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Banca Popolare del Lazio, mutui agrari tra Coopcredit e Ampla: il Tribunale di Roma vuole vederci chiaro [L’inchiesta 11 parte]

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L’imprenditore agricolo Stefano De Marchi dopo aver richiesto ed ottenuto un mutuo agrario con l’intervento oneroso della Coopcredit (3% sull’importo del mutuo), si è visto negare l’erogazione dalla Banca Popolare del Lazio, dopo la stipula dell’atto di vendita e del mutuo stesso

Respinto dal Tribunale di Roma il ricorso della società di mediazione Coopcredit S.C.p.A nei confronti dell’imprenditore agricolo Stefano De Marchi, titolare dell’Azienda Agricola di De Marchi Stefano che è stato travolto da una vicenda dai contorni paradossali e tutt’ora in corso con la banca Popolare del Lazio.

La grande notizia è che il giudice del tribunale di Roma Francesco Remo Scerrato vuole vederci chiaro su quella che si prefigura come una mediazione creditizia che di fatto non appare necessaria. Perché? Perché è “mediatore chi (Cass. 1447/2000; Cass. 6959/2000) interponendosi in maniera neutrale e imparziale tra due contraenti, deve metterli in relazione e farli pervenire alla conclusione dell’affare, cui è subordinato il diritto al compenso, e ricordato altresì che l’indipendenza del mediatore va intesa come assenza di qualsiasi vincolo o rapporto che renda riferibile al dominus l’attività dell’intermediario”.

Il giudice ha ritenuto “opportuno non concedere la provvisoria esecutorietà e rimettere al prosieguo ogni migliore approfondimento sugli effettivi rapporti fra l’opposta e la mutuante”. Un grande risultato perché evidentemente, al Tribunale di Roma non appare chiara una situazione che è finita tra le questioni rilevate in un verbale di Banca d’Italia e evidenziate a più riprese nella nostra inchiesta giornalistica sulla Banca Popolare del Lazio.

LE PUNTATE PRECEDENTI DELLA NOSTRA INCHIESTA GIORNALISTICA

Nelle nostre puntate dove siamo entrati nei particolari abbiamo parlato anche dei fatti riportati nel verbale redatto dalla Banca D’Italia dell’anno 2018, rompendo un silenzio disarmante per i cittadini onesti e compiacente, probabilmente, per altri. Una sorta di rigurgito di verità che fino ad oggi ha fatto fatica ad emergere a causa di una presunta immobilità degli organi preposti, primo tra tutti la Vigilanza della Banca D’Italia. Quest’ultima ha anche abdicato al conflitto di interessi, certificato nel proprio verbale, non sanzionato individualmente e quindi ritenuto lecito, con buona pace del controllo sulla sana e prudente gestione.

Eppure, non sembra possa esserci nulla di sano e prudente nei fatti e casi che abbiamo raccontato. Ricordiamo tra tutti il caso Protercave, il caso Ciarla-Masi, la situazione Di Giacomantonio, la posizione Ladaga, alle quali la Vigilanza ha aggiunto i conflitti di interesse del Consigliere Natalizia, e conseguentemente del Dott. Romagnoli, presidente del collegio sindacale della Natalizia Petroli e della Banca Popolare del Lazio, tanto da dimettersi per primo subito dopo i rilievi della Vigilanza.

Sembrerebbe che la Vigilanza abbia fatto tesoro del famoso contenuto della lettera dei soci coraggiosi, lettera da cui è partita la nostra inchiesta, dimostrandone la affidabilità delle affermazioni contenute. Di contro, se la Vigilanza ha ritenuto che non costituiscano conflitto di interessi i fatti dalla stessa individuati, tutti gli amministratori di Banca in futuro potranno regolarsi di conseguenza, sapendo di non incorrere in sanzioni nel caso in cui vengano taciuti i propri rapporti professionali e di fornitura con clienti ai quali venga deliberata una qualche forma di affidamento, anche quando si sia a conoscenza di situazioni di rischio per la Banca che si è chiamati ad amministrare.

Si deve però prendere atto che per la prima volta, e speriamo sia solo l’inizio di un fiume in piena che neanche i più consolidati rapporti tra poteri paralleli più o meno occulti sia in grado di fermare, un Magistrato ha inteso mettere in dubbio la legittimità di uno dei tanti fatti, di quello che a noi sembra un malgoverno della Banca, posti in essere da amministratori non certo specchiati e da questo giornale narrati in tempi non sospetti.


Stiamo parlando della società Ampla, di proprietà della sig.ra Angela Ghirga moglie del sig. Roberto Lucidi, fratello del Ragioniere Massimo Lucidi, (amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio ai tempi dei fatti narrati), società che si prestava ad emettere fatture di consulenza alla Coopcredit per ottenere il pagamento di una somma che sembrerebbe aver costituito parte delle somme che la Popolare del Lazio riconosceva a quest’ultima società (Coopcredit) per il lavoro definito dalla Coopcredit di intermediazione tra il cliente agricoltore e la banca.

Questo giornale ha trattato la questione in una puntata di officina stampa, nella quale con stupore ed una certa incredulità andammo a commentare i documenti dai quali risultava che la Coopcredit dopo aver ricevuto dagli agricoltori l’importo di mediazione pari al 3% dell’importo mutuato, provvedeva a saldare le fatture emesse dalla Ampla per prestazioni di consulenza immaginiamo finanziaria;

Sembrerebbe che solo nel primo anno di gestione da parte della Coopcredit, degli affidamenti in materia agricola per conto della Banca Popolare del Lazio, siano stati pagati circa 900mila euro dagli agricoltori a fronte di circa 30milioni di mutui. Di tale passaggio di denaro ne certificò l’esistenza perfino la Banca D’Italia la quale nella propria ispezione del 2018 constatò, mettendolo nero su bianco, della esistenza di tale sistema avendo avuto la possibilità di riscontrare la presenza di fatture emesse dalla Ampla srl a favore della Coopcredit.

Immaginiamo che Massimo Lucidi possa essere rimasto imbarazzato nel dover giustificare tali avvenimenti in Consiglio di Amministrazione, in ogni caso benevolo, per non essere i componenti stati in grado di scagliare la prima pietra, (non va dimenticato il Consigliere che mentre invitava ad acquistare azioni della Banca, si preoccupava di far liquidare quelle del padre venuto a mancare del valore di circa 232.755,00 euro) accontentandosi delle giustificazioni fornite, d qualcuno definite come “giustificazioni fanciullesche”.

Sembra che il ragionier Lucidi ne sia uscito brillantemente alla italiana maniera…. limitandosi ad affermare, nella più classica delle giustificazioni che non fosse a conoscenza dell’esistenza della società Ampla e di tale passaggio di denaro. La storia insegna.

Neanche il famoso Scajola seppe riferire chi gli aveva pagato la casa vista Colosseo, ma almeno lui fu indagato.

Così vanno le cose in Italia, soprattutto quelle bancarie in cui nessuno sa, nessuno vede e sicuramente nessuno interviene salvo fare a scaricabarile quando una banca affonda, in un rimbalzo di responsabilità tra la Banca D’Italia (sulle cui specifiche responsabilità ci piacerebbe tornare a parlare in futuro) che sembra non aver controllato a fondo, la Magistratura che non ha indagato e la Politica che non ha preso provvedimenti.


Viene alla memoria l’affermazione dell’Onorevole Paragone, non a caso fuoriuscito dai 5 stelle, il quale indicava come malato un sistema nel quale le Banche finanziano in modo trasversale i politici, questi ultimi nominano i vertici della Banca D’Italia e la Banca D’Italia dovrebbe prendere provvedimenti nei confronti di quegli amministratori che si sono dimostrati tanto affidabili da finanziare la politica che li ha nominati (i vertici di banca D’Italia).

Finché la giostra gira nessuno ha interesse a fermarla, ognuno ha la sua parte; I politici (vedi caso Verdini/Chiocci/Protercave) ottengono lauti finanziamenti occulti, i dirigenti della Banca D’Italia, se si dimostrano servili alla politica che li ha nominati, mantengono i loro privilegi, gli amministratori della Banche in questo ginepraio sanno che non saranno oggetto di provvedimenti dalla Vigilanza, qualunque Ampla decidano di far girare sulla giostra, fin tanto che saranno in grado di “aiutare” la politica.

Qualcuno potrebbe obiettare ma la magistratura?

Ebbene non vogliamo pensare che la Magistratura, come ha dimostrato il caso Palamara, non sia altro che lo specchio della politica; forse esiste qualche Procuratore che si metta anche solo a guardare come gira la giostra.

In tutto questo girotondo, gli unici che hanno pagato la realizzazione della giostra senza capire come funziona, sono i poveri investitori, in genere i micro-investitori, quelli realmente poveri, le famiglie i pensionati la cui utilità marginale degli investimenti è enorme, i grandi investitori forse sanno per tempo quando devono scendere dalla giostra, disinvestire e recuperare i propri profitti, forse hanno sempre un vocina che li mette in guardia, fa parte delle regole della giostra.

L’attività posta in essere, anche in questo caso non è rimasta priva di effetti per gli investitori della domenica

La vigilanza, infatti, dopo aver accertato i fatti ad essa segnalati, fu costretta a ritenere totalmente prive di efficacia le garanzia Ismea, acquisite grazie all’intervento, evidentemente ritenuto non troppo sapiente, della Coopcredit, con la conseguenza la Banca Popolare del Lazio, su imposizione della Vigilanza dovette eseguire accantonamenti sui mutui agrari anche per la parte che riteneva garantita da Ismea (50%), tanto che nell’anno in esame 2018, la semestrale si presentò in perdita e il bilancio chiuse con il più basso utile degli ultimi quaranta anni. Il valore delle azioni già in declino iniziò una inesorabile ed ancora oggi irreversibile picchiata.

Del resto un altro degli effetti negativi della giostra messa in piedi fu che le migliori e più solide aziende agricole emigrarono verso altri istituti bancari dai quali ottennero affidamenti a costi di gran lunga inferiori a quelli praticati dalla Banca Popolare del Lazio, che dal canto suo richiedeva la percentuale a favore della Coopcredit, un tasso a proprio favore ed uno a favore dell’Ismea oltre a qualche spicciolo per le spesucce di istruttoria; rimasero clienti della Banca solo coloro che non erano solidi ovvero che facevano richieste anomale, quali ad esempio mutui equivalenti all’intero prezzo della compravendita, tutte operazioni ad alto rischio.

Nella nostra inchiesta giornalistica ci siamo imbattuti in una unica grande azienda agricola che ha avuto la forza e la sfrontatezza di affrontare il Drago rifiutandosi di pagare la Coopcredit richiedendo indietro quanto già versato. Vinse la battaglia ma perse la guerra. Dopo aver ottenuto l’esenzione dal pagamento della provvigione a Coopcredit, a tempo debito ma con fermezza gli venne “educatamente” comunicato di accomodarsi alla porta in quanto cliente sgradito.

Ancora oggi nessuno, né la politica, né la vigilanza, né gli organi di indagine hanno mai avuto il coraggio o forse l’interesse di affrontare il Drago, quanto meno a tutela dei piccoli investitori, ciò fino a quando nell’imminente vigilia di Natale un Magistrato del Tribunale di Roma, ignaro del vespaio che ne sarebbe potuto seguire, ha sollevato dubbi sulla legittimità giuridica del rapporto di collaborazione che intercorreva tra la Banca Popolare del Lazio e la Coopcredit, rigettando le richieste di quest’ultima nei confronti di un povero agricoltore, ritenendo opportuno di indagare a fondo sull’”indipendenza del mediatore” Coopcredit, rispetto alla Banca ed all’agricoltore.


Anche quest’ultima vicenda è nota e ne abbiamo già parlato nella puntata di Officina Stampa del 15 ottobre 2020

Si tratta di Stefano De Marchi, che abbiamo avuto ed avremo nuovamente nostro ospite, insieme al suo legale l’Avvocato Francesco Innocenti nella prossima puntata di Officina Stampa del 14 gennaio 2021.

De Marchi avendo richiesto ed ottenuto un mutuo agrario con l’intervento oneroso della Coopcredit (3% sull’importo del mutuo), si vedeva negare l’erogazione dalla Banca Popolare del Lazio, dopo la stipula dell’atto di vendita e del mutuo stesso.

Mentre quest’ultima vicenda è all’attenzione di altri magistrati, l’agricoltore si vedeva anche recapitare una ingiunzione dalla Coopcredit per il pagamento di circa 39mila euro quale provvigione senza la quale sembrerebbe che non avrebbe potuto ottenere il mutuo.

Apprendiamo dalla lettura del provvedimento del magistrato che diversamente da quello che era sempre stato a noi evidente, la Coopcredit quale mediatore avrebbe dovuto essere equidistante tra le parti acquisendo autonomamente il cliente ed adoperandosi al fine di far ottenere un mutuo agrario.

L’evidente anomalia era che il cliente agricoltore non veniva intercettato e reperito dal mediatore Coopcredit e successivamente presentato alla Banca per la richiesta di mutuo, circostanza quest’ultima che forse avrebbe potuto giustificare il pagamento di un importo, per quanto a noi possa sembrare elevato, pari al 3% del mutuo da pare dell’agricoltore, si trattava al contrario di un cliente storico della Banca, che rivoltosi a quest’ultima sembra venisse indirizzato dal ragioniere alla Coopcredit, la quale, non avendo, come certificato dalla vigilanza, acquisito le garanzie Ismea e non avendo acquisito neanche il cliente, deve ritenersi che avesse il solo ruolo di farsi pagare la percentuale sul mutuo quasi fosse una garanzia per l’agricoltore di buon esito della pratica, anche e soprattutto, come accennato, quando il mutuo veniva richiesto, in modo del tutto anomalo, per l’intero prezzo di compravendita.

Alcuni professionisti del campo giuridico riferiscono che tale ricostruzione possa configurare anche ipotesi di reato quali l’estorsione ovvero presunte false fatturazioni emesse dalla Ampla. Per quanto ci riguarda non essendo esperti della materia ci limitiamo ad osservare gli eventi e gli sviluppi della vicenda, sempre che esista ancora qualcuno che abbia interesse a fermare la giostra, piuttosto che continuare a salirci sopra, ed abbia a cuore i piccoli investitori.

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Risparmio e Partita IVA possono coesistere: ecco 5 consigli

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Molte persone che lavorano come liberi professionisti o titolari di partita IVA si trovano a dover bilanciare il proprio budget in modo efficiente. Gestire le finanze in modo responsabile è fondamentale per garantire la stabilità economica e il successo a lungo termine del proprio business.

In questo articolo, esploreremo cinque strategie pratiche per risparmiare denaro e gestire le finanze con saggezza mentre lavori come autonomo.

Monitora e pianifica le tue entrate e le tue uscite

Il primo passo per un autonomo efficiente è tenere traccia delle entrate e delle uscite finanziarie. Questo è essenziale per avere una visione chiara della situazione finanziaria del tuo business e per identificare eventuali aree in cui è possibile risparmiare.

Inizia creando un bilancio dettagliato che includa tutte le fonti di reddito e le spese aziendali. Pianifica le entrate e le uscite per avere una panoramica completa della tua situazione finanziaria e per identificare eventuali aree in cui è possibile tagliare i costi.

Sfrutta le detrazioni fiscali

Come lavoratore autonomo, hai diritto a diverse detrazioni fiscali che possono ridurre il tuo carico fiscale complessivo. È importante essere consapevoli di queste detrazioni e sfruttarle al massimo per massimizzare il risparmio fiscale.

Le detrazioni fiscali comuni per i lavoratori autonomi includono spese aziendali come forniture per l’ufficio, attrezzature, spese di viaggio, formazione professionale e molto altro ancora.

Assicurati di tenere traccia di tutte le spese deducibili e di consultare un professionista fiscale per massimizzare il tuo risparmio fiscale. Con Fiscozen puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno. Un esperto risponderà alle tue domande e ti dirà se hai diritto a delle detrazioni fiscali e come sfruttarle al meglio.

Automatizza i processi aziendali

L’automatizzazione dei processi aziendali può aiutarti a risparmiare tempo prezioso e ridurre i costi operativi del tuo business.

Esistono numerosi strumenti e software disponibili che possono semplificare le attività quotidiane come la contabilità, la gestione delle finanze, il marketing e la gestione delle vendite.

L’automatizzazione può aiutarti ad eliminare il lavoro manuale ripetitivo, ridurre gli errori umani e migliorare l’efficienza complessiva del tuo business.

Quindi, investi in strumenti di automazione che si adattino alle esigenze specifiche del tuo business e che ti aiutino a risparmiare tempo e denaro a lungo termine.

Confronta e negozia con i fornitori

Uno dei modi più semplici per risparmiare denaro come autonomo è confrontare e negoziare con i fornitori per ottenere le migliori tariffe e condizioni possibili:

  • Rivedi regolarmente i tuoi contratti e le tue relazioni con i fornitori per assicurarti di ottenere il massimo valore per i tuoi soldi
  • Cerca alternative più convenienti e confronta le tariffe offerte da diversi fornitori per assicurarti di ottenere la migliore offerta possibile
  • Non esitare a negoziare con i fornitori per ottenere sconti, tariffe ridotte o condizioni di pagamento migliori.

Investi nella tua formazione continua e nello sviluppo

Come autonomo, il tuo successo dipende dalla tua capacità di rimanere aggiornato sulle ultime tendenze del settore e di acquisire nuove competenze e conoscenze pertinenti.

Investire nella tua formazione continua e nello sviluppo professionale può aiutarti a migliorare le tue capacità e a rimanere competitivo nel tuo settore. Cerca opportunità di formazione online, seminari, corsi e workshop che possano aiutarti a sviluppare nuove competenze e conoscenze pertinenti al tuo settore.

L’investimento nella tua formazione continua può pagarsi da solo nel tempo, consentendoti di migliorare il tuo business e di raggiungere i tuoi obiettivi professionali.

Conclusioni

Essere un lavoratore autonomo presenta sfide uniche, ma con la giusta pianificazione e strategia, è possibile risparmiare denaro e gestire le finanze in modo efficiente.

Segui questi cinque consigli pratici per migliorare la tua situazione finanziaria e assicurarti un futuro stabile e prospero come lavoratore autonomo.

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Grande successo per il Nordic Workshop 2024: tutti i Paesi Nordici di nuovo insieme per la promozione delle proprie destinazioni

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Si è svolto ieri, a due giorni dalla data ufficiale del Nordic Day (23 marzo), il Nordic Workshop a Milano, il consueto appuntamento annuale che mette in contatto il settore commerciale del turismo italiano e l’offerta turistica dei cinque Paesi Nordici – Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. L’edizione 2024, ha visto la partecipazione di 92 acquirenti italiani da 71 aziende che hanno incontrato i 53 operatori dei cinque paesi: dalle catene alberghiere ai musei, dai fornitori di escursioni ed esperienze, alle compagnie aeree e di traghetti, senza dimenticare i DMC (aziende per la promozione di destinazioni turistiche) e uffici del turismo locali.
 
La giornata ha riscosso un successo, con un notevole interesse da parte degli operatori turistici italiani verso i Paesi Nordici
 
Queste destinazioni stanno vivendo una forte crescita di pernottamenti italiani, grazie all’attrattiva di viaggi lenti, soluzioni di turismo sostenibile, e un’ampia scelta di attività all’aperto ed esperienze autentiche, posizionandosi inoltre come mete godibili tutto l’anno – dalle estati fresche e piacevoli, agli inverni magici e “colorati”. I Paesi Nordici offrono infatti una vasta gamma di prodotti, che vanno dai soggiorni brevi ai viaggi individuali in autonomia, dai soggiorni in città ai percorsi in treno, dalle attività all’aria aperta alle escursioni, fino alle magiche luci dell’aurora boreale. La gastronomia locale, i festival, e le visite culturali completano l’offerta, sia per chi viaggia in gruppo che individualmente. Immersi in paesaggi da cartolina, i Paesi Nordici sono noti inoltre per lo stile di vita che li colloca tra i paesi più felici del mondo. Vengono premiati per la loro gastronomia creativa, riconosciuti per l’architettura innovativa e le città “intelligenti”, e adorati dai lettori per i loro thriller. Non stupisce dunque che il Nordic Workshop anche quest’anno si sia riconfermato per acquirenti e venditori un appuntamento imperdibile, per creare nuove opportunità B2B e mantenere alta l’interesse per le destinazioni nordiche.
 
Il Nordic Workshop è stato organizzato e coordinato dalle organizzazioni turistiche ufficiali VisitDenmark, Visit Finland, Visit Norway, Visit Iceland, e da Gateway South, società di consulenza che promuove destinazioni e aziende turistiche svedesi sul mercato italiano.(gn)
 
Venezia più vicina al Nord
 
L’evento commerciale ha visto anche la partecipazione di Javier Roig Sanchez, direttore marketing per il Sud Europa della compagnia di bandiera finlandese, Finnair, che ha ribadito l’importanza del mercato italiano, citando tra le novità dalla compagnia il collegamento da Venezia per Helsinki e vv. che rimane  giornaliero anche per tutto l’inverno 2025. Una risposta della compagnia alla notevole richiesta dei viaggiatori in partenza dal Nord Est, ricordando che verso Helsinki operano anche i voli stagionali (da aprile a ottobre) da Bologna, Verona e Napoli.  Sanchez ricorda come l’Italia sia  il terzo mercato europeo per capacità, al primo posto si colloca la Germania e al secondo  la Gran Bretagna, con voli pieni circa all’80%, e con capacità di posti cresciuta del 22% rispetto al 2023.
 
Con riferimento all’aeroporto di Venezia, su cui Finnair opera dal 2006 con collegamenti stagionali verso Helsinki, saranno incrementati i collegamenti nel corso del 2024, con ulteriori voli. Nella stagione estiva le frequenze settimanali passeranno da 7 a 8, arrivando a 9 nei periodi di punta. Inoltre, l’operatività tra Venezia e Helsinki vedrà la disponibilità del collegamento anche nella stagione invernale 2024/25
 
Per l’anno corrente i voli complessivi in partenza dall’Italia sono 2.260, pari ad un +10% di voli operati in Italia quest’anno rispetto al 2023; ammontano, invece, a 4.520 i voli che arrivano e partono dall’Italia, con 600 voli aggiuntivi. Finnair, che l’anno scorso ha festeggiato il centenario della sua istituzione,  dispone di una di flotta 80 aerei.
Privo di virus.www.avast.com



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Comuni e Reti d’Impresa del lago di Bolsena protagonisti alla BMT

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Un tocco di internazionalizzazione nella presentazione del lago di Bolsena alla recente Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli.

Ospiti, infatti, della Rete Destinazione Sud, il progetto Destinazione “Lago di Bolsena – Lago degli Etruschi” e le Reti di Impresa tra operatori economici, oltre ad una vasta platea di operatori e giornalisti, è stata presentata anche ad una delegazione venezuelana, guidata dal Console Generale a Napoli, Esquìa Rubìn De Celis Nunez, e dall’Ambasciatrice Maria Elena Uzzo Giannattasio, con la quale sono stati allacciati proficui contatti per l’attuazione di scambi turistici e commerciali nell’ambito del più vasto progetto relativo al “Turismo delle radici” lanciato dal Ministero del Turismo Italiano e in fase di esecuzione.

La delegazione del Lago di Bolsena, con i Comuni di Montefiascone, Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte e Marta e le Reti di Impresa ‘Visit Bolsena’, ‘Naturalmente Capodimonte’, ‘Visit Marta’ e ‘Montefiascone in Vetrina’, era guidata dal Sindaco di Capodimonte Mario Fanelli, il quale dopo aver portato il saluto degli altri suoi colleghi, impossibilitati ad intervenire per motivi istituzionali, ha parlato della sua città e delle iniziative che in questo 2024 il Comune e la Rete d’Impresa “Naturalmente Capodimonte” ha programmato fra le quali i festeggiamenti per ricordare i 500 anni della nascita di Giulia Farnese e una manifestazione legata alla storia de “La Bella e la Bestia”, la favola ispirata alla figura di Pedro Gonzales che visse a Capodimonte. Il Sindaco era accompagnato dal Delegato al Turismo, Angelo Scipioni, il quale si è soffermato sulle bellezze della località, caratterizzata da uno stupendo promontorio proiettato sul lago, il Monte Bisenzio e soprattutto dall’isola Bisentina recentemente riaperta al pubblico.

Per il progetto “Lago di Bolsena – Lago degli Etruschi” è intervenuta la coordinatrice del Centro Sviluppo lago di Bolsena Patrizia Crosta la quale ha parlato delle peculiarità e degli obiettivi dell’iniziativa, nonché delle potenzialità del territorio, ricco di bellezze naturali, architettoniche, culturali ed enogastronomiche.

Roberto Basili, Assessore ai Grandi Eventi di Bolsena, dopo aver accennato alla località che dà il nome all’intero comprensorio, anche in vista del Giubileo del prossimo anno, non poteva non accennare ai trascorsi religiosi della cittadina, attraversata dalla Via Francigena ma, soprattutto, per la presenza della Basilica di Santa Cristina e di quello che ha rappresentato per l’istituzione della Festa del Corpus Domini.

Alessandra di Tommaso, Presidente della Rete d’Impresa “Montefiascone in vetrina”, ha accennato alle iniziative che l’istituzione del Comune di Montefiascone e la Rete ‘Montefiascone in Vetrina’ stanno allestendo per dare impulso alla località sotto l’aspetto turistico, commerciale ed enogastronomico e l’importanza del coordinamento tra le quattro Reti del comprensorio del lago, mentre Fabrizio Benedetti della Pro Loco ha illustrato le caratteristiche della “Fiera del Vino”, avvenimento di portata nazionale, e del suo celebre vino (l’Est, Est, Est) che l’ha ispirata.

Ha chiuso la serie degli interventi programmati Vincenzo Peparello, Presidente del CAT – Sviluppo Imprese Viterbo – che ha sottolineato l’importanza della partnership pubblico-privato per la promozione del territorio e della costituzione delle Reti d’Impresa, nate con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle imprese, attraverso la collaborazione e la cooperazione, che rappresentano entrambe, la sola soluzione al superamento di tutte le difficoltà che si frappongono all’attuazione di ogni iniziativa imprenditoriale.
Al termine della presentazione ha fatto seguito una degustazione di prodotti e vini locali fra i quali i celebri “Est, Est, Est” di Montefiascone e il “Cannaiola” di Marta, molto apprezzati dai numerosi presenti.

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