FIUMICINO, DISSESTO IDROGEOLOGICO: OLTRE 6 MILIONI DALLA REGIONE LAZIO

Redazione
Fiumicino (RM)
– C'è anche Fiumicino tra i Comuni scelti dalla Regione Lazio per interventi volti a contrastare il dissesto idrogeologico, finanziati con 71,2 milioni del Piano nazionale previsto dal programma 'Sblocca Italia' del Governo. Sul territorio arriveranno 6 milioni e 200mila euro: tre milioni finalizzati a lavori di ristrutturazione e potenziamento dell'impianto idrovoro di Isola Sacra e tre milioni e 200mila euro dedicati alla realizzazione di una arginatura a protezione dell'abitato sempre di Isola Sacra.

“Il nostro Comune – dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino – ha già destinato 250 mila euro per il potenziamento dell’impianto idrovoro di Isola Sacra, un contributo di solidarietà agli alluvionati, provveduto alla pulizia di tombini e caditoie e alla pulizia dei canali insieme al Consorzio di Bonifica. Finalmente ora si può pensare a fare interventi strutturali importanti grazie a questa ritrovata sintonia istituzionale tra Comune, Regione e Governo. Il tema ora è fare presto e bene superando ostacoli burocratici tipicamente italiani che rischiano di rallentare lavori improrogabili e urgenti. Non possiamo perdere ulteriore tempo per contrastare i rischi idrogeologici e idraulici del nostro territorio".
“Sono particolarmente felice – spiega l'assessore all'Urbanistica Ezio Di Genesio Pagliuca – che la Regione, il Presidente Zingaretti e l'assessore Refrigeri abbiano dato seguito alle nostre richieste di intervenire su una situazione che un anno fa, a causa degli allagamenti, ci costrinse a chiamare l'esercito. Mi auguro che questi fondi possano essere impiegati al più presto per garantire a migliaia di persone la sicurezza necessaria”.
 




REGIONE LAZIO: ANZIANI CON MENO PANNOLONI NELLE CASE DI RIPOSO

Redazione

Regione Lazio – “Ci auguriamo, come sempre, che la notizia non risponda al vero. Sarebbe inconcepibile. Si tratta di tagliare risorse sulla pelle dei più fragili e questo una associazione come la nostra, ma riteniamo tutta la comunità regionale, non può proprio accettarlo”. Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che così argomenta: “Le case di riposo per anziani fragili della provincia di Frosinone hanno lanciato l’allarme contro i tagli sulla dotazione di pannoloni che passerebbero da 3 a 2 al giorno. Ci auguriamo che sia solo una svista di qualche burocrate regionale perché ciò significa lasciare ore ed ore persone senza il doveroso cambio, con il pericolo di infezioni, decubiti e altre conseguenze, oltre ai problemi di igiene e di disagio che la tale carenza può causare. Come al solito – tuona Maritato – siamo ai risparmi sulla pelle dei più deboli, persone la cui pensione non consente di provvedere autonomamente alle carenze del pubblico. Un pubblico incarnato da una Regione che non fa altro che lanciare proclami: portali all’avanguardia, siti strabilianti, hostess e steward in pronto soccorso, senza accorgersi dei problemi quotidiani delle persone, specie le più indifese. AssoTutela monitorerà, come sempre, la situazione, affinché si ripristini un minimo di sostenibilità, igiene e qualità dell’assistenza. La casa di riposo sia un luogo affidabile, non un lager”, conclude il presidente.
 




REGIONE LAZIO: DEBITO VERSO FORNITORI PIU' ELEVATO D'ITALIA

Redazione

Regione Lazio – “Al di là delle promesse della sinistra e delle oramai arcinote autocelebrazioni di Nicola Zingaretti, il debito sanitario del Lazio verso i suoi fornitori ammonta alla cifra record di quasi 6 miliardi di euro e la nostra Regione raggiunge così un altro triste primato nazionale. Abbiamo servizi sanitari vergognosi, il più elevato livello di tassazione di tutta Italia e ora è accertato anche il più alto debito verso le imprese fornitrici. E’ così che Nicola Zingaretti vuole far ripartire l’economia regionale e garantire un dignitoso servizio sanitario ai suoi cittadini?”, così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Salute, nel fare riferimento alla ricerca effettuata dal centro studi della Cgia di Mestre sui debiti accumulati dalla Sanità verso le imprese in tutte le regioni italiane.
“Al di là delle solite sconclusionate quanto imbarazzanti obiezioni della Regione Lazio ai risultati pubblicati dalla Cgia, la gestione di Nicola Zingaretti detiene quasi il 25% del debito complessivo maturato dalla sanità nazionale verso i privati. Pur riferendosi all’anno 2013, i dati della Cgia purtroppo dimostrano ancora una volta come le autocelebrazioni della sinistra siano completamente prive di ogni fondamento. Così mentre Nicola Zingaretti esultava per chissà quale miglioramento nei servizi sanitari regionali, è stato lo stesso Presidente ad essere costretto a chiedere aiuto al Prefetto e alle cliniche private  sulla questione del degrado e dei disservizi dei pronto soccorso di Roma. E’ una sinistra che prima smentisce le opposizioni e poi, purtroppo, è costretta a smentirsi da sola, dando ragione all’unico vero giudice: la triste realtà della sanità nel Lazio. E’ sempre di più #ZZ #ZeroZingaretti”, conclude Santori.
 




REGIONE LAZIO, SANITA' ALLO SBANDO: 10 MESI PER UN CONTROLLO URGENTE

di Matteo La Stella

Lazio – Nella regione Lazio, per effettuare controlli, ci sono ormai liste d'attesa lunghe quasi come un calendario. La corrente innovativa che ha spinto il Servizio Sanitario regionale firmato Nicola Zingaretti ad inaugurare, nel 2014 le “case della salute” e i poliambulatori aperti nei week end, utili ad accorciare le distanze tra il paziente e la struttura Sanitaria, sembra per ora non aver apportato modifiche alla tempistica con cui il cittadino, paziente in questo caso, può ricevere ciò che gli spetta. Il mettersi in mostra in maniera così chiassosa, ostentando, per esempio negli ultimi giorni, il numero record di trapianti dell'anno passato, dovrebbe essere sinonimo di un organismo scintillante, senza alcuna infamia. Il nostro invece fa acqua da tutte le parti, violando persino un diritto fondamentale. La Costituzione Italiana, infatti, tutela con l'art. 32 la salute-”come diritto fondamentale dell'individuo”- garantendo allo stesso -”cure gratuite”-. Nel Lazio questo accade, sempre che si riesca ad arrivare alla data del controllo in piedi sulle proprie gambe. Si pensi ad una gastroscopia, tappa obbligatoria nella prevenzione al tumore dello stomaco, soprattutto se positivi ai controlli primari (screening): l'attesa si attesta intorno ai 10 mesi. Caso emblematico è quello di una nostra lettrice: il padre ottantaduenne, invalido al 100%, accusa dei sintomi per i quali è sottoposto a visita specialistica. Le viene consigliato di sottoporre urgentemente il genitore ad una gastroscopia e ad una colonscopia, così da scongiurare l'ipotesi di tumore. Lo stesso giorno, contattato il CUP (Centro Unico di Prenotazione per le prestazioni Sanitarie) le viene comunicata la prima data utile: novembre 2015. Il caso è emblematico poiché i tempi della diagnosi devono essere, qui più che in altri casi, ovviamente molto brevi. Il diritto alla salute in questo, come in molti altre situazioni, condanna parzialmente la vita del paziente, lasciandogli come unica alternativa la struttura privata, che impone costi proibitivi a ciò che dovrebbe garantire di per sé lo Stato con i soldi dei contribuenti.
Dunque la figura del medico passa in secondo piano, più che stanziare finanziamenti per la prevenzione, 289.000,00 euro nel 2014, per un servizio che poi non si può offrire ai cittadini, la regione potrebbe a questo punto pensare di assoldare delle cartomanti, così da prevedere la malattia e consentire al paziente di prendere i passi avanti, e al Servizio Sanitario di abbattere, una volta per tutte, le dannose liste d'attesa




REGIONE LAZIO: CON NICOLA ZINGARETTI, ALTRI 5 DIRIGENTI ESTERNI A SPESE DEI CITTADINI

Redazione

Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; mso-ascii- mso-ascii-theme- mso-fareast- mso-fareast-theme- mso-hansi- mso-hansi-theme- mso-bidi- mso-bidi-theme-} Regione Lazio – “Il carrozzone targato Zingaretti è sempre più carico e affollato di amici di amici piazzati in posizioni di prestigio che pesano sulle tasche dei contribuenti. Ai 63 dirigenti esterni denunciati da Report qualche settimana fa, il doppio e in alcuni casi il triplo di qualsiasi altra amministrazione, molti dei quali del Partito democratico, familiari di politici illustri, condannati e rinviati a giudizio, con stipendi che oscillano tra i 100mila e i 180mila euro all'anno con una spesa complessiva che supera i 10 milioni di euro l’anno, il Presidente Zingaretti tira fuori altri 5 nomi freschi freschi. Risultano curiose e inutili alcune professionalità che abbiamo il sospetto siano state create ad hoc per aggiungere posti alla tavola degli sprechi regionali.

Al premier Matteo Renzi, sempre attento alla produttività del pubblico impiego, chiediamo se a Zingaretti non gli bastino già i 3329 dipendenti regionali calpestati?” lo dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio a seguito delle nuove 5 nomine di Dirigente dell’Ufficio “Prevenzione Oncologica e screening”, dell'Area "Livelli Massimi di Finanziamento delle Attività Sanitarie e Mobilità Sanitaria”, dell'Ufficio "Monitoraggio dell'Attuazione del Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa (PRGLA), dell'Area "Pianificazione Strategica, Verifica e Controlli Attività Sanitaria" e dell'Area "Organizzazione del Sistema regionale.

“Al presidente Zingaretti non sono bastati gli scandali sulle nomine, che da mesi denuncio, né il servizio di Report dove è evidente lo stato di omertà che vige sul vergognoso sistema nominopoli che da anni lascia il segno in termini di risorse sperperate per trovare incarichi esterni ad amici di amici e sottratte ai servizi pubblici e soprattutto al sistema sanitario che in questi giorni con il sovraffollamento dei pronto soccorso sta vivendo dei momenti drammatici.  Nella nostra azione di inchiesta continueremo a denunciare quanto Zingaretti & Co hanno compiuto in questi 24 mesi di vergogna e nel totale silenzio mediatico” conclude Santori.




MAFIA CAPITALE, SANTORI “CHIAREZZA SU RAPPORTO TRA REGIONE LAZIO E GALASSIA COOP 29 GIUGNO”

Redazione

Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; mso-ascii- mso-ascii-theme- mso-fareast- mso-fareast-theme- mso-hansi- mso-hansi-theme- mso-bidi- mso-bidi-theme-}

Roma – “Come dettagliato nell’interrogazione dal 2004 al 2010 la Regione Lazio ha sostenuto finanziariamente le cooperative incriminate, sino a contare nel bilancio 2013 alla voce Emergenza flussi migratori dal Nord Africa due milioni di euro alla Eriches 29, cooperativa  ricollegabile alla galassia della 29 Giugno di Buzzi. L’inchiesta Mafia Capitale deve scavare a fondo così da escludere qualsiasi eventuale coinvolgimento di coloro che in questi anni hanno ricoperto ruoli centrali nel panorama politico, locale e nazionale, amministrativo e in aziende pubbliche partecipate e controllare. Scardinare ogni sistema malato a danno dei pubblici servizi e dei cittadini deve essere l’obiettivo principale non solo della magistratura, ma anche di tutte quelle realtà estranee a corruzione e criminalità chiamate con verifiche e controlli a stabilire la verità” lo dichiara il consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori proponente di una interrogazione urgente in merito alle procedure di trasparenza e controlli su bandi e affidamenti diretti anche senza gare e sotto soglia nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale.

“Non è da sottovalutare inoltre quello che è accaduto tra il 2011 e il 2012 in Provincia di Roma, governata d’allora presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che con procedura negoziata senza un bando di gara, ha pagato interventi della Cooperativa 29 giugno per un totale di 408.611,12 euro. A seguito dell’inchiesta il Presidente della Regione Lazio Zingaretti ha prima sospeso e poi ritirato le procedure di esecuzione della gara regionale per servizio CUP occorrente alla Aziende Sanitarie Roma A, Roma B, Roma C, Roma D, Roma E, Roma F, Roma H, Latina, Frosinone, Rieti, AO Sant'Andrea, INMI Spallanzani, IFO, Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata” da 91 milioni di euro e disposto un'indagine per conoscere se società legate all'inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito. Con la nostra interrogazione puntiamo a verificare, oltre alle gare, tutti gli impegni di denaro della Regione a favore della “cooperativa 29 giugno” e le procedure legate alle altre gare regionali e agli appalti già assegnati negli ultimi anni.  E’ necessario verificare le procedure legate alle altre gare regionali e agli appalti già assegnati negli ultimi anni, non solo quelle assegnate a società riconducibili agli indagati dell’inchiesta ma anche a altri soggetti, specie se in presenza di vicende anomale, come sostituzioni di membri delle commissioni valutatrici o peculiari tempistiche nell’espletamento delle procedure e di farlo anche presso gli enti pubblici vigilati, le società partecipate, gli enti di diritto privato controllati. E’ nostra intenzione inoltre far consegnare alla Procura tutta la documentazione relativa agli stanziamenti a favore delle cooperative riconducibili al “gruppo 29 giugno” fatti dal Consiglio Regionale del Lazio  dai relativi organi dello stesso nel corso degli ultimi anni” conclude Santori.




PARCO DEL TREJA: LA REGIONE LAZIO FINANZIA CON 200MILA EURO L'AREA PROTETTA

Redazione
Calcata (VT) – Il Parco del Treja ha presentato una serie di progetti per il miglioramento dell’accessibilità dell’area protetta. Il primo riguarda la realizzazione di un percorso cicloturistico tra il parco della Valle del Treja e quello di Veio. Il secondo prevede la realizzazione di un’aula didattica all’aperto, di un’area pic-nic e la sistemazione di percorsi in prossimità di Monte Gelato. Il terzo progetto è finalizzato all’ampliamento dell’accessibilità del percorso che lambisce il fiume, tra le cascate di Monte Gelato e Mazzano Romano, superando le difficoltà di passaggio dei punti più incassati della valle.

L’importo complessivo degli interventi finanziati dalla Regione Lazio sfiora i 200mila euro. Il Parco dovrà cofinanziare le opere con una partecipazione significativa. Tutte i le opere sono finalizzate all’ampliamento della fruizione del territorio, in particolare delle attività didattiche, ricreative e sportive. Il percorso più lungo è l’itinerario cicloturistico, che si snoda per 30 chilometri connettendo Campagnano di Roma, nel Parco di Veio, con Calcata, nel Parco del Treja. Un itinerario per lunghi tratti in fuoristrada, tra i luoghi più belli suggestivi o ricchi di testimonianze archeologiche dei due parchi. Sentieri che attraversano i dolci pianori seminati a grano, valli ricche d’acqua con ruscelli e cascate, tombe falische e panorami sui borghi. Un paesaggio naturale con segni della presenza dell’uomo, che però sono compenetrati nella storia millenaria dei luoghi.

“Questi finanziamenti dimostrano la capacità progettuale del Parco – afferma il presidente Medici, che osserva – l’Ente ancora una volta si pone come uno dei soggetti pubblici più dinamici per proposte di carattere culturale, realizzate concretamente sul territorio”.
 




REGIONE LAZIO, EXPO 2015: ATTESA PER LA SOCIETA' INCARICATA PER LA REALIZZAZIONE E ALLESTIMENTO

di Simonetta D'Onofrio

Regione Lazio
– Si deve attendere ancora qualche altro giorno per sapere il nome della società che verrà incaricata dalla Regione Lazio per la realizzazione e l’allestimento alla manifestazione più attesa dell’anno, l’Expo 2015. Il bando, prorogato al 12 gennaio, termine ultimo per il ricevimento delle offerte relative alla gara per lo spazio espositivo di Regione Lazio, Roma Capitale e Unioncamere Lazio, prevede un importo complessivo a base di gara a procedura aperta pari a 500.000 euro (IVA esclusa), di cui 10.000 euro (IVA esclusa) per oneri della sicurezza specifica non soggetti a ribasso.

Un’entità economica importante, vista la crisi economica, che servirà a portare la regione Lazio ad avere un ruolo primario nell’evento internazionale, all’interno di Palazzo Italia. Un progetto fondamentale per il Lazio, dove il soggetto vincitore dovrà attuare interventi mirati all’ideazione, alla progettazione, alla realizzazione dell’allestimento e sviluppo dei contenuti dello spazio espositivo nel Padiglione Italia.

Complessivamente la Giunta regionale del Lazio ha stanziato per la partecipazione all’Expo, circa 4 milioni e 500 mila euro. Tra gli obiettivi fondamentali dell’Ente vi è la valorizzazione di cento prodotti scelti nel settore agroalimentare, che rappresenteranno l’eccellenza laziale, capaci di attirare il “pianeta” nel territorio (26 vini, 14 carni e salumi, 26 legumi, ortaggi e frutta, 10 formaggi, 8 prodotti da forno e dolciari, 4 oli e 12 altri prodotti). Lo stand, che rimarrà fisso a disposizione all'interno del Padiglione Italia la Capitale e la sua Regione, è ampio circa 140 metri quadri e sarà fondamentale per dimostrare al mondo intero quanto sia i importante la cultura enogastronomica e culturale della regione. I percorsi previsti all’interno del padiglione Lazio sono otto: “Cibo e turismo: Roma capitale globale”, sulla centralità di Roma nelle politiche alimentari internazionali; “Il cammino dell’acqua”, dedicato all’acqua come risorsa culturale, storica ed economica; “Città e campagna: interazioni” esplorerà i rapporti antichi e nuovi tra realtà urbane e agricole, “Crescere meglio: eccellenze e sostenibilità“ , verterà a svelare la continuità tra storia, prodotto locale e innovazione; “Il genio e l’innovazione” dove si potranno le diverse fasi della ricerca scientifica e tecnologica, “L’origine e la qualità” rivolto ai migliori prodotti tipici e “Tutte le strade portano a Roma” e “L’area centrale dei Fori” che dovranno far conoscere i progetti di Roma Capitale per la riqualificazione del patrimonio archeologico.
Una vetrina fondamentale, anche per incrementare la mano d’opera e manifatturiera, dove l’investimento è come una puntata al gioco, che se ben sfruttata può portare enormi soddisfazioni, mentre in caso di flop ne pagheranno le conseguenze tutti gli italiani.
 




ROMA, ASSOCIAZIONE SANT'AGNESE NUOVO TENNIS: LAVORATORI A RISCHIO NEL SILENZIO DELLA EX IPAB, REGIONE LAZIO E VICARIATO

Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; mso-ascii- mso-ascii-theme- mso-fareast- mso-fareast-theme- mso-hansi- mso-hansi-theme- mso-bidi- mso-bidi-theme-}

di Chiara Rai

Roma – L'Associazione Sportiva Nuovo Tennis Sant’Agnese si trova in grandi difficoltà  perché la Fondazione Protettorato di San Giuseppe, – ex Ipab sotto il controllo della Regione Lazio – proprietaria del terreno,  ha più che raddoppiato il canone di locazione degli otto campi da tennis.

Parliamo della storica Associazione Sportiva Sant’Agnese che opera dal lontano ’64, a due passi da Corso Trieste.

Infatti, dopo una prima richiesta, da parte della Fondazione che prevedeva un rinnovo di locazione con un aumento del 500% rispetto al vecchio canone, l’Associazione Sportiva è stata costretta, con l’ufficiale giudiziario alla porta, a siglare un rinnovo di locazione aumentato di più del doppio.

Per far fronte ad un aumento così considerevole, l’Associazione si è vista costretta a licenziare ed a ridurre l’orario di lavoro del personale. Da quattro anni i maestri di tennis e i collaboratori della struttura che hanno sempre contato su questa attività,  circa venti in tutto, vivono in un continuo stato di tensione e di paura di poter perdere il proprio posto di lavoro definitivamente.  

Le istituzioni, fino ad oggi non hanno mosso un dito. Le richieste di aiuto dell’Associazione avanzate prima all’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini e poi  all’attuale governatore Nicola Zingaretti sono rimaste  inascoltate nonostante i numerosi tentativi.

Un silenzio istituzionale rispetto ad una vicenda che ha come attori personaggi che hanno ricoperto o  ancora svolgono cariche in Regione Lazio.

La Dottoressa Elda Melaragno Presidente della Fondazione Protettorato di San Giuseppe, dopo 20 anni di dirigenza alla sanità in Regione Lazio, ricopre ancora cariche pubbliche come la presidenza di una così importante fondazione, da oltre 20 anni, la vicepresidenza nazionale della Lilt – Lega italiana per la lotta ai tumori – e la presidenza dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena.

Tra gli altri nomi che compongono il consiglio di amministrazione della Fondazione Protettorato di San Giuseppe ex Ipab c’è anche il consigliere d'amministrazione Agnese D'Alessio, già indagata per lo scandalo del San Raffaele di Velletri, accusata di associazione a delinquere e con tre mesi di arresti domiciliari sulle spalle.

La D’Alessio è stata accusata anche di corruzione per aver cercato di ottenere la direzione generale della Lilt, lega della quale la Melaragno è vicepresidente. 

Gli altri consiglieri della Fondazione Protettorato di San Giuseppe sono: Filomena Caruccio (Regione Lazio Direzione Regionale Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio), Giuliana Nulli (Vicariato) e Stefano Zoani (Vicariato).

Una curiosità: Il figlio della Melaragno, Fabrizio D’Alba, nominato direttore amministrativo del Forlanini – San Camillo a soli 37 anni mentre nel contempo prestava servizio nell'amministrazione del Policlinico Tor Vergata,  da qualche tempo è stato eletto dalla Regione Lazio ai vertici della Asl Roma H, che copre l’area dei Castelli Romani, area dove proprio la maadre è finita al centro di diverse vicende.

Dunque la Regione Lazio rimane in silenzio e anche i religiosi prendono le distanze, nonostante il Vicariato della Chiesa di Roma sia autorevolmente rappresentato all’interno del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Protettorato di San Giuseppe, riconosciuto come Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.) ed, a partire dal 2003, Fondazione di diritto privato ad ispirazione religiosa cattolica, che persegue finalità assistenziali di pubblica utilità, ed è  sottoposto alla vigilanza e al controllo della Regione Lazio.

Riepilogando:

L’Associazione Sportiva è in brutte acque e pur avendo come interlocutore una Fondazione votata a perseguire finalità di pubblica utilità con all’interno consiglieri espressione della Regione Lazio e del Vicariato non vede la possibilità di una apertura di un tavolo di concertazione in Regione al fine di arrivare ad una soluzione che salvaguardi dei posti di lavoro e mantenga in piedi un’attività storica di Roma che tutt’ora funziona, malgrado la morsa della crisi.

Chi controlla l’operato di queste Fondazioni a partecipazione pubblica? Perché la Regione Lazio, nella persona del presidente Nicola Zingaretti non interviene per concludere questa difficile e critica situazione? E’ il momento di dare un segnale di interesse, soprattutto nel rispetto dei lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto.

Torneremo sull'argomento.




REGIONE LAZIO: ISTITUITA LA FIGURA DEL MOBILITY MANAGER

Redazione
Regione Lazio
– “Mentre a breve discuteremo in Consiglio regionale il bilancio 2014-2016 della Regione Lazio, fatto di tagli lineari effettuati quasi tutti senza alcun criterio e non in grado di aggredire realmente gli sprechi, ecco che Nicola Zingaretti, non contento dei suoi 64 dirigenti esterni, dopo essersi inventato nuove strutture e figure, non si smentisce ed istituisce la figura del Responsabile della Mobilità Aziendale (Mobility Manager) della Giunta Regionale. Figura che a suo dire servirà, tra l’altro, alla realizzazione, implementazione e controllo del Piano degli spostamenti casa-lavoro (PSCL) del personale dipendente della Giunta regionale del Lazio”, così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
“Sebbene tale figura sia prevista per legge, ecco però che viene strutturata l’ennesima “cabina di regia”, in quanto, come si legge nell’atto, oltre a l’individuazione del responsabile per la mobilità aziendale della Giunta, verrà anche istituita la immancabile struttura di supporto. Il tutto mentre non trova spazio alcun provvedimento sul personale regionale ancora una volta lasciato al proprio destino. In attesa dell’ennesima nomina che sarà presumibilmente e rigorosamente di un esterno, si crea nel silenzio più assoluto l’ennesimo carrozzone. E ancora parliamo di spending review?”, conclude Santori.
 




REGIONE LAZIO E MAFIA CAPITALE: 40 MILA EURO ALLA COOP 29 GIUGNO ALLA VIGILIA DI NATALE 2013

di Cinzia Marchegiani

Regione Lazio – Eccolo il documento con cui la Regione Lazio con determina n.932 datata 24 dicembre 2013 affida alla Cooperaticva 29 Giugno 40 mila euro per un progetto trimestrale di comunicazione sociale e di informazione in tema di immigrazione rivolto ai detenuti nelle carceri laziali. A comunicarlo è il capogruppo del M5S Lazio Gianluca Perilli, che spiega il ritrovamento:”Da quando sono stati eseguiti gli arresti per Mafia Capitale i nostri uffici si sono messi al lavoro per cercare eventuali erogazioni dal Consiglio Regionale alle società oggetto dell’inchiesta giudiziaria. Abbiamo già rintracciato una determina con cui vengono assegnati 40.000 euro alla cooperativa ‘29 Giugno’ per un progetto trimestrale di comunicazione sociale e di informazione in tema di immigrazione rivolto ai detenuti nelle carceri laziali. Continueremo le nostre ricerche per chiarire di quanto credito, non solo economico, godessero queste società all’interno delle istituzioni regionali.”

Gioiva solo ieri dalla sua bacheca pubblica il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “per quanto riguarda la centrale unica degli acquisti, da maggio 2013 sono state fatte gare per circa 3 miliardi di euro. Nessuna è stata aggiudicata a una delle società attualmente sotto indagine”, riferendosi all’inchiesta che ha sollevato il marciume della politica e mafia denominata Mondo di Mezzo.

Zingaretti farebbe bene ad non esultare e lavorare sodo, visto anche la grave situazione che è emersa dalla trasmissione Report, dove anche il Presidente del Consiglio Daniele Leodori non ha lasciato una bella immagine, spingendo la telecamera del giornalista, e non riuscendo a gestire il proprio ruolo istituzionale. Alla domanda di Giorgio Mottola, riguardo il bando in cui si conosceva già il vincitore prima, lo stesso Daniele Leodori con un secco “non credo”. Giorgio Mottola, il giornalista di Report insiste per avere risposte concrete e continua:”Eh invece sì, c’ho la carta… eh ma perché mi spinge? Le sto facendo una domanda.” Daniele Leodori con un “Basta, basta, ho risposto abbastanza” abbassava la telecamera!  Chapeau!