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Redazione Lazio

COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – SECONDA PARTE. TRA OFFICINE PRIVATE E “BUONEUSCITE” D’ORO NON DOVUTE… L’INCHIESTA CONTINUA

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Tempo di lettura 6 minuti Il reportage video e fotografico de L'osservatore d'Italia presso una officina privata piena zeppa di mezzi Cotral

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di Chiara Rai

L'inchiesta su Cotral – Le manutenzioni, i soldi pubblici e i privati che ruotano attorno all’azienda di trasporto del Lazio Cotral sono ancora al centro della nostra inchiesta “Apriamo il vaso di pandora”, vaso che, a questo punto, è stato ampiamente aperto e adesso continuano a fuoriuscire elementi molto importanti che sostanzialmente attestano una politica che, a nostro giudizio, si distingue per i molti sprechi nonché per una gestione opinabile che pesa sulle spalle degli utenti.

Questa volta siamo andati a visitare l’officina del privato Pennesi che si trova a Roma a due passi dal Grande Raccordo Anulare in via Salvatore Barzilai. Lì sostano numerosi mezzi Cotral, alcuni sono parcheggiati anche in strada e c’è anche un via vai di furgoni della “Cotral” che solitamente trasportano pezzi di ricambio.

Circa tre anni fa, Cotral aveva acquistato cinque furgoni attrezzati per fare internamente il soccorso in linea dei bus adibiti al trasporto pubblico,  attraverso la reperibilità del suo personale  e limitare la chiamata dei fornitori solo al rimorchio e o rimozione del pulmann.

Oggi i soccorsi sono espletati molto spesso e volentieri dalle officine private. Dunque, con i furgoni attrezzati, come risulta chiaramente dalle immagini, gli operai Cotral vanno spesso a fare visita alle officine dei privati.

 Non sarà forse che i pezzi di ricambio vengono forniti dal magazzino centrale Cotral e utilizzati da manodopera esterna?  E’ da evidenziare che ai manutentori interni alla Cotral è stato bloccato il limite annuale di  straordinario.

Quanto spende l’azienda per i soccorsi?  Un soccorso in linea costa alla Cotral oltre mille euro. Belle cifre se, comunque, calcoliamo che le due officine che abbiamo immortalato con all’interno mezzi Cotral, hanno fatturato negli ultimi anni alla società di trasporto numeri che molti di noi definirebbero da capogiro.

Perché non è stata indetta una gara pubblica e quei mezzi Cotral si trovano li dentro? Ancora una volta parliamo di soldi pubblici che vengono spesi in una maniera, ripetiamo, veramente opinabile. Cotral potrebbe espletare tutti questi servizi al suo interno, anche perché di fatti possiede officine che sono vere e proprie eccellenze come quella di Latina ma che, purtroppo, non assorbono tutto il lavoro che potrebbero.

 In poche parole di soldi ne escono molti sia che si tratti di affidamenti diretti sia che si parli di “buone uscite” non dovute ma date ugualmente e a discrezione dell’attuale amministrazione di Vincenzo Surace.

Veniamo al caso in particolare:

Come e a quale scopo vengono impiegati i soldi dei cittadini? Centinaia di migliaia di euro che avrebbero potuto essere risparmiati. In questo caso, sembrano esserci figli e figliastri. Ma vediamo nei particolari.

Compito della Regione Lazio sarebbe quello di prendere celeri provvedimenti. Ma su questo punto torneremo più dettagliatamente rivolgendo delle domande pubbliche e dirette all’assessore regionale competente che è Michele Cvita.

Prima gli risolve il contratto e poi lo manda a casa con 200 mila euro non dovuti. L’attuale Amministratore Delegato Vincenzo Surace si comportò così con l’ormai ex dirigente Pasqualino Sigillino il quale era responsabile manutenzioni Cotral e rispondeva direttamente a Surace stesso.

 Ma veniamo ai 200 mila euro di soldi pubblici impiegati per mandare a casa l’ex dirigente.

Con proposta di deliberazione del 21 maggio 2013 l’amministratore delegato Cotral Vincenzo Surace avvia la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato del dirigente aziendale Pasqualino Sigillino a causa della “macromodifica della struttura aziendale”.  In tale proposta di deliberazione si fa esplicito riferimento al fatto che “nel caso di specie, il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.  In soldoni significa che non sarebbe dovuta nessuna “buonauscita”.

 In pratica con la risoluzione del contratto comunicata nei modi e tempi, Sigillino per legge non avrebbe avuto nulla a che pretendere da Cotral e invece… cosa succede?  Succede che nonostante la premessa di cui sopra, Cotral decide ugualmente di corrispondere una somma lorda di € 200.000,00 (duecentomila) all’allora responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino,  con tanto di apposito atto transattivo di conciliazione con finalità, appunto la risoluzione del rapporto di lavoro.

Quest’uscita di 200 mila euro di soldi pubblici, è bene ricordarlo, è nient’altro che il frutto di una risoluzione consensuale e quindi, a dire dell’azienda Cotral, senza rischi che il dirigente impugni il "licenziamento" con conseguenti ed eventuali costi in caso di soccombenza aziendale. Peccato però che è la stessa Cotral ad asserire che “il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.

Ma vediamo ancora più nello specifico questo caso che comunque vede coinvolti sia l’amministratore delegato Vincenzo Surace che l’ex responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino il quale aveva a che fare proprio con i temi affrontati nella prima parte dell’inchiesta.

E in termini più comprensibili era colui che si occupava, tra l’altro, dell’affidamento a terzi dei servizi di manutenzione meccanica (manodopera e ricambi) degli autobus appartenenti alla flotta Cotral Spa.

Tra l’altro il tema della manutenzione Cotral è sotto i riflettori dell’inchiesta de L’osservatore d’Italia. Dunque, perché ad un mese dal compimento dei 66 anni è stato “premiato” incredibilmente e inspiegabilmente il dirigente Pasqualino Siggillino con 200 mila euro? Per quale motivo è successo ad un solo mese dal pensionamento? 

E tutto, inspiegabilmente, senza la benché minima opposizione, neppure da parte dell’assessore regionale Michele Civita. La società Cotral è sottoposta a controllo analogo (ovvero la Regione che è proprietaria di Cotral ha il dovere diritto di controllare le azioni intraprese dall’azienda al fine di porne, eventualmente rimedio). Ma la Regione Lazio, nel caso appena esposto, non è intervenuta.

Addirittura, lo studio legale  interpellato da Cotral, in una comunicazione di aprile 2013, scrive direttamente a Vincenzo Surace comunicandogli, tra l’altro, che in merito alla risoluzione dei rapporti di lavoro con alcuni dirigenti tra cui Siggillino e Di Prete, per quanto riguarda Siggillino “ad eccezione del preavviso, al dirigente ultrassessantacinquenne in caso di licenziamento immovitato, non è dovuta la indennità supplementare così come disciplina l’articolo 19 del CCNL”.

Dunque sostanzialmente la Cotral ha anche la rassicurazione dei propri legali ma… ciononostante procede con la “buona uscita” di 200 mila euro.

La commissione di certificazione dell’Università Roma Tre nel verbale di conciliazione, ripercorre l’escursus della vicenda dove è ben evidenziata la contraddizione nell’azione della società Cotral:  L’11 ottobre 2012 la società comunica a Pasqualino Siggillino la risoluzione del rapporto di lavoro. Il 4 dicembre 2012 Siggillino impugna il licenziamento contestando i motivi alla base dello stesso.  Paradossalmente Cotral che cosa fa? Ribadisce la LEGGITTIMITA’ del licenziamento ritenendo infondate le contestazioni di Siggillino. 

E poi, ecco che Siggillino, ad un certo punto, manifesta l’interesse a risolvere il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2013 a fronte però di una “incentivazione all’esodo”.  Ma se il licenziamento è legittimo perché accordarsi su una “incentivazione all’esodo” non dovuta pari a 200 mila euro di soldi pubblici?

Per l’ex dirigente Di Prete, ad esempio, non è affatto funzionato come per Sigillino ma è andata esattamente al contrario: Di Prete, il quale non era responsabile manutenzioni bensì responsabile della sicurezza, non ha ricevuto alcuna “buona uscita” e quando si è opposto alla risoluzione del rapporto di lavoro addirittura ad averla vinta è stata Cotral in quanto di fatto, come per Siggillino, a Di Prete non spettava alcuna “buonauscita”.

Perché questa diversità di trattamento? E’ lecito tutto questo? E in tutto ciò quale posizione ha preso l’assessore alle Politiche del territorio, Mobilità, Rifiuti Michele Civita? Ha vigilato al fine di limitare l’impiego di 200 mila euro di soldi pubblici?

Intanto, le officine dei privati sono piene di mezzi Cotral, il servizio all’utenza è ai minimi storici i reclami sono aumentati e alcuni dirigenti hanno oltre che stipendi anche “incentivazioni all’esodo” davvero d’oro. E l'inchiesta continua.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti

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Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.

Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.

Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?

(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.

Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione

Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.

Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?

(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.

A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?

Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.

Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?

Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.

Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?

(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.

Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?

Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.

Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere

Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.

Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?

Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.

Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …

Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.

L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, sulle sponde del lago appare un cartello del Comune “Attenzione pericolo di Morte”

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L’assessore Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi”

“Attenzione pericolo di morte, divieto di accesso nell’area e nello spazio lacuale antistante. Presenza di ordigni bellici inesplosi”. Questo quanto riportato dalla segnaletica, apparsa da qualche giorno e messa dal Comune di Castel Gandolfo che dice chiaramente che nel lago ci sono bombe inesplose che stanno lì dalla seconda guerra mondiale.

La segnaletica richiama due ordinanze (ndr. come scritto sui cartelli stessi) del 2013 e del 2021

Il fatto che esistano ben due ordinanze sta a significare che il pericolo della presenza di ordigni bellici si conosce da almeno 11 anni ma il segnale di pericolo, inequivocabile nella sua interpretazione, è stato messo pochi giorni fa:

Il cartello si trova sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo, tra il vecchio porticciolo e il civico 7 di via dei Pescatori, vicino a un circolo di canoa direttamente con accesso in acqua per disabili.

Il cartello ha scatenato non poche polemiche e messo preoccupazione tra più di qualche operatore balneare e turistico nonché dei residenti che qualche bracciata lì intorno, almeno in questi anni e ultimi tempi, l’hanno azzardata: “Ci chiediamo perché sia comparso adesso – dicono altri residenti del posto – ci sembra davvero strano e il messaggio è inquietante: se si fa il bagno c’è il pericolo che esploda una bomba. Naturalmente vieteremo ai nostri figli di frequentare la zona, ci manca anche la disgrazia e poi magari ci sentiamo dire che ci avevano avvisato”.

Dal Comune, risponde l’assessore alle Attività produttive Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi e il Genio Civile ha provveduto alla bonifica. In via precauzionale abbiamo deciso insieme a Prefettura e Arma dei carabinieri di apporre la segnaletica e le boe che delimitano alla zona di pericolo in attesa di effettuare una bonifica più generale dell’area. Il sindaco ha già richiesto un intervento diretto della Regione o in alternativa i fondi per poter effettuare quanto prima l’intervento”.

Questi ordigni, rimasti dormienti per decenni, rappresentano un rischio reale e tangibile per chiunque si avvicini alle rive del lago. La presenza di ordigni bellici inesplosi, sebbene sorprendente nonostante abbastanza frequente nell’area dei Castelli Romani, è un fenomeno che semina paura e non incoraggia il rilancio turistico di qualità tanto auspicato per l’intera provincia. I resti dei conflitti passati continuano a emergere, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Tuttavia, la loro scoperta sulle rive tranquille del Lago serve da promemoria urgente dell’importanza di affrontare questi pericoli con determinazione e urgenza. «Le autorità locali devono agire prontamente – dicono alcuni residenti – per identificare e rimuovere in modo sicuro gli ordigni bellici rimasti, proteggendo così il pubblico da potenziali rischi mortali. Allo stesso tempo, è essenziale educare il pubblico sulla natura di questa minaccia e sull’importanza di rispettare i divieti d’accesso per garantire la sicurezza di tutti». Lo scorso anno, a fine agosto, un bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata nella tarda mattinata di una tranquilla domenica nei pressi del lago. La scoperta è stata fatta da una persona che stava passeggiando lungo il percorso naturalistico di via dei Pescatori. Scattato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo. La bomba, una spoletta lunga 10 centimetri non pericolosa, al momento del ritrovamento si trovava a qualche metro di distanza dalla riva. Il cartello apparso pochi giorno fa lascia presagire che il pericolo sia davvero concreto.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Federica Lavalle

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Federica Lavalle, classe 1981, sposata, mamma di Lorenzo e Matteo. A leggere il suo curriculum vitae ci si accorge che in poco più di 40 anni ha un bel bagaglio di esperienze qualificate ed importanti in vari ambiti.

Giornalista, una laurea ed un master in economia sullo sviluppo sostenibile. A tutto ciò si aggiunge un passato da vicesindaco ed assessore ai Servizi Sociali, vicesegretario provinciale del Pd, presidente del Gal e consigliere metropolitano di Roma Capitale. Soprattutto una mamma super impegnata.

Ci diamo del tu? Ma dove lo trovi tutto questo tempo?

(sorride ed arrossisce insieme) Si si diamoci del tu. Vivo la vita con grande energia.
Sono sempre stata, sin dai tempi della scuola, una ragazza molto impegnata che ha cercato di cogliere i tanti aspetti che la vita ci pone di fronte e ringrazio la mia mia famiglia, da sempre attiva ed attenta nel campo sociale, che è stata un ulteriore stimolo alla mia attività politica

Quindi la politica non è stata una scelta ma una evoluzione del percorso?

Certo che si. Quando militi in un partito capisci, comprendi e, soprattutto tocchi con mano le problematiche delle persone ed allora la politica diventa impegno sociale finalizzato a lavorare per migliorare le cose.

Prima di questa nostra chiacchierata ho girato un po’ per Rocca Priora.
La “vox populi”, la piazza diciamo, mi parla di te come una persona capace di ascoltare e poi realizzare, dare consistenza a quelle parole ascoltate.
Spiegami un po’ …

Davvero? – risponde con estremo entusiasmo – mi fa piacere perché è l’ulteriore riprova di quella che è la mia Storia ed il mio modo di essere che nasce proprio dalla mia innata voglia di ascoltare le storie delle persone, le loro esperienze ed empatizzare con la comunità che mi onoro di rappresentare.

Mi piace dare risposte concrete dopo avere ascoltato e capito.
Tutto ciò diventa, per me, il valore aggiunto al mio agire politico.
Ho avuto il privilegio di porre in essere tutta una serie di progetti realizzati proprio grazie a questo approccio: dal Teatro delle Fontanacce nato dall’impulso realizzato della comunità roccapriorese e realizzato grazie al grosso impegno di Massimo e Luciana Frazzetto passando poi al Museo Benedetto Robazza che fu la realizzazione di un sogno condiviso da molti che io, allora assessore alle Politiche Sociali e Culturali ebbi l’onore di far nascere con l’aiuto, il sostegno, i consigli, la grande generosità di Luciana Vinci e dello stesso maestro Robazza.
Il Narciso un progetto che veniva dal basso e dall’unione di tutte le associazioni locali e che divenne un punto di riferimento dell’associazionismo stesso.

E poi mi hanno raccontato la tua dedizione completa alla scuola Materna comunale gratuita.

E si! Uno dei progetti che resta vivo nel mio cuore di mamma.
Qui ci fu la spinta con in aggiunta la necessità raccolta dalle famiglie, dalle mamme roccaprioresi. Come ti ho già detto la volta precedente capimmo e toccamo con mano proprio le difficoltà delle neomamme lavoratrici a tornare al lavoro. Coniugare l’essere mamma al proprio lavoro diventa difficile se noi “politica” non mettiamo in campo gli strumenti necessari tali per consentire loro di tornare a riprendersi quello spazio lavorativo conquistato, tante volte, con estrema fatica.

Domanda cattivella: hai parlato di “campo largo di idee condivise”. La lista Fare Rocca Priora è un, passami il termine, laboratorio politico che va dal Pd a FdI … ma Elly lo sa?

(e qui prima sorride ma poi con molta serietà risponde) Massimiliano io sono profondamente di sinistra, non solo sono da sempre impegnata in politica e sempre dalla stessa parte e da generazioni, sono iscritta alla Cgil ma quando ho la possibilità mi sono sempre impegnata per i temi storicamente legati alla cultura di sinistra come la scuola pubblica e per tutti, l’inclusione sociale ed il sostegno alle fragilità.
Ed in più ti aggiungo che nel territorio lavoriamo sui programmi, come sempre d’altronde.
Il Pd allargò il campo già nel 2009 con il progetto civico e amministrativo Viva Rocca Priora che favorì 10 anni di buon governo e grande stabilità cn Damiano Pucci sindaco che allora proveniva da un’esperienza di centro destra con l’UdC.

Nulla di nuovo dunque.

Quindi buone idee e capacità di realizzarle al servizio della comunità?

Certo che si. Poi alle persone interessa cosa faremo per loro e io di quello ti voglio parlare

Non ti nascondo che questo tuo approccio alla Politica, con la P maiuscola mi piace assai ma ora viene il meglio: cosa vuol lasciare alla tua città?

Mi impegnerò a restituire a Rocca Priora un asilo nido implementando maggiormente i servizi all’infanzia comunali e questa sarà un’opportunità per le famiglie ma creerà anche un importante indotto lavorativo.
Con la squadra di governo lavoreremo molto sul tema della disabilità e dell’inclusione a tutti i livelli riservando una quota di bilancio comunale per sostenere chi non ce la fa.

Federica se hai dato una occhiata alle altre mie interviste sai che sono solito chiudere con due sogni da realizzare con la “famosa” bacchetta magica.
Che sogno vuoi per la tua famiglia? E che sogno vuoi realizzare per la tua città?

Sono una donna molto concreta e per Rocca Priora vorrò lavorare, durante questo mandato, alla realizzazione di due strutture che la comunità attende da tempo:
una casa della musica e delle arti per restituire una struttura alla nostra realtà bandistica che è un’eccellenza regionale e per tutti quelli che fanno cultura sul territorio e una palestra per le Scuole Medie da utilizzare anche per le attività pomeridiane.
Nonostante l’altezza
– sorride – devi saper che sono stata un’accanita pallavolista e non abbiamo mai avuto una palestra che potesse ospitare un campo regolare.
Per la “Federica bambina” ma per molte delle mie colleghe sportive era una sogno poter avere un palestra adeguata. Lavorerò per realizzare questo.

Ho letto serenità negli occhi di Federica durante tutta questa intervista. L’immagine che mi lascia è di una donna energica ma che riesce ad emozionarsi di fronte alle piccole cose e questo suo profondo legale con Rocca Priora si tocca profondamente.
Grazie ancora …

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