OBESITA': GRANDE SCOPERTA CELLULE CHE TRASFORMANO GRASSO CATTIVO IN BUONO

Redazione

Scoperte le cellule responsabili della trasformazione del grasso "cattivo", quello che ci fa mettere su peso, in buono, quello che bruciano per produrre energia. Si chiamano ILC2s e si trovano nel tessuto adiposo bianco, secondo uno studio del Weill Cornell Medical College di New York. I ricercatori credono di aver quindi trovato una nuova strada per combattere l'obesita'. Le cellule ILC2s indurrebbero a "bruciare" il grasso bianco, cioe' quello cattivo, in risposta a una proteina chiamata IL-33. I ricercatori hanno dimostrato che quando ai topi viene data IL-33, gli animali accumulano piu' ILC2 nel grasso bianco che poi bruciano. Di conseguenza i topi a cui e' stata iniettata la proteina hanno ridotto il loro peso rispetto alle cavie usate come gruppo di controllo. Ora i ricercatori sperano di poter creare un farmaco in grado di avere effetti simili anche negli esseri umani obesi.




IBUPROFENE: PUO' ALLUNGARE LA VITA

Redazione

 Il popolarissimo ibuprofene, oltre a essere efficace contro il mal di testa, potrebbe anche allungare la vita. Una serie di esperimenti condotti da un gruppo di ricercatori della Buck Institute for Age Research in California ha dimostrato che l'antidolorifico e' in grado di prolungare la vita dei lieviti, dei vermi e delle mosche di circa il 15 per cento. Tradotto in termini umani, come riporta la rivista Plos Genetics, l'ibuprofene potrebbe prolungare la vita in buona salute fino a 12 anni. Le dosi utilizzate nel corso dei test sono assimilabili a quelle assunte ogni giorno da milioni di persone per trattare il mal di testa, i dolori muscolari, le distorsioni, l'influenza, ecc. Non e' chiaro esattamente come il farmaco sia capace di rallentare l'invecchiamento, ma sembra che ci sia un collegamento con la capacita' delle cellule di assumere il triptofano, un composto presente ad esempio nelle uova e nel cioccolato. "Il nostro studio – ha detto Michael Polymenis della Texas A&M University, che ha partecipato allo studio – sostiene l'idea che i farmaci di uso comune possono avere proprieta' inaspettate. Abbiamo solo bisogno di piu' ricerca per esaminare e comprendere queste proprieta'". Ma attenzione, precisano i ricercatori, a non incorrere nella cattiva abitudine delle auto-medicazioni.
  Sebbene l'ibuprofene sia un farmaco sicuro, puo' pero' causare problemi come ad esempio ulcere allo stomaco. Inoltre, dosi piu' elevate prese a lungo termine per condizioni come l'artrite possono aumentare il rischio di ictus e attacchi di cuore e anche ridurre la fertilita' di una donna.




VACCINO ANTINFLUENZALE: IL RETROSCENA E I VUOTI DI INFORMAZIONE

di Cinzia Marchegiani

Era il 10 dicembre 2014, quando l’Osservatore d’Italia pubblicava un’inchiesta sulla sanità inerente il vaccino antinfluenzale avviata in seguito al caso di malasanità dovuto ai molteplici decessi avvenuti in Italia in concomitanza temporale delle somministrazioni del vaccino FLUAD. Il titolo e l’articolo (”Inchiesta sanitaria vaccini. Vaccino influenzale inefficace: Serravalle invita i media italiani a pubblicare lo studio del CDC di Atlanta”) hanno suscitato interesse e stupore nell’opinione pubblica, ma anche e soprattutto da parte della classe medica e sanitaria tanto da essere stato ribattezzato una "bufala colossale". Molti medici hanno chiesto spiegazioni, visto che i referenti istituzionali italiani come l’AIFA e il Ministero della Salute, almeno a quanto risulta dalle verifiche, ne avrebbero omesso l'importante comunicazione, tanto da considerare quest’inchiesta la solita pista complottistica contro il sistema sanitario. Molti medici nonostante si fossero collegati sul sito ufficiale del CDC, Centers for Diseases Control and Prevention non trovavano il link dello studio sul vaccino antinfluenzale 2014/2015, eppure era stato inserito in prima pagina. Una premessa è d’obbligo! L’Osservatore d’Italia si attiene sempre a fonti accreditate, e questa inchiesta ne è un esempio tangibile. Su molti giornali americani era apparsa la notizia che il vaccino influenzale quest’anno sarebbe stato inefficace perché il virus predominante con cui era stato realizzato il vaccino era mutato e quindi non corrispondente a quello effettivamente in circolazione. Consultato di corsa il sito della CDC e acquisito lo studio suddetto, il nostro giornale ne stava pubblicando la comunicazione, mentre i nostri siti sanitari, come l’AIFA e il Ministero della salute, non risultavano pubblicare i riscontri scientifici. Seguendo il sito italiano ASSIS, il dr Eugenio Serravalle aveva invece pubblicato questa informazione, spiegandone anche il significato e lanciavo di fatto una richiesta: “questa notizia è stata pubblicata sui giornali statunitensi. Ci aspettiamo che facciano altrettanto quelli italiani che purerisultano aver pubblicato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza, probabilmente, indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone”. Così la linea del giornale ha voluto dare spazio ad un medico che per primo e per molto tempo è rimasto un fiore solitario. L’articolo è stato letto, apprezzato dai nostri lettori che conoscono la serietà della linea editoriale de l’Osservatore d’Italia, ma aveva fatto nascere dubbi e sospetti in chi giustamente fa riferimento quasi esclusivamente alle istituzioni sanitarie pubbliche. Tanto che molti medici hanno chiesto all’autore dell’inchiesta il link del CDC, perché ovviamente volevano leggere con i propri occhi. Ma non solo….l’inchiesta faceva emergere anche come i dati sulla mortalità dell’influenza dello scorso anno erano abnormi, 8 mila morti ma non corrispondenti ai dati Istat Influnet, che ne riportava esplicitamente solo 16.

Insomma due realtà a confronto paradossali se si pensa anche con quanta frequenza sonoandate in onda trasmissioni su RAI 1, con i protagonisti delle istituzioni sanitarie, Luca Pani Dg dell’AIFA, il commissario dell’ISS (Istituto Superiore Sanità), Walter Ricciardi e Giacomo Milillo, segretario della Fimmg (la Federazione italiana che riunisce i medici generici) che hanno pubblicamente mostrato la loro vaccinazione assieme a Bruno Vespa con il FLUAD. Uno spettacolo criticato da molti soprattutto perché andato in scena in concomitanza di altri decessi in seguito alla somministrazione del vaccino. Una trasmissione che ha fatto luce anche sull’imbarazzante situazione di Luca Pani che sembrerebbe aver ricevuto due dosi del vaccino a distanza di un mese, tanto che il nostro articolo in anteprima aveva sollevato questo caso: “Vaccino Fluad: Gaffe di Luca Pani, direttore dell’Aifa che a "Porta a Porta" si vaccina per la seconda volta?”
Insomma le inchieste sanitarie sul vaccino Fluad antinfluenzale hanno sollevato una querelle tanto che lo scorso 16 dicembre 2014, su Radio 24 Sole 24 ore, Gianni Minoli intervista i diretti interessati, il Dr Eugenio Serravalle, il dr Walter Ricciardi e anche per il caso vaccino Meningitec, l’Avv Roberto Mastalia.
 

Una puntata molto rivelatrice

Il Dr Serravalle spiega a Minoli il motivo per il quale il vaccino antinfluenzale è risultato inefficace da uno studio per l’appunto pubblicato dal sito della CDC di Atlanta (centro di controllo e prevenzione delle malattie infettive). Minoli facendo una panoramica di quello che è accaduto e cioè che l’AIFA a fine novembre in seguito ad alcuni decessi aveva sospeso due lotti incriminati del Fluad e anche il Comitato della Farmacovigilanza dell’Agenzia Europea ha scagionato il Fluad, perché aveva detto che non c’era alcuna relazione tra i lotti sospesi e le morti segnalate, insiste con possiamo vaccinarsi senza rischi ma anche senza nessun beneficio? Il dr Serravalle spiega anche agli ascoltatori che ci si vaccina con un beneficio molto scarso ma non completamente senza rischi:” poiché se è vero che non è stata riscontrata contaminazione batterica, ma il problema non era questo, ma capire realmente se queste reazioni avverse segnalate dopo la vaccinazione avevano un rapporto oppure no con la vaccinazione stessa, cioè capire cosa succede dopo l’immunizzazione e quali sono gli avventi avversi che si possono verificare.”Minoli va al sodo, facendo notare che lo stesso vaccino risultato inefficace il CDC ne raccomanda la vaccinazione per i soggetti a rischio, chiedendo il motivo, che Serravalle subito spiega:”Perché viene studiato con l’idea che funzioni ma si comprende solo ex post, se funziona…” E poi continua, sempre rispondendo a domande mirate di Minoli , il motivo per il quale l’impatto sociale e sanitario dell’influenza sono sovradimensionati:” in inverno ci si ammala per sindromi influenzali, e non soltanto per influenza. Si stima che per l’influenza quella vera riguarda tra il 7 e il 10% delle sindromi influenzali, quindi in realtà il numero di persone che si ammalano per influenza sono molto poche.” 

CONTRADDIZIONI E VUOTI

Per sensibilizzare la campagna vaccinale, l’AIFA e il Comitato della Farmacovigilanza dell’Agenzia Europea hanno ricordato che i decessi dello scorso anno per l’influenza ammontavano ad 8.000 casi, mentre i dati Istat Influnet (il sistema di sorveglianza italiano basato sulle segnalazioni dei Medici e dei Pediatri di base) cita i casi stimati di “sindromi influenzali” e non solo influenza nella stagione 2013-14 sono stati circa 4.542.000 e di questi, i casi gravi di influenza confermata sono stati 77 con 16 decessi:”l’80% (62/77) dei casi gravi segnalati presentava almeno una patologia cronica pre-esistente. Dei 16 casi deceduti, 14 presentavano condizioni di rischio pre-esistenti.”

Un’inchiesta solleva un polverone, viene tacciato per una bufala colossale, mentre solo dopo cinque giorni, in data 15 dicembre2014 l’AIFA pubblica sul proprio sito la corretta informazione sullo studio dell'inefficacia del vaccico antinfluenzale riportato dal CDC di Atlanta ed riportando gli ultimi dati sulla stagione influenzale 2014-15 forniti dal Rapporto epidemiologico Influnet dell'Istituto superiore di sanità:” il numero di casi di sindrome influenzale stimati nella settimana 1-7 dicembre è pari a circa 77.000, per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 387.000 casi. Dunque siamo appena gli inizi e l'incidenza totale è pari a 1,27 casi per mille assistiti”…però non menziona i dati di Influent relativi ai decessi, che il nostro giornale e l’ASSIS tramite il dr Serravalle avevano citato.

E' la prima volta che le istituzioni devono proporre una campagna pubblicitaria per confermare l'efficacia della vaccinazione, ma con argomenti che per certi versi appaiono poco convincenti e soprattutto di fronte ad atti documentali sconcertanti, invero si consiglia la vaccinazione nonostante le analisi sui lotti incriminati del FLUAD non siano completamente eseguiti (ma solo in parte), e pur sapendo che quel vaccino è risultato inefficace da una fonte autorevole…E la domanda sorge spontanea: insomma, devono essere smaltiti questi lotti a prescindere? L’Aifa con un ritardo eclatante ha pubblicato questa comunicazione sanitaria importante esclusivamente dopo la nostra inchiesta datata 10 dicembre 2014, ma scordando di citare i dati dei decessi da Influnet dello scorso anno. La risposta sul sito si legge a chiare lettere:” C'è chi ha avanzato il dubbio che, di conseguenza, il vaccino sia inutile, ma secondo l'Aifa è esattamente il contrario: «ciò tuttavia rafforza l'esigenza di vaccinarsi, perché chi si vaccina – anche qualora venisse contagiato – manifesterebbe la malattia in forma più lieve.”

IL CASO PANI

Ma il mistero si tinge ancor più di giallo, e nella trasmissione di Minoli viene risollevato il caso della doppia vaccinazione del dg dell’AIFA Luca Pani nella puntata andata in onda a Porta a Porta lo scorso 1 dicembre 2014 e condotta da Bruno Vespa. Minoli chiede al dr Walter Ricciardi, se fa male vaccinarsi due volte (ricordiamo che questa seconda vaccinazione sarebbe stata effettuata a distanza solo di un mese). Il Dr Ricciardi esclude categoricamente che ciò comporti un danno, anzi spiega che non rischia nulla: ”anzi in certi casi i medici consigliano una rivaccinazione per rafforzare ulteriormente le difese immunitarie e lui ricadeva in questi casi.”
Un’affermazione questa che potrebbe trarre in inganno le persone di qualsiasi estrazione culturale e sociale. Quello che tra le righe si legge è che se uno si vaccina anche a distanza di un mese non accade nulla di grave, non considerando che tra le vaccinazioni ci sono anche quelle pediatriche e che invece fare una vaccinazione esavalente a distanza di un mese comporterebbe gravissime conseguenze. E’ il caso di malasanità che ha cambiato la vita di una bimba di nome Elisa emerso dall’Osservatorio Sanità seguito dall’Avv. Francesco Lauri. La bambina di appena 10 mesi improvvisamente ha cominciato ad accusare gravi disturbi che poi le analisi hanno purtroppo confermato trattarsi di un ritardo psicomotorio causato dal mancato sviluppo della materia bianca nel cervello. Solo dopo sette lunghi anni di indagini è stato scoperto un grave errore di sistema sanitario, alla piccola hanno somministrato due volte a distanza di neanche un mese la terza dose del vaccino alla Asl di Monza Brianza, poiché si erano dimenticati di registrare la vaccinazione. Per questo la bambina ha subito una grave encefalopatite.

STUDI SULL'INLFUENZA STAGIONALE

Il dr Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico già lo scorso anno aveva fatto luce sulle campagne vaccinali e in merito riportiamo le sue dichiarazioni: "In ogni caso, è sempre necessario avere la consapevolezza che ogni vaccino ha un rischio, anche se i dati sugli effetti dannosi della vaccinazione antinfluenzale (come di altre) vengono spesso nascosti da lavori strutturati ad arte. Il confronto tra rischi importanti, come quello di sviluppare una malattia neurologica come la sindrome di Guillain-Barré (teoricamente definita "rara") e la possibilità di ammalarsi di influenza non regge. Negli ultimi anni è emerso con chiarezza che intorno alla sicurezza delle vaccinazioni esiste palesemente un conflitto di interesse la cui discussione lascio ad altri. Per me è fondamentale che ogni persona possa scegliere liberamente, per la vaccinazione o meno in relazione alle informazioni corrette cui ciascuno ha diritto, e che queste informazioni siano date. In un'epoca in cui le informazioni possono essere conosciute in tempo reale, i ministeri per la salute dovrebbero fornire in tempo reale dei dati sulla virulenza dell'infezione che ci raggiungerà (forse) facendo riferimento ai virus che stanno circolando ad esempio in America del Sud o in Australia prima di arrivare da noi. In quelle nazioni la stagione invernale si è già conclusa con una evidenza precisa di morbilità e di mortalità correlata ed i rapporti ufficiali che arrivano dall’Australia segnalano un'attività influenzale molto più ridotta di quelle registrate nel 2012 e nel 2011. Da immunologo resto quindi perplesso sulle motivazioni che non fanno divulgare le notizie sugli effetti proprio di quei virus che probabilmente ci colpiranno.”

Era solo il 29 settembre 2014 quando lo stesso Dr Speciani spiegava in un articolo cosa si sarebbe aspettato dall’influenza che avrebbe investito l’Europa nell’inverno appena iniziato:” La composizione vaccinale "ufficiale" per quest'anno è esattamente identica a quella dello scorso anno, con un ceppo dominante che è quello H1N1 (lo stesso della suina/bufala)), un ceppo H3N2 Texas (entrambi ceppi influenzali di tipo A) e un terzo, di tipo B, Massachussets 2012. In Australia la suina H1N1 (con una mortalità bassissima) è stata la segnalazione dominante rappresentando oltre l'80% delle infezioni. Probabilmente quest'anno dovremo occuparci molto di più di forme da raffreddamento classiche (come già detto, raffreddori, faringiti, bronchiti) che dell'influenza, visto che i rapporti ufficiali che arrivano dall’Australia (dove il picco influenzale è già passato) segnalano un'attività influenzale ancora più ridotta di quelle registrate nel 2012 e nel 2013. Di solito l'Europa ricalca esattamente quanto successo in Australia, ma le notizie in tal senso tendono ad essere scarse e poco diffuse.”

E' forse un caso che le vaccinazioni sono diminuite drasticamente? Così tra scegliere la possibilità di vaccinarsi e quella di astenersi, gli utenti sceglieranno sempre la seconda opportunità. I dati e le informazioni che il dottor Speciani invita a verificare e trasmettere fotografa come molto spesso si attuano campagne vaccinale senza dare la possibilità all’utente finale di avere la consapevolezza delle informazioni. 


 




AIDS HIV: SANGUE DEL LAMA POTREBBE CONTENERE LA "CHIAVE" PER LA PRODUZIONE DI UN VACCINO SALVA VITA

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Redazione

Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano facilmente sconfiggono il virus killer. Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano hanno una sorprendente capacità di sconfiggere il virus. È un fatto nuovo e che dà speranza se può essere replicato in qualche modo con un'iniezione per gli esseri umani. La ricerca dimostra che gli anticorpi del lama sono efficaci contro almeno 60 ceppi del virus, che uccide più di 1 milione di persone ogni anno.Una dei ricercatori, la Dott. ssa Laura McCoy, ha dichiarato che questo dimostra che l'immunizzazione può indurre anticorpi potenti e ampiamente neutralizzanti in lama con caratteristiche simili agli anticorpi umani. A partire dal 2011, attualmente in tutto il mondo ci sono 33 milioni di persone che vivono con l'HIV e l'AIDS. Gli esperti hanno sinora ammesso che fino ad oggi i tentativi di sviluppare un vaccino efficace contro l'HIV sono stati "deludenti". La maggior parte delle ricerche precedenti di un vaccino si è concentrato sulla formazione del sistema immunitario umano per rilevare il virus e reagire contro di esso prima dell'infezione. I primi sintomi dell'HIV e AIDS si manifesta in alcuni casi attraverso sintomi di tipo influenzale quali febbre, linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi), faringite (mal di gola), rash (manifestazioni cutanee), mialgia (dolore muscolare), malessere, piccole piaghe in bocca e nell’esofageo.Più raramente compaiono anche mal di testa, nausea e vomito, ingrossamento del fegato/milza, perdita di peso, mughetto, sintomi neurologici. Ma il nuovo studio, condotto dalla University College London (UCL), ha dimostrato che il lama, un grosso camelide originario del Sudamerica, produce "anticorpi neutralizzanti" non trovati in esseri umani che si sono dimostrati efficaci nel bloccare il virus mortale. L'approccio innovativo nell'esaminare la risposta del lama al virus è stato condotto dal ricercatore dell'UCL, la Dott. ssa Laura McCoy, la Prof. ssa Robin Weiss esperta del virus HIV e Theo Verrips, uno studioso esperto dell'anticorpo del lama. I tre scienziati hanno osservato che una combinazione di quattro anticorpi del lama può distruggere una vasta area del virus dell'HIV consentendo agli anticorpi di fissare il virus disarmandolo. Il team della Dr McCoy aveva precedentemente scoperto uno di questi anticorpi. Ma l'ultimo studio, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, ha scoperto altri anticorpi destinati a diverse parti del virus ed è la combinazione degli anticorpi che lo rende così efficace. Ad evidenziarlo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La scoperta migliora le probabilità che un vaccino diretto contro l’HIV sviluppato sulla base delle nuove scoperte sarebbe efficace.




VACCINAZIONI: DRASTICO CROLLO DOPO ALLARME FLUAD

Redazione

 Forte calo delle vaccinazioni influenzali dopo l'allarme (poi rientrato) legato al vaccino Fluad. A lanciare l'allarme sono i medici della Fimmg, la federazione dei medici di famiglia. Da un sondaggio condotto dal Centro Studi Nazionale della Fimmg a cui hanno risposto 700 camici bianchi, emerge come le notizie diffuse a seguito del "caso Fluad" abbiano comportato problemi significativi nel proseguire la campagna vaccinale antinfluenzale: un 30% dei medici di famiglia ne riferisce un sostanziale arresto, un 42% una notevole difficolta' nella disponibilita' a vaccinarsi da parte dei propri assistiti; solo un 16% riferisce un rallentamento che incide relativamente sulla sua efficacia.Le conseguenze, per quest'anno, sono attese in una flessione della percentuale dei vaccinati fino al 20% per il 48% dei medici, dal 20 al 40% per un 25% del campione, piu' del 40% per il 7%: appena il 18% non ritiene invece di apprezzare significative variazioni rispetto alla precedente campagna vaccinale. I mass-media vengono ritenuti maggiormente responsabili di quanto accaduto (per l'83% dei medici); livelli di responsabilita' piu' contenuti vengono attribuiti ad AIFA (9%) e al Ministero della Salute (8%). L'82% del campione ritiene di non sentirsi sufficientemente tutelato nelle responsabilita' medico legali rispetto alla campagna vaccinale, nell'ipotesi che si verifichino eventi avversi significativi. "E' evidente che l'impatto mediatico di quanto accaduto sia stato devastante", ha dichiarato a Fimmg Notizie Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi Nazionale Fimmg, "gli effetti complessivi sono stati attenuati solo dal fatto che il caso Fluad e' avvenuto quando la campagna vaccinale era in una fase avanzata. Non sara' semplice per il medico di medicina generale gestire le perplessita' e le diffidenze della gente anche nei prossimi anni, per cercare di riportare ai livelli di penetrazione precedentemente raggiunti una vaccinazione in cui la stessa Medicina Generale ha sempre creduto".




PERDERE PESO RESPIRANDO: SI PUO'

Redazione

Per perdere i chili di troppo, come ad esempio quelli che si accumuleranno durante il periodo natalizio, basta semplicemente respirare. Un gruppo di ricercatori della University of New South Wales ha infatti scoperto che oltre l'80 per cento del grasso corporeo lascia il corpo tramite l'espirazione. Nello studio pubblicato sul British Medical Journal, gli studiosi hanno trovato che i polmoni rappresentano l'organo primario attraverso il quale si perde peso. Gli esseri umani hanno un tipo di grasso nel sangue chiamato trigliceridi che sono composti da tre tipi di atomi: carbonio, idrogeno e ossigeno. La perdita del grasso indesiderato richiederebbe l'"apertura" degli atomi in molecole di trigliceridi tramite un processo chiamato ossidazione. In pratica, i ricercatori hanno scoperto che , quando 10 chilogrammi di grasso vengono completamente ossidati, 8,4 chilogrammi si dissolvono attraverso i polmoni sotto forma di anidride carbonica (CO2). I restanti 1,6 chilogrammi diventano acqua (H2O). Lo studio ha anche trovato che l'ossigeno inalato necessario per questo processo metabolico pesa quasi tre volte di piu' del grasso che si sta perdendo.
Per ossidare completamente 10 chilogrammi di grasso umano, devono essere inalati 29 chilogrammi di ossigeno con una produzione totale di 28 chilogrammi di anidride carbonica e 11 chilogrammi di acqua. "Per la biochimica niente di tutto questo, ma per ragioni sconosciute sembra che nessuno abbia pensato a fare questi calcoli prima", hanno detto Ruben Meerman e Andrew Brown, autori delolo studio. "Questi risultati – hanno aggiunto – mostrano che i nostri polmoni sono l'organo di escrezione primaria per la perdita di peso". Una persona che pesa 70 chilogrammi, ad esempio, esala circa 200 ml di CO2 in 12 respiri al minuto. Ciascuno di questi respiri espelle quindi 33 mg di CO2, dei quali 8,9 mg sono carbonio. Semplicemente, espirando 17.280 volte al giorno, quotidianamente perdiamo 200 grammi di carbonio, di cui un terzo durante le 8 ore di sonno.
  Quindi per perdere peso, secondo i ricercatori basterebbe mangiare meno rispetto a quanto viene eliminato dal respiro. In questo senso l'attivita' fisica puo' esserci molto utile: con un ora di esercizio fisico si aumenta il tasso metabolico di 7 volte.




SPESA DEGLI ITALIANI, ARRIVANO LE NUOVE NORME: ETICHETTE PIU' GRANDI E INDICAZIONI PER ALLERGICI, BAMBINI E SALUTISTI

Redazione

Cambia la spesa degli italiani con l’entrata in vigore delle nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che devono essere piu’ scritte con caratteri più chiari e grandi ma d’ora in poi, devono anche riportare piu’ informazioni, da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento  alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la rivoluzione in etichetta scatta il 13 dicembre 2014 nel giorno di Santa Lucia con l’ applicazione delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011). Le indicazioni obbligatorie – sottolinea la Coldiretti – devono essere scritte in etichetta con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole) per rendere piu’ agevole la lettura da una parte di una popolazione in progressivo invecchiamento. La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna. La nuova etichetta – prosegue la Coldiretti – viene in soccorso anche dei circa 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande – precisa la Coldiretti – devono comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore. Una tutela è garantita anche per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”. Non è più possibile  ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di olio grassi tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute) perchè – sottolinea la Coldiretti – bisogna specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato in etichetta. Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, sarà obbligatorio indicare «totalmente o parzialmente idrogenato», a seconda dei casi. Devono anche essere indicati con accuratezza – continua la Coldiretti – i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente e non è possibile usare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, occorre indicare la data di congelamento mentre nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli,  quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto). Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione – continua la Coldiretti – non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. In virtù di una norma collegata infine, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza. In un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per garantire la possibilità di fare scelte consapevoli al consumatore” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’esigenza di accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari”. Il pressing della Coldiretti in Europa ha data buoni risultati ed ora la strada è tracciata a vantaggio del Made in Italy, dell’economia e del lavoro.

 LA NUOVA ETICHETTA EUROPEA DEGLI ALIMENTI IN SINTESI

Etichette più chiare e leggibili: Le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).

Evidenza del responsabile dell’alimento: Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione secondo la Coldiretti non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. 

Allergeni in risalto: Le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) dovranno essere indicate con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore. 

Più trasparenza sugli oli e grassi utilizzati: Non sarà più possibile  ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (es. olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute): ora tra gli ingredienti si dovrà specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato, sottolinea la Coldiretti

Stato fisico del prodotto: Dovranno essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente. In tal modo – afferma la Coldiretti – non sarà possibile utilizzare solo il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. 

Informazioni sul congelamento e scongelamento: In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.

Indicazione di ingredienti sostitutivi: Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli,  quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato – riferisce la Coldiretti – va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).

Alimenti contenenti caffeina: Per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento sono previste avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti  “energy drinks”.

Scadenza ripetuta sulle monoporzioni: La data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna, in modo da rendere piu’ avegole l’informazione al consumatore secondo la Coldiretti.

Provenienza delle carni suine, ovi-caprine e di pollame: In virtù di una norma collegata, che si applica a partire dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni – ricorda la Coldiretti – per le carni bovine a seguito dell’emergenza mucca pazza. 




VACCINO INFLUENZALE INEFFICACE: SERRAVALLE INVITA I MEDIA ITALIANI A PUBBLICARE LO STUDIO DEL CDC DI ATLANTA

Severo il dr Eugenio Serravalle, dopo lo scandalo che ha colpito la sanità con il vaccino FLUAD:”questa notizia è stata pubblicata sui giornali statunitensi. Ci aspettiamo che facciano altrettanto quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone”

di Cinzia Marchegiani

Molte procure stanno indagando sulle morti avvenute in concomitanza temporale della somministrazione del vaccino Fluad, e nonostante le prime analisi, che ricordiamo sono solo parziali e sulla presenza delle tossine nei lotti incriminati abbiano dato esisto negativo… e per fortuna verrebbe da dire, ancora occorre attendere molti giorni per quelle più importanti. Come ci aveva spiegato il dr Euegnio Serravalle, presidente dell’Assis, ciò che va indagato è il rapporto esistente tra stimolazione artificiale del sistema immunitario e possibili avventi avversi, ossia reazioni impreviste da parte dell'organismo umano:”Questo è l'ambito in cui andrebbe verificata l'esistenza di rapporti di causa-effetto tra i decessi ed i vaccini, e solo uno sforzo in questo senso della autorità sanitarie sarebbe davvero rassicurante ed indice di reale volontà di tutelare la salute degli individui." Ora per l’Italia arriva un’altra tegola e proprio dai laboratori governativi statunitensi, il CDC di Atlanta, Centers for Diseases Control and Prevention che spiegano che quest’anno il vaccino antinfluenzale è pressoché inefficace perché le previsioni riguardo i possibili virus influenzali circolanti non sono state del tutto corrette. Ma come mai in Italia le autorità sanitarie nazionali non forniscono questa informazione a cittadini e pazienti?

Tuona il dr Serravalle e spiega:”Utilizzare un farmaco che non fornisce prove di efficacia è inutile, se non dannoso. A quest’assunto devono rispondere tutte le vaccinazioni, e i vaccini antinfluenzali hanno una difficoltà in più perché devono cambiare ogni anno. I virus influenzali sono 3 (tipo A, B, C) e sono capaci di modificare le loro proteine di superficie; queste mutazioni, oltre a conferire ai virus maggiore o minore aggressività, rendono inutilizzabile l’immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione.”
Nel dettaglio Serravalle illustra la modalità con cui avvengono questi cambiamenti, e sono due meccanismi:

1.Deriva antigenica (antigenic drift), quando i virus influenzali vanno incontro frequentemente a piccole variazioni della sequenza degli amminoacidi di uno o entrambi gli antigeni di superficie (emoagglutinina e neuraminidasi). La mutazione antigenica crea un nuovo ceppo virale che può diventare più aggressivo e diffondersi rapidamente tra la popolazione. Questo fenomeno riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A avviene in modo più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Le varianti diventano irriconoscibili agli anticorpi presenti nelle persone che si sono già ammalate di influenza, così da renderle suscettibili all’infezione del nuovo ceppo.
2. Spostamento antigenico (antigenic shift), è un fenomeno che riguarda solo i virus influenzali di tipo A, che acquisiscono antigeni del tutto nuovi, ad esempio perriassortimento tra i ceppi aviari e i ceppi umani. Di conseguenza avremo la comparsa di un nuovo ceppo virale, con proteine di superficie diverse da quelle precedenti, con la conseguenza che tutte le persone possono essere vulnerabili. Gli shift antigenici sono dovuti o a riassortimenti tra virus umani e animali (aviari o suini) oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo.
E andare a scegliere gli antigeni (ossia i sierotipi che devono stimolare una risposta immunitaria nel nostro organismo) presenti nel vaccino è una procedura delicata perché le risposte delle nostre difese immunitarie sono molto specifiche. Tutto è basato sulla previsione di quali saranno i virus in circolazione durante la stagione invernale. Se la previsione è corretta, il vaccino può proteggere dal virus in circolazione per l’anno in corso, ma se la previsione non è corretta l’efficacia diminuisce o si annulla addirittura perché occorre che ci sia una corrispondenza precisa tra i ceppi virali circolanti e quelli contenuti nel vaccino. Il vaccino in uso quest’anno contiene tre virus:
• A/California/7/2009 (H1N1)
• A/Texas/50/2012 (H3N2)
• B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata)

Cos’è che è andato storto con questi vaccini antinfluenzali, dr Serravalle?
Non basta la corrispondenza con il virus A o B, occorre che tutti “i numeri della targa” siano identici. Basta che differiscano di un solo valore e il vaccino non sarà efficace. Le previsioni di quest’anno non sembrano essere state del tutto corrette, in base alle analisi comunicate dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Sono state identificate le caratteristiche antigeniche di 132 virus influenzali isolati in malati [1 A (H1N1) pdm09, 114 A (H3N2), e 17 B] confermati in laboratorio dal 1 ottobre 2014 ad oggi 8 dicembre. Esiste corrispondenza tra i sierotipi contenuti nel vaccino e i test di laboratorio per i tipi A/California/7/2009 (H1N1) e B/Massachusetts/2/2012 (linea Yamagata), mentre questa non è sufficiente per il terzo tipo contenuto nel vaccino: A/Texas/50/2012 (H3N2), nonostante sia stimato che proprio questo dovrebbe essere il ceppo dominante nell’epidemia influenzale dell’anno in corso. Se 58 (il 42%) dei 114 virus identificati nei malati corrispondono al sierotipo vaccinale, ben 66 (58%) o hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’ A/Texas/50/2012, o appartenevano ad un gruppo genetico che tipicamente mostra un ridotto titolo per l’A/Texas/50/2012. Tra i virus che hanno mostrato titoli ridotti con l’antisiero prodotto contro l’A/Texas/50/2012, molti erano simili, dal punto di vista degli antigeni, a A/Switzerland/9715293/2013. L’A/Switzerland/9715293/2013 è correlato all’A/Texas/50/2012, ma è differente da questo sia geneticamente che per alcuni antigeni.Insomma, la targa è differente, anche se simile, ed il vaccino non può funzionare.

La comunicazione del CdC ripropone la complessità di una strategia vaccinale nei confronti di virus perennemente mutanti come quelli influenzali e di epidemie dall’intensità variabile e imprevedibile.In virtù di ciò, il dr Serravalle ricorda, anzi sottolinea fortemente che sottovalutare questi aspetti, insieme all’inadeguatezza degli studi finora condotti e alla grande incertezza della definizione del caso (si tratta d’influenza o di sindrome influenzale?) porta a sopravvalutare l’utilità della vaccinazione. E proprio in questa direzione va dritto al cuore di questa campagna vaccinale 2014/2015:”Non ci sembra di chiedere troppo se desideriamo conoscere la reale situazione epidemiologica italiana, quanti i casi di vera influenza, quali i sierotipi identificati e correlabili con quelli vaccinali, quali le percentuali di malati tra vaccinati e non vaccinati.” E per questo motivo auspica che questa importante comunicazione pubblicata sui giornali statunitensi, sia altrettanto evidenziata da quelli italiani che pure hanno accettato subito le affermazioni del ministro Lorenzin sulla sicurezza del vaccino senza indagare su tutti gli aspetti di una vicenda che coinvolge cospicui investimenti e la salute di milioni di persone.

Arriveranno questi dati dalle autorità sanitarie? 




MARATONA TELETHON CON RAI E BNL: RETROSCENA INQUIETANTI DENUNCIATI DAL PARTITO ANIMALISTA EROPEO.

Stefano Fuccelli, il presidente del PAE denuncia:"Telethon destina solo il 35,5% alla voce "delibere per ricerca" tutto il resto ed esattamente il 64,5% è destinato ad altre voci : personale, servizi, spese materiale e di struttura, acquisti, ammortamenti, oneri commerciali oneri finanziari, altri oneri. La voce ‘Personale’ comprende compensi, stipendi, emolumenti dei dirigenti e dello staff di segreteria e non dei medici, ricercatori o scienziati. Circa 8 milioni di euro in un anno da spartire tra poche persone; mentre la voce ‘Servizi’ e ‘Spese materiali e di struttura’ comprende i costi di locazione, utenze, noleggio auto, viaggi aerei in business class, lussuosi hotel e ristoranti, ecc. sempre riferito ai dirigenti ed allo staff di segreteria. Circa 9 milioni di euro, il tutto vergognosamente esagerato.”

di Cinzia Marchegiani

Continua far parlare di se la maratona per la raccolta dei fondi che sulla rete ammiraglia italiana sta raccogliendo soldi per la fondazione Telethon iniziata l’8 dicembre. Caustico tuona il presidente del PAE, Partito Animalista Italiano:” che è iniziata la campagna mediatica per la raccolta fondi di Telethon sulle reti Rai all'insegna della menzogna, la conduttrice del programma La Vita in Diretta, Cristina Parodi insieme al direttore generale Telethon Francesca Pasinelli, nella presentazione dell'iniziativa ha dichiarato che l'intero importo delle donazioni viene destinato totalmente alla ricerca scientifica per sconfiggere le malattie genetiche e rare. Niente di più falso.”
Nel dettaglio Fuccelli spiega il motivo:”Telethon destina solo il 35,5% alla voce "delibere per ricerca" tutto il resto ed esattamente il 64,5% è destinato ad altre voci : personale, servizi, spese materiale e di struttura, acquisti, ammortamenti, oneri commerciali oneri finanziari, altri oneri. La voce ‘Personale’ comprende compensi, stipendi, emolumenti dei dirigenti e dello staff di segreteria e non dei medici, ricercatori o scienziati. Circa 8 milioni di euro in un anno da spartire tra poche persone; mentre la voce ‘Servizi’ e ‘Spese materiali e di struttura’ comprende i costi di locazione, utenze, noleggio auto, viaggi aerei in business class, lussuosi hotel e ristoranti, ecc. sempre riferito ai dirigenti ed allo staff di segreteria. Circa 9 milioni di euro, il tutto vergognosamente esagerato.”

Una denuncia pesante quella che Stefano Fuccelli vuole portare avanti e lo fa con tanto di dati proprio sulle donazioni che la fondazione riceve e spiega:”Del fondo che rimane è circa il 35,5% e che dovrebbe essere destinato alla ricerca di fatto viene utilizzato principalmente per stipendiare i circa duecento membri, tra dottorandi, ricercatori, tecnici e personale amministrativo del progetto Tigem; per finanziare la ricerca sugli animali nell’Istituto San Raffaele (istituto del prete Don Verzè noto alla cronaca per il crack finanziario e per l'acquisto di un jet privato dal costo di 20 milioni di euro onde evitare le file in aeroporto) Telethon per la terapia genica, del progetto Hsr-tiget; per finanziare l’Istituto Telethon Dulbecco, un programma creato per sostenere la carriera indipendente di giovani ricercatori del progetto DTI.” Il sito ufficiale riporta testualmente che la Fondazione Telethon* è un ente senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Si occupa principalmente: della raccolta dei fondi e della loro assegnazione a progetti di ricerca rigorosamente valutati e approvati da una Commissione medico-scientifica indipendente e internazionale; della gestione degli istituti interni di ricerca (Tigem, HSR-Tiget, DTI); della gestione diretta dei fondi di ricerca assegnati a enti esterni (università, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, enti ospedalieri altri istituti di ricerca). In questo caso gli scienziati affidano alla Fondazione l’assegnazione delle borse di studio e l’acquisto di prodotti e servizi necessari ai loro progetti di ricerca. Per questo lo stesso Fuccelli invita il d.g. Pasinelli a dichiarare i numeri reali, che dopo 2500 progetti, 405 milioni spesi, 459 malattie finanziate, 9380 pubblicazioni, hanno prodotto ben poco, e riporta una dichiarazione di Francesco Paravati presidente della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera a margine del VI Congresso Nazionale tenutosi a Roma:”'in questi anni abbiamo assistito in Italia ad un aumento esponenziale delle malattie genetiche e quelle rare che interessano circa 50.000 pazienti in età pediatrica". Il PAE non guarda solo in casa Telethon, ma anche i legami quasi indissolubili che la stessa fondazione ha con la RAI e la BNL :”Il servizio Report di Milena Gabanelli spiega come Telethon sia considerato un varieta', pertanto l'autore che firma il programma percepisce dall'emittente un compenso per il suo contratto di esclusiva e una cifra a minutaggio stabilita dalla SIAE che e' di 79 euro a minuto. Se calcoliamo che queste maratone hanno una durata di oltre 30 ore, è evidente che si accumulano compensi di oltre 150.000 euro.”Anche le fondazioni bancarie entrano i questa maratona dove i bambini e le loro tragiche storie entrano con forza ed emotività nelle case degli italiani passando da un format ormai ben congeniato. A spiegarlo, anzi ad alzare il dito contro questi rapporti economici ritorna Fuccelli:”Il 60% dei fondi raccolti è passato attraverso la Bnl sponsor dell' iniziativa ed il Centro studi Telethon che viene finanziato attraverso il fondo etico Fondo Bnl Telethon, investe in azioni e obbligazioni di imprese. E' evidente che alla ricerca scientifica Telethon destina solo una piccola parte dei fondi ricevuti, oltretutto la ricerca utilizza metodi sbagliati quale la sperimentazione animale, euristica pratica non predittiva per il genere umano, visto che le malattie oggetto della mission della Fondazione sono in aumento esponenziale.”

Per questo motivo  il PAE invita Pasinelli ad essere più trasparente possibile, in virtù dell’onestà intellettuale che in queste dirette televisive dovrebbe essere un punto cardine, e prima di chiedere le donazioni, i telespettatori devono conoscere il destino dei fondi ricevuti. Fuccelli ricorda che Telethon, Rai e Bnl sono sotto indagine giudiziaria:”Iscritti nel registro degli indagati il presidente del cda di Bnl Luigi Abete, l’ad Fabio Gallia, l’ex vicepresidente Piero Sergio Erede e il presidente del collegio sindacale Pier Paolo Piccinelli ma anche il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, per usura a danno dei piccoli risparmiatori.”

Insomma retroscena pesanti denunciati dal PAE che un garante in primis della RAI dovrebbe scardinare poiché è impensabile che si possa far leva sui volti dei bambini e il dramma delle malattie per fare cassa. Nel dettaglio l’Osservatore d’Italia cercherà di capire quanti soldi sono stati donati alla fondazione e quali terapie geniche sono state d’aiuto per chi da tanti anni sente promettenti ricerche, ma che con triste consapevolezza è rimasta ancora di nuovo ad aspettare….forse è arrivato il momento di cambiare strategia? Intanto da una prima passeggiata sul sito Telethon si possono leggere per ogni malattia studiata, fondi milionari destinati, diverse pubblicazioni e la conferma che per molte di queste patlogie “al momento non esiste una terapia risolutiva per la malattia.” Sarà interessante fare una classifica e le eventuali terapie geniche individuate, un modo per dare più trasparenza per chi vuole nella libertà contribuire alla ricerca e comprendere che forse non esiste solo Telethon. La Rai dovrebbe dare pari opportunità, poiché nel pluralismo dell’informazione si sconfiggono legami che troppo spesso finiscono nel setaccio delle indagini! 




MALATI RENALI: SCOPERTA PROTEINA CHE PROTEGGE IL CUORE

Redazione

 La carenza di una proteina, chiamata Klotho, che viene prodotta dai reni, aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache in chi e' gia' affetto da malattia renale. Almeno e' stato cosi' in uno studio condotto sui topi da un gruppo di ricercatori della University of Texas Southwestern Medical Center. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of the American Society of Nephrology. Se le conclusioni di questo studio venissero confermate negli esseri umani, una terapia sostitutiva di Klotho potrebbe proteggere la salute cardiaca dei pazienti con scarsa funzionalita' renale.
  Le malattie cardiache sono la principale causa di morte nei pazienti con malattia renale cronica. Inoltre, l'ipertrofia cardiaca (ovvero l'ispessimento del muscolo cardiaco) si verifica nel 95 per cento dei pazienti con insufficienza renale cronica e aumenta il loro rischio di morte cardiovascolare. I ricercatori hanno ora osservato che una diminuzione dei livelli circolanti di Klotho potrebbe spiegare l'origine della cardiomiopatia uremica, ovvero l'ipertrofia cardiaca associata all'insufficienza renale.




ANTIBIOTICI IN GRAVIDANZA: ASSUNTI AL 2° E 3° TRIMESTE CONFERMA RISCHIO OBESITA’ INFANTILE.

Lo studio pubblicato lo scorso 18 novembre 2014 da Mailman School of Public Health dell'Università di Columbia non dovrebbero scoraggiare l'uso di antibiotici quando sono medicalmente necessarie, ma è importante riconoscere che gli antibiotici sono attualmente overprescribed (pescritti in eccesso). I bambini esposti agli antibiotici in questo lasso di tempo ha avuto un 84 % più alto rischio di obesità, rispetto ai bambini che non sono stati esposti

di Cinzia Marchegiani

New York (USA) – Una malattia che sta colpendo molti bambini nell’età dell’adolescenza, il diabete. In questa direzione è stato eseguito uno studio presso Mailman School of Public Health dell'Università di Columbia in New York per individuare una delle tante concause che stanno alzando i report sull’obesità proprio nei bambini. La ricerca, oltre a confutare il nesso importante tra i bambini che sono stati esposti agli antibiotici nel secondo o terzo trimestre di gravidanza e il rischio più elevato di obesità infantile all'età di 7 anni, ha anche mostrato che per le madri che hanno consegnato i loro bambini da un taglio cesareo, sia elettiva o non elettivo, c'era un alto rischio di obesità nella loro prole. I risultati dello studio sono stati pubblicati online nella rivista International Journal of Obesity. .

ANTIBIOTICI IN GRAVIDANZA E ANCHE IN ETA’ PRECOCE, UN DATO ALLARMANTE
Anche se studi precedenti hanno dimostrato che gli antibiotici somministrati in età precoce può essere associato ad un aumentato rischio di obesità nell'infanzia, questo è il primo studio riferendo che l'uso di antibiotici materno nel secondo o terzo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di obesità prole. Antibiotici influenzano microbi nella madre e per entrare circolazione fetale attraverso la placenta. I ricercatori stanno cominciando a capire che i batteri che normalmente popolano il nostro colon hanno un ruolo importante nel mantenere la nostra salute e squilibri in queste popolazioni batteriche può causare una varietà di malattie. Disturbi del normale, la trasmissione di batteri dalla madre al bambino sono pensati per mettere il bambino a rischio per diverse condizioni di salute, tra cui l'obesità.

DATI DELLO STUDIO
Lo studio si basa su dati di buona salute, non fumatori, le donne in gravidanza che sono stati reclutati per la Northern Manhattan Study mamme e bambini da cliniche prenatali a New York-Presbyterian Hospital e Harlem Hospital Center tra il 1998 e il 2006. Di 727 madri iscritti al studio, 436 madri ei loro bambini sono stati seguiti fino a 7 anni di età. Di questi 436 bambini, il 16% ha avuto madri che hanno utilizzato antibiotici nel secondo o trimestre. Questo lavoro è uno sforzo proprio per capire come promuovere la crescita sana e lo sviluppo attraverso fuori l'infanzia e l'adolescenza e quindi ottimizzare una salute ambientale. I bambini esposti agli antibiotici in questo lasso di tempo ha avuto un 84% più alto rischio di obesità, rispetto ai bambini che non sono stati esposti.

DICHIARAZIONI STUDIOSI
Noel Mueller, PhD, assegnista di ricerca post-dottorato presso Mailman School of Public Health e l'Istituto di Nutrizione Umana della Columbia University
dichiara in merito: "I nostri risultati su antibiotici prenatali e di rischio per l'obesità prole sono nuovi, e quindi meritano la replicazione in altri studi di coorte prospettici. Se questi risultati reggono, suggeriscono nuovi meccanismi attraverso i quali le traiettorie di crescita dall'infanzia sono influenzati nelle prime fasi di sviluppo. I nostri risultati non dovrebbero scoraggiare l'uso di antibiotici quando sono medicalmente necessarie, ma è importante riconoscere che gli antibiotici sono attualmente overprescribed. "

Indipendente dall’ utilizzo di antibiotici prenatale, il parto cesareo è stato anche associato ad un rischio pari al 46% più alto di obesità infantile. I ricercatori hanno controllato per età materna, etnia, peso alla nascita, il sesso, l'allattamento al seno durante il primo anno, e antibiotici gestazionale o la modalità di consegna.

Andrew Rundle, DrPH, professore associato di Epidemiologia presso l'Mailman School of Public Health spiega:"I nostri risultati sono coerenti con una serie di tabella che ha esaminato i dati sul parto cesareo. Mentre gli studi precedenti hanno suggerito che i risultati infanzia differiscono se il taglio cesareo elettivo era o non elettiva, non abbiamo osservato tali prove. Così, i nostri risultati forniscono nuove prove a sostegno dell'ipotesi che il taglio cesareo contribuisce in modo indipendente al rischio di obesità infantile."

Lo stesso dr Mueller mette a confronto la similitudine dell'uso di antibiotici durante la gravidanza, e la sezione cesareo per la nascita del bambino, sono entrambe utilizzati per ridurre la normale trasmissione di batteri dalla madre al bambino e perturbare l'equilibrio di batteri nel bambino. Per questo Mueller osserva che le strategie per ridurre cesarei medicalmente necessarie e per fornire il bambino con salutari batteri dopo cesareo devono essere studiati.

Il dottor Rundle riflette l’importanza di questo studio: "Sono necessarie ulteriori ricerche su come la modalità di consegna, l'uso di antibiotici durante la gravidanza e di altri fattori influenzano la costituzione dell'ecosistema di batteri che abitano ciascuno di noi. Questa ricerca ci aiuterà a capire come creare una piattaforma presto per sostenere la crescita sana e lo sviluppo dei bambini."