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di Matteo La Stella
Ankara – Un caporedattore turco è stato condannato per aver offeso, tramite le pagine web del social network Tweeter, il Presidente della Repubblica Recep Tayyp Erdogan. Di stanza al quotidiano Today's Zaman, pubblicato in inglese in terra ottomana, il giornalista Bulent Kenes è stato condannato a 21 mesi di reclusione da un tribunale di Ankara. Al centro della questione, un tweet di Kenes del luglio 2014 in cui, il caporedattore tuonava:” Sua madre si sarebbe vergognata del proprio figlio- Erdogan – per quello che sta facendo della Turchia.”
Il capo di Stato turco, alla luce dell'”offesa”, ha subito preso in mano la situazione tramutandola in una querela, motivata dalla scomparsa della madre avvenuta nel 2011. L'editorialista, ha cercato di difendersi asserendo che nel suo tweet erano assenti riferimenti a persone fisiche. A decidere però ci ha pensato il Tribunale che, rigettata l'obiezione difensiva di Kenes, lo ha condannato a 1 anno e 9 mesi di reclusione, sospesi nel caso in cui per 5 anni lo stesso non incorra in altre violazioni.
Questa è la seconda volta che il giornalista finisce sotto la lente di ingrandimento della magistratura che, già lo scorso mese lo aveva chiamato a rispondere di un altra “aggressione” a colpi di tweet, questa volta nei confronti del primo ministro Ahmet Davutoglu.
Il giornale dove esercita la professione Kenes, Today's Zaman, è la versione inglese del quotidiano Zaman, di proprietà del magnate Fetullah Gulen, in esilio volontario negli Stati Uniti da ben 16 anni. Gulen, che fino al 2012 ha camminato "a braccetto" con il presidente Erdogan, è stato poi insignito dallo stesso di tutte le responsabilità nell'ambito della corruzione, che ha investito la Turchia nel 2013, tagliando teste di molti ministri e altrettanti parenti di uomini politici, come quella del figlio del leader.