Il titolo della vergogna

di Silvio Rossi

 

Sia chiaro. Inventare un titolo a effetto, che richiami l’attenzione del lettore, che colpisca a prima vista, è il desiderio di chiunque, nelle testate nazionali, locali, grandi, piccole, su carta o su web, si occupa dell’impaginazione e di inserire quelle poche parole, in evidenza, con caratteri in grassetto, sopra al pezzo vero e proprio.
Un buon titolo riesce spesso anche a far leggere un articolo “fiacco”, che senza la sua spinta propositiva del titolista, non avrebbe colpito il lettore. Per fare un buon titolo, bisogna andare un po’, senza esagerare, fuori dal seminato. Può essere un richiamo a qualcosa di conosciuto, un film, una canzone (senza esagerare, per non risultare banali), oppure deve riuscire a colpire qualche aspetto, anche controverso, del personaggio o della vicenda di cui si parla.
Una regola però non può mai essere trascurata, tassativamente. La “vittima” del nostro titolo, anche quando viene colpita duramente, deve sempre essere rispettata. Non sono ammissibili titoli, né tantomeno affermazioni all’interno dell’articolo, a carattere sessista, che dileggiano gli stili di vita, le convinzioni religiose, l’umanità della persona.
Noi dell’Osservatore, nel nostro piccolo, siamo spesso duri, attacchiamo, ironizziamo, cela prendiamo con politici locali o nazionali. Ci sforziamo però di rispettare, anche se a volte qualcuno potrebbe obiettare, chi abbiamo di fronte.
Non sempre però questo avviene. Nella giornata di ieri, un noto giornale nazionale, ha attirato a se le critiche di tutto il mondo politico, per un titolo contro la Raggi che sarebbe stato più indicato per uno di quei film della commedia sexy anni settanta. In questo caso, non ce la sentiamo di fare una difesa di categoria, non ci sembra giusto. Sebbene anche noi abbiamo criticato la sindaca di Roma, riteniamo giusto offrirle la nostra solidarietà.
Speriamo soltanto che questo episodio, che non è il primo e non sarà certamente l’ultimo, serva a far comprendere a molti, politici e giornalisti, come certi ruoli prevedano un’etica che deve per forza essere maggiore rispetto a quella dell’uomo medio (che peraltro è comunque disprezzabile nel momento che usa certi linguaggi).
Siamo stanchi dei continui attacchi con riferimenti sessuali effettuati da politici di più schieramenti. Siamo stanchi degli attacchi dei giornali, che prima della Raggi hanno colpito le ex ministre Carfagna e Boschi e la Presidente della Camera Laura Boldrini.
Politici e giornalisti devono comprendere come il loro ruolo debba essere quello di guida, devono elevare il livello sociale del Paese, e non suscitare i più bassi istinti. Possono e devono criticare. La critica è una gran cosa, è la base della democrazia. La volgarità però ne è la sua negazione.




Anguillara, polemiche in Consiglio Comunale: passa la proposta di controdeduzioni della maggioranza

 

di Silvio Rossi


ANGUILLARA (RM) – Se per quanto riguarda i temi, il Consiglio Comunale di ieri ha ripercorso esattamente quanto annunciato due giorni prima in conferenza stampa, con l’assessore Piccioni che ha ribadito le difficoltà che hanno portato alla travagliata decisione di adottare le controdeduzioni, ciò che ha movimentato l’assise è stato il tema del presunto conflitto d’interessi.

Nella discussione del punto all’ordine del giorno in Consiglio Comunale, due consiglieri di maggioranza e l’intera opposizione, con esclusione dell’ex candidato sindaco Antonio Pizzigallo, hanno dovuto abbandonare l’aula. Infatti il TUEL, all’articolo 78, comma 2, stabilisce che i consiglieri non possono partecipare a votazioni “di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”.

Il consiglio era quindi rappresentato da otto consiglieri più il sindaco per la maggioranza, e da un solo consigliere di opposizione. Ma proprio Antonio Pizzigallo, a inizio seduta, ha posto un problema che potrebbe invalidare il voto. La legge sul procedimento amministrativo, all’articolo 6 bis, stabilisce che: “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale”.


Questo articolo, che estende una normativa simile alla precedente anche alla componente amministrativa e non politica, è stato inserito nella legge dal 2012, con la legge anticorruzione della ex ministra Paola Severino.
Nel caso in questione, il consigliere Pizzigallo ha sollevato una pregiudiziale per un interesse della responsabile a interim dell’area economica finanziaria, che era stata nominata appena due giorni prima, in sostituzione provvisoria a causa delle dimissioni della responsabile, avvenute appena un mese dopo la nomina.


Ciò che, nella vicenda, ci ha lasciato perplessi, indipendentemente dalla bocciatura della pregiudiziale, che il segretario comunale ha chiesto al consigliere copia della normativa. Stiamo parlando non di una legge qualsiasi, che potrebbe sfuggire a un occhio poco attento. La norma richiamata è la legge sul provvedimento amministrativo, una delle pietre miliari nell’azione dei pubblici uffici. Una legge che è come il codice della strada per la Polizia Stradale, come la legge di Ohm per un elettrotecnico.

Una volta entrati nel merito della proposta, l’assessore Piccioni ha ripetuto, più o meno, quanto anticipato, con la ricostruzione degli ultimi mesi, da quando la variante del PRG è giunta al protocollo comunale, con l’attribuzione della responsabilità della loro scelta alla legge regionale 12 dell’agosto 2016, cosa che non ha convinto Pizzigallo, come d’altronde aveva poco convinto a noi, e ad alcuni tecnici da noi interpellati in questi due giorni.

All’atto del voto, il consigliere Pizzigallo non ha partecipato allo stesso, per l’illegittimità dell’atto, a suo dire, per i motivi di incompatibilità esposti nell’articolo, per la mancanza delle relazioni tecnica, economica, geologica e vegetazionale, per la riproposizione di aree già bocciate dal Comitato Tecnico Regionale, per la mancata partecipazione particolare, e per il ritardo nei tempi stabiliti dalla Regione, e soprattutto per il danno erariale che, per via dei numerosi ricorsi che si attende, si creerà per il Comune.
Al termine della votazione, alcuni cittadini, hanno inscenato una protesta, alzando alcuni cartelli contro la decisione assunta dal Consiglio.

Un appunto, alla presidente della seduta, Silvia Silvestri. Al termine della relazione dell’assessore Piccioni, il pubblico presente ha applaudito il relatore, gesto accompagnato dagli applausi dei consiglieri di maggioranza, della sindaca Anselmo, del capo area Santamaria, e della Presidente stessa. Quando invece il dott. Pizzigallo ha terminato il suo intervento, una parte del pubblico ha applaudito, si è prodigata a richiamare il silenzio. Bisogna ricordare che, quando si siede su determinate poltrone, il rispetto delle regole deve prevalere sull’appartenenza politica.




Anguillara, Piano Regolatore: tutta colpa della Regione… (dicono)

 

di Silvio Rossi

 

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ANGUILLARA (RM) – Davanti a un’atmosfera surreale, con un numero di amministratori che era il doppio rispetto a quello dei giornalisti invitati, si è svolta la conferenza stampa in cui la giunta pentastellata di Anguillara ha presentato alla stampa la scelta di inviare le controdeduzioni alla Regione Lazio in merito alla variante del Piano Regolatore Generale, che saranno discusse nel Consiglio Comunale del 2 febbraio.

 

In particolare, nella lunga ricostruzione dell’assessore Piccioni, che ha ripercorso l’iter fissando l’attenzione principale negli ultimi mesi, della variante in esame, si possono estrapolare alcuni punti. La variante al PRG, così come è tornata dalla Regione, che ha stralciato 4 macro aree, perché contrarie al PTPR, – Piano Territoriale Paesistico Regionale – tra quelle definite nella versione liquidata dal Consiglio Comunale nel 2006 (le zone sono Pizzo Prato, località Il Cascinone, località Pescara, vicino a Monte le Forche, e la parte alta di Vigna di Valle, in corrispondenza della provinciale), prevedeva un aumento di cubatura di circa seicentomila metri cubi. Le controdeduzioni proposte dall’amministrazione ne tolgono quasi la metà.

Agli amministratori presenti, è stato chiesto come mai, nonostante le promesse di bocciatura “senza se e senza ma”, così come era stato scritto sia in campagna elettorale, che sulla pagina Facebook “Comune di Anguillara Sabazia Ufficio Comunicazione”, (in particolare, il 22 agosto era scritto “… la votazione finale che, come più volte dichiarato dal Sindaco sarà di rigetto della variante al PRG e delle sue NTA”).

 

Altra domanda ha riguardato una presunta leggerezza sul rispetto dei tempi per le controdeduzioni. Riguardo i tempi che hanno determinato la contrapposizione tra Comune di Anguillara e la Giunta Regionale, l’assessore Piccioni ha dichiarato come le tempistiche indicate nella normativa non sono vincolanti, per cui i pochi giorni di differenza tra la scadenza del tempo concesso per le osservazioni e il prossimo Consiglio Comunale, non avrebbero dovuto determinare un irrigidimento della Regione.

 

Durante la conferenza, comunque, è stato possibile ricostruire, al netto delle varie versioni pubblicate, con errori commessi anche dall’ufficio comunicazione comunale, l’iter temporale. Il Comitato Regionale del Territorio della Regione Lazio, il 28 aprile ha concluso la valutazione della variante presentata dal Comune di Anguillara Sabazia nel 2006. La variante con le modifiche regionali è stata inviata al Comune di Anguillara il 26 luglio. Il giorno 25 ottobre l’ufficio comunale ha chiesto una proroga di novanta giorni per poter presentare le proprie controdeduzioni. A giustificazione di questa richiesta, il Comune ha portato l’assenza dei capi area, che avevano cessato l’incarico al termine dell’amministrazione precedente, e del segretario comunale.

 

La Regione Lazio, il 21 novembre, ha risposto concedendo una proroga che sarebbe scaduta sessanta giorni dopo la risposta, quindi il 20 gennaio. Il 25 gennaio, l’architetto Egidio Santamaria ha inviato al Comitato Regionale del Territorio la comunicazione di conclusione dell’iter per la presentazione delle controdeduzioni, che sarebbero state approvate al prossimo Consiglio Comunale, previsto il 2 febbraio. Nel contestare la perentorietà con cui la Regione ha risposto al Comune, l’assessore Piccioni ha fatto notare come dall’approvazione all’invio al Comune fossero comunque trascorsi tre mesi, per cui questa fretta regionale non sembrava giustificata. Ciò che però non convince, è come sia possibile non comprendere che, dopo la proroga concessa, non fosse ritenuto opportuno cercare di rispettare i tempi indicati dalla stessa.

 

Per quanto riguarda invece il cambiamento di posizione degli amministratori, la giustificazione ha riguardato la Legge Regionale 12, del 10 agosto 2016, che ha modificato la normativa in questione, impedendo il rigetto della variante, senza aver delle conseguenze sia di danno erariale, sia per quanto riguarda le aree ex demaniali, sulle quale, in un’ipotesi del genere, non sarebbe più possibile l’edificazione per almeno dieci anni.

 

In attesa di una valutazione tecnica, che verrà svolta da chi ha le competenze necessarie, appare comunque evidente che, se fosse comunque esatto quanto riferito, sarebbe stato opportuno, specialmente per chi ha sempre affermato di voler governare con la massima partecipazione popolare e la più ampia trasparenza, convocare una serie di incontri, con la popolazione, con i professionisti del settore, con la stampa, per portare a conoscenza di tutti le informazioni che vengono invece lanciate oggi, a due giorni dal Consiglio Comunale, quasi come un coup de théâtre.

Se fosse vero che la giunta avrebbe voluto comportarsi diversamente, e fosse stata costretta, da una legge nuova che ha sparigliato il campo su cui avevano preparato la loro partita, l’unico comportamento inopportuno è la chiusura all’interno delle stanze del Palazzo.




Anguillara, luminarie natalizie ancora accese: qualcuno stacchi la spina

 

di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – Circa un mese dopo l’inizio del nuovo anno, passato anche il capodanno cinese, che ha visto la sindaca di Roma Virginia Raggi sul palco di Piazza del Popolo assieme all’ambasciatore Li Ruyu, ad Anguillara Sabazia non sembrano terminare i festeggiamenti con tanto di luminarie natalizie accese lungo le strade cittadine.


Per chi giunge ad Anguillara a fine gennaio, un periodo che normalmente vede i festeggiamenti natalizi abbondantemente alle spalle, trovare palle di Natale accese, luminarie ancora presenti e funzionanti, dà l’idea di un paese in cui molte persone hanno cercato di “farsi trovare pronti mentre si porta la pietanza a tavola, ma nessuno era disponibile nel momento in cui si doveva sparecchiare”. Ci chiediamo, ma è un’immagine giusta da dare, quella di una città che vede accese le luminarie un mese dopo la fine delle festività? È possibile che nessun amministratore pubblico abbia attraversato le strade cittadine dopo il tramonto, e non si sia chiesto come mai le palle di Natale e gli angioletti erano ancora lì a fare chiarore nelle serate di Anguillara?

L'auspicio è che la nostra sollecitazione serva per far decidere qualcuno che forse è il caso di ”staccare la spina”, ed evitare che tra poco qualcun altro possa ironizzare sulla cosa, dicendo “a questo punto vi conviene lasciarle accese per il prossimo Natale”.




Anguillara, portavoce del sindaco, ufficio stampa o giornalista?: un caso da chiarire subito

ANGUILLARA (RM) – Non è iscritta all’Ordine, assunta come portavoce del sindaco ma di fatto svolge le manzioni di un ufficio stampa: questo è un caso da chiarire subito se non si vuole rischiare di finire al centro di cicloni come quello avvenuto nella Regione Sicilia dove, su denuncia dell’Ordine regionale dei giornalisti e dall’Associazione siciliana della stampa, la Procura di Palermo nel 2014 ha aperto un’inchiesta sull’invio ripetuto e sistematico di comunicati stampa da parte del presidente Rosario Crocetta e degli assessori della sua giunta. Ma gli esempi sono tanti e purtroppo la poca esperienza degli amministratori sul tema della comunicazione porta a facili scivoloni.

Il Comune di Anguillara Sabazia, lo scorso mese di ottobre, ha pubblicato un bando per l’assunzione di un “Portavoce”, per una durata di sei mesi, con la retribuzione complessiva di tremila euro. Un bando che ha lasciato perplesse molte persone, che avevano obiettato se fosse stato opportuno, laddove si invocavano ristrettezze economiche in tutti i campi, spendere la cifra, peraltro non elevata, per quest’attività. Il bando, apparentemente dichiarato ai sensi dell’articolo 7 della legge 150 del 2000 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, definiva però nel capitolo “attività richieste”, una serie di specifiche che sono proprie degli uffici stampa, come confermato, a precisa richiesta, dall’Ordine dei Giornalisti. Ciò che però nel bando era ben definito, con la trascrizione dell’articolo suddetto, che recita, tra l’altro: “Il portavoce, incaricato dal medesimo organo, non può per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”. Questo significa che, se il portavoce fosse un giornalista, o comunque un collaboratore di una testata giornalistica, egli deve astenersi, per tutta la durata della collaborazione, dall’esercitare la sua attività presso il giornale. Dopo la chiusura del bando e le valutazioni “intuitu personae” da parte del Sindaco, il 7 novembre è stata nominata portavoce una ragazza del territorio che collaborava con una testata storica dell’ambito sabatino, peraltro senza essere iscritta all’albo professionale.

Sfogliando gli ultimi numeri del giornale in questione, possiamo facilmente osservare come la portavoce, dopo la sua nomina, non ha interrotto la collaborazione precedente, avendo pubblicato, tra novembre e dicembre, ben undici tabella, di cui alcuni erano tesi a lodare l’efficienza della stessa amministrazione di cui lei è portavoce. tabella che sembrano la parodia delle veline dell’Istituto Luce, intrisi di quella retorica asservita al potente di turno.

Sulle funzioni della portavoce, inoltre, vogliamo chiedere con quale specifica organizza, per conto del Comune, una conferenza stampa? È infatti di questi giorni la richiesta pervenuta a diverse testate giornalistiche direttamente dalla email del portavoce del Comune di Anguillara in cui sono state richieste le specifiche per accreditarsi alla conferenza stampa del prossimo 31 gennaio da inviare entro e non oltre le ore 12:00 del 31 gennaio su carta intestata della redazione tramite la email del Portavoce

L’orientamento nel settore è concorde nell’attribuire la responsabilità dell’organizzazione di una conferenza stampa all’ufficio stampa, e non al portavoce. Lo chiarisce ad esempio la “Guida normativa per l’amministrazione locale 2015”, che spiega come, per i piccoli comuni, nella necessità di organizzare conferenze stampa, la legge 150 consente di avvalersi di uffici stampa anche in forma associata tra Enti. Stabilendo quindi che chi non può avere al suo interno un ufficio stampa, non può affidare i compiti specifici al portavoce, che cura solamente l’informazione politica della figura apicale, in questo caso il sindaco, ma deve avvalersi di un ufficio stampa esterno ad hoc.Chiarimento confermato dal Professor Mauro Miccio, che specifica come “l’evento per eccellenza che un ufficio stampa ha il compito di organizzare, gestire e regolamentare è la conferenza stampa”. Un evento, dunque, che prevede specifiche competenze, che solo l’iscrizione all’Albo garantisce.

Ci chiediamo, a questo punto, se la sindaca, che certamente era al corrente del problema dell’incompatibilità, visto che lo stesso è stato esplicitato direttamente nel bando, abbia per caso letto i numeri di questi ultimi due mesi dove la sua portavoce ha esibito le sue capacità narrative. Ne era all’oscuro, o forse si è complimentata personalmente per i servigi indirettamente resi con tabella così compiacenti?

Rientra nella deontologia professionale una descrizione del tipo: “Finalmente l’Amministrazione Comunale, dopo un lungo e travagliato iter organizzativo e procedurale, è riuscita a sbloccare i lavori. […] L’Amministrazione si è mossa per fornire il supporto a tutti coloro che hanno inviato le loro segnalazioni…”, scritta direttamente dal portavoce del sindaco, e spacciata come se fosse stato un articolo di un giornalista distaccato?

La stessa domanda potremmo rivolgerla al Direttore responsabile della testata. È mai possibile che un giornale sempre così attento alle vicende del territorio non si sia accorto che in uno dei comuni più attenzionati dalle proprie pagine, sia stata assunta come portavoce una propria collaboratrice?

Silvio Rossi

 




Anguillara, la comunicazione comunale e le incongruenze

di Silvio Rossi

 

Il Comune di Anguillara Sabazia, lo scorso mese di ottobre, ha pubblicato un bando per l’assunzione di un “Portavoce”, per una durata di sei mesi, con la retribuzione complessiva di tremila euro. Un bando che ha lasciato perplesse molte persone, che avevano obiettato se fosse stato opportuno, laddove si invocavano ristrettezze economiche in tutti i campi, spendere la cifra, peraltro non elevata, per quest’attività.
Il bando, apparentemente dichiarato ai sensi dell’articolo 7 della legge 150 del 2000 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, definiva però nel capitolo “attività richieste”, una serie di specifiche che sono proprie degli uffici stampa, come confermato, a precisa richiesta, dall’Ordine dei Giornalisti.
Ciò che però nel bando era ben definito, con la trascrizione dell’articolo suddetto, che recita, tra l’altro: “Il portavoce, incaricato dal medesimo organo, non può per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”. Questo significa che, se il portavoce fosse un giornalista, o comunque un collaboratore di una testata giornalistica, egli deve astenersi, per tutta la durata della collaborazione, dall’esercitare la sua attività presso il giornale.
Dopo la chiusura del bando, e le valutazioni “intuitu personae” da parte del Sindaco, il 7 novembre è stata nominata portavoce una ragazza del territorio, Federica D’Accolti, che collaborava con una testata storica dell’ambito sabatino, peraltro senza essere iscritta all’albo professionale.
Sfogliando gli ultimi numeri del giornale in questione, possiamo facilmente osservare come la portavoce, dopo la sua nomina, non ha interrotto la collaborazione precedente, avendo pubblicato, tra novembre e dicembre, ben undici tabella, di cui alcuni erano tesi a lodare l’efficienza della stessa amministrazione di cui lei è portavoce. tabella che sembrano la parodia delle veline dell’Istituto Luce, intrisi di quella retorica asservita al potente di turno.
Sulle funzioni della portavoce, inoltre, vogliamo chiedere con quale specifica organizza, per conto del Comune, una conferenza stampa? L’orientamento nel settore è concorde nell’attribuire la responsabilità dell’organizzazione di una conferenza stampa all’ufficio stampa, e non al portavoce. Lo chiarisce ad esempio la “Guida normativa per l'amministrazione locale 2015”, che spiega come, per i piccoli comuni, nella necessità di organizzare conferenze stampa, la legge 150 consente di avvalersi di uffici stampa anche in forma associata tra enti. Stabilendo quindi che chi non può avere al suo interno un ufficio stampa, non può affidare i compiti specifici al portavoce, che cura solamente l’informazione politica della figura apicale, in questo caso il sindaco, ma deve avvalersi di un ufficio stampa esterno ad hoc.
Chiarimento confermato dal Professor Mauro Miccio, che specifica come “l’evento per eccellenza che un ufficio stampa ha il compito di organizzare, gestire e regolamentare è la conferenza stampa”. Un evento, dunque, che prevede specifiche competenze, che solo l’iscrizione all’albo garantisce.
Ci chiediamo, a questo punto, se la sindaca, che certamente era al corrente del problema dell’incompatibilità, visto che lo stesso è stato esplicitato direttamente nel bando, abbia per caso letto i numeri di questi ultimi due mesi dove la sua portavoce ha esibito le sue capacità narrative. Ne era all’oscuro, o forse si è complimentata personalmente per i servigi indirettamente resi con tabella così compiacenti?
Rientra nella deontologia professionale una descrizione del tipo: “Finalmente l’Amministrazione Comunale, dopo un lungo e travagliato iter organizzativo e procedurale, è riuscita a sbloccare i lavori. […] L’Amministrazione si è mossa per fornire il supporto a tutti coloro che hanno inviato le loro segnalazioni…”, scritta direttamente dal portavoce del sindaco, e spacciata come se fosse stato un articolo di un giornalista distaccato?
La stessa domanda potremmo rivolgerla al Direttore responsabile della testata. È mai possibile che un giornale sempre così attento alle vicende del territorio non si sia accorto che in uno dei comuni più attenzionati dalle proprie pagine, sia stata assunta come portavoce una propria collaboratrice?




Roma, scivolone della Meleo sugli ex deportati


di Silvio Rossi

 

ROMA – E’ apparsa su uno degli organi di stampa della capitale una notizia che avrebbe avuto maggiore successo su una delle testate umoristiche che sfornano notizie, come Lercio, Kotiomkin, o altri. L’assessore alla Città in movimento, Linda Meleo, ha dichiarato che i reduci dei campi di sterminio, residenti a Roma, avranno l’abbonamento del trasporto pubblico gratuito. Un annuncio che ha fatto infuriare molte persone, divenuto in poche ore un “trend topic”, con commenti poco lusinghieri rivolti nei confronti dell’assessora.


Si chiedono in molti come può aver pensato la Meleo un’uscita simile. I più sarcastici ipotizzano che non sappia neanche quando sia avvenuta la tragedia umana che viene commemorata il 27 gennaio. Mettono in dubbio il fatto che sappia che dalla liberazione del campo di Auschwitz sono passati settantadue anni.
Laconico è stato il commento dell’ex assessore del municipio XI (oggi VIII), che ha commentato: “L'Assessore Meleo dovrebbe sapere che le pensioni degli ex deportati e dei perseguitati razziali sono equiparate alle pensioni di guerra di I° categoria e prevedono una serie di riconoscimenti gratuiti tra cui la tessera dell'autobus. Una precisazione: il più giovane degli ex deportati – aggiunge in un post – che vive a Roma ha 87 anni. Secondo voi gli lasciamo prendere l'autobus?”.


Probabilmente quello della Meleo è stato solo un goffo tentativo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle accuse che continuano a bersagliare la sindaca Virginia Raggi, o dalle notizie sulla fragilità dei conti pubblici comunali. Ma certi tipi di dichiarazione, alla fine, riescono solamente a rendere meno credibile l’istituzione che si rappresenta.




Anguillara: anziani sfrattati dal centro senza preavviso

 

di Silvio Rossi


ANGUILLARA (RM) – Sono decisamente arrabbiati gli anziani che frequentavano il centro loro destinato ad Anguillara Sabazia. Giovedì scorso, infatti, senza preavviso, hanno trovato i sigilli alla porta, Circa settecento iscritti, un numero rilevante di iniziative, il Centro Anziani di Anguillara, ubicato nei locali dell’ex albergo in via Di Domenico, è un importante centro d’aggregazione cittadina, dove vengono svolti corsi di danza, musica, biliardo, cucito, ma anche attività di utilità sociale, come la presenza di un CAF. Assieme ai due centri più piccoli, nelle frazioni di Scalo e Ponton dell’Elce, il centro anziani garantiva un grado di socializzazione necessario per permettere alle persone più mature di trascorrere le giornate impegnandosi in attività collettive.


Lo stabile dove si trova il centro anziani fino a pochi giorni fa era occupato da alcuni uffici del Comune che sono stati spostati nel palazzo baronale.
L’edificio, l’ex albergo “Roma”, era affittato dal Comune di Anguillara Sabazia dai primi anni duemila, per ospitare nei due piani superiori alcuni uffici, e al piano terra, nell’ex sala ristorante, il centro anziani, che si trovava precedentemente in Piazza del Comune, nella sala che è stata intitolata ad Augusto Montori, ex sindaco cittadino durante gli anni ottanta.
“Hanno parlato di crepe ai muri nei piani superiori – ci dice qualche frequentatore del centro – ma secondo noi è una scusa per mandarci via subito”. In effetti la presenza del centro era l’unico ostacolo per la risoluzione del contratto d’affitto, e la restituzione dello stabile ai proprietari.


Sul  portale del Comune di Anguillara è stato pubblicato l’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse per partecipare a un bando di gara per un  locale da affittare come centro anziani.
Una procedura che, nella migliore delle ipotesi, prevederà alcuni mesi di tempo per arrivare a conclusione, un tempo durante il quale i frequentatori del centro non avranno un posto dove andare.


Per comunicare la novità agli iscritti, con tutte le difficoltà del caso, venerdì pomeriggio è stata convocata una riunione, dalla presidente del centro, nella sala del Consiglio Comunale ",
che ha visto la presenza di molte persone, tanto che il locale si è dimostrato subito inadeguato.
“Durante la riunione ci è stato prospettato di spostare qualche attività all’ex consorzio – ci dice un anziano particolarmente contrariato – ma si rendono conto cosa dicono? Secondo loro è possibile per molte persone, partire da Anguillara centro, farsi 4 o 5 chilometri per raggiungere l’ex consorzio?”.


Intanto sabato sera è saltata la serata di ballo con cena, e non si hanno notizie sul ritorno alla normalità.
Da indiscrezioni sembra che martedì prossimo il locale verrà sgombrato, sistemando arredi e documenti in un magazzino. Cade a questo punto, con tutta probabilità, la possibilità di vedere una riapertura temporanea del Centro fino all’assegnazione di una nuova sede.




Anguillara, ex amministratori condannati: Emiliano Minnucci commenta la sentenza e difende gli ex sindaci

 

di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – La recente sentenza emessa dalla Corte dei Conti che prevede un risarcimento della Bracciano Ambiente per circa tre milioni di euro e che ha condannato un numero notevole di amministratori e dirigenti di vari comuni, tra cui Anguillara e Bracciano, che conferivano i loro rifiuti nella discarica di Cupinoro ha lasciato uno strascico di polemiche.


Facendo un discorso a parte per quanto riguarda i ruoli degli amministratori e dirigenti del Comune di Bracciano, che hanno una responsabilità diversa (e condanne anche diverse in quanto a valore economico), sorprende la durezza con cui sono stati condannati i sindaci delle altre località.


Solo per quanto riguarda Anguillara Sabazia, che ha visto dal 2010 al 2014, anni in cui si sono svolti i fatti contestati dal tribunale amministrativo, si sono alternati alla guida della città tre persone, dal sindaco Antonio Pizzigallo, in carica fino al dicembre 2010, quando è stato dichiarato decaduto dal Tribunale di Civitavecchia, il vicesindaco facente funzioni, Stefano Paolessi, che lo ha sostituito fino alle elezioni del maggio 2011, e Francesco Pizzorno, eletto in quest’ultime consultazioni, e tutti indistintamente, assieme al dirigente comunale Matteo Rovelli, sono stati chiamati a risarcire la Bracciano Ambiente.


Esprime la propria solidarietà ai propri concittadini il deputato Pd Emiliano Minnucci,
in maniera indistinta, perché a suo avviso, non può essere condannato un amministratore che svolge il proprio operato senza che ci sia dolo o una colpa grave. Si rischia, secondo l’opinione dell’onorevole, che ha assunto in passato anch’egli la carica di sindaco di Anguillara, che non ci saranno in futuro persone valide che si assumono il rischio di impegnare il loro tempo e le loro competenze candidandosi al Comune.

Di seguito la video ’intervista completa visionabile nel video allegato all'articolo




Anguillara: negato l'utilizzo di uno spazio comunale per una riunione forse "scomoda"

 

di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – “Questa riunione non s’ha da fare”. Probabilmente è stato questo quanto ordinato da qualche novello Don Rodrigo che ha determinato la revoca dell’autorizzazione inizialmente concessa all’associazione Diritti Cittadinanza del Lago, per poter usufruire della casa comunale di via Fosso Pietroso a Colle Sabazio.


Nata da qualche mese, l’associazione aveva presentato la richiesta di poter usufruire di un locale comunale, nel quartiere periferico, per effettuare una assemblea dei soci, e per presentare le sue attività prossime alla cittadinanza. La richiesta, seguita dall’assessore alla Cultura, Viviana Normando, aveva ricevuto un riscontro positivo, con la concessione dello stabile per il giorno 13 gennaio. Dopo numerosi incontri avuti in Comune tra i dirigenti dell’associazione e l’assessore, durante i quali sono emerse alcune contraddizioni relative alla gestione del luogo, il presidente dell’associazione Claudio Blancato si è recato con l’assessore Normando per aprire la sala, e le chiavi in possesso del Comune non aprivano, sembra che qualcuno, non si sa chi, anche se c’è chi immagina di conoscere i responsabili, abbia cambiato i cilindri.

Il presidente dell’associazione, Claudio Blancato, ci ha dichiarato: “Quanto è avvenuto ha dell’incredibile. Il Comune di Anguillara prima ci concede l’uso di un locale comunale, poi ce lo revoca, a due giorni dalla riunione, creando un disagio notevole a noi e ai cittadini già invitati. L’Amministrazione comunale aveva tutto il tempo di controllare ,infatti, la prima richiesta è stata mandata a metà dicembre 2016, per fare una riunione il 22 dicembre 2016, prima di Natale, senza aver avuto risposta per problemi che non abbiamo ancora compreso. Abbiamo rimandato la riunione al 13 gennaio, ed è stata inviata all’Associazione l’autorizzazione il 4/1/2017 per l’uso del locale “Considerata l’utilità sociale della manifestazione e lo scopo non lucrativo. Oggi 11/1/2017 con un comunicato dell’assessore Normando ci viene detto che l’immobile non può esserci concesso perché la nostra associazione è costituita da meno di un anno, e non è ancora iscritta nell’albo delle associazioni pur avendo presentato regolare domanda il 28/10/2016. Questo atteggiamento schizofrenico non costituisce un buon punto di partenza per una collaborazione tra il Comune e un’associazione che tra i suoi scopi ha la cura e la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini, cosa che dovrebbe essere molto cara a un’amministrazione pubblica, e che a parole più volte l’assessore Normando ci riconosce, ma che nei fatti non è mai riuscita a dimostrarci. Dopo quanto avvenuto siamo costretti a rinviare ulteriormente la riunione, e consideriamo quanto avvenuto un atto ostile nei nostri confronti”.

Non appare molto chiara la decisione di negare lo spazio all’associazione per la riunione. La stessa sala è stata utilizzata non solo per le riunioni del Comitato di Quartiere, che aveva la necessaria autorizzazione, concessa lo scorso anno dall’ex giunta Pizzorno, ma anche da alcune associazioni, per cene, tornei di briscola e burraco, bingo e ci dicono alcuni residenti per l’organizzazione di un veglione di capodanno per pochi intimi, con tanto di fuochi artificiali, il tutto usufruendo dei servizi (acqua, luce) pagata dai contribuenti di Anguillara. C'è chi si chiede, a questo punto, cosa c’è di culturale o sociale in un bingo, dove viene chiesto il pagamento di un euro e mezzo a cartella, essendo oltretutto un’attività soggetta a concessione dei Monopoli di Stato, che crediamo difficilmente sia stata concessa nel caso in questione.

Dal Comune di Anguillara, invece di controllare, con molto ritardo, l’iscrizione all’albo dell’associazione Diritti Cittadinanza del Lago, hanno verificato se il bingo organizzato nella casa comunale aveva l’autorizzazione dei Monopoli, oppure ci si trova nella condizione di “gioco d’azzardo”? È inoltre corretto che a fronte di attività svolte da associazioni non iscritte all’albo, che prevedono il pagamento di una quota (per le cene, per la partecipazione ai tornei, per l’acquisto delle cartelle) non venga chiesto un contributo per l’affitto del locale, e per i servizi? È normale organizzare eventi che portano guadagni alle associazioni e costi alla collettività? Dall'associazione ci si chiede perciò: a chi dava fastidio che si affrontassero determinati temi? Eppure l’amministrazione, che ha sempre affermato di voler aumentare la partecipazione cittadina alle scelte e alla vita sociale, avrebbe avuto tutto l’interesse che qualcuno contribuisse ad aumentare la consapevolezza nella gente di quanto si sta decidendo nel proprio territorio. Altrimenti gli slogan della sindaca di Roma, espressione dello stesso movimento che rappresenta la giunta di Anguillara, per cui “il mio braccio destro sono i cittadini romani” non possono essere ripetuti nella cittadina dell’hinterland.




Anguillara, temperature glaciali al liceo Vian e istituto Paciolo: studenti protestano con termometri e coperte

 

di Silvio Rossi


ANGUILLARA – Non trovano pace le scuole di Anguillara per quanto riguarda la questione riscaldamenti. Dopo i guasti che hanno costretto la preside di via Verdi a mandare a casa i bambini delle prime due classi delle elementari, e dopo la manomissione di una valvola di chiusura al plesso di Scalo, sono le scuole superiori in via della Mainella ad accogliere i ragazzi con aule fredde. Gestita dalla Città Metropolitana, la scuola in questione ospita due filiali del liceo Vian e dell’Istituto Paciolo di Bracciano. Da lunedì scorso, quando l’istituto ha riaperto i cancelli, i problemi di riscaldamento non sono stati inferiori rispetto a quelli delle altre realtà sopra citate.


A causa delle classi fredde, da ieri, i ragazzi stanno protestando, manifestando avvolti in coperte per dimostrare il loro disagio. Questa mattina alcuni ragazzi, dopo che ieri un intervento coordinato tra sindaca e dirigente scolastica ha stabilito l’accensione anticipata delle caldaie, ha effettuato una misurazione delle temperatura nelle classi, riscontrando valori che variava da un minimo di 11 a un massimo di 13 gradi. Ascoltati i loro colleghi hanno deciso di non entrare in classe.
Il Comune ha imputato questo inconveniente alla chiusura delle manopole di alcuni termosifoni nei corridoi e in qualche aula. Comunicato dell’amministrazione accolto con rabbia da alcuni ragazzi, perché, a quanto affermano, “il tecnico addetto ai lavori di stamattina ci ha riferito che una caldaia era in blocco e i termosifoni non riuscivano a raggiungere la temperatura adeguata. E poi, parliamoci chiaro, per quanti siano i termosifoni che sono stati spenti (un piccolo numero), da accesi non avrebbero contribuito affatto al riscaldamento”.


Oltretutto, così come fanno presente alcuni genitori da noi ascoltati, nella maggior parte di scuole ed edifici pubblici, le manopole, specie nei termosifoni in luoghi di passaggio come i corridoi, vengono tolte, custodite da personale apposito, proprio per evitare che mani troppo lunghe intervengano continuamente nelle regolazioni. Come mai nella scuola anguillarina questo non è avvenuto?
Riproporre, dopo l’episodio delle elementari a Scalo, la teoria del sabotaggio – dice un genitore –  non depone a favore del lavoro dell’Amministrazione. Possibile che tutti siano pronti a fare qualcosa di illecito solo per far fare brutta figura a sindaco e company? A meno che il caso delle manopole chiuse non sia una riproposizione in chiave invernale del complotto dei frigoriferi abbandonati che ha tanto riempito le cronache capitoline negli scorsi mesi".