IL NORD ITALIA FUORI DALL'ITALIA

di Maurizio Costa

Siamo al collasso.
Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia, ha minacciato di non elargire i fondi ai sindaci lombardi che accoglieranno i richiedenti asilo provenienti dalle altre parti d'Italia. L'eco che scaturisce da queste dichiarazioni non si scaglia contro le parole di Maroni – tranne casi eccezionali – ma contribuisce ad alimentare l'odio razziale del nord Italia.
Siamo un Paese diviso adesso. Gli immigrati, dato che arrivano sulle coste del Sud, si ammassano nei centri siciliani, calabresi e pugliesi. Solamente pochi richiedenti asilo vengono trasferiti nelle altre Regioni. Una delle più virtuose è anche il Lazio, che si fa carico del 12% degli immigrati totali.
Solamente la Sicilia, però, ne ospita il 22%, una cifra elevatissima che dovrebbe far capire alla Lega di Maroni che i problemi, in un Paese civile, si condividono, come in una famiglia. La Lega Nord deve smetterla di andare per le piazze a dire che adesso con Salvini il Carroccio si è aperto anche al Sud,
proteggendo fino al più povero contadino siciliano. Non è così: Maroni in Lombardia, ma anche Toti in Liguria e Zaia in Veneto, non ne possono più. Che gli immigrati rimangano nella minuscola Lampedusa, certo, dove il sindaco, Giusi Nicolini, si batte da anni per rendere meno penosa la vita di questa gente proveniente dall'Africa.
Il Sud è stato sempre accogliente ma così si sfiora lo schifo del Nord. La Lega e Forza Italia restano razziste. Il bello è che l'Italia, da anni, chiede all'Europa di suddividere gli immigrati in ogni Paese comunitario. Bene.
Anche quando c'era la Lega al governo si proponeva questa cosa. Bene. Adesso non riusciamo neanche a gestire i nostri immigrati e continuiamo a chiedere aiuto all'Ue. Dovremmo sperare che il Nord Italia si stacchi dall'Italia così che loro possano interessarsi solo dei problemi locali e non italiani. Tra l'altro la Lombardia si lamenta da anni del razzismo della Svizzera che rifiuta i frontalieri lombardi. Siamo i soliti.