I nuovi talenti della musica italiana : Jonio

E’ il momento della categoria cantautori, e pur non essendo giovanissimo, quest’anno al Cantagiro è emerso prepotentemente un musicista calabrese con il nome artistico di ” Jonio “.

Proprio per il fatto di non essere giovanissimo che il suo talento si avvale di una notevole esperienza e maturità, da imporsi con autorevolezza all’attenzione del pubblico. Sin dal momento in cui entra in scena, si percepisce una padronanza e sicurezza che cattura istantaneamente l’interesse degli interlocutori, venendo subito attratti dalla personalità di questo artista.

La caratura professionale è senz’altro di alto livello, e quindi, tutte le carte in regola, per lasciare in futuro, una traccia artistica indelebile, riuscendo con i suoi testi e con la sua musica, a penetrare nell’animo di chi lo ascolta. La sua voce graffiante e gradevole, è tipica rappresentante della categoria, e diventa una componente non predominante, ma crea un giusto connubio con il testo, la musica ed il suo personaggio. Caratteristiche necessarie per essere un ottimo cantautore, a cui si aggiunge la qualità delle sue composizioni, che nel tempo, faranno giustamente emergere il suo talento. La grinta, la dolcezza, la raffinatezza e la profondità interiore dei suoi testi, si alternano in un piacevole vortice di sensazioni a cui non si può resistere, e si rimane catturati ed inconsapevolmente attratti in una spirale di ammirazione, compartecipi dell’atmosfera del brano proposto. Del resto, vincere la categoria cantautori al Cantagiro, dopo un anno di dure selezioni in Italia ed all’estero, significa superare sfide contro altrettanti validi musicisti cantanti, e ancor più, il merito di essere stato sempre giudicato da giurie competenti di alto livello professionale. Il patron Enzo De Carlo, il direttore generale Elvino Echeoni e tutto lo staff della manifestazione, ritengono che Jonio, sia entrato di diritto in quel gruppo di talenti, che sicuramente, si affermeranno nello scenario futuro della musica italiana, dando lustro e giusto merito a tutti oltre che a se stessi, risultato di anni di sani sacrifici. Quindi, gli auguri più sinceri, con la certezza che Jonio, rimanga il ragazzo umile, serio e semplice quale è ora, e in futuro, avrà senz’altro, tante cose nuove e belle da regalarci nel campo della musica.

 

Biografia – Jonio (18-02-1983 – Villapiana – Cosenza)

Ha iniziato lo studio della musica in tenera età.
Avvicinandosi con successo alla Chitarra approfondendone i vari stili: dalla classica, al rock, al jazz, fino alle nuove avanguardie.
Grazie alle sue numerose esibizioni, la critica lo ha definito uno dei maggiori talenti Musicali Calabresi.
E’ infatti vincitore di importanti concorsi Nazionali.Nel 2005 cantante ufficiale dell’ Endas Cosenza Settore Spettacolo.

Trasferitosi a ROMA inzia a collaborare a progetti con vari artisti dell’area musicale romana e nazionale,mantenendo il suo legame con la terra natia,
allo stesso tempo continua le sue esperienze musicali anche in Calabria e nel sud partecipando a importanti eventi.

Nel 2007 ha partecipato alle audizioni/stages delle prefinali di CastrocaroTerme.
E’ stato ospite nel programma televisivo Start in onda su sky. Partecipa al concorso Fox Cover Play di Rolando D’angeli.
Nel 2008 Premio Mia Martini. 2009 Accademia di Sanremo Lab.
2010 Cantante chitarrista all’ interno dello spettacolo di Manila Nazzaro “Amore Forever” .
Musicista e cantante per i Ragazzi di Amici in vari spettacoli. 2011 Corista nell’album di Missa – Il Grande Bluff – Nel paese dei balocchi – La Macchina della verità. Napoli.Partecipa al programma televisivo su TV Campane- Vivi la Musica non Smettere di Sognare il Talent.
Si esibisce al Concorso per Cantautori -“Notte di note” Napoli.
2° Classificato sezione cantautori 15° FESTIVAL VOCI D’ORO”50 ANNI & DINTORNI” DI MONTE CATINI TERME 2012.
Partecipa alle semifinali del Festival Internazionale di Napoli 2013.
Voce solista nello Spettacolo 20Anni Tributo a Massimo Ranieri & Friends.Roma.
2014 Voce solista e chitarra acustica nei Terzo Tempo Nomadi Roma.
Nel 2015 lavora alla scrittura dell’ album INIZIALMENTE
Il 28 Aprile 2016 pubblica l’album “Jonio Inizialmente” versione digitale (Disponibile su tutte le piattaforme Musicali).
Fuori anche il videoclip Jonio-Fragile.
Quest’anno tra le tante novità è stato ospite alle selezioni regionali di Miss Italia Calabria 2017
Finalista de Il Cantagiro 2017 vince il premio sezione Cantautori con il brano”Inizialmente”

www.jonioofficial.com

 

Mario Vito Torosantucci




Università pubblica, il coordinamento Universitario: “Rilanciamo scioperi e mobilitazioni”

La Legge di Stabilità è priva di sufficienti investimenti in istruzione e ricerca, continua a regalare miliardi alle imprese tramite gli sgravi fiscali e conferma la fallimentare misura del Bonus 500 euro per i diciottenni. Come avvenuto con il Jobs Act gli sgravi fiscali aumenteranno solo il lavoro precario.

10 milioni non bastano per garantire il diritto allo studio alle migliaia di studenti e studentesse che ogni anno non ottengono la borsa di studio e sono obbligati a spendere centinaia di euro di affitto per la mancanza di posti letto nelle residenze, non si finanzia il Fondo di Finanziamento Ordinario tagliato di un miliardo nel 2010 e si prevedono solo 1.300 assunzioni quando ne servirebbero almeno 20.000 per tornare al numero di docenti del 2010 e dare un futuro alle migliaia di precari dell’Università e degli Enti Pubblici di Ricerca che, senza alcuna certezza lavorativa, tengono in piedi i corsi di laurea e la ricerca del nostro Paese. Anche per i docenti che hanno scioperato questo settembre il recupero degli scatti stipendiali è previsto solo a partire dal 2020.

Dopo nove anni di tagli, la chiusura di un quinto dei corsi di laurea, la perdita di un quinto del personale strutturato, l’imposizione del numero programmato locale in moltissimi Atenei che esclude migliaia di studenti dai nostri corsi di laurea, l’Università pubblica non è più disposta a farsi prendere in giro; dopo aver lanciato una petizione alla Ministra Fedeli, gli studenti e i lavoratori in mobilitazione del Politecnico di Torino hanno organizzato il 6 novembre a Torino l’assemblea nazionale “Insieme per il Riscatto dell’Università Pubblica”.

Docenti, assegnisti, dottorandi, studenti e personale tecnico amministrativo definiranno oggi i prossimi passi della mobilitazione, per riscattare la propria condizione, per riscattare l’Università Pubblica e rimettere al centro il suo ruolo sociale insostituibile. Di seguito l’appello degli studenti e lavoratori del Politecnico di Torino che lancia l’assemblea nazionale a Torino il 6 novembre.  https://riscattouniversitapub blica.org/

Andrea Torti 3395298184

LINK – Coordinamento Universitario
www. coordinamentouniversitario.it

 




Carmelo Lavorino: pronto il libro su Donato Bilancia

Sarà presentato il primo dicembre presso la Fondazione De Ferrari, Piazza Dante 9/18 a Genova il libro dal titolo: “DONATO BILANCIA: nella MENTE del SERIAL KILLER” scritto dal giornalista e criminologo Carmelo Lavorino ed edito da De Ferrari – Genova. Il libro, in vendita al prezzo di 15 euro, è suddiviso in 23 capitoli. La prefazione e l’introduzione sono di:

– Francesco Sidoti criminologo e sociologo
– Roberto Faenza regista
– Nino Marazzita avvocato penalista

Il volume analizza in chiave criminologica, investigativa e giornalistica d’inchiesta gli episodi criminosi con Donato Bilancia spietato e distruttivo protagonista: diciassette omicidi e due tentati omicidi.
L’Autore Carmelo Lavorino, noto criminologo, profiler, analista della scena del crimine ed esperto in investigazione criminale, entra nella mente del serial killer Bilancia e ne intuisce, definisce, analizza e spiega il“maligno filo rosso logico conduttore degli omicidi”, i vari moventi, le scelte tattiche e strategiche delle vittime e dei luoghi degli omicidi, gli schemi mentali e comportamentali, la criminodinamica e la segreta firma psicologica.
Ogni capitolo studia e descrive in modo inedito e col metodo sistemico di analisi criminale: gliantefatti, le scene del crimine e la vittimologia; il modus operandi, i moventi psicologici, pratici, economici e sessuali di Bilancia; le tracce lasciate e i suoi errori esecutivi; il punto della situazione info-investigativa del momento e le carenze delle indagini.

L’ultimo capitolo traccia il profilo criminale di Bilancia e sintetizza i motivi del perché poteva essere individuato già da tempo, molto prima del 29 aprile 1998 e, come mai, le indagini siano state lente, lacunose e scoordinate.

Dalla presentazione del prof. Francesco Sidoti, criminologo sociologo
Questo volume di Carmelo Lavorino non è soltanto avvincente come lettura, ma è assai utile e importante anche da un punto di vista strettamente tecnico e professionale. Grazie a Carmelo Lavorino possiamo ritrovare, in filigrana, nella vicenda individuale di Donato Bilancia, alcune questioni fondamentali di una corretta metodologia.
(…) Carmelo Lavorino entra nella vicenda umana del caso Bilancia, in maniera che è illuminante perché non si affida soltanto ai colloqui (come fanno molti psichiatri): comprensibilmente possono essere riduttivi e fuorvianti. Oltre che fare riferimento alle dichiarazioni, Lavorino studia minuziosamente i fatti e gli antefatti, distingue i dati e le ipotesi, rilegge riga per riga le carte processuali.
(…) In breve, Lavorino fa emergere la specificità dell’investigatore vero, caratterizzato da istruzioni, professionalità, metodologie, attrazioni ben differenti rispetto a quelle che sono proprie dello psichiatra, dell’avvocato, del criminalista, del criminologo, del giornalista. Questi sono prevalentemente interessati l’uno alla capacità di intendere e di volere, l’altro ai profili giuridici, l’altro ancora alle modalità esecutive, ai mezzi, ai luoghi del delitto, alle conseguenze detentive, alle ragioni sociali e istituzionali. Osservano il “come”, il “quando”, il “dove”, le ripercussioni, la difesa, e così via.
L’investigatore, invece, fa un mestiere diverso. Vuole sapere “chi”: esamina le tracce lasciate dal responsabile, lo immagina, lo identifica, lo insegue, lo stana. Soltanto se è veramente bravo, lo trova. In questo caso, Carmelo Lavorino, non lo trova: lo spiega. Ma, in tanti altri casi, il responsabile vero, Lavorino lo ha trovato – e soprattutto ha trovato la non-responsabilità di tanti indagati e imputati, che erano innocenti e che se non fosse stato per lui marcirebbero ancora in galera.
Dalla prefazione del dott. Roberto Faenza, regista
(…) Su Bilancia si è detto, ragionato e scritto molto: articoli, saggi, trasmissioni, fiction e libri. Credo però che nessuno abbia affrontato il complesso e difficile argomento come è riuscito a fare Lavorino, il quale, entrando realmente NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER, spiega – col suo metodo e il suo stile da profiler e criminologo investigativo – quali siano realmente tutta una serie di elementi da conoscere. Elenco i principali: la logica segreta delle azioni criminose di Bilancia; i moventi nascosti nella sua psiche, nei suoi traumi (dall’infanzia all’odio esasperato contro le donne, la coppia genitoriale ed altre figure simboliche), nelle sue cabale mentali di giocatore d’azzardo e nelle sue fantasie di morte. Con dovizia di particolari anche spettacolari Lavorino spiega perché, con quali scelte tattiche e strategiche e con quali obiettivi Donato Bilancia, di volta in volta, decideva di uccidere, dove uccidere e quale tipo di vittima aggredire. A leggerlo vengono i brividi e mi chiedo come possa la mente umana elaborare un simile coacervo di orrori riuscendo a sopravvivere.
(…) Leggendo questo libro assistiamo come al cinema a una sedimentazione del male assoluto, dove l’assassino gioca a poker e alla roulette contro i suoi cacciatori, puntando la vita delle vittime come fossero “birilli” o “bambole di pezza”. Un tragico gioco nel quale Bilancia, decidendo il tipo d’azzardo e di sfida, il tavolo e la posta, agisce con azioni temerarie e pianificate, con bluff e contro bluff che potremmo definire geniali se il termine fosse appropriato nel caso di un criminale. (…) Bilancia è stato preso e oggi sconta la sua pena a 13 ergastoli. Ma a leggere queste pagine che rappresentano di fatto la scannerizzazione di una mente umana atipica, c’è da sperare che di uomini come Bilancia non ce ne siano più. Purtroppo non è così e credo che Lavorino lo sappia più di ogni altro.
Dalla presentazione di Nino Marazzita, avvocato penalista
Carmelo Lavorino e Donato Bilancia, due personaggi che ho conosciuto per motivi professionali, rispettivamente il Bene e il Male. Il primo concentrato e dedito a risolvere casi delittuosi, a studiare e sviluppare metodiche d’investigazione criminale, il secondo dedicato al furto, alle rapine, al gioco d’azzardo, alla devianza e delinquenza, sino ad arrivare all’uccisione di diciassette persone in sei mesi.
Con Lavorino, da subito amico Carmelo, ci conoscemmo nel 1995 quando andammo a Firenze per difendere e fare assolvere Pietro Pacciani accusato dei 16 delitti del Mostro di Firenze: Carmelo organizzò e mi mise a disposizione un pool tecnico investigativo di prim’ordine, fra cui il professore Francesco Bruno e la psicologa Simonetta Costanzo: furono giorni intensi ed esaltanti. Facemmo assolvere Pietro Pacciani condannato in primo grado a ben 14 ergastoli. Con Carmelo ho mantenuto un fortissimo rapporto di amicizia e ogni tanto mi pregio della sua collaborazione di criminologo investigativo e di profiler. (…) Ora Carmelo ha scritto un libro intrigante, tecnico, analitico e scientifico su Bilancia, l’assassino seriale che ho conosciuto nel 1998, un uomo che è la “sedimentazione del male assoluto”.  



Museo di Capodimonte: quel tesoro che si trova a Napoli

Napoli è una città ricca di storia e di opere tanto che è difficile parlarne in maniera sintetica, ma fra i tesori che sono della città e dei napoletani è senza dubbio il Museo di Capodimonte ed è situato nel Real bosco e si apre sulla città e sul golfo, offre al visitatore lo straordinario panorama del belvedere  ed è  un’ottima location da visitare per chi viene da fuori in prossimità delle feste natalizie.

Per i visitatori c’è la possibilità di vivere una giornata in pieno relax oltre che fruire di opere d’arte importanti come la collezione Farnese, le opere di Michelangelo Merisi detto il  Caravaggio, Ribera e Luca Giordano, ma anche vedere le bellezze degli arredi dell’appartamento storico, si può inoltre visitare il Real bosco che comprende il giardino anglo-cinese, il giardino Paesaggistico, il giardino tardo barocco e il giardino tardo pastorale.

Per Il turista amante di botanica ha la possibilità di poter godere di un vasto parco e di poter ammirare piante rare ed esotiche, tra le quali canfora e camelie provenienti dall’Asia, magnolie e taxodi delle Americhe ed eucalipti australiani, l’intero parco è fra i più grandi parchi d’Italia  progettato nel 1734 da Ferdinando Sanfelice. La galleria è ricca di  opere di grandi maestri e visitando tutto il Museo di Capodimonte si ha la possibilità di dare uno sguardo al passato, ma  anche fruire di opere contemporanee, fra le opere antiche più significative è senza dubbio l’opera di Caravaggio dal titolo “La flagellazione di Cristo”  dipinta nel 1607 quando abitava nei Quartieri Spagnoli. L’Opera rispecchia appieno tutto il temperamento dell’artista, lo dipinse al primo soggiorno nella città partenopea perché scappava dopo che uccise un uomo dal nome Tommasini in una rissa, suo avversario in una partita di pallacorda nel 1606, soggiornò per circa un anno a Napoli. Si nota guardando l’opera il forte contrasto tra luce ed ombra che non lascia il benché minimo spazio alla via di mezzo, la sua opera sembra un fotogramma di una pellicola del cinema dando al fruitore la possibilità di vedere anche quello che non ha dipinto; il quadro famoso per la ricerca artistica sulla luce che illumina appieno solo il corpo del Cristo mentre tutto il resto è nell’ombra. La “La flagellazione di Cristo”  fu commissionato da Tommaso De Franchis ed è l’altra versione di un quadro già dipinto. L’opera fu ordinata per adornare la cappella di famiglia della basilica di San Domenico Maggiore e fu pagata 290 ducati. L’opera in questione è fra le tre opere esistenti in città

Fra le opere contemporanee al Museo di capodimonte da ammirare è il dipinto di Andy Warhol che nel suo soggiorno trovò una forte ispirazione di fare più di qualche esposizione personale nel Museo tra cui “Vesuvius” dedicata alla città partenopea e alla sua attività tellurica, il dipinto ha una forte ed accentuata gamma di colori e rappresenta il Vesuvio in eruzione in chiave Pop Art. l’Opera “Vesuvius” venne regalata dall’artista nel 1985 in collaborazione con Lucio Amelio. Fra le opere contemporanee importanti da vedere al Museo senza dubbio è un’opera di Alberto Burri  dal titolo “Il Grande Cretto Nero” collocata secondo il desiderio dell’autore tra Caravaggio e i caravaggeschi. L’Opera di Burri venne realizzata nel 1978, fu una esposizione personale sempre curata da Lucio Amelio e dal sovraintendente Raffaello Causa. Il Museo negli anni ha ospitato molti artisti con mostre contemporanee e si apre a nuove “vedute”, infatti ospita eventi come spazi dedicati allo Yoga con il Maestro Gino Sansone e Carmine Maturo, oppure in estate sono stati organizzati aperitivi in musica.

Giuseppina Ercole

 




Matera, capitale europea della cultura: moneta da 10 euro in argento per celebrare la città dei Sassi

MATERA – L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha realizzato una moneta in argento da dieci euro per celebrare Matera, la città dei Sassi che nel 2019 sarà la Capitale europea della cultura.

La moneta Realizzata da Maria Angela Cassol, artista incisore della Zecca, la moneta verrà inserita nella collezione numismatica 2017 Serie “Italia delle Arti”. Del diametro di 34 millimetri e un peso di 22 grammi, la moneta ha raffigurato sul dritto la chiesa di Santa Maria de Idris, mentre sul rovescio appare un particolare di un affresco della chiesa rupestre di Santa Luica alle Malve.

 

Le eccellenze italiane… in moneta Nella seconda metà del mese di settembre, la Zecca, aveva emesso altre due monete per celebrare le eccellenze italiane. La prima vale 5 euro ed è realizzata in metallo bronzital-cupronichel. Il disegno è stato progettato dal artista incisore della Zecca Uliana Pernazza. Per la versione “fior di conio/Su“, della moneta verranno prodotti 15.000 pezzi. Sul dritto l’attore nato nel rione Sanità è rappresentato in una tipica maschera teatrale, ritratto ispirato a una foto di Guy Bourdn.

Sul rovescio, invece, sono incisi elementi cinematografici con al centro la caratteristica “mossa” delle mani del “principe della risata”. In alto, vicino alla scritta “5 euro” campeggia la firma autografa di Totò, in basso, invece sono riportate rispettivamente la data della scomparsa e l’anno di emissione della moneta. La seconda, è stata emessa per celebrare il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, scrittore, filosofo, storico della letteratura e politico.

Per la versione “proof”, la moneta è stata realizzata  da parte dell’artista incisore Annalisa Masini e ne verranno prodotti 3.000 pezzi. L’ultima del valore di 5 euro, invece, è dedicata al complesso monumentale del Castello del Buonconsiglio di Trento composto da costruzioni di epoca diversa, tra le quali spiccano Castelvecchio e Torre Aquila, famosa per il celebre “ciclo dei mesi”.

A realizzare quest’ultima moneta, di cui ne verranno prodotti 3mila pezzi, è stata realizzata dal artista incisore Silvia Petrassi.

Giulia Ventura




Roma Film Festival: Ferilli sfila in bianco per “The Place”

ROMA – Nel film The Place, ultimo lavoro di Paolo Genovese, di fronte all’uomo Mastandrea e al suo patto faustiano si troveranno a scegliere: il poliziotto Marco Giallini, la suora Alba Rohrwacher, il giovane Silvio Muccino, l’aspirante ‘bella’ Silvia D’Amico, il meccanico Rocco Papaleo, l’innamorata Vittoria Puccini, il cieco Alessandro Borghi e l’anziana Giulia Lazzarini. Nel cast, anche una sorprendente Sabrina Ferilli, una proprietaria di The place piena di solitudine.

Una location unica, quella di un bar, ‘The place”, nella periferia di Roma dove staziona, giorno e notte e sempre allo stesso tavolo, un uomo (Valerio Mastandrea). Di fronte a lui, tutta una serie di personaggi con un desiderio, un’ossessione, da soddisfare. E lui, l’uomo, fa sempre la stessa domanda: «Fino a che punto sei disposto ad arrivare per ottenere quello che vuoi? Ma c’è comunque un prezzo da pagare».

E i suoi interlocutori. C’è anche chi accetta di uccidere una bambina pur di salvare il figlio che ha il cancro, come fa appunto il personaggio interpretato da Vinicio Marchioni. Ma di fronte all’uomo Mastandrea e al suo patto faustiano si troveranno a scegliere: il poliziotto Marco Giallini, la suora Alba Rohrwacher, il giovane Silvio Muccino, l’aspirante ‘bella’ Silvia D’Amico, il meccanico Rocco Papaleo, l’innamorata Vittoria Puccini, il cieco Alessandro Borghi e l’anziana Giulia Lazzarini.




New York, accuse di molestie: Netflix scarica Spacey

Netflix ha tagliato i ponti con Kevin Spacey e la produzione di ‘House of Cards’ sta valutando se ‘uccidere’ nella fiction tv il presidente Frank Underwood, interpretato dall’attore accusato di molestie sessuali. Secondo Variety, uno scenario allo studio ipotizza l’assassinio di Underwood per lasciare che la sesta stagione si concentri su Robin Wright, nella parte di sua moglie Claire.
L’idea e’ che i circa 300 dipendenti della serie che resterebbero disoccupati con la cancellazione della sesta stagione non debbano pagare per le accuse di molestie sessuali rivolte al protagonista. Netflix ha annunciato che non sara’ piu’ coinvolta con altre produzioni di ‘House of Cards’ che includano Spacey e che ha messo anche in naftalina ‘Gore’, un nuovo film biografico sugli anni passati da Gore Vidal in Italia di cui l’attore e’ produttore e protagonista. Il servizio di tv in streaming ha fatto sapere che sta lavorando con la societa’ che produce la serie, Mrc, per valutare se continuare senza Spacey




Basilicata: storia e rinascimento

POTENZAI primi ad abitare la Basilicata in modo stabile furono i Lucani, una popolazione che proveniva dalla vicina Campania e andò a stanziarsi nella parte interna della regione. In generale, dai numerosi ritrovamenti effettuati si è visto che per la natura calcarea e quindi friabile del terreno, sin dalle epoche più remote le popolazioni usavano come dimore delle caverne naturali o delle grotte scavate nella roccia.

Tra il VII e il VI secolo a.c. giunsero dal mare sul litorale ionico i coloni Greci che fondarono diverse città divenute in poco tempo fiorenti e grandi: Meraponto, Siri, Tursi, Eraclea. Tutti centri che oggi non esistono più.

La Basilicata nella storia

I Lucani si trovarono ben presto a combattere contro queste città e riuscirono a sottometterle, fino a quando non vennero a loro volta sconfitti dai Romani. Nel III secolo a.c. la potenza di Roma crebbe a tal punto che la città riuscì a sottomettere tutta l’Italia meridionale e anche la Basilicata. Fino a quel momento la regione aveva conosciuto periodi di grande splendore, ma sotto il dominio dei Romani venne trasformata in un paese spopolato e quasi deserto. Le vallate, un tempo piene di vigneti e di campi coltivati, furono per la maggior parte lasciate incolte, utilizzate per il pascolo delle pecore e delle capre, mentre solo alcune zone agricole vennero destinate a essere sfruttate: In queste campagne si coltivavano i prodotti da portare nella capitale per soddisfare i commerci.

Dopo il V secolo d.C. l’Impero romano decadde e la regione fu invasa prima dai Goti, poi dai Longobardi. Un secolo dopo i Bizantini dell’Impero romano d’Oriente, scacciarono i Longobardi prendendo possesso del territorio. Come accadde al resto dell’Italia meridionale la regione passò in seguito sotto il dominio di diversi signori stranieri , fra cui gli Svevi che erano tedeschi e, nel 1435, gli Aragonesi, che provenivano dalla Spagna.

A causa dei nuovi dominatori la Basilicata cadde in stato di grave decadenza economica: Isolata dal resto del territorio per la sua posizione geografica, mal governata, piena di zone malsane che causavano morte, si impoverì. Inoltre in quell’epoca la popolazione si trovava in mezzo alle dure lotte fra i signori del luogo e gli Aragonesi, lotte che aumentarono i disagi e la povertà.

Nel 1734 il Regno di Napoli, a cui la Basilicata apparteneva con le altre regioni dell’Italia meridionale, passò nelle mani di un’altra famiglia spagnola, quella dei Borboni, che regnò quasi ininterrottamente per circa cento anni. Nel 1860 Garibaldi, con la spedizione dei Mille, conquistò la Sicilia e l’Italia meridionale, che poco dopo entrarono a far parte del Regno d’Italia.

All’attuale regione amministrativa della Basilicata corrisponde grosso modo l’antica Lucania: territorio compreso tra il Sele, il Bradano e il Lao.
Decaduto nel medioevo, il termine Lucania venne riconsiderato tra il 1932 e il 1945, per definire la regione amministrativa che si sarebbe chiamata Basilicata.
Da sempre organizzati in comunità indipendenti, pronte a riunirsi al comando di un unico capo in caso di pericolo, i Lucani furono un popolo fiero e battagliero che seppe strappare colonie e roccaforti ai greci, come Potentia (ora Potenza), sapendone però assorbire la cultura e la civiltà.

Giulia Ventura




La Bella d’Italia, tappa romana: i Castelli Romani spopolano al concorso di bellezza

La fascia vincitrice della tappa romana di “La bella d’Italia delle Nevi” è stata aggiudicata da Melania Verde 17 anni, di Rocca di Papa (RM) e la fascia “Ragazza Prima Pagina” è stata conquistata da Giorgia Palla, 16 anni di Ciampino (RM). La fascia “Ragazza gambe Ok” a Giulia Testalepre, 16 anni, di Civita Castellana (VT). E infine, il riconoscimento “Ragazza gold hair” è andato a pari merito ad Andreea Chasovschi, 19 anni di Roma e a Katia Pasquali, 17 anni di Vetralla (VT). Una kermesse che ha visto bellezza, moda, musica e spettacolo sfilare in passerella con le ragazze e i ragazzi impegnati in una coreografia per sensibilizzare il pubblico e per dire “NO” alla violenza delle donne. Questi, in sintesi, gli ingredienti principali protagonisti della serata da poco conclusa al Porto Turistico di Ostia, sede della tappa regionale del concorso di bellezza “La Bella d’Italia delle Nevi”, con la direzione artistica di Laura Pudda.

 

Dopo il successo registrato nel periodo estivo nei diversi comuni del territorio laziale, la patron Pudda sta organizzando la sessione invernale, da ottobre a marzo, in diverse cittadine. Il concorso “La bella d’Italia” che da tati anni, precisamente dal 1983, seleziona volti nuovi, rappresenta per le ragazze aspiranti al concorso un ottimo trampolino per il lancio nel mondo della moda, della pubblicità e dello spettacolo. Con un padrino d’eccezione, il conduttore radio-televisivo Anthony Peth, l’evento inserito nel cartellone del Festival delle Arti “Porto Expò”, dedicato alle culture del nostro tempo, prodotta da Acca Edizioni e patrocinata dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, con la direzione artistica del gallerista Roberto Sparaci, a visto sfilare decine di bellezze dell’hinterland laziale. L’evento condotto brillantemente da Serena Gray, attrice e presentatrice, ha avuto in apertura uno spazio dedicato a una coreografia per ricordare tristi episodi sulla violenza che ogni giorno le donne subiscono in Italia.

 

La Gray ha detto come sia fondamentale dire “Basta” e cambiare le cose è possibile, anche un concorso di bellezza può aiutare l’opinione pubblica, veicolando un messaggio efficace sul femminicidio. Il cantante Gianni Giacomini ha allietato la serata con alcuni brani di Renato Zero.

 

La giuria è stata composta da Simonetta D’Onofrio (giornalista), Silvio Rossi (giornalista), alla stilista Cinzia Maria Statuto. Sponsor della serata: Agelli & Co per il defilè uomo, Pagoda per aver vestito le modelle in gara nel quadro moda casual, Byas di Aldo Evangelista ai fotografi Daniele Anselmi e Valfredo Birugaglia, ad Elisabetta Viccica per il supporto tecnico, il parrucchiere e a tutto lo staff dell’Accademia di trucco professionale che hanno curato l’immagine delle ragazze. Presente anche il Patron Nazionale Alfonso Cariello, che ha omaggiato il pubblico della sua visita.

Simonetta D’Onofrio

Foto: Daniele Anselmi

 




Web Radio Festival, Pirozzi: “Radio Amatrice modello da esportare”

ROMA – “La radio trasmette la forza delle parole, entra da tutte le parti. È stata ed è un momento fondamentale ad evitare la dispersione della comunità di Amatrice. Poi diventata radio della solidarietà e della trasparenza.

Ogni comune dovrebbe averne una  perché può essere utile nelle emergenze.

Se Amatrice è ancora in vita lo deve al cuore della nostra grande nazione e pure alla radio”.

Con queste parole, Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice è intervenuto alla quarta edizione del Web Radio Festival, primo e unico evento in Italia dedicato alle radio on line e al Digital Audio  in corso a Roma con il patrocinio della Regione Lazio e dell’Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale.

Intervistato da Giorgio d’Ecclesia, ceo e founder di Radiospeaker.it e patron del Web Radio Festival, Pirozzi ha immaginato anche un futuro per la web radio amatriciana nata in un garage che oggi dispone di un app.

“Per ora la trasmette ancora  solo il sindaco – ha detto –  ma spero che fra qualche tempo anche qualche giovane si cimenti senza tradire la missione iniziale. La radio ci ha fatto sentire vivi, squadra. Sarebbe bellissimo – ha concluso – se diventasse la radio dell’Italia dei gesti, un contenitore di tutti i bei gesti di solidarietà che ci sono e continuiamo a vedere”.




Maratea, set per la serie tv americana firmata Boyle

Nuova fiction televisiva girata a Maratea, nel 2018 andrà in onda negli USA

MARATEA – La Basilicata è diventata con il tempo un irresistibile set cinematografico, grazie ai meravigliosi scenari presenti, in grado di sedurre Boyle, un famoso regista. Una terra che vanta location di forte impatto, ha l’onore di ospitare nei prossimi mesi, un cast tutto americano, sulla scia dell’accordo con la Film Commission lucana e calabrese, protagoniste dell’intesa denominata Lu.Ca. , stanno girando alcune delle scene più importanti di una nuova serie televisiva che andrà in onda presumibilmente nel 2018 negli Stati Uniti.

Lo staff del regista inglese premio oscar Danny Boyle (The Millionaire), sarà impegnata sulla collina di San Biagio, in prossimità della statua del Cristo Redentore, che diventerà inaccessibile. Si trasformerà, infatti, nel set della serie tv “Trust”, che narra la storia del rapimento del giovane Paul Getty, avvenuto negli anni ‘70.

La serie è prodotta dalla rete americana Fox. Stellare il suo cast che va da Hilary Swank e Brendan Freser, fino al grande Donald Sutherland, attore canadese che interpreta J. Paul Getty, imprenditore, mecenate e fondatore della omonima Oil Company. La richiesta arrivata a Maratea, alle autorità locali, è stata quella di tenere alla larga qualunque curioso dal monte San Biagio e rendere, quindi, la zona off limits.

Super cast a Maratea: La Swank che interpreta la madre di John Paul (Gail Getty), presente al momento del rilascio. La Swank, vincitrice di due oscar (Million dollar baby e Boys don’t cry) arriverà stasera nella cittadina tirrenica. La gente mormora che Boyle avesse già scelto i luoghi dove girare la scena del rilascio del giovane Paul Getty ma dopo una visita a Maratea è rimasto colpito dalle bellezze naturalistiche e architettoniche del posto, decidendo di spostarsi sul monte San Biagio. Altre scene di questa miniserie si stanno girando in alcuni paesi della Calabria, tra cui Orsomarso.

Trust è una fiction ambientata nel 1973 che racconta la storia di John Paul Getty III, erede del grande impero petrolifero di suo nonno.

Il ragazzo viene rapito a Roma dalla ‘ndrangheta, convinta che la sua famiglia avrebbe pagato un sostanzioso riscatto per il suo rilascio. Ma come i rapitori scopriranno presto, la famiglia in questione è piuttosto complicata: Storie di droga, fallimenti e tradimenti. Grande sensazione suscita il metodo scelto dai criminali per sollecitare la famiglia al pagamento di un riscatto: Al ragazzo viene tagliato l’orecchio, che viene inviato ai familiari.

John Paul Getty III è morto nel 2011 nella sua tenuta di famiglia del Buckinghamshire, in Gran Bretagna. Era da tempo malato, paralizzato e quasi cieco a causa di un ictus provocatogli da un’overdose a soli 24 anni.

Giulia Ventura

https://youtu.be/WgzHK-54eGo