La Madonna Esterházy di Raffaello a Roma

ROMA – Dal 31 gennaio all’8 aprile 2018 le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, nella sede di Palazzo Barberini, dedicano a La Madonna Esterházy di Raffaello una mostra curata da Cinzia Ammannato. In occasione del prestito – concesso dal 27 gennaio al 9 aprile – della celeberrima Fornarina per la mostra Raffaello e l’eco del mito, in programma all’Accademia Carrara di Bergamo (27 gennaio – 6 maggio 2018), viene presentata al pubblico una delle opere più interessanti e significative della produzione raffaellesca, grazie a una politica di scambi incrociati con musei italiani e stranieri, promossa dalle Gallerie.

La Madonna Esterházy di Raffaello è una tavola in pioppo di piccole dimensioni (cm 29 x 21,5), proveniente dallo Szépművészeti Múzeum di Budapest, il Museo Nazionale di Belle Arti ungherese, dipinta intorno al 1508, tra la fine del periodo fiorentino e l’inizio di quello romano. In quell’anno, cruciale per l’arte dell’Occidente, si aprivano i cantieri per le decorazioni del nuovo Vaticano: la volta della Cappella Sistina e le Stanze degli appartamenti papali.

Il confronto con il disegno conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi – qui rappresentato con una riproduzione in grande formato – evidenzia il momento di passaggio intellettuale dell’artista dal mondo fiorentino a quello romano. Nel disegno infatti il fondale presenta un partito tipicamente fiorentino fatto di colline e alberi. Si tratta di un primo stato, diverso da quello finale su tavola, dove si vedono invece rovine antiche di sapore romano, nelle quali si sono voluti riconoscere i resti del Tempio di Vespasiano e della Torre dei Conti nel Foro Romano. Insomma, elementi dell’antico che rimandano a Roma.

Non è chiara la committenza: una scritta sul retro, non più visibile, riconduceva a Elisabetta, madre di Maria Teresa d’Asburgo, e a un dono dell’opera da parte di Clemente XI Albani.
La tavoletta rientra in una serie di quadri di Raffaello che legano bene fra loro, come la Madonna del Baldacchino in Palazzo Pitti a Firenze e la Sacra Famiglia Canigiani della Alte Pinakothek di Monaco. Nulla è casuale in quelle opere strettamente connesse, nonostante le rispettive diverse scale di grandezza. Riflettono ricerche tanto coerenti da poterle datare con buona approssimazione in un circoscritto giro di mesi dell’intensissima vita dell’autore.

La tavola viene esposta accanto a una riproduzione in grande del correlato disegno preparatorio e ad altre tre opere provenienti dalle Gallerie Nazionali, simili per formato e ambiente.

Gianfranco Nitti




Velletri, carnevale. Ciarcia: “Un evento da valorizzare”

VELLETRI (RM) – Dopo il successo di domenica 28 gennaio il Carnevale Veliterno si prepara per il secondo appuntamento del 4 febbraio dove torneranno a sfilare per il centro di Velletri i caratteristici carri allegorici. Una tradizione portata avanti grazie all’impegno dell’Università del Carnevale in collaborazione con l’amministrazione comunale di Velletri. “Per costruire un carro ci vuole un tempo minimo di tre mesi – ha detto il presidente dell’Università del Carnevale di Velletri Romolo Rossetti – e quest’anno – ha proseguito Rossetti – nonostante i ritardi nella partenza dei lavori siamo riusciti a portare il risultato a casa.

Tante le maestranze, infatti, impiegate per realizzare i carri allegorici

Dal falegname, al fabbro, al tecnico specializzato nel realizzare i movimenti fino al maestro di cartapesta per la realizzazione dei vari personaggi. Una manifestazione ripresa a partire dal 1978 quando il Carnevale a Velletri è ritornato al suo corso normale e che fino ad oggi ha effettuato una sola sosta quando il 14 gennaio del 1991, con i carri appena freschi di colla e pronti all’uscita, l’Università del Carnevale annunciava la sospensione delle sfilate in programma per i giorni 3,7,10 e 12 febbraio a causa dei gravi fatti avvenuti nel Golfo.

Velletri e i maestri di Viareggio

Una tradizione, quella della realizzazione dei vari personaggi e maschere carnascialesche in cartapesta, che a Velletri è stata affinata grazie all’apporto dei maestri di Viareggio che nel lontano 1987 tennero un corso a Velletri per spiegare le tecniche di lavorazione. E così, ormai da oltre un trentennio, l’associazione dell’Università del Carnevale si è fatta custode di queste antiche tecniche rivisitandole di anno in anno agli usi e costumi locali. “Un vero e proprio motivo di vanto avere tutte queste professionalità” ha detto l’assessore al Bilancio Marilena Ciarcia sottolineando il fatto che il contributo che l’amministrazione comunale concede all’Università del Carnevale a malapena riesce a coprire solo le spese vive sostenute per realizzare l’evento.

I costi dell’edizione 2018

Basti pensare, infatti, che su un costo complessivo, per il Carnevale di quest’anno, di circa 9mila euro solo 2500 se ne sono andati per diritti d’autore corrisposti alla SIAE per le musiche che accompagnano i carri durante le sfilate. L’assessore ha comunque ipotizzato nuove iniziative da mettere in campo per valorizzare il proseguo di questa antica tradizione, quale ad esempio uno scambio culturale con la città di Viareggio.

L’intenzione è quindi quella di andare avanti con questo progetto di cultura che rappresenta sicuramente una parte importante della storia di Velletri e a quanto sembra le premesse ci sono tutte grazie all’apertura sia dell’amministrazione comunale che dell’Università del Carnevale.




Ariccia: vivo per miracolo dopo essersi gettato dal ponte

ARICCIA (RM) – Si lancia dal ponte di Galloro ad Ariccia e non muore. Questo quanto accaduto stamane ad un 46enne che ieri sera si era allontanato dalla clinica Von Siebenthal di Genzano, dove si trovava in cura e che dopo aver percorso a piedi la via Appia, ha raggiunto il ponte di Galloro da dove si è lanciato facendo un volo di circa 25 metri per finire sulla boscaglia che con tutta probabilità ha attutito l’impatto.

Sul posto i militari della stazione dei Carabinieri di Ariccia oltre agli uomini della polizia locale, il 118 e i vigili del fuoco di Marino. Il 46enne è stato quindi recuperato grazie all’intervento dell’elicottero dei carabinieri forestali e soccorso, dopo aver riportato diverse ferite e traumi. Il 46enne è stato quindi trasportato d’urgenza presso un ospedale romano dove si trova ricoverato in gravi condizioni.




Presentato a Taranto il nuovo libro sul rapporto tra scienza, ragione e dogma

“La religione vede ciò che la scienza non può dimostrare”, sentenzia un noto aforisma. Di fatto per un tempo incalcolabile ogni volta che la scienza non ha potuto dimostrare una verità in quel momento apparentemente imperscrutabile, la religione è intervenuta con l’autorità dei suoi dogmi. Peraltro negli ultimi cinque secoli i progressi della scienza moderna, e cioè di quella scienza liberatasi da ogni condizionamento di tipo dogmatico, religioso o metafisico, svelando verità un tempo considerate imperscrutabili, hanno messo in discussione i dogmi. Tutto ebbe inizio nel 16* secolo, muovendo dall’astronomia, con la cosiddetta rivoluzione copernicana, per espandersi in breve tempo a tutti i settori della scienza e di tutto lo scibile umano. Prese così il via un percorso ricco di successi e conoscenze, destinati a migliorare la qualità della vita degli uomini, restituendo loro dignità e libertà di pensiero. Un percorso difficile, duro e non privo di ostacoli, come quelli posti dai difensori, e non sempre per soli motivi ideologici, dei dogmi. Un contenuto quindi alquanto interessante e da meditare quello del libro recentemente pubblicato dalla vivace casa editrice tarantina Scorpione, intitolato SCIENZA RAGIONE E DOGMA, il cui autore, Antonio Di Palma, uno stimato medico radiologo tarantino, affronta tematiche non facili e perciò stesso stimolanti.
Nelle pagine di “Scienza-Ragione-Dogma” l’autore ripercorre, come in un diario, le più importanti tappe di questo itinerario, con l’ intento di rendere omaggio ai sacrifici, alla tenacia del lavoro e della mente degli uomini di scienza che ne sono stati protagonisti.

Alla presentazione nel capoluogo ionico ne han parlato, con l’autore, l’ing. Luigi Prosperi, il prof. Paolo De Stefano e l’editore, il prof. Piero Massafra.

L’autore, Antonio Di Palma, medico chirurgo, primario radiologo. Ha insegnato alla Scuola di Specializzazione di Radiologia presso l’Università degli studi di Verona nonché nel Master post-laurea per “Esperti di Trasferimento dell’innovazione in sanità” presso l’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo – Cittadella della ricerca – Brindisi. Nel 2002 nominato Cultore della materia nella disciplina “Diagnostica per immagini” dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università̀ di Foggia. Ha coltivato un proprio interesse in alcuni aspetti della religione, dell’esoterismo e della evoluzione della scienza e della tecnica.

Gianfranco Nitti




Helsinki, turismo: l’italia ben rappresentata a Matka 2018

HELSINKI – Si è chiusa la 32a edizione della Fiera Internazionale del Turismo Matka, svoltasi ad Helsinki, Finlandia, la principale della Scandinavia. il numero dei visitatori complessivo è ammontato a ca. 63.000 (14.000 dei quali professionali), un calo del 10% ca. sul 2017

Tra gli 83 paesi rappresentati, ha ben figurato quest’anno il padiglione Italia, molto vasto e visibile.

Allestito dall’Enit di Stoccolma con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia, riuniva Regione Lombardia, Lago di Como, Camera di Commercio Imperia, Mamberto, Drive, Dacia tra Cielo e Mare, Morandi Tours, Grand Hotel e Spa di Castrocaro terme e Bed&Bike. A fianco, anche Hurray Italia di Roma ed il Royal Hotel di Sanremo. Anche il lago Maggiore era presente con un suo stand.

Alla fiera Matka l’Umbria è stata premiata come “Dream Destination” dalla rivista Mondo.

L’ambasciatore d’Italia in Finlandia, Gabriele Altana, ha ritirato il premio insieme ad Anna Andersson dell’Enit. Da sottolineare l’impegno del Comune di Como nel promuovere il proprio territorio sul mercato scandinavo facendo leva sullo sport e sul Lago. Il 20 gennaio, all’interno dello spazio riservato alla Regione Lombardia, l’astro nascente del rally Emil Lindholm ha premiato la vincitrice di un quiz sul Rally di Como, che metteva in palio un soggiorno nella città lariana in occasione dell’evento. La sede ENIT di Stoccolma e il Comune hanno in programma, inoltre, un educational tour proprio in occasione del rally. Piacevole lo stand della compagnia aerea Finnair, ove troneggiava una lucida Vespa in ambiente mediterraneo, e sempre originali i temi lapponi nello stand di Inari e di Rovaniemi, la patria del vero Babbo Natale.

Questi i numeri finali di MATKA 2018:

Numero dei visitatori 63 600, inclusi 14000 visitatori professionali (visitatori 2017 71.000/ visitatori 2016: 68.000)
Numero degli espositori 915 da 83 paesi.
Giornata del Matka Workshop 2018:
Fornitori: 112 tavoli al Meet Finland, per 126 società; 69 tavoli al Global Workshop, per 80 società. Acquirenti: 300 acquirenti da 35 paesi e 7600 richieste di incontro.
La prossima edizione, la 33°, è già programmata dal 18 al 20 gennaio 2019.




Albano laziale, scritte di minaccia al liceo Foscolo

ALBANO LAZIALE (RM) – Atti vandalici al liceo classico Ugo Foscolo di Albano Laziale dove alle 4:19 di questa mattina è suonato l’allarme anti-intrusione dell’istituto.

All’interno del liceo sono stati trovati alcuni banchi a terra mentre sul muro esterno del liceo la scritta “state attenti” e il disegno stilizzato di un impiccato con al di sotto una parola da completare, forse un nome”.

Il dirigente scolastico Lucio Mariani, contattato telefonicamente, ha fatto sapere che l’atto è di natura puramente vandalica e che i sistemi di sorveglianza hanno immediatamente allarmato il personale. Il dirigente appare dunque tranquillo e provvederà, come di prassi, ad avvisare le forze dell’ordine che secondo indiscrezioni hanno già effettuato un sopralluogo rilevando le impronte.

Lucio Mariani inserisce tali atti nella sfera del dimenticatoio, asserendo che è necessario dare loro la giusta rilevanza per far si ché chi li abbia commessi fallisca nel tentativo di recare nocumento all’istituto. Difatti il Foscolo è uno dei licei più attivi nell’area dei Castelli Romani e risulta nelle prime posizioni di molti concorsi letterari tra cui i famosi Colloqui Fiorentini. Il preside sottolinea l’importanza che l’amministrazione scolastica ed i professori attribuiscono in primis all’istruzione ed alla formazione degli studenti. Allora appare chiaro che un gesto come quello consumatosi stamane non può che essere un esempio di inciviltà da combattere e denigrare soprattutto con la consolidata prassi dell’indifferenza. Il liceo è da sempre la agorà di dibattiti politici e culturali, fucina di menti eccellenti e pronte con una solerte coscienza critica a difendere le proprie idee e valori. Insomma un terreno fertile per animare una diatriba e risolverla rapidamente e coralmente.
Informiamo i vandali che l’obiettivo è stato mancato. Al contrario il loro comportamento ha rinforzato l’ossatura già solida dell’istituto.

Solidarietà per il preside e parole di condanna per il gesto anche da parte di Massimiliano Borelli, consigliere Pd della Città Metropolitana di Roma Capitale e consigliere di maggioranza al Comune di Albano: “Esprimo forte condanna per le scritte minacciose comparse questa mattina, ancora una volta, sui muri del Liceo Foscolo di Albano; – dichiara Borelli – e tutta la mia solidarietà e vicinanza – prosegue – al Preside Lucio Mariani, direttamente coinvolto da questo atto vile ed offensivo. Si avvicinano giornate di impegno didattico e di passione civica, nelle quali il ricordo, la memoria, l’informazione, il contagio delle idee di democrazia, libertà e uguaglianza, saranno centrali nelle tante manifestazioni che coinvolgeranno le scuole, le ragazze ed i ragazzi, le Istituzioni. Questi atti, di sicuro, non limiteranno l’impegno e la volontà di proseguire il percorso di sensibilizzazione e conoscenza; non dimenticare significa non ripetere gli errori/orrori del recente passato… e noi come ‘giovani testimoni’ non permettiamo a nessuno di tapparci la bocca!”

Il liceo Foscolo nel 2015 era stato già imbrattato da scritte filo naziste “Onore al Fhurer” “Compagni tremate” firmate Skins nazi 88. Per i fatti di oggi sembra che gli inquirenti abbiano già rilevato le impronte dei responsabili.

Gianpaolo Plini




Nemi: è emergenza rifiuti sul tutto il territorio

NEMI (RM) – Nemi invasa dai rifiuti con i cassonetti grandi stracolmi di immondizia e ingombranti. Da sabato scorso la raccolta dei rifiuti, tolti i piccoli raccoglitori, sembra essersi paralizzata.

In via Parco dei Lecci tutti e tre i cassonetti su strada sono pieni di immondizia. In piazza alle Colombe su via Acquedotto Fontana e per la strada che porta a piazza della Rinascita la situazione è davvero allarmante con buste di plastica e scatole che addirittura vengono poggiate fuori dai cassonetti. Anche la stessa piazza non è stata risparmiata dallo scempio dei rifiuti. In via De Sanctis e piazza Roma la situazione non cambia tra scatole, immondizia e buste che ormai si trovano anche sulla strada. Sulla via Nemorense centinaia di bottiglie sono a terra vicino alla campana per il vetro. Decine e decine di scatoloni si godono il belvedere di fronte al lago.

 

Una situazione indecente che non è affatto sconosciuta al Comune

L’amministrazione ha contestato per episodi passati (non certo questi accaduti durante le feste) a Lazio Ambiente S.pA., tra gli altri disservizi, anche il mancato svuotamento dei cassonetti da 2400 litri per la rottura del camion di carico laterale e il mancato passaggio della spazzatrice per la pulizia ordinaria delle strade, il tutto per un pubblico disservizio che ammonta a 13 mila e 500 euro.

A dicembre il credito vantato dalla Lazio Ambiente S.p.A. nei confronti del Comune di Nemi ammontava a oltre 135 mila euro per le ultime fatturazioni e per una fattura di marzo del 2015 che sembrerebbe non essere mai arrivata. Tra dare e avere e disservizi vari che l’amministrazione ha imputato alla Lazio Ambiente si è provveduto a stilare un atto di transazione tra le parti. Fatto sta però, che il 2018 è iniziato all’insegna di disservizi molto evidenti.

 

La spazzatura per le strade è tanta

Non c’è ombra di annunci che lascino presagire che dall’oggi al domani possa davvero partire la tanto agognata raccolta porta a porta su tutto il territorio che è stata strombettata in lungo e in largo in campagna elettorale grazie anche ai proclami del Consigliere Giovanni Libanori il quale annunciava addirittura di aver siglato una convezione con Ariccia che avrebbe permesso al Comune di Nemi di partire subito con il servizio.

 

Il sito della vergogna

Ma aldilà di quell’annuncio fatto in campagna elettorale non si sa nulla e mentre Ariccia vola oltre il 70 % di raccolta Nemi continua ad avere un sito in via della Radiosa che sulla carta non esiste, bocciato in conferenza dei servizi da Acea, ed è anche contro legge perché si trova a soli 200 metri dal pozzo che serve l’acqua potabile alla cittadinanza in un area verde dove i cassonetti sono sempre strapieni e dai quali percola l’immondizia direttamente sul terreno, dove c’è un cancello sempre aperto che permette anche ai non residenti di gettare qualsiasi rifiuto, ingombrante, olii esausti, elettrodomestici e chi più ne ha più ne metta.

 

Differenziata al solo 4%

E invece siamo al 9 gennaio, le elezioni sono ampiamente passate e Nemi rimane l’unico comune dei Castelli Romani ad avere una differenziata pari al 4%, la scuola che ogni anno perde sempre più studenti e l’ordinaria amministrazione che arranca e fa fatica ad essere effettuata come la cura del verde e la manutenzione delle ricchezze sul territorio come il fontanile, i sentieri, la valle del lago. Niente a che vedere con paesini che somigliano a Nemi come Spello ad esempio dove i balconi sono tutti in fiore, non c’è una carta per terra, il turismo è il perno che muove l’intera economia e porta ricchezza e lustro. Del resto Nemi è stata ribattezzata da qualcuno “Salotto d’Europa” ma ad oggi non c’è immagine più lontana.

 




Anguillara: città in preda ai vandali per le festività natalizie

ANGUILLARA (RM) – Le festività natalizie a Anguillara sono state caratterizzate da un considerevole numero di episodi di vandalismo, che hanno interessato diverse iniziative. Sono stati colpiti il bambinello del presepe costruito sul pontile a Piazza del Molo, i nevicchi, pupazzi di neve realizzati con copertoni riciclati, che adornano le strade del quartiere San Francesco, nell’omonima chiesa sono state trafugate anche alcune ostie, elemento che ha fatto pensare anche a un episodio legato a riti satanici.

Non si fermano qui le bravate commesse nella cittadina lacustre

Nei pressi del centro storico due ulivi che sono stati piantati per abbellire il giardino sopra le rupi, sono stati strapiantati per ben due volte, dopo che al primo episodio alcuni volontari hanno nuovamente scavato le buche per sistemare gli alberelli. Non è esente da questi episodi il rione stazione, dove in un giardino pubblico è stato fatto saltare un cestino con un petardo, nel piazzale della chiesa Regina Pacis è stato danneggiato un camino utilizzato nelle feste.

I vandali sembra si siano spinti anche nel quartiere periferico di Ponton dell’Elce

Un presepe realizzato da alcuni volontari del quartiere è stato profanato con immagini di zombie messe a sostituire le icone della Sacra Famiglia. Sui pupazzi di San Francesco sembra poi che l’attenzione di chi ha forse poco sale in zucca da comprendere come tali azioni non portino nulla di positivo alla propria causa, è stata particolare. Sono stati numerosi gli episodi di danneggiamento, alcuni realizzati in pieno pomeriggio, quando la strada dove sono posizionati difficilmente è deserta.

Un fenomeno, quello del vandalismo, che non può certo definirsi una novità ad Anguillara

Ma se normalmente gli episodi erano circoscritti e prevalentemente limitati al periodo estivo, quando facilmente adolescenti con poco controllo da parte dei genitori dimostrano tutta la propria immaturità facendosi notare per il mancato rispetto altrui, in questo periodo ha effettuato un salto di qualità preoccupante. Il trafugamento delle ostie, anche se come sembra affermare la curia, le stesse non erano consacrate, quindi non utilizzabili per i riti satanici, è indicativo di come i vandalismi abbiano aumentato il livello di pericolosità. Per giungere a tale risultato bisogna forzare l’ingresso della chiesa, che seppure potrebbe non essere particolarmente resistente agli attacchi, rappresenta qualcosa di diverso rispetto alla rottura del pupazzi di neve o di un secchio. È un qualcosa che deve allarmare tutti, dal sindaco, ai consiglieri comunali, alle forze dell’ordine presenti sul territorio, alla società civile, commercianti, professionisti, compresi noi organi di stampa, che dobbiamo realizzare un controllo del territorio più capillare, più attivo, che si realizza non solamente con la sorveglianza, ma elevando l’attenzione alla cultura nel territorio, per rendere più comunemente accettata l’idea che chi fa un danno a un bene pubblico, danneggia tutti noi.

Silvio Rossi




Parco della Majella: l’orsa Caterina e le sue amiche immerse nella natura

GUARDIAGRELE (CH) – Una visita da non perdere quella agli orsi bruni e marsicani nell’area protetta del Parco Nazionale della Majella. Lo scenario è mozzafiato: siamo nel Parco del Lupo, dell’Orso, nei vasti pianori d’alta quota e dei canyons selvaggi e imponenti, ma anche nel Parco degli Eremi, delle Abbazie, delle capanne in pietra a secco, dei meravigliosi centri storici dei Comuni che ne fanno parte.

Un momento a contatto diretto con la natura e le sue creature

Gentilissima ed esperta Luigia Di Sciullo ha spiegato che l’area dove si trovano le orse (sono femmine Caterina e le sue amiche) è limitata perché ha una funzione didattica ed è oggetto ormai da diversi anni di ricerche volte a conoscere la reale situazione della specie nel territorio protetto, in particolare attraverso il monitoraggio genetico non invasivo che è in grado di farci conoscere il sesso dei diversi individui presenti così come di determinare il minimo numero certo di animali che abitano il Parco ma anche informazioni relative agli spostamenti effettuati dai diversi orsi.

E’ davvero sorprendente vedere questi orsi in libertà, se si passa del tempo ad osservarli si scopre tanto sui caratteri di questi animali: c’è sempre un leader che fa capire al resto delle orse chi comanda. Poi ci sono gli alberi con le impronte e si è potuto scorgere persino un orsa su un albero. Davvero dei momenti fantastici!

Nel Parco sono state adottate misure di tutela volte a garantire ambienti maggiormente idonei alla specie sia dal punto di vista trofico che per quello che riguarda la tranquillità e la sicurezza di cui questo animale necessita, attraverso la chiusura di strade di penetrazione nei territori maggiormente utilizzati dal plantigrado e una gestione forestale e degli habitat che garantisca la presenza di adeguate fonti di cibo di origine naturale.

Attualmente si stima che nel Parco siano stabilmente presenti almeno 3-4 individui di orso, per i quali in diversi casi è stato accertato che rimangono all’interno del Parco anche per trascorrere il letargo invernale protetti nelle aree più remote e meno disturbate.

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Castel Gandolfo, schiuma nel lago: ecco le immagini. Il 9 gennaio riunione in Comune

CASTEL GANDOLFO (RM) – Un fenomeno quello della comparsa di schiuma sulle sponde del lago Albano a Castel Gastel Gandolfo che preoccupa molto i residenti e alcuni gestori di attività commerciali sul lungolago. Un fenomeno già segnalato in agosto e persiste nonostante sia terminata l’estate.

Ogni volta che c’è vento di tramontana la schiuma biancastra ricompare con un’altezza che supera i 20 centimetri. Il sindaco del Comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi ha indetto una riunione per il 9 gennaio alle 11:30 con Asl, Istituto Zooprofilattico e Parco Regionale dei Castelli Romani per affrontare il problema prima dell’arrivo della bella stagione e per vedere quali azioni congiunte mettere in campo insieme agli altri enti preposti al controllo e monitoraggio nonché tutela del bacino lacustre. Nel frattempo dovrebbero essere quasi pronti gli esiti dei prelievi richiesti di recente dalla Asl Rm6 diretta da Narciso Mostarda all’Arpa.

 

Per il presidente dell’Associazione Brunetti Giampiero Tofani che ha sollevato il caso della schiuma con esposti e richiesta di accesso è il momento di andare in fondo alla questione: “Vorremo sapere a che punto è il censimento degli scarichi di locali e abitazioni intorno al lago – dice Tofani – ci sono ancora attività che non sono allacciate alla fognatura pubblica circumlacuale che devono regolarizzarsi”. Eppure gli atti che riguardano il censimento degli scarichi abusivi si trovano sotto indagine della magistratura e soltanto terminati gli accertamenti si potrà capire in che percentuale incide il fenomeno sulla salute del lago.




Amatrice, tre questioni da risolvere: “casette”, imprese e macerie

AMATRICE (RI) – È passato un anno e quattro mesi dalla tragica notte del 24 agosto 2016 e molti mezzi di informazione registrano esclusivamente le difficoltà nel cratere del sisma, ricordandosi qualche volta delle iniziative. L’Osservatore d’Italia è andato ad Amatrice, ha parlato col sindaco e con il suo ufficio stampa, ma soprattutto è stato a contatto con la gente dell’Alto Reatino. Siamo convinti che parlare del sisma e della ricostruzione senza riferirsi agli abitanti di Amatrice sia futile come Pirozzi stesso chiosa.

La video intervista al sindaco di Amatrice

Le questioni aperte sono essenzialmente tre: SAE (soluzioni abitative di emergenza), imprese, macerie. Tutte importanti e degne di analisi e consigli. Ma la quarta questione l’unica positiva sono le persone ed il clima della “Nuova Amatrice”.

 

Maria, una storica commerciante di abbigliamento. Tutto inizia nel centro di Amatrice grazie al suo bis-nonno calzolaio. Lei nel 1970 si allontana dalla sua professione di insegnate per portare avanti l’azienda di famiglia. Maria è una donna sincera ed accogliente, ci ha aperto le porte del suo negozio nel prefabbricato del centro commerciale. Parla del sisma come di una grandissima tragedia umana e di un inesorabile mancamento delle forze. Ma, orgogliosa e commossa, afferma che è l’amore per questa terra ciò che permette di andare avanti a testa alta e proprio per questo sentimento che l’essenza della ricostruzione “siamo noi abitanti”. Maria infatti come altri commercianti, dovrà affrontare dal 16 dicembre l’obbligo imposto dal commissario straordinario alla ricostruzione, Paola De Micheli, di versare alle Entrate i tributi non pagati nell’ultimo anno e mezzo per effetto della sospensione. A ciò è prevista un’esenzione, nel caso il fatturato sia diminuito del 25%, ed aiuti da richiedere in base alle tasse pagate nel 2015 e nel 2016, a cui si aggiungono sgravi fiscali per ogni nuova assunzione.

La video intervista a Maria storica commerciante di Amatrice

Una formula a svantaggio degli amatriciani che risultano aver pagato pochissime imposte negli scorsi due anni a causa del sistema famigliare delle loro imprese, ed a vantaggio delle imprese di nuova costituzione le quali usufruiscono degli sgravi in funzione di ipotesi di future assunzioni senza dover dimostrare la perdita del 25%.

 

Quando la redazione del nostro giornale è andata ad Amatrice era una giornata piovosa, e la signora Giulia ha deciso di mostrarci la sua nuova “casa”, la SAE. Un prefabbricato di pochi metri quadri, accogliente e caldo. La  ignora ci mostra i caloriferi funzionanti, e contenta, ci riferisce che la casetta era già completamente arredata.

 

Giulia si ritiene fortunata: oltre mille le persone senza una soluzione d’emergenza nelle 69 frazioni, con un inverno che trascina le temperature ben oltre sotto lo zero. Ma anche qualcuno che vive nella SAE deve scontrarsi con tubature che perdono, termosifoni non funzionanti e servizi igienici carenti, per non parlare della preoccupazione circa le tasse con modulo seconda casa. Giulia ci mostra le fotto della “Vecchia Amatrice” e ci spiega la sua topografia. Fuori ci sono gli addobbi. L’Albero di Natale a simboleggiare il ritorno alla normalità.

 

Ristorante Giovannino. Ci accoglie Roberta, la proprietaria di 26 anni. Lei insieme a Roma e Patrizia hanno potuto riaprire il 26 luglio 2017. Cominciamo a parlare davanti ad un piatto di amatriciana e gricia. Sottolinea come la Regione, rappresentazione dello Stato-istituzione, non si sia nemmeno presentata. La promessa del rimborso dell’80% delle spese per la riabilitazione delle imprese è fallita. Roberta, sconsolata, racconta come la sua famiglia si sia dovuta rialzare da sola incalzata dall’aiuto  organizzato dal comune con il fondo di solidarietà. La Regione Lazio le ha regalato 200 piatti, 100 bicchieri ed un forno, chiedendo ai commercianti le vecchie fatture per un eventuale rimborso degli strumenti che necessitano all’attività. Secondo la titolare ci vorranno anni prima di poter ripartire seriamente: non c’è ricostruzione nemmeno per le pratiche B (abitazioni con danni lievi). Ma Giulia è solare, come anche tutto il suo giovane staff. Amatrice è divisa in due. Da una parte la Vecchia Amatrice, ormai rasa al suolo dal sisma e dalle ruspe. Silenziosa. Vi rimane poco: il campanile, i resti della chiesa, la statua di Cola, un complesso di campane di tutte le frazioni vicine, la statua di Camilla il cagnolino che ha salvato in molti la notte del 24.

 

Dall’altra la Nuova Amatrice, caratterizzata da prefabbricati, container e traffico di veicoli. Movimentata ed ansiosa di rifiorire. Ci siamo stupiti della forza di volontà di quei cittadini così vessati psicologicamente dal terremoto. Vi è un clima surreale, si percepisce la sensazione di stare in una famiglia molto solidale, ci si saluta con un sorriso accompagnato da una lacrima. Ci si stringe forti appena si può. Non esistono ospiti o visitatori ad Amatrice, quando si passa il Ponte della Speranza si entra a far parte di un sistema di solidarietà grandioso, di una famiglia piuttosto allargata che non si pone confini e dove l’unica forza che muove il tutto è l’amore reciproco e nei confronti di quella terra. La signora Maria ci ha ringraziato molte volte, ci sembra doveroso ricordare lei come tutti gli amatriciani che il ringraziamento più sincero è il nostro.

Gianpaolo Plini

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