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Editoriali

RENZI, DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI

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di Emanuel Galea

Non mi riferisco certamente alle parole benevole di Wolfgang Monchau apparse sul Financial Times, descrivendo il Renzi quale, la miglior speranza per l’Italia. Il fatto che il leader del partito Democratico stia contestando l’apparato vecchio del paese non significa riuscire a saltare il guado della classe politica paludosa. Qualcuno vedrebbe nella sua baldanza una sorta di protezione della finanza internazionale. 

Già la situazione italiana è alquanto ingarbugliata e perciò preferisco non prestarmi a confonderla ulteriormente con ipotesi e supposizioni. Sempre sul Financial Times, però,  anche Bill Emott rafforza i sospetti di chi vede la finanza internazionale dietro “l’enfant prodige” quando scrive "Speriamo che Renzi diventi un Blair italiano", sottolinea come sia l'Italia sia l'Europa abbiano bisogno di politici che parlino il linguaggio della speranza e del liberalismo. Come partenza, da vero puro sangue della politica, l’ex Presidente della Provincia di Firenze, è partito a testa bassa, travolgendo chiunque si metteva nel suo percorso.

A certi questa è apparsa come arroganza, ad altri come intraprendenza. La gente vedeva in lui il castigatore della politica corrotta, dei collusi, degli affaristi.

Molti s’illudevano di poter vedere in lui “il politico” estraneo ai “giochi “ dei partiti. Ha stravinto le primarie e attirato su di se tutti i rancori del vecchio apparato ex comunista. Gente estranea mille miglia dalla filosofia di quel partito erano pronti, qualora si presentasse l’occasione di votarlo. Matteo faceva la parte di quello che si identifica per “uno dei nostri”. Faccia da buono, il sorriso sempre impresso sul viso e la battuta pronta. Non perde mai la parola. Ecco! La parola non la perde, l’ha sempre pronta, ma si è dimostrato, ahimè, anziché uno dei nostri, uno dei tanti. Le luci della ribalta l’hanno accecato. Pur di non piegarsi è venuto ai patti con l’alleato sbagliato. Le aspettative della gente per una legge elettorale degna di questo nome, una riforma che li restituirebbe il voto, la scelta del proprio candidato, si è infranta in quell’’incontro fatidico con il nuovo alleato. Si è lasciato fuori il “porcellum” ma il sistema con il quale lo vorrebbe sostituirlo non ci sarà mai un appellativo per descriverlo. Gli schiaffi in viso si sentono maggiormente quando provengono da mani amiche. La gente pensava, a torto, che il “ragazzo di Firenze” non aveva niente a che spartire con i vecchi politicanti. Errore. Renzi ha scelto. Tra gli interessi della gente e quelli dei partiti, ha scelto gli ultimi per accontentare il nuovo alleato. Non vogliamo sapere altro. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. La preoccupazione è che se non subentrano cose nuove, non si sa quale sarebbe il prossimo danno. Attenti a quei due.

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