Torna il Premio Giuseppe Fasano, la riflessione del Prefetto Francesco Tagliente sul valore dell’arte e del premio per il benessere delle future generazioni

“Il premio Fasano guarda al benessere delle future generazioni di artisti. Pensando alle opere dei grandi Maestri – come Giuseppe Fasano di Grottaglie, Roberto Domiziani di Deruta e tanti altri – mi sono spesso soffermato a pensare come, attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come l’arte trasmetta messaggi, quando non riesca a comunicare agli altri gli aspetti più profondi come i nodi di Leonardo, visti come intreccio complesso, ma al tempo stesso ordinato e infinito, come una verità cosmica.”

 Una delle ragioni del mio continuo interesse per la ceramica è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a prendersi cura, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni. Una curiosità che si è trasformata in una passione. Una particolare passione alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa, dove, come dice William Blake, “l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza umana stessa”. Da decenni non perdo occasione per visitare, conoscere e allacciare rapporti di cordialità e amicizia con benemeriti dell’arte come il maestro ceramista di Grottaglie Giuseppe Fasano. Ogni anno, durante il mio soggiorno a Crispiano, faccio tappa a Grottaglie per soffermarmi a parlare con Giuseppe di arte, restauro e delle varie sfumature della espressione artistica grottagliese, nostro patrimonio culturale con decori e dipinti su ceramica e terracotta. Nella famiglia Fasano l’arte della lavorazione della ceramica viene tramandata dal lontano 1620. Nicola, scomparso già da qualche anno, fu artista e maestro: ha insegnato l’arte della ceramica ai figli e agli altri ceramisti. Oltre ad aver cercato il dialogo con migliaia di studenti della provincia ionica, che nel suo laboratorio hanno assistito la magia della trasformazione dell’argilla in svariate forme e figure di grande fascino. Giuseppe ne ha ereditato talento e abilità. E’ con questo spirito che ho accettato di fare parte del Comitato organizzatore del Premio insieme con il professor Francesco Scintulli, la contessa Fabrizia Dentice di Frasso e la giornalista Agata Battista. Quest’anno il premio è stato assegnato al direttore de la Gazzetta del Mezzogiorno Mimmo Mazza, l’avvocato tarantino Alessandro Saracino, la scrittrice barese Mina Micunco, la scenografa Fulvia De Nicolò, la giornalista di Mediaset Maria Luisa Sgobba, l’imprenditore laertino Salvatore Colacicco e il cegliese Donato Valente della Fondazione Fiera di Milano. Nel corso dell’evento la stilista Angela Fanigliulo presenterà alcune creazioni della sua casa di moda Fany Atelier considerata ormai un punto fermo nella moda sposa e di cerimonia in ambito nazionale e internazionale. È prevista come ogni anno la laudatio del professor Francesco Lenoci. Sul palco la cantante tarantina Mietta e poi ospiti Romina Power e Yari Carrisi figlio di Albano e Romina. A seguire sarà presentato il libro di Giuseppe Fasano: ‘Fatto d’argilla (l’uomo e l’artista della ceramica)’ curato dalla professoressa Sara Didonna. Il libro contiene una serie di aneddoti legati alla vita del ceramista grottagliese, organizzatore dell’omonimo premio. La serata sarà presentata dalla nota conduttrice di Telenorba, Alina Liccione. Lo scorso anno il “Premio” si svolse nella Tenuta di Al Bano Carrisi a Cellino San Marco. Fu un successo di partecipazione, ma fu soprattutto un successo per il circuito culturale che riuscì a sviluppare. Quest’anno il Premio avrà, invece, come cornice il Castello Dentice di Fasso a San Vito dei Normann, unico in Puglia ad essere ancora abitato dalla famiglia d’origine. Il Castello vanta circa 20 stanze arredate con mobili antichi, pavimenti pregiati, fotografie, trofei di caccia. Dispone anche di un giardino con alberi secolari. La scelta del Castello è frutto dell’amicizia fra Giuseppe Fasano e i padroni di casa, il principe Giuliano Dentice di Frasso e la consorte principessa Fabrizia Pavia.




Fidia a Roma, la prima mostra monografica dedicata al genio della scultura classica greca

Il più grande scultore greco dell’età classica, Fidia. Protagonista dell’Atene di Pericle, il suo nome è noto a tutti per la realizzazione di opere come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantinidell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Il suo genio creativo ha impresso un marchio indelebile nell’immaginario collettivo e continua ad essere fonte di ispirazione per i contemporanei. Una figura importantissima, quasi leggendaria, sebbene circondata da un alone di mistero. Molti dettagli della sua vita sono infatti poco noti e la conoscenza della sua opera si basa prevalentemente su repliche e su fonti letterarie.
 
La mostra “FIDIA”, ospitata dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024 presso i Musei Capitolini – Villa Caffarelli a Roma, è la prima esposizione monografica dedicata all’artista. Promossa dal Comune di Roma, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, principale sponsor Bulgari, Radio ufficiale Radio Monte Carlo,guida i visitatori in un viaggio inaspettato e sorprendente nella vita, nella carriera e nel clima storico-culturale in cui operò il grande scultore, attraverso una vasta e preziosa selezione di oltre 100 opere – tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni, alcuni esposti per la prima volta.
 
La mostra inaugura un ciclo di cinque mostre, “I Grandi Maestri della Grecia Antica”, dirette a far conoscere al grande pubblico i principali protagonisti della scultura greca. Un ciclo tanto più significativo a Roma, città da cui provengono importantissime testimonianze dell’attività di Fidia e della sua riscoperta dal Rinascimento in poi, tramite le preziose copie romane di capolavori originali per la maggior parte andati perduti. “Siamo lieti di ospitare nei Musei Capitolini, uno dei musei più importanti di Roma, la prima mostra monografica dedicata a Fidia, il più grande scultore dell’età classica – ha dichiarato il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri – Il suo straordinario contributo artistico non solo ha definito i canoni dell’arte classica ma ha anche inciso profondamente sull’estetica moderna e contemporanea, influenzando gli artisti di tutte le epoche successive. Ringrazio i numerosi musei e le istituzioni italiane internazionali che con i loro prestiti hanno contribuito a rendere unica questa esposizione.”
 
“Abbiamo deciso di inaugurare il ciclo di mostre su “I grandi Maestri della Grecia Antica” con un’esposizione monografica dedicata a Fidia, considerato, già nell’antichità, il più grande scultore di tutti i tempi. A lui erano riconosciute le qualità della maiestas e del pondus, bellezza e maestosità, la capacità di rendere in modo appropriato persino la divina natura degli Dei – sottolinea il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce – Dotato di una personalità eclettica e versatile, oltre a qualità artistiche fuori dal comune possedeva grandi capacità organizzative, tanto che Pericle, nell’Atene del V secolo a.C., decise di affidargli i complessi lavori di ristrutturazione dell’Acropoli e in particolare il delicato ruolo di “episkopos”, “sovrintendente”, del cantiere del Partenone”. “È un onore per Bulgari – aggiunge l’Amministratore Delegato Jean-Christophe Babin –condividere le proprie origini con un artista unico come Fidia e supportare una esposizione tanto prestigiosa. Un viaggio ideale dalla Grecia a Roma che ci ricorda quello del nostro grande fondatore, Sotirio Bulgari. Fidia è stato senza alcun dubbio l’artista ateniese che ha saputo incarnare
 
meglio di altri lo spirito del suo tempo. Magistrale per l’equilibrio e la simmetria delle sue opere, un simbolo dell’arte greca classica che siamo fieri di accogliere a Roma in un luogo unico come quello dei Musei Capitolini. Il legame tra Bulgari e l’arte è sempre più indissolubile e nutre quotidianamente la nostra visione”.
 
Il percorso espositivo è articolato in 6 sezioni: Il ritratto di Fidia; L’età di Fidia; Il Partenone e l’Atena Parthenos; Fidia fuorida Atene; L’eredità di Fidia; Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico. Oltre ad opere provenienti dal Sistema Musei di Roma Capitale – Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo di SculturaAntica Giovanni Barracco e Museo di Roma – e da importanti istituzioni italiane, come il Museo Archeologico di Bologna,l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, il Museo Archeologico di Napoli e l’Archivio Cambellotti, la mostra vanta prestiti provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui: Museo dell’Acropoli, Museo Archeologico Nazionale e Museo Epigrafico di Atene; Museo Archeologico di Olimpia; Kunsthistorisches Museum di Vienna; Metropolitan Museum of Art di NewYork; Musei Vaticani; Museo del Louvre e Museo Rodin di Parigi; Liebieghaus Skulpturensammlung di Francoforte; NyCarlsberg Glyptotek di Copenhagen; Staatsbibliothek e Staatliche Museen, Antikensammlung diBerlino. In alcuni casi si tratta di prestiti straordinari, ossia di opere mai uscite prima d’ora dalle loro sedi museali, come i due frammenti originali del fregio del Partenone, più precisamente un frammento dal fregio nord con oplita, un “soldato greco”, ed un frammento dal fregio sud con giovane e bovino, concessi eccezionalmente dal Museo dell’Acropoli di Atene. A questi si aggiungono altri due frammenti originali con cavalieri e uomini barbati provenienti invece dal Kunsthistorisches Museum diVienna.
 
Tra gli altri reperti esposti si segnalano il vaso con incisa la scritta “Pheidiou eimi” (Sono di Fidia) proveniente dal Museo Archeologico di Olimpia, uno dei rari oggetti personali appartenuti a un personaggio celebre dell’antichità e giunti fino a noi; la replica dello scudo dell’Atena Parthenos, il cosiddetto scudo Strangford – copia di epoca romana in marmo pentelico dell’originale appartenente alla statua di Atena realizzata in oro e avorio e collocata nella cella nel Partenone – proveniente dalla collezione del British Museum; due statuette in bronzo che rappresentano la figura dell’artigiano (identificato forse anche con lo stesso Fidia), prestiti d’eccezione del Metropolitan Museum of Art di New York e dell’Archaeological Museum of Ioannina,in Grecia; la testa dell’Atena Lemnia in marmo, copia augustea di un originale fidiaco, del Museo Civico Archeologico di Bologna; il Codice Hamilton 254 (Staatsbibliothek zu Berlin), manoscritto quattrocentesco contenente la prima immagine del Partenone arrivata in Europa.
 
Di grande interesse il prestito del cosiddetto taccuino Carrey (1674) della Biblioteca Nazionale Francese, nel quale è riprodotta la decorazione del Partenone prima dell’esplosione che lo distrusse nel 1687. È inoltre proposto un Modello del tempio di Zeus a Olimpia realizzato nel 1997 da M. Goudin, una ricostruzione parziale in legno di tiglio e noce, prestato dal Musée du Louvre di Parigi.
 
A supporto dei visitatori anche installazioni multimediali e contenuti digitali: nella terza sezione, dedicata a “Il Partenone el’Atena Parthenos” viene offerta l’occasione unica di essere trasportati indietro nel tempo e di rivivere la visita del monumento attraverso l’installazione Fidia e il Partenone. Un’esperienza interattiva e coinvolgente ispirata ai modelli della realtà virtuale e della realtà aumentata. Da una parte, il piano scenografico è costituito da una grande proiezione fotorealistica che ricostruisce in 3D Acropoli e Partenone e permette all’utente di muoversi in volo intorno al tempio, cambiando la luce del sole lungo l’arco temporale della giornata, dall’alba al tramonto; dall’altra, un’interfaccia touch offre una sorta di “radiografia” del Partenone el’accesso a tutti gli approfondimenti scientifici, come l’esplorazione di alcuni dettagli architettonici.
 
Tra le attività collaterali nell’ambito dell’esposizione, la Sovrintendenza Capitolina conferma l’impegno sui temi dell’accessibilità, con un programma di visite guidate integrate accompagnate da interpreti LIS – Lingua dei Segni Italiana – grazie alla collaborazione del Dipartimento Politiche Sociali, Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale. Sono disponibili, su prenotazione a richiesta, visite per persone ipovedenti e non vedenti. Sono stati concessi in prestito modelli dal Museo Tattile Statale “Omero” e un calco in gesso della Scuola di Arti Ornamentali di Roma Capitale tratto proprio dalla testa di Atena della collezione Palagi, oggi al Museo Civico di Bologna, che è stata scelta per il manifesto della mostra. Infine, a corredo della mostra, il catalogo “FIDIA” edito da «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER. Saggi a cura di Claudo Parisi Presicce, Riccardo di Cesare, Giovanni Marginesu, Massimiliano Papini, Nikolaos Stampolidis, Alessandra Avagliano, Annalisa Lo Monaco, Elena Ghisellini, Eugenio La Rocca, Eloisa Dodero. (gn)
 
 
 
Informazioni per il pubblico:
 
FIDIA – la mostra “FIDIA”, il più grande scultore greco dell’età classica a Roma, Musei Capitolini -Villa Caffarelli | fino al 5 maggio 2024, tutti i giorni ore 9.30 – 19.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura; biglietto “solo Mostra”: intero € 13,00 – ridotto € 11,00; per maggiori informazioni Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) – www.museicapitolini.org
 
 

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Sanremo, pronto il cast dei 30 cantanti scelti da Amadeus

Clara con il brano Boulevard ha vinto Sanremo Giovani. Insieme a lei, i Santi Francesi (con Occhi tristi) e BNKR44 (con Effetti speciali) sono i tre artisti che approdano al festival di Sanremo e vanno a completare il cast dei 30 cantanti scelti da Amadeus.Il verdetto è arrivato alla fine del lungo show (primo assaggio di ciò che attende gli spettatori a febbraio), in diretta su Rai1 dal Teatro del Casinò di Sanremo, durante la quale i 27 Big – di fatto i veri protagonisti della serata – sono arrivati in passerella per scambiare qualche battuta con Ama e rivelare il titolo del brano che porteranno all’Ariston a partire dal 6 febbraio. Clara, Santi Francesi e BNKR44 raggiungono così Ghali (con il brano Casa Mia), Alessandra Amoroso (Fino a qui), Gazzelle (Tutto qui), Ricchi e Poveri (Ma non tutta la vita), Dargen D’Amico (Onda alta), Angelina Mango (La noia), Fred De Palma (Il cielo non ci vuole), Fiorella Mannoia (Mariposa), Loredana Bertè (Pazza), Mr.Rain (Due altalene), Geolier (I p’ me, tu p’ te), Negramaro (Ricominciamo tutto), Rose Villain (Click boom!), Mahmood (Tuta gold), Diodato (Ti muovi), Annalisa (Sinceramente), Il Volo (Capolavoro), Emma (Apnea), Renga e Nek (Pazzo di te), La Sad (Autodistruttivo), Irama (Tu no), BigMama (La rabbia non ti basta), The Kolors (Un ragazzo una ragazza), Sangiovanni (Finiscimi), Il Tre (Fragili), Alfa (Vai!), Maninni (Spettacolare). “Livello altissimo”, ha detto in mattinata Amadeus presentando i 12 giovani artisti. “Invito gli altri nove a non mollare”, è stato l’incoraggiamento del direttore artistico, che ha colto l’occasione anche per parlare del futuro, lasciando una porta aperta alla possibilità di un sesto festival consecutivo. “Ho detto che è l’ultimo. Sembra una mancanza di rispetto nei confronti della Rai, ma intanto godiamoci questo, che deve riuscirmi. Facciamo che questo riesca bene e poi ne parleremo”, ha sottolineato, ricordando anche le tante polemiche che hanno accompagnato le sue direzioni artistiche. “Sanremo vuol dire anche difficoltà, a volte polemiche. Pippo Baudo mi diceva sempre: ‘se non ci saranno polemiche, vuol dire che hai fatto un Festival che è una schifezza’. E come dice sempre Fiorello io sono lo “Swiffer” delle polemiche. Ma non mi tocca: vado dritto per il mio obiettivo. Del resto non sono io al centro del festival, ma la musica”. Non è mancato qualche dettaglio sul festival che sarà, dai temi affrontati alle classifiche. “Stiamo pensando di portare il tema della lotta ai femminicidi anche all’Ariston. È un tema che va portato, c’è bisogno di sensibilizzare e Sanremo è la vetrina giusta”. Sulle classifiche Amadeus ha spiegato che a differenza degli anni passati saranno rivelati solo i primi posizionamenti: 10 per la serata complessiva del martedì e per quella di venerdì delle cover, 5 per il mercoledì e il giovedì quando si esibiranno in 15. La classifica generale sarà svelata solo in apertura della finale del sabato. “Nessuna richiesta da parte dei discografici, ma solo una questione di tempi e per mantenere un po’ di suspense”, ha spiegato il direttore artistico.




Monterotondo, si accende il Natale: ecco gli appuntamenti

Cinquantotto eventi gratuiti e diffusi in città, oltre un mese di spettacoli, appuntamenti artistici e culturali, attività ricreative e ludiche, shopping, momenti di incontro, condivisione e solidarietà. È tutto questo il “Natale in Città 2023” di Monterotondo, che ha invaso il Centro quanto il quartiere Scalo. Nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, come consuetudine è esposta l’immagine del Presepio, nel ricordo della sua nascita avvenuta 800 anni fa ad opera di San Francesco. Dal Mercatino di Natale nel Centro storico al Villaggio Natalizio in Passeggiata, dai concerti tradizionali, gospel, pop e swing al teatro Ramarini e nelle chiese agli spettacoli teatrali e ai reading letterari, dalle mostre d’arte a quelle dei presepi artigianali, dai laboratori creativi per bambini alle attività multidisciplinari per tutte le età, dalle performance artistiche alle visite guidate, dagli “incontri” con Babbo Natale e con la Befana agli spettacoli dei burattini, dagli incontri di gaming ai festosi momenti di solidarietà: un programma che coprirà tutto il periodo natalizio con una “coda” di appuntamenti fino a gennaio inoltrato, davvero per tutti i gusti e soprattutto per tutte le fasce d’età. Il Mercatino di Natale (curato e gestito autonomamente dalla società “Fiere&Eventi s.c.a.r.l”, aggiudicataria dell’avviso pubblico dell’Assessorato alle Attività Produttive) aprirà in piazza Giovanni Paolo II, via Cavour e via san Pio da sabato 16 Dicembre e resterà allestito ininterrottamente fino al giorno di Santo Stefano compreso, per poi riprendere il 5, 6 e 7 Gennaio. Il Villaggio Natalizio in Passeggiata, a cura della Pro Loco, attenderà bambini e non dal 15 al 17, dal 22 al 24 Dicembre e poi il 6 Gennaio, mentre il Campo Base della Protezione civile (15, 16, 17, 22 e 23 Dicembre) offrirà loro la possibilità di sperimentarsi in laboratori di attività e letture creative. Ma sono comunque tante le location che ospiteranno la manifestazione: il teatro Ramarini, la biblioteca Angelani, piazza Falcone e Borsellino, la sala Molloy e la palestra San Michele, le chiese di Santa Maria, del Duomo, della Vergine SS del Carmine e di San Martino, la Passeggiata Valerio Nobili, la Casa delle Arti, gli studi d’arte “Grafica Campioli” e “I Pellicani”, il circolo “Writer Monkey”. Da segnalare il ciclo di prestigiosi appuntamenti realizzato con il contributo di Città Metropolitana di Roma Capitale, tra i quali i concerti gospel e pop “Joyful Christmas” (27 dicembre), “Oh night divine!” (29 dicembre) e “Rise in Joy!” (6 gennaio), il concerto di Capodanno della prestigiosa orchestra Vincenzo Bellini (30 dicembre) e quello “A tutto swing” (13 gennaio) della Smile Orchestra (esibitasi in numerosi eventi patrocinati da Ministeri, dal Parlamento Europeo, dalla Commissione Europea, dalla Regione Lazio, dall’Unesco e che ha avuto l’onore di suonare in Inghilterra nel 2022 in occasione dei festeggiamenti del Giubileo di Platino della regina Elisabetta II e, nel 2023, in quelli per l’incoronazione di re Carlo III). «Siamo davvero soddisfatti di poter presentare in città un programma di quasi sessanta eventi, diffusi su tutto il territorio e dedicati a tutte le fasce d’età – dichiara l’assessora alla Cultura Marianna Valenti – ringrazio tutte le associazioni, le parrocchie, gli artisti e le realtà del territorio che hanno risposto positivamente alla nostra richiesta di collaborazione e con le quali abbiamo costruito un calendario ricco e articolato. Abbiamo scelto di regalare momenti ludici e di incontro soprattutto ai più piccoli e alle famiglie, unendoli però a molte iniziative culturali, musicali e teatrali di grande profilo, tutte ad accesso gratuito. Una nota di soddisfazione, che rimarca quanto Monterotondo sia generosa, sono i tanti eventi destinati alla raccolta fondi per scopi benefici e di solidarietà: penso al concerto d’organo del 9 dicembre a cura di Upe e Rotary Club per il restauro degli affreschi del Duomo, al concerto del 21 al Ramarini dell’Associazione musicale Eretina che come ogni anno devolverà il ricavato a un ente benefico; al 15 e 16 dicembre il Gospel “Un dono per te” dell’associazione La Finestra del Sole e infine alla collaborazione con la Fondazione Carlo Ferri, che raccoglierà fondi per l’acquisto di nuovo ecografo destinato al reparto di Ginecologia». «Come delegata al turismo di Città metropolitana, in vista del Giubileo del 2025 sto testando la capacità ricettiva e dei servizi offerti dai Comuni della provincia – afferma la consigliera Alessia Pieretti – da consigliera comunale di Monterotondo sono orgogliosa di aver contribuito alla realizzazione di tanti eventi gratuiti dedicati alle famiglie». «Sono lieto di presentare il programma 2023 del Natale in Città, un contenitore culturale, artistico, ricreativo e solidale in linea con la volontà di rendere diffuse, su tutto il territorio, le opportunità di fruizione e che contiamo possa emozionare, contribuire alla letizia del clima natalizio e rafforzarne il senso comunitario – conclude il sindaco Riccardo Varone – Ringrazio l’assessora Valenti, il Cda e il personale di Icm per il grande e come sempre ottimo lavoro. Un ringraziamento, doveroso e sentito, alla consigliera metropolitana Alessia Pieretti per la disponibilità e l’opportunità che ha voluto riservare a Monterotondo, grazie alla quale il cartellone si è arricchito di eventi di altissima qualità».




Dai Castelli Romani a Scafati: “Un Presepe Pop” di Cristoforo Russo

Napoli – al via la personale di pittura “Un presepe Pop” di Cristoforo Russo presso la Galleria Arte Barbato (Scafati-Corso Nazionale, 327). La mostra con la critica del docente universitario Rosario Pinto, sarà visitabile gratuitamente per tutte le festività natalizie.

Cristoforo Russo riapproda così in Campania, sua terra natia, dopo il successo della tappa primaverile di Roma, tenutasi presso il prestigioso museo Venanzo Crocetti, ed il tour estivo. “Abbiamo iniziato tre anni fa con Manhattan Transfer a Piazza del Popolo – racconta l’artista -, poi il progetto è cresciuto diventando glocal – ovvero globale e locale. Oggi Un Presepe POP tenta di condensare cultura, società e religione: presentiamo il progetto qui all’ombra del Vesuvio durante l’avvento, il periodo cristiano per eccellenza di preparazione alla Natività di Cristo, alla ricerca delle nostre radici e per una rinascita autentica del nostro puer aeternus. Farlo qui grazie a Franco e Marisa è la conferma che noi tutti possiamo fare bene il bene, proprio come avviene sul presepe, una sorta di luogo in cui gli adulti tornano bambini ed i bambini si sentono adulti. Considero simbolicamente il presepe attraverso una visione fantastica e ben venga POP se si intende di matrice popolare, di lettura intuitiva ed a favore del popolo. La mia urgenza pittorica è a favore di un territorio come questo che ha ancora tanto da raccontare, attraverso il potenziale dell’arte, a tutte le età ed a tutti i livelli. Confido da sempre nell’operosità espressiva, unica vera medicina per una società sempre più omologata e priva di polarità”.

Nei dipinti esposti, l’autore analizza le opere dei grandi Maestri, attraverso il caleidoscopio della commedia dell’arte (Rugantino, Meo Patacca, Pulcinella, Arlecchino, Pantalone) e delle maschere da tutto il mondo (i supereroi, le maschere asiatiche, quelle africane).

“Nella nostra galleria accogliamo la bellezza, non quella fine a se stessa, ma quella che viene espressa dal diverso – dichiarano i curatori Marisa Nastro e Franco Barbato -. Ne comunichiamo le sfumature, che poi sottoponiamo ai giovanissimi (infatti accogliamo molte scuole) per alimentare il loro senso critico e agli intenditori. Con piacere oggi al vernissage della mostra “Un Presepe Pop” hanno partecipato gli artisti Angelo Casciello, Franco Iuliano e Antonio Carotenuto”.

La mostra “Un presepe Pop”, condivisa dalla Onlus Paolo Salvati e dal Museo di Pulcinella, ha raccolto le energie di numerosi partner da tutto il mondo, capaci di condividerne l’emozione e lo spirito benefico a favore di “Mente e Coscienza” (ODV-ETS Associazione di Volontariato per le disabilità). Tra essi la testimonianza della giornalista Maria Consiglia Izzo, Ciro Califano con le sue poesie, Paluna Erboristeria con le sue suggestioni, ed il regista Michele Monetta con le immagini gentilmente concesse per progetto ICRA.

“Questa mostra di Cristoforo Russo è un esempio di interazione tra dimensione critica, dimensione espositiva e dimensione creativa, che insieme possono costituire una prospettiva di visione complessiva all’interno della quale si giustifica la creatività nell’età contemporanea e dove chiaramente il percorso artistico non può essere spalmato sull’orizzonte né del mercato in quanto tale né di una creatività che sia completamente avulsa dai processi di comunicazione. Quindi diventa fondamentale avere un punto di riferimento, che può essere per certi aspetti connesso alle considerazioni della cultura americana degli anni ’20 e ’30, e vedere come queste cose oggi è possibile leggerle andando a recuperare motivi che fanno parte della nostra cultura, i significati locali. E, quindi, scoprire che il locale si fa globale e viceversa, in un’interazione estremamente produttiva che viene resa possibile da aspetti di contaminazione e grande fertilità”, afferma il Professor Rosario Pinto.

Un presepe Pop: un appuntamento da non perdere, rivolto a tutti gli appassionati di arte e, soprattutto, ai più piccoli da sempre destinatari della promozione delle tradizioni.

Ingresso Gratuito dal 23 novembre al 10 dicembre presso la Galleria Arte Barbato sul corso Nazionale 327 di Scafati (Salerno) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 (domenica con appuntamento).




Il costume ciociaro in Giappone

Terra di cultura. di antiche vissute tradizioni, rispettosa della natura nelle sue varie manifestazioni, ligia alle leggi ed alle regole e ai principi della civile convivenza, eccezionali capacità scientifiche e produttive, non ignorando arte e cultura in realtà ingredienti costitutivi della civiltà nipponica, come la quantità sterminata di musei e di biblioteche e di istituzioni culturali documentano.

 

Anche se tante contingenze e realtà quali la lingua, la cultura, le abitudini porterebbero a rendere difficoltosa ogni ipotesi di contatto, la storia pertanto richiama all’ordine e ci informa anche di alcuni fatti che, pur se di numero limitato, documentano la presenza ciociara.

 

La chiusura secolare al mondo occidentale venne addolcita e gradualmente cancellata a partire dalla metà del 1800 grazie all’Imperatore Mutsuhito (1852-1912) che nel corso della lunga presenza  rivoluzionò la vita culturale, artistica, industriale del Paese: è il periodo Meiji cioè del ‘regno illuminato’ che si fa iniziare nell’ottobre del 1868 fino alla morte dell’imperatore il 30 luglio 1912. Dopo una breve parentesi sul trono del figlio, nel 1926 fu nominato imperatore il nipote di Mutsuhito, Hirohito, protagonista della grande guerra contro gli Stati Uniti e vittima delle due esplosioni nucleari nell’agosto 1945.

 

Per rimanere nel tema dell’arte una iniziativa dell’imperatore fu anche quella di far conoscere la tecnica pittorica occidentale e in particolare la tecnica della pittura all’olio completamente sconosciuta in Giappone e la prima iniziativa fu l’invito al pittore Antonio Fontanesi ad insegnare in una scuola pubblica, a Tokyo.

 

L’opera del Fontanesi fu enormemente apprezzata e tale da aprire negli anni a venire un indirizzo pittorico di notevole successo noto come  lo stile yoga, cioè soggetti giapponesi e tecnica occidentale, alla quale gran parte degli artisti aderì, non solo all’olio ma anche al pastello e al carboncino, fino al presente.

 

E una visita del Prof. Yakou della Università Hokkaido a proposito di un quadro, nella mia collezione, di una pittrice francese della quale nella cattedrale di Nagasaki esistono due grandi opere su cui sta indagando e ricercando, mi ha aperto gli occhi su alcuni artisti giapponesi nel corso del 1800 a Roma non insensibili alle ragazze in costume ciociaro incontrate nei luoghi turistici. E dai suggerimenti del Prof.Yakou, qui appresso pur se brevemente, la presentazione di quattro di questi artisti che a cavallo tra ‘800 e ‘900 assieme allo studio delle antiche vestigia non mancarono di serbare ricordo e memoria delle ciociare di Piazza di Spagna o di Palazzo Farnese.

 

Kaneyuki Hyakutake (1842-1884). E’ il primo che incontriamo, prima  a Parigi nel 1878 e poi a Roma nel 1880. Faceva parte del servizio diplomatico e allo stesso tempo artista impegnato. A Parigi  frequentò lo studio di Léon Bonnat dal quale apprese gli elementi pittorici basilari occidentali come pure  il vivo interesse che l’artista francese nutriva per i soggetti ciociari. Infatti Bonnat fa parte della numerosa schiera degli artisti innamorati della iconografia ciociara, delle donne in particolare, tanto che a lui si debbono decine di quadri con ciociare. A Roma Hyakutake affianco all’attività diplomatica, frequenta lo studio di Cesare Maccari e ne assimila l’interesse per l’antico.  Qui presentiamo una sua opera di una ciociarella.

 

Hisashi Matsuoka (1862-1944) nel 1876-78 assieme al collega Asai Chū  frequenta le lezioni che Antonio Fontanesi tiene sulla tecnica pittorica occidentale. Nel  viaggio  a Roma nel 1880 dove  frequenta anche lui come il collega Hyakutake, lo studio di Cesare Maccari, poi  i corsi liberi all’ Accademia di Francia  e due anni  dopo all’Accademia di Belle Arti dove nel 1887 consegue il diploma  quindi, dopo il lungo soggiorno romano, ritorna in patria. Qui con il collega Asai Chū ed altri fondarono, seguendo i nuovi indirizzi yoga, l’Associazione Arte Meiji  dedicandosi all’insegnamento che portò avanti al livello di Università a Tokyo.

 

Takeji Fujishima (1867-1943).  Influenzato dal Liberty, fu uno dei massimi esponenti di pittura occidentale nel Giappone di fine XIX secolo ed artista della Casa imperiale” e considerato tra i più amati, anche per i suoi scritti sulla mitologia, l’estetica e il design.

Nel 1905 inizia il viaggio in Europa che lo porta per un paio di anni a Parigi dove frequentò le lezioni di Cormon e poi a Roma fino al 1909 dove seguì con particolare interesse gli insegnamenti di Carolus-Duran direttore all’Accademia di Francia. Quindi in Giappone dove si inserì con successo nell’insegnamento adoperandosi alla diffusione e altresì all’integrazione con quella giapponese, delle nuove metodologie e correnti pittoriche occidentali dello yoga. Si dedicò anche all’approfondimento della propria arte attraverso lo studio dei maestri del Rinascimento italiano maturando quel concetto della semplicità che gli fu guida e altresì motivo di insegnamento.

 

Hakutei Ishii (1882-1958). Studiò  pittura ad olio ed acquarello  sotto Asai Chū, allievo di Fontanesi, e successivamente sotto Takeji Fujishima; allo stesso tempo fedele alla tradizione nipponica approfondì la conoscenza della incisione xilografica che pure contribuì a promuovere con le sue numerose opere.

Soggiornò a Roma nel 1910 e poi a Parigi dove oltre al perfezionamento della  tecnica  pittorica, ampliò notevolmente la propria conoscenza  visitando e studiando le opere e mostre sul fauvismo, il futurismo, il cubismo, l’astrattismo sulle quali tematiche, tornato in patria, scrisse intensamente e per cui la Francia tributò la propria riconoscenza conferendo il titolo di Cavaliere della Legion d’Onore. Qui una sua bella ciociara dal fascino..orientale.

A Roma e a Tivoli realizzò numerose opere.

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Al via la 7° edizione del Castelli Romani Film Festival Internazionale

Questo fine settimana tra Ariccia, Frascati e Lanuvio ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

Al via la 7ª edizione del Castelli Romani Film Festival Internazionale, evento ideato e prodotto dalla Fondazione Punto e Virgola, in collaborazione con i Comuni di Ariccia, Frascati e Lanuvio.

La manifestazione, giunta alla 7° edizione, negli anni ha guadagnato un seguito di appassionati, attirando cineasti, amanti del cinema e spettatori da tutto il mondo.

Un Contesto Incantevole per il Cinema

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani è un evento unico perché si svolge in una delle regioni più affascinanti d’Italia. Le pittoresche città collinari, con le loro piazze storiche e vedute panoramiche mozzafiato, forniscono uno sfondo perfetto per la magia del cinema. E la combinazione di cinema e cultura locale crea un’atmosfera davvero magica.

Selezione Eclettica di Film

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani si distingue per la sua selezione eclettica di film. Le proiezioni comprendono una varietà di generi, dalla commedia all’horror, dal documentario al film d’autore. Questa diversità offre qualcosa per tutti i gusti, garantendo che ogni spettatore trovi film che catturino la sua immaginazione. Inoltre, il festival dà spazio anche a registi emergenti, offrendo loro l’opportunità di condividere le loro opere con un pubblico più ampio.

Incontri con i Cineasti

Una delle caratteristiche più affascinanti del Festival del Cinema ai Castelli Romani è la possibilità di interagire con i cineasti stessi. Dopo le proiezioni, spesso ci sono sessioni di domande e risposte con i registi, che permettono al pubblico di ottenere una prospettiva unica sul processo creativo dietro ai film. Queste interazioni rendono l’esperienza cinematografica più coinvolgente e personalizzata.

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani è molto più di un semplice evento cinematografico; è un’esperienza che unisce il fascino dei Castelli Romani con la magia del cinema. Questo festival offre un’opportunità unica per immergersi in una vasta gamma di film, interagire con cineasti talentuosi e celebrare la cultura locale.

Tutte le proiezioni saranno ad ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

PROGRAMMA:

FRASCATI – Cinema Politeama, Largo A. Panizza 5:

Venerdì 3 novembre
ore 20:00 – Addio al nubilato 2
ore 21:30 – Follia

Sabato 4 novembre
ore 18:00 – Mamma qui comando io
ore 20:00 – Prima di andare via
ore 22:00 – Elohim

Domenica 5 novembre
ore 16:00 – Billie’s Magic World
ore 18:30 – Una preghiera per Giuda


LANUVIO – Teatro Comunale, Via San Lorenzo:

Domenica 5 novembre
ore 17:00 – Cortometraggi


ARICCIA – Palazzo Chigi, Piazza di Corte 14:

Venerdì 10 novembre
ore 19:00 – Nìpa
ore 21:00 – La caccia

Sabato 11 novembre
ore 16:30 – L’uomo che disegnò Dio
ore 18:30 – Lo sposo indeciso




Roma, tutto pronto per la 2° edizione del novembre è nordico

Dal 2 al 28 novembre Roma svela il suo legame con le culture nordiche per la 2a edizione di Novembre Nordico.
 
Tracce nordiche a Roma promosso dalle Ambasciate di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, il Circolo Scandinavo e i quattro Istituti culturali e scientifici nordici: l’Accademia di Danimarca, l’Istituto di Finlandia a Roma, l’Istituto di Norvegia in Roma, l’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma, che si uniscono in questa occasione per divulgare un ricco programma di iniziative per valorizzare il legame storico dei Paesi Nordici con la città di Roma e per creare nuovi momenti di scambio attraverso mostre, conferenze, concerti e proiezioni. Novembre Nordico.
 
Tracce nordiche a Roma offre una panoramica della cultura nordica, più di 20 eventi in tutta la città di Roma, molti gratuiti, spaziando tra l’architettura, l’arte visiva, la poesia, la musica, la ricerca, il cinema. Dopo il successo dello scorso anno saranno a Roma artisti, registi, ricercatori, accademici e musicisti nordici per presentare i loro lavori, e verranno anche celebrate figure storiche di rilievo: da scrittori come Stig Dagerman e drammaturghi e autori come Henrik Johan Ibsen, designer come Harri Koskinen e i salotti culturali internazionali storici, e ancora mostre, proiezioni e appuntamenti per apprendere le lingue nordiche.
 
La rassegna è inoltre occasione per raccontare numerosi luoghi a Roma particolarmente importanti per gli esponenti del mondo nordico come il Cimitero Acattolico, Palazzo Corsini, Palazzo Capranica, la Residenza dell’Ambasciatore di Svezia. Attraverso una mappa interattiva online è possibile riscoprire le tracce nordiche in città, una guida nel programma e nei luoghi di Novembre Nordico.
 
Per questa edizione Novembre Nordico viene anticipato da una piccola anteprima di due eventi a fine ottobre. Il 26 ottobre la Residenza dell’Ambasciatore di Svezia ospita la presentazione (in lingua inglese) del romanzo Kvinnokungen (Il Re donna), il nuovo libro della scrittrice svedese Kristina Sjögren, sulla Regina Cristina di Svezia che fu la prima donna a diventare monarca in Svezia (1632-1654) e in seguito, dopo la sua abdicazione, diventò una grande protagonista della vita culturale romana oltre icona di stile, il suo approccio alle questioni di genere fu rivoluzionario. Il 27 ottobre inaugura la mostra personale di Nina Torp METHODS OF PATTERNMAKING / Between knowing and speculation presso il Museo delle Origini della Sapienza Università di Roma. Nella sua prima mostra personale in Italia, l’artista norvegese Nina Torp presenta un video, sculture e interventi in tessuto, legno, carta e ceramica, che indagano le possibilità interpretative del campo dell’archeologia. Il progetto, in mostra fino al 22 dicembre, fa parte del “The Farfa Valley Project”, un progetto di scavo archeologico interdisciplinare di grotte utilizzate nel Neolitico nell’area laziale. Nina Torp terrà anche un talk il 10 novembre in cui approfondirà il suo progetto biennale di collaborazione interdisciplinare con Cecilia Conati Barbaro e il Museo delle Origini dell’Università Sapienza di Roma.
 
Dal 31 Ottobre al 5 Novembre va in scena lo spettacolo Sinfonia d’autunno, un omaggio al celebre maestro svedese Ingmar Bergman con la regia di  Rosario Tronnalone al Teatro di Documenti di Roma. La musica diventa l’unico linguaggio con il quale le protagoniste sono in grado di comprendere e col quale comunicare. Ciò appare con solare evidenza nella scena chiave della doppia esecuzione del preludio, metafora del rapporto che lega e separa madre e figlia.
 
La rassegna si apre ufficialmente il 2 novembre presso l’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma con la mostra di Sophie Westerlind dal titolo She affect us, indeed. Sophie Westerlind (Stoccolma, 1985) costruisce un corpus pittorico che, a partire da fotografie inedite e d’archivio, ritrae soggetti dislocati nei luoghi che l’artista ha frequentato e vissuto durante gli ultimi dieci anni. Il risultato è una geografia fatti di affetti e ricordi, che suggerisce una riflessione sul ruolo politico e identitario dell’Europa contemporanea.
 
Per gli amanti dell’architettura, lunedì 6 novembre presso l’Institutum Romanum Finlandiae di Villa Lante al Gianicolo si tiene il seminario su Reima Pietilä, architetto e teorico finlandese: L’interno dell’esterno nell’architettura finlandese in occasione del centenario della sua nascita. L’accademico Reima Pietilä (1923-1993) è conosciuto come una figura eccezionale nel campo dell’architettura finlandese e internazionale. Novembre Nordico è l’occasione ideale per approfondire i suoi legami con l’Italia, a partire dagli archivi, tra cui quello personale di Helsinki e alcuni archivi italiani come la Fondazione Bruno Zevi e l’Archivio Progetti IUAV di Venezia. Lo stesso giorno, lunedì 6 novembre, per gli appassionati di teatro e letteratura, presso l’Istituto di Norvegia, si tiene la conferenza su Henrik Johan Ibsen con il Prof. Giuliano D‘Amico  (Centro di studi ibseniani, Università di Oslo), la Prof.ssa Maria Cristina Lombardi (Università L’Orientale, Napoli). Il dott Stanislao de Marsanich, presidente dei Parchi Letterari, rappresenterà il Parco letterario dedicato a Ibsen a Skien, in Norvegia.
 
Segue l’8 novembre la conferenza con il prof. Francesco D’Angelo Dalla Norvegia a Gerusalemme: il viaggio di re Sigurd Jórsalafari (1107-1111) presso l’Istituto di Norvegia a Roma. Ricercatore in storia medievale e Guest researcher all’Istituto di Norvegia in Roma, D’Angelo farà rivivere al pubblico il viaggio straordinario che fece il re norvegese Sigurd Magnússon, il primo sovrano cristiano a visitare la Terrasanta dopo la crociata di Gerusalemme. Dall’Inghilterra alla Spagna musulmana, dalla Sicilia a Gerusalemme, fino a Costantinopoli: uno degli episodi meno conosciuti e più affascinanti della grande storia delle crociate che unisce ai tratti tipici delle scorrerie vichinghe a quella tensione spirituale di cui è permeata tutta l’epoca, e che farà guadagnare al suo giovane protagonista fama imperitura.
 
Immancabili protagonisti nel programma di Novembre Nordico sono i concerti di musica classica, il primo il 9 novembre al Teatro Palladium vede come protagonista il giovane talento norvegese Tiril Holand insieme ad Alessandro Guaitolini, violoncello solista, Roma Tre Orchestra (archi) e Alessandro Alonzi, direttore e cembalo ne “La gloria del Barocco”. Tiril Holand (classe ‘99) a 14 anni è stata ammessa al programma per talenti Giovani Musicisti a Trondheim, ricevendo nello stesso anno una borsa di studio dalla Helgeland Sparebank. È stata selezionata come solista per Giovani Solisti dell’Helgeland due volte – a 15 e 19 anni – con il Concerto per violoncello di Elgar. Il concerto propone un viaggio alla scoperta di due dei più grandi compositori del periodo barocco, Luigi Boccherini e Antonio Vivaldi. Per chi volesse regalarsi una gita fuori porta, gli stessi musicisti suoneranno anche il 5 novembre nella Chiesa di San Silvestro a Viterbo.
 
Sempre il 9 novembre porte aperte alla Residenza dell’Ambasciatore di Svezia per un evento di letteratura e storia, accompagnato da un aperitivo light. La sovrintendente di Villa San Michele a Capri, Kristina Kappelin, farà conoscere l’affascinante storia del noto medico e scrittore svedese Axel Munthe (1857–1949) e la sua opera Villa San Michele, ancora oggi un posto magico e punto di riferimento per artisti svedesi e italiani. Durante la serata Tomas Bacoccoli, imprenditore e scrittore italo-svedese, presenta il suo libro “Ritorno in Umbria”, in cui racconta come staccarsi dalla quotidianità che viveva a Stoccolma per trasferirsi con tutta la famiglia in un vigneto fatiscente a Corciano per prendersi cura del padre malato di Alzheimer.
 
Il calendario riprende dopo pochi giorni, giovedì 16 novembre con un evento dedicato a Harri Koskinen, uno dei designer finlandesi contemporanei più famosi al mondo, protagonista della conferenza ospitata presso la Rinascente Roma Tritone a cura di Arianna Callocchia. Koskinen presenta in esclusiva e in anteprima per l’Italia, una selezione di alcuni dei suoi progetti di product ed interior design signicativi per il loro approccio sostenibile. Durante l’incontro verrà presentato anche l’approccio di Artek alla sostenibilità attraverso gli iconici sgabelli Stool 60, progettati da Alvar Aalto nel 1933. L’azienda finlandese fabbrica da 90 anni questo leggendario oggetto di design.
 
Si prosegue con la musica, il 18 Novembre si esibisce alla Casa del Jazz il Cecilia Sanchietti Swedish Quintet. COLOURS è il nuovo album di Cecilia Sanchietti, batterista e compositrice italiana con base in Svezia e in Italia, che uscirà il prossimo gennaio con l’etichetta Parco della Musica Record.  Il risultato di questo lavoro è un suono elettrico, jazz/world music, vicino alle atmosfere lounge rock. E per chi ama le gite fuori porta, lo stesso giorno Novembre Nordico si sposta a Tolfa (RM) per il Tolfa Gialli&Noir, festival letterario dedicato al genere giallo, in cui Helene Flood, psicologa e scrittrice norvegese, presenta il suo primo romanzo, La terapeuta, già stato venduto in ventitré paesi ancor prima della pubblicazione in Norvegia ed è stato nominato per il Norwegian Booksellers’ Prize nel 2019.
 
Il 21 novembre presso la Residenza dell’Ambasciatore norvegese si terrà l’evento In The Garden of Arctic, a cura della Reale Ambasciata di Norvegia, un evento prezioso per presentare il prossimo lavoro dello scrittore e giornalista Davide Sapienza. In the Garden of Arctic fa parte di ARCTICulation – titolo generale del programma ufficiale di Bodø 2024 – Capitale Europea della Cultura. L’evento prevede una conferenza con l’introduzione dell’Ambasciatore norvegese Johan Vibe, la presentazione del progetto di Davide Sapienza con la moderazione di Lorenzo Pavolini, e l’intervento del Teatro Nordland per presentare “The Trail Way”, progetto di interventi culturali lungo la ferrovia del Nordland. Inoltre si potrà partecipare a brevi percorsi fotografici con Davide Sapienza nel giardino della residenza, sulle orme dei quattro cammini geopoetici che faranno parte del programma di Bodø 2024. A cavallo tra geografia, natura, poesia e storia, In the Garden of Arctic svela l’Artico come un luogo vicino, un destino comune, un giardino pronto ad accogliere e coinvolgere nella sua stratificata bellezza, da Roma fino a Bodø. Sapienza, in collaborazione con il Nordland Teater e il Nordland Nasjonalparksenter, racconta l’Artico come luogo di complessità, di storie intrecciate e sottili sensibilità (geo)poetiche.
 
Sempre il 21 novembre si tiene presso l’Istituto di Norvegia in Roma la Conferenza su Santa Birgitta di Svezia nella Roma medievale. “St. Birgitta of Sweden in medieval Rome: On the trail of two English superfans, Cardinal Adam Easton and Margery Kempe” con la borsista in residenza Prof. Laura Saetveit Miles, Università di Bergen professoressa presso il Dipartimento di Letteratura Britannica e Lingue Straniere dell’Università di Bergen (UiB), Norvegia.
 
Il 22 novembre l’Ambasciata di Finlandia & Institutum Romanum Finlandiae presentano in anteprima, presso il Cinema Nuovo Olimpia, il film Fallen leaves di Aki Kaurismäki, il celebre regista finlandese, premiato a maggio al Festival di Cannes con il Prix du Jury, il Premio della Giuria. Il film (in lingua originale con sottotitoli in italiano) narra la storia di un uomo e una donna che si incontrano per caso nella notte ad Helsinki e cercano di trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Sempre il 22 novembre il fotografo danese di fama mondiale Søren Solkær presenta in un talk Black Sun: il magnifico viaggio degli storni dalla Danimarca a Roma i suoi due libri fotografici “Black Sun” e “Starling”negli spazi dell’ Accademia di Danimarca. Ispirandosi alla pratica divinatoria degli antichi romani nella lettura del volo degli uccelli in stormi, Søren Solkær ha trascorso sei anni seguendo e fotografando la migrazione degli stormi dall’Irlanda e l’Inghilterra, passando dalla Danimarca e dai Paesi Bassi fino alla Sardegna, a Roma e alla Catalogna. Negli ultimi tre inverni si è trovato in cima ai tetti di Roma che offrivano una vista sui punti di raccolta più popolari per i milioni di stormi che arrivano nella Capitale ogni sera nel periodo invernale.
 
Il 23 novembre gli spazi del Circolo Scandinavo accolgono Cent’anni di Stig Dagerman: un racconto a più voci a cura degli studenti di Scandinavistica di Milano. La letteratura di Stig Dagerman, genio ribelle e tormentato, anarchico convinto e inquisitore della contemporaneità, vive ancora in articoli, poesie e prosa, a 100 anni dalla sua nascita. L’incontro si propone di restituire questa pluralità in una presentazione a più voci fatta da testimonianze biografiche e letture di testi al fine di comprendere le svariate e personali immagini dell’autore.
 
Sabato 25 novembre, porte aperte alla Scuola Finlandese di Roma (Rooman Suomi-koulu). In programma una lezione sulle feste e tradizioni finlandesi, la possibilità di partecipare alle attività della scuola e un assaggio dei più famosi “schiaffi alla cannella” (korvapuustit) di Roma, accompagnati da un buon caffè finlandese.
 
Il 26 novembre al via i corsi online di lingue nordiche (svedese, norvegese, danese, finlandese e islandese) promossi dall’Istituto Culturale Nordico. Durante il laboratorio introduttivo di lingue nordiche si possono imparare tante piccole curiosità, modi di dire e qualche frase.
 
Luisella Sari, esperta di filologia germanica e storia scandinava farà luce su tre secoli di storia scandinava definiti “Epoca vichinga”. Superando lo stereotipo cui la fama li ha condannati, Sari nel corso del suo intervento ne presenta un ritratto fedele, riportandoli dalla dimensione del mito a quella della realtà attraverso il supporto di dati archeologici e di informazioni ricavabili dalle iscrizioni runiche, le uniche fonti scritte lasciate dagli uomini e dalle donne di quei secoli nella loro lingua e di cui la Svezia è particolarmente ricca.
 
Il programma si chiude martedì 28 Novembre presso l’Accademia di Danimarca con il talk del regista danese Bjarke Underbjerg sul processo creativo del suo documentario ibrido EUPHORIA, nel quale racconta la storia di cinque giovani donne che attraversano il continente europeo.
 

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Festa del Cinema di Roma, edizione 2023: la partecipazione finldandese

La Festa del Cinema di Roma, giunta alla 18a edizione, sta svolgendosi dal 18 al 29 ottobre 2023. Riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films), la manifestazione, che nella Capitale celebra il grande schermo si svolge, come di consueto, presso l’Auditorium Parco della Musica che ospita le principali sale di proiezione e il lungo tappeto rosso, uno dei più grandi al mondo. Il programma coinvolge altri luoghi e realtà culturali della Capitale. e sono 18 i film in concorso quest’anno, proprio come 18 è il numero dell’edizione 2023 della Festa del Cinema di Roma.
 
La partecipazione finlandese
 
Peluri – kuolema on elävien ongelma (la morte è un problema dei vivi – death is a problem for the living) da Teemu Nikki con Pekka Strang, Jari Virman, Elina Knihtila – Vestono di nero, giacca e cravatta, scarpe un po’ a punta, capelli impomatati all’indietro, e guidano una nera Volvo, “la solida, vecchia Volvo, dove si può fumare”: un carro funebre con il quale Risto e Arto, i due vicini di casa che s’incontrano per caso e diventano amici, trasportano salme, spesso “eccentriche”. Risto ha il vizio del gioco, ad Arto manca una grossa porzione di cervello, a uno piace il jazz, all’altro il rock finlandese degli ’80, ed entrambi hanno una vita disastrata. Tra commedia e noir, tra Kaurismäki e il primo Winding Refn, il nuovo lungometraggio del finlandese Teemu Nikki (vincitore di Orizzonti Extra a Venezia 2021 con Il cieco che non voleva vedere Titanic) è un film laconico e sanguigno.
 
Ma forse il lavoro più inconsueto e raro è JE’VIDA diretto da Katja Gauriloff con Agafia Niemenmaa, Heidi Juliana Gauriloff, Sanna-Kaisa Palo, Seidi Haarla, Erkki Gauriloff – con la prima il 27 ottobre alle 20.30 @Teatro Studio Borgna
Je’vida è un affascinante e toccante viaggio nel passato, un film in bianco e nero e in formato 4:3 che trascina lo spettatore in un mondo di memorie dolorose e identità perdute. Storia di resistenza e di indissolubili legami ancestrali, il film ci trasporta nella lontana Finlandia settentrionale, in Lapponia, ed è il primo lungometraggio nella lingua Skolt Sámi, ora parlata solo da poche centinaia di persone (i Sámi della Lapponia sono l’unico popolo indigeno ufficialmente riconosciuto dall’Unione Europea). Seguendo la storia di Iida (Sanna-Kaisa Palo) una donna che ha abbandonato la sua comunità e la sua famiglia, la regista (finnica-Skolt) esplora la distruzione delle civiltà indigene a causa di un’assimilazione forzata alle culture e politiche dominanti.
 
L’anziana Je’vida alla morte della sorella torna in Lapponia, nella casa dove ha passato l’infanzia, accompagnata dalla nipote Sanna. Riaffiorano così dolorosi ricordi. Da bambina Sámi, Je’vida fu vittima di assimilazione culturale, costretta a cambiare nome e a vivere lontano dalla sua terra. Intanto Sanna, che è per lei un’estranea, scopre di essere incinta. Aprendosi l’una all’altra, le due donne ritrovano il valore di se stesse e delle loro radici.
 
La regista lo commenta così: “La sceneggiatura si basa su fatti realmente accaduti, storie che mia madre o i miei parenti mi hanno raccontato della loro infanzia e giovinezza, storie con cui anch’io sono cresciuta. Il film è ambientato dopo la seconda guerra mondiale, quando le feroci politiche di assimilazione attuate in Finlandia costrinsero molti Sámi a vergognarsi delle loro origini e ad abbandonare la loro lingua e la loro cultura. I valori e la visione del mondo tradizionali iniziarono a sgretolarsi e furono sostituiti da quelli occidentali. Il film parla dell’assunzione di un’altra cultura, dell’assimilazione, della fusione con la cultura dominante e di cose che hanno spinto le persone a fare scelte sbagliate.”
Katja Gauriloff
 
Nata nel 1972 a Inari, in Finlandia, Katja Gauriloff ha esordito nel lungometraggio con il documentario ‘A Shout into the Wind’, parlato, come Je’vida, nella lingua Sámi Skolt, oggi conosciuta solo da circa 300 persone. Ha partecipato al Festival di Berlino con i documentari Canned Dreams e Kaisa’s Enchanted Forest, un altro film sulla comunità Sami Skolt, vincitore dello Jussi, il premio nazionale del cinema finlandese. Ha poi diretto ‘Baby Jane’, il suo primo lungometraggio di finzione.
 
 
Tutto il programma del festival:
 

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Damien Chazelle al museo nazionale del Cinema per ricevere il premio Stella della Mole e tenere una masterclass

Il regista vincitore dell’Oscar e del Golden Globe per La La Land riceverà il premio Stella della Mole in occasione di una Masterclass sui suoi classici moderni acclamati in tutto il mondo e sui film a tema musicale che hanno fatto di lui uno dei più influenti giovani autori del nostro tempo
 
 
Martedì 24 ottobre 2023 ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema – ore 20:30 – Cinema Massimo
 
 
Che si tratti di portare sul grande schermo straordinari spettacoli o di esplorare le più intense relazioni umane, Damien Chazelle ha costantemente dimostrato la propria abilità nell’affascinare il pubblico superando i confini dei generi tradizionali e dello storytelling cinematografico attraverso le sue vibranti immagini e la sua eccezionale dedizione all’arte cinematografica. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a uno dei più influenti autori del nostro tempo, che continua a plasmare il panorama del cinema contemporaneo con la sua distintiva voce creativa, ricevendo i massimi riconoscimenti nel settore e facendo di lui il più giovane cineasta a vincere il Golden Globe e l’Academy Award al miglior regista.
 
Visionario regista, sceneggiatore e produttore di classici moderni acclamati in tutto il mondo e di film a tema musicale che hanno mescolato romanticismo e scandalosi eccessi dello show business, Chazelle sarà protagonista di una Masterclass, martedì 24 ottobre 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo, introdurrà la proiezione del suo ultimo sontuoso Babylon (2022), black dramedy ambientata nella Hollywood anni Venti, con un cast stellare che include Margot Robbie e Brad Pitt, entrambi nei panni di attori che affrontano la transizione dell’industria dai film muti al sonoro.
 
Il pluripremiato cineasta dialogherà con il direttore del Museo Domenico De Gaetano e il critico Grazia Paganelli riguardo a quelle fortunate imprese cinematografiche e opere meticolosamente realizzate che hanno dato il via a un tripudio di sperimentazione e innovazione, dai suoi primi successi con Guy and Madeline on a Park Bench e il pluripremiato Whiplash a un musical rivoluzionario come La La Land e all’intenso dramma biografico First Man.
 
Prima dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Damien Chazelle riceverà la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato una prospettiva unica ai suoi progetti, infondendoli della passione, creatività e impegno senza compromessi necessari a conseguire la sua visione artistica: spesso incentrata sulla musica e sul perseguimento dei sogni, la sua filmografia ha affrontato temi come il perfezionismo, la dedizione, le difficoltà e le sfide che conseguono al raggiungimento del successo, spingendo le persone dotate di un potenziale talento oltre i propri limiti e destrutturando l’intero concetto di ambizione.
 
“È un vero onore ricevere questo premio e ritornare a Torino, dove ho presentato in concorso il mio primo film ormai 14 anni fa – racconta Damien Chazelle. Quella visita sarà sempre uno dei miei ricordi più cari: la bellezza della città, il Museo del Cinema, la sensazione di viaggiare indietro nel tempo attraverso la storia del cinema. Il cinema italiano è stato per me molto formativo e, quindi, essere di nuovo qui – nel Paese di Fellini, Pasolini e Visconti – è di per sé un’emozione: un luogo dove i fantasmi del passato del cinema infestano le strade e ci ricordano ciò per cui vale veramente la pena lottare in questa forma d’arte che amiamo”.
 
“Damien Chazelle è senza dubbio un genio del nostro tempo destinato a lasciare la sua impronta indelebile nella storia del cinema ed è un vero privilegio per questa istituzione ospitare la sua Masterclass in uno scenario evocativo come la Mole Antonelliana” – dichiara Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. “Il suo amore per la Golden Age di Hollywood traspare nella prodigiosa eccellenza dei suoi film: lo stesso amore per il cinema narrativo classico e per quello mondiale contemporaneo che vogliamo celebrare nel nostro museo, trasmettendolo al pubblico e ai visitatori”.
 
“Sin dal suo sorprendente esordio alla regia, premiato con il Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival nel 2009, Damien Chazelle ha messo in mostra il precoce talento e il suo approccio visionario allo storytelling, esplorando narrazioni innovative e trasportando gli spettatori in un viaggio toccante e coinvolgente” – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – “Con la gamma emotiva dei suoi marchi visivi che spaziano dal montaggio serrato a un utilizzo virtuosistico del piano sequenza e di eleganti riprese in cinemascope a figura intera, i suoi film con cast magistralmente sublimati riescono ad approfondire l’impatto emotivo e psicologico che l’ambizione può provocare, offrendo anche un ritratto sfumato degli alti e bassi nell’inseguire i propri sogni”.
 
 
DAMIEN CHAZELLE
 
Nato a Providence, Rhode Island, nel 1985, Damien Chazelle ha studiato filmmaking presso il dipartimento di Studi Visivi ed Ambientali dell’Università di Harvard, dove si è laureato nel 2007. Ha scritto e diretto il lungometraggio di esordio come parte del suo progetto di tesi insieme con il collega di corso e futuro frequente collaboratore Justin Hurwitz: Guy and Madeline on a Park Bench ha debuttato al Tribeca Film Festival nel 2009 e ha ricevuto svariati premi nel circuito festivaliero, ottenendo una distribuzione limitata e aprendo al plauso della critica. Il successivo Whiplash (2014) ha visto la luce come prova di fattibilità concretizzatasi in un pluripremiato cortometraggio presentato al Sundance Film Festival, che ha aiutato a ottenere il finanziamento iniziale per la versione lungometraggio con Miles Teller, J.K. Simmons (vincitore del premio Oscar, Golden Globe, BAFTA, Critics’ Choice, SAG, Independent Spirit e Satellite per il miglior attore non protagonista) e Paul Reiser. Il film, che narra di uno studente di musica e aspirante batterista jazz spinto al proprio limite dal suo severo insegnante, ha vinto il Gran premio della giuria e il Premio del pubblico nella sezione competitiva U.S. Dramatic, ha guadagnato 5 candidature all’Oscar tra cui Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale (vincendone tre, tra cui Miglior montaggio e Miglior sonoro) e ha incassato 49 milioni di dollari su un budget iniziale di 3,3 milioni. La La Land (2016) – musical sentimentale e contemporaneo con Emma Stone nei panni di un’aspirante attrice e Ryan Gosling in quelli di un ambizioso musicista jazz – ha aperto la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2016 e ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la vittoria da record di 7 premi ai 74esimi Golden Globe e ricevuto 11 nomination ai 70esimi Premi BAFTA, vincendone 5, tra cui Miglior film. Il film ha ricevuto 14 candidature agli 89esimi Academy Awards – eguagliando il record di Eva contro Eva e Titanic – e ha vinto in 6 categorie principali. Ha chiuso con un attivo di 447 milioni di dollari su un budget iniziale di 30 milioni. Chazelle ha lavorato nuovamente con Gosling in First Man (2018), tratto dalla sceneggiatura di Josh Singer che segue gli anni precedenti la missione dell’Apollo 11 e di Neil Armstrong sulla Luna. Nel 2022 ha scritto e diretto Babylon, che ha ricevuto innumerevoli candidature a premi, incluse tre ai 95esimi Academy Awards.
 
 

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Bolsena, a Palazzo del Drago riflettori puntati sulla mostra dell’artista finlandese Hannu Palosuo

L’artista Hannu Palosuo, finlandese ma cittadino di Roma, è stato invitato a realizzare un crocifisso per la cappella disegnata da Raffaele da Montelupo al Palazzo del Drago a Bolsena. Il Palazzo del Drago è un palazzo rinascimentale, costruito nel 1500.
 
L’inaugurazione della pala d’altare si terrà al Palazzo del Drago il 29 settembre. Allo stesso tempo, si apre una mostra di Palosuo “I Am Not What You See”, che sarà aperta per il pubblico il 29 settembre e dopo su appuntamento contattando l’artista, che sarà personalmente presente al Palazzo durante il fine settimana dal 29 settembre al 1 ottobre.
 
Il tema fondamentale della mostra è la memoria. “La memoria ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia ricerca artistica, anche perché è governata dal conflitto tra la vita e la morte, vale dire dall’idea della fine della condizione umana. Cosa ricordiamo, cosa non ricordiamo, come ricordiamo, perché ricordiamo, perché non ricordiamo e soprattutto come la memoria influenzi la quotidianità. Penso che sia proprio questa lotta perpetua a muovere il mio lavoro”, Palosuo spiega.
 
Nella mostra si vedono vari ritratti dove il viso delle persone è parzialmente coperto con un velo di bianco. “È da qualche anno che il ritratto e la vita vissuta dal soggetto e riflessa dalla persona ritratta sono entrati prepotentemente nel mio lavoro. Per me il ritratto è come uno specchio che riflette chi siamo e cosa siamo. Le persone nei ritratti ci raccontano qualcosa solo perché abbiamo sentito così tanto parlare di loro? E se la faccia dipinta nel ritratto fosse solo un’immagine vuota? O se fosse invece vuota la nostra memoria?” si chiede Palosuo. Comunque, non è solo la memoria personale ad interessare l’artista. ”Sono attratto anche dalla memoria dei luoghi. Sin dalla mia prima visita, il palazzo del Drago a Bolsena ha cominciato parlarmi. Un luogo che racchiude in sé la memoria di generazioni in esso vissute, in tanti livelli visibili e non. Inizialmente mi interessavano soprattutto le storie raccontate dalle mura e dai numerosi ritratti del palazzo, ma poco dopo ha cominciato ad affascinarmi l’idea che il palazzo non fosse stato costruito per una famiglia, ma per e da un ecclesiastico, il cardinale Tiberio Crispo.”
 
Con la mostra “I Am Not What You See” l’artista ha voluto confrontarsi, oltre che con il tema dei ritratti, con una pala d’altare, simbolo di mistero della fede, e come, attraverso la memoria della realtà umana diventi visibile, quasi toccabile. “Nel crocifisso che ho creato per la cappella disegnata da Raffaele da Montelupo, sono partito dal passo della Bibbia di Matteo 11:27 “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Con questo mio lavoro ho voluto riflettere come e a chi Dio voglia rivelare il suo vero volto. Quello che si vede e si percepisce, quello che non si vede ma si sente.”
 

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