ASL ROMA F. RICCIONI ‘TRANQUILLIZZA’ SEL SULLA CONVENZIONE FIRMATA NEI GIORNI SCORSI CON LA ASL ROMA A

Riccioni: "Resto comunque a disposizione dei consiglieri di SEL per eventuali altre proposte alternative da valutare,   ma reali,   concrete  adottabili in tempi brevissimi previste dalle norme vigenti e che rientrano nei poteri del Commissario Straordinario"

 

Redazione

Roma – Il Commissario Straordinario prof. Camillo Riccioni, interviene sulla nota stampa diramata dalla segreteria di S.E.L. Civitavecchia in ordine alla Convenzione stipulata nei giorni scorsi con la ASL ROMA A.
 
“Premetto che questa iniziativa è stata illustrata in modo chiaro ed esaustivo e di fatto condivisa dalla Consulta dei Sindaci e dal Presidente , in occasione dell’incontro tenutosi subito dopo il mio insediamento. E’ utile ricordare che Procedure di questo genere sono state più volte auspicate e richiamate dallo stesso Ministro Balduzzi e da esperti di Economia Sanitaria. Abbiamo adottato questo provvedimento per impedire il blocco di alcune attività fondamentali e quindi l’interruzione di pubblico servizio. La crisi che attanaglia questa Azienda  e la stragrande maggioranza delle Aziende Sanitarie del Lazio vuole rimedi e soluzioni immediate perché l’emergenza è nel quotidiano. La soluzione “concorsi” è certamente auspicabile oltreché  legittima, ma noi i problemi li dobbiamo risolvere oggi e questo adottato è l’unico possibile strumento per efficacia e tempestività. Se gli amici di SEL mi avessero contattato, come ho fatto con tutti, avrei spiegato che è la soluzione a minor costo ove si impiegano dirigenti Medici di provata esperienza, che il governo è totalmente dell’Azienda ricevente, che non vengono attribuiti ruoli di comando o altro e che la soluzione ha un carattere temporaneo. Resto comunque a disposizione dei consiglieri di SEL per eventuali altre proposte alternative da valutare,   ma reali,   concrete  adottabili in tempi brevissimi previste dalle norme vigenti e che rientrano nei poteri del Commissario Straordinario. L’auspicio è sempre quello di collaborare per risolvere i problemi dei nostri cittadini mettendo da parte le dinamiche da ‘Campagna elettorale’.”

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BRACCIANO, LA COMUNITÀ DEL PARCO APPROVA IL PPPES (PROGRAMMA PLURIENNALE DI PROMOZIONE ECONOMICA E SOCIALE)

Redazione

Bracciano (RM) – Approvato finalmente dalla Comunità del Parco il PPPES (Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale) presentato nel giugno del 2010. Il Commissario Straordinario redigerà quindi una deliberazione di adozione che verrà poi inviata alla Regione Lazio per la definitiva approvazione.

Uno strumento programmatico previsto dalla L.R. 29/97 che ha come scopo quello di prevedere la promozione delle iniziative sostenibili utili a favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni residenti all’interno del Parco e nei territori adiacenti, nonché, quello di rappresentare, in primo luogo ai residenti ed in generale ai portatori di interesse, quali siano le opportunità di sviluppo economico e sociale che il Parco offre al territorio. Occupazione, aggregazione sociale e offerta produttiva compatibili i pilastri fondamentali del PPPES.

Lo sviluppo maggiore, attualmente, è presente tra i tre comuni intorno al Lago – afferma il Commissario Straordinario del Parco, Stefano Stefanelli – con questo strumento cercheremo quindi di dare maggiore omogeneità al territorio. La differenza con gli altri Comuni del Parco è causata soprattutto dalla diversità di flusso turistico. Una tutela della biodiversità e un rilancio dell’economia locale le principali funzioni di questo Programma che permetterà alle popolazioni locali di crescere insieme.
 
Piena soddisfazione per il risultato raggiunto esprime il Presidente della Comunità del Parco Guido Cianti. L’approvazione del Programma Pluriennale di Promozione Economica e Sociale – afferma Cianti – è un ulteriore passo verso un ottica di sinergia e collaborazione tra enti per il bene del territorio. Concordo nel dire che i Comuni dell’entroterra vanno “riqualificati” e dotati degli strumenti necessari per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Un territorio a vocazione turistica come il nostro deve poter avere uno strumento che detti le linee guida verso un immediato futuro di progresso e sviluppo sostenibile.
 




PAPA BENEDETTO XVI LASCIA IL PONTIFICATO: A PASQUA IL NUOVO PAPA

Redazione

Città del Vaticano – Il Papa lascia il pontificato dal prossimo28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto.

''Un fulmine a ciel sereno''. Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato.

Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell'incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.
"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono piu' adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino".  "Carissimi Fratelli – ha detto il Papa ai cardinali che non si aspettavano un tale annuncio – vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino". "Sono ben consapevole – ha aggiunto – che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacita' di amministrare bene il ministero a me affidato".

Carissimi Fratelli – ha detto ancora Benedetto XVI – vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesu' Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinche' assista con la sua bonta' materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice".

Il Papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indichi un conclave per l'elezione del successore.  La ''sede vacante'' dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovra' quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa.

 "Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovra' essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice". E' questa la formula pronunciata dall'85enne Papa Benedetto XVI questa mattina, in lingua latina. Il Conclave potra' dunque tenersi nel mese di marzo. (Fonte: Rainews24)

 Se un Papa si rende conto che non è più in grado ''fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l'obbligo, di dimettersi''. Benedetto XVI parlò con chiarezza dell' ipotesi-dimissioni, nel caso di sopravvenuta inabilita' fisica o psichica, nel libro-intervista del 2010 ''Luce del mondo'' del giornalista tedesco Peter Seewald.

da fonti mediche dello staff trapela che il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma e' anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale. Il Pontefice e' anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si e' appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti.
 




MONTI, I PENSIONATI E LA BEFFA DEL PRINCIPIO DI EQUITA’

Emanuel Galea

Roma – In questo carnevale che impazza, truccati da “new entry” della politica con un maquillage da fare invidia alle signore più agée, cercano di camuffarsi quei personaggi, tutti indistintamente, che alla Camera ed al Senato, votarono il decreto, così detto, “salva Italia “.

I pensionati faranno bene a ricordarsi che quel decreto, fra i vari guai, contempla il blocco dell’indicizzazione delle pensioni con importi superiori al doppio di quella sociale. Partiti di destra, di sinistra, di centro ed affini hanno fatto finta di protestare contro questo provvedimento.

I sindacati hanno indetto un paio d’ore di dimostrazioni di rito e tutti vissero felici e contenti, all’infuori dei malcapitati pensionati.

Tutti questi partiti, oggi, stanno cercando di chiamarsi fuori e credendo che i pensionati siano ormai “una classe di rimbambiti” tentano di dare qualche pacca sulle spalle salutando con il solito cliché ipocrita di “ciao bello, ciao bella”, tentando di imprimere nella mente dell’anziano, tra un salamelecco e l’altro, la propria preferenza sperando che il pensionato oggi possa dimenticare la ferita che gli è stata inflitta assieme al Governo tecnico dei professori.

Fortemente imbarazzato, il Professor Monti, che ha ormai perso la faccia e tutta la credibilità soprattutto dopo la  patacca della “seconda fase”, vorrebbe far digerire agli italiani di aver fornito indiscussa prova di equità. E’ stata una colossale debacle per lui e una delusione per tutti gli ingenui che ci credevano.

I presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani braccati dall’opinione pubblica
, avevano anche loro dichiarato di voler partecipare ai sacrifici comuni per il bene del paese e avevano promesso di tagliare i loro stipendi e quelli dei deputati entro il 31 gennaio 2012. Volevano solidarizzare con i pensionati.
Sono stati di parola. Quale parola?  La loro parola , s’intende!
.
Il 30 gennaio 2012 hanno rilasciato un comunicato stampa in cui si diceva che i tagli agli stipendi non ci sarebbero stati. In sostituzione avevano deciso di rinunciare all’aumento di circa 700 euro netti derivanti dal cambio di sistema, da vitalizio a contributivo.
 
La beffa e l’insulto all’intelligenza dei pensionati italiani si aggravava perché i parlamentari stabilivano che gli importi derivanti dal passaggio al sistema contributivo andavano conferiti in un fondo speciale.

A questo punto si è consumata la lacerazione al principio d’equità di cui il professor Monti andava fiero. Si dubita che lo sia ancora.

Il pensionato è stato costretto (con atto imperio) a rinunciare ad un aumento derivante dall’indicizzazione, impoverendo il suo già magro reddito; Il parlamentare, ritenendo di essere sopra la legge, ha stabilito che l’importo della rinuncia,  congelato,  andava a conferire in un fondo a sua disposizione.

Questo decreto smentisce, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la legge è uguale per tutti.

Il pensionato davanti alla legge non ha alcuna voce, si è visto depauperare i miseri 16-21 euro annui, logorando il proprio potere d’acquisto ma deve stare zitto e non parlare perché non conta niente. Purtroppo, triste a dirlo, sembra di ripiombare nei tempi del Marchese del Grillo. Ancora echeggia nell’aria la fatidica frase: “ io so io e voi non siete un ……………..” Sii indulgente onorevole e perdona l’ardire dei vili pensionati!!

Morale della favola che poi, tanto favola non è. Questa è una triste vicenda italiana dei tempi nostri. Le cose da fare erano due, o lei caro Professor Monti , così amante dell’equità, faceva in modo di istituire un fondo dove conferire gli importi dei pensionati bloccati dall’indicizzazione, tenendoli a loro disposizione e così facendo,  si sarebbe instaurata la parità con il trattamento dei parlamentari, oppure  faceva in  modo da far sparire quella targa dalle aule di giustizia : “La legge è uguale per tutti”, per lo meno il civilmente debole sarebbe stato perennemente  conscio del suo destino.

Pensionati d’Italia, oggi è il momento giusto per ricordare ieri. Il vissuto dei giorni passati dovrebbe servire da lezione per il domani. Nessuno si deve dare per vinto! Si può fregare tutti per un certo periodo, qualcuno per sempre, ma non si può fregare tutti in eterno. Infine, ci si deve fidare di tutti, ma mai lasciare agli altri il compito di tagliare il mazzo.  Il 24-25 febbraio prossimo, il mazzo è in mano al cittadino. Il pensionato ha un’occasione d’oro. Chiuso nella cabina elettorale può condurre il gioco. Ci si augura che lo faccia davvero  perché altrimenti c’e’ sempre il detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

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CIAMPINO, ORDIGNO BELLICO: DURA NOTA DI COMELLINI (PDM) SU VISITA DEL GENERALE DOMENICO ROSSI CANDIDATO CON LISTA MONTI

Redazione

Ciampino (RM) –  Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), candidato alla Camera e alla Regione Lazio nelle liste "Amnistia Giustizia Libertà" interviene a proposito della visita del generale Domenico Rossi riferita dalle notizie di stampa diffuse in merito alle operazioni di brillamento dell'ordigno bellico ritrovato nei giorni scorsi a Ciampino.

"La visita del candidato per la lista di Monti, Domenico Rossi agli artificieri del Sesto Reggimento Genio di Roma impiegati nell'operazione di brillamento dell'ordigno bellico a Ciampino non fa altro che confermare la grave la compromissione dell'estraneità delle Forze armate dalla competizione politica. Mi chiedo come abbia fatto il 'generale', che è anche il sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, ad essere stato autorizzato a far visita i militari impegnati nell'operazione di bonifica; se la "visita" si sia svolta all'interno dell'area interdetta e se quindi l'abbia potuta fare solo grazie al suo incarico e al suo grado. Sono certo che se al posto del candidato "generale" ci fosse stato un "caporale", quest'ultimo già sarebbe stato denunciato, messo ai ferri e cacciato dall'Esercito. Ho il timore che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di interpretazione del regolamento e della legge ad uso e consumo del più forte. Il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, sulla questione non ha nulla da dire?"

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CIAMPINO, IL 6 REGGIMENTO GENIO PIONIERI BONIFICA LA BOMBA

Redazione

Ciampino (RM) – Un team di specialisti dell’esercito è intervenuto, questa mattina, a Ciampino, per la bonifica di una bomba d’aereo da 500 libre, contente circa 250 chili di esplosivo, residuato della Seconda Guerra Mondiale.  Per le operazioni di bonifica è stato chiuso dalle ore 10.00 alle 12.00 l’aeroporto internazionale di Ciampino e oltre 3400 persone, dei comuni di Roma e Ciampino, sono state evacuate.  L’intervento, eseguito dai militari del 6° reggimento genio pionieri, di stanza a Roma Cecchignola, si è svolto in due fasi, nella prima, la più delicata, gli artificieri dell’esercito hanno estratto le due spolette, una anteriore e l’altra posteriore. Nella seconda fase, l’ordigno è stato trasportato in una cava nella zona a confine tra i comuni di Ciampino e Roma, dove è stata fatta brillare. L'esercito è la forza armata preposta alla formazione degli artificieri di tutte le forze polizia e delle forze armate.
 
L’Esercito, per le capacità tecniche del personale e dei mezzi in dotazione, fornisce, quotidianamente, il proprio contributo nei campi della pubblica utilità e della tutela ambientale. Nel 2012, i nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal) dei reparti del genio hanno eseguito 2400 interventi specialistici (oltre 30.000 negli ultimi 10 anni) per la bonifica di ordigni esplosivi e sono stati distrutti 12.000 ordigni.

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REGIONALI 2013, AMICONI (FARE): "SLOGAN DI ROSARIO ROBILOTTA, FA SORRIDERE AMARAMENTE."

Redazione

Roma – “Lo slogan della campagna elettorale di Donato Rosario Robilotta, candidato alle Regionali 2013 nella lista civica Storace Presidente fa sorridere amaramente. Già consigliere regionale durante la Giunta Storace, e Polverini basta leggere il suo curriculum per capire che Robilotta è un uomo che vive di politica dagli anni ‘80”, lo dichiara in una nota  Roberto Amiconi, capolista nella Lista "Fare per Fermare il declino"  alle Elezioni di rinnovo del Consiglio della Regione Lazio. “Prima con il Ministero del Lavoro, poi con la Presidenza del Consiglio, in Regione si è occupato quasi esclusivamente di Sanità di Ambiente e Rifiuti (e i risultati sono conosciuti da tutti i cittadini)  ed è stato l’artefice di leggi per  la creazione di enti inutili come il Consiglio delle Autonomie Locali, un altro postificio per politici trombati? Da quando la Polverini non gli ha rinnovato l’incarico a presidente dell’Ipab  S. Alessio- continua Amiconi – uno di quegli enti che ora vuole eliminare, si presenta ai cittadini Laziali per la terza volta con la retorica dei tagli agli enti a cui non crede neppure lui. Bisogna smetterla con questi politicanti che campano da decenni sulle spalle dei cittadini. La prima legge “taglia-enti” pare risalga addirittura al 1956, da quel momento sono aumentati a dismisura diventando solo fonte di poltrone per politici a fine incarico. E’ ora di cambiare, basta con le parole, bisogna “Fare per fermare il declino”- conclude Amiconi.




REGIONALI 2013: RETE DEI CITTADINI DENUNCIA PRESIDENTE AGCOM, DIRETTORE DELLA RAI, DEL TG1, TG2, TG3 ED ALTRI

Redazione

Roma – "Oggi è stata depositata da nostri attivisti e candidati, presso i carabinieri, una denuncia contro il presidente dell’Agcom, direttore della R.A.I, direttore del Tg1, Tg2, Tg3 ed altri. Perchè la storia si ripete! – Dichiara in una nota il portavoce di Rete dei Cittadini – Come 3 anni fa, Rete dei Cittadini  partecipa alle elezioni regionali del Lazio, – prosegue la nota – con il suo candidato alla presidenza, Pino Strano. Come 3 anni fa dobbiamo urlare e sgomitare per un diritto, il nostro diritto, di poter far sapere ai cittadini la nostra esistenza. Come possono i cittadini votare in libertà e senza condizionamenti se non sono informati su chi partecipa alle elezioni in maniera chiara e soprattutto equa tra i partecipanti? Come fa la maggioranza degli italiani che si informa solo attraverso la tv a sapere quanti sono i candidati e cosa propongono? Come si può ritenere un paese democratico se le tv ed i media in generale sono volutamente gestiti in maniera da censurare, celare tutte le forze alternative al sistema? Ignorare, far finta di ignorare per paura di destabilizzare in qualche modo l’ordine precostituito è questa l’unica ma potente arma che hanno nei confronti di noi tutti cittadini. Non abbiamo facce conosciute o poteri forti alle spalle, siamo cittadini comuni che vogliono esercitare un preciso diritto-dovere: partecipare alla vita politica del proprio paese e decidere per se stessi smettendo di delegare. In un qualsiasi paese minimamente democratico l’informazione libera ed indipendente è alla base del sistema politico. Chiediamo con forza il ripristino della legalità! Chiederemo i danni non tanto per noi come forza politica che comunque sono ingenti. Chiederemo i danni perchè abbiamo tutti qualcosa da perdere da questo sistema di illegalità prima di tutto la nostra democrazia.
 




ELEZIONI 2013, LE RIFLESSIONI DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA GENITORI

Redazione

Roma – L’A.Ge. – Associazione Italiana Genitori – a poche settimane dall’appuntamento elettorale che porterà al rinnovo delle due Camere e di alcune Assemblee regionali, ha sviluppato nella riunione del suo Consiglio direttivo nazionale un’intensa riflessione.

"Ci muove la consapevolezza che i genitori sono parte vitale del nostro Paese,  fattore di qualità nella scuola e nelle istituzioni quando coinvolti e partner di una corresponsabilità educativa. Coerenza, onestà, capacità progettuale le richieste forti alla politica. E soprattutto un dibattito elettorale che parli anche di famiglia, di bambini, di papà e mamme, di scuola, università ed educazione: non solo IMU, banche, tasse in genere, che sono certo temi rilevanti per ogni famiglia, ma tasselli isolati di un sistema molto più ampio, nazionale ed internazionale.

Sfondo delle nostre riflessioni è la Costituzione Italiana, che agli tabella 29, 30, 31 proclama solennemente l’impegno a promuovere il formarsi e il mantenersi della famiglia, a sostenerne i diritti, con particolare riguardo alle famiglie numerose, proteggendo la maternità, l’infanzia, la gioventù. Condividiamo i numerosi appelli e documenti redatti da realtà del Terzo Settore, del volontariato, dell’Associazionismo familiare, tutti, sostanzialmente, volti ad evidenziare che la riduzione di risorse e la crisi non possono continuamente ricadere sui più fragili e sulle famiglie, sempre più impoverite anche dalla carenza di adeguate politiche familiari, molto più incisive in Paesi come la Francia e la Germania. La fatica sfocia in disperazione, poi in tensione e rabbia, talora. E ci sono ancora forti disuguaglianze nel Paese, prima di tutto fra aree geografiche, con sacche di povertà sociale e culturale, segnate dall’abbandono scolastico, che consegna giovani al lavoro nero o al
crimine .

È compito della politica assicurare equità, sia nella distribuzione delle risorse che dei sacrifici. È dovere di tutti i cittadini essere corresponsabili nel presidiare i valori della moralità e legalità.

Chiediamo che il dibattito politico rivolga attenzione anche alle famiglie e all’ampia realtà educativa del nostro Paese. La sfida educativa assume molti volti, e tutti, in modo diverso, incidono nella tenuta del patto sociale fra i cittadini e nella qualità della vita e delle relazioni. Dal crescere di separazioni e divorzi, all’alto numero di giovani che né studiano né lavorano (NEET), dal diffondersi di stili di vita rivolti solo al successo e alla prestazione, che scivolano spesso nell’uso frequente di sostanze stupefacenti, alla fuga nel gioco d’azzardo (online o in sale gioco o in slot machine, sempre più diffusi e pubblicizzati): tutti questi sono segnali di disgregazione sociale, di impoverimento e ripiego individualistico. Sono compensati solo dall’alto numero di donne e uomini impegnati nel volontariato e nell’associazionismo, dalla tenuta, anche nelle difficoltà, di molte famiglie, dalla fiducia che gran parte dei giovani rivolge ancora all’ambito e agli affetti familiari, avendo perso nel contempo stima per le altre istituzioni.

Molte e ripetute scelte politiche e amministrative, sostenute anche da parti di opinione pubblica, hanno considerato l’istruzione e la cultura come soli “costi” per il Paese, hanno prodotto situazioni mortificanti per la scuola e l’università: tutti i cittadini sanno dei tagli su disabilità e supplenze, di precarie condizioni degli edifici scolastici, della riduzione progressiva di ogni progettualità, delle difficoltà della ricerca in Italia. Chiediamo ai candidati, alla politica, alle istituzioni, di condividere alcune priorità.  
– L’educazione e la cura delle persone e delle relazioni  sono un ambito essenziale e fondamentale per la coesione del nostro Paese e per la sua crescita
– Partecipazione, legalità e moralità sono dimensioni che devono caratterizzare la vita democratica. Le forme di volontariato e associazionismo sono da promuovere e sostenere come capitale sociale e ricchezza per tutti, ma non comportano che le istituzioni pubbliche e la politica deleghino e rinuncino alle loro responsabilità 
– La partecipazione dei genitori alla vita pubblica, in particolare nel mondo della scuola, non è una concessione benevola e saltuaria, ma è fattore di civiltà, cresciuto negli anni. È un bene da promuovere, anche perché è provato che scuole partecipate sono scuole migliori, inclusive, che facilitano l’apprendimento 
– La scuola è un bene comune del Paese e non può essere continuamente oggetto di contesa, di riforma e controriforma, a seconda del mutare degli schieramenti al governo.
– Chiediamo gradualità, rispetto, apertura di confronti con i diretti attori delle comunità educative: genitori, insegnanti, studenti, enti locali, centri di ricerca, biblioteche, associazionismo. 
– Nella popolazione giovanile, in genere poco ascoltata, vi sono i più piccoli, i bambini, ragazzi e adolescenti spesso invisibili nelle città e nel dibattito pubblico. Una società attenta ai minori sa essere attenta alle domande di tutti. E l’attenzione ai minori e ai loro diritti chiama in gioco l’attenzione ai loro genitori, alle loro famiglie.

Confermiamo la disponibilità della nostra associazione a discutere ed incontrare, partecipando a gruppi di lavoro, audizioni, commissioni. Principalmente sosterremo alcune azioni e proposte:
 
– L’armonizzazione tra la vita familiare e la vita di lavoro, delle donne in particolare. Riteniamo che nella vita familiare l’educazione sia dimensione fondamentale, e vada perciò riconosciuto l’impegno del genitore nella scuola come tempo di cura, anche quando comporti assenze motivate dal lavoro
– Il diritto di scelta educativa delle famiglie. È un diritto costituzionale, che deve essere esercitato concretamente, non solo dichiarato. La scelta educativa si esercita nella partecipazione scolastica, nell’articolazione delle progettualità e degli orari scolastici, nell’effettiva parità fra le scuole del sistema pubblico dell’istruzione e formazione, nella corresponsabilità educativa. – La piena partecipazione dei genitori alla vita della scuola. Dopo l’approvazione del DDL 953 alla Camera, relativo alla governance delle scuole, chiediamo che il dibattito riparta subito dal Senato, dove, con opportune integrazioni e modifiche, è possibile approvare in
breve tempo un testo importante. La partecipazione dei genitori deve avvenire anche nella valutazione del sistema scolastico, delle scuole, dell’insegnamento e degli insegnanti .
– La realizzazione di “città educative”. Sono da porre in essere efficaci tutele dei minori nei confronti del mondo dei media (individualismo, violenza, consumo paiono essere le uniche proposte del mondo adulto). È da interrompere il sostegno pubblico al gioco d’azzardo, bisogna organizzare efficaci azioni di contrasto e prevenzione di fronte alle diverse dipendenze (sostanze, alcol, tabacco) che continuamente modificano la loro offerta, estendendola a fasce di popolazione sempre più giovane. Soprattutto sono da promuovere alleanze educative e reti tra scuole, volontariato, enti locali, sport che abbiano a cuore l’attenzione ai minori e alle loro famiglie"
 




CIAMPINO, BONIFICA BOMBA: LE STRADE CHE SARANNO EVACUATE E LE ULTIME RACCOMANDAZIONI PRIMA DI LASCIARE GLI APPARTAMENTI

C.R.

Ciampino (RM) – Domenica 10 febbraio una squadra speciale dell’esercito interverrà nella città aeroportuale per la bonifica di una bomba d’aereo da 500 libre, contente circa 250 chili di esplosivo, residuato della Seconda Guerra Mondiale.

Saranno evacuate circa 3400 persone del comune di Roma e Ciampino e verrà chiuso dalle 10 alle 12 l’aeroporto internazionale di Ciampino “E’ tutto organizzato – conferma Gabriella Sisti assessore agli affari sociali e welfare – ci teniamo a tranquillizzare la cittadinanza perché il programma di bonifica non dovrebbe avere intoppi ma soprattutto perché la polizia locale, il gruppo comunale della Protezione Civile, in collaborazione con tutte le forze dell'ordine del territorio, hanno predisposto una serie di servizi per garantire la sicurezza e per ridurre al minimo i disagi”. A tal proposito sarà allestito un centro di accoglienza presso la Scuola Elementare "Paola Sarro" di Viale Kennedy per ospitare quanti saranno chiamati ad evacuare le proprie abitazioni e impossibilitati nel trovare soluzioni alternative.

L’amministrazione ciampinese ricorda che è necessario chiudere tutte le utenze domestiche con particolare attenzione ai contatori del gas prima di uscire dagli appartamenti. L’intervento, eseguito dagli specialisti del sesto reggimento genio pontieri, di stanza a Roma Cecchignola, si svolgerà secondo il seguente programma di massima: dalle 06.30 alle 10 evacuazione dei residenti nell’area di sicurezza che si estende per un raggio di circa 500 metri dal luogo di rinvenimento dell’ordigno, dalle 10 alle 11.30 operazioni di estrazione delle spolette e messa in sicurezza della bomba, a cura degli specialisti dell’esercito, dalle 11.30 alle 12 trasporto della bomba presso una cava nella zona a confine tra i comuni di Ciampino e Roma, a cura degli specialisti dell’esercito e dalle 12 alle 13 operazioni per il brillamento della bomba . Sarà possibile accedere all’area solo su autorizzazione del Centro operativo misto.

Sarà evacuato il territorio compreso tra: via Lucrezia Romana tratto compreso tra il civico 67 ed il civico 91, via  Reverberi, via Mattei, via A. Segni dal civico 2 al 24, viale J.F. Kennedy tra il civico 66 ed il civico 84/a, via Brodolini tra il civico 37 ed il civico 51 ed il civico 32. E a Morena: via del Fontanile Anagnino (lato pari dal 120 al 236, lato dispari dal 123 al 231), via del Casale Agostinelli  (lato pari dal 222 al 120, lato dispari dal 203 al 133) via delle Vigne di Morena (lato pari dal 78 al 152, lato dispari dal 73 al 205), via Cirò Marina – lato dispari dal 19 all'1, via Scalea (lato pari dal 124 alla scuola elementare Fontanile Anagnino, lato dispari dal 125 al 149), via Maranella di Marino, lato pari dal 136 al 100, lato dispari dal 119 al 109.

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LAZIO, IL TAR BLOCCA IL DECRETO CLINI: VITTORIA DEI CITTADINI CONTRO I RIFIUTI DELLA CAPITALE

Redazione

Lazio – Roma sull'orlo dell'emergenza rifiuti. Il Tar del Lazio ha bloccato il decreto del ministro dell'Ambiente Corrado Clini che imponeva il trattamento di una parte dei rifiuti della capitale negli impianti delle altre province del Lazio.

Quattro i siti di stoccaggio dove il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti romana, Goffredo Sottile, aveva previsto il trasferimento dei rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e Citta del Vaticano: Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). E a presentare il ricorso ricorso era stati congiuntamente il Comune di Albano, la Provincia di Frosinone e la società che gestisce l'impianto di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Colfelice, la Saf.

Appena due giorni fa, Clini aveva detto: “Sono preoccupato del ricorso al Tar che considero un atto gravissimo: se disgraziatamente il ricorso avesse successo, il risultato pratico sarebbe che la gestione dei rifiuti nella capitale va in emergenza”.

"Piena soddisfazione da parte dell'amministrazione di Colfelice e di tutti i sindaci della provincia di Frosinone", è stata espressa dal sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco. "Attendiamo il dispositivo – sottolinea all'Adnkronos- ma la notizia è estremamente positiva. Ci fa enorme piacere perché non è stato tenuto in considerazione l'aut-aut di Clini".

Soddisfatto anche il sindaco di Albano Nicola Marini. «Il nostro ricorso di sospensiva è stato accolto – afferma soddisfatto il sindaco Nicola Marini a pochi minuti dalla decisione del Tribunale Amministrativo Regionale di sospendere il Decreto Clini -. Le nostre ragioni, la forte volontà dell’amministrazione di opporsi a decisioni calate dall’alto, il sostegno degli altri sindaci, dei cittadini e delle associazioni del territorio, hanno avuto la meglio sulle logiche emergenziali e sulla politica di prevaricazione portata avanti dagli organi di Governo solo per risolvere i problemi della Città di Roma». «La nostra fiducia nell’imparzialità e nella capacità di valutazione del Tar – continua Marini – è stata ben riposta, nonostante le chiare e pesanti ingerenze da parte del Ministro Clini lette sui giornali. Le nostre motivazioni e le nostre ragioni non potevano non essere prese in considerazione. Ringrazio i nostri legali per l’eccellente lavoro svolto, lavoro che hanno voluto condividere con i loro colleghi della Provincia di Frosinone e della Saf per fare in modo che anche il loro ricorso fosse accolto». «La forza della ragione e del diritto ha vinto – continua Marini -. Non è sostenibile che i problemi di Roma Capitale vengano scaricati sui territori della Provincia e della Regione Lazio, quando l’amministrazione romana ha avuto cinque anni di tempo per definire una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. Noi continueremo a difendere il nostro territorio e ad opporci in ogni modo lecito anche alla rinnovata ipotesi di costruzione dell’inceneritore a Roncigliano. A rafforzare questa volontà, proprio in questi giorni abbiamo approvato in Consiglio comunale l’avvio della raccolta differenziata porta a porta».

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