Guidonia, la maggioranza grillina perde un pezzo storico. Zarro passa al Gruppo Misto: “La misura è colma”

GUIDONIA (RM) – Il Sindaco di Guidonia Montecelio, il pentastellato Michel Barbet, perde un pezzo della maggioranza: il consigliere e storico attivista Claudio Zarro. “La misura è colma, aderisco al gruppo misto”, spiega il diretto interessato nel lungo messaggio postato nella sua pagina Facebook. Una decisione, pesante, dovuta alla “reiterata mancanza di condivisione di scelte per la città, inopportuni personalismi e la totale assenza di ruoli e il rispetto degli stessi”. Dunque, il dado è tratto.

Dai malumori
nazionali a quelli locali il passo è breve. E se a livello nazionale si
cacciano i Senatori dissidenti, a detta dei probiviri, nei piani bassi sono gli
eletti nelle file grilline, al contrario, che sbattono la porta o minacciano di
farlo a stretto giro di posta. Come nel caso dei consiglieri di maggioranza del
Municipio XII che, entrati in rotta di
collisione con la Sindaca Raggi per
aver individuato la nuova discarica a Monte
Carnevale
, poco distante da Ponte
Galeria
, sono pronti a dare le dimissioni in massa qualora l’inquilina del
Campidoglio non riveda quella scelta. Segnali, questi, che se analizzati nell’insieme,
danno una visione completa sulla crisi che sta attraversando M5S. Tra l’altro
in continua discesa in termini di consensi elettorali.

Il Consigliere Zarro

Al Comune di
Guidonia l’ultimo strappo, dei tanti registrati nell’alveo pentastellato del
Lazio e in quella stessa Amministrazione, con l’uscita dalla maggioranza del
consigliere Zarro. “Otto anni di M5S buttati al vento”, esordisce rammaricato, “potrei,
come tantissimi miei colleghi nelle istituzioni, anche a livelli più alti,
comunicare semplicemente la mia fuoriuscita e la mia adesione al gruppo misto
in maniera scevra da spiegazioni. Ma non lo farò. No. Spiegherò per filo e per
segno i motivi, tutti, che mi hanno costretto a lasciare un gruppo di
sognatori, di persone utopiche, di gente perbene ma che ha perso di vista i
valori che li univa”.

“Qualcuno può pensare
che di questa scelta al sottoscritto non freghi nulla; eppure al sottoscritto
pesa e peserà qualsiasi momento di quello che sta per fare. In primis perché la mia vita per quasi 9
anni è stata scandita da infinite riunioni, gazebo, agorà e momenti di incontro
sul territorio locale, regionale e nazionale. In secondo luogo perché ho
condiviso per quasi un decennio con delle persone un sogno che non è possibile
e non si può raccontare umanamente in due righe. Chi mi conosce lo sa, e non
sputerò mai nel piatto dove ho mangiato per anni. Ma il piatto attuale ha un
sapore amaro e non si possono più mandare giù bocconi di questo tipo”.

La sua è una
posizione sentita, sofferente. Sottolinea: “quando ho iniziato questa
avventura, gli intenti volevano che in quanto rappresentante eletto all’interno
di un’istituzione, l’assise della terza città del Lazio, avremmo potuto
lavorare e portare avanti, seppur in tempi non celeri e con le difficoltà note,
una costruzione di città diversa, così come paventato all’interno del nostro
programma elettorale. Spesso invece, mi sono trovato a dover avallare scelte
non condivise e le posizioni difformi non avevano modo di esistere, neanche a
mo’ di critica costruttiva. Non è un giorno, bensì sono svariati mesi che si
reiterano queste dinamiche: poche persone, tra l’altro non sempre elette dai
cittadini, incidono sulle scelte e sulle linee politiche di questa maggioranza.
Non mi aspettavo tutto ciò e soprattutto non mi aspettavo di non poter
contribuire attivamente ai punti del programma che ci ha portato a vincere le
elezioni 2 anni e mezzo fa”.

il Sindaco Barbet alle prese con l’ennesima crisi

E ancora: “La
priorità era quella di orientare la nostra azione amministrativa verso una
profonda ristrutturazione di se stessa, un far riavvicinare i cittadini alle
istituzioni e far sentire il Comune come la casa di tutti. Dove?? Ma dove?? Abbiamo
perso 2 anni solo per fare una macrostruttura, il primo atto che si fa quando
una persona prende in carico un ente o un amministratore delegato un’azienda
degna di chiamarsi tale. Tantissimi uffici non ricevono né tramite il dirigente
né le p.o. d’area e la burocrazia che attanaglia il nostro Comune è aumentata,
non snellita, come auspicato. È aumentata l’esternalizzazione e non invertito
il trend tramite internalizzazione e formazioni dei dipendenti; gli unici
assessori che hanno provato a puntare su questi aspetti sono stati mandati via”.
Poi la bordata: “Abbiamo cambiato otto assessori nell’arco di 2 anni e mezzo, e
solo nell’area di cui sono presidente di commissione (commercio ed attività
produttive) si sono susseguiti i seguenti dirigenti: da Simoncini alla Piseddu,
a Nardi, all’interim della Pasquali, all’interim del Segretario Generale Livia
Lardo, alla Petricca ed ora al Dottor Lauro. Con quale faccia un amministratore
locale che intenda dare una progettualità alla sua azione legislativa può
andare in giro? Come possono esserci provvedimenti che vanno portati avanti e
che vedono cambiare sempre e comunque l’interlocutore di turno?”

“C’è bisogno
di dare una scossa”, prosegue il consigliere, “un qualcosa che faccia capire
che non siamo solo 1/16 della maggioranza, bensì un valore aggiunto da tenere
in considerazione. A chi mi chiederà le dimissioni dal mio ruolo, per far
entrare un mio successore all’interno del gruppo consiliare del MoVimento,
risponderò che non sono io ad esser mutato, ma è cambiato totalmente
l’atteggiamento del Sindaco e di come egli si approccia al rapporto col nostro
gruppo consiliare. Dimettermi per cosa? Per rispettare delle regole mai
rispettate da nessuno? Dove sono le assemblee pubbliche semestrali? Dove la
rendicontazione e la trasparenza di quei pochi nostri introiti dei gettoni di
presenza come consiglieri comunali, dove la rotazione del capogruppo
semestrale? Dove la pubblicazione del lavoro fatto sul portale delle liste
civiche del movimento E ancora: dov’è il rispetto (reale), di una meritocrazia
paventata solo a parole e mai realmente messa in pratica!? Sono stato il nono
consigliere per numero di preferenze nell’ultima tornata elettorale, eppure
nessuno si è mai arrogato o non mi è mai balenata per la testa la possibilità
di chiedere qualcosa in più o di diverso rispetto ai miei compagni di
avventura. Questo perché credevo ed ho creduto, sempre, che il valore di ognuno
di noi fosse uguale, sebbene i numeri dicessero altro”.

“Mi chiedo e
chiedo a coloro che leggono e leggeranno può un consigliere comunale venire a
conoscenza di un cambio del dirigente di riferimento da un articolo di
giornale, senza che nessuno gli abbia mai detto prima niente? No. Può avallare
scelte che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato all’interno dell’ente
di persone prese da graduatorie di comuni limitrofi, senza che venga spiegata
la genesi e gli input che sottintendono a tutto ciò? Vogliamo parlare di chi c’è
all’interno di questa graduatoria? No, meglio stendere un velo pietoso. Può relazionarsi
all’interno di una maggioranza dove porre i problemi internamente, farlo
ripetutamente nel corso di quasi 3 anni, far uscire questi problemi anche
pubblicamente sperando che qualcosa cambi una volta per tutte, comporta come
conseguenza solo una richiesta di dimissioni dagli altri suoi colleghi? No, non
può.  Può in continuazione giustificare
in commissione le parole del Sindaco, che dichiarava ad ottobre 2018, con
l’apertura del sottopasso di Via Lucania, che il mercato di Villalba sarebbe stato
pronto una settimana dopo? Può, in continuazione, fare riunioni su riunioni con
lui, il Segretario Generale, il ViceSindaco ed il Presidente del Consiglio,
portando avanti soluzioni concordate nelle stesse e poi vedere quelle stesse
decisioni stravolte totalmente giorni dopo senza nessuna spiegazione? Può, in
continuazione, nelle riunioni di maggioranza vedere a precise domande, un muro
di gomma di non-risposte da parte del Sindaco, oppure un suo non alzare nemmeno
lo sguardo usando il cellulare fregandosene totalmente? No, non può”.

Il Consigliere
riferisce inoltri, con toni perentori, di essersi rifiutato di partecipare alle
riunioni della maggioranza da due mesi “perché erano un esercizio inutile e
sterile di perdita di tempo. Tolto alla famiglia ed a cose molto più
importanti, come la salute persa”. Poi si toglie altri sassolini dalle scarpe,
per non dire macigni. “Questa non è un’amministrazione a 5 stelle, questa è un
amministrazione Barbet, dove non c’è nulla di 5 stelle. Manca la condivisione,
la trasparenza, gli atti vengono tenuti nei cassetti e se si pongono delle
domande è un problema, perché più teste pensanti ci sono, più problematico è
governare. Qua siamo al silenzio-assenso di una maggioranza, dove la Giunta ed
altri attori non titolari a farlo (tranne sporadiche eccezioni) agiscono
autonomamente, bypassando totalmente la volontà politica della maggioranza,
anzi, gliela comunicano a cose fatte. Proseguirò il mio impegno di consigliere
comunale”, conclude, “nel gruppo misto, sperando che le persone che so esserci
in maggioranza e che la pensano come me, non abbiano il timore di rimandare o
di non esprimere ciò che pensano, o di seguire il sottoscritto in un percorso
arduo. Sono convinto che il tempo mi darà ragione e sono convinto che seppur a
fatica, questa è la scelta giusta, senza nessun calcolo, né politico, né di
sorta”.




Con “Tolo Tolo” Checco Zalone sbanca e doppia se stesso

Parte col botto Tolo Tolo il nuovo film di Checco Zalone, che firma per la prima volta la regia (ma con il suo vero nome, Luca Medici). Piaccia o no. Incassi stellari, fa sapere dalla Taodue film il produttore Pietro Valsecchi: “Ha riunito gli italiani dentro le sale cinematografiche. Il nuovo decennio inizia bene per il cinema italiano grazie a questa iniezione di fiducia e di incassi che ricadono su tutto il sistema cinematografico”.

Distribuito dalla Medusa Film in 1210 sale italiane il 1
gennaio, ma in alcuni cinema anche la notte del 31, la pellicola ha sbancato il
botteghino. Raccogliendo 8,7 milioni di euro (8.668.232 per la precisione) e
175mila presenze, diventando il film con il miglior incasso di sempre nella storia
del cinema italiano nelle prime 24ore di programmazione. Un successo che consente
a Zalone di doppiare le pellicole americane, del calibro di Star
Wars: l’ascesa di Skywalker
, e battere se stesso. Suo, infatti, era il
record in Italia con Quo Vado? che solo nella giornata
del 1 gennaio 2016 aveva incassato 7.341.414 di euro. “Un risultato incredibile
che mi rende ancora più felice”, sono le parole di Valsecchi, “perché premia
l’opera prima di Checco come regista, una scommessa vinta non solo per gli
incassi ma anche per la riuscita del film, che ha saputo divertire ed emozionare
grandi e piccoli al di là di ogni divisione ideologica”.

Il film, sceneggiato da Zalone stesso e dal regista Paolo Virzì, racconta la storia di un imprenditore che, segnato dagli insuccessi e dai debiti, trova accoglienza in Africa. Ma una guerra lo costringerà a far ritorno in Italia, percorrendo la tortuosa rotta dei migranti. Lui, Tolo Tolo, granello di sale in un mondo di cacao. Lo stralunato personaggio di Checco, con il suo genuino cinismo e cafonaggine, stavolta affronta il delicato tema dell’immigrazione, con umanità e critica, facendo riflettere prima ancora di divertire. È un spaccato di una realtà profonda e spietata, filtrata con l’ironia attenta e anticonformista del poliedrico attore pugliese. Una garanzia.

Tolo Tolo è il quinto film di Checco che produco ed è il primo che
lo vede anche nel ruolo di regista”, riprende Pietro Valsecchi. “Si tratta di
un debutto dietro la macchina da presa che ho fortemente voluto; ora a film finito,
posso dire che non solo non si è trattato di un salto nel vuoto, ma di un
passaggio doveroso nella carriera di un artista completo come Checco. È un film
che manifesta, oltre al suo inarrivabile talento comico e musicale, anche
quelle qualità che in un regista fanno la differenza: la composizione della
scena, il lavoro con gli attori, l’attenzione ai dettagli che vedrete nel film
lo rendono l’opera di un vero regista. E queste qualità Checco le ha messe in
mostra in un progetto molto ambizioso, di estrema complessità sia artistica che
produttiva, e che proprio per questo motivo ha avuto una lunghissima
gestazione. Checco infatti si è costruito addosso ogni scena, in maniera direi
sartoriale, portando questa sua visione dalla pagina scritta al set e poi al
montaggio. E quello che ne è uscito è un film al cento per cento suo, con il
suo sguardo unico sulla realtà e il suo stile inimitabile di racconto”.

Il lavoro è stato molto lungo,
quasi nove mesi di riprese, e complesso, molte settimane di riprese in Kenya e nel
deserto del Marocco, ma anche a Malta e in tante città italiane, con tantissime
comparse: “non sarebbe stato possibile realizzare senza il grande lavoro di tutto
il reparto di produzione che merita un grazie per l’impegno e l’energia che ha
messo in ogni momento. Ora che il set è chiuso”, conclude il produttore, “posso
dire che valeva la pena aspettare quattro anni per avere un film così, un’opera
importante in cui Checco dimostra ancora una volta un talento davvero unico”.

Zalone e Sylla in una scena del film

Nel cast vede la partecipazione
di Barbara Bouchet nel ruolo della
Signora Inge, e di Nicola Di Bari in
quella di Zio Nicola. Affianco a Zalone, spicca l’attore senegalese Souleymane Sylla, che per la prima
volta si cimenta in una commedia. “Il mio personaggio si chiama Oumar”, spiega,
“un giovane ragazzo con molti sogni nel cassetto e fan dell’Italia e della sua
cultura: Pasolini, tutto il cinema italiano. Sogna di diventare regista. Un ragazzo
molto gentile, molto intelligente, e a volte come dire, un po’ troppo gentile…Lavorare
con Checco è stato molto stimolante, perché è come un gran direttore
d’orchestra che conosce alla perfezione la musica di un film comico, che ha il
senso della commedia, e anche a livello di ritmo sapeva sempre esattamente
quello che voleva, dove voleva andare. È stato quindi davvero stimolante
lavorare con lui. In più è estremamente simpatico e sorprendentemente molto
modesto”.

Sembrano archiviate le polemiche –
inutili – innescate all’uscita del singolo L’immigrato per presunti contenuti razzisti
del testo, alle quali Zalone, autore della canzone e della colonna sonora,
aveva comunque risposto per le rime nell’intervista rilasciata al Corsera: “L’unica
cosa atroce qui è la psicosi del politicamente corretto. C’è sempre qualche
comunità, o qualche gruppo di interesse, che si offende». E ancora: «Se
riproponessi certe imitazioni di dieci anni fa, tipo quella di Giuliano dei
Negramaro, mi arresterebbero. Oggi non potrei scherzare come facevo, che so, su
Tiziano Ferro, o sugli uominisessuali”.

Quando c’è qualità e raffinatezza, il cinema italiano conferma la sua supremazia.   David Nicodemi




Ferrovie ex concesse, la “rivoluzione” di Nicola Zingaretti: Roma lido e Roma Viterbo in gestione alla Regione. Resta il nodo sulla Roma Giardinetti

C’è voluto il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per cercare di stendere un velo, pietoso, sulle condizioni delle ferrovie ex-concesse, immortalate da Legambiente nel dossier Pendolaria, importante quanto puntale appuntamento annuale.

“Dopo aver risanato e reso di nuovo competitivo il Cotral, dopo aver rinnovato i treni per pendolari e aver messo in campo centinaia di milioni d’euro di investimenti, ora la Regione prenderà in gestione anche le tratte Roma-Lido e Roma-Viterbo“.

Parole pronunciate da Nicola Zingaretti qualche giorno fa, in occasione della conferenza stampa per la riapertura del cantiere della nuova stazione di Flaminio, che metterà in collegamento la fermata della metro A con la stazione di testa della RomaNord.

Insieme al Governatore l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri, il Presidente della stessa Cotral Amalia Colaceci, l’amministratore unico di Astral Antonio Mallamo e il vicepresidente della Regione Daniele Leodori.

“Subito 800milioni di euro – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – 500 dei quali disponibili entro il primo semestre del 2020, per migliorare la vita delle persone che viaggiano tutti i giorni e far ripartire i cantieri fermi da anni”.

“Queste linee fanno schifo, – ha detto ancora Zingaretti – abbiamo accolto il grido di dolore dei pendolari. Dal 2013 è stata avviata una mezza rivoluzione nel comparto dei trasporti, è stata risanata la Compagnia Cotral, rinnovato il parco veicoli con 1000 bus nuovi e svecchiato il materiale rotabile delle ferrovie regionali”.

E ora, salvo complicazioni, spetta alle ex-concesse:

144 milioni saranno impiegati per la Lido e 337 milioni per la Viterbo. Nello specifico. Investimenti Roma-Lido: opere civili nelle stazioni (recinzioni e barriere fonoassorbenti); nuovo deposito Ostia Lido; manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente; sistema di comunicazione terra-treno (segnalamento, potenziamento e risanamento della linea elettrica); Rinnovo totale dell’armamento della linea, compresi i deviatoi. Investimenti Roma-Viterbo: Raddoppio della stazione Flaminio; Raddoppio della tratta Riano – Morlupo; Predisposizione raddoppio tratta Montebello – Riano; Manutenzione straordinaria materiale rotabile esistente; Potenziamento deposito Acqua Acetosa; Potenziamento linea elettrica.

Elenco interventi messa in sicurezza Roma-Viterbo

A questi si aggiungono 315 milioni per l’acquisto di 38 nuovi treni per le due ferrovie ex concesse, già sono state spedite le lettere di invito per l’acquisto della prima tranche di treni (5 Roma Lido e 6 Roma-Viterbo), per un ammontare di 100 milioni, di cui 40 milioni di fondi ministeriali e 60 milioni di fondi regionali. Il 28 febbraio del 2020 scadrà il bando e si procederà alla seconda fase della gara.

Il cambio della governance:

“Dal 1 gennaio 2020 – ha proseguito Zingaretti – Astral spa affiancherà Atac nella gestione delle infrastrutture fino al 1 luglio 2020, data in cui Astral diventerà unico gestore delle infrastrutture e dal 1 gennaio del 2021 Cotral affiancherà Atac nella gestione dell’esercizio, fino al 1 luglio 2021, quando Cotral diventerà gestore unico dell’esercizio sulle due linee ferroviarie”.

Si riparte da piazzale Flaminio

“Ripartiamo da qui, da Piazzale Flaminio – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Alessandri – abbiamo scelto questo cantiere, nel giorno della sua riapertura, per illustrare nuovamente i grandi investimenti che stiamo mettendo in campo sulle ferrovie ex concesse. Piazzale Flaminio è un punto nevralgico di questo nuovo inizio che vedrà, a partire dal 2020, le due linee trasformarsi in cantieri, con più di 500 milioni di euro di risorse, degli 800 complessivi, attivabili entro il primo semestre del prossimo anno, tra interventi sulle infrastrutture, sulle dotazioni tecnologiche e acquisto nuovi treni».

Una svolta, “una grande svolta”, secondo i diretti interessati, dopo anni di incertezze, ripensamenti e vertiginose piroette. Ma è il presente e la gestione del servizio durante i cantieri, che dureranno fino al 2024, a tenere banco e a preoccupare i pendolari. Lo scorso 25 dicembre il Comitato della RomaNord, infatti, ha presentato un esposto alla Procura di Roma e di Viterbo “l’ennesimo per segnalare”, scrive Fabrizio Bonanni nel sito, “l’immane stato di degrado del servizio che viene fornito all’utente pendolare che viaggia sulla linea Roma-Viterbo. Riteniamo doveroso che qualcuno intervenga a mettere ordine e sistemare le cose: stiamo sempre peggio e senza visione sul futuro. Su quei treni noi ci viaggiamo tutti i giorni, mentre chi ha poteri decisionali non viaggia con noi”.

Dal Campidoglio, interviene il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno che trova singolari, “per non dire “ridicole” e lontane dalla logica” le affermazioni di Zingaretti. “Ovviamente che Roma Viterbo e Roma Lido non brillino per efficienza è un dato di fatto, negarlo sarebbe da sciocchi, ma addossare la colpa al gestore, ad Atac, anche se capisco può essere facile a livello mediatico, è un insulto alla logica, al buon senso e molto lontano dalla realtà”. Poi rilancia: “La Roma Lido deve essere una metropolitana, lo abbiamo messo nero su bianco nel PUMS“.

Peccato che la dismissione delle due ex-concesse è stata inserita nel Piano Industriale Atac, parte integrante del Concordato Preventivo, e peccato, altresì, che il corrispettivo di 90milioni di euro erogati annualmente dalla Regione all’Azienda Capitolina, secondo quanto stabilito dal Contratto di Servizio ancora in essere, è destinato anche alla manutenzione ordinaria dei beni, delle infrastrutture, dei mezzi e degli impianti ferroviari. O no?

Disquisizioni
politiche a parte, resta da capire cosa ne sarà della Roma-Giardinetti, ora limitata a Centocelle. Linea fuori dalle grazie regionali, per le sue
caratteristiche tranviarie, ma anche fuori da quelle comunali, dato che Roma Capitale deve ancora formalizzare
l’acquisizione dell’infrastruttura. Oggetto questo della mozione presentata
dalla consigliera comunale Svetlana
Celli
, che sarà discussa dall’Assemblea Capitolina nei primi mesi del
prossimo anno.

A complicare le cose lo stop del Ministero dei Trasporti (si auspica momentaneo) al prolungamento e all’ammodernamento della linea, sviluppato e fatto proprio dall’Amministrazione e inserito nel PUMS. “Tale progetto”, spiega l’ing. Andrea Spinosa, che ha collaborato alla sua stesura, «era stato ben valutato dal MIT, tanto da rientrare tra i primi nella classifica finale delle istanze: la scelta finale è stata però di non inserire progetti con prescrizioni (la prima scelta era di finanziarlo con prescrizione sul cambio dell’armamento nella stesura del definitivo) ma di rimandarli all’istruttoria relativa al riparto 2019, con scadenza per la presentazione delle integrazioni al 30/04/20 (da non confondersi con il riparto 2020 e scadenza per le istanze al successivo 1° giugno). E il progetto della linea Termini-Tor Vergata è proprio uno dei due che è automaticamente incluso nel nuovo riparto, essendo già stato ammesso nel primo e non incluso nel riparto 2018 per motivazioni non relative a carenze o difetti della proposta ma a scelte tecniche”.

Ma il cambio dell’armamento,
e cioè della larghezza tra le rotaie, così come richiesto dal MIT, è un vincolo
non di poco conto e rischia di compromettere l’intero impianto. Infatti, ci
sono punti dell’attuale ferrovia, tipo il sottovia Casilino, compreso tra le
fermate Sant’Elena a Porta Maggiore, in cui risulta davvero difficoltoso, dati
gli spazi esigui, installare binari a scartamento ordinario. Per non parlare
dei raggi di curvatura, altro aspetto tecnico.

E mentre si aspetta la manna dal cielo, il servizio si trascina a fatica. Domenica mattina un altro treno, il secondo nel mese di dicembre, è finito fuori dai binari, durante le manovre all’interno del deposito/officina di Centocelle. A denunciarlo l’Associazione TrasportiAmo e l’ORT-Osservatore Regionale sui Trasporti in un comunicato congiunto: “Il tempo delle chiacchiere è terminato, questa linea, che gioca un ruolo fondamentale nella mobilità della Casilina, insieme alla Metro C, deve uscire dal limbo nel quale è caduta a causa del menefreghismo istituzionale. I Comitati di quartiere, le associazioni dei pendolari e i cittadini devono unire le proprie forze e pretendere il suo risanamento”.

Il convoglio deragliato domenica scorsa a Centocelle

“L’ennesimo svio ed il mancato finanziamento del Ministero”, aggiunge Andrea Ricci dell’Osservatorio, “dimostrano ulteriormente che non c’è davvero più tempo da perdere se non si vuole che sia scritta un’altra pagina vergognosa nella storia dei trasporti romani e del Lazio. L’Osservatorio collaborerà con tutte le altre realtà che si sono occupate in questi anni della linea per fare, con un’iniziativa condivisa e dal basso, i passi che spingano, a partire dal pro-getto presentato al MIT, Ministero, Regione e Comune a rapidamente concludere gli atti amministrativi che consentano di riportare questa linea, in sicurezza, efficienza e sostenibilità, a riprendere il ruolo centrale che le compete”.

D’accordo il CESMOT che si unisce “alle richieste delle altre associazioni del settore, tra cui TrasportiAmo, riteniamo sia urgente ed indifferibile che Regione e Comune si affrettino a spiegare ai cittadini cosa intendono fare della linea e se nel 2020 dovranno continuare a fare i conti con l’inefficiente gestione Atac, colpevole anche dell’assurda limitazione della linea a Centocelle. Il tempo delle chiacchiere è terminato, ora è tempo di rilanciare un’infrastruttura strategica per la mobilità della Casilina». Mentre da Legambiente Lazio, il presidente Roberto Scacchi ammonisce: «La linea deve diventare un moderno Tram, e tornare a percorrere ogni metro dei binari fino alla stazione Giardinetti fuori il GRA, e non fermarsi nel nulla, sulla Casilina e senza neanche incrocio finale con una fermata della Metro C”.

Corre, intanto,
la petizione online lanciata proprio da Trasportiamo (per firmarla qui),
un altro segnale che indica quanto la Giardinetti sia importante soprattutto
per i cittadini del Municipio V e VI.




Roma, alla Garbatella l’inaugurazione dell’associazione in memoria della piccola Sophia

ROMA – Apre ufficialmente i battenti l’associazione in memoria della piccola Maria Sophia, inquadrata nel progetto Crisalide.

Questa mattina, ore 12, l’inaugurazione presso La Villetta alla Garbatella (via degli Armatori, 3). «Durante tutto il suo percorso», è il messaggio di Mamma Maria e di Papà Pino, «ha sempre sorriso alla vita. In virtù di questo valore noi cercheremo di tener fede al suo testamento di cuore, cercando di portare aiuto, sostegno, sorriso e di far vivere tutto ciò che Sophia amava».

La piccola da cinque anni combatteva contro un medulloblastoma, tumore cerebrale aggressivo, infiltrante e recidivante, diffuso per lo più in età pediatrica. «In tutti questi anni lei ha sempre sorriso», sottolinea Maria nel Blog di Concita De Gregorio, «si è sempre divertita e ha sgomitato dandoci prova di una forza enorme. Ha perso ciocca dopo ciocca i suoi capelli chiari disegnandosi sempre con capelli lunghi e in uno dei suoi disegni ha scritto: ‘Ecco Sophia come si sente quando le ricresceranno i capelli’. Il cammino lungo, tortuoso e di grande dolore è stato affrontato in un ospedale pediatrico romano, un ospedale in cui il senso dell’altro soprattutto dal punto di vista cristiano dovrebbe essere davvero la base».

Poi lo scorso 11 luglio la capitolazione, la micidiale sentenza, la drammatica e inattesa notizia, che colpisce al ventre lasciando senza fiato, che fa riflettere sui tanti interrogativi dell’esistenza, quella che nessuno, al mondo, vorrebbe mai ascoltare. Né tanto meno descrivere. «Sophia ha chiuso la sua vita dove desiderava, in mezzo a mamma e papone. Ma io da mamma non riesco a togliermi di dosso quel vestito di spine. Credo nel valore della vita, al rispetto dell’altro avendo percorso sulla mia pelle ciò che significa dolore, solitudine, sofferenza ed è proprio per questo che detesto le ipocrisie».

La storia di Sophia commuove, addolora, scuole le coscienze. Indelebile è stata la mobilitazione dei colleghi di Pino, dipendente Atac in servizio sulla Roma-Lido, e la corsa dell’Azienda nel sottoscrivere con le Organizzazioni Sindacali l’accordo per le “ferie solidali”. Un traguardo, importante per l’intera categoria, che ha consentito al papà di stare il più possibile accanto alla sua bambina di 8 anni.

Ma ora quel fiocchetto viola, indossato quel maledetto giorno, e non solo dai macchinisti e capitreno della linea, si è trasformato in una splendida realtà, nell’associazione “Maria Sophia Aps – Non mi devo arrendere mai”. In una farfalla variopinta e aggraziata che, lambita dal vento e scaldata dal sole, si poserà sui tetti della case e delle scuole, portando affetto, solidarietà e allegria. Mai mancata alla piccola Sophia.

Questa mattina la presentazione, nel cuore dello storico e affascinante quartiere, patrocinata dal Municipio VIII, durante la quale sarà presentata il progetto Crisalide cui l’Associazione fa riferimento.




Come evitare le liste di attesa negli ospedali: ecco come fare

Lunghe e stancanti, le liste di
attesa per le prestazioni sanitarie nelle strutture pubbliche, rappresentano
molto spesso motivo di disagio e, nei casi particolarmente critici, di ansia. Un
problema annoso, se ne discute da anni, malgrado gli strumenti impiegati dalla Regione Lazio che, triste realtà, non
sempre riescono ad accorciare i tempi. Le soluzioni alternative ci sono e senza
costi aggiuntivi oltre al ticket, nei casi in cui i pazienti non fruiscano dell’esenzione.
È l’intramoenia.

Dietro al termine astruso, si nasconde un meccanismo che può evitare le assurde file negli ospedali. Cosa sono le liste d’attesa? Come si possono evitare? E quando si può chiedere l’intramoenia? Di questo, e altro ancora, se ne discuterà nell’incontro di domani, 6 dicembre, presso la sede dell’associazione Via del Fare nel quartiere romano di Torre Maura (Via dei Colombi 163/A ore 17.30), organizzatrice dell’evento.

«La CGIL e
lo SPI informano i cittadini su come fare andando in intramoenia e pagando solo
il ticket», recita il
comunicato dell’associazione presieduta da Daniela
Cioccolo
, «esiste una
norma del 1998 che prevede che quando il Sistema Sanitario non sia in grado di
dare gli appuntamenti nei tempi previsti, il cittadino possa effettuare la
stessa prestazione in intramoenia, pagando solo il ticket. Ne parliamo con
Natale Di Cola, Segretario della CGIL di Roma e del Lazio».  




Ferrovie concesse, ultima chiamata: parte la petizione in favore della Roma-Giardinetti

Sala Tevere.
Interno giorno. Al centro del tavolo presidenziale l’assessore regionale ai
trasporti Mauro Alessandri intento a
illustrare «il cambio governance e il piano degli investimenti» previsti sulle ferrovie ex concesse, Roma-Viterbo e Roma-Lido. Capitolo a parte per quanto riguarda la Roma-Giardinetti. «La nostra posizione
è chiara – ha chiarito – cessione a Roma
Capitale
, perché corrisponde perfettamente alla caratteristiche di una
linea tranviaria. Lo abbiamo concordato con il Comune, fino all’ultimo
avvicendamento sugli assessori».

Più che una
presentazione, quella andata in scena venerdì mattina, 29 novembre, in via
Cristoforo Colombo, sede della Regione
Lazio
, sembra essere stata una corsa contro il tempo. Da un lato per
recuperare credito agli occhi degli utenti – e potenziali elettori – dall’altra
per evitare ulteriori stangate dall’ANSF.
 Considerazioni a parte, sono 800 i milioni gli euro stanziati
complessivamente per le due ferrovie: 315 per l’acquisto del nuovo materiale
rotabile e 418 per gli interventi
strutturali, «investimenti–
spiega Alessandri – sulle opere civili e tecnologiche».

Affianco
all’assessore, il vicepresidente della Regione Daniele Leodori, il Responsabile dell’area trasporti su ferro Carlo Cecconi e il Direttore Stefano Fermante. E poi, quelli che sono
i veri protagonisti del «cambiamento»,
chiamati a farsi carico del pesante fardello:
il Presidente di Cotral SpA Amalia
Colaceci
, l’Amministratore Unico di ASTRAL
Antonio Mallamo e il Direttore della
Direzione territoriale di RFI Vito Episcopo. «Li
ringrazio tutti per il grande lavoro di squadra messo in campo in questi mesi – ha
detto Alessandri – ora al lavoro, con concretezza e umiltà, lungimiranza ed
attenzione. Il nostro compito è migliorare la vita delle cittadine e dei
cittadini, garantire la sicurezza del trasporto e il futuro delle lavoratrici e
dei lavoratori».

Nella
Lido gli investimenti sono destinati alla opere civili (recinzioni e barriere
fonoassorbenti), realizzazione del nuovo deposito a Lido Centro, completo
rinnovo dell’armamento e realizzazione del sistema di comunicazione terra-treno
(segnalamento con potenziamento e risanamento della linea aerea). Ma quello che
conta è la manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente. Sulla
Viterbo, quella messa davvero male, le risorse riguardano il «raddoppio
della stazione Flaminio – riprende l’assessore – il raddoppio della tratta
Riano – Morlupo e la predisposizione raddoppio tratta Montebello – Riano, manutenzione
straordinaria materiale rotabile esistente, potenziamento deposito Acqua
Acetosa e potenziamento linea elettrica».

«Per i nuovi convogli delle due linee –
ha continuato – saranno utilizzati 315 milioni di euro, i primi 100 da
concretizzare con l’acquisto di 11 nuovi treni dei 38 totali previsti (abbiamo
già avviato le procedure ed entro il 28 febbraio 2020 riceveremo le offerte
delle ditte prequalificate). La futura governance delle due linee sarà pubblica
al 100% con il graduale subentro di ASTRAL e Cotral ad Atac: dal 1 gennaio 2020, Astral Spa affiancherà Atac nella
gestione delle infrastrutture, procedendo da subito a investire 19 milioni di
euro per la manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente. Dal 1
luglio 2020 Astral diventerà unico gestore delle infrastrutture e dal 1 gennaio
del 2021 Cotral affiancherà Atac anche nella gestione dell’esercizio, fino al 1
luglio 2021, quando Cotral diventerà gestore unico dell’esercizio sulle due
linee ferroviarie». Secondo Alessandri è fondamentale «il
rapporto con territori, sindacati, comitati ed osservatorio regionale trasporti».

A stretto giro di posta la risposta, puntuale, dei Comitati Pendolari della Viterbo e della Lido che in un comunicato congiunto rendono noto di aver indetto «una manifestazione per il giorno 11 dicembre 2019 dalle ore 11 nei pressi della sede della Regione Lazio a Via Rosa Raimondi Garibaldi». Un modo «per ribadire la necessità all’ente regionale di mettere in campo tutte le energie necessarie da subito per migliorare il servizio erogato da ATAC, ai minimi termini da mesi ormai». Non una protesta ma un incitamento. «Al piano di investimenti annunciato dalla Regione – chiosa Roberto Spigai del Comitato della Lido -, mancano tutti gli interventi “Caronte”, cioè quelle azioni che servono a traghettare le anime dei pendolari “dannati”, dall’Inferno di oggi al Paradiso di dopo domani l’altro, attraverso il fiume bollente dei treni insufficienti e inaffidabili e dei lavori in costanza di esercizio. Mancano anche notizie su tutti i cantieri fermi sulla Lido, a cominciare da Acilia sud».

Sono i disservizi quotidiani che attanagliano l’utenza, e nei confronti dei quali non sembra esserci una soluzione a breve termine. Solo questa mattina un treno diretto a Porta San Paolo è andato in tilt alla fermata Vitina, rallentando per l’ennesima volta il servizio, mentre dall’altra parte, sulla Viterbo, si sono verificate 15 soppressioni, di cui 12 treni urbani e 3 extraurbani, come riportato da Fabrizio Bonanni nel Gruppo dei Pendolari RomaNord. Che aggiunge lapidario: «Come pensavamo, la Regione ci ha appena scritto che “per cause tecniche” non ci sarà l’incontro dell’Osservatorio con noi l’11 dicembre, nonostante l’invito e le promesse della Regione e di Passanisi alla nostra manifestazione a Piazza del Popolo a novembre. Però la Regione ci tiene comunque a vederci l’11 per discutere della ferrovia: e noi ci andremo. Resta quindi tutto confermato, soprattutto la grande manifestazione».

Ma
sul tavolo, insieme alla inadeguatezza degli orari ferroviari, c’è anche l’annoso
problema dell’accessibilità alle infrastrutture o ai treni. Ne sa qualcosa
la signora Maria Cristina Abballe
,
madre di Alessandro, diversamente
abile, che pur vincendo le cause contro la Regione, riconosciuta colpevole nel
primo e secondo grado di giudizio, aspetta ancora di essere risarcita e di assistere
all’inizio dei lavori alla stazione di Rignano
Flaminio
, finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche. Un
caso emblematico, ma non unico nel suo genere.

Il consigliere Andrea Bozzi

Sabato
scorso, 30 novembre, si è svolta la manifestazione del Coordinamento Cittadino Accessibilità del Municipio X che «ha il grande merito di fare una
battaglia che vale per tutti – dichiara Andrea
Bozzi
, capogruppo municipale di “Sogno Comune” –  perché lo scandalo delle barriere
architettoniche che impediscono di raggiungere dalla stazione di Ostia Antica della Roma-Lido il Borgo,
gli Scavi archeologici e i centri abitati, lo paghiamo tutti, sia in termini di
diritti che di sviluppo del territorio. Basti pensare che l’amministrazione a
cinquestelle chiede di inserire gli Scavi nel patrimonio Unesco e ci fa facile
propaganda, senza però considerare che tutte le infrastrutture intorno non sono
adeguate e che qualsiasi Commissario si metterebbe a ridere o a piangere
davanti allo stato dell’arte». 

E
ancora: «Da anni giacciono progetti mai
realizzati – prosegue il consigliere civico – che riguardano l’attraversamento
a raso dalla stazione al Borgo attraversando la Via del Mare, o il rifacimento
totale del ponte che scavalca, oggi senza scivoli o ciclabilità, fino alla
rimodulazione di tutta la viabilità. Ma purtroppo questi progetti non hanno mai
visto la luce e nell’ultima commissione fatta in Campidoglio la Città
Metropolitana, che è uno dei soggetti coinvolti, non si è neppure presentato,
mentre nel Bilancio non c’è nulla. È vergognoso che Roma non consideri questa
una priorità e il Municipio X non abbia la forza di farsi valere, al punto che
nell’assemblea di oggi nel centro anziani di Ostia Antica “lo
Scariolanti” che ha seguito il corteo la Presidente ha semplicemente
ribadito che non ha i poteri per dare e che loro le richieste le hanno fatte. I
soliti alibi inutili di chi ha ereditato un immobilismo delle precedenti
amministrazioni, e che non ha fatto altro che portarlo avanti».

Capitolo a parte, come detto, merita la Roma-Giardinetti, l’ex concessa riqualificata a “tranvia veloce” ma rimasta nel limbo. Dopo il grave deragliamento avvenuto domenica scorsa sul binario di manovra della stazione di Centocelle per cause ancora da accertare, l’associazione TrasportiAmo, la stessa che ha segnalato l’incidente, ha lanciato una petizione online sulla piattaforma change.org. Subito condivisa dal Comitati Pendolari. «La linea svolge un ruolo strategico – recita il testo – nelle politiche dei trasporti della Via Casilina (Municipi V e VI), anche indipendente dalla Metro C», e che il PUMS,votato dall’Assemblea Capitolina in agosto, «prevede l’ammodernamento e il prolungamento» a Termini da un lato e a Tor Vergata dall’altra. Pertanto l’associazione chiede «di definire il trasferimento, a titolo gratuito, dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di sollecitare il MIT affinché assegni le risorse necessarie per l’ammodernamento e il prolungamento della Linea».

L’associazione sollecita inoltre la riapertura della linea fino a Giardinetti oppure «di prolungare quantomeno l’esercizio fino alla fermata “Togliatti” in corrispondenza della fermata Metro C “Parco di Centocelle”, in modo da creare un efficiente nodo di scambio» e l’istituzione di un Osservatorio «aperto alle associazioni/comitati dei pendolari e del territorio, ai Municipi e alle Organizzazioni Sindacali», per monitorare l’avanzamento lavori. Ugualmente importante il punto in cui chiede di «avviare gli interventi di revisione generale ai 5 elettrotreni serie Et81», la cui gara è stata aggiudicata da Atac nel 2015 a «ditte specializzate per un importo pari a € 1.481.415».  

D’accordo il CESMOT: «Da troppo tempo si naviga a vista senza alcuna idea per il futuro della linea e senza alcun intervento di ammodernamento o potenziamento. Finora sono state spese tante parole,ma fatti concreti zero. Ci chiediamo cosa intendano fare istituzioni per il futuro di questa è linea e quando intenderanno riaprire tratta  Centocelle – Giardinetti, chiusa da anni per colpa Delle folli scelte di Atac». «La nostra attenzione sul tema delle ferrovie concesse è sempre alta – scrive Renzo Coppini, Segretario SLM Fast-Confsal Lazio – in merito alla Giardinetti, condividiamo la sollecitazione dell’Associazione TrasportiAmo. Daremo il nostro supporto a tutte quelle iniziative in tutela del trasporto su ferro, per costruire insieme un servizio pubblico sostenibile e adeguato alle reali esigenze del personale e dell’utenza».

La consigliera Capitolina Celli

«Ho firmato la petizione per sollecitare Roma Capitale – spiega la consigliera capitolina Svetlana Celli, capogruppo di #RomatornaRoma – ad acquisire le competenze sulla “Roma-Giardinetti” e avviare così l’iter di riqualificazione e ammodernamento a vantaggio degli utenti e dei lavoratori. Il Ministero su sollecitazione della Regione ha classificato ufficialmente la linea “tranvia veloce”, proprio per le sue caratteristiche particolari di linea tranviaria di superficie. L’Amministrazione capitolina però latita e non decide l’acquisizione. Così questa linea rimane in un limbo di competenze e soffre per mancati interventi strutturali e mancato riconoscimento di fondi. Se invece si accelerasse sul trasferimento di competenze potrebbero arrivare dal Ministero risorse e progetti e renderebbero la Roma-Giardinetti più sicura e moderna. Un progetto potrebbe riguardare anche il collegamento diretto con la metro C, con il prolungamento fino al Parco di Centocelle. Un passaggio di consegne semplice e diretto – conclude l’esponente – che aiuterebbe il presente e il futuro di questa linea molto frequentata dai romani. Ringrazio l’associazione TrasportiAmo per averla proposta e mi auguro riesca a fare le giuste pressioni sul Campidoglio a guida pentastellata». A margine delle dichiarazioni la consigliera della Rete Civica dei Cittadini fa sapere che nei prossimi giorni presenterà una specifica mozione.




Sulla Roma-Viterbo si viaggia con la porta aperta: ecco il video

È un grave
inconveniente tecnico quanto capitato su di un treno extraurbano della ferrovia
regionale Roma-Viterbo in gestione
all’Atac, immortalato nel video
diffuso sul gruppo facebook del Comitato
Pendolari Roma Nord
. E diventato subito virale. Ovviamente. Le immagini
sono chiare, inequivocabili, e mostrano un convoglio, serie Alstom, in forza al parco rotabili
della linea, marciare spedito con la porta spalancata.

Secondo l’autore del video, l’episodio è avvenuto giovedì pomeriggio, 28 novembre, durante la corsa partita alle ore 16 da Piazzale Flaminio e diretta a Sant’Oreste. Sul treno 200, facendo un rapido confronto con l’orario generale diffuso, nei canali ufficiali, dall’Azienda Capitolina, mentre transitava nella tratta urbana, e, precisamente, nel percorso da Saxa Rubra in poi. Inevitabili le polemiche e lo scalpore suscitato, data la singolarità e la pericolosità del caso.

Che una porta si possa guastare e rimanere aperta è ammissibile, magari a causa di una bottiglietta finita incautamente tra i leveraggi del predellino, ma che un convoglio continui a camminare in quelle condizioni è veramente assurdo. Cos’è accaduto? Perché il sistema di sicurezza non è intervenuto togliendo la trazione? E perché il personale non si è accorto di nulla? Si era accesa la spia sul cruscotto del banco di guida e quella sulla fiancata del treno?

Tra le incognite che si accavallano, soltanto una sembra avere una spiegazione logica. All’inizio del video si vede un passeggero pigiare più volte il pulsante dell’interfono, ma senza riuscire a mettersi in contatto con la cabina. Questo perché prima ancora di premere, avrebbe dovuto girare la “leva di emergenza”, collocata sopra la porta, che avrebbe azionato un cicalino in cabina e aperto la conversazione con il macchinista e capotreno. Ma anche con il solo allarme, il personale sarebbe stato comunque obbligato a fermarsi all’istante.




Roma-Lido, mancati interventi di riqualificazione: l’assemblea del comitato pendolari fa il punto sulla situazione

Esattamente una settimana dopo il sit-in di protesta del Comitato Pendolari RomaNord in Piazza del Popolo, arriva l’assemblea pubblica del Comitato Roma-Lido, organizzata con sedici realtà e associazioni territoriali del X Municipio, in programma questa mattina, sabato 23 novembre, al Parco Vittime di Femminicidio (via Casini/altezza via dei Romagnoli) dalle ore 9.30. Obiettivo è fare il punto su questa linea che, al pari della Roma-Viterbo, paga, e non poco, i mancati interventi di ammodernamento e di riqualificazione.

“La situazione è grave”, esordisce la nota stampa, “viviamo male il viaggio d’ogni giorno sulla Roma Lido e sulle altre ferroviarie affidate ad Atac SpA. Ripetuti guasti ai treni ad Acilia, Bernocchi, Vitinia; blocchi alla linea a Lido Nord; problemi agli impianti di segnalamento a Malafede e Vitinia; stazioni abbandonate a Tor di Valle e C. Fusano; i treni saturi fin da Acilia lasciano a piedi decine di passeggeri a Bernocchi o Vitinia”.

E basta scorrere le pagine dei vari gruppi facebook dedicati alla linea per rendersene conto. Ce n’è per tutti i gusti, tra chi stramaledice e chi riporta dettagliatamente i disservizi giornalieri, invocando soluzioni che tardano ad arrivare. “È vergognoso lo stato di abbandono del servizio”, commenta Andrea Angeletti, coordinatore del Gruppo Comitato Pendolari Roma – Il Trenino, “la mancanza di qualsiasi programmazione della gestione ordinaria e della manutenzione. Non ci rimanere che affidarci alla gestione Astral e allo sblocco dei lavori con finanziamenti regionali”.

“Atac ha
nel deposito di Magliana 15 treni e ne ha in affidamento a matricolo
addirittura 19 (nove CAF300 e 10 MA200”, eppure”, riprende il comunicato, “ogni
mattina fa fatica a mettere in linea i nove che basterebbero per corse a 10
minuti. Tra soppressioni occultate, rimodulazioni e ritardi, non riescono quasi
mai a rispettare l’Orario Ufficiale, deciso da Atac stessa ed avvallato a
scatola chiusa dalla Direzione mobilità della Regione Lazio. Prima di tutto vengono le esigenze di Atac di
guadagnare più soldi possibile, anche facendo tanti km/treno da Ostia a Roma,
anche solo sulla carta. Si fanno corse ogni 10 minuti, se va bene, quando non
servono, magari alle 20-21 di sera, ma non si riesce a fare negli orari di
punta la mattina”.

E proprio contro
la Regione si è scagliato, nei giorni scorsi, l’assessore capitolino alla
mobilità Pietro Calabrese, in lungo
video-messaggio dai toni accesi: “Oggi il segretario del PD e governatore, Nicola Zingaretti, attacca la nostra
amministrazione sul servizio svolto da Atac: è proprio per migliorare il
servizio che abbiamo chiesto alla Regione il passaggio di proprietà, come aveva
promesso lo stesso Zingaretti nelle due campagne elettorali del 2013 e del
2018. Se avesse mantenuto la parola avremmo già messo in campo tutte le
attività per ammodernare l’infrastruttura e acquistare i treni. Un percorso che
abbiamo già avviato con Atac, salvandola dal fallimento, che stiamo risanando,
una pesante eredità lasciata da chi ci ha preceduto. Il presidente del Pd non
lo ricorda? Non siamo più disposti- conclude – ad accettare strumentalizzazioni
politiche sulla pelle dei cittadini e degli utenti del trasporto pubblico”.

Un’altra chiave di lettura è quella del Comitato Roma-Lido, che se la prende sì con la Pisana, perché è stata “finora incapace”, secondo loro, “d’intervenire veramente sul Gestore che la stessa Regione ha scelto per 13 anni” e di avallare “dirigenti rivelatesi inaffidabili. Sono riusciti a trasformare la nostra vita quotidiana in una emergenza”.  “Siamo di fronte ad un nuovo annuncio di Zingaretti e, anche se questa volta pare faccia sul serio, ho riscontrato nei commenti dei pendolari della Roma-Lido una scarsa fiducia nei suoi confronti. Staremo a vedere”, chiosa Andrea Castano di Odissea Quotidiana, “nel frattempo non si può non notare che anche in questi giorni si ripropone il dualismo Regione-Comune che ci ha fatto malissimo in questi anni, dove uno attacca l’altro di non aver fatto il dovuto e viceversa. Ma alla fine a pagare sono i pendolari. Personalmente credo che siamo ad un momento di svolta, quello che non so è se questa svolta sia in positivo o in negativo. Per conoscere il risultato bisognerà aspettare qualche mese”.

La partita
sembra essere tutt’altro che chiusa, anche se “sono stati sbloccati i cantieri
di Tor di Valle e di Acilia Sud”, ha garantito l’assistente
dell’assessore regionale Alessandri,
Nicola Passanisi, nella
manifestazione sulla Viterbo, ribadendo che “la Regione venti giorni fa ha
deliberato il passaggio [in-house, ndr]
della gestione degli esercizi a Cotral,
nel gennaio 2021, e della gestione delle infrastrutture all’ASTRAL, con il supporto di RFI, dal prossimo gennaio, sul modello FS”. E non solo. Il 14 novembre proprio l’Amministratore
unico di ASTRAL, l’ing. Antonio Mallamo,
ha firmato la determinazione 373 per
l’affidamento del “servizio di progettazione di fattibilità tecnica ed
economica, relazione geologica, con riserva di affidamento della progettazione
definitiva per l’appalto integrato e coordinamento delle sicurezza in fase di
progettazione per la realizzazione di un
nuovo deposito-officina a servizio esclusivo della ferrovia regionale Roma-Lido
”.
Da ubicare nell’area dello “scalo merci
di Lido Centro
”, per un importo pari a “40 milioni di euro”.Altra
assoluta novità.

I pendolari e i viaggiatori chiedono, infatti, “atti e fatti concreti, opere, nomine ed azioni, che inizino ad affrontare, qui e adesso e non in un vago futuro remoto, le problematiche gestionali della Roma Lido e delle ferrovie regionali”. Come “la revoca dell’attuale Dirigente di esercizio delle ferrovie ex concesse”, certezze sui cantieri fermi, la “verifica su nuovi orari ufficiali di esercizio inverno 2020”, “tempi aggiornati della procedura di acquisto nuovi treni”, “crono-programma scritto per le procedure di affidamento alla azienda regionale ASTRAL delle opere”, con riferimento ai 180milioni inseriti nel Patto per il Lazio, e “lo stato manutenzioni del materiale rotabile” attualmente in dotazione.




Ferrovia Roma Viterbo, boom di presenze al sit-in dei Pendolari. La Regione “scarica” Atac

Il
maltempo non ha fermato il sit-in di protesta dei pendolari delle ferrovie
concesse in affidamento all’Atac di sabato
mattina in Piazza del Popolo, luogo
simbolo della rivoluzione romana di un tempo, ai piedi del Pincio e ai due
passi della stazione di testa della ferrovia Roma-Viterbo. Striscioni, fischietti e cartelli in pugno, qualche
ombrello e tanta rabbia. “La manifestazione nasce”, esordisce Fabrizio Bonanni del Comitato Pendolari RomaNord, “per
dimostrare con tutte le forze i nostri disagi”.

Duecento
persone, forse più, assiepati sotto l’obelisco Flaminio. Perentori i messaggi, “la
ferrovia RomaNord è un diritto” oppure “chiudere la ferrovia ghettizza il
territorio”, riferito, esplicitamente, alla minaccia
di ANSF contenuta nella nota del 14
ottobre scorso
, inviata sia all’Atac che alla Regione Lazio. Motivo centrale dell’evento, che è riuscito, grande
merito, a unire le diverse identità associative, sindacali e, soprattutto, politiche,
in supporto di una linea che, malgrado le difficoltà, ricopre ancora un ruolo
determinante nella mobilità.   

Parterre
folto di ospiti, dal sindaco di Sant’Oreste
Valentina Pini, che sulle criticità
della ferrovia ha istituito una commissione speciale, al Presidente del Municipio XV Stefano Simonelli, dal
Segretario Regionale SLM Fast-Confsal
Renzo Coppini
al sindacalista Cgil
Giulio De Angelis. Inoltre c’erano
gli esponenti del Comitato Roma-Lido,dell’ORT – Osservatorio Regionale sui Trasporti, tra cui Roberto Donzelli dell’UTP Roma e dell’Associazione TrasportiAmo che, insieme a Odissea Quotidiana, avevano aderito all’iniziativa.
Infine, dato tutt’altro che trascurabile, numerosi cittadini, i veri
protagonisti.

Fabrizio Bonanni

“La
manifestazione ha avuto un buon riscontro”, riprende Bonanni, “oltre ogni
aspettativa. Ringraziamo tutti”.  Poi
entra nel merito e la questione si fa seria. “Stiamo subendo da diversi mesi
disservizi giornalieri a causa principalmente dell’inefficienza della Regione
di Atac. Ai disagi cronici si sono aggiunti quelli derivati dalle direttive
ANSF, subentrata all’USTIF in luglio, le quali hanno imposto severe mitigazioni
all’esercizio per il mancato adeguamento dell’infrastruttura e costretto l’azienda
a costruire un nuovo orario generale, entrato in vigore a settembre. Che contempla
un numero di treni extraurbani decisamente inferiori rispetto all’orario
passato, che sono stati sostituiti da bus navette, e non rispecchia le reali
esigenze dei nostri territori. La tratta Catalano-Viterbo è pressoché isolata.
La situazione è diventata insostenibile, anche perché manca il personale e il
materiale rotabile, e quello esistente sta soffrendo l’usura. Vogliamo
certezze, basta chiacchiere”. Ma davvero si rischia la chiusura? “Non è una
nostra opinione o una provocazione”, risponde, “lo ha scritto a chiari lettere l’Agenzia
nella nota del 14 ottobre, in quanto ha rilevato delle incongruenze nelle
mitigazioni adottate da Atac”.

Nella
famigerata nota, infatti, il direttore dell’Agenzia, l’ing. Marco D’Onofrio, sottolineava che “se non
vengono comunicati, entro i tempi indicati”, ossia quindici giorni, “gli
elementi richiesti, questa Agenzia non avrà elementi per poter ritenere
presenti le condizioni per l’effettuazione in sicurezza di servizi di trasporto
ferroviario e pertanto tali servizi non
potranno essere proseguiti
”. Una bordata micidiale in poche parole, divenuta
oggetto di interrogazione parlamentare urgente presentata dal deputato Mauro Rotelli (FdI) e discussa alla
Camera venerdì scorso, 15 novembre. “Atac con le note del 5 e dell’11 novembre e
regione Lazio, con nota del 30 ottobre”, ha spiegato il sottosegretario ai
trasporti sen. Salvatore Margiotta, “hanno
riscontrato tale richiesta inviando nuovi elementi di propria competenza, ora
al vaglio dell’ANSF”. “Parlare di misure mitigative per il recupero di una
tratta ferroviaria fondamentale come la Roma Nord suona come una presa in giro
per tutti i pendolari che, recandosi a Roma per studio o lavoro, subiscono ogni
giorno un vero e proprio calvario caratterizzato da ritardi, cancellazioni
delle corse, convogli superaffollati”, ha risposto Rotelli nella replica. Una “Situazione”,
ha poi aggiunto, “ulteriormente peggiorata dall’entrata in vigore del nuovo
orario che ha comportato una riduzione progressiva delle corse ed una
contemporanea sostituzione con bus urbani. La tratta extraurbana si può
considerare quasi completamente chiusa e ciò ha comportato un ripristino
dell’uso dell’autovetture, con le inevitabili ripercussioni sul traffico di
Roma e sull’inquinamento atmosferico. Una ferrovia, insomma, pressoché
paleolitica con gravi problemi di sicurezza, per la quale da decenni si
promettono lavori di ristrutturazione in realtà mai partiti. Non si deve
perdere non una corsa, ma nemmeno un metro di ferrovie nel Lazio, chi pensa di
poterle lentamente depotenziare fino a chiuderle si dovrà assumere tutte le
responsabilità”.

La manifestazione di sabato è stata anche utile per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la vicenda della signora Maria Cristina Abballe e di suo figlio Alessandro, disabile, che aspetta gli interventi alla stazione di Rignano Flaminio. “La signora ha dovuto intraprendere, a sue spese, due cause”, rimarca Bonanni, sventolando un pannello sul quale campeggiano le immagini dell’articolo proprio de Osservatorio d’Italia, “la Regione è stata condanna in primo e secondo per la presenza delle barriere architettoniche, un problema questo che riguarda molte persone nelle condizioni di Cristina e che deve essere ancora risolto”.

La Sindaca Pini

“Rilanciamo
la campagna ‘chiacchiere zero’, la politica a tutti i livelli cercasse di
associarsi a questo slogan e riuscisse, in controtendenza, a fare meno
chiacchiere e più fatti”, è il monito della sindaca Pini, “quello della
RomaNord è un disagio avvertito in tutti i territori attraversati dalla
ferrovia, e i cittadini cerano di rappresentarlo. La nostra Amministrazione
continuerà a seguire con la dovuta attenzione questa vicenda, suggerendo alla
Regione possibili soluzioni per contenere le criticità, rimanendo al fianco dei
pendolari in queste fase quanto mai difficile”. Il Presidente del Municipio XV
Simonelli “apprezza molto la linea di condotta, oltremodo capillare, del
Comitato, che non fa sconti a nessuno. È uno strumento considerevole”, aggiunge,
“che ci permette di conoscere da vicino le problematiche dei pendolari. Nel
nostro territorio insistono i nodi di scambio più importanti della tratta
urbana, come Montebello, Prima Porta, Labaro e Saxa Rubra: e
il fatto che siano adoperati sempre più spesso dall’utenza, proveniente dai
Comuni limitrofi, mette in risalto che la tratta extraurbana sia meno
efficiente di quella urbana. Pertanto le opere di ammodernamento e di raddoppio
sono assolutamente indispensabili. In questa fase la comunicazione è
fondamentale, conoscere anzitempo la data di inizio di tali opere consente la
Municipio di valutare, studiare e, soprattutto, informare la cittadinanza sul
piano alternativo alla mobilità”. “Sovente le decisioni vengono prese”, commenta
il consigliere comunale di Rignano Stefano
Pucci
(Pd), “da persone che non fruiscono della ferrovia. Nella
manifestazione ho constato l’assenza dei rappresentanti locali, a parte Sant’Oreste,
i quali sembrano più interessati a pubblicare le loro foto delle riunioni con l’assessore
Mauro Alessandri. Confido su quanto
emerso sabato che conferma le scelte della Regione. Il nostro gruppo ha da
tempo attivato”, conclude, “un tavolo civico finalizzato a proporre soluzioni
che riguardano sia ferrovia quanto i collegamenti di trasporto pubblico nell’area
comunale”.

Il Segretario Coppini

Il Segretario Renzo Coppini (SLM Fast-Confsal Lazio) rileva che è “fondamentale avvicinare, in questo processo di rilancio, lavoratori e pendolari. Siamo consapevoli delle problematiche, e proprio per questo invitiamo gli utenti a non accanirsi contro il personale, il quale riceve ordini dall’alto. Questa settimana chiederemo nel dettaglio la documentazione inerente ai lavori di riqualificazione e chiederemo altresì, attraverso la Segreteria Nazionale, un incontro con ANSF. Noi ci mettiamo a vostra disposizione”. Mentre Roberto Spigai del Comitato Pendolari Roma-Lido spiega: “Stesso ente pubblico proprietario, Regione Lazio, stessa società che ‘gestisce’ un perenne ‘disservizio’ sulle nostre tre ferrovie concesse, stessa presenza parolaia del Comune di Roma, assolutamente interessato a non interessarsi delle scelte fatte dalla sua società Atac SpA e stesso modo di ‘lavarsi le mani’ da parte degli enti di prossimità, Municipio o Comune sulla RomaNord, che in campagna elettorale promettono di affrontare qualsiasi tipo di problema, salvo scoprirsi, a insediamento avvenuto, incompetenti legalmente a tutto, anche a rappresentare i disagi e i problemi dei loro territori. Disagi che son simili o eguali, e tutto questo da anni: non è più solo oggetto di critica e denuncia”.

“Il
problema della RomaNord non riguarda solo gli abitanti di Labaro, di Morlupo o
di Vignanello”, rincara Andrea Ricci
de l’Osservatorio Regionale sui trasporti, “è un problema di tutti noi; non solo
perché si tratta di un bene pubblico ma perché in questa Regione non si può
perdere neanche un metro di ferro, già ne abbiamo persi troppi quando eravamo
molti di meno. Siamo convinti della buona fede della Regione e del suo cambio
di rotta, ma essa va nutrita dalla visibilità dei cittadini. La partecipazione
certo appassionata e sofferta ma anche propositiva di tanti cittadini dimostra
che ascoltando per tempo, prima che i giochi siano chiusi, e comunicando con
precisione non solo alle istituzioni ma anche ai comitati ed alle popolazioni
in genere, con puntualità ed onestà, le situazioni e le cause dei ritardi non
solo si possono fare passi avanti nella soluzione dei problemi, ma anche far
crescere un consumerismo maturo che è una garanzia di progresso sociale
oltreché di crescita efficace del sistema dei trasporti e non solo”. Del
medesimo tenore l’associazione TrasportiAmo: “la Viterbo ha una valenza anche
turistica, senza passato non c’è futuro. Presenteremo il nostro progetto,
relativo alla valorizzazione storica, ai nuovi gestori ferroviari e ai Comuni,
con la speranza che stavolta vada a buon fine. Potrebbe essere un volano per le
economie locali”.

Nicola Passanisi

Apprezzato da tutti l’intervenuto diNicola Passanisi, assistente dell’assessore regionale ai trasporti Alessandri. Sul pastrocchio delle mitigazioni ANSF chiarisce: “Ci siamo fidati troppo dei tecnici, ma seppur in ritardo abbiamo evitato la chiusura. Noi vogliamo il potenziamento della RomaNord”. Ricorda gli sforzi della Giunta Regionale per trovare, dal 2014 in poi, le risorse economiche necessarie. Che ora sembrano arrivate. “La prima notizia è che Atac il 12 novembre ha ceduto definitivamente il ruolo di attuatore delle linee ferroviarie. Quindi i cantieri di Flaminio, Acilia Sud e Tor di Valle possono ripartire al massimo tra quindici giorni. La Regione venti giorni fa ha deliberato il passaggio [in-house, ndr] della gestione degli esercizi a Cotral, nel gennaio 2021, e della gestione delle infrastrutture all’ASTRAL, con il supporto di RFI dal prossimo gennaio, sul modello FS“. Quest’ultima avrà, fino al subentro di Cotral, anche la manutenzione ordinaria e straordinaria del materiale rotabile. “La Regione”, riprende Passanisi, “ha già messo a disposizione di ASTRAL 4 milioni di euro per il rifacimento di 4 treni fermi al deposito”. Secondo il cronoprogramma i lavori a Flaminio inizieranno a giugno prossimo e dureranno circa 6 mesi, durante i quali la ferrovia sarà attiva dalla stazione di Acqua Acetosa. Raggiungibile attraverso con un servizio bus. Ma questo è solo l’inizio. “In seguito partiranno i lavori per la messa in sicurezza dell’intera linea e per il raddoppio. Tempo stimato 24 mesi”.

“Ringraziamo Passanisi di aver partecipato”, afferma Bonanni, “si è preso l’impegno di aprire un confronto con il Comitato Pendolari finalizzato a trovare soluzioni per evitare la chiusura della ferrovia durante i lavori a Flaminio. Ha dichiarato altresì che l’orario ferroviario sarà integrato anche secondo le indicazione racchiuse nella proposta d’orario presentata in sinergia con TrasportiAmo, che saranno presentate al tavolo dell’11 dicembre. Restiamo in attesa. Quella della Regione è stata un’apertura positiva, questo è vero, ma noi continueremo la battaglia con la tenacia e determinazione di sempre”. “Bene l’apertura da parte della Regione”, dicono dall’Associazione, “ma vogliamo vederla alla prova dei fatti. Siamo pronti fin da subito a dare un contributo per approfondire tale questione e risolvere anche la querelle sollevata con una petizione dai genitori e studenti dell’istituto agrario F.lli Agosti di Bagnoregio. Che rischia la chiusura a causa dei buchi presenti nell’orario Atac”.

I
fari si spostano a sabato prossimo, 23
novembre
, in programma l’assemblea pubblica indetta dal Comitato Pendolari
Roma-Lido presso il Parco Vittime del
Femminicidio
(angolo via C. Casini – Dragona) ore 9.30. Invece, giovedì 21, è convocata la commissione
regionale ai trasporti (ore 10), presieduta dal consigliere Eugenio Patanè, proprio in merito alle problematiche
della Lido, tra i quali i cantieri di Acilia
Sud
e la ristrutturazione della fermata Tor di Valle.




Roma, Metro A, slitta la riapertura di Barberini. Forse a Natale?

Bisognerà attendere i primi di dicembre per vedere riaperta la fermata Barberini della metro A, chiusa lo scorso marzo per un incidente. Così sembra, con buona pace degli utenti, turisti e commercianti. E, comunque, sarà una riapertura a trazione ridotta, “per i passeggeri solo in uscita”, come hanno spiegato il direttore di esercizio Atac delle metropolitane Giovanni Battista Nicastro e il responsabile dellamanutenzione Stefano Pisani nel corso della commissione capitolina Trasparenza di questa mattina, presieduta dal dem Marco Palumbo.

Sala gremita e tensione alle stelle. Assenti ingiustificati l’assessore alla mobilità Calabrese, esplicitamente invitato a partecipare, e gli esponenti della maggioranza pentastellata. Bislacco, si direbbe, data la delicatezza dell’argomento e la necessità di avere risposte esaustive su una telenovela che si trascina da circa nove mesi.  “L’avvocato Middei ci disse che la ditta Otis avrebbe operato su due scale mobili entro settembre e sulle altre due entro ottobre. Oggi vedo che la maggioranza è assente, come la Giunta. Purtroppo la situazione è drammatica”, attacca il consigliere Figliomeni (FdI). “Oltre ai disagi per i cittadini, ci sono soprattutto quelli per i commercianti. L’altra volta si era pure parlato di aiutare i commercianti con indennizzi”. “La parte politica purtroppo se ne strafrega – non gliele manda a dire Svetlana Celli, capogruppo di RomatornaRoma – la faccia ce la mettono sempre gli uffici e Atac ormai nelle ultime commissioni. Prima di richiedere questa commissione, avevo richiesto una commissione mobilità, che è più adeguata.Oggi mi sarei aspettata la presenza della parte politica di maggioranza. Ricordo quando tempo fa, l’attuale Assessore Calabrese inveiva contro l’azienda come Presidente della commissione mobilità. Avrei voluto sapere cosa ne pensa la parte politica di questa situazione”.

L’azienda prova a far quadrato: “a
Barberini avevamo un programma di riparazione di quattro scale mobili ed è
stato completato. Abbiamo scritto al Ministero per effettuare i collaudi, e
siamo in attesa delle risposte. Tre scale mobili sono state completate alla
fine del mese”.Poi l’amara sorpresa
che spiazza tutti. “Una volta effettuati
i collaudi, e ottenuto il nulla osta, avremo quattro scale mobili, e la stazione
verrà aperta solo in uscita. Riparate anche le altre due scale mobili, e
ottenuto il nulla osta anche per loro dopo i collaudi, potremo aprire
definitivamente la stazione anche in entrata
”.“Non c’è modo per evitare l’apertura solo in uscita?”, domanda l’esponente
di Fratelli di Italia. “Si tratta di un problema della gestione delle emergenze
previsto dalle norme. Di conseguenza, in caso di emergenza ci sono flussi di
entrata e di uscita, non possiamo correre il rischio di avere un flusso
maggiore dei moduli di uscita di sicurezza. Dobbiamo rimuovere un flusso, e
procediamo mantenendo solo il flusso di uscita”.

La temperatura sale, “qui ci
stanno prendendo in giro”, urla un cittadino, mentre un altro domanda: “Quando
avete fatto le richieste simili per Spagna e Repubblica all’Ustif, che tempistiche
avete avuto?”. “Quindici giorni”. “Possibile che non potete dirci la data
precisa? Non è protocollata?”. Seppur incalzata su quest’ultimo punto, dall’azienda
non arriva risposta esauriente.

Stando a questi calcoli, la
fermata potrebbe riaprire in nei primi giorni di dicembre o, male che vada, nel
periodo di Natale. Nodo al fazzoletto. Restano, invece, incerti i tempi della riapertura
completa. “Noi abbiamo comunque subito eventi che hanno mutato la situazione,
come gli interventi della Magistratura – afferma Atac in chiusura – non potremo
dare le stesse tempistiche che sono avvenute per Repubblica. Ci impegneremo
entro due o tre settimane per avere un cronoprogramma delle altre due scale
mobili”.

Lapidario il commento della Celli
a termine della commissione: “Un altro bus andato a fuoco nella notte, la
stazione metro Spagna chiusa per fumo proveniente da un convoglio rotto.
Notizie allarmanti che si accavallano a quella della riapertura a metà della
stazione Barberini. La situazione del
trasporto pubblico è al collasso
. Aspettiamo il prossimo video su Facebook
per avere notizie da questa maggioranza, perché sui disagi che i cittadini sono
costretti a subire, amplificati in questi giorni di forte maltempo, nessuno
della Giunta Raggi ci mette mai la faccia, per dare spiegazioni o anche solo
chiedere scusa. Inammissibile l’assenza dell’assessore alla mobilità Calabrese –
continua – eppure il danno a causa della chiusura prolungata per nove mesi è
ingente, per romani e commercianti. Per questo giovedì porterò in Aula la
mozione per una diminuzione dei tributi locali alle imprese della zona, sulla
scia di quella già approvata per la stazione Repubblica. Mi auguro che i
consiglieri di maggioranza ne riconoscano la giusta importanza”. E si auspica
che almeno per questa volta, il M5S sia presente.

Grazie a #DirettamenteRoma




Roma, morire di monnezza: a Rocca Cencia sale il tasso di mortalità per cancro

ROMA – Nell’inferno di Roma Est, nelle viscere di un territorio che, a pochi chilometri dal Colosseo, è stato tristemente ribattezzato “la terra dei fuochi”. Dove i roghi tossici incontrollati fanno da cornice agli immondezzai, che si annidato in ogni angolo delle strade, alle discariche mai o parzialmente bonificate, ai terreni dai quali zampilla il percolato o i rifiuti ospedalieri, e si fondono al tanfo, perenne, sprigionato dal TMB AMA di Rocca Cencia, che rende l’aria irrespirabile.

È il lato
oscuro della Capitale, allarmante, conosciuto da tempo ma mai affrontato con
concretezza dalle Istituzioni, forse perché ritengono che non sia conveniente
ammettere che lì sussiste un evidente problema ambientale e sanitario. A dirlo
è l’alta percentuali di morti o ammalati di patologie oncologiche. Cancro per
farla breve, e in forma aggressiva, ai polmoni, al cervello, alla tiroide e
leucemie acute.    

Il viaggio è sconcertante, dalla Rocca Cencia alla cosiddetta “via delle vedove” a Castelverde, da Colle del Sole a Lunghezzina fino ad arrivare a Salone, zone nel cuore del Municipio VI. “Questa è la punta dell’iceberg”, spiega Paolo Emilio Cartasso, studioso e esperto del settore, “l’area interessata ha una circonferenza di circa 7 chilometri”. E include, analizzando la sua cartina, il quartiere di Case Rosse, nel V Municipio, e i comuni di Guidonia Montecelio e di Tivoli.

Un quadro preoccupante, nel quale si inserisce, dando il polso della situazione, lo studio scientifico, inedito, che questa sera sarà presentato nella trasmissione Piazzapulita (con collegamento in diretta da via Carlo Fornara, angolo via Puccinelli – zona Borghesiana ore 18). “A Rocca Cencia”, spiega in anteprima la dottoressa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio, “vivono circa 250 mila persone. Per loro le aspettative di vita alla nascita sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro della città. In una zona in cui le polveri sottili (Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei limiti aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore. Dalle nostre rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia si aggira tra l’11 e il 21% in più. Ovvero 9 punti percentuali sopra la media”. Si muore da quelle parti. “Anche gli animali non hanno scampo”, aggiunge perentorio il giornalista Massimiliano Andreetta, autore dell’inchiesta televisiva.

Immediate le reazioni. “Sono percentuali spaventose, fanno paura solo a leggerle”, afferma Flavio Mancini del Comitato Periferie Roma Est, “colpiscono indistintamente a bambini ed adulti. Nel 2019 non può essere accettato un dato di questo genere, una realtà che inginocchia migliaia di famiglie di un quadrante periferico che già di suo presenta criticità su molti servizi primari. Non chiediamo la luna, pretendiamo di una vita dignitosa”.

Dello stesso tenore Marco Manna, presidente del Comitato: “Di chiacchiere se ne sono fatte abbastanza. È un bene riportare l’argomento al centro dell’attenzione mediatica, ma servono risposte. Noi vogliamo sapere come sarà collocato lo stabilimento AMA nel prossimo piano industriale di AMA, che, stando agli annunci, dovrebbe essere presentato in dicembre, e se la Sindaca Raggi e il Presidente Zingaretti, con gli strumenti della nuova legge regionale, hanno l’intenzione di inserire quella zona tra quelle pericolosamente a rischio ambientale, prevedendo le risorse da utilizzare per la bonifica”.

Dal Campidoglio arriva il commento della consigliera Svetlana Celli, capogruppo di RomatornaRoma, abitante proprio in quel Municipio: “A Roma l’emergenza ambientale diventa emergenza salute. La nostra terra dei fuochi esiste ed è a Rocca Cencia. Lo studio della Regione Lazio che verrà presentato stasera nella puntata di Piazza Pulita punta il dito contro lo scandalo dei roghi tossici e delle discariche abusive e incontrollate in questa zona della città. Una terra di nessuno dove si ammalano le persone e perfino gli animali, tutti dello stesso terribile male. Tanto che l’aspettativa di vita, rispetto a chi vive in zone centrali della città, è di tre anni inferiore. Le polveri sottili troppo spesso al di sopra dei limiti aumentano il rischio di ammalarsi di tumore, un rischio 9 punti percentuali sopra la media. Sulla base delle leggi regionali in materia di salute pubblica gli enti preposti è necessario che si adoperino per dichiarare questo territorio a rischio ambientale e prevedano risorse per la bonifica. La rinascita della città non può non avere queste priorità: migliorare le condizioni di vita di tutti i romani e mettere fine alle situazioni di degrado e di illegalità che minacciano la salute. Sui roghi chiedo la convocazione di una commissione Ambiente per un controllo serrato sul territorio e per ascoltare i cittadini”.