Velletri, bufera sul PD. Venditti (Stampa Romana): “Servadio e la poltrona impropria data a Zaccagnini”

VELLETRI (RM) – Un caso sicuramente da chiarire quello sollevato ieri durante la trasmissione web Officina Stampa dal giornalista Giovanni Venditti intervenuto in apertura puntata in rappresentanza del Sindacato Stampa Romana del Lazio. L’addetto stampa dell’ANCI Lazio non compare tra gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti. Almeno non figura negli elenchi pubblicisti e professionisti fruibili sul sito dell’Ordine aggiornati al 4 maggio 2018. Si tratta di Giorgio Zaccagnini, il cui nominativo è stato immortalato da Giovanni Venditti lo scorso 11 luglio 2017 sul sito ufficiale dell’Anci Lazio dove figura come “Responsabile Ufficio Stampa”.

La legge 150 del 2000, che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni parla chiaro

Per poter fare l’ufficio stampa è necessario essere un giornalista iscritto all’Ordine. “C’è stato addirittura un accordo – ha sottolineato il rappresentante del Sindacato Stampa Romana del Lazio – tra l’Anci nazionale e la Federazione nazionale della Stampa”. Zaccagnini, nella ricostruzione dei fatti di Venditti, sarebbe stato chiamato a ricoprire il ruolo di Responsabile Ufficio Stampa dallo stesso presidente dell’Anci Lazio che è anche il sindaco uscente, del partito Democratico, di Velletri: Fausto Servadio. Servadio avrebbe quindi scelto come responsabile stampa Giorgio Zaccagnini che oltre a non figurare tra gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti risultava essere il segretario giovanile del partito Democratico di Velletri. Una questione che lo stesso Venditti ha detto di aver esposto al vice segretario dell’Anci Lazio, senza sortire effetti, Giuseppe De Righi, figura di spicco del partito Democratico, presidente del Sistema bibliotecario dei Castelli Romani e già presidente per ben 15 anni della Comunità montana dei Castelli Romani.

E Giorgio Zaccagnini ad oggi figura essere il segretario del partito Democratico di Velletri

che sostiene il candidato sindaco del Pd Orlando Pocci che il prossimo 24 giugno andrà al ballottaggio con Giorgio Greci sostenuto dalla Lega, da Fratelli d’Italia e da molte liste civiche di area centrodestra. “Questo giovane – ha detto ancora Giovanni Venditti definendo i fatti come ancora più gravi – nel frattempo ha fatto anche carriera politica diventando segretario del partito Democratico di Velletri ed è anche candidato, quindi rischia di essere eletto e rischia di fare anche l’amministratore”.

IL VIDEO DELLA TRASMISSIONE OFFICINA STAMPA

Una vicenda questa che potrebbe scatenare una vera e propria bufera a Velletri

considerando anche il delicato momento politico che sta vivendo la città di Velletri che assisterà tra pochi giorni alla sfida finale tra il partito Democratico e il candidato di centrodestra, per il quale il rappresentante del Sindacato della Stampa Romana ha fatto presente che anche l’Ordine dei Giornalisti in base alla Legge 69 del 1963 potrebbe intervenire giudizialmente.




Parco Castelli Romani, l’istituto zooprofilattico conferma la presenza della Martora

ROCCA DI PAPA (RM) – La conferma arriva dall’Istituto zooprofilattico di Rieti, che ha eseguito gli esami del DNA su un esemplare trovato investito nella zona del Vivaro nel parco regionale dei Castelli Romani. I risultati hanno confermato che si tratta di una Martora, mammifero che si ipotizzava presente nel territorio castellano, ma senza conferme scientificamente valide.

La Martora è un animale protetto, un carnivoro appartenente alla famiglia dei mustelidi, che a causa della sua rigida territorialità è presente con densità particolarmente basse

le principali minacce provengono dalla riduzione e dalla frammentazione degli ambienti forestali a causa del disboscamento, degli incendi e dell’eccessiva pressione antropica. È un animale molto elusivo e difficilmente osservabile e soffre di un generale calo della popolazione in tutto il suo areale italiano.

Molto somigliante alla Faina, se ne differenzia per una macchia chiara di colore giallo sul ventre (anche se non sempre questa caratteristica è significativa per distinguere le due specie), il suo pelo marrone scuro lungo e morbido, si presenta più chiaro sul muso. Un esemplare adulto può raggiunger circa 1,2 kg di peso, la lunghezza varia dai 35 ai 55 cm e ha una coda molto lunga che può raggiungere i 30 cm. È un animale piuttosto solitario, il suo habitat preferito è il bosco dove di giorno può nascondersi tra la vegetazione e di notte va a caccia, predilige i rifugi sugli alberi ma non disdegna le cavità naturali o le tane scavate da altri animali. È un animale agile che si sposta facilmente tra i rami degli alberi e si nutre di uccelli, roditori, insetti e frutta.

Per un’efficace protezione della specie è prioritaria la conservazione degli ambienti forestali maturi, anche attraverso una gestione mirata alla riconversione ad alto fusto di ampie superfici di bosco; nel Parco, ad esempio, potrebbe giovare il mantenimento degli alberi vetusti e di quelli morti o deperienti anche all’interno delle particelle boschive destinate al taglio ceduo: una attenzione che i tecnici del Parco già prevedono, proprio al fine di migliorare l’habitat in favore degli animali e dell’ecosistema in generale.




Tor Bella Monaca, traffico di cocaina. Operazione “Torri Gemelle 2”: 20 arresti

ROMA – A seguito di serrate e complesse indagini, dalle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Gruppo di Frascati stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 20 persone (tra cui 1 donna), appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di sostanza stupefacente del tipo cocaina, radicata nella città di Roma con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Le indagini, condotte dal febbraio al giugno 2016, dai Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, traggono origine da un precedente segmento investigativo che aveva consentito, agli stessi militari, nel giugno del 2016, di dare esecuzione ad un’altra ordinanza che disponeva misure cautelari nei confronti di 33 persone appartenenti alla medesima associazione, atteso che lo svolgimento delle precedenti indagini, a partire dall’anno 2014, aveva dato contezza dell’esistenza di una ampia organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere (per lo più cocaina ed hashish) davanti alle palazzine popolari ubicate tra il civico N.322 e N.338 di Via San Biagio Platani, nel quartiere romano di Tor Bella Monaca.

Le attività di prevenzione e controllo del territorio svolte dai Carabinieri avevano consentito di evidenziare una costante attività di spaccio da tempo espletata, in forma che appariva organizzata, da un numero particolarmente elevato di pusher, stabilmente presenti nei luoghi e continuativamente dediti allo spaccio, facenti capo ad un giovane 26enne del luogo, pregiudicato per armi e stupefacenti. Alla conclusione emergeva un sodalizio estremamente radicato sul territorio e gli esiti delle indagini svolte con metodi tradizionali ed attività tecniche attestavano l’elevatissimo volume d’affari dell’associazione, profitti derivanti da un’incessante attività di spaccio, tanto serrata da incrementare notevolmente il quantitativo di stupefacente immesso nel mercato romano.

L’esecuzione dell’ordinanza che disponeva misure cautelari del giugno del 2016 che pur aveva portato ad un forte ridimensionamento dell’organizzazione criminale, con l’arresto dei vertici e dei più importanti esponenti, ha però rappresentato solo l’inizio di una più ampia attività di indagine condotta dai Carabinieri, sotto le direttive della locale DDA, finalizzata a contrastare in modo concreto ed efficace il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’intera borgata di Tor Bella Monaca.

Più in particolare, il monitoraggio della piazza di spaccio nella fase post-esecuzione ha consentito di acclarare una inesauribile e non sottovalutabile capacità evolutiva dell’associazione in grado di fronteggiare anche lo stato di detenzione dei suoi vertici ed una non parificabile duttilità e capacità di adattarsi a tali circostanze; come evidenziato dagli oltre quaranta arresti in flagranza con contestuale sequestro di migliaia di dosi di cocaina, operati dai Carabinieri, in quel luogo, anche nelle fasi successive e precedenti alle indagini del 2014.

Nonostante l’evoluzione dell’organigramma criminale dell’associazione, le indagini svolte hanno consentito di giungere all’identificazione dei nuovi sodali e di accertare i nuovi ruoli ricoperti dai soggetti, che nelle precedente indagini, avevano ricoperto un ruolo solo marginale, cui è spettato l’onere di raccogliere l’eredità dei vertici arrestati nel 2016, al fine di garantire la continuità delle illecite attività; necessaria a dimostrare la costante ed inesauribile presenza del sodalizio nel territorio e a garantire il mantenimento dei sodali reclusi e delle loro famiglie.

Quella odierna è solo l’ultima delle importanti e recenti attività investigative condotte dai Carabinieri e dalla DDA nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, finalizzate alla disarticolazione di consolidati sodalizi criminali che, per anni, hanno gestito il traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere, rendendolo terreno fertile, proficuo e tristemente noto per lo spaccio tra le palazzine popolari. Tali operazioni testimoniano la costante attenzione degli inquirenti sul fenomeno in atto e la capacità investigativa di monitorare, anche nelle fasi successive ad importanti indagini, le evoluzioni dei sodalizi criminali e di individuare, immediatamente, i nuovi vertici, al fine di stroncarne “sul nascere” qualsiasi tentativo di riorganizzazione.

Di comprovata importanza, le dichiarazioni testimoniali rese ai Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca, nel febbraio 2016, da uno dei pusher stabilmente impegnati nelle attività di spaccio, che, oltre a fornire importanti elementi investigativi, permetteva di accertare lo stato di completa sudditanza dei consociati al volere dei vertici del gruppo criminale, pronti a reprimere, con violenza, qualsiasi tentativo di “disobbedienza” e a “punire” con aggressioni di gruppo quei sodali, ritenuti responsabili di eventuali errori nell’espletamento dei turni di lavoro loro designati (ammanchi di stupefacente, di denaro, ecc..).

Altro elemento chiave dell’odierna indagine, la testimonianza di un collaboratore di giustizia, prima ai vertici dell’associazione, le cui dichiarazioni hanno permesso di far luce sulle modalità ed i tempi di spaccio dell’organizzazione, di delineare con esattezza i  ruoli dei vari sodali, confermando una programmatica rimodulazione strutturale che ha garantito la prosecuzione delle attività di spaccio. Le dichiarazioni rese dal collaboratore e dal testimone hanno offerto, per la prima volta, la possibilità di conoscere le dinamiche dei gruppi criminali dall’interno, e, pertanto, costituiscono senza dubbio un importante viatico anche per le indagini future.

Sulla piazza si è registrata la presenza di pusher italiani di diverse età, compresi minorenni, di sesso sia maschile che femminile, e di diversa nazionalità. Tra i clienti vi erano, invece, sia uomini che donne, di diverse estrazioni sociali e età (dai 18 ai 55 anni) e non si esclude anche alcuni minorenni. Nel corso di quest’ultima parte delle indagini, sono già state arrestate in flagranza 13 persone e recuperato un significativo quantitativo di cocaina e documentati oltre duecento episodi di spaccio.

L’operazione ha interessato oltre duecento Carabinieri coadiuvati dai cinofili, da un elicottero dell’Arma e da personale dell’8° Reggimento Carabinieri “Lazio”.




Castel Gandolfo, scomparso Elnur Babayev: arrivati due macchinari da Milano

CASTEL GANDOLFO (RM) – Continuano senza sosta le ricerche di Elnur Babayev, il ragazzo 29enne dell’Azerbaigian annegato e disperso nelle acque del lago Albano a Castel Gandolfo sabato pomeriggio 2 giugno mentre faceva il bagno in compagnia di un suo amico coetaneo ad oltre 200 metri dalla riva. I due avevano affittato un pedalò per trascorrere un po’ di tempo immersi nel magnifico paesaggio gandolfino, rilassati, in uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia.

Ieri sono arrivati due macchinari da Milano che daranno un impulso fondamentale alle ricerche. Si tratta di Side Scan sonar, strumenti ormai di largo uso in geologia marina. I macchinari sono stati montati sulle imbarcazioni: la barca del Parco Regionale dei Castelli Romani e un’imbarcazione più piccola. Uno strumento è utilizzato per l’indagine delle coste entro i 400 metri e l’altro per le acque profonde oltre i mille metri. È a tutti gli effetti un sonar, ma a differenza di questo, restituisce un’immagine tridimensionale del fondale, avendo la possibilità di emettere impulsi laterali. Gli impulsi sonori che emette sono tra i 100 e i 500 KHz, ma più alta sarà la frequenza utilizzata, quindi la risoluzione dell’immagine, e minore sarà l’angolo di visualizzazione. Sarà quindi il tecnico, man mano che si procede con l’analisi del fondo a decidere se preferisce una visione più ampia o un’immagine più definita.

Il side scan sonar è formato da uno strumento simile a un piccolo siluro che procede in acqua, chiamato “pesce”, da un cavo che trasporta i dati rilevati sull’imbarcazione, e da un’unità di controllo dati e registrazione, in genere un pc portatile.

L’unità subacquea viene trainata dall’imbarcazione lungo le rotte precedentemente decise. L’impulso sonoro viene mandato da due trasduttori presenti sul “pesce”.

Ma l’attività della stazione dei Carabinieri di Castel Gandolfo, dei Vigili del fuoco e dei sommozzatori è incessante. Di notte e di giorno. Sono giorni di attesa estenuante. L’obbiettivo condiviso è quello di ritrovare il prima possibile il corpo di Elnur Babayev

Anche ieri fino alla sera, il padre di Elnur insieme a un gruppo di amici hanno stazionato tutto il giorno sulle rive del lago per presenziare alle ricerche. Come sempre è arrivato anche il secondo segretario presso l’ambasciata dell’Azerbaigian in Italia console Sarkhan Aghakishiyev che ha aggiornato i familiari sullo stato delle ricerche dopo aver parlato con il comandante dei Vigili del Fuoco e il maresciallo della stazione dei carabinieri di Castel Gandolfo.

La difficoltà di queste ricerche sta nel fatto che non si conosce il punto esatto dove si trova il corpo e quindi si lavora sulla base di un’area che si presume possa contenere il cadavere di Elnur. E parliamo di circa quattro ettari. Al momento sono stati battuti più 15 mila metri. Per il momento è necessario soltanto aspettare, potrebbe volerci qualche ora come qualche giorno.

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Roma, nuovo stadio Tor di Valle: arrestato Adriano Palozzi, Luca Lanzalone, Luca Parnasi e Michele Civita

Nove arresti dei carabinieri nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo su un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma.

Arrestato l’imprenditore Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova che sta realizzando il progetto dello Stadio, mentre ai domiciliari Luca Lanzalone, l’attuale presidente Acea (di cui il Comune detiene il 51%) che ha seguito, in veste di consulente per la giunta cinquestelle, il dossier sulla struttura che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle e il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi di Forza Italia.

Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Fi), l’imprenditore Luca Parnasi e l’ex assessore regionale Michele Civita del Pd. Arrestato pure il presidente di Acea, Luca Lanzalone. Quest’ultimo ha seguito, in altra veste, il dossier sulla struttura che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle.

C’è anche il capogruppo degli M5S in campidoglio, Paolo Ferrara, tra i 27 indagati dell’inchiesta. Nei primi mesi del 2017 Ferrara aveva partecipato alla trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica della prima stesura del progetto sulla struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle.

Civita si trova agli arresti domiciliari come Lanzalone e Palozzi. Sono invece in carcere il costruttore proprietario della società Eurnova che sta realizzando il progetto dello Stadio, Parnasi, e altri 5 suoi collaboratori.

I militari dell’Arma stanno inoltre proseguendo le perquisizioni domiciliari.

Nomi importanti anche tra gli indagati: il presidente dell’ordine degli avvocati, Mauro Vaglio, vicino al Movimento 5 Stelle, il consigliere capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni, e Paolo Ferrara, capogruppo in Campidoglio del Movimento 5 Stelle. La società As Roma è invece estranea alle indagini.

Gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti

Sono diversi e di diversa provenienza i politici arrestati stamattina all’alba dai carabinieri del nucleo investigativo. Nove in tutto le persone colpite da misure cautelari, sei in carcere e tre ai domiciliari, tra i quali politici e imprenditori: l’accusa degli inquirenti è che siano parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di condotte corruttive. Il tutto per le procedure legate alla realizzazione dello stadio di Tor di Valle

L’inchiesta potrebbe portare allo stop dell’intero progetto modificato. Proprio ieri era scaduto il termine per presentare le osservazioni al progetto e si era fissata la scadenza per le controdeduzioni per le quali è stato dato un tempo di 30 giorni. A metà luglio sarebbe prevista la delibera col progetto variato da inviare alla Regione Lazio per l’ok definitivo. Ma ora arresti e indagini potrebbero imporre lo stop al progetto.

 




Dramma della gelosia ai Castelli Romani, ristoratore spara al marito della presunta amante

ROCCA PRIORA (RM) – I Carabinieri della Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frascati e della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato un 51enne ristoratore dei Castelli Romani e un 52enne di Rocca Priora, al termine di una lite tra i due, sfociata per motivi di gelosia, il tutto condito dai fumi dell’alcol.

I fatti

Ieri pomeriggio, il 52enne accecato dalla gelosia e presumendo una relazione, non accertata, tra la sua donna e il ristoratore, si è recato da quest’ultimo, prima presso la sua attività commerciale, facendo una scenata e minacciandolo di morte, e successivamente lo ha raggiunto a casa. Presso l’abitazione del ristoratore, l’uomo accecato dalla gelosia, ha fatto di tutto per cercare di entrare in casa, violando il domicilio con violenza sulle cose, danneggiando e sfondando la porta d’ingresso dell’abitazione, costringendolo a restare dentro l’abitazione con violenza e minaccia. Dall’interno di casa, il ristoratore ha risposto esplodendo un colpo di pistola che ha ferito, per fortuna, di striscio l’aggressore. A quel punto, l’uomo ferito, dopo aver fatto ulteriori danni nel cortile dell’abitazione con la sua auto, è rientrato a casa propria e ha chiamato i Carabinieri.

I militari ci hanno messo un po’ per sbrogliare la matassa e alla fine, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri hanno arrestato entrambi. Il ristoratore 51enne per tentato omicidio e l’uomo geloso per violazione di domicilio e violenza privata.

L’arma utilizzata per fare fuoco è risultata essere stata detenuta illegalmente dal ristoratore, come pure una doppietta e una carabina trovate dai Carabinieri in casa. Il ferito, visitato da personale sanitario dell’Ospedale di Frascati, ha riportato “una ferita lacero contusa al braccio destro”, giudicata guaribile in giorni 10 giorni. Entrambi gli arrestati sono stati associati presso il carcere di Velletri a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Castel Gandolfo, disperso Elnur Babayev: dai video alle ricerche fino alle comunicazioni Azerbaigian – Italia. Ecco i fatti

CASTEL GANDOLFO (RM) – Ci sono due video che riprendono gli ultimi istanti di vita di Elnur Babayev, il ragazzo 29enne dell’Azerbaigian annegato e disperso nelle acque del lago Albano a Castel Gandolfo sabato pomeriggio scorso mentre faceva il bagno in compagnia di un suo amico coetaneo ad oltre 200 metri dalla riva. I due avevano affittato un pedalò per trascorrere un po’ di tempo immersi nel magnifico paesaggio gandolfino, rilassati, in uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia.

Elnur Babayev – I video

Dai brevi video, uno di un minuto e l’altro di un minuto e mezzo, si evince che il clima tra i due giovani era tranquillo e giocoso. Elnur è stato ripreso dall’amico con lo smartphone e durante il video dice: “Dai, riprendimi, guarda com’è bello questo posto! Le acque sono limpide, sono pulite, al contrario di quello che dicono, qui è bellissimo!”
Nel secondo video si vede Elnur che indossa la ciambella alla vita e simula il gesto del nuoto e poi, secondo quanto riportato dal suo amico, avrebbe detto “voglio provare senza salvagente”. Il problema è che il giovane non sapeva nuotare e il lago non è il mare, si cola a picco in pochi secondi.

La tragedia diElnur Babayev

Elnur si butta in acqua ma inizia a bere. L’amico gli tira la ciambella rimasta a bordo e si tuffa per salvarlo ma anche lui non sa nuotare bene. Elnur si aggrappa al suo collo, tenta di tenersi a galla ma ritorna giù. Anche l’amico ha difficoltà però, alla fine, riesce ad aggrapparsi al pedalò. Per Elnur invece non c’è nulla da fare. In quel momento, passa una famiglia di Genzano a bordo di un pedalò: mamma padre e figlio minore. Si avvicinano e soccorrono l’amico di Elnur che è riuscito a salvarsi. Il ragazzo fa capire subito che con lui c’era un’altra persona e che è affogato. La donna, un’infermiera, sale sul pedalò dei due ragazzi e rimane con l’amico di Elnur per segnalare ai soccorritori il punto in cui è successa la tragedia. Il ragazzo superstite, visibilmente in stato di choc, ha iniziato a sentire dolore al petto e alla spalla sinistra, L’infermiera lo ha voluto accompagnare a riva. Ad aiutarli anche l’equipaggio della barca del Parco Regionale dei Castelli Romani che li hanno recuperati e hanno preso anche l’altra ciambella che era rimasta in acqua.

Le ricerche di Elnur Babayev

Nel frattempo sono già arrivati i Carabinieri della stazione di Castel Gandolfo, i Vigili del Fuoco con l’elicottero, l’imbarcazione e i sommozzatori nel posto indicato dal superstite. Le ricerche sono partite subito e sono state estese anche a nord della costa perché si è pensato che con la corrente il corpo potesse essersi spostato in quella direzione.
Dopo circa un’ora arriva sul posto anche il secondo segretario presso l’ambasciata dell’Azerbaigian in Italia console Sarkhan Aghakishiyev che da subito ha presenziato sul posto alle ricerche ed è rimasto accanto all’amico sopravvissuto e ancora oggi, a una settimana di distanza è in costante contatto con il comandante dei carabinieri della stazione di Castel Gandolfo .

Quel tragico sabato

L’elicottero sorvola il lago in contatto con i sommozzatori fino alle 21 di sera per poi rientrare a causa della mancanza di visibilità. Ma i vigili del fuoco proseguono ininterrottamente le ricerche anche mediante l’aiuto di un sonar fino all’una di notte. Il comandante consegna al console i documenti del ragazzo annegato. Tutti e due gli amici risultano domiciliati a Roma dove da circa due anni frequentavano un’università. Il maresciallo della stazione dei carabinieri il quale nel frattempo ha informato il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Velletri, la dottoressa Giuseppina Corinaldesi, inizia ad ascoltare i testimoni e il superstite in caserma. Acquisisce anche i filmati che ha fatto l’amico poco prima della tragedia. Il giorno dopo arriva anche Mammad Ahmadzada, ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia. Si interessa delle ricerche, segue passo passo tutto il caso dall’inizio. La domenica un elicottero dei Carabinieri sorvola tutto il lago

La geolocalizzazione

Dai video dell’amico gli inquirenti riescono ad individuare la geolocalizzazione del punto in cui si trovavano con il pedalò. Gli investigatori così hanno potuto individuare un quadrilatero di 10 mila metri quadri dove, anche i questo momento, i sommozzatori stanno lavorando. Ogni 36 metri mettono un punto e proseguono. Eseguono il cosiddetto “controllo a chiocciola” con la speranza di trovare il corpo.
L’ambasciatore sta facendo il possibile, segue da vicino la vicenda ora dopo ora. Si relaziona almeno tre volte a giorno con il comandante della stazione dei Carabinieri di Castel Gandolfo.

Il padre di Elnur Babayev

Quando è arrivato il padre è stato accompagnato dal console e dall’ambasciatore a vedere il posto in cui si è disperso suo figlio. Il padre è stato accerchiato dai giornalisti. L’uomo, parlando anche con i media sul posto, si è convinto in qualche modo che non ci fossero abbastanza uomini impegnati nelle ricerche per il figlio. Il padre è un pensionato, ex dipendente comunale a Baku, capitale dell’Azerbaigian. Il padre, distrutto dal dolore per il figlio e sicuramente influenzato anche da pareri esterni, ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa in Azerbaigian.

Comunicazioni Azerbagian – Italia

Così dalla patria dello scomparso sono iniziate le pressioni al ministero Affari Esteri italiano, convinti forse che le ricerche fossero condotte con superficialità. Dall’Azerbagian agli affari esteri italiani parte la richiesta di avere maggiori rinforzi delle ricerche.
Fatto sta che questo clima di critiche e tensioni non rende onore a tutti quegli uomini e volontari impegnati nelle ricerche del corpo del giovane Elnur Babayev. Addirittura un gruppo di amici della vittima si sono messi a sventolare le bandiere dell’ Azerbagian in spiaggia, quasi fosse un segnale di protesta e in mezzo a loro c’era anche il papà del giovane disperso.

Le ricerche di Elnur Babayev continuano

I carabinieri, Vigili del Fuoco, protezione civile e altri volontari non si sono mai fermati. Tanto per dare un ulteriore dati sono impiegati nelle ricerche al lago Albano tutti i sommozzatori del Lazio. Dodici uomini impegnati 24 ore su 24 per scandagliare metro quadro dopo metro quadro il fondale del lago. Gli inquirenti hanno fatto sapere che le ricerche non si fermeranno fin quando non sarà stato recuperato il corpo.




Velletri, elezioni: è ballottaggio tra Pocci e Greci

VELLETRI– Rimangono ancora 20 sezioni da passare a scrutinio sulle totali 42. È sicuro il ballottaggio tra Giorgio Greci sostenuto da 9 tra liste civiche e partiti, tra cui figurano Fratelli D’Italia e Lega, che prende il 29% e il candidato di area centrosinistra Orlando Pocci col 39%.

 

Il Movimento 5 Stelle anche schierando il fratello dell’attuale ministro della Difesa Elisabetta Trenta, Paolo Trenta registra un 11%.  Un’altra sezione del centrodestra che accorpa anche Forza Italia con l’aspirante Alessandro Priori non si spinge oltre il 10,7%.

 

 

 9% per CasaPound legata ad altre due liste civiche, mentre poco al di là del 2% per Augusto Di Lazzaro e Stefano Pennacchi. Continua però lo scrutinio anche se si rendono noti alcuni disordini al seggio 26.

Gianpaolo Plini




Genzano, Infiorata 2018: scatti e dietro le quinte. Il reportage de L’Osservatore d’Italia

GENZANO DI ROMA (RM) – 240esima edizione della storica Infiorata per Genzano di Roma dove nella giornata clou di oggi i maestri infioratori hanno realizzato 2 mila metri quadri di opere floreali su via Italo Belardi. Un’edizione 2018 che è stata organizzata sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Lazio e della Città Metropolitana di Roma Capitale.

Nata oltre due secoli fa come manifestazione locale, l’Infiorata di Genzano di Roma nel corso della sua storia si è trasformata in un evento internazionale di arte, cultura e fede che attrae ogni anno oltre 150.000 visitatori dall’Italia e dall’estero per godersi i meravigliosi quadri infiorati che colorano l’antica via Livia (oggi via Italo Belardi) rendendola una vera e propria opera d’arte. Nel 2011 è stata riconosciuta dal ministero del Turismo ‘Patrimonio d’Italia per la tradizione’ quale “espressione della capacità di promuovere il turismo e l’immagine nazionale e di valorizzare la storia e la cultura del territorio con un’interpretazione adeguata ai tempi di oggi”. Per festeggiare l’importante traguardo raggiunto si è scelto un tema che potesse dare libero sfogo all’arte dei maestri infioratori. Da qui il titolo: L’Infiorata di Genzano di Roma. 240 anni di storia, arte e tradizione.

E a fare gli onori di casa, per il secondo anno di seguito, il sindaco di Genzano Daniele Lorenzon

Un Lorenzon visibilmente soddisfatto questa mattina insieme al neo vice sindaco Giuseppe Guarrera di fronte all’ingresso di palazzo Sforza Cesarini, in attesa di tenere il discorso di benvenuto. Presenti alla manifestazione l’intera Giunta comunale, il presidente del Consiglio comunale, il Segretario comunale e numerosi ospiti istituzionali tra i quali il vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo,  il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello e il primo cittadino della città di Marino, collega pentastellato nell’area castellana di Lorenzon.

“Quest’anno, per la prima volta nella storia dell’Infiorata, abbiamo ottenuto due importanti riconoscimenti – ha spiegato il Sindaco Daniele Lorenzon –: il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e l’alto patrocinio del Parlamento europeo, segno di come la nostra manifestazione abbia sempre più un respiro internazionale, lo stesso che vorrei far raggiungere anche alla dimensione culturale di Genzano. Ciò che rende viva nel tempo una meta turistica è la capacità di creare e mantenere una visione del futuro comune e condivisa”.

Gli uomini dell’IRCOT – Interforce Resilience Coordination Training si sono calati da palazzo Sforza Cesarini con la bandiera tricolore

Ad attrarre l’attenzione dei numerosi turisti intervenuti già dalle prime ore della mattinata di oggi, gli uomini dell’IRCOT – Interforce Resilience Coordination Training – che si calavano con le corde dalle finestre di palazzo Sforza Cesarini e che a mezzogiorno sono discesi portando la bandiera tricolore.

Artista ospite d’eccezione di questa edizione speciale dell’Infiorata di Genzano l’artista capitolina Veronica Montanino che ha presentato due opere.

Meritevole di particolare attenzione l’opera floreale che misura 5,5 metri di larghezza per 39 di lunghezza meglio conosciuta come il quadro delle “scalette”

Si tratta del bozzetto numero 13 dal titolo “Saluti da Genzano, tra tradizione, storia e arte” e ha visto come ideatori: Silvia D’Onorio, Marco Casini, Francesca Regano, Daniele Becherelli, Arianna Salustri, Rachele Morani, Eleonora Sciattella, Massimo Sciattella. Un’opera dedicata alla cultura della città di Genzano che racchiude gli elementi della tradizione, della storia e dell’arte italiana.
La cultura di Genzano è legata inevitabilmente all’Infiorata, tradizione che quest’anno festeggia 240 anni (1778-2018). Nell’opera sono inserite tre cartoline storiche: La Tradizione: che introduce il quadro, lo stendardo del manifesto storico del 1911, che incornicia il profilo dell’antico Duomo Santa Maria della Cima e una delle due fontane Clementine. In primo piano la figura di Donna Livia nel tradizionale costume della festa. A realizzare il quadro: Silvia D’Onorio, Marco Casini, Francesca Regano, Daniele Becherelli, Arianna Salustri, Rachele Morani, Eleonora Sciattella, Massimo Sciattella, Emanuela Amesdem, Vittoria Amesdem, Maria Grazia Barbaliscia, Patrizio Becherelli, Lorella Bianchini, Marco Bianchini, Alessandro Boccali, Vittorio Caccavale, Grazia Calamante, Giorgio Callegari, Paola Centis, Marco Colacchi, Gianluca Cucci, Filomena Mariapia Cusano, Patrizia D’Annibale, Giacomo De Angelis, Simona De Luca, Roberta Denicolò, Stefania DeTora, Fabio Di Mario, Denise Diamanti, Andrea Diamanti, Giulia D’Onorio, Paolo Ducci, Viviana Ercolani, Giada Galieti, Francesca Laurenti, Biagio La Fortezza, Giuseppe Maione, Sandro Mancini, Luca Mancini, Domitilla Massa, Massimo Massimi, Eleonora Minervini, Sara Nasoni, Manuela Reche Castillo, Gianluca Salustri, Chiara Salustri, Benedetta Sciattella, Giorgio Roberto Sciattella, Gianni Sciattella, Elisabetta Voltan, Isabella Trombetta, Riccardo Fiandra, Lorenzo Iagnocco, Paolo Schiaffini, Gianlorenzo Schiaffini, Francesca Ranauro, Jacopo La Fortezza.

Lungo l’elenco di petali, foglie, terre e cortecce necessari per la realizzazione dei quadri dalle infinite sfumature. Oltre ai circa 350.000 steli di garofano si trovano: ginestra, sausa, finocchiella, seme di pino, crisantemo, corteccia di pino, nero vite, granturco, riso, salvia, peperoncino, grano, soia, bucce di pinoli, origano, nero caffè, crusca, nero pigna.

Ad assicurare la sicurezza nel corso dell’intera durata della manifestazione diverse postazioni dei carabinieri di Genzano diretti dal Maresciallo Capo Pietro Moccia, della polizia di stato di Genzano diretta dal vice Questore Irene Di Emidio, della polizia locale di Genzano diretta dal Tenente Gianfranco Silvestri, oltre agli uomini della Protezione Civile e alle postazioni della Croce Rossa italiana.

Alessandro Poggio

 




Marino, via dei Laghi: importuna gli automobilisti con un sasso in mano: intervengono i carabinieri

MARINO (RM) – Momenti di paura questa mattina sulla via dei Laghi all’altezza del semaforo di Marino dove un giovane con un grosso sasso in mano e in evidente stato confusionale si è messo a importunare gli automobilisti. A quanto si è capito sembrerebbe che la sua intenzione era quella di introdursi nelle vetture. Diversi gli automobilisti che si sono spaventati alla vista dell’uomo che in mano aveva una grande pietra scura.

A intervenire sul posto i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Castel Gandolfo. I militari, allarmati probabilmente dagli stessi automobilisti, hanno cercato di calmarlo nonostante l’uomo era in stato di agitazione. A quanto pare il giovane aveva già subito una terapia per dei problemi psichiatrici. Per lui è scattato pertanto un Tso, trattamento sanitario obbligato. I carabinieri hanno quindi ristabilito la sicurezza sul tratto della via dei Laghi in un momento di agitazione gli automobilisti e le persone presenti.




Roma, scoperta centrale di riciclaggio di auto: la base in un’officina a Monte Compatri

ROMA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato 5 persone e scoperto una carrozzeria utilizzata come base logistica del riciclaggio di veicoli. In manette sono finiti 2 cittadini romani e 3 pakistani, di età compresa tra i 23 e 68 anni.

I Carabinieri sono arrivati a loro a seguito di una serrata indagine iniziata, lo scorso 19 maggio, con l’arresto di un 42enne egiziano, bloccato, in via Tuscolana, a bordo di un furgone carico di parti di autovetture, targhe contraffatte e una moto risultata rubata. La successiva perquisizione nel box del fermato, consentì il rinvenimento di altri 9 motoveicoli rubati, di numerose targhe contraffatte, di parti di veicoli tagliati e telai con numeri identificativi abrasi.

Dopo quella scoperta, i Carabinieri hanno iniziato minuziosi riscontri che hanno permesso di accertare la presenza di un canale di collegamento che dal garage del 42enne conduceva ad un’officina in via degli Artigiani a Montecompatri.

Ieri è scattato il blitz, i Carabinieri hanno sorpreso i cinque complici intenti a tagliare un’autovettura, risultata rubata lo scorso 24 maggio, e li hanno bloccati.

L’ispezione del locale e dell’intera area, che è stata sequestrata, ha portato al rinvenimento di 8 autovetture e 3 furgoni, tutti rubati nella Capitale, numerose targhe con relativi documenti di circolazione, migliaia di pezzi di ricambio di motori e parti di carrozzeria privi di numero di telaio, oltre a numerose targhette identificative di telai contraffatti.

L’attività dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma ha portato alla luce anche elementi che fanno ritenere gli arrestati dediti alle truffe in danno di assicurazioni, attraverso l’emissione di fatture/ricevute attestanti la riparazione di veicoli incidentati con pezzi usati e/o oggetto di furto in luogo di quelli nuovi originali, anche attraverso l’esibizione dei cartellini identificativi, contraffatti, dei ricambi di fabbrica che i sono stati rinvenuti.

Nell’area sono successivamente intervenuti anche i Carabinieri del NOE Nucleo Operativo Ecologico di Roma per la verifica di eventuali reati ambientali, in particolare inerenti lo smaltimento e lo stoccaggio di materiali e liquidi tossici.

Gli arrestati, accusati di riciclaggio in concorso, sono stati portati in carcere a Velletri, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.