Albano Laziale: Melania Fiore in scena all’Anfiteatro con “Odissea di Alice nel paese della realtà”

ALBANO LAZIALE (RM) – Importante spettacolo dell’attrice Melania Fiore in scena giovedì 26 luglio alle ore 21:00 presso l’Anfiteatro Severiano di Albano ODISSEA DI ALICE NEL PAESE DELLA REALTÀ promosso dall’Assessorato Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Albano Laziale. Per informazioni e prenotazioni contattare il 3453918529

Uno spettacolo che racchiude una inaspettata e travolgente magia regalata dalla maestria e bravura dell’attrice Melania Fiore

“Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi.
È dall’altra parte della vita …”

Così inizia un celebre libro di Celìne, “Viaggio al Termine della Notte”, un libro che mi ha commosso e turbato profondamente molti anni fa, ed è anche il tema fondante del mio spettacolo: il Viaggio. Il Viaggio di una giovane donna dentro se stessa e le proprie possibilità, il Viaggio verso la maturità nell’odierna società “liquida”, talvolta surreale, perversa e paurosamente demenziale, tanto che la donna-bambina protagonista di questa straordinaria avventura si chiama, non a caso, Alice.
Ma se il mio spettacolo per certi versi s’ispira, dal punto di vista iconografico e strutturale al ben noto romanzo del grande Lewis Carroll e prende in prestito alcuni nomi e luoghi dell’Odissea di Omero, per altri è esattamente il suo doppio poiché la mia Alice viaggia nello stralunato mondo fantastico e a tratti demoniaco dei sogni che è copia perfetta della “realtà” di oggi, di gran lunga più grottesca: una “realtà” dove la gente dialoga, litiga e amoreggia ore e ore con mostri elettronici di varie dimensioni, vive una vita, spesso senza accorgersene, spiata e manipolata nel pensiero e nelle azioni dagli occhi maliziosi e le braccia invisibili e industriose d’un “Grande Fratello” che non è Dio, dove abbondano nella quotidianità personaggi d’inconcepibile assurdità e la cui feroce crude tà ha il sapore di una farsa tragica. Alice, definita “occhio azzurro, mente colorata, farfalla danzante,” è una ragazza intelligente, generosa e sensibile. Conosce la sofferenza e ha imparato a convivere con la solitudine, con la sua condizione di straniera in una società mediocre dove chi è diverso o speciale è immediatamente emarginato. Non avendo interlocutori, Alice parla con se stessa, e i suoi amici di stoffa, Twinky e Memi. Un giorno, addormentata ai piedi di un albero, leggendo si addormenta e quando si risveglia vede, o crede di vedere, un essere metà uomo metà coniglio, che attraversa la strada di corsa, sparendo nel nulla. Improvvisamente capisce che il perché della sua visione è nel libro che stava leggendo: esso si trasforma in un libro “vivo”, che le parla, la fa entrare nella storia, suggerendole di seguire quello strano essere, che altri non è che un pretesto per seguire Fantasia, la dea grazie alla quale potrà raggiungere la Felicità, da lei tanto agognata.

Danzando finisce in una barca creata dalla sua immaginazione, e con essa prenderà il mare, imbattendosi fin da subito in un ragazzo timido e solo, straniero alla vita anche lui, e che tra l’altro non ricorda il suo nome. Due solitudini che s’incontrano, un’amicizia che nasce, con momenti esilaranti ma anche teneri e commoventi. E’ il suo primo vero amico. Ma non appena quell’amicizia così delicata sta per sbocciare e trasformarsi in un sentimento più grande, ecco pericoli ed insidie del destino, che metteranno a dura prova Alice. Ma è tutto così avvolgente, così colorato, così assordante, così ipnotico che la stessa Alice non riesce a ribellarsi a tutto questo, fino a che non prende coscienza del fatto che la vita non può essere vissuta senza lasciarsi andare e senza rischiare mai e seppur nella sofferenza, tra mille rocambolesche avventure, vale la pena di viverla, continuare quel Viaggio dove si fondono Reale e Sogno, Desiderio e Dolore, Coraggio e Paura, senza arrendersi all’Ineluttabilità del Fato come fece appunto Ulisse, eroe assolutamente moderno, che superò se stesso e i suoi limiti per raggiungere Itaca- la terra della felicità primigenia, la terra da cui ripartire. E’ infatti proprio nel momento in cui Alice impara ad usare con intelligenza le proprie risorse senza soccombere a quei mostri virtuali eppur reali, senza lasciarsi incantare dalle sirene, con lucidità, ironia e capacità di metamorfosi, che intravede finalmente, la felicità. Sarà un viaggio ben oltre i confini dell’immaginazione: uno spettacolo esplosivo e vitale, variopinto e tragicomico, che è insieme racconto, confessione esilarante ed esaltante al fine di illustrare ancor meglio la solitudine di chi combatte la propria battaglia per l’esistenza.
Alice è la donna di oggi: fragile, tenera ma anche forte e capace di resistere a tutte le avversità, pronta a rinunciare a tutto per un amore dichiaratamente impossibile, ma soprattutto capace di stupirsi e guardare il mondo con la stessa purezza dei bambini …..Sarà l’inaspettato la parte più interessante del suo e del nostro Viaggio.

Melania Fiore

BIOGRAFIA MELANIA FIORE

Vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti teatrali l’attrice, autrice e pianista Melania Fiore si laurea con lode in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università Roma3 e si diploma col massimo dei voti presso la Scuola di formazione biennale di recitazione “MOLIERE” di Mario Scaccia nel 2002, con un saggio su Galantuomo per transazione di G. Giraud, in cui interpreta il ruolo di Elisa e Shakespeare, montaggio di varie scene tratte dalle opere del Bardo, in cui interpreta il ruolo di Rosalinda del Come vi piace. Dopo il diploma continua a studiare e a lavorare a fianco di Mario Scaccia per circa dieci anni. Il grande e compianto Maestro la sceglie come protagonista in molti suoi spettacoli, come Teatro comico e no con testi di M. L. Spaziani e Questa cosa vivente detta guidogozzano dove M. Fiore è attrice e pianista, Alcyone di G. D’Annunzio, insieme agli etoilès del Teatro dell’Opera, in tournèe in Italia, l’acclamato Chicchignola di E. Petrolini, che debutta presso il Teatro Parioli di Roma, L’amore in guerra, nella sua prima edizione, con testi di Bertold Brecht e Salvatore Quasimodo.Intanto Melania perfeziona gli studi di recitazione con laboratori importanti: dopo il laboratorio annuale di Living Theatre diretto da Cathy Marchand, va in scena presso il Teatro Ateneo della Sapienza con l’Antigone di Bertold Brecht. Continua poi con Giorgina Cantalini, Giles Smith, Daniele Salvo, Mauro Avogadro, che la dirige in una mise en space a Villa Piccolomini dove interpreta il ruolo di Cleonice in scene tratte da La Lisistrata di Aristofane. Nel 2013 frequenta a Berlino la Theatre Summer School Berlin dove studia con Nicole Kehrberger.Lavora in molte compagnie mentre continua a suonare il pianoforte, che ha studiato per oltre dieci anni sotto la guida del Maestro Lamberto Desideri e affina le capacità di scrittura teatrale. Pubblica racconti e inizia a scrivere per il teatro nel 2008.
Nel 2011 fonda insieme all’attore, regista e autore Aldo E. Castellani la Compagnia Libere onde Teatro con cui produce vari spettacoli, tra cui “L’amore in guerra”, “Tutto il mio amore”, “Partigiana”.
Nel 2012 è la protagonista femminile della pièce Assolo contro la ‘ndrangheta di Enrico Bernard, in scena presso il Teatro Dell’Orologio di Roma e il Teatro del Giglio di Lucca. E. Bernard scrive per lei anche Rosa e la Calabria Saudita, che debutta presso il Teatro Stanze Segrete di Roma a maggio 2013. Delle sue opere, La Terrazza è selezionato per il Premio Attilio Corsini e va in scena al Teatro Stabile Vittoria di Roma, Il Testamento del Marchese del Grillo con Enzo Garinei, dove è anche attrice debutta presso l’Anfiteatro Romano d’Ostia Antica e poi in tournèe in Italia; Ti richiamo tra dieci minuti viene segnalato dalla giuria per l’interpretazione al Festival della Drammaturgia Italiana 2009; presso lo stesso Festival riceve il Premio speciale della giuria 2010 con L’atto unico della felicità, che ottiene anche il premio “Artista dell’anno” al Festival Teatrale di Calcata 2011. L’amore in guerra, nella sua seconda edizione, scritto e interpretato da Melania Fiore, dedicato a Scaccia, è stato replicato per due stagioni ed è la prima delle opere che fanno parte della trilogia AMORE E TEATRO CIVILE. La terza opera della Trilogia, Tutto il mio amore, nel 2011 vince il premio come Miglior attrice al Festival della Drammaturgia Italiana e nel 2012 vince il premio “Nuda Anima” come Miglior Corto Teatrale con le seguenti motivazioni della giuria: “Per la compiutezza organica tra tema, scrittura, interpretazione e resa scenica, grazie alla quale l’artista irradiava una presenza luminosa che le consentiva di creare un mondo di senso e di renderlo vivo agli occhi dello spettatore”.
Tutto il mio amore apre inoltre il Festival della Ginestra d’Argento in Calabria nella sezione “Contro tutte le mafie”, il Festival Teatrale di Calcata, il Festival Donne D’amore a Roma e nel 2012 va in scena presso l’Auditorium di Cotronei (quest’ultima insieme al giornalista e scrittore Emiliano Morrone), presso il Teatro dell’Orologio e il Festival di Monologhi presso il Teatro Ambra Garbatella di Roma, nella Rassegna Sceneforum presso Palazzo Ricci a Pisa, ed è ospite presso il Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti nel Parco Nazionale del Cilento, diretto da Nadia Baldi e Ruggero Cappuccio, insieme ad Alessio Boni, Lello Arena, Silvio Orlando e Claudia Cardinale.
Tutto il mio amore vince nel 2014, il Festival Dirittinscena, Festival organizzato sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubbica e di Amnesty International, svoltosi presso il Teatro Italia di Roma, con 3 premi: Premio miglior attrice protagonista, Premio della Giuria popolare e Premio Miglior Spettacolo II classificato con le seguenti motivazioni della giuria: “Interpretazione maiuscola di un bellissimo testo scritto, diretto ed interpretato da Melania Fiore, nel quale la denuncia delle ecomafie e delle organizzazioni criminali in generale che deturpano il
territorio e indeboliscono gli strati sociali che necessità di maggiori protezioni arriva attraverso il racconto di una storia d’amore che diverte e suona molto familiare”
Nel 2014 Melania Fiore vince il prestigioso Premio Calcante SIAD, premio di drammaturgia, che gli è conferito dal Sindacato Nazionale Autori Drammatici per il testo “L’amore in guerra” .
Nel 2012 viene scelta da Paolo Sorrentino per un ruolo nel suo film “LA GRANDE BELLEZZA”, vincitore, tra gli altri, del Golden Globe e dell’Oscar 2014 come Miglior Film Straniero.




Castel Gandolfo, partito il count down per l’82 ima edizione della sagra delle Pesche

CASTEL GANDOLFO (RM) – Il 27, 28 e 29 luglio 2018 torna a Castel Gandolfo la tradizionale Sagra delle pesche. Un’edizione che coinvolgerà tutta la città grazie ad un’organizzazione a più mani tra il Comune e la Pro Loco Castel Gandolfo e che vede anche la collaborazione dei commercianti e delle Associazioni locali che durante l’anno hanno partecipato al laboratorio d’idee Incontriamoci.

Si parte venerdì 27 luglio alle 21

con il teatro sotto le stelle in piazza della Libertà. Nel palco allestito nella cornice storica del borgo si terrà lo spettacolo, a cura dell’Associazione Castel Gandolfo 2.0, “Didonis Fabula”, con Vanessa Gravina, Leandro Amato, Marco Marelli per la regia di Federico Vigorito. I festeggiamenti continueranno nel pomeriggio di sabato 28 luglio dalle 16 alle 19 si terrà il gioco degli scacchi su una scacchiera gigante di 5 metri e partite in simultanea con il Campione Italiano e Gran Maestro Internazionale Sergio Mariotti, a cura del gruppo Scacchi in Tour. Nella piazza del borgo ci sarnno anche gli stand a tema curati dalle Associazioni di Castel Gandolfo in cui si potranno anche degustare le regine della festa: le pesche! Alle ore 18 si potrà assistere all’ esibizione dell’Associazione di Arti Marziali Hwai Moo Do. A chiudere la serata sarà uno spettacolo musicale: alle 21 salirà sul palco Stefano Raucci di Radio Radio che presenterà lo show musicale con “Lui e gli Amici del Re”, tribute Band Adriano Celentano. Domenica 29 luglio si entrerà nel vivo dei festeggiamenti per l’82a Sagra delle pesche, che tra gli sponsor annovera la BCC dei Castelli Romani e la Tekneko srl.
Alle 10.30 in piazza della Libertà si esibirà la “Fanfara Città di Castel Gandolfo” diretta dal Maestro Leonardo Olivelli e alle 11 si terrà la tradizionale benedizione e distribuzione delle pesche. Dalle 14.30 alle 20 si svolgeràn il torneo di scacchi organizzato dal gruppo Scacchi in Tour e gioco libero su una scacchiera gigante di 5 metri. Alle ore 18 si esploreranno altre due arti marziali con le esibizioni, a cura dall’ AS Shendao System, di Qi Gong e Taiji Quan a mano nuda, con la spada, la sciabola e con il ventaglio. Alle 21 torna il varietà sotto le stelle con Stefano Raucci di Radio Radio e Sabina Prati che presenteranno il Festival della Moda & “The look of the year”, nel corso del quale si conosceranno anche i vincitori della Lotteria Sagra delle Pesche, del Torneo di Scacchi e del miglior stand a tema curato dalle Associazioni.




Trasporto pubblico locale, lavoratori “Ago Uno” e “Autolinee Onorati” senza stipendio: Faisa Cisal sul piede di guerra

ALBANO LAZIALE (RM) – Sono 130 i lavoratori del settore trasporto pubblico locale delle ditte “Ago Uno Srl” e “Autolinee Onorati Srl” ad Albano Laziale, Aprilia, Genzano, Ariccia, Lanuvio, Fiuggi, Filettino e Trevi che non ricevono il versamento degli stipendi di maggio, giugno, luglio e della quattordicesima.

Un modus operandi che ha caratterizzato le aziende gli scorsi anni

sempre in prossimità delle festività natalizie o delle ferie estive, e che viene giustificato utilizzando lo scudo dei mancati finanziamenti dalla Regione Lazio. Il sindacalista Massimo Vari, sentito da L’Osservatore d’Italia, ha spiegato come in ogni caso le imprese debbano garantire gli stipendi attraverso un fondo stabile e sicuro stante che il servizio viene portato avanti. “Già l’anno scorso abbiamo organizzato una serie di scioperi e adesso torniamo a chiedere un incontro all’azienda” ha detto il sindacalista della Faisa Cisal, sigla principale nelle aziende Ago Uno Srl e Autolinee Onorati Srl. Autisti ed assistenti presenti sugli scuolabus, coadiuvati dal sindacato Faisa Cisal, hanno avviato le procedure di raffreddamento e conciliazione ed hanno inviato alcune lettere di sollecito non solo all’azienda ma anche ai sindaci dei vari comuni interessati e alla Regione Lazio.

Una situazione ormai intollerabile

Massimo Vari descrive una Faisa Cisal sul piede di guerra dato che “la situazione è divenuta ormai intollerabile, al punto che alcuni dipendenti, materialmente, non arrivano più alla fine del mese “Perciò – ha detto ancora Vari – aspettiamo una convocazione da parte dei vertici aziendali per trovare un accordo ed avere risposte concrete”. Il servizio di trasporto pubblico sarà comunque garantito, informano dal sindacato, anche se il sollecito alla ditta alla stregua di risolvere il problema arriva con più veemenza da parte dei lavoratori e del sindacato che li rappresenta rispetto agli anni trascorsi.

Gianpaolo Plini




Grottaferrata, il sindaco su Sprar: “Solo allarmismi su accoglienza migranti. Se necessario invito Salvini”

GROTTAFERRATA (RM) – Sulla tematica dell’accoglienza e in particolare su Sistema di Protezione e Accoglienza dei Rifugiati (Sprar) in fase di progettazione sul territorio comunale, si stanno leggendo numerose imprecisioni e allarmismi che continuano ad essere ingiustificati e esclusivamente figli di una strumentalizzazione politica che, a fronte di perplessità e dubbi legittimi in un regime di confronto democratico, diventa intollerabile quando inizia a basarsi su notizie false o travisate.

In particolar modo si è letto che l’Amministrazione starebbe mentendo sui costi in relazione al fatto che il Comune dovrà compartecipare con un 5% di fondi comunali ai 2 milioni 912mila 700 euro che Grottaferrata riceverà dall’Unione Europea, ovvero 145mila 635 euro.

Come è facilmente verificabile sul portale web ufficiale del progetto Sprar (www.sprar.it) il 5% della quota destinata all’attuazione del piano che il Comune era dall’inizio ovviamente ben conscio di dover mettere a bilancio con fondi propri, è anzitutto spalmato nel trennio 2019–2021 e nella somma si potrà imputare il cofinanziamento delle attività (anche preliminari) del personale dell’Ente Locale finalizzate alla gestione ed attuazione delle attività progettuali Sprar. Traduzione: questo 5% si sta già pagando con l’attività dei funzionari e dei dipendenti in forze al Comune di Grottaferrata che – è bene ricordarlo a ulteriore garanzia dei cittadini – comparteciperà in questa parte minima, proprio perché scientemente ha inteso riservarsi un ruolo di regia e controllo – evitando così la delega al gestore della realizzazione dell’intero progetto. Altresì il Comune potrebbe anche mettere a disposizione un immobile, che in tal caso sarebbe ristrutturato, ove necessario, con il finanziamento stesso dello Sprar e da non utilizzarsi a fini residenziali.

E’ quindi importante sottolineare che il progetto (con le singole voci di spesa) che dovrà essere valutato per ottenere il finanziamento, non è stato ancora redatto dal Comune ed è stata spostata in avanti di tre mesi la scadenza del termine di ricezione delle offerte e degli immobili (che saranno distribuiti sul territorio al fine di evitare concentrazioni) da destinare al progetto non per disinteresse da parte della cittadinanza che, anzi, sta dimostrando una partecipazione curiosa, attenta e disponibile laddove possibile a collaborare alla buona riuscita dello stesso.

Una volta ultimato il lavoro preliminare, va inoltre sottolineato – particolare che i detrattori non hanno spiegato con la stessa perizia – che i Comuni possono procedere all’assunzione di personale esterno a tempo determinato, in deroga al blocco delle assunzioni, come disposto dall’art. 16, co. 5 del decreto legge n. 91/2017, “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2017, n. 123, il quale prevede la facoltà, negli anni 2018 e 2019, per i comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale, di innalzare del 10 per cento, a valere sulle risorse disponibili nei rispettivi bilanci, il limite di spesa per i rapporti di lavoro flessibile ex art. 9, comma 28 D.L. 78/2010, esclusivamente finalizzati a garantire i servizi e le attività strettamente funzionali all’accoglienza e all’integrazione dei migranti, rapporti di lavoro che saranno finanziati dal progetto stesso senza nulla togliere – anzi andando ad aggiungere competenze e risorse umane – alla macchina amministrativa comunale.

Tutto ciò senza contare che al territorio comunale, alle attività commerciali e agli stessi proprietari di immobili deriverà un indotto in termini di: canoni di affitto ai proprietari degli immobili, spesa per generi alimentari, vestiario, prodotti per l’igiene e la vita quotidiana.

“Nei giorni scorsi a seguito della lettera da me inviata al Prefetto, dottoressa Basilone, su suo successivo invito, ho avuto modo di conferire con la stessa in relazione all’incidenza che il progetto Sprar avrà su Grottaferrata e ad altre problematiche legate all’integrazione sociale, su tutte l’insediamento di via Bartolomeo Gosio, oltre all’eventualità di emettere un’ordinanza mirata a vietare in alcuni punti precisi della città l’accattonaggio molesto” aggiunge il sindaco Luciano Andreotti.

“A scanso di equivoci – aggiunge il primo cittadino – ho manifestato tutte le possibili perplessità, i timori, anche e soprattutto a seguito dello sciagurato episodio del ragazzo africano denudatosi a Squarciarelli”.

“Il Prefetto, da parte sua, ha lodato la buona volontà e la coesione che sta mostrando l’ Amministrazione comunale di Grottaferrata, decisa a procedere in un progetto che pure, in prima istanza, era stato deliberato dall’ex commissario prefettizio alla guida della città prima delle ultime elezioni e ha assicurato da parte della Prefettura la massima assistenza in termini di sicurezza e chiarimenti, tanto per l’ente quanto per i cittadini.

Da parte mia un ringraziamento intendo inviarlo all’assessora alle Politiche sociali, Francesca Rocci che sta dirigendo in maniera egregia e puntuale il lavoro in molti casi complesso degli uffici e al Consiglio comunale che su questa materia del tutto nuova per un comune come il nostro sta dimostrando grande maturità e intendo ricordare che l’attuazione del progetto Sprar, organizzato e gestito sotto la direzione dell’ente locale, è l’unico modo per evitare la collocazione a Grottaferrata di un Cas (Centro accoglienza straordinaria) che, come sta avvenendo in altri comuni, porterebbe indiscriminatamente sul territorio profughi e migranti di fatto abbandonati a loro stessi, con tutti i rischi sociali che ne conseguono”.

“Come sindaco – ha concluso Andreotti – sottolineando l’intenzione prioritaria e indifferibile per ogni amministrazione civica di indicare ai cittadini la strada del rispetto delle leggi e contribuire alla sicurezza e alla coesione di tutto il tessuto paese che va ben oltre il singolo campanile, mi sono detto assolutamente disponibile a incontrare o addirittura ricevere a Grottaferrata, se ci saranno necessità e possibilità, il ministro dell’Interno Salvini per capire più da vicino, dalle sue parole e direttamente sul nostro territorio, di fronte ai cittadini, i reali intenti del nuovo governo, a breve, medio e lungo termine, in materia di accoglienza dei rifugiati politici. Tutto ciò per fare chiarezza, sgombrare il campo da provocazioni e cattiva informazione e restituire ai cittadini messaggi di chiarezza e verità anche attorno a fenomeni globali dei quali, in piccola parte, ogni comunità deve sentirsi compartecipe”.




Ciampino, controlli aeroporto: romano non si ferma all’Alt. Quattro denunce a Fiumicino

FIUMICINO (RM) – Nelle ultime 48 ore, i Carabinieri della Compagnia Aeroporti di Roma hanno svolto numerosi servizi di controllo all’interno dello scalo e lungo le vie adiacenti all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino e “G.B. Pastine” di Ciampino.

Ad esito delle attività, i Carabinieri hanno denunciato quattro passeggeri per tentato furto. Si tratta precisamente di due cittadini italiani, di 48 e 57 anni, una donna portoghese di anni 70 e un francese di 29 anni, sorpresi a trafugare profumi e prodotti cosmetici dagli scaffali espositori dei duty-free shop ubicati all’interno dell’area internazionale dell’aeroporto. La refurtiva, per un valore complessivo di circa settecento euro, è stata recuperata e restituita ai responsabili degli esercizi.

Nel corso del servizio, svolto nell’arco orario di maggior afflusso di passeggeri nei pressi dei viali d’ingresso, uscita e antistanti i terminal, i Carabinieri hanno identificato 127 persone, controllato circa 56 veicoli, contestato 16 sanzioni amministrative, di cui quattro a carico degli operatori del servizio di trasporto pubblico non di linea (NCC).

In particolare, durante i controlli a Ciampino un uomo, di 45 romano, non si è fermato all’alt dei Carabinieri. Lo stesso, dopo poco raggiunto dai militari non ha fornito una giustificazione plausibile alla sua manovra azzardata, della quale ne dovrà rispondere all’A.G. competente.




Rocca di Papa, Iadecola su abusi edilizi. “Crestini dica la verità! Sono situazioni insanabili a mano che non si fa una nuova sanatoria o si modificano le leggi esistenti”

ROCCA DI PAPA (RM)Alessio Iadecola che da sempre segue con il comitato Pro Case la questione dei nuclei abusivi a Rocca di Papa, schierandosi dalla parte di coloro che si ritrovano con le ordinanze di demolizione che rischiano di mandare in frantumi le fatiche di una vita. In una nota Iadecola replica alle ultime dichiarazioni del sindaco Crestini e lo fa sulle colonne de L’osservatore dovo aver appurato che su un altro giornale la sua replica ad un articolo di Crestini è rimasta orfana dell’articolo stesso che è stato repentinamente modificato per evitare diffamazioni a mezzo stampa. E dunque la replica di Iadecola è sembrata priva di senso ma in realtà il compito di un quotidiano che si rispetti è lasciare gli articoli così come sono senza modifiche e se si apportano variazioni dichiararlo senza paura: “Il sindaco Emanuele Crestini continua a fare “sparate” di tutti i tipi in materia di abusi edilizi, sanatorie e perimetrazioni dei nuclei.

Abbiamo appreso, rigorosamente a mezzo stampa visto che il primo cittadino ha chiuso ogni rapporto con i cittadini e con i comitati che si occupano di abusivismo, che l’amministrazione comunale a breve porterà in consiglio comunale le ormai famose perimetrazioni e di come queste, sempre a detta di chi guida il municipio, sarebbero tanto attese da chi abita in case abusive.

Non abbiamo capito sinceramente il perché, ce lo spiegasse. Al momento non possiamo che notare una gran confusione e a generarla è proprio il Comune, che invece dovrebbe almeno cercare di fare chiarezza.

Abbiamo letto di comunicati  – prosegue – in cui si parla di cittadini che avrebbero demolito gli immobili senza aspettare la decisione dell’amministrazione. Non riusciamo a capire la posizione municipale.

Il sindaco ha deciso di procedere a demolire o ha trovato una soluzione rispetto alla possibilità di sanare case passate in giudicato. Senza considerare la questione perimetrazione dei nuclei abusivi che ormai il primo cittadino ha battezzato come la panacea di tutti i mali. Anche in questo caso tocchiamo con mano tanta confusione.

Non è stato spiegato come potrebbe essere risolto un problema che purtroppo è irrisolvibile e gli amministratori ne sono coscienti. Chiediamo chiarezza. Il sindaco Emanuele Crestini dica la verità! Affermi con chiarezza che queste situazioni sono insanabili a meno che non si provveda a fare una nuova sanatoria e/o modifiche di legge alle precedenti.

Ricordiamo, infine, qualora il primo cittadino non lo sapesse, che tutti gli abusi per essere sanati hanno bisogno della doppia conformità sia al momento dell’abuso che al momento della sanatoria. In una situazione del genere sarebbe utile un confronto con gli altri sindaci del territorio, che da anni si misurano con serietà rispetto a questo problema”




Albano Laziale, lavori su via Trilussa: l’amministrazione incontra i residenti

ALBANO LAZIALE (RM) – Proseguono col vento in poppa ormai da sette giorni i lavori di rifacimento – dal costo di circa 150mila euro – di via Trilussa ad Albano Laziale, un tratto di strada lungo circa un chilometro passato alle cronache per le sue precarie condizioni. Questa settimana invece è divenuta teatro di un dialogo inatteso e spesso insperato tra cittadini ed autorità comunali.

Alcuni abitanti di via Trilussa hanno contattato il sindaco Nicola Marini il quale si è reso disponibile attraverso l’assessore ai lavori pubblici nonché vice sindaco Maurizio Sementilli. Quest’ultimo, dopo aver raggiunto la zona, ha ascoltato i residenti che sono stati in grado di spiegare nel dettaglio e con “memoria storica”, come asseriva una anziana, le singole problematiche che assillano gli abitanti di via Trilussa. Primo fra tutti, come già documentato da L’Osservatore d’Italia, la questione dell’acqua piovana che ha impedito sovente anche il passaggio pedonale sui marciapiedi.

Il direttore dei lavori: tra gli obiettivi mantenere la famosa “schiena d’asino”

Intervistato il Direttore dei lavori chiarisce come uno dei suoi obiettivi principali sia l’appianamento della strada mantenendo la famosa schiena d’asino, come prevede il codice della strada per una contrada come via Trilussa, e adattando il livellamento ai vari segmenti stradali. Questo perché, come spiega l’assessore, la difficoltà è di gestire la velocità del flusso idrico partendo da Piazza Tartarughe. Da qui l’inefficienza delle caditoie che comunque sono state previste dal piano dei lavori, per compensare quelle già esistenti coperte, però, dalle precedenti opere di rifacimento.
Il secondo problema deriva da cosa vi è sotto il manto è quanto sia solido. La prassi del riempire le buche isolatamente provoca vibrazioni e rumori nelle case ad ogni passaggio di mezzi pesanti. Gli operai, perciò, hanno scavato fino al massetto e da lì hanno iniziato a rigenerare l’intero manto stradale per oltre 3 centimetri. L’Assessore Sementilli, sempre coadiuvato dai cittadini ed alla stregua delle segnalazioni già tradotte agli uffici, ha segnalato d’urgenza l’intervento all’ACEA. Di fatti innanzi al civico 125, come registrato da L’Osservatore d’Italia a dicembre 2017, le condutture che incanalano acqua nera avevano subito una perdita con il conseguente sfaldamento del terreno. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco e della polizia municipale, era stata posizionata una transenna che aveva sortito come unico effetto quello di obbligare i passanti a camminare sulla strada.

I lavori ACEA

Oggi sono in corso i lavori dell’ACEA che ha scoperto anche uno sfaldamento dovuto alle condutture idriche e non più di acqua nera come si credeva in precedenza. Molti i cittadini che ringraziano l’assessore ma è da riportare anche che ci è stato impossibile trovare il bando di gara sul sito del Comune (come ad obbligo di d.lgs 33 del 2014) e contattando le personalità competenti. Su questo ultimo punto si aspettano cortesi chiarimenti che non mancheremo di pubblicare.
Gianpaolo Plini




“C’erano a Nemi, una volta, le associazioni”: una critica politica forte ad un modus operandi divenuto insostenibile

NEMI (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di “Insieme per Nemi”

“Ha distrutto, in pochi anni, ogni forma di associazionismo in Nemi. A celebrazione del proprio sostanziale autocratismo, il più che autoreferenziale Sindaco Bertucci pensa di poter fare tutto da solo. Decide, accentra, riferisce a se stesso; spesso impone, anche quando non capisce. La sua filosofia è semplice: è buono tutto ciò che è utile al suo potere. Quindi l’imperativo categorico è quello di snidare e, se possibile, annientare tutti coloro che non si dimostrano allineati.

E’ il caso della Pro Loco di Nemi

Rifondata e rinnovata dall’ “ancien regime” dello squalo Biaggi, all’inizio degli anni 2000, otteneva la partecipazione di tutte le forze politiche e di tutte le altre associazioni operanti in Nemi. Alla Assemblea costituente, convocata dalla Giunta Biaggi, nella Sala Consiliare c’erano più di 100 persone in rappresentanza di tutta la società Nemese. L’obiettivo era molto semplice, ma correttamente ambizioso nello stesso tempo. La Pro Loco assunse l’impegno di costituire il motore di crescita della vita paesana per incrementare ogni attività. Pur nelle ovvie diverse provenienze e sensibilità culturali, c’era concordia tra tutte le forze politiche. La partecipazione dei volontari era significativa. Soprattutto nessuno era animato dalla volontà di “escludere” . Tutti erano i benvenuti ad osservare la stella polare del bene comune.

Il signor Bertucci, nel corso degli anni 2000, era inserito nella compagine di maggioranza, anche con incarichi istituzionali. Ma era anomalo.

Tendeva ad istituire una propria Cittadella di amici e “clientes”. Per questa ragione fu messo sotto osservazione. Evidentemente non riscuoteva la fiducia degli altri. Il suo disegno e la sua ambizione di potere culminarono nell’alto tradimento verso la Giunta Cocchi nel 2011 con l’accordo trasversale sancito con l’allora opposizione di Sinistra. La parentesi commissariale consentì al sig, Bertucci di tessere abilmente la propria tela, nonostante le inchieste aperte a suo carico da parte dell’autorità giudiziaria. E’ vero: la faccia tosta paga e può anche vincere sulla dignità e l’integrità morale. Dopo le elezioni del 2012, svolte in stile imperiale, il sig. Bertucci ha cominciato a sguazzare nella “damnatio memoriae”. Evidentemente, a suo parere, la stagione delle Giunte amministrative Biaggi-Cocchi andava in ogni modo cancellata.

La Pro Loco – Nemi ne ha fatto le spese

Vediamo come. Nel 2015 dodici cittadini, tra i quali anche gli ex sindaci Alessandro Biaggi e Cinzia Cocchi, a suo tempo tra i fondatori della Pro Loco chiedevano di rinnovare l’iscrizione alla Associazione. Ottenevano una risposta inspiegabile nel merito e più che barbina nella forma. In altre parole tutte le richieste venivano respinte perché non presentate secondo le modalità stabilite e, nel caso specifico di due degli aspiranti (due signore in particolare) “per comportamento non corretto e non in linea con i principi dello statuto della Pro-Loco”.

Il ricorso al Tribunale di Velletri

Questa incredibile decisione veniva impugnata dagli interessati dinanzi al Tribunale di Velletri che, con sentenza n. 639/2017 annullava la deliberazione di esclusione a soci e condannava la Pro Loco al risarcimento del danno ed alle spese di giustizia. Ma la lezione impartita si dimostrava evidentemente non ancora sufficiente. Infatti gli ex sindaci e cofondatori della Pro Loco Nemi Alessandro Biaggi e Cinzia Cocchi, unitamente ad altri cittadini, rinnovavano la richiesta di associarsi alla Pro Loco per l’anno 2016. Ancora una volta la loro aspirazione si infrangeva contro il diniego ingiusto ed immotivato della dirigenza della Pro Loco – Nemi. Ancora una volta gli interessati ricorrevano al Tribunale di Velletri che, con sentenza n.608/18, annullava la deliberazione della loro esclusione dalla compagine associativa, con ulteriore condanna al risarcimento del danno ed alla restituzione delle spese di giustizia.Evidentemente avevano ragione i nostri antichi progenitori che ci hanno preceduti in questa valle di lacrime secondo i quali, se umanamente è possibile sbagliare, è però veramente diabolico perseverare nel medesimo errore con pervicacia e testardaggine fino, come è avvenuto nelle vicende sopra riportate a sbatterci il grugno, continuando a calpestare ogni regola ed ogni più elementare norma regolamentare. Che pensi, direttore? “Qualcuno” capirà l’importanza della lezione? Forse, ma lo scetticismo in proposito è d’obbligo.

INSIEME PER NEMI”

NEMI CASO PRO LOCO, INSIEME PER NEMI: "DA PRO LOCO A PRO – BERTUCCI"




‘Ndrangheta a Rocca di Papa, tre arresti: colpo al clan Molè

ROCCA DI PAPA (RM) – La ‘ndrangheta calabrese è arrivata fino a Rocca di Papa, ai Castelli Romani. Tre persone sono state arrestate questa mattina dalla squadra mobile della polizia con le accuse di intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori finalizzato ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

L’indagine “Gioia Tauro ai Castelli”, coordinata dalla dda della procura di Roma, ha svelato la penetrazione della cosca Molè in importanti strutture ricettive a Rocca di Papa. Gli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, hanno inoltre sequestrato beni, società, ditte ed immobili, sia nel Lazio che in Calabria, per un valore di circa quattro milioni.

Stando a quanto accertato dagli investigatori, Agostino si sarebbe avvalso del figlio Francesco per schermare la proprietà e la piena disponibilità della società “il Casale srl”, (le cui quote sono state oggi sottoposte a sequestro preventivo assieme alla ditta ‘Il Redentore’ di Maria Luppino, più altri immobili) al fine di sottrarla a possibili ‘aggressioni’ da parte dell’autorità giudiziaria.

Sempre Agostino, tramite l’intermediazione del cognato Mazzaferro, avrebbe ottenuto, attraverso un contratto di comodato di azienda commerciale, la conduzione di un’attività di ristorazione e bed & breakfast a Rocca di Papa. Nel caso specifico, è Francesco Cosoleto stipulare un contratto con la società “La regina del bosco srl” in forza del quale ha acquisito la disponibilità di una struttura ricettizia – composta da hotel e ristorante – che aveva la stessa denominazione. Completati tutti i lavori di ammodernamento, la struttura è stata poi inaugurata nel maggio di 3 anni fa con il nome di “Ristorante albergo Il Redentore”.

Sono numerose le intercettazioni tra i protagonisti della vicenda dalle quali emerge chiaramente che Agostino Cosoleto è il ‘dominus’ dell’operazione e l’effettivo titolare e gestore della società “il Casale”, mentre il figlio Francesco è risultato un mero dipendente, in tutto subordinato alle direttive del padre. Ed è fittizia, a parere di chi indaga, anche l’intestazione a Maria Luppino della struttura alberghiera ‘Il Redentore




Velletri, Campaniliana: gli auguri del Ministro Bonisoli per la rassegna dedicata a Campanile

VELLETRI (RM) – La “Campaniliana 2018” si arricchisce di un nuovo prestigioso e onorevole riconoscimento. È di pochi minuti fa la notizia che il MIBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nella persona del Ministro Alberto Bonisoli, ha concesso con una nota indirizzata al presidente della Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura il proprio patrocinio alla seconda edizione della rassegna nazionale di teatro e letteratura dedicata ad Achille Campanile.

Un giusto e sperato riconoscimento, visti i numeri dell’anno scorso, tra l’altro migliorati dal totale dei copioni pervenuti per il Premio Nazionale Teatrale 2018: sono infatti per ora ben ottantaquattro i testi inediti di genere umoristico spediti da tutta Italia alla Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura, promotrice del Premio.

Non è escluso che la cifra possa aumentare, per l’accettazione di tutti i plichi in concorso farà fede il timbro postale vista la scadenza del bando fissata per il 30 giugno appena trascorso.

Nella nota del Ministero si legge che il Ministro “ha concesso il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’iniziativa “Campaniliana”.

Nel formulare i migliori auguri per il successo dell’evento” – si legge nella missiva – “inviamo i migliori saluti”. Un riconoscimento formale molto importante per la “Campaniliana”, che adesso è investita di una grande responsabilità: quella di non deludere le aspettative e di mantenere il passo dello scorso anno, innalzando la qualità delle proposte culturali della settimana dedicata al genio di Campanile.

In tal senso, il programma che è all’attenzione del Comitato Scientifico-Organizzativo si preannuncia molto interessante: forum didattici per gli studenti appassionati di teatro, una Mostra fotografica e documentaria a tema sul giornalismo e la critica televisiva, un convegno tematico con ospiti d’eccezione (ancora da svelare) che approfondirà dal punto di vista accademico, divulgativo e biografico il periodo della maturità dello scrittore romano.

In attesa dunque delle prossime notizie, l’estate si apre con il riconoscimento del patrocinio del Mibact: un traguardo prestigioso ma meritato per una rassegna ambiziosa che Fondazione, Associazione Memoria ‘900 e Fondo Campanile hanno avuto la capacità di portare ad alti livelli nel 2017 alla sua primissima edizione.

Rocco Della Corte




Nemi, Alessandro Biaggi: “Ciao Aldo, a nome di tutti coloro che hanno apprezzato la tua amicizia”

Si, caro direttore, ti chiedo ospitalità per offrire alla memoria del caro Aldo Pace ed all’affetto dei suoi familiari questo breve ricordo per lui che ci ha lasciato.

Forse nel cognome, Pace, era già scritto il profilo della sua identità e del suo stile di vita.

Personalmente, lo conosco sin dagli anni ’60, quelli della nostra prima adolescenza.

Lunghe passeggiate con il gruppo di amici a conoscere il territorio di Nemi, a confrontare le esperienze. Era autodidatta e soprattutto curioso, ma sempre pacato e disponibile al confronto.

Cominciò presto a lavorare. Bravo in tutto quello che era pratico, da farsi con le mani oltre che con la testa.

Come responsabile del servizio idraulico del Comune di Nemi ne conosceva tutti i segreti: dal prelievo in falda alla distribuzione nelle case.

Nella siccità estiva e nelle emergenze era puntuale ed affidabile nell’effettuare tutte le manovre necessarie.

In Comune si diceva, all’occorrenza “chiamate Aldo, nel quartiere scarseggia l’acqua!”.

Infatti da parte degli Amministratori Comunali succedutisi nel tempo, e lo posso testimoniare personalmente come tale, era stimato per la sua

capacità, la puntualità ed il senso del dovere.

Fra gli amici è stato, da sempre, e fino all’ultimo, disponibile in modo assoluto.

Nelle occasioni conviviali era sorridente e sereno, pronto alla battuta, ma sempre con educazione e misura.

Quando il male lo ha ghermito ha mantenuto il suo stile nella consapevolezza senza rassegnazione; ha lottato con forza e determinazione;

ma anche quando lo scontro è diventato impari non ha perso mai la dignità.

Testimoniano i familiari che non si è mai lamentato; non ha mai ceduto alla disperazione; ha dato la possibilità ai medici di curarlo, accettando, e contraccambiando con loro il farmaco insostituibile della speranza.

L’esistenza umana insegna che alla fine tutto quanto si fa può non bastare e, alla fine, in ogni caso, non basta.

Mi permetto questa parafrasi ormai sconsacrata dall’uso, ma per la memoria di Aldo è appropriata: non è importante soffermarsi sul suo ultimo compimento terreno, quanto lo è il ricordarlo nel percorso di vita, ispirato a quei valori che spero di aver riportato nel giusto merito.

Ciao Aldo, a nome di tutti coloro che hanno apprezzato la tua amicizia.

Alessandro Biaggi