COOPERATIVE SOTTO INCHIESTA

di Maurizio Costa

Roma – I carabinieri del Ros stanno perquisendo decine di cooperative romane che sarebbero entrate nel giro d'affari di Massimo Carminati e di Salvatore Buzzi. Sono 19 in totale le società sotto la lente degli inquirenti: queste cooperative si sarebbero spartite la gestione degli immigrati e avrebbero riciclato denaro sporco.

Fondazioni, cooperative, consorzi e Onlus avrebbero lucrato insieme al comune di Roma. Ecco la lista delle società prese di mira dai Ros.

Sol.Co. – Il consorzio Sol.Co. di Mario Monge racchiude al suo interno ben 89 cooperative diverse, che si occupano di attività sociali in tutta Roma. L'Osservatore d'Italia da tempo aveva capito che questo consorzio avrebbe avuto qualche problema: dalla gestione del Nuovo Cinema Aquila al business dei rifiuti di Zagarolo, passando per i cassonetti gialli dei vestiti usati, che sarebbero stati venduti all'estero invece che regalati ai più bisognosi. Mario Monge adesso è ai domiciliari.

Capodarco e Un Sorriso – La prima è presieduta da Maurizio Marotta, vicepresidente della Legacoop Lazio. La Capodarco si occupa di "progettazione e realizzazione di soluzioni efficaci e specialistiche per processi di gestione in ambito sanitario, gestione dell’accoglienza, supporto amministrativo, superamento delle barriere architettoniche, turismo accessibile, servizi ICT". La coop Un Sorriso di Gabriella Errico ha il semplice scopo di "perseguire l’interesse generale della comunità, il benessere e l’integrazione sociale".

Manutencoop Facility Management – Cooperativa di Bologna che sfiora i 20mila dipendenti e un fatturato consolidato che tocca i 974 milioni di euro. L'Università da Roma Tor Vergata ha un accordo con la Manutencoop per la gestione del verde e la manutenzione degli immobili.

Le altre coop perquisite sono la Pin.go, la Progetto Recupero, la Servizi Consorzio, la Astir, l'Atlante e l'Auxilium. Inoltre, tra le persone perquisite c'è Andra Carlini, ex membro del Cda di Atac, e Raffaele Tartaglia, imprenditore edile.
 




MAFIA CAPITALE: MARIO MONGE E IL MONOPOLIO DEI RIFIUTI A ZAGAROLO

 

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Documento inedito de l’Osservatore d’Italia rivela che Mario Monge, il re del business dei cassonetti gialli arrestato nella mattinata di Giovedì 4 giugno 2015 assieme ad altre 44 persone, era arrivato fino a Zagarolo, per smaltire gli abiti in un impianto sito a Valle Martella, grazie alla determinazione dirigenziale RU 165 del 21 gennaio 2014 della Provincia di Roma

 

di Cinzia Marchegiani

Uno spaccato su Mafia Capitale che si fa sempre più nitido, ma non c’è solo Roma. Zagarolo è il comune alle porte di Roma, che annovera tra i nomi eccellenti Daniele Leodori entrato nelle intercettazioni di Mafia Capitale, sindaco di Zagarolo per 10 anni e ora Presidente del Consiglio regionale del Lazio. Ma anche quello che da taluni è considerato "il re dei rifiuti degli abiti usati" e non solo, Mario Monge responsabile legale della Sol.co ONLUS è stato arrestato stamattina assieme ad altre 44 persone frutto del secondo filone dell’inchiesta romana "Mondo di Mezzo".

L’indagine nei riguardi di Monge è estesa ad una serie di appalti (tra cui quello della gestione del verde della capitale, del riciclo di vestiti e l’accoglienza di migranti) che sarebbero stati pilotati con la partecipazione di Salvatore Buzzi, il sovrano delle cooperative rosse finite al centro dello scandalo di Mafia Capitale. Per questo Mario Monge sarà ricordato come l’uomo chiave del business dei migranti e di "mafia solidale", termine quest'ultimo, coniato dal nostro quotidiano, che primo ha lanciato l'esclusiva inchiesta su Monge, in tempi ancora non sospetti..

L’Osservatore d’Italia, dunque, è stato il primo ad indagare sul personaggio Mario Monge, che sembrerebbe aver intrapreso variegati business. Si è avvalso di cooperative con le quali ha gestito il Nuovo Cinema Aquila, bene sequestrato alla mafia, i rifiuti degli abiti dei cassonetti gialli ma anche il CUP (Centro Unico Prenotazioni), con il quale si prenotano visite ed esami diagnostici. Negli atti dell'inchiesta si legge che "mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l'aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro, indetta dalla Regione Lazio".

Grazie all’inchiesta sul Cinema Aquila del collega Maurizio Costa de L'Osservatore d'Italia, il comune di Roma ha disdetto la gestione alla N.C.A., riscrivendo un nuovo bando. Questo esproprio è avvenuto perché il Sol.Co. ha subconcesso il cinema alla N.C.A., andando contro le regole del bando.

Durante le indagini, il nostro giornale, aveva effettuato diverse visure camerali ed è entrato in possesso di un documento inedito importante che porta Mario Monge e il suo business dei rifiuti fino a Zagarolo, precisamente a Valle Martella.

Ricordiamo che il rappresentante legale della Sol.co avrebbe gestito tra i vari business anche quello degli abiti usati. Sempre in una nostra inchiesta – spiegava Maurizio Costa – si svelò che la cooperativa New Horizons, facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.

PROVINCIA DI ROMA AUTORIZZA LA SOL.CO ONLUS PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN UN IMPIANTO DI ZAGAROLO
Mario Monge sfida se stesso e invece di raccogliere solo gli abiti usati e venderli all’estero vuole attivare un altro business, quello del trattamento dei rifiuti tessili e presenta all’ufficio SUAP della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini una istanza di Autorizzazione Unica Ambientale per l’inizio attività di recupero di rifiuti non pericolosi per l’impianto sito in Via Prenestina Nuova Km 3,500 località Valle Martella. Qui la Provincia di Roma, – oggi Città Metropolitana – con la Determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli, prendendo atto che la Sol.co era iscritta al n.680 nel registro delle imprese che hanno effettuato comunicazione di inizio attività per il recupero della materia dei rifiuti non pericolosi, autorizzava la Sol.co alle operazioni di recupero nell’impianto per un quantitativo complessivo di rifiuti di 1500 tonnellate annue.

La costruzione dell’impianto invece era stata autorizzata ai sensi del Dlgs 152/06 del Servizio Tutela Aria e Energia del dipartimento Provincia di Roma.

I rifiuti con specifici codici CER messi in riserva R13 sono destinati ad essere sottoposti alla successiva operazione di recupero R3 (riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi) in modo effettivo ed oggettivo.

CITTADINI GABINI ALL’OSCURO DI QUESTO IMPIANTO

Il fatto inquietante sta nel dover constatare che i cittadini di Zagarolo nulla sapevano di questo impianto che dovrebbe smaltire rifiuti tessili e trattarli, un po’ come avvenne per la centrale a biogas a digestione anaerobica che si voleva costruire sempre a Valle Martella a soli 400 metri dalle scuole e dalle abitazioni. Grazie alle inchieste de l’Osservatore d’Italia è emerso come la mala informazione e mala gestione del progetto industriale impattante a livello ambientale da parte del comune di Zagarolo, non aveva coinvolto direttamente i cittadini, ma neanche i responsabili del comune che non si sono presentati alla Conferenza dei Servizi in cui si decideva dell'impianto industriale.

Insomma si ripete la storia e ora si scopre che la ex Provincia di Roma, più di un anno fa aveva autorizzato questo impianto, e anche la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini era a conoscenza di questa attività di cui, evidentemente, nessuno ha pensato di darne comunicazione istituzionale.

Mario Monge era arrivato fino a Zagarolo, era stato individuato un appezzamento di terreno per fare il business del riciclo dei rifiuti, credo che la magistratura romana vorrà prendere in considerazione anche questa nuova pista, il re dei cassonetti gialli arrestato dovrà sicuramente spiegare chi e come è stata autorizzata questa procedura. Noi possiamo offrire alla magistratura il documento in nostro possesso.

MARIO MONGE PATROCINAVA EVENTI PD, E ANCHE OSPITE ASSIEME A NICOLA ZINGARETTI E DANIELE LEODORI
Mario Monge non sembra essere proprio uno sconosciuto, lo troviamo nelle Brochure dove oltre a patrocinare eventi del PD, era anche tra gli ospiti come l’ultimo evento del 27 settembre 2014 “Insieme 2 Giornata di Aggregazione”, alla sua seconda edizione per promuovere ed incentivare la sensibilizzazione collettiva per la costruzione di una Comunità locale inclusiva e partecipata.

Fa pensare e molto come certe situazioni di degrado politico, mafioso e mala amministrazione emergano solo in seguito alle inchieste avviate dalla magistratura o grazie alle inchieste giornalistiche, mentre non vi sono controlli severi all’interno delle istituzioni stesse, sia comunali che regionali, come commissioni d’inchiesta dedicate alle infiltrazioni mafiose che evidentemente trovano muri invalicabili alla loro istituzione.




MAFIA CAPITALE: ARRESTATO MARIO MONGE UOMO CHIAVE DEL BUSINESS DI IMMIGRATI E NON SOLO

 

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di Maurizio Costa

Roma – Il secondo filone dell'inchiesta Mafia Capitale ha cominciato a mietere le sue vittime. Tra le 44 persone arrestate la mattina di giovedì 4 giugno 2015 dai carabinieri del Ros, compare anche Mario Monge, presidente del consorzio di cooperative Sol.Co.

I business che avrebbe gestito attraverso le cooperative sono infiniti e toccano moltissimi campi diversi: dal cinema ai cassonetti gialli, passando per i Cup (Centro Unico Prenotazioni), con il quale si prenotano visite ed esami diagnostici.

Cup – Il Sol.Co., infatti, rientra nel filone di Mafia Capitale proprio per le gare d'appalto, che non sarebbero state completate in modo lecito. Nell'informativa dei carabinieri, si legge che “mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l'aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro”.

Business milionari che vedono Mario Monge al centro dei giochi. Ricordiamo che il consorzio Sol.Co. racchiude almeno 89 cooperative diverse, operanti a Roma e in Italia.

Cinema Aquila – Tra queste cooperative compare anche la “N.C.A.” che gestiva, fino a qualche giorno fa, il Nuovo Cinema Aquila di Roma, bene espropriato alla mafia dal comune e affidato proprio a Mario Monge. Dopo le inchieste de L'Osservatore d'Italia, il comune di Roma ha disdetto la gestione alla N.C.A., riscrivendo un nuovo bando. Questo esproprio è avvenuto perché il Sol.Co. ha subconcesso il cinema, andando contro le regole del bando.

Affidamenti diretti – Un'altra inchiesta portata avanti dalla nostra testata è quella che riguarda le gare ad affidamento diretto indette dal comune di Roma. Il dato fu eclatante e nel giro capitò un'altra volta il Sol.Co.: su 1040 gare, meno di venti sono state effettuate attraverso una procedura pubblica e aperta a tutte le altre cooperative. Infatti, ben 571 appalti sono stati concessi con la procedura negoziata, che prevede comunque una scelta di operatori invitati alla partecipazione dal comune di Roma.

Ed ecco che compare Mario Monge: il consorzio di cooperative “Sol.Co.” di Mario Monge ha vinto più di 30 gare attraverso l'affidamento ristretto. Il comune, infatti, ha invitato solamente un numero di operatori ristretto. In questa maniera, il Sol.Co. ha ricevuto quasi 150mila euro in un anno per vari progetti, come “Porte Sociali”, “Servizio accoglienza” e il monitoraggio dei servizi migranti e per l'inclusione sociale.

Cassonetti gialli – Ma non finisce qui. Mario Monge avrebbe gestito anche il business dei cassonetti per riciclare abiti usati. Sempre una nostra inchiesta svelò che la cooperativa "New Horizons", facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.

Intercettazioni – Infine, pubblichiamo le intercettazioni che creerebbero un contatto diretto tra Mario Monge e Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati.

Legenda: MM (Mario Monge); 
                  S. (Salvatore Buzzi);

MM: (in ambientale) vorrei dire una cosa.
S.: (Salvatore Buzzi): Mario.
MM: Salvatore, eccomi qua.
S.: ma com’è che hai fatto quel poderoso progetto sul Servizio Giardini?
MM: non ho capito.
S.: hai fatto la gara del Servizio Giardini, dieci lotti.
MM: ah, si, va be’, però… non sapevo… non mi han detto niente, io avevo parlato con… eh, con coso, se c’era spazio per un… un’offerta nostra, eh… e coso, come si chiama? Eh…Montani (Alessandro, ndr) mi ha detto: io ho detto: . cioè, però così io non sapevo niente…
S.: eh, però… stai proprio su de me, me potevi anda’ su Montani, ma chi se lo inculava Montani.
MM: ma io non lo sapevo, non lo sapevo, me l’ha detto Montani, non mi ha detto chi partecipava, io…
S.: senti ma se doves… se dovesse anda’ male… ci sono problemi?
MM: assolutamente no.
S.: no, se dovesse anda’ male pe’ me che vinci te, dico (ride) mortacci tua!
MM: ah, ah no, se dovesse andar male in che… in che senso? Cioè, no, non è… vedia'… proviamo a fa’, cioè, per me, io l’ho fa… l’ho fatta perché l’ave… l’avevan fatta fare cosi,ma non…
S.: non è stra… non… non è strategica per te, no?
MM: come?
S.: non e strategica?
MM: no, no
S.: va bene, grazie, grazie
MM: però… considera che c’era… eh, io, io avevo… mi sono venuti a cercare Valà con una sua piccola cooperativa e l’Esempio, io non… manco sapevo che c’erano queste cose
S.: va be’ poi me li vado a incula’ io a questi
MM: però, senti, vogliamo vederci un attimo, troviamo una soluzione se c’è un problema
S.: va bene, se ci fossero problemi, non ci so’ problemi
MM: se ci fossero problemi, io spero di no che noi siamo fuori, però se ci fossero dei problemi fammi sapere.
S.: d’accordo.
MM: e ci vediamo immediatamente, immediatamente.
S.: tranquillo, tra… tranquillo.
MM: e io ti spiego come sono arrivati da me.
S.: tranquillo, ok.

Alle 14.01, appresa la notizia che Eriches 29 aveva vinto la gara, Salvatore Buzzi inviava subito un sms di ringraziamento a Mario Monge della coop. Il Sol.Co.: “Ok grazie sei un amico”.




ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: IL COMUNE REVOCA LA CONCESSIONE AL GESTORE

 

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di Ivan Galea

Roma – Sul caso sollevato da L'Osservatore d'Italia, relativo il Nuovo Cinema Aquila di Roma, in merito a passaggi di Onlus che sostanzialmente risultano essere controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico, il Comune di Roma ha revocato la concessione al gestore a causa di irregolarità riscontrate nella sua gestione

Ebbene il nostro quotidiano ad ottobre del 2014 evidenziava alcuni passaggi in  contrasto con la convenzione stipulata tra il Comune di Roma e la cooperativa Sol.Co onlus che di fatto vietava nella maniera più assoluta il subappalto. E nonostante il divieto il subappalto veniva fatto da Mario Monge legale rappresentante della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione  ad un’altra cooperativa sempre onlus riconducibile allo stesso Mario Monge.

“Il Nuovo Cinema Aquila non chiude. È un bene confiscato alla mafia e di proprietà della città e l’amministrazione ha come priorità assoluta quella di garantirne la continuità. – Dichiara in una nota l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Giovanna Marinelli. – Abbiamo dovuto procedere – prosegue la nota – alla revoca della concessione al gestore a causa di irregolarità riscontrate nella sua gestione. Ringrazio il grande lavoro fatto dal Dipartimento Cultura e dagli organi competenti che ci mette oggi in condizione di porre rimedio a una situazione non più sostenibile. Stiamo già lavorando affinché la programmazione possa continuare. In accordo con il municipio e gli uffici amministrativi coinvolti, stiamo procedendo con la massima urgenza alla pubblicazione di un nuovo bando che ripercorrerà nelle sue linee quello precedente, a salvaguardia delle finalità socio culturali di un bene con queste caratteristiche. Siamo certi di giungere quanto prima a una situazione di rilancio del cinema, la cui importanza come presidio culturale sul territorio è fondamentale per la città, per gli abitanti del quartiere così come per i tanti operatori del mondo indipendente del cinema”.




ROMA, MAFIA SOLIDALE: DATI SHOCK SU AFFIDAMENTI DIRETTI

 

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di Maurizio Costa

Roma Capitale
– Continua l'inchiesta de “L'Osservatore d'Italia” sullo scandalo di Mafia Capitale, nel nostro caso ribattezzata Mafia solidale, che ha travolto l'amministrazione comunale di Roma. Il dipartimento delle Politiche Sociali, della Sussidiarietà e della Salute di Roma ha pubblicato tutte le gare d'appalto del 2013, seguendo gli adempimenti dell'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (Avcp).

Dal primo dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, il dipartimento ha sottoscritto 1040 gare d'appalto per progetti che rientrano nell'ambito del sociale. Molti di questi sono stati vinti dalle cooperative controllate da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, come il “Consorzio Eriches” e la “Cooperativa 29 giugno”. Tra i vincitori delle varie gare rientra anche il “Consorzio Sol.Co.” di Mario Monge, che gestisce il Nuovo Cinema Aquila.

La maggior parte di queste gare riguardano progetti socialmente utili, come la creazioni di centri di accoglienza per immigrati o la pulizia dei campi rom della capitale. Il problema è che su 1040 appalti, ben 398 sono stati affidati direttamente dal comune di Roma, cioè senza gara di appalto pubblica. Questa procedura ha visto molte cooperative che poi sono rientrate nello scandalo di Mafia Capitale. La legge permette di affidare direttamente i servizi, fino a determinate cifre, ma il comune di Roma avrebbe attuato questa norma troppe volte, favorendo, seppur inconsapevolente le presunte attività mafiose di Buzzi e Carminati. La “Cooperativa 29 giugno”, per esempio, ha ottenuto due appalti affidati dal Comune attraverso una delibera dirigenziale, per la bonifica ambientale fognaria del villaggio La Barbuta e del Candoni, che ospitano le popolazioni rom. Questi due appalti hanno portato nelle casse della cooperativa di Buzzi 30mila euro, senza contare un altro appalto da 86mila euro in fase di liquidazione.

Anche la cooperativa “Eriches 29”, che rientra sempre nell'impero di Carminati e Buzzi, si è vista affidare appalti con la procedura negoziata.     Per gestire l'accoglienza delle madri con figli minori il Comune di Roma ha utilizzato l'affidamento diretto per “ragioni di natura tecnica o artistica ovvero attinenti alla tutela di diritti esclusivi”, secondo il Codice sugli appalti. Per questo motivo, la "Eriches" ha ricevuto 215mila euro dilazionati in un anno. Sempre con la stessa modalità, la cooperativa collegata a Buzzi ha ricevuto 561mila euro per l'accoglienza notturna per persone adulte, singole italiane e straniere apolidi in grave condizione di disagio economico, familiare e sociale. La "Eriches" ha percepito anche 16mila euro, con affidamento diretto, per l'emergenza neve del 2013. Avevano ragione a dire che gli immigrati fruttavano più della droga: in un anno, la cooperativa collegata a Buzzi ha ricevuto quasi 2 milioni di euro affidati direttamente con una delibera dirigenziale, per la gestione del villaggio Pontina in località Monte Melara. La maggior parte di queste gare d'appalto sono state fatte anche dalla giunta di Ignazio Marino, che da giugno del 2013 amministra la
capitale.

Su 1040 gare, meno di venti sono state effettuate attraverso una procedura pubblica e aperta a tutte le altre cooperative. Infatti, ben 571 appalti sono stati concessi con la procedura negoziata, che prevede comunque una scelta di operatori invitati alla partecipazione dal comune di Roma. Il consorzio di cooperative “Sol.Co.” di Mario Monge, che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila, ha vinto più di 30 gare attraverso l'affidamento ristretto: il comune, infatti, ha invitato solamente un numero di operatori ristretto. In questa maniera, il Sol.Co. ha ricevuto quasi 150mila euro in un anno per vari progetti, come “Porte Sociali”, “Servizio accoglienza” e il monitoraggio dei servizi migranti e per l'inclusione sociale.

Il Codice sugli appalti pubblici stabilisce che una gara di affidamento può essere espletata senza bando se sussiste un'urgenza oppure nel caso in cui nessuno presenti delle offerte adeguate. In questo caso, però, il Comune dovrebbe comunque consultare almeno tre operatori per poi scegliere il migliore secondo principi di trasparenza e di utilità. Inoltre, una stessa cooperativa può vincere un bando per un massimo di tre anni consecutivi e solo se la gara ha le stesse caratteristiche dichiarate nel primo bando.
Di esempi come questi ce ne sono a centinaia: basta consultare il sito del Comune di Roma. La pratica dell'amministrazione capitolina è legale, ma sono i numeri a parlare: con tutta probabilità il metodo dell'affidamento diretto è stato usato eccessivamente dal dipartimento delle Politiche Sociali. In questo modo, l'amministrazione ha fatto proliferare le associazioni di stampo mafioso, che avrebbero lucrato sugli immigrati e sui progetti socialmente utili organizzati dall'amministrazione comunale. Parliamo di milioni di euro che potevano essere investiti sicuramente in maniera differente.
 




MAFIA SOLIDALE: QUELLA TELEFONATA CON IL GIORNALISTA DE L’OSSERVATORE D’ITALIA”

di Maurizio Costa

Roma – Appena uscì la nostra inchiesta, ricevemmo in redazione una telefonata da una persona informata sui fatti che riguardavano Mario Monge e il consorzio Sol.Co. Questo informatore ci ha rivelato la sua identità ma noi non la sveleremo per il rispetto della privacy. In una lunga telefonata, dalla quale il nostro quotidiano prende fin d'ora le distanze rispetto i contenuti dei quali sarà eventualmente la Magistratura a valutarne l'utilità, Giuseppe (nome di fantasia) riferisce particolari su Mario Monge e su come avrebbe gestito i soldi della cooperativa di cui è presidente, fin dal 1993. In quell’occasione, secondo Giuseppe, avrebbe avuto a che fare con ben 2 miliardi di lire con la cooperativa “Carcere e comunità”.

Ecco un sunto della telefonata dello scorso 8/10/2014 ore 12:09 dove abbiamo sostituito con dei “beep” termini da noi reputati inidonei e offensivi e nomi di persone.

Interlocutore: “[…] Mario Monge è un ………. (beep). Nel 1993 è stato licenziato dall’associazione “Carcere e comunità” per essersi …….(beep) due miliardi di lire del
l’epoca […]”.
Interlocutore: “[…] Tutti i soldi che arrivavano dai vari ministeri… Regione… e cose simili, che servivano per creare lavoro o cose simili, per detenuti ed ex detenuti, se
li è ………….. (beep)  tutti […]”.
Interlocutore: “[…] Coi soldi che si era …………… (beep) (Mario Monge ndr) ha messo in piedi quel baraccone che è il Sol.Co. […]. E continua a fare …………. (beep)
una dietro l’altra […]”.
Interlocutore: “[…] Lui (Mario Monge ndr) ha messo in piedi ‘sto baraccone (cooperativa Eurago ndr) […] e a quelli che sono andati lì gli ha detto «guardate io faccio l’imprenditore, non faccio il benefattore»
[…] e si è (………beep)  i soldi”.
Interlocutore: “[…] Questo qui (Mario Monge ndr) le fa …………..(beep) a un livello galattico. Questo è un ………. (beep) da
quattro soldi […]”.
Interlocutore: “[…] Questo (Mario Monge ndr) ………….. (beep) soldi ai contribuenti. […] E so che non ci ha mai provato nessuno (a fare inchieste su questa situazione ndr) e siete i primi che andate a ficcana
sare in quello che combina […]”.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE
17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI

 




MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’

di Chiara Rai

Roma – Nelle famigerate  intercettazioni  che fanno da contorno all’inchiesta di Mafia Capitale appare il nome di Mario Monge (non indagato), presidente del Consorzio Sol.co di Roma.

Salvatore Buzzi si rammarica con lui del fatto che nell’appalto per la manutenzione ordinaria delle aree a verde delle ville storiche romane Sol.co stia pestando i piedi alla sua cooperativa Eriches 29, presentando un “poderoso progetto” (a detta di Buzzi) che aveva tutte le carte in regola per vincere l’appalto.

Secondo i Pm la conversazione avvenuta il 14 maggio 2013 tra i due evidenzia «in maniera inequivocabile come Buzzi vantasse una notevole influenza nei confronti delle cooperative concorrenti, tanto che il Presidente del Sol.Co., di fronte a Buzzi che gli manifestava il proprio disappunto per il fatto che “stai proprio su di me”, si giustificava manifestando piena disponibilità a “trovare una soluzione se c’è un problema”».

Nella conversazione che segue Mario Monge si scusa con Salvatore Buzzi.

Conversazione tra Monge e Buzzi – Intercettazione:

Legenda: MM (Mario Monge);
S. (Salvatore Buzzi);

MM: (in ambientale) vorrei dire una cosa.
S.: (Salvatore Buzzi): Mario.
MM: Salvatore, eccomi qua.
S.: ma com’è che hai fatto quel poderoso progetto sul Servizio Giardini?
MM: non ho capito.
S.: hai fatto la gara del Servizio Giardini, dieci lotti.
MM: ah, si, va be’, però… non sapevo… non mi han detto niente, io avevo parlato con… eh, con coso, se c’era spazio per un… un’offerta nostra, eh… e coso, come si chiama? Eh…Montani (Alessandro, ndr) mi ha detto: io ho detto: . cioè, però così io non sapevo niente…
S.: eh, però… stai proprio su de me, me potevi anda’ su Montani, ma chi se lo inculava Montani.
MM: ma io non lo sapevo, non lo sapevo, me l’ha detto Montani, non mi ha detto chi partecipava, io…
S.: senti ma se doves… se dovesse anda’ male… ci sono problemi?
MM: assolutamente no.
S.: no, se dovesse anda’ male pe’ me che vinci te, dico (ride) mortacci tua!
MM: ah, ah no, se dovesse andar male in che… in che senso? Cioè, no, non è… vedia… proviamo a fa’, cioè, per me, io l’ho fa… l’ho fatta perché l’ave… l’avevan fatta fare cosi,ma non…
S.: non è stra… non… non è strategica per te, no?
MM: come?
S.: non e strategica?
MM: no, no
S.: va bene, grazie, grazie
MM: però… considera che c’era… eh, io, io avevo… mi sono venuti a cercare Valà con una sua piccola cooperativa e l’Esempio, io non… manco sapevo che c’erano queste cose
S.: va be’ poi me li vado a incula’ io a questi
MM: però, senti, vogliamo vederci un attimo, troviamo una soluzione se c’è un problema
S.: va bene, se ci fossero problemi, non ci so’ problemi
MM: se ci fossero problemi, io spero di no che noi siamo fuori, però se ci fossero dei problemi fammi sapere.
S.: d’accordo.
MM: e ci vediamo immediatamente, immediatamente.
S.: tranquillo, tra… tranquillo.
MM: e io ti spiego come sono arrivati da me.
S.: tranquillo, ok.

Alle 14.01, appresa la notizia che Eriches 29 aveva vinto la gara, Salvatore Buzzi inviava subito un sms di ringraziamento a Mario Monge della coop. Il Sol.Co.: «Ok grazie sei un amico».

Alla luce di questi fatti, impossibile riuscire a farsi una idea di gare e appalti trasparenti e non pilotati. Corruzione e turbativa d’asta sono ancora la scandalosa onta dalla quale l’Italia non riesce proprio a disintossicarsi.

Mario Monge, presidente del consorzio Il Solco per cui lavoravano le 3 coop sequestrate (che con il consorzio Bastiani si divide la raccolta di vestiti per Ama dal 2009 a fine 2012), pare avesse dunque rapporti con Buzzi, mostrando a quest’ultimo rispetto e riverenza al telefono. Per il gip Gip Simonetta D’Alessandro, l’assenso « di Buzzi »sarebbe stato la premessa della ripartizione del territorio per la raccolta del tessile. “Non può non pensarsi – scrive il giudice – che la delibera che aveva ripartito nel 2008 il territorio comunale in competenze ai consorzi dell’Ati Roma Ambiente non obbedisca alle logiche spartitorie e non abbia coltivato le finalità speculative, rientranti negli interessi di Buzzi”.

La SOL.CO. solidarietà e Cooperazione nel 2011 ha registrato un volume d’affari milionario di 6.780.621 euro di cui 6.234.285 se ne sono andati in servizi e di questi servizi ben 4.528.580 sono stati impiegati da e verso soci con un utile di esercizio finale pari a 380 euro.  I lavoratori (circa 30 unità di organico) sono costati circa 200 mila euro in totale, dunque i costi per i servizi hanno pesato nella misura del 73% sul totale delle entrate.

Il ministero dello Sviluppo Economico è molto chiaro al riguardo: una onlus (ong, cooperativa sociale, odv…) può svolgere attività commerciale a patto che questa sia ancellare rispetto alla mission dell'Ente che deve rimanere sociale e non lucrativa. Ma quali sono le mission di SOL.CO? Oltre a quelle già note figura la gestione del 118 e ambulanze per la Asl Avezzano Sulmona,  per la Asl RMA la gestione del Cup e call center, gestione call center carcere Rebibbia, Telecom, Bambin Gesù eccetera.  Ancora, noi de la redazione ricordiamo come fosse ieri quando ci siamo avvicinati al Nuovo Cinema Aquila e come la gestione dello stesso ci colpì in
quanto a singolarità.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI




MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE

di Maurizio Costa

Roma – La nostra inchiesta sul Nuovo Cinema Aquila ha sollevato un polverone, che sembra legarsi a doppia mandata con le indagini di Mafia Capitale e con il business del traffico illecito sui vestiti usati per l'Africa. Questo perché ci sono due personaggi che emergono e che secondo gli inquirenti sarebbero implicati in questo altro scandalo del giro  illecito di vendita all'estero dei vestiti  usati gettati  nei cassonetti gialli con la complicità delle cooperative e con la mano lunga della stessa Camorra che ha fatto da regia dell'ormai famigerato giro d'affari.

Secondo quanto emerge dall'inchiesta de L'Osservatore d'Italia Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati avrebbe avuto rapporti con Mario Monge presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila.

 

La storia:

Il Nuovo Cinema Aquila è stato affidato al Consorzio Sol.Co. nel 2004. Il presidente del consorzio di cooperative sociale è Mario Monge, che gestisce affari in tutta Roma e provincia. Il cinema, nel 2013, passa – in maniera discutibile – nelle mani della N.C.A., una società cooperativa che vede Mario Monge sedersi sempre nel consiglio d'amministrazione. Questo passaggio di cooperative è stato denunciato dalla nostra testata molti mesi fa, perché nel bando comunale c'è espressamente scritto che il cinema non può essere ceduto ad altre cooperative sociali. [20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS]

 

Lo scandalo dei cassonetti gialli:

Dopo lo scandalo di Mafia Capitale e gli arresti per vendita all'estero dei vestiti usati gettati nei cassonetti gialli, il cerchio sembra chiudersi. La squadra Mobile di Roma, guidata da Renato Cortese, ha arrestato 14 persone che ricevevano appalti senza gara dall'amministrazione (come quello della raccolta degli abiti usati), e lucravano sulla vendita di questi indumenti, spedendoli in Nord Africa o in Asia.

A capo del giro d'affari ci sarebbe Pietro Cozzolino, boss della camorra del clan di Portici-Ercolano. Con la complicità di sindaci, assessori e consiglieri comunali, la cricca gestiva questo business che fruttava milioni di euro l'anno. Ogni chilo di vestiti rende dai 35 ai 58 centesimi, che moltiplicati per decine di tonnellate fanno una bella somma. Ama Spa è direttamente implicata, e con lei anche Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati (“er cecato”). Buzzi sarebbe stato il referente di tutte le cooperative sociali e avrebbe ripartito il territorio in varie parti per dividere i fatturati. Qui entra in gioco Mario Monge e il consorzio Sol.Co.

 

La svolta:

Buzzi avrebbe dato il permesso di lucrare e sarebbe stato l'operatore di tutto il sistema. Inoltre, il braccio destro di Carminati sarebbe stato il raccordo terminale dei consorzi sociali. Mario Monge, presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila attraverso la N.C.A., conoscerebbe bene Buzzi.

Mario Monge, secondo gli inquirenti, organizza gli incontri tra le cooperative e Dante Pomponi, ex assessore ai tempi di Veltroni. Secondo gli agenti, “chi vuole vincere non paga più solo alla Pubblica Amministrazione, in un contesto che è solo corruttivo, ma paga al titolare di poteri di fatto all’interno della Pubblica Amministrazione, poteri che sono correlati al dominio della strada e che si proiettano nel mondo istituzionale, condizionandolo anche con la corruzione, poteri che sono, in una parola, di stampo mafioso”.

Monge è a capo del Nuovo Cinema Aquila, seppur indirettamente, e da alcune telefonate anonime, ci hanno riferito che sono anni che lucrerebbe in questi affari.

La cooperativa "New Horizons", facente parte sempre della Sol.Co. di Mario Monge, ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati ed è implicata nelle indagini della Squadra Mobile di Roma. Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila ha avuto uno strano passaggio di cooperative, e sembrerebbe che tra i 14 arrestati ci siano alcuni amministratori di altre cooperative del Monge.

In definitiva, Monge, presidente del consozrio Sol.Co. che raggruppa la cooperativa "New Horizons" (per quel che riguarda i cassonetti gialli) e la N.C.A. (che gestisce il Nuovo Cinema Aquila), conoscerebbe bene Buzzi, braccio destro di Carminati, implicato nello scandalo dei vestiti da dare in beneficenza insieme a un boss della camorra, Pietro Cozzolino.

Attorno al Nuovo Cinema Aquila c’è un passaggio di Onlus che sostanzialmente risultano controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico.

Da risultanze CCIAA, la Sol.Co. conta a giugno 2014 ben 25 addetti e un valore di produzione di quasi sette milioni di euro di cui oltre sei milioni spesi per servizi  ed un utile di esercizio di 380 euro – trecentottanta euro – (Dati riferiti all'esercizio 2011)

Il Comune di Roma affida alla Sol.Co la gestione del cinema per finalità sociali e con divieto di subappalto e la Sol.Co di tutta risposta affida la gestione operativa alla N.C.A. riservandosi solo 4 giorni l’anno per perseguire gli scopi sociali in quanto onlus.
La cosa singolare è che questo accordo sancisce la trasmissione della gestione del bene dalla Sol.Co, rappresentata da Mario Monge, alla N.C.A., con membro del Cda sempre Mario Monge.

Difatti, il Cinema risulta essere gestito da una cooperativa diversa da quella che aveva vinto il bando comunale.E’ lecito dunque pensare che oltre al business dei rifiuti ci sono passaggi da chiarire anche rispetto alla gestione Nuovo Cinema Aquila?

La nostra inchiesta ha scoperchiato una situazione più grande di quello che sembrava all'inizio. Partendo da un normale cinema espropriato alla mafia, ci siamo trovati di fronte alla cupola che da anni muove i fili della capitale d'Italia.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA
11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI