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Cronaca

YARA GAMBIRASIO: NUOVA UDIENZA PER MASSIMO BOSSETTI

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Tempo di lettura 2 minuti La difesa chiedeva invece l’espulsione di tale prova perché la giudicava irripetibile

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Angelo Barraco

Bergamo –  Sono stati ammessi tutti gli atti sull’omicidio si Yara Gambirasio, tra gli atti ammessi c’è la consulenza del Ris sul Dna trovato sul corpo di Yara, dna che corrispondeva a quello di Bossetti. La difesa chiedeva invece l’espulsione di tale prova perché la giudicava irripetibile. L’udienza per Massimo Bossetti, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. Questa mattina,  alle 8.30, è stato portato presso il Tribunale di Bergamo a bordo di un furgone blindato, successivamente sono arrivati gli avvocati e il pm Letizia Ruggeri. L’udienza era incentrata sulla formazione del fascicolo in vista del processo del 3 luglio in Corte d’Assise. L’udienza era tecnica e si è deciso quali sono gli atti che faranno parte del fascicolo dibattimentale. Ricordiamo che il 27/04/2015 si è svolta l’udienza preliminare per Massimo Bossetti, in carcere da dieci mesi, dal 16 giugno 2014 con la terribile accusa di omicidio pluriaggravato e calunnia. L’udienza preliminare servirà per  decidere il rinvio a giudizio di Bossetti per l’omicidio aggravato e per la calunnia.  Per l’omicidio di Yara le aggravanti contestate quelle di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un'adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.  la difesa di Bossetti ha chiesto la ripetizione dell’esame del DNA trovato sul corpo della ragazza e attribuito a Bossetti, mediante incidente probatorio. L’avvocato di Salvagni ha presentato tre eccezioni di nullità davanti al Giudice, ma sono state tutte respinte dal gup Ciro Iacomino.  L’avvocato Salvagni ha presentato tre eccezioni di nullità davanti al Giudice, ma sono state tutte respinte dal gup Ciro Iacomino. L’avvocato Salvagni chiedeva la nullità degli accertamenti biologici del Ris, perché condotti con strumento di delega di indagine e non con l’avviso delle parti, l’altra richiesta era la nullità sul capo d’imputazione perché indicati due luoghi diversi del delitto (Brembate Sopra e Chignolo d’Isola), la terza ed ultima richiesta annullata era quella di tenera un incidente probatorio sul dna. 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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