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Editoriali

YARA GAMBIRASIO: LOTTA TRA GENISTI PER 3 DNA

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Tempo di lettura 2 minuti Ci sarebbe una terza traccia di DNA sugli slip della tredicenne e la prova del DNA potrebbe saltare.

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di Domenico Leccese

Sul caso di Yara Gambirasio Il test del DNA è solo il risultato di una prova scientifica di laboratorio e non una prova regina. Se ben fatto il test può essere utilizzato insieme a prove certe, e non solo indizi, per sostenere le tesi dell’accusa, altrimenti resta solo un pezzo di carta. Adesso sarà lotta tra genetisti forensi e non.
Nuova traccia di DNA sugli slip – la strategia di Massimo Bossetti.

Ci sarebbe una terza traccia di DNA sugli slip della tredicenne e la prova del DNA potrebbe saltare. L'intera strategia del pool difensivo di Massimo Bossetti si gioca intorno alla prova regina del DNA, quella che sembra inchiodare l'indagato: le ultime news sul caso di Yara Gambirasio, qualora in sede istruttoria venissero confermate e accolte, riguardano l'esistenza di una terza traccia di DNA sugli slip della ragazza, cosa che potrebbe portare a non considerare valida ai fini probatori dell'accusa quella che viene considerata la prova schiacciante di colpevolezza nei confronti dell'indagato. A rivelarlo sulle pagine del noto rotocalco Oggi è Marzio Capra genetista forense ex membro dei RIS di Parma e perito del pool difensivo di Massimo Bossetti. Lo scenario potrebbe mutare completamente e il processo si giocherebbe sulle prove accessorie le quali comunque sembrano indicare Massimo Bossetti come l'esecutore dell'omicidio, ma che hanno una valenza e una portata sicuramente minore rispetto alla prova del DNA. Da sottolineare come, negli ultimi tempi, sia stata messa in dubbio anche l'idea che il corpo di Yara fosse stato realmente presente nel campo di Chignolo d'Isola sin dal giorno della sparizione e della morte.

Il rebus del DNA, la difesa di Massimo Bossetti e le ultime news sul caso di Yara Gambirasio. Si tratterebbe di un vero e proprio colpo di scena, qualora l'intuizione si rivelasse esatta e la perizia fosse confermata in sede istruttoria. Secondo quanto riportato dal genetista forense Marzio Capra, sarebbe stata ritrovata una terza traccia di DNA sugli slip di Yara Gambirasio, cosa che metterebbe in crisi l'impianto accusatorio nei confronti di Massimo Bossetti. Si tratterebbe, comunque, di una anomalia clamorosa: sugli slip della ragazzina, è stato trovato il DNA nucleare di Massimo Bossetti, il DNA mitocondriale di Yara Gambirasio, e, ora si aggiungerebbe un altro DNA mitocondriale di una terza persona. Il genetista sottolinea inoltre come il DNA ritrovato riveli una duplice anomalia, mai riscontrata precedentemente: bisogna dimostrare, in primo luogo, perché è presente soltanto il DNA nucleare e non quello mitocondriale di Bossetti e, in secondo luogo, come è scientificamente possibile che sussistano nella medesima traccia due DNA mitocondriali e uno nucleare appartenenti a tre persone differenti. Il genetista la definisce una mostruosità scientifica e l'unica supposizione possibile è che sia stata compiuta una cancellazione selettiva da parte di qualcuno. Insomma, il mistero sembra infittirsi: per quanto riguarda le udienze, la prossima è prevista per venerdì 11 settembre 2015 ed è probabile che già in quella sede vengano sollevate alcune delle questioni riguardanti il DNA.
 

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Banca Popolare del Lazio, Capitani: “Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”imprenditore agricolo e socio della Banca Popolare del Lazio Domenico Capitani.

“Forse l’errore del Presidente di chiamarsi Banca Popolare del Lazio e non presidente del CDA, nel presentare la lista dei candidati unici al “nuovo” CDA, pur rimanendo un errore formale, sottace la vera natura dell’uomo di sentirsi “padrone” della banca.

Cosa che si rileva anche in altre occasioni, come per esempio nei comunicati stampa o pseudo interviste in cui parla di acquisizioni o scelte strategiche che avrebbero bisogno dell’approvazione della vera proprietà della banca ovvero “l’assemblea dei soci” in presenza, VERA SOVRANA , essa si, della banca, così come si sbandierano i successi, se successi fossero, come il “salvataggio” della Banca della Tuscia, banchetta con un unico sportello e non si cita il fallimento molto dispendioso della BPL dell’acquisizione più volte annunciata della Banca Val Camonica.

Così come non si parla della anch’essa annunciata, con comunicati e articoli stampa, ristrutturazione dell’Ottobre 2020 che prevedeva la collaborazione con Banca Cassinate e Popolare di Fondi (che smentiranno immediatamente).

Sembrerebbe per noi umani che andiamo a “tentoni”. Si parla dell’aumento delle filiali come fosse una conquista napoleonica. La BPL sono 30 anni che aumenta le sue filiali, loro evidentemente hanno solo il merito di averne regalate tante Banca Blu che non è di proprietà 100% BPL. Chi ci avrà guadagnato?! Per non parlare dei risultati di bilancio, si fanno percentuali sull’anno precedente che non esisteva e si ottiene un prestigioso + 80,26%.
In verità ci sarebbe molto da discutere sul risultato ottenuto, dieci filiali ottengono un utile di 7,8 milioni , 53 filiali Blu Banca ottengono un utile di 11,1 milioni. Forse era meglio tenersele.
Apprendiamo inoltre dal comunicato che la banca avrebbe acquisito una società di brokeraggio assicurativo finalità diventare banca-assicurazione.

Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

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Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: tra pareri favorevoli e conflitti di interesse. Drin drin… c’è qualcuno? [Parte 2]

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Nove componenti del nuovo CdA della Banca Popolare del Lazio sono stati eletti lo scorso 4 maggio nel corso dell’Assemblea dei soci tenutasi in modalità online.

Una nota, protocollata in Banca prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani, mette a rischio di invalidazione tutta la procedura elettiva che, come evidenziato dai due soci, ha visto dapprima presentare la Lista 1 (con i 9 nominativi poi eletti) a nome della Banca quindi non ottemperando alle norme statutarie che identificano invece tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato e non invece in “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati e con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione. Un primo errore formale al quale si è poi messa una “pezza” attraverso una nota integrativa presentata fuori tempo.

La nota dei due soci – Picca e Capitani – evidenzia però altre criticità che vanno ben aldilà del mero errore formale, qualora così qualcuno lo voglia intendere, quello di aver presentato la lista a nome della Banca e non del CdA.

Si parla di incompatibilità di alcuni degli eletti e soprattutto degli amministratori indipendenti che ne hanno avallato la presentazione

Con nota scritta pubblicata sul sito della Banca il Presidente del C.d.A. comunicava ai soci, con informativa ex art. 12 del Regolamento Assembleare: Candidature alla carica di consigliere di amministrazione – Lista l presentata dal CdA che … il Comitato Amministratori Indipendenti ha espresso parere favorevole in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione, affermando, pertanto, che la lista dei candidati consiglieri risponde a tutti i requisiti di candidabilità sanciti dallo Statuto Sociale.

Ora se, da un lato, la lista n. 1 appare sicuramente rispettosa della rappresentanza di genere, seppure nel limite statutario minimo che indica in due il numero minimo del genere meno rappresentato, dall’altro è assolutamente carente, quanto meno riguardo per alcuni dei 9 candidati consiglieri, dei requisiti soggettivi di candidabilità.

I due soci, hanno infatti segnalato preventivamente che alcune candidature riguardano profili che nell’ultimo triennio risultano avere ricoperto funzione di amministratore, rispettivamente, in società partecipate da enti pubblici e in enti pubblici.

Ecco dunque che il Comitato Amministratori Indipendenti, con il parere favorevole rilasciato, hanno attestato la sussistenza dei requisiti soggettivi di candidabilità alla carica di Consigliere di amministrazione di tutti i componenti della Lista n. 1 benché, come ben evidenziato da Picca e Capitani, alcuni di loro fossero palesemente incandidabili, con ciò violando i doveri del loro ufficio.

Il secondo capoverso del terzo comma dell’articolo 30 dello Statuto Sociale della Banca Popolare del Lazio vieta il contemporaneo svolgimento di incarichi politici, così come definiti al primo capoverso del richiamato terzo comma dell’articolo 30, e della carica di amministratore e che la contestuale ricorrenza degli incarichi è causa di decadenza dalla carica di amministratore.

Un parere, quello del Comitato Amministratori Indipendenti, in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione che è stato rilasciato in una situazione di evidente conflitto di interessi.

Indipendentemente dalla effettiva composizione del suddetto Comitato, non è revocabile in dubbio, infatti, che chi lo compone si è candidato alla nomina di “nuovo” consigliere della Banca. La circostanza diviene rilevante in questo caso proprio perché il Comitato ha rilasciato il richiamato parere favorevole nonostante la sussistenza dell’evidente incandidabilità di alcuni dei nove canditati Consiglieri.

Torna il tema dei conflitti di interesse che tante volte hanno interessato le vicende di quella che una volta veniva definita la “Banca del Territorio” e chissà se “qualcuno” avrà tempo e voglia di far luce su queste singolarità, tanto per usare un eufemismo…

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Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: denunciate irregolarità. Tutto da rifare? [Parte 1]

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Le ultime elezioni del CdA della Banca Popolare del Lazio non sono state del tutto indolore. C’è stata una nota protocollata prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani.

Nella nota si evidenziano delle presunte criticità che se confermate invaliderebbero l’elezione del nuovo CdA.

Le questioni affrontate nella nota riguardano essenzialmente tre punti. In questa prima puntata parleremo della prima questione messa in evidenza.

Irregolarità nella presentazione della lista  

L’unica lista di 9 candidati alla carica di consigliere di amministrazione è stata presentata con modalità irregolare e comunque non conforme a quanto stabilito dallo Statuto dell’istituto bancario.

La lista riporta la data del 30 marzo 2023 ed è stata pubblicata sul sito della Banca entro il termine ultimo di presentazione stabilito nel 20 aprile 2023 e risulta essere stata presentata dalla “Banca” in luogo del Consiglio di Amministrazione come, al contrario, stabilisce lo Statuto della Banca Popolare del Lazio all’articolo 30. Infatti lo Statuto Sociale identifica tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato. Con la condotta assunta il C.d.A. si è “appropriato” del “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione.

Questa irregolarità che è stata segnalata prima delle elezioni non è stata censurata dal Collegio Sindacale

Ma qualcuno deve essersi comunque accorto dell’irregolarità tanto che il Presidente del CdA, il Notaio Edmondo Maria Capecelatro, ha provveduto a far pubblicare nuovamente sul sito della Banca la Lista n. 1 con la dicitura corretta ovvero del C.d.A.

La nuova presentazione sarebbe però avvenuta dopo il termine ultimo fissato nel 20 aprile 2023 risultando di fatto un tardivo tentativo di correggere l’evidente errore in cui ci si era incappati, non essendo opponibile ai soci l’apposizione della data del 20 aprile 2023 sulla nota di deposito della Lista n.1.

Nemmeno rileva, dunque è inopponibile ai soci, l’indicazione riportata dal link rinvenibile nella sezione Assemblea dei Soci del sito internet della banca  secondo cui  il  deposito  e  la  pubblicazione  del  nuovo documento, privi di data certa, debbano ritenersi una “mera” precisazione rispetto all’originario deposito oggetto di precedente pubblicazione sempre sul sito internet della Banca avendo il successivo connotali palesemente novativi.

Si tratta di una questione meramente formale, ma in questi casi, come un notaio sa o dovrebbe sapere, la forma è sostanza!

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