Omicidio Maria Sestina Arcuri, la confessione shock di pseudo supertestimoni: quanto regge la notizia?

A volte chi viene sedotto e abbandonato può diventare vendicativo. C’è una confessione shock che al momento è molto sospetta.
Alcuni giornali hanno diffuso la notizia che Andrea Landolfi Cudia, il 31enne accusato dell’omicidio della fidanzata Maria Sestina Arcuri avvenuto la notte tra il 3 ed il 4 febbraio del 2019, avrebbe confessato a due ‘ospiti’ del carcere di Regina Coeli di aver spinto giù per le scale la sua donna. Proprio a loro, Landolfi, avrebbe rivelato come sarebbero davvero andate le cose quella sera.
Immediata la smentita totale di tale confessione da parte di Andrea Landolfi: “Il nostro assistitio – dichiarano gli avvocati Daniele Fabrizi e Serena Gasperini – non ha nella maniera più assoluta pronunciato tali parole a chicchessia tantomeno a questi presunti supertestimoni. Invitiamo i media ad approfondire di più su questa confessione che ha tutte le caratteristiche della fake news. La Procura di Viterbo, di suo, saprà bene come valutare questi testimoni”.
La videosorveglianza del carcere potrà probabilmente essere una prova importante al proposito.
Ma chi sono “loro” i supertestimoni? E come può una testimonianza del genere essere uscita dalla Procura di Viterbo, notoriamente blindata, ancor di più in questo momento storico? Il Pubblico Ministero Franco Pacifici non permette fughe di notizie del genere. E allora chi ha parlato con chi? Da dove provengono queste voci?
Sappiamo dalle notizie di cronaca emerse ( è anche curioso vedere chi firma gli articoli) che le iniziali dei due supertestimoni sono C.C. e D.D.D.. Adesso iniziamo il nostro viaggio in quelle che chiamiamo “strane coincidenze”.
Di recente è successo un fatto importante che ha destabilizzato molti equilibri: Landolfi ha cambiato legale e relativo team che lo assisteva. Ma andiamo per gradi.

Da chi era assistito Landolfi?
Il 29 febbraio viene pubblicato un post su Facebook sul profilo della Legal Consulting srl Associazione Avvocati CRM dove si legge dove che è stata assunta la difesa di Landolfi e di Nicola Mancuso. Al termine del post si legge “il nostro studio composto da me dottor Claudio Cipollini Macrì (zio Rocco) consulente legale, revisore processuale unitamente all’avvocato Giacomo Marini del foro di Roma (mio prof)”. Nel messaggio loro paventano uno staff molto ricco di cui farebbe parte anche una psicologa e un “noto giornalista di cronaca nera di fama nazionale”.

Chi è questo Claudio Cipollini che parla di “nostro studio” e che affianca l’avvocato Giacomo Marini che ha assunto la difesa di Landolfi e che ha un giornalista di cronaca nera amico nello staff?
Ebbene C.C., ovvero Claudio Cipollini è l’ex detenuto che a dicembre scorso è uscito dal carcere e che si è laureato in legge. Ed è anche e soprattutto l’ex detenuto che si trovava nel carcere di Regina Coeli nello stesso periodo di Landolfi: è lì che si sono conosciuti e Cipollini ha creduto alla totale innocenza di Landolfi. Ed è anche lo stesso Claudio Cipollini che insieme all’avvocato Marini si sono visti “rinviare” dalla Corte il deposito di una istanza di sostituzione della misura cautelare perché priva della dichiarazione di disponibilità da parte della struttura individuata ad accogliere Landolfi.
E’ sempre Cipollini che si presenta come una sorta di Garante dei detenuti tan’è vero che è dovuto intervenire di recente anche il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio Stefano Anastasìa il quale ha scritto su “un impostore che si aggira su Facebook: pare che questo ciarlatano presunto avvocato Claudio Rocco, sedicente Garante di non so che, continui la sua opera di disinformazione sul web….”

Insomma tra messe in guardia e l’istanza di scarcerazione zoppa Landolfi e la sua famiglia il 29 marzo hanno sollevato definitivamente dall’incarico tutto lo staff difensivo.
Ma ciò è avvenuto non senza strascichi.

Ai cellulari della famiglia cominciano ad arrivare molte telefonate.
Qualcuna arriva anche ai nuovi difensori, ma gli Avvvocati Gasperini e Fabrizi hanno già i loro consulenti; “grazie ma non c’è bisogno di nessun particolare consulente”.

Qualche giorno ed ecco un bel articolo con la foto della richiesta di colloquio rivolta al Pubblico Ministero titolare dell indagine per rivelazioni importanti sul caso.
Anche la nonna di Landolfi ha ricevuto venerdì scorso 3 aprile una telefonata dal “noto giornalista di cronaca nera” che appunto si presenta come giornalista e la mette in guardia: “Usciranno altre cose, state attenti vedete come potete pararle”. Colui che si presenta come giornalista fa chiaramente capire alla signora che la sua fonte viene da ambienti della Procura.
Passa il fine settimana e “coincidenza” vuole che dopo l’avviso fatto alla nonna di Landolfi è uscita la notizia di fantomatici supertestimoni che avrebbero sentito questa pseudo confessione smentita categoricamente dal Landolfi.
Le coincidenze sono tante, i dubbi ancora di più.
Che tra i supertestimoni non ci sia uno pseudo sostenitore mutato in accusatore dopo essere stato mollato?