Dall’Ue un Cyber-scudo per la sicurezza informatica

Un Cyber-scudo per rafforzare la risposta Ue agli attacchi informatici e alle interferenze straniere sulle infrastrutture critiche.

E’ la proposta cardine del nuovo Cyber Solidarity Act adottato oggi dalla Commissione europea per rafforzare la sicurezza informatica, la cooperazione tra i Paesi membri e l’assistenza reciproca in caso di crisi. Il meccanismo prevede il dislocamento, a partire dal 2024, di centri operativi di sicurezza nazionali e transfrontalieri su tutto il territorio Ue.

I finanziamenti dedicati all’intero disegno di legge ammontano a 1,1 miliardi di euro, di cui circa i due terzi dal programma Europa digitale.

Nei piani dell’esecutivo comunitario, i centri operativi di sicurezza nazionali e transfrontalieri saranno incaricati di rilevare e agire sulle minacce informatiche attraverso tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e l’analisi avanzata dei dati, condividendo tra loro “in modo tempestivo” le allerte sugli incidenti oltre frontiera.

“Traendo spunto dalla guerra anche cibernetica in Ucraina, ora stiamo rafforzando la nostra resilienza e capacità di risposta”, ha evidenziato il vicepresidente Ue, Margaritis Schinas, spiegando che il nuovo Cyber Solidarity Act rappresenta “un cambiamento radicale nella capacità operativa di rilevare, proteggere e rispondere alle minacce informatiche, sia a livello nazionale che dell’Ue”.

F.P.L.




Charmed, Cancer e altri progetti europei: gravi accuse di truffa. Si muove l’Europa

La European Research Executive Agency –REA ha deciso di consegnare il caso LUMC nelle mani della Guardia di Finanza olandese e dell’Autorità giudiziaria competente

In Olanda il Comitato esecutivo del Centro Medico universitario di Leiden (LUMC) ha riscontrato gravi irregolarità nella contabilizzazione delle sovvenzioni europee in alcuni progetti di ricerca.  

Sono state adottate misure legali nei confronti di tre dipendenti del centro universitario olandese. Si tratta di due professori associati e di un tecnico di ricerca. I tre soggetti si sono resi complici di falsificazione di dati comunicati all’Unione Europea.

Quanto emerso sarebbe solo la punta di un iceberg rispetto a quello che appare come un vero e proprio scandalo che riguarda la frode perpetrata da alcuni soggetti che hanno beneficiato di fondi Europei in più paesi, compresa l’Italia

Nei progetti tornano sempre alcuni personaggi che sono perlopiù privi di requisiti professionali idonei per le ricerche scientifiche e che hanno coinvolto anche importanti università, società, associazioni e persone che ormai sono stati sospesi dai progetti europei.

Diversi partecipanti di questi progetti come Cancer e Charmed sono risultati privi di qualsiasi competenza per poter svolgere i compiti di ricerca scientifica e di innovazione, requisiti fondamentali per poter accedere ai finanziamenti europei Horizon2020.

Nel frattempo la società Percuros B.V., capogruppo di diversi progetti coinvolti, sembrerebbe aver chiuso i battenti nella sua sede olandese.  

Adesso in molti si chiedono: come è possibile che l’Europa abbia approvato dei progetti che tra i partners vedono addirittura coinvolte una agenzia immobiliare e un centro del turismo?

Infatti, il centro universitario LUMC ha recentemente ricevuto richieste di chiarimenti dalla UE in merito ai giustificativi dei costi sostenuti in una serie di progetti europei. In tutti i casi, nei progetti è sempre risultato coinvolto lo stesso soggetto esterno. Questo soggetto risulta specializzato nell’acquisizione e nel coordinamento di progetti UE e non lavora solo per la LUMC. La collaborazione del centro Universitario dei Paesi Bassi con questo soggetto esterno è stata interrotta.

LUMC non ha ancora rivelato il nome del soggetto esterno, perché ha ancora in piedi un contratto in essere con questa società e quindi andrebbe incontro ad una serie di violazioni.

Il centro universitario LUMC ha avviato subito tutti gli accertamenti del caso, tra cui un’ampia indagine interna sulle azioni del personale del centro. Questa indagine ha rilevato quella che è stata definita come “una frode sistematica” in almeno tre progetti.

I risultati sono stati tali che si è deciso immediatamente di adottare misure legali contro i tre dipendenti.

Ma non è tutto perchè nelle indagini di LUMC si è scoperta una lista di persone che per l’Unione Europea hanno dichiarato false trasferte (secondment), infatti a tale riguardo non sono stati trovati biglietti aerei di andata e ritorno e mancano le registrazioni dei soggetti interessati allo scambio di ricerca scientifica. Questo perché con i progetti RISE i professionisti devono necessariamente spostarsi e condividere tecniche e conoscenze tra laboratori.

È per questo che comunque la LUMC rischia di essere accusata di complicità perché per l’Europa risulta molto difficile che all’interno del centro medico universitario di Leiden non si conoscessero certe dinamiche fraudolente.   

Freeda van den Maagdenberg, membro del Comitato esecutivo del LUMC è sconcertata: “Siamo sconvolti della gravità dei fatti. Non sono in linea con l’affidabilità e l’integrità che ci si aspetta da noi. La LUMC sta traendo insegnamento da questa vicenda. Per questo motivo esamineremo con maggiore attenzione ciò che possiamo e dobbiamo fare ora per evitare che ciò accada in futuro”.

Un comitato esterno è stato incaricato di valutare l’organizzazione e la gestione dei progetti a tutti i livelli della LUMC e di redigere una relazione consultiva in merito per il Comitato esecutivo. La LUMC ha risposto alle domande dell’UE e ha condiviso con essa le informazioni rilevate dall’indagine interna. Il Centro LUMC ha espresso piena collaborazione con le Autorità competenti e fornirà tutte le informazioni necessarie.

Ciononostante la situazione è molto grave e complessa per i progetti Europei nell’ambito di Horizon2020 quali Cancer, Charmed, Prisar, Prisar 2.

Ora la European Research Executive Agency –REA ha deciso di consegnare il caso LUMC nelle mani della Guardia di Finanza olandese e dell’Autorità giudiziaria competente.  A causa di queste indagini tutti i progetti suindicati sono sospesi.




Banca Popolare del Lazio, votazioni online: ecco i nomi del “Nuovo che avanza”

“Rimettere al centro i soci della Banca Popolare del Lazio senza alcun stravolgimento rivoluzionario”. Questa la mission della “Lista N. 2″ che presenteranno oggi i soci in alternativa a quella del Consiglio di amministrazione della banca.

La Bpl si presenta all’assemblea prevista per il 2 – 3 maggio 2023 che prevede, tra l’altro, il seguente punto all’ordine del giorno: “Nomina di n. 9 componenti del Consiglio di Amministrazione, con decorrenza ed efficacia a partire dal 4 maggio 2023, in sostituzione di n. 9 amministratori”.

Ricordiamo che lo scorso 27 marzo si sono dimessi tutti e 9 i componenti del Consiglio d’amministrazione della Banca che ora si ripresentano con “Lista Presentata dal Consiglio di Amministrazione” al vaglio di un assemblea online, grazie alla normativa anti covid ancora in vigore fino al prossimo 31 luglio, per restare in carica altri tre anni.

Insomma le votazioni online vedono schierati, passateci questa blanda definizione, il vecchio e il nuovo che avanza.

Evidenziamo infine, come già scritto in precedenza, l’incongruenza tra quanto asserito dagli stessi vertici, in una nota integrativa ad un precedente comunicato, in merito al fatto che le dimissioni e le ricandidature sarebbero state motivate per rispettare il principio delle quote rosa. Peccato che abbiano inserito nella lista del Consiglio di amministrazione una sola donna tra i primi posti, lasciando la seconda figura femminile all’ultimo posto, ben sapendo che in presenza di una ulteriore seconda lista, automaticamente gli ultimi due nominativi vengono esclusi. Quindi, perché non aspettare la scadenza naturale prevista l’anno prossimo anziché dimettersi adesso in fretta e furia, visto che di fatto non si sono preoccupati di posizionare le quote rosa tra i primi posti della lista? “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” diceva Giulio Andreotti.

I nomi della lista del Consiglio di amministrazione sono:
Capecelatro Edmondo Maria
Lucidi Massimo
Morelli Sabrina
Bologna Paolo
Capozzi Corrado
Giallatini Fabrizio
Patanè Michele
Quattrociocchi Bernardino
Romagnoli Raffaella

I nomi della lista Lista dei Soci, sono:
Gambararo Enzo
Picca Roberta
D’Erme Federica
Freddi Serena
Serra Marco Esperto
Vitale Italo Esperto
Caldiero Francesco
Di Mambro Edoardo
Ferrazza Giulio




Torna Fotoantiquaria: Arezzo celebra la fotografia “vintage”

Domenica 30 aprile appuntamento con la storica mostra-mercato di fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche d’epoca, imperdibile per appassionati e collezionisti
Fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche antiche protagoniste di una mostra che è un vero e proprio paradiso per chi ama la fotografia d’epoca: domenica 30 aprile ad Arezzo torna l’appuntamento con FOTO ANTIQUARIA, la storica mostra-mercato – organizzata dalla Fondazione Arezzo Intour in collaborazione con Foto Club “La Chimera” di Arezzo – che è appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti. Dalle ore 9.00 alle ore 18.00 sotto le suggestive Logge del Vasari, in Piazza Grande, in mostra le rarità proposte da oltre 30 espositori provenienti da ogni parte d’Italia
Sotto le suggestive Logge del Vasari che incorniciano la monumentale Piazza Grande, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, oltre 30 espositori provenienti da ogni parte d’Italia daranno vita a una singolare fiera dove sarà possibile acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria collezione o per riparare una antica fotocamera.
Non mancherà una sezione dedicata alla vendita di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico.
“Fotoantiquaria – commenta Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo Intour e assessore al turismo del Comune di Arezzo – è una delle tante manifestazioni che, come la Fiera Antiquaria, sono ormai parte del calendario degli appuntamenti immancabili della nostra città. Una mostra mercato unica e particolarissima che, nel cuore di uno dei centri storici più suggestivi e belli d’Italia, omaggia la fotografia vintage conquistando appassionati e curiosi. Un evento che, celebrando una particolare passione, contribuisce a rendere Arezzo un punto di riferimento per il mondo dell’antiquariato e del collezionismo”.
Nata nel 1986 e prima in Italia, FOTO ANTIQUARIA propone due appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni uniche.
Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio presentano.




Banca Popolare del Lazio, raccolta compulsiva di deleghe e l’idea di una terza lista: torna a parlare Domenico Capitani

A pochi giorni dalla prima intervista, torniamo a chiedere aggiornamenti all’imprenditore agricolo Domenico Capitani che sta aiutando un gruppo di professionisti a formare una lista per l’elezione del nuovo CDA della Banca Popolare del Lazio che sia contrapposta a quella promossa dai vertici della Bpl, i quali senza aspettare la scadenza naturale del loro mandato si sono dimessi in massa e usufruiranno delle elezioni “online” previste per legge dalla normativa anticovid ancora in vigore.

Come procede la corsa alla presentazione della lista dove lei per altro, lo ricordiamo, non è candidato?

Non pensavamo di scatenare tutto questo putiferio dando vita ad una lista dei soci alternativa alla lista del Cda della banca invece siamo alla “lesa maestà“.

Perché crede che un’azione così legittima sia stata vista come un affronto più che un atto di democrazia?

Senz’altro. Qualsiasi azione che possa soltanto lontanamente minare la possibilità che certe poltrone non vengano più confermate per i soliti noti è vista come un grande affronto. Vorrei invece informare che è un diritto dei soci previsto dalla legge e dallo statuto della banca cooperativa quindi non lediamo nessun diritto altrui, non ci vogliamo comprare la banca non vogliamo sistemarci, visto che non siamo candidati, la nostra lista è composta da professionisti che rappresentano un po’ tutti i territori dove è presente la banca e da esperti del settore di grande rispetto.

Qualcuno sta anche mettendo in giro la voce che volete portare la banca a Latina. È vero?

Non vogliamo assolutamente portare la banca a Latina, Velletri per noi è sacra, intendiamo fermamente dare l’opportunità ai soci di scegliere tra più nomi, com’è giusto che sia.
Non capiamo tutta questa agitazione: soci convocati a pranzo all’interno della sede centrale, ci dicono cucinava Benito, e se lo avessimo saputo saremmo venuti anche noi a gustare l’ottima cucina. Poi ci sono stati soci meno fortunati convocati nelle filiali per firmare deleghe. Per quale lista se ancora non scade il termine di presentazione?

Si dice che la banca stia preparando un’altra lista

Ne siamo felici anche se ci chiediamo: con quale scopo ne realizzano un’altra visto che ce ne hanno già una?

Invece voi continuate a raccogliere adesioni. Sembra proprio che non vi lasciate intimorire da nulla.

Siamo molto motivati. I soci che volessero sottoscrivere la nostra lista lo possono fare in piena autonomia e libertà presso il notaio Riccardelli con studio a Latina.
Tra le tante pochezze di questa vicenda c’è nè una che mi rattrista di più delle altre: l’indifferenza totale da parte di chi è preposto al controllo. Sono dinamiche che non restano indifferenti a molte persone.

Come pensa che andrà a finire?
Noi riteniamo di aver già di aver ottenuto un primo grande successo che è quello di aver insinuato un nuovo virus in Bpl, visto che i vertici si considerano ancora in pandemia per l’assemblea ma non per i pranzi tra soci privilegiati. Ormai abbiamo insinuato il virus della democrazia e innescato un percorso impossibile da interrompere.




Trevignano, veggente e amici “facoltosi”: spunta fuori un terreno… pronto all’uso?

Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli?

TREVIGNANO (RM) – Sembra esserci un bel business e giro di soldi intorno alle apparizioni che ogni mese colpiscono la sedicente veggente di origini siciliane Maria Giuseppa Scarpulla o Gisella Cardia.

Intanto l’ultimo rendiconto della Onlus che gestisce le attività della veggente e raccoglie le donazioni, presieduta dal marito Gianni Cardia, rende disponibile sul proprio sito (fino a qualche giorno fa) soltanto la rendicontazione del 2020 dove le “donazioni” dichiarate ammontano a quasi 70 mila euro. Nel 2020 sono entrati nelle casse della Onlus oltre 119 mila euro e usciti circa 97 mila.

Non ci sono rendicontazioni degli anni successivi. Non ci sono notizie della segretaria Concetta Alessandra Tallarita, è difficile contattarla. Non si riesce a contattare neppure quella che nel rendiconto viene definita come collaboratrice nel 2021, ovvero la sociologa Giorgia Cotugno che secondo quanto scritto sul rendiconto della Onlus avrebbe aiutato  nello studio di alcuni progetti sociali.

Poi ci sono alcune coincidenze come quella relativa l’acquisto di un terreno di 7 ettari confinante all’area di preghiera in via Campo delle Rose dove avverrebbero le apparizioni mariane

Un terreno acquistato da una società la cui denominazione fa esplicito riferimento alla Beata Vergine e che per ora non rendiamo nota. Una società, che ha presentato gli ultimi due bilanci (2020/2021) in perdita, di proprietà di una sola persona che a sua volta detiene anche la proprietà di quote societarie di una SPA con un capitale sociale di 150 milioni di euro, oltre ad altre partecipazioni societarie. Da alcune testimonianze sembrerebbe che questa persona sia anche specializzata in sculture di opere sacre e mariane e che abbia frequentato, anche se sporadicamente, il luogo di preghiera entrando in contatto con la presunta veggente e il marito di quest’ultima e abbia visto, in una delle apparizioni mariane, “Il sole pulsare”.

Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli? Questa persona, molto facoltosa e credente, potrebbe essere stata anche una potenziale donatrice in buona fede di quei soldi provenienti da benefattori privati che hanno gonfiato le casse della Onlus presieduta dal marito della presunta veggente, a meno che non si voglia ipotizzare un business da turismo religioso. Ma queste sono solo ipotesi e sta alla Magistratura trovare evidenze tramite il fascicolo aperto in Procura a Civitavecchia.

Fatto è che il terreno acquistato per circa 140mila euro è vincolato e quindi non ci si può piantare nemmeno un albero, in compenso, però, gode di una vista mozzafiato.

Questa breve digressione per significare che la veggente comunque ha attirato l’attenzione di persone in buona fede e anche facoltose che avrebbero potuto essere potenziali ottimi donatori per la “buona causa” che comprende la moltiplicazione degli gnocchi, lo sfamare decine di persone con un coniglio, miracoli e guarigioni tutti meticolosamente raccontati nei libri in vendita (insieme ai gadget) da parte dell’associazione presieduta da Cardia.

Nel frattempo nei giorni scorsi l’investigatore privato Andrea Cacciotti  ha sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Bracciano riguardo l’attività svolta dalla sedicente Maria Giuseppa Scarpulla. E dal comando di Bracciano sono stati trasmessi gli atti in Procura a Civitavecchia che deciderà il da farsi. Nella denuncia si chiede di voler fare delle verifiche per accertare se vi siano o meno dei reati perpetrati dalla donna, tra cui, quelli di truffa e raggiro. “Qualcosa non va – si è lasciato sfuggire l’ investigatore alle telecamere di Mattino 5, perchè, come stiamo verificando, ci sarebbero anche dei soldi versati su alcuni conti correnti di associazioni…”.

Intanto in paese c’è chi dice che la veggente avrebbe fatto le valigie e lasciato Trevignano ma a dire del marito della veggente è soltanto una maldiceria: nessuno è scappato ma le aggressioni e le malelingue li hanno costretti a cercare privacy altrove. Sembra più un pettegolezzo, di fatto la presunta veggente al momento non è colpita da alcuna restrizione giudiziaria.

La signora da quasi cinque anni, dice di parlare direttamente con la Madonna e ha creato un giro di fedeli seguaci che pendono dalle sue labbra. Secondo quanto raccontato dalla veggente, il volto della Madonna di Trevignano si sarebbe bagnato di lacrime di sangue e alla donna sarebbero comparse anche le stigmate. Inoltre il tre di ogni mese, una folla di centinaia di persone si raduna in preghiera sul luogo dove sorge la statua. Attorno a lei ha creato dunque un vero e proprio fenomeno, con seguaci e fedeli che arrivano in massa su un promontorio che affaccia sul lago di Bracciano, fuori dal centro storico, dove ormai è sorto un punto di ritrovo che causa non pochi disagi ai residenti, molto dei quali ormai si lamentano per l’immagine e risonanza mediatica che sta avendo un borgo così bello alle porte di Roma Nord nonchè per il traffico e circolazione che ogni tre del mese va in tilt.

La pseudo veggente Gisella, 53 anni di origini siciliane che prima di scoprirsi una persona con poteri sovrannaturali era imprenditrice, è risultata essere condannata in primo grado dal tribunale siciliano di Patti a due anni per bancarotta fraudolenta, pena sospesa. La signora si sarebbe riscoperta veggente dopo un trascorso lavorativo che è finito nel mirino degli inquirenti.

Ora ci si chiede: il 3 di maggio sarà nell’area di preghiera. Certo tutto questo clamore da una parte ha messo in presunti guai giudiziari e non la veggente ma dall’altra ha accresciuto l’attenzione mediatica sul fenomeno e sul personaggio. E come sempre ci sarà chi continuerà a seguirli come e più di prima.




Banca Popolare del Lazio, ci risiamo: vogliono tapparci la bocca

Il diritto di cronaca e la libertà di informazione rappresentano due capisaldi su cui si fonda la nostra Costituzione. Questo concetto lo ha condiviso e affermato anche il Professore Bernardino Quattrociocchi, consigliere di amministrazione dimissionario della Banca Popolare del Lazio e piazzato all’ottavo posto nella lista presentata dal “Consiglio di Amministrazione”.   

Ma veniamo alle solite lasciando da parte concetti troppo pieni di valori che per alcuni evidentemente valgono ben poco.

Si siamo alle solite e possiamo affermare che siamo stati buoni Profeti!

Non era difficile prevedere una reazione stizzita e fuori dal contesto da parte dei vertici della Banca Popolare del Lazio. Avevamo previsto che se avessimo citato la Vigilanza della Banca D’Italia i vertici della Banca Popolare del Lazio si sarebbero risentiti con diffide e richieste di risarcimento danni.

Nel recente articolo in cui si richiamano i “segreti di Pulcinella” e le indubbie capacità di Napoleone, avevamo scritto testualmente: “ogni volta che questo giornale nomina Banca D’Italia, immediatamente sembrano risentirsi i vertici della Popolare del Lazio, che puntualmente rinnovano la richiesta di risarcimento di presunti danni che avremmo cagionato loro con i nostri articoli.”

Puntuale come il sorgere del sole è arrivata anche stavolta la diffida della Banca Popolare del Lazio che potete leggere integralmente cliccando qui.

Ciò a dimostrazione del legame indissolubile con la Banca D’Italia che ricordiamolo rimane l’unico vero baluardo a difesa degli investitori.

Dopo aver letto il contenuto della diffida, più di qualcuno si sarà fatto una autonoma e incondizionata opinione delle metodologie adottate dagli uomini ai vertici della Banca Popolare del Lazio, senza che ci sia alcuna necessità da parte nostra di aggiungere alcun altro aggettivo che ne qualifichi le modalità operative.

Un chiaro tentativo di intimidirci per impedirci di informare i lettori.

Come anticipato il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono tutelate dal diritto internazionale. Nessun dubbio che continueremo con coraggio a fare il nostro dovere di giornalisti, come abbiamo sempre fatto, a difesa della libertà di informazione, quella stessa informazione di cui i lettori hanno diritto usufruire. Per noi è un servizio e siamo nel pieno esercizio dei nostri diritti e doveri.

Del resto nei nostri articoli, contrariamente da quanto riportato nella diffida, alcuna oscura motivazione abbiamo adombrato dietro le dimissioni del Consiglio di Amministrazione, al contrario abbiamo avuto il coraggio, noi soli tra tutti gli organi di stampa, di informare i lettori del fatto che solo fino al mese di giugno 2023 fosse possibile tenere assemblee non in presenza e che il rispetto della parità di genere era un adempimento che sarebbe scaduto a giugno 2024 (come riportato nell’articolo 30 dello statuto) e cioè dopo la naturale scadenza del Consiglio di amministrazione, senza alcuna necessità di anticipare dimissioni di massa.

Abbiamo ricordato che la parità di genere poteva essere rispettata utilizzando l’istituto della cooptazione, da sempre utilizzato dai vertici della Popolare del Lazio, tranne che in questa occasione. Tutti fatti veri e non solo veritieri.

Abbiamo accertato, infine, e dopo gli articoli per i quali ci viene inviata la diffida, motivo per il quale attendiamo una nuova ed ulteriore diffida, che le dimissioni di massa, secondo il nostro parere, non avevano neanche l’obiettivo di garantire la parità di genere, avendo posto all’ultimo posto della lista del Presidente Capecelatro, la seconda donna, figlia del Dott. Romagnoli, Presidente del collegio sindacale, ben sapendo, i vertici dimissionari, che  la presenza di una seconda lista ne avrebbe precluso l’elezione.

Di sicuro un’assemblea non in presenza, di certo non “doverosa” come definita nella diffida, poichè la norma riserva una facoltà alla Banca e non un obbligo, di sicuro non consente la partecipazione ed il confronto con i soci/investitori, ed anche questo è un fatto e non una illazione, così come è un fatto che il valore del titolo azionario sia vertiginosamente e drasticamente crollato negli ultimi anni.

Spiace dover verificare che in nessun modo i vertici della Banca ci riconoscono il pregio di aver segnalato, primi ed unici tra tutti, la posizione del Dott. Alessandro Natalizia, socio ed amministratore della Natalizia Petroli, nonchè figlio di Giancarlo, indagato per conflitti di interesse a favore proprio della Natalizia Petroli della quale nel medesimo periodo era Presidente del Collegio Sindacale il Dott. Carlo Romagnoli, padre di Raffaella, nuova candidata al Consiglio di amministrazione della Banca e baluardo a difesa delle quote di genere e forse sacrificata unitamente al Dott. Quattrociocchi all’altare di una seconda lista.

Ci dispiace dover essere ancora una volta resistenti alle intimazioni di rimuovere tutti gli articoli ma non sarebbe giusto, non stiamo facendo altro che il nostro mestiere.

Ai vertici della Banca Popolare del Lazio rinnoviamo ancora una volta il nostro invito a contribuire all’informazione. Concedeteci una intervista o se volete intervenire su qualche tema non tiratevi indietro, il contraddittorio è il mezzo migliore per suscitare pensieri liberi.




Banca Popolare del Lazio, c’è una alternativa: intervista a Domenico Capitani

L’Osservatore d’Italia ha intervistato l’imprenditore agricolo Domenico Capitani.

Capitani, ritiene che la dinamica delle premature dimissioni del Consiglio di Amministrazione sia stata ben digerita dai soci? Come commenta la vicenda?

Come pensa che possa commentare? Un Consiglio di Amministrazione che approfitta della normativa sul Covid che non richiede il voto in presenza, si dimette in blocco e non lascia tempo di creare una alternativa per delle rielezioni lampo è ormai un chiaro messaggio per tutti: i soci non hanno voce in capitolo, ormai la banca è in mano a pochi personaggi e guai a chi dissente. Ritengo che pochi si siano appropriati indebitamente di un bene comune. Non c’è più di fatto il ruolo di dell’Assemblea dei Soci che garantisca che la voce di tutti venga ascoltata.

Perché parla di assenza di ruolo?

Era settembre 2022 quando in una intervista apparsa sul quotidiano “Sole 24 ore” il direttore generale Massimo Lucidi ci annunciava l’acquisto della banca Valconca e l’avvio della procedura della quotazione in borsa. Peccato che non aveva fatto i conti con l’Assemblea dei Soci della banca Valconca che hanno fatto valere le proprie ragioni.
È evidente che il rapporto con le assemblee dei soci rappresenta un buco nero per i vertici Bpl e Blu banca perché si preferiscono le decisioni monocratiche dei Cda e la più semplice formalità della raccolta delle deleghe dei soci clienti da parte dei dipendenti della banca.

Eppure, a dire del presidente Capecelatro si vede una maggiore partecipazione alle attività della banca.

Eh sì, infatti si vede che le code nelle filiali per sottoscrivere la delega sono frutto delle lunghe spiegazioni e informazioni sul nuovo assetto del Cda e le complesse spiegazioni sul bilancio.
Senza contare che durante le cene e i pranzi offerti dalla banca ai soci più importanti, sia il presidente che l’Ad direttore generale hanno spiegato oltre al bilancio anche la scelta di dimettersi per poi rinominarsi con l’aggiunta di una quota rosa figlia d’arte. Anche questa scelta spiegata ai soci nelle code alle filiali. Se poi questo permetta a qualche amministrare di allungare di due anni la sua permanenza nel Cda è una concausa. Insomma gestiamo la vita sociale della banca come fosse una associazione di calcetto.

Eppure la banca è solida, la banca va bene, secondo quanto asseriscono i vertici

Certo, la banca va bene è solida nonostante gli insuccessi, i crediti incagliati, i super costi per i compensi al management, i costi per ricche consulenze, per proggetti di acquisizioni farlocche, ristrutturazioni faraoniche ecc ecc. Nonostante ciò la banca va bene, ma da dove arrivano tutti questi ricavi? In un periodo in cui le banche soffrono noi siamo la mosca bianca!!!
Noi non siamo nelle condizioni di dubitare della veridicità dei numeri ma sarebbe più tranquillizzante se il tutto fosse spiegato e illustrato ai soci personalmente, guardandosi in faccia.

Quello che dice si può forse toccare con mano analizzando la svalutazione delle azioni che ai tempi del presidente Mastrostefano avevano un valore alto che negli anni si è quasi completamente perso

Lei che dice? Va tutto bene tranne le azioni dei soci che valgono zero visto che nessuno le vuole quotate in un mercato sconosciuto. Sono tanti i soci che ormai pensano che siano soldi persi , magari chissà è questo l’obbiettivo dà raggiungere.
All’illustrissimo presidente ricordo che ci aveva garantito in più occasioni che l’operazione banca della Tuscia serviva a trasformare la Coop in Spa per valorizzare le quote dei soci. È stato fatto tutto per ottenere il contrario ivi compreso lasciare la Bpl con quattro filiali, portare di fatto la sede a Roma e addio Velletri mentre il silenzio degli amministratori e dei soci Velletrani è assordante. La ricetta è molto semplice non servono grandi manovre. Bisogna iniziare un percorso di valorizzazione delle azioni prima di tutto togliendole dal quel mercato parallelo assurdo. Le azioni vanno riportate all’interno della banca rivitalizzando uno scambio proficuo tra soci e clienti, dando il giusto valore all’interno della banca. Solo così può tornare a crescere una banca sana dove tutti all’interno hanno un peso e contribuiscono alla crescita delle imprese, delle famiglie e del territori.

Sembra ci siano molti temi cruciali su cui discutere

Potremmo dire tante altre cose per esempio sulla gestione del personale, il cerchio magico, assunzioni familiari, carriere stroncate, panchine lunghe ecc
Preferiamo concentrarci sulla questione soci. Ora per presentare una lista di amministratori alternativi alla lista presentata dalla banca occorrono 250 firme autenticate dei soci e nove candidati. Operazione che stiamo facendo nonostante i tempi ristrettissimi che sono dettati dallo statuto e dai regolamenti. Una operazione che comunque si può effettuare anche dopo la nomina del “nuovo” cda.
È inutile dire che questa nostra iniziativa viene osteggiata dal presidente e dall’Ad – direttore generale, contattando i soci sostenitori offrendo posti, ruoli ecc e dimostrando ancora una volta che la banca è cosa loro e qualsiasi iniziativa seppur legittima viene vista come un “attacco” personale alle loro autorità. Neanche chi la banca l’aveva creata gestiva con questa arroganza di potere. È mancato il rispetto delle regole. Va anche detto che le autorità preposte al controllo sia sulla attività bancaria che sulla legittimità delle attività societarie lasciano a desiderare ma come si dice mai dire mai, magari ora si svegliano dal torpore in cui sembra versino.

Nonostante le difficoltà e la fretta quindi, riesce a nascere una lista alternativa rispetto a quella della banca?

Certo che sì. Siamo ancora in democrazia. La lista c’è ed è composta di soli professionisti. Questa lista alternativa a quella della banca ha un compito preciso e delineato: rimettere al centro i soci senza alcun stravolgimento rivoluzionario. Noi intendiamo soltanto riportare la banca alla funzione originaria: la banca del territorio. La banca di riferimento di imprenditori e famiglie. La banca che cresce e che coinvolge l’assemblea dei soci. La Banca Popolare del Lazio dei vecchi tempi ma con uno sguardo a un futuro prosperoso.

Grazie a Domenico Capitani




Sotto stress l’equilibrio ambientale in Piemonte, Lombardia, Trentino e Emilia: il Po sfonda ogni record negativo ed ormai è mar Polesine

Il Direttore Generale dell’ANBI Massimo Gargano: “In attesa dell’operatività alle scelte del Governo, non possiamo che chiedere alle Autorità competenti il rispetto delle priorità di legge, che garantiscono per le risorse idriche, dopo l’uso umano, quello agricolo”

Al rilevamento finale di Pontelagoscuro la portata del fiume Po è scesa a toccare mc/s 338,38 , cioè oltre100 metri cubi al secondo (mc/s) in meno del minimo storico di Aprile e ben al di sotto dei mc/s 450, considerati il limite sotto cui il fiume è inerme di fronte alla risalita del cuneo salino; non solo: nel siccitosissimo 2022 questi dati vennero registrati il 4 Giugno, vale a dire che il più importante corso d’acqua italiano vive una condizione di crisi idrica estrema, da monte a valle, con ben 40 giorni di anticipo sul drammatico anno scorso! L’ingressione salina sta già condizionando un’altra stagione agricola nel delta polesano, i cui bracci sono colmi di acqua marina, inquinando falde e terreni.

Altro dato indicativo di un’emergenza, che sta salendo, è quello delle riserve idriche della Lombardia: manca il 58,4% di risorsa rispetto alla media storica ed il 12,55% sul 2022. Cresce anche il deficit di neve, che si attesta a – 68,8% rispetto alla media, cioè quasi il 10% sotto il minimo storico ed il 20% in meno rispetto al già deficitario 2022. Stabile sui valori dello scorso anno è la portata del fiume Adda, inferiore però di oltre 30 metri cubi al secondo rispetto al 2017; calano Serio, Oglio e Mincio.

Ad attestarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che rende noto come il bollettino del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) di Marzo certifichi che il 35,3% delle aree agricole irrigue, negli scorsi 24 mesi, ha sofferto di siccità severa-estrema; inoltre, in Piemonte, Lombardia, Trentino ed Emilia, la combinazione “anomalia termica-deficit pluviometrico” ha raggiunto il livello massimo.

Tra i grandi laghi, maggiormente in crisi è sempre quello di Garda, penalizzato dall’abnorme differenziale tra afflussi quasi azzerati e deflussi (circa 38 metri cubi al secondo) necessari per l’equilibrio dei territori a valle; rispetto all’anno scorso, al livello del più grande lago italiano manca oltre mezzo metro d’acqua. Tra gli altri bacini, Maggiore e Lario sono in calo, mentre il Sebino cresce leggermente.

In Valle d’Aosta, in 2 giorni sono caduti circa 30 centimetri di neve sulle Grandes Murailles, mentre decrescono le portate di Dora Baltea e torrente Lys.

 In Piemonte, le portate di tutti i fiumi, ad eccezione della Stura di Lanzo, subiscono cali.

In Liguria rimangono stabili i flussi negli alvei di Entella, Magra, Argentina e Vara, l’unica però ad avere un livello superiore alla media mensile.

In Veneto, il fiume Adige scende di ben 34 centimetri al di sotto dei 4 metri sullo zero idrometrico: per il periodo è il dato più basso del decennio. Cala anche il Piave, mentre restano invariati i livelli di Brenta e Livenza; in crescita il Bacchiglione.

Il Canale Emiliano Romagnolo ha raggiunto il livello di massima attenzione presso l’impianto idrovoro Palantone di Bondeno entrando, di fatto, nello stato di preallarme a fronte di un quadro idrico complessivo, che appare anticipatamente critico di ben due mesi. La neve in Emilia Romagna si è quasi completamente sciolta; i bacini montani tra i fiumi Parma e Trebbia (mm.195 di pioggia caduti nel 2023 contro una media di mm.365) soffrono di deficit idrico estremo. Tornano sotto i minimi storici le portate in alveo di Secchia ed Enza, ma è marcato anche il calo dei fiumi romagnoli e del Reno, che finora sembravano affrontare meglio questa stagione idrologica complessa.

“Settimana dopo settimana si aggrava la situazione idrica nel Nord Italia con crescenti conseguenze sull’economia e l’ambiente dei territori. Se l’anno scorso, la siccità costò 13 miliardi al sistema Paese, il 2023 si preannuncia peggiore nell’attesa del via operativo a piani e provvedimenti indispensabili per incrementare la resilienza alla crisi climatica” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

In Toscana, restano 17 centimetri di neve solo sul monte Amiata; si riducono le portate dei fiumi Serchio, Sieve ed Arno, mentre un incremento viene registrato dall’Ombrone.

Calano i livelli di tutti i fiumi marchigiani, così come Tevere e Chiascio in Umbria, dove cresce leggermente la Nera; nella stessa regione i circa 38 millimetri di pioggia caduta non hanno inciso sugli scarsi livelli del lago Trasimeno, che da quasi un anno soffre di una gravissima carenza idrica.

Nel Lazio, solo a Campo Catino rimangono una ventina di centimetri di neve; il livello del fiume Tevere è superiore all’ultimo biennio, mentre la portata dell’Aniene rimane ben al di sotto della media del periodo.

Il re nivale degli Appennini (cm.56) è oggi Campo Imperatore, in Abruzzo;  sulla regione, a Marzo, la pioggia caduta è stata superiore alla media mensile, tranne che sulla provincia dell’Aquila ed in particolar modo sul Fucino (a San Benedetto dei Marsi: – 41%); le temperature sono state superiori alla media con scarti fino ad oltre 3 gradi (fonte: Regione Abruzzo).

In Molise, il livello della diga del Liscione è sostanzialmente simile a quanto registrato nello stesso periodo del 2022 (fonte: ASMRA),

I fiumi campani sono in crescita, così comei volumi idrici nelle dighe pugliesi (+ mc. 500.000 ca.), ma il surplus sul 2022 va rapidamente riducendosi, mentre rispetto al 2021 c’è un deficit di 1.850.000 metri cubi.

In Sardegna, infine, rispetto ai valori medi mensili, manca all’appello oltre il 10% dell’acqua stoccata, segnalando un livello di “pericolo” per tutti gli invasi della parte centro-settentrionale della regione (fatta eccezione per il Liscia, in Gallura): ciò significa che il livello d’erogazione deve essere ridotto, secondo le priorità d’uso e contestualmente devono essere attivate le previste misure di mitigazione.

“Ovunque i Consorzi di bonifica ed irrigazione stanno attrezzandosi per gestire al meglio la prossima stagione irrigua, consci delle enormi difficoltà, che li attendono. Di fronte all’emergenza ed in attesa dell’operatività alle scelte del Governo, non possiamo che chiedere alle Autorità competenti il rispetto delle priorità di legge, che garantiscono per le risorse idriche, dopo l’uso umano, quello agricolo” conclude il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano.




Banca Popolare del Lazio: le dimissioni di massa, le votazioni online e… “Il segreto di Pulcinella”

Neanche il grande (non certo di statura) Napoleone avrebbe pensato una soluzione tanto ardita quanto intelligente

Cosa c’è veramente dietro le dimissioni di tutto il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare del Lazio?

Molti hanno pensato che ci fosse, al pari di tante altre ormai note situazioni simili (vedi Carige ceduta alla Bper, Valconca commissariata), problemi finanziari e contabili della Banca. Invece noi questo non possiamo affermarlo, anche se ci giunge voce di un fuggi fuggi di depositi verso altri istituti, al punto che sembra non siano operativi alcuni Bancomat.

Di sicuro per un Istituto di credito non è rassicurante vedere un intero Consiglio di amministrazione che si dimette in blocco senza che ci siano problematiche di estrema importanza di fondo.

Un fatto simile destabilizza tutto l’ambiente bancario con effetti anche sugli altri istituti. Sulla questione, ancora non è arrivato un intervento da parte della Banca D’Italia, organo di controllo.

Di fatto, ogni volta che questo giornale nomina Banca D’Italia, immediatamente sembrano risentirsi i vertici della Popolare del Lazio, che puntualmente rinnovano la richiesta di risarcimento di presunti danni che avremmo cagionato loro con i nostri articoli.

Ritornando ai motivi delle dimissioni del Consiglio di amministrazione, abbiamo formulato qualche domanda in giro, soprattutto dopo aver appreso della imminente presentazione di una lista di candidati proveniente dal territorio di Latina, che i ben informati attestano aver già raggiunto le 250 firme necessarie per la presentazione.

Ebbene, ne sarebbe emerso un quadro per nulla rassicurante quanto ad armonia all’interno della Governance, potendo sommessamente ipotizzare che nonostante gli sforzi della banca D’Italia, dopo un periodo a dir poco travagliato, iniziato con la destituzione del vecchio patriarca (Mastrostefano), il successore non sia riuscito ancora a ottenere un equilibrio all’interno del Consiglio di amministrazione.

Del resto, con le numerose evidenze emerse e poste in essere da alcuni dei vecchi amministratori, rimane difficile pensare che i nuovi non abbiano neppure pensato di chiedere provvidenze, vantando la loro illibatezza. In questa ottica sembra si possa inquadrare la prematura uscita dallo scenario governativo  del professor Avvocato Leopoldo Sambucci, sicuramente un profilo di altissimo livello (forse troppo), come più volte affermato dai vecchi vertici della Banca, dato per favorito nella corsa alla Presidenza, ma probabilmente troppo curioso nel voler comprendere i reali meccanismi di funzionamento degli affidamenti sia ai clienti che alle società appaltatrici di lavori (vedi rifacimento della sede), un palese atto di lesa maestà che in una Banca affrancata da attendibili controlli da parte della vigilanza, potrebbe venire punito con l’ostracismo.

In tale situazione di equilibrio instabile, si inserisce l’ambizione di uno dei più recenti cooptati alla carica di amministratore, di aspirare alla Presidenza, scalzando il Principe degli strateghi; quest’ultimo, non volendo lasciare la poltrona conquistata alla corte del Presidente Mastrostefano, dopo aver ottenuto le dimissioni dell’altro aspirante Sambucci, non volendo forzare la mano come accadde all’epoca della defenestrazione dell’Avvocato Guidaldi, ha forse e diciamo forse pensato che potesse raggiungere lo scopo, in assenza di dimissioni volontarie, con una rinnovata nomina dei consiglieri, dopo le dimissioni di massa.

Il meccanismo, per quanto possa apparire contorto è scritto in modo chiaro all’articolo 30 dello statuto e prevede che “dalla lista che ha ottenuto la maggioranza dei voti espressi vengono tratti – secondo l’ordine progressivo con il quale sono elencati nella lista stessa – tanti Amministratori pari al numero dei consiglieri da eleggere diminuito di due. I restanti due Amministratori sono tratti – secondo l’ordine progressivo con il quale sono elencati nella lista stessa – dalla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti fra le liste di minoranza”.

In pratica, una seconda lista consente ai primi due di entrare in consiglio anche senza aver ottenuto alcun voto in assemblea. E allora? Poiché gli ultimi due della Lista dei consiglieri uscenti vengono eliminati, è sufficiente posizionare all’ottavo ed al nono posto coloro che si vogliono defenestrare, coordinando al tempo stesso il nominativo dei primi due nomi da inserire nella seconda lista, ovviamente non ostile, e il gioco è fatto.

Ma queste sono solo ipotesi, condite di condizionali, formulate ad alta voce sicuri di esprimere soltanto liberamente il proprio pensiero in assenza della disponibilità dei vertici della banca di volerci fornire chiarimenti.

Neanche il grande (non certo di statura) Napoleone avrebbe pensato una soluzione tanto ardita quanto intelligente.

Scopriamo, dopo aver fatto luce sul meccanismo posto in essere, che all’ultimo posto della lista del Presidente Capecelatro si trova la Dott.ssa Raffaella Romagnoli, si proprio lei, il soggetto per il quale nel comunicato correttivo si giustificavano le dimissioni di massa, dimostrando che quel comunicato correttivo era probabilmente solo fumo agli occhi dei soci.

La scoperta più interessante è costituita dal nome dell’ottavo candidato, che appare votato al sacrificio in nome della resistenza alle poltrone.

Il Dott. Bernardino Quattrociocchi colui che voci ben informate affermano aspirasse al ruolo di Presidente. Che ardire!

Fatti fuori in un sol colpo gli aspiranti Presidenti (Sambucci/Quattrociocchi), nelle nostre casuali ipotesi, non resta che individuare i primi due nomi della lista che è stata messa insieme.

Dopo una ricerca sul territorio e fatte le domande di rito, ci fanno sapere che i due nominativi posti al vertice della neo lista, dovrebbero essere il Sig. Picca, della Picca Prefabbricati di Latina, da sempre vicino ai vertici della Banca con la quale ha fatto numerose battaglie ed il Dott. Miraglia (gruppo Icot), già consigliere della Banca Popolare del Lazio cooptato proprio dagli stessi attuali vertici, e poi dimessosi in concomitanza con le ispezioni di Banca D’Italia.

La ricostruzione trova conferma nella più semplice risposta alla seguente domanda: come avrebbero potuto, i proponenti della seconda lista, trovare il nominativo di 250 soci senza avere l’elenco completo dei soci della Banca Popolare del Lazio? Non avrebbero potuto, infatti, e chi può aver consegnato ai promotori della lista compiacente l’elenco dei soci? A questa domanda siamo sicuri che con un po’ di fantasia possono rispondere i cari lettori che seguono la nostra libera e solitaria manifestazione di pensiero.




Roma, “Note di Terapia”, all’ospedale Santo Spirito un concerto con gli allievi di tre Conservatori

Venerdì 14 aprile dalle 10:30 alle 11:30

Gli allievi del Conservatorio di Santa Cecilia, del Conservatorio di Neuchatel e del Liceo Giordano Bruno di Roma insieme per un concerto d’archi per i pazienti del Day Hospital di Medicina interna / Oncoematologia e per tutti i visitatori dell’ospedale e del Borgo.

Venerdì 14 aprile, dalle 10:30 alle 11:30, si terrà il concerto d’archi “Note di Terapia” presso l’Ospedale Santo Spirito di Roma. L’evento è promosso dalla UOC Medicina Interna e vede il coinvolgimento degli allievi del Conservatorio di Santa Cecilia, del Liceo Giordano Bruno di Roma e del Conservatorio di musica di Neuchatel, Svizzera.

Il concerto si terrà in contemporanea in due posti distinti: presso la sala somministrazione DH Medicina interna/OncoEmatologia riservato solo per i pazienti e gli operatori e nel chiostro dei Frati, aperto invece a tutto il pubblico interessato.

L’ensemble musicale è così composto: i sette violini sono suonati dagli allievi del Conservatorio di musica di Neuchatel (Anna Rossier, Hélène De Ceuninck, Anais Moudio, Clara Fumagalli, Mathilde Rusca, Elena Schilli e Elena Moruzzi), la viola da Mariama Coly del Liceo Giordano Bruno di Roma e il violoncello da Angelica Simeoni del Conservatorio Santa Cecilia.

La doppia esecuzione sarà coordinata dai Maestri Francesco Di Donna, Olivier Piguet e Ruggiero Sfregola.

“Dal 2006 seguo l’Orchestra di Santa Cecilia di Roma come medico – dice uno dei promotori dell’iniziativa, il Dott. Agostino Valenti della UOC Medicina Interna dell’Ospedale Santo Spirito – e negli anni ho potuto notare come alcuni musicisti fossero interessati a suonare per i pazienti nei reparti. Nel 2016, insieme al Maestro dell’accademia Ruggiero Sfregola, abbiamo dato il via a questo evento che ha lo scopo di coinvolgere e di intrattenere i pazienti delle terapie oncologiche. Abbiano notato fin da subito come l’iniziativa sia piaciuta e come ci sia stata sempre più adesione. Quest’anno – continua il dott. Valenti – proprio perché sia colleghi, accompagnatori e visitatori in generale, hanno chiesto di poter assistere al concerto, abbiamo deciso di organizzare l’esecuzione in concomitanza sia per le persone che si troveranno nella sala somministrazione del Day hospital di Medicina interna/OncoEmatologia, sia per tutto il pubblico interessato, con accesso libero, nel bellissimo chiostro dei Frati. Siamo molto contenti perché siamo riusciti a coinvolgere anche altre realtà prestigiose come l’Accademia di musica di Neuchatel. E’ molto importante sottolineare anche l’età dei musicisti che hanno aderito, perché sono tutti giovani tra i 20 e 25 anni. Ringrazio quindi la Direzione, il mio reparto, gli allievi e i tre maestri che hanno deciso di sposare questo importante progetto – conclude il Dott. Valenti – perché, come ben sappiamo, la musica è medicina; la musica è terapia.”