ZAGAROLO: TROLLEY CON 22 CHILI DI DROGA IN UN CAMPO INCOLTO

Redazione
Zagarolo (RM)
– La scorsa notte, i Carabinieri della Stazione di Colonna, a seguito di una segnalazione giunta al 112, da parte di un cittadino, hanno rinvenuto in un campo incolto, due trolley, con all’interno diversi panetti, di varie dimensioni, contenenti sostanza stupefacente del tipo hashish, per un peso complessivo di 22 kg, un bilancino di precisione e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. Tutto il materiale rinvenuto dai militari è stato sequestrato e custodito in attesa di essere distrutto.




ZAGAROLO: FAMIGLIA DI ITALIANI SFRATTATA. DENUNCIANO IL RAGGIRO TROPPO TARDI

 

LEGGI ANCHE: ZAGAROLO: SFRATTO CONTROVERSO E AMBIGUO PER UNA FAMIGLIA DI 10 PERSONE

 

GUARDA LA GALLEY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una casa da difendere con i denti, un presunto abuso ed un presunto "raggiro" che sarebbe stato perpetrato ai danni di una famiglia. Il presunto "raggiro" è stato denunciato alla Procura di Tivoli lo scorso 20 luglio 2015 con la richiesta di procedere al sequestro probatorio dell’intero immobile di Valle Martella, quartiere di Zagarolo, dove vive Olga Amato con le sue figlie, nipoti e il compagno. La denuncia però non è servita a fermare lo sfratto esecutivo messo in atto dall’ufficiale giudiziario con l'ausilio delle Forze dell’ordine che si sono presentati il 22 luglio 2015 alle ore 8:30 a casa di Olga Amato.

L’Osservatore d’Italia che aveva scritto di questo caso cercando di spiegare l'intera e complessa vicenda legata al presunto "raggiro" subito da questa famiglia, si è recato la mattina del 22 Luglio 2015 presso l’abitazione per documentare lo sfratto forzoso dell’immobile.

La vicenda. Lo scorso Mercoledì mattina 22 luglio 2015, la tensione era altissima. Alle ore 8:15, entro presso l’abitazione oggetto dello sfratto trovo Olga con tutta la sua famiglia assieme al suo legale, l’avvocatessa Ricchezza. La casa è barricata, era stato messo un camper dentro la proprietà davanti al cancello, e altre due macchine poste al di fuori del cancello stesso. Sanno che presto arriveranno le forze dell’ordine. L’avvocatessa Ricchezza anticipa che proverà a chiedere una sospensione, visto che è stata presentata formalmente una denuncia per accertare il presunto illecito di rilevanza penale degli attori che hanno partecipato alla vendita del terreno con sito sopra l’immobile al prezzo di soli 8.000 euro. Sulla denuncia si legge: “il rilascio forzato dell’immobile, non solo porterebbe al pieno compimento dell’intero disegno criminoso dei predetti, – degli attori denunciati ndR – ma esporrà la mia famiglia composta dal mio convivente, B.A. con seri problemi cardiologici, mia madre C.E. con gravi patologie connesse all’età, e da tutti i miei nipoti tutti minori, di cui uno di pochi mesi, a seri pericoli per la loro salute.”

Alle ore 8:30 arrivano le pattuglie dei Carabinieri della stazione di Colonna, e l’ufficiale giudiziario. La signora Olga dopo un’iniziale temporeggiamento, assieme al suo legale si avvia verso il cancello chiuso a chiave, per conferire con le forze dell’ordine, ma il suo compagno inaspettatamente è salito sul tetto. Nel filmato si possono ascoltare le grida della figlia e la sorpresa di tutti. E' solo sul tetto, ed è stato punto da un insetto, la figlia lo soccorrerà con una bottiglia di acqua fresca e rimarrà con lui per controllare che non scivoli di sotto. Il sole è già forte, ma la disperazione di quest’uomo non trova ostacoli, è lì sopra e lancia grida di denuncia per chiedere attenzione a questa loro drammatica storia. Al primo piano invece, sul terrazzo ancora non completato con una ringhiera, si vede una bombola del gas color nero, la signora Olga spiega che quella parte dell’immobile ricade nel suo terreno con particella 126 ma che non è stata inserita nella procedura espropriativa, e ciò è alla base dell'intero intreccio dei vari carteggi.

La richiesta di sospensione e le richieste del Capitano dei Carabinieri. Il legale, dopo le presentazioni con l’avvocato della controparte, il dr Scacco, cerca di chiedere una sospensione, citando la denuncia penale, dove è stato richiesto il sequestro probatorio.  Chi scrive si presenta ai presenti come giornalista de l’Osservatore d’Italia, più tardi mi chiederanno i documenti che saranno registrati da un carabiniere, in tal senso mi chiedono per quale motivo mi trovo sul posto. Il Capitano della stazione di Colonna arriverà più tardi, al suo arrivo, convengono che non sono state chiamate tutte le figure professionali per procedere nel modo corretto allo sfratto forzoso. Manca il veterinario, poiché ci sono tre cani liberi nella proprietà, manca un’ambulanza con defibrillatore ed i Vigili del fuoco. Il Capitano preoccupato per la salute e l’incolumità dell’uomo sul tetto, chiede l’intervento di un medico per accertarsi della sua condizione di salute e capire se può essere eventualmente trasportato una volta effettuato l’ingresso forzoso nell’immobile da parte dei Carabinieri. Sono momenti di grande sofferenza, l’esproprio deve essere fatto secondo regole precise, e il Capitano conferma che se non arrivano entro 30 minuti tutte le figure necessarie, andrà via.

L'arrivo dei Vigili del fuoco, dell'ambulanza e la presenza dei servizi sociali del Comune di Zagarolo. In fila indiana all’improvviso, arrivano due autovetture dei Vigili del fuoco e l’ambulanza mentre l'assistente dei servizi sociali del Comune di Zagarolo li aveva già da tempo preceduti. I proprietari delle macchine messe a muro davanti al cancello, provvederanno a spostarle, per lasciare lo spazio per le eventuali azioni degli stessi operatori. A questa famiglia una volta completato l'esproprio, spiega l’assistente dei servizi sociali del comune di Zagarolo alla domanda dove andranno ad abitare i componenti del nucleo famigliare, sarà data la disponibilità di una stanza esclusivamente per le donne ed i bambini. Non esistono alloggi per uomini – precisa l'assistente dei servizi sociali – quindi il signore che si trova a manifestare sul tetto, potrà trovare la sua nuova casa nella strada, a meno che qualche anima pia non decida di ospitarlo.

La signora Olga racconta che lei non cederà di un passo, che è vittima di un grande imbroglio, che vuole non solo giustizia, ma chiede che la magistratura faccia luce sulla verità nascosta nelle carte e il dossier che ha prodotto con la sua nuova denuncia penale del 20 Luglio 2015. Cita ai Carabinieri delle registrazioni messe agli atti dove gli sarebbe stato estorto del denaro per rientrare in possesso della sua proprietà. L’Avvocato della controparte vuole che lo sfratto sia eseguito, mentre l’avvocatessa Ricchezza cerca di argomentare con tutte le sue forze per cercare di rimandare l’esecuzione e soprattutto chiede quale struttura di Zagarolo è stata individuata per queste persone. All’interno della casa è presente anche la mamma di Olga, ivi domiciliata e anche a lei il medico, che poco dopo arriverà sul posto, farà una visita di controllo.

Lo sfogo del compagno di Olga, l'arresto e il processo per direttissima. Mentre sembra che la situazione si sia tranquillizzata, all’improvviso esce l’uomo che si era barricato sul tetto, arrabbiatissimo perché sa che Olga è entrata in casa ed ha fatto uscire tutta la sua famiglia. Olga non crede all'ipotesi della sospensione dello sfratto ed alla nuova calendarizzazione per il 21 Ottobre 2015. Olga grida ed è intenzionata ad andare sul terrazzo dove è presente una tanica di benzina e la bombola del gas. Tutti escono piangendo terrorizzati, il compagno è furente, e scarica la sua frustrazione al Capitano dei Carabinieri che si trovava fuori presso il cancello dell'abitazione. Anche l'avvocato di famiglia cercherà di mediare e di calmare gli animi. L'uomo che era sul tetto dopo lo sfogo, viene fatto accomodare nella vettura dei Carabinieri, era agitatissimo, lì cercheranno di calmarlo. Anche Olga cede, ha concretizzato che non usciranno di casa per il momento. Dei vigili del fuoco entreranno e verranno accompagnati al terrazzo per reperire la bombola del gas e la tanica di benzina che saranno sequestrate e messe agli atti.

Assente in questa drammatica giornata il sindaco di Zagarolo. Olga ci teneva tanto che alla sua presenza in modo che avesse potuto quantificare la disperazione di un'intera famiglia e chiedere attenzione per una storia che ha dell’incredibile anche per l’avvocato Ricchezza che, dopo aver letto la documentazione acquisita negli anni dalla famiglia di Olga, ha voluto aiutare loro a fare chiarezza e sollecitato la suddetta denuncia presentata alla Procura di Tivoli. 
Il compagno di Olga sarà poi accompagnato al Comando della stazione dei Carabinieri di Colonna dove gli verrà notificato l’arresto e per lui un processo per direttissima il giorno seguente al Tribunale di Tivoli.

Lo sfogo di Olga.
Questa famiglia ha solo meno di tre mesi per dimostrare il presunto grande imbroglio da loro dichiarato e denunciato con un dossier sostanzioso. Olga quando sono andati via tutti mi confida: “voglio che la verità emerga, se poi uscirà che ho torto, prendo i bagagli e me ne vado, ma se ho ragione, voglio giustizia, questa casa è stata venduta all’asta a soli 8.000 euro, il terreno era sottoposto ad ipoteche, a mia insaputa. L’esecuzione da parte della banca tuttavia era proseguita con notifiche al defunto creditore e senza mai accertare chi vivesse realmente presso l’immobile esecutato e se quest'ultimo avesse potuto eventualmente ricevere la comunicazione. Circa un anno – prosegue Olga nel racconto – dopo lo stesso notaio, che aveva curato anche la vendita giudiziale all’incanto, stipula un atto di compravendita, in cui la Signorara V. compare sia in qualità di venditore come delegata dal nuovo proprietario D.D. sia come compratrice. Il ricorso che abbiamo qualche giorno fa protocollato, fa leva sulla nullità dell’atto di compravendita avvenuto il 20 Ottobre 2005 e probabilmente anche dell’acquisto tramite asta del terreno oggetto dell’esecuzione, poiché la presenza di quattro dei vincoli ambientali e paesaggistici, ne privano del requisito di commerciabilità, ai sensi dell’art. 46, comma 5, del DPR 380/01. Questo immobile, oggetto della contesa che dura da troppi anni ormai, è stato venduto dal Tribunale di Tivoli a circa 8.000 euro, come terreno vincolato e con una costruzione abusiva. La signora V. perciò acquista l'immobile con il terreno, in parte di proprietà a tutti gli effetti della sottoscritta – accatastandolo come giardino di pertinenza, complesso che così assume un valore di centinaia di migliaia di euro” – conclude ormai esausta Olga.

Termina così una giornata pesantissima, che ha visto in azione un provvedimento esecutivo per ora rimandato al prossimo ottobre 2015. Tanta rabbia, frustrazione, tensione da entrambe le parti, sia delle Forze dell’ordine sia della stessa famiglia. In questa incredibile e drammatica storia, vi è anche una denuncia proferita a mezzo dichiarazione di Olga Amato, davanti alle Forze dell’ordine, di un estorsione di denaro che avrebbe subito, per riavere la sua abitazione, e che in merito ci si auspica venga fatta luce al più presto con la denuncia agli atti in Procura di Tivoli. Anche se lenta, la macchina della giustizia sicuramente farà il suo percorso, ma c’è da chiedersi, perché far uscire di casa questa famiglia prima di aver accertato la verità?

La casa rappresenta la tutela della famiglia prima di tutto, un diritto che la nostra costituzione sancisce prima di ogni valore civilistico, come il Gruppo Libra ha voluto fortemente evidenziare: “Il caso della Signora Amato e della sua famiglia è particolarmente grave, perché, non solo, a quanto risulta, si è arrivati allo sfratto nonostante pesanti irregolarità, ma l’unica rassicurazione che è stata data loro è che forse si riuscirà a trovare una stanza in un centro d’accoglienza dove ospitarli assieme. Non solo, dunque, le aste, dove uniche abitazioni vengono vendute spesso a prezzi stracciati, ma anche la nascita di un sistema d’accoglienza degli italiani sfrattati, su cui si sono avute le prime pesanti avvisaglie con Mafia Capitale”.

L’osservatore d’Italia seguirà, documenti alla mano, questa storia dai profili inquietanti.




ZAGAROLO: IL MERCATO CONTADINO RISCOPRE I MESTIERI ANTICHI

Redazione

Zagarolo (RM) – Domenica 26 luglio prosegue a Zagarolo "In Corso d'Opera" lo spazio all’interno del Mercato Contadino di Zagarolo dedicato alla valorizzazione, al recupero ed alla conoscenza di mestieri antichi e contemporanei  con “Il Tombolo di Anto”, un’occasione unica per riscoprire quest’arte antica e preziosa.

In Corso d'Opera è quindi dedicato a tutti quei mestieri che oggi, in un’epoca globalizzata e omologata, rischiano di perdere memoria di sé, delle proprie radici, schiacciati dagli scaffali di prodotti seriali e anonimi, creati sempre in un altrove nebuloso e vago.  In Corso d'Opera  è un viaggio alla scoperta delle piccole botteghe, dell’artigianato di strada, della creatività, dell’esperienza e di sapere nelle mani. In un luogo di incontro e di scambio come il Mercato Contadino di Zagarolo, ogni ultima domenica del mese, attraverso la dimostrazione dal vivo ed i laboratori interattivi, un artigiano ci offrirà la possibilità di assistere alle varie fasi di lavorazione del materiale, fino a giungere all’unicità del prodotto finito.
 

 




ZAGAROLO: SFRATTO CONTROVERSO E AMBIGUO PER UNA FAMIGLIA DI 10 PERSONE

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una storia che fa rabbrividire quella che da diversi anni sta drammaticamente vivendo una famiglia di Valle Martella, quartiere di Zagarolo in provincia di Roma. Una storia che ha gettato questa famiglia nello sconforto più grande.
L’Osservatore d’Italia è stato contattato dalla signora Olga Amato, cui nessuno ha dato spazio e volontà di comprendere cosa stesse vivendo lei e tutti i membri della sua famiglia. Venerdì scorso Olga Amato ha depositando un ricorso, aiutata dal gruppo Libra alla Procura di Tivoli, per cercare di salvare la casa dove abita con il compagno invalido, le tre figlie ed il genero, tutti disoccupati, la madre anziana e malata ed i tre nipotini, di 7, 12 anni e l’ultimo di soli quattro mesi.
I dieci membri della famiglia vivono con due assegni, uno sociale e uno d’invalidità, in una condizione di grave indigenza, che si protrae da quando, dieci anni fa, dopo il fallimento dell’azienda di famiglia di vendita di materiali edili, non hanno più trovato lavoro.
Una storia piena di ombre. Chi avrebbe leso i diritti inalienabili di questa famiglia? Nel ricorso che Olga ha presentato venerdì grazie all’intermediazione del gruppo Libra si legge che per il giorno 22 Luglio 2015 è previsto il rilascio forzoso dell’immobile, dove Olga abita con altri nove membri della sua famiglia, in esecuzione della procedura espropriativa n. 12/2000 del Tribunale civile di Tivoli. La storia lunghissima e complicata si può estrapolare dal ricorso stesso, dove Olga spiega al Giudice la sua storia e quest'ultimo dovrà decidere se sospendere questa esecuzione.
 
Storia di notai, avvocati e una spirale catastrofica senza fine di un immobile venduto all’asta con annessi terreni. Olga abita nell'immobile usufruendo in modo esclusivo del terreno oggetto della procedura de quo, in qualità di proprietaria in buona fede di entrambi i terreni su cui insiste lo stesso immobile dal 1982 da cui presto saranno sfrattati.
Il ricorso fa leva sulla nullità dell’atto di compravendita avvenuto il 20 Ottobre 2005 e probabilmente anche dell’acquisto tramite asta del terreno oggetto dell’esecuzione, poiché la presenza di quattro dei vincoli ambientali e paesaggistici, ne privano del requisito di commerciabilità, ai sensi dell’art. 46, comma 5, del DPR 380/01.

Questo immobile, oggetto della contesa, è stato venduto dal Tribunale di Tivoli a circa 8.000 euro, come terreno vincolato e con una costruzione abusiva – per cui c’è stato già accertamento e condanna – e circa un anno dopo lo stesso notaio, che aveva curato anche la vendita giudiziale all’incanto, stipula un atto di compravendita, in cui la Sig.ra V. compare sia in qualità di venditore come delegata dal nuovo proprietario D.D. sia come compratrice.
La "Sig.ra V" perciò acquista l'immobile con il terreno – in parte di proprietà a tutti gli effetti di Olga – accatastandolo come giardino di pertinenza, complesso che così assume un valore di centinaia di migliaia di euro.
La signora Olga in una domanda retorica spiega al Giudice: “In un terreno sottoposto a quattro vincoli, si lascia che venga da me costruito ed abitato per vent’anni un grande stabile, per il quale anni dopo io, costruttore, ricevo condanna penale per abuso edilizio nel ‘98. Il terreno era sottoposto anche ad ipoteche, a mia insaputa. L’esecuzione da parte della banca, tuttavia, prosegue, con notifiche al defunto creditore e senza mai accertarsi di chi vivesse presso l’immobile esecutato e potesse eventualmente ricevere la comunicazione”.

La storia diventa ancora più controversa e sotto certi aspetti misteriosa quando nell’arco di un anno dalla vendita giudiziale, viene di fatto sanato un immobile abusivo, tramite un semplice atto di compravendita, grazie alla sua certificazione da parte dello stesso notaio e successiva iscrizione al catasto come regolare, correggendo altresì la divisione fra i fondi, a favore di quello di presunta proprietà della Sig.ra V. Nel ricorso infatti si cita che risulta altresì già agli atti una richiesta di condono edilizio proposta sempre dalla Sig.ra V. in data 8 settembre 2005, in rappresentanza del D.D, che non è stata accolta al Comune di Zagarolo.
La signora Olga, che non si è mai arresa a questa storia pazzesca, tiene a dimostrare, che entrambi gli atti pubblici, sono ritenuti nulli dalla stessa e che sono stati redatti dal notaio in questione il quale – dichiara Olga Amato: “ha dichiarato durante l’asta giudiziaria nel ‘Provvedimento di determinazione del valore degli immobili pignorati’ datato 11 Ottobre 2004, che il terreno era sottoposto a vincoli e conteneva una costruzione abusiva. Solo un anno dopo, lo stesso notaio nell’atto di compravendita datato 20 Ottobre 2005, certifica la veridicità delle dichiarazioni della Sig.ra V. – dichiarando l’esatto contrario di quanto certificato durante la liquidazione giudiziale del terreno oggetto del procedimento de quo, che il fabbricato è regolare ed il terreno non è sottoposto a vincoli, in presenza dei quali la compravendita registrata non sarebbe potuta regolarmente avvenire”.

L’Osservatore d’Italia ha contattato il Gruppo Libra che per questo preciso caso ci spiega: “Nel suddetto procedimento sembrerebbe non essersi tenuto conto delle gravissime irregolarità di tipo civilistico ed amministrativo che sono state denunciate, con deposito della relativa documentazione probatoria, che arriverebbero addirittura a determinare, oltre a probabili implicazioni di diritto penale, la nullità del decreto di trasferimento, e persino quella del titolo di proprietà stesso della controparte. Relativamente al decreto la nullità si baserebbe sulla grave irregolarità di atti preparatori alla vendita in fase di espropriazione forzata (Cass. n. 3970/2004), comprovati da apposita relazione tecnica giurata sugli errori delle nuove scritture catastali. Inoltre, le prescritte notifiche, tanto dell'ordinanza di delega, che di distribuzione del ricavato della vendita, sono rimaste infruttuose, in quanto effettuate all'esecutato sig. G.C, benché nel frattempo deceduto”.
Chiediamo alla referente tecnica del Gruppo Libra, giurista specializzata in diritto pubblico cosa sta realmente accadendo in Italia, il caso della signora Olga Amato è lo specchio di un quadro molto allarmante che sta prendendo sempre più piede in Italia, cosa accade?
Un tempo era impensabile eseguire uno sfratto in presenza di minori, anziani o malati gravi nell’immobile. Dopo vent’anni e senza una corrispondente modifica legislativa, i valori sembrano essersi invertiti: si privano dell’unica abitazione, presidio fondamentale di dignità sociale, famiglie senza mezzi di sostentamento, persino in presenza di persone vulnerabili, particolarmente protette dalla Costituzione e dalle Convenzioni sui diritti umani ratificate dall’Italia. Tutte norme, che hanno ancora un valore giuridico indubbiamente superiore ai diritti dei creditori e che invece sembrano, di fatto e senza ragioni apparenti, disapplicate ed ignorate da giudici ed avvocati. E’ come se fosse sorto a livello della sola prassi giudiziaria un “diritto superiore al profitto”, per soddisfare il quale, si violerebbe la Costituzione e si sacrifica la vita di tante persone, persino dei bambini. Fino a quando, però, non si rivendicano questi diritti in giudizio e con azioni popolari unitarie, non si può sperare che vengano rispettati.
Nel merito specifico di questa raccapricciante e drammatica storia?
Il caso della Sig.ra Amato e della sua famiglia è particolarmente grave, perché, non solo, a quanto risulta, si è arrivati allo sfratto nonostante pesanti irregolarità, ma l’unica rassicurazione che è stata data loro è che forse si riuscirà a trovare una stanza in un centro d’accoglienza dove ospitarli assieme. Non solo, dunque, le aste, dove uniche abitazioni vengono vendute spesso a prezzi stracciati, ma anche la nascita di un sistema d’accoglienza degli italiani sfrattati, su cui si sono avute le prime pesanti avvisaglie con Mafia Capitale.
“Che senso ha costruire centri d’accoglienza, che costano molto di più, invece di case popolari accessibili ai bisognosi? Quale ragionevolezza ci può mai essere in uno Stato, che per soddisfare diritti non fondamentali di privati e banche, manda in strada decine di migliaia di famiglie, ponendo a carico della collettività una costosissima assistenza abitativa? – si domanda la Signora Olga Amato, che da dieci anni difende con coraggio e dignità la sua casa – Che ci vadano loro nei centri d’accoglienza, gli ho risposto. Su dieci membri della mia famiglia, sei sono in età lavorativa, ci diano il lavoro! Essere senza reddito ed avere paura di rimanere anche senza casa, ti distrugge la vita. Il mio compagno a seguito della notizia del pignoramento ha avuto gravissime ripercussioni di salute, le mie figlie hanno dovuto rinunciare agli studi, i miei nipoti crescono fra mille stenti e rinunce. E lo Stato che fa? Ci caccia anche di casa, favorendo, invece, persone che non hanno certo le nostre difficili condizioni sociali ed economiche”.
Luca Rossi, referente esterno del Gruppo Libra spiega ai lettori de L'Osservatore d'Italia: “Il Gruppo tecnico Libra nasce circa due anni fa e sta facendo quello che in vent’anni non hanno fatto con tutta evidenza opposizioni, sindacati, associazioni e movimenti vari: pretendere e lottare concretamente, non a parole, per il ripristino della democrazia e di tutti i diritti costituzionali. Siamo solo comuni cittadini, che grazie all’apporto della referente tecnica ed al lavoro volontario, possono combattere ad armi pari con i potenti, usando gli stessi strumenti: legge e comunicazione. Abbiamo una vasta gamma di denunce e ricorsi per la difesa di qualsiasi diritto fondamentale e li supportiamo con azioni popolari, di comunicazione ed informazione. Serve, però, la partecipazione vera ed il sostegno degli italiani. I diritti democratici o sono di tutti, o di nessuno. Per questo occorre lottare assieme in questo momento eccezionale e tragico, perché quello che sta avvenendo in Grecia non è molto lontano da ciò che avviene ed avverrà in Italia. Invitiamo tutti gli italiani a contattarci ed a partecipare a questa liberazione pacifica, legale e rigorosamente “dal basso”, fatta dai soli cittadini, come democrazia vuole”.
Intanto lo sfratto esecutivo della famiglia di Olga è previsto per mercoledì, 22 luglio prossimo, sempre che il giudice non decida, come i colleghi di Sassari e Como, di sospendere. Noi de l’Osservatore d’Italia saremo presenti a documentare questa storia che lascia segnati non solo i diretti interessati, ma tutti coloro che si sono calati nei panni di chi, come questa famiglia, vede un’ingiustizia brandire diritti e speranze sulla propria pelle, ma che con altrettanta forza hanno sempre cercato di dimostrare la verità e il sopruso, e sempre speranzosi in una giustizia concreta.
 




ZAGAROLO: PRIMO CONSIGLIO COMUNALE "INFUOCATO" DELL'ERA PIAZZAI

Redazione
Zagarolo (RM)
– Primo Consiglio comunale a Zagarolo, ieri 18 giugno 2015, dopo la tornata elettorale dello scorso 31 maggio 2015 che ha visto Lorenzo Piazzai Pd vincere al primo turno e conquistare la poltrona di primo cittadino. “Purtroppo dopo l’insediamento in carica del nuovo Presidente del Consiglio Comunale – Commenta a margine del Consiglio Giovanni Luciani consigliere di Valle Martella Tricolore" lo stesso si è reso protagonista di un atto contro la democrazia negando il diritto di replica ad un consigliere dell’opposizione, e per questo – prosegue Luciani – abbiamo deciso di abbandonare i lavori dell’aula”.  Il Consigliere accusa quindi il neo presidente del Consiglio comunale di Zagarolo Marco Panzironi di non essere super partes come invece imporrebbe la carica rivestita. “Valuteremo insieme con le altre opposizioni – Ha inoltre dichiarato in conclusione Giovanni Luciani –  se presentare contestualmente la proposta per una nuova candidatura al prossimo Consiglio comunale”.
 




ZAGAROLO E MAFIA CAPITALE 2: QUEL FILO "ROBUSTO" TRA SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI

LEGGI ANCHE:  MAFIA CAPITALE: MARIO MONGE E IL MONOPOLIO DEI RIFIUTI A ZAGAROLO

 

di Alessandro Rosa
Zagarolo (RM) – Se Mafia Capitale sta passando al setaccio legami indissolubili tra amministratori, politici e i “re” delle cooperative sociali che hanno foraggiato partiti, consiglieri e assessori, giorno per giorno, ora si sta facendo luce sui rapporti di corruzione, criminalità e gestione del patrimonio pubblico.
Zagarolo, comune alle porte di Roma è stato il primo ad essere stato nominato da Salvatore Buzzi, oggi accusato di mafia, con 174 appalti in dieci anni, ha incassato un tesoretto finito nelle casse delle cooperative a lui riconducibili di ben 34 milioni di euro, grazie alla galassia di appalti minuziosamente tessuti nel cuore di Roma, ma non solo. Studiando le carte delle intercettazioni e determine della Provincia di Roma, oltre quelle dello stesso Comune di Zagarolo emerge come i rapporti tra Salvatore Buzzi, Mario Monge e Daniele Leodori siano legati da un filo robusto come l’acciaio.

INTERCETTAZIONI EMERSE NELL’ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI
Nell’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Flavia Costantini del Tribunale di Roma vengono trascritte le intercettazioni che fanno emergere i legami tra l'attuale Presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori e Salvatore Buzzi ma soprattutto con Mario Monge, quest'ultimo presidente della Sol.Co definito il re del business dei migranti e dei cassonetti gialli, arrestato pochi giorni fa, che sembra invece conoscere molto bene il presidente del Consiglio ewgionale del Lazio.
Monge aveva avuto l’idea di allacciare affari a Zagarolo proprio sui cassonetti gialli, dove avrebbe fatto riciclare i rifiuti tessili in un impianto localizzato a Valle Martella, di cui noi de l’Osservatore d’Italia per primi avevamo trovato il documento inedito.

Nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari si legge:

I fatti del 9 maggio Il venerdì 9 maggio, a Piazza Tuscolo, – nel quartiere Appio Latino della capitale Ndr. – avveniva un incontro tra Buzzi, Gramazio e soggetti non individuati nelle loro generalità. Poco dopo l’incontro, Buzzi chiamava Caldarelli per un appuntamento relativo al CUP (fissato al bar Shangrillà, di lì a poco; incontro che avveniva e al quale partecipavano oltre a Buzzi, Carminati, Testa, i quali poco dopo venivano raggiunti da Gramazio e dallo stesso Caldarelli).
Alle13,23, veniva intercettato un dialogo in via Pomona 63, nel corso del quale Buzzi informava Guarany, Bolla, Bugitti e Garrone che avrebbero partecipato alla “gara” della Regione Lazio

Legenda:
CC Claudio Caladrelli
CG Carlo Guarany

CC: è D’Amato potrebbe esser.. bravo…
CG: (inc)
CC: no no D’Amato.. allora è D’Amato dai.. allora è D’Amato.. mo bisogna capì se gli hanno dato un’azienda.. capito?…se gli hanno dato un’azienda loro..
CG:invece Monge c’ha detto che Astorre (fonetico) pure se sta a muove Leodori (Daniele Leodori , ndr) l’ha chiamato…
CC: (inc) saputo un cazzo..
CG: che sarebbe contro Marotta, tutta la banda Astorre.. Leodori.. quindi, nel caso se dovessimo decide de anda’ con SOLCO, ce potremmo aggregà co… oppure quell’altra strada sarebbe quella de anda’ all’opposizione.. sceglie una strada all’opposizione..
CC: all’opposizione devi far fare l’interrogazione.. ste cose..
CG: no bhè..li fai chiama’..(inc)

CC: si e certo ma te da. .è.. la parte nostra..ehh..certo..
CG: ma dobbiamo sceglie la strada politica pure.. capito.. la strada politica son 2..o dentro il PD, che sarebbe questa de Leodori..
CC: il problema che lì c’è un lotto che è l’NTA (fonetico) che se lo vuole mantene… S: che è?
CC: è un’altra società che sta.. sta dentro la ASL.. sta già dentro…già sta dentro
CG: c’ha lo Spallanzani, me pare che c’ha?
CC: si…e praticamente il primo lotto.. il primo andrebbe all’NTA.. questo qui…e lui dice però dice queste qui lui la vorrebbe far annullare perché dice

CG: si
CC: mo andrà.. andrà accorpato con la E in futuro…dice dice e allora (inc) dice sta questione qua.. poi non son garantiti i posti di lavoro.. non son garantiti…

LA COOP 29 GIUGNO SUBENTRA NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI DEL CENTRO DI ZAGAROLO NEL 1996 CON MOLTE OMBRE
"Nel 1996 cominciammo con i rifiuti e non abbiamo più smesso – ricorda Buzzi alla moglie Alessandra Garrone, il 17 novembre 2013 – cominciammo il 29 giugno… pensa… a Palombara e Zagarolo insieme, poi nel 1999 viene Formula Sociale, nel 2003 Eriches.. aah, i barboni li abbiamo incominciati a fà nel 2000". Un successo che il compagno Buzzi, sintetizza così: "Da due… a cinquantasei. De che stamo a parlà ? ". Due i milioni di euro che fatturava nel 1996, diventati 56 milioni nel 2013.
Ed è vero. La coop 29 giugno di Salvatore Buzzi gestiva la raccolta dei rifiuti al centro storico di Zagarolo. Ma su queste procedure si erano sollevate importanti contestazioni finite anche nel consiglio comunale del 23 dicembre 1997 poiché era stata tolta alla ditta “Italo Australiana” la gestione dei rifiuti invece assegnata alla Coop 29 Giugno. Ricordiamo che nel 1995 il sindaco eletto era Sandro Vallerotonda, tra i consiglieri di Centro Sinistra ritroviamo anche l’attuale sindaco eletto alle elezioni del 31 maggio 2015, Lorenzo Piazzai, mentre Daniele Leodori nel 1996 diventa vicesindaco e sarà in carica fino al 2000 quando poi le nuove elezioni lo incoroneranno sindaco per due mandati consecutivi.
In quel consiglio di fine dicembre 1997, si legge, Il Sindaco Vallerotonda convoca a fine consiglio i capi gruppo su richiesta avanzata della ditta Italo Americana (estromessa dalla raccolta rifiuti del centro storico) che chiedeva gli arretrati ed adeguamenti del vecchio contratto, che per l’azienda ammontavano a 1.300 milioni e poi scesi per magia a 200 milioni. Qui i Capi Gruppo decisero che la Italo Australiana andava liquidata in una sola volta in via definitiva. Ma il dubbio che emerse poi, anche messo nero su bianco nei giornali di allora, che il nuovo appalto commissionato sia alla ditta Italo Autraliana (che continuava la raccolta rifiuti forence, cioè fuori il centro storico) e la Coop 29 Giugno solo il centro storico, non aveva prodotto alcun vantaggio se non pagare quanto prima un servizio che diventava meno efficiente e senza le innovazioni della raccolta differenziata.

DANIELE LEODORI SPORGEVA QUERELA DICENDO DI NON CONOSCERE SALVATORE BUZZI

In data 7 dicembre 2014 sul Corriere della sera si leggeva: “Non c’è solo il Campidoglio, naturalmente. Anzi, nel commentare le regionali, Carminati fa cenno al fatto che «oltre al Gramazio il sodalizio avrebbe vantato anche la conoscenza del “più votato” dello schieramento di sinistra». Sarebbe Daniele Leodori (Pd), presidente del consiglio regionale che smentisce: «Non conosco né Carminati, né Buzzi. Ho già sporto querela»

Insomma Daniele Leodori con forza affermava di non conoscere Salvatore Buzzi, ma lo stesso era il primo gestore dei rifiuti proprio a Zagarolo quando era vice Sindaco, e che tra l’altro aveva sollevato un vespaio proprio con la sostituzione della Italo Australiana, infatti le due ditte spartendosi la location dei rifiuti non avrebbero né migliorato il costo per la collettività e a quanto pare, dalle affermazioni sui giornali, diminuendo invero servizi al cittadino.

MARIO MONGE DELLA SOL.CO, RE DEL BUSINNES DEI MIGRANTI, DEI CASSONENTTI GIALLI,  DEL SERVIZIO CUP
Mario Monge è stato arrestato assieme ad altri 43 personaggi in seguito all’ordinanza del 29 maggio 2015, dove si chiedeva ad ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria che gli indagati dovevano essere catturati ed immediatamente condotti in un istituto di custodia per rimanervi a disposizione dell’autorità giudiziaria, applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari presso il luogo di loro residenza o in domicilio indicato al momento dell’esecuzione e ritenuto idoneo.
Gramazio, Scozzafava, Carminati, Buzzi, Caldarelli, Gammuto, Guarany, Monge, Testa, Bugitti, Di Ninno, Garrone, Nacamulli indagati per reato di cui agli artt. 326, 353 c.p. 7 D. L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. nella L. 12 luglio 1991, n. 203 perché, nelle qualità indicate, in concorso tra loro, previo concerto tra Testa, Buzzi, Carminati e Gramazio, i quali elaboravano il progetto di partecipazione alla gara, assumevano le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzavano il ruolo di Gramazio, espressione dell’opposizione in Consiglio Regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio, una quota dell’appalto con l’accordo di Monge che metteva a disposizione lo strumento della cooperativa Sol. Co. con l’accordo di Caldarelli, Gammuto, Guarany, Di Ninno, Garrone, Bugitti e Nacamulli i quali partecipavano anche a riunioni intese a incidere sul regolare andamento della gara, in concorso con altri mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione- il quale, anche violando il segreto d’ufficio al fine di garantire benefici economici, comunicava a Buzzi e a Testa lo sviluppo delle decisioni della commissione medesima, le offerte degli altri concorrenti e ogni altra notizia utile al raggiungimento dello scopo -, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l’aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all’acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio” per un importo di “91.443.027,75 EUR senza IVA, indetta dalla Regione Lazio – Direzione Regionale Centrale Acquisti, con l’aggravante per Gramazio, Scozzafava, Carminati, Buzzi, Caldarelli, Gammuto, Guarany, Testa, Bugitti, Di Ninno, Garrone, Nacamulli di aver agito al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso facente capo a Buzzi e Carminati.


MARIO MONGE TESSE IL BUSINESS DEGLI ABITI USATI A ZAGAROLO
Durante le indagini, noi de L'Osservatore d'Italia avevamo fatto diverse visure camerali e siamo entrati in possesso di un documento, a nostro dire, importante che porta Mario Monge e il suo business dei rifiuti fino a Zagarolo, precisamente nella zona di Valle Martella.
Ricordiamo che il rappresentante legale della Sol.co avrebbe gestito tra i vari business anche quello degli abiti usati. Sempre in una nostra inchiesta – spiegava il collega Maurizio Costa – si svelò che la cooperativa New Horizons, facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.
Mario Monge, è riuscito a trasformare il business dei cassonetti giallo con quello del trattamento dei rifiuti tessili e presenta all’ufficio SUAP della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini una istanza di Autorizzazione Unica Ambientale per l’inizio attività di recupero di rifiuti non pericolosi per l’impianto sito in Via Prenestina Nuova Km 3,500 località Valle Martella. Qui la Provincia di Roma, – oggi Città Metropolitana – con la Determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli, prendendo atto che la Sol.co era iscritta al n.680 nel registro delle imprese che hanno effettuato comunicazione di inizio attività per il recupero della materia dei rifiuti non pericolosi, autorizzava la Sol.co alle operazioni di recupero nell’impianto per un quantitativo complessivo di rifiuti di 1500 tonnellate annue.
La costruzione dell’impianto invece era stata autorizzata ai sensi del Dlgs 152/06 del Servizio Tutela Aria e Energia del dipartimento Provincia di Roma.

SALVATORE BUZZI, MARIO MONGE E DANIELE LEODORI TRA INTERCETTAZIONI E ATTI AMMINISTRATIVI AL VAGLIO DELLA MAGISTRATURA
Sarà l'Autorità giudiziaria a capire le sfumature, le verità ed i legami che collegano anche Zagarolo con il “Mondo di Mezzo”. Le intercettazioni fanno emergere come Monge conoscesse il senatore Pd Bruno Astorre e il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori.

La Coop 29 Giugno nello smaltimento dei rifiuti non è solo è citata nelle intercettazioni dello stesso Buzzi, ma sta agli atti dell’amministrazione di Zagarolo, che tra l’altro lascia dietro di sé una storia controversa mai approfondita. Gli amministratori locali di allora avevano tutte le possibilità di conoscere chi nel proprio paese gestiva la raccolta dei rifiuti. E ora il re del business dei migranti e dei panni usati aveva intercettato, grazie alla determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli della ormai ex Provincia di Roma, nel gennaio 2014 un impianto dove portare tutti gli abiti che fruttavano con i cassonetti gialli.
 




MAFIA CAPITALE: MARIO MONGE E IL MONOPOLIO DEI RIFIUTI A ZAGAROLO

 

GUARDA LA GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SULLE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

Documento inedito de l’Osservatore d’Italia rivela che Mario Monge, il re del business dei cassonetti gialli arrestato nella mattinata di Giovedì 4 giugno 2015 assieme ad altre 44 persone, era arrivato fino a Zagarolo, per smaltire gli abiti in un impianto sito a Valle Martella, grazie alla determinazione dirigenziale RU 165 del 21 gennaio 2014 della Provincia di Roma

 

di Cinzia Marchegiani

Uno spaccato su Mafia Capitale che si fa sempre più nitido, ma non c’è solo Roma. Zagarolo è il comune alle porte di Roma, che annovera tra i nomi eccellenti Daniele Leodori entrato nelle intercettazioni di Mafia Capitale, sindaco di Zagarolo per 10 anni e ora Presidente del Consiglio regionale del Lazio. Ma anche quello che da taluni è considerato "il re dei rifiuti degli abiti usati" e non solo, Mario Monge responsabile legale della Sol.co ONLUS è stato arrestato stamattina assieme ad altre 44 persone frutto del secondo filone dell’inchiesta romana "Mondo di Mezzo".

L’indagine nei riguardi di Monge è estesa ad una serie di appalti (tra cui quello della gestione del verde della capitale, del riciclo di vestiti e l’accoglienza di migranti) che sarebbero stati pilotati con la partecipazione di Salvatore Buzzi, il sovrano delle cooperative rosse finite al centro dello scandalo di Mafia Capitale. Per questo Mario Monge sarà ricordato come l’uomo chiave del business dei migranti e di "mafia solidale", termine quest'ultimo, coniato dal nostro quotidiano, che primo ha lanciato l'esclusiva inchiesta su Monge, in tempi ancora non sospetti..

L’Osservatore d’Italia, dunque, è stato il primo ad indagare sul personaggio Mario Monge, che sembrerebbe aver intrapreso variegati business. Si è avvalso di cooperative con le quali ha gestito il Nuovo Cinema Aquila, bene sequestrato alla mafia, i rifiuti degli abiti dei cassonetti gialli ma anche il CUP (Centro Unico Prenotazioni), con il quale si prenotano visite ed esami diagnostici. Negli atti dell'inchiesta si legge che "mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l'aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro, indetta dalla Regione Lazio".

Grazie all’inchiesta sul Cinema Aquila del collega Maurizio Costa de L'Osservatore d'Italia, il comune di Roma ha disdetto la gestione alla N.C.A., riscrivendo un nuovo bando. Questo esproprio è avvenuto perché il Sol.Co. ha subconcesso il cinema alla N.C.A., andando contro le regole del bando.

Durante le indagini, il nostro giornale, aveva effettuato diverse visure camerali ed è entrato in possesso di un documento inedito importante che porta Mario Monge e il suo business dei rifiuti fino a Zagarolo, precisamente a Valle Martella.

Ricordiamo che il rappresentante legale della Sol.co avrebbe gestito tra i vari business anche quello degli abiti usati. Sempre in una nostra inchiesta – spiegava Maurizio Costa – si svelò che la cooperativa New Horizons, facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.

PROVINCIA DI ROMA AUTORIZZA LA SOL.CO ONLUS PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN UN IMPIANTO DI ZAGAROLO
Mario Monge sfida se stesso e invece di raccogliere solo gli abiti usati e venderli all’estero vuole attivare un altro business, quello del trattamento dei rifiuti tessili e presenta all’ufficio SUAP della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini una istanza di Autorizzazione Unica Ambientale per l’inizio attività di recupero di rifiuti non pericolosi per l’impianto sito in Via Prenestina Nuova Km 3,500 località Valle Martella. Qui la Provincia di Roma, – oggi Città Metropolitana – con la Determinazione dirigenziale firmata dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli, prendendo atto che la Sol.co era iscritta al n.680 nel registro delle imprese che hanno effettuato comunicazione di inizio attività per il recupero della materia dei rifiuti non pericolosi, autorizzava la Sol.co alle operazioni di recupero nell’impianto per un quantitativo complessivo di rifiuti di 1500 tonnellate annue.

La costruzione dell’impianto invece era stata autorizzata ai sensi del Dlgs 152/06 del Servizio Tutela Aria e Energia del dipartimento Provincia di Roma.

I rifiuti con specifici codici CER messi in riserva R13 sono destinati ad essere sottoposti alla successiva operazione di recupero R3 (riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi) in modo effettivo ed oggettivo.

CITTADINI GABINI ALL’OSCURO DI QUESTO IMPIANTO

Il fatto inquietante sta nel dover constatare che i cittadini di Zagarolo nulla sapevano di questo impianto che dovrebbe smaltire rifiuti tessili e trattarli, un po’ come avvenne per la centrale a biogas a digestione anaerobica che si voleva costruire sempre a Valle Martella a soli 400 metri dalle scuole e dalle abitazioni. Grazie alle inchieste de l’Osservatore d’Italia è emerso come la mala informazione e mala gestione del progetto industriale impattante a livello ambientale da parte del comune di Zagarolo, non aveva coinvolto direttamente i cittadini, ma neanche i responsabili del comune che non si sono presentati alla Conferenza dei Servizi in cui si decideva dell'impianto industriale.

Insomma si ripete la storia e ora si scopre che la ex Provincia di Roma, più di un anno fa aveva autorizzato questo impianto, e anche la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini era a conoscenza di questa attività di cui, evidentemente, nessuno ha pensato di darne comunicazione istituzionale.

Mario Monge era arrivato fino a Zagarolo, era stato individuato un appezzamento di terreno per fare il business del riciclo dei rifiuti, credo che la magistratura romana vorrà prendere in considerazione anche questa nuova pista, il re dei cassonetti gialli arrestato dovrà sicuramente spiegare chi e come è stata autorizzata questa procedura. Noi possiamo offrire alla magistratura il documento in nostro possesso.

MARIO MONGE PATROCINAVA EVENTI PD, E ANCHE OSPITE ASSIEME A NICOLA ZINGARETTI E DANIELE LEODORI
Mario Monge non sembra essere proprio uno sconosciuto, lo troviamo nelle Brochure dove oltre a patrocinare eventi del PD, era anche tra gli ospiti come l’ultimo evento del 27 settembre 2014 “Insieme 2 Giornata di Aggregazione”, alla sua seconda edizione per promuovere ed incentivare la sensibilizzazione collettiva per la costruzione di una Comunità locale inclusiva e partecipata.

Fa pensare e molto come certe situazioni di degrado politico, mafioso e mala amministrazione emergano solo in seguito alle inchieste avviate dalla magistratura o grazie alle inchieste giornalistiche, mentre non vi sono controlli severi all’interno delle istituzioni stesse, sia comunali che regionali, come commissioni d’inchiesta dedicate alle infiltrazioni mafiose che evidentemente trovano muri invalicabili alla loro istituzione.




ZAGAROLO: GIOVANNI PANICCIA PASSA IL TIMONE A LORENZO PIAZZAI

di Alessandro Rosa

Zagarolo (RM) – I cittadini di Zagarolo al voto del 31 maggio 2015 hanno scelto di nuovo il PD per rinnovare il consiglio comunale che per cinque anni dovrà amministrare una città al collasso tra debiti e scandali al sole.

I cittadini hanno scelto seppur lanciando segnali ben marcati, pochissimi i voti di preferenze soprattutto per i senatori che hanno amministrato tra cariche assessorili, vice sindaci e presidenti del consiglio che incassano un magro bottino che decreta la non fiducia verso chi per anni è stato al comando di questa nave in balia delle onde.

L'affluenza alle urne per le Amministrative 2015 è stata la più bassa d’Italia, il 62,54%, e registra anche con un crollo di quasi 17 punti percentuali rispetto alle precedenti amministrative che avevano eletto sindaco Giovanni Paniccia. Questa volta al voto sono andati 8364 elettori, contro i 13376 delle amministrative del 2010.

La competizione ha visto 233 candidati consiglieri scendere in campo e 7 candidati a sindaco:

PAOLO PACIFICI del Movimento 5 Stelle
MARIO PROCACCINI con Zagarolo per te
ANIELLO NUNZIATA, con tre liste Uniti per Zagarolo (FI e FdI) Lista Civica Nunziata e Lega Lazio
DANIELA NAPOLEONI lista “a sinistra”
GIACOMO VERNINI con tre liste Alleanza Popolare, Valle MartellaTricolore, Lista Zagarolo nel cuore
SALVATORE GENOVESE con L’Alternativa in Blu e L’Alternativa in Rosa
LORENZO PIAZZAI con Lista PD, Lista Civica, Lista Campo Democratico, Zagarolo Vince

Lorenzo Piazzai, vince al primo turno incassando il 51,48% delle preferenze, La tensione la notte degli scrutini è stata alta e fino all’ultimo non vi era la certezza matematica di aver superato il 50% +1 dei voti validi, tant’è che lo stesso Piazzai ha mostrato un cedimento nervoso, ed è stato supportato dal sindaco uscente Giovanni Paniccia. Gli scrutini per ora riportano 4098 voti validi, con ben 366 schede annullate e 37 bianche. Le preferenze ufficiali non sono ancora uscite.

Una competizione questa gabina che rimarrà nella storia, tutti i consiglieri del precedente consiglio sono passati ad ingrossare le liste del candidato sindaco Piazzai, anche chi era parte dell’area destra, come Marco Bonini NCD e Michelino Conti, quest’ultimo capogruppo di Forza Italia fino a venti giorni prima della presentazione delle liste, e poi candidato nella lista Campo Democratico è arrivato terzo ma rientrerà dalla finestra con i suoi 99 voti a far parte del consiglio comunale anche se i seggi sono due, poiché Enrico Saracini (ex vice sindaco ed ex assessore all'ambiente ha ricevuto solo 154 voti) probabilmente prenderà un assessorato o vice sindaco. Bella competizione per Giacomo Vernini, ex assessore all’ambiente silurato all’ultimo momento dal sindaco Paniccia che gli ha revocato la nomina di Assessore a pochi giorni dalle votazioni, ha scelto la strada solitaria, che lo ha visto emergere con ben 1723 voti, e ora i cittadini che hanno riconfermato fiducia sperano che duri in opposizione e non faccia più il salto della quaglia che fece a metà mandato dell’amministrazione capitanata dall’ex sindaco uscente Paniccia.

Una vittoria amara per molti consiglieri non passati seppur caldeggiati da alte cariche del PD, comunque gli scrutini hanno fotografato bassissime le preferenze per chi doveva portare a casa un risultatone, poiché molti sono stati i voti solo di partito o di lista.

Il farmacista Salvatore Genovese passa in consiglio in quota opposizione con due liste che hanno racimolato 538, con lui passeranno Paolo Pacifici, candidato sindaco del M5S, Aniello Nunziata candidato sindaco del centro destra, che grazie all’apporto di Fratelli d’Italia e della lista Civica potrà continuare il progetto sociale e di controllo serrato.

Fratelli d’Italia conferma Stefano Novelli, che con soli 46 voti di meno rispetto ad Enrico Saracini (Campo Democratico) dimostra di essere unico leader incontrastato dell’attuale centro destra rispetto a quella precedente (NCD- Bonini e FI Conti) volata verso opportunità di far parte dei vincitori.

L’ex sindaco Paniccia, che non ha voluto riconfermare la sua candidatura, cede il testimone a Lorenzo Piazzai, fortemente voluto da Daniele Leodori (Presidente del Consiglio regionale del Lazio) che ora dovrà spolverare tutte le sue doti per ripristinare legalità e trasparenza per un comune troppo spesso finito sui giornali per inchieste e scandali al sole. I cittadini attendono il miracolo tanto paventato nella campagna elettorale.

Zagarolo un comune espressamente di sinistra riconferma la fiducia a chi ha amministrato per tanti anni. Le urne decretano il vincitore che come per le passate tornate elettorali dovrà dimostrare di saper cambiare questo paese, che tuttora attende quelle pubblicizzate dagli slogan elettorali e nei programmi precedenti. Vince lo slogan? Vincono le promesse elettorali? Solo il tempo come sempre galantuomo, decreterà la verità oggettiva. Del resto anche Piazzai sa che deve fare un miracolo per Zagarolo.
 




ZAGAROLO: FABIO RAMPELLI PRESENTA IL DISEGNO DI LEGGE PER LE ZONE PRIVE DI ACQUA POTABILE

 

L’On. Rampelli spiega come non sia una coincidenza che il Gruppo Parlamentare di FdI-An sia sceso in campo a sostegno di tutti i candidati della lista “Uniti per Zagarolo” che partecipa alle amministrative ormai alle porte, e in modo particolare di Stefano Novelli

 

di Alessandro Rosa

Zagarolo (RM) – L’onorevole Rampelli come un ciclone sembra voler dare definitivamente una spallata alla gestione allegra del Comune di Zagarolo che per anni ha dettato legge e imposto impegni non indifferenti a molte famiglie che in alcune zone di questo comune si ritrovano nel 2015 ancora senza acqua potabile. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati era venuto in occasione di un incontro con la cittadinanza di alcune zone organizzato dal portavoce di FdI-An di Zagarolo, Stefano Novelli candidato consigliere nella lista “Uniti per Zagarolo” e da Barbara Mereu anch’essa candidata consigliera in quota rosa insieme a Novelli che supportano il candidato sindaco Aniello Nunziata alle prossime elezioni amministrative del 31 maggio 2015. Durante il confronto e la spiegazione di alcune problematiche con i cittadini, l’Onorevole Rampelli ha scoperto che molte famiglie di una cospicua parte del comune di Zagarolo vivono ancora senza acqua potabile.

Solo pochi giorni dopo la sua visita a Zagarolo, l’Onorevole ha mantenuto la promessa fatta ai presenti della riunione avvenuta lo scorso 16 maggio e ha presentato un Disegno di Legge “Disposizioni in materia di imponibilità dei tributi locali”.
L’Osservatore d’Italia intervista l’On. Rampelli, in merito a questo ddl d’iniziativa dei deputati Rampelli, Giorgia Meloni, Cirielli, La Russa, Maietta, Nastri, Taglialatela, Totaro.
Sembra un’assurdità, ma ancora esistono zone in cui le famiglie non hanno accesso al sistema idrico. Nel ddl presentato si fa proprio riferimento ai dati ISTAT raccolti durante il censimento 2011, che riporta come il 2-3% delle case degli Italiani, non riceve acqua da un acquedotto, vale a dire più di un italiano su trenta.

L’On. Rampelli, poche chiacchiere ma solo sostanza, in tre giorni dalla sua promessa fatta ai Zagarolesi, ha presentato questo Disegno di Legge, facendo leva soprattutto come la mancanza di una fonte adeguata e sicura di acqua costituisca una grave menomazione in termini di qualità della vita, costringendo i cittadini interessati a sobbarcarsi ingenti spese per procurarsela e a compiere notevoli fatiche per disporre di un bene che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini: “ Il diritto all’acqua è anzi un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a ogni persona umana”– si legge. Ma non solo. Il DDL svela anche come la carenza dell’acqua costituisce peraltro quasi sempre la spia di altre situazioni di disagio: “Dove manca l’acqua normalmente difetta anche l’impianto fognario, il servizio di illuminazione pubblica è assente o ancora più deficitario del solito, le strade sono sterrate o più fatiscenti del consueto. I servizi pubblici di trasporto sovente mancano del tutto. La mancanza d’acqua pubblica marca una marginalità evidente di famiglie e comunità che non vengono tenute nella dovuta considerazione dalle autorità comunali competenti”.

On. Rampelli, leggendo la presentazione del DDL, sembra vedere le zone di Colle Mozzo e Colle Pallavicini. Lei si è immediatamente attivato affinché venga ripristinata dignità per queste persone. Questo DDL svela molte altri diritti negati per quei cittadini che vivono e sentono forte questo disagio che non è temporaneo, ma quotidiano e impegnativo per tutti i giorni dell’anno.
Nel ddl viene spiegata quale deve essere la funzione primaria delle Istituzioni, quella di realizzare pienamente la persona umana, secondo il disegno della nostra costituzione. La presente proposta di legge non ha quindi esclusivamente una finalità equitativa. Essa ha soprattutto una finalità propulsiva, essendo esplicitamente volta ad incentivare i comuni a operare inclusivamente, con riferimento all’intero territorio comunale. Non possono esistere zone franche, in cui l’ente locale opera esclusivamente come esattore, senza restituire ai cittadini quanto prelevato attraverso servizi adeguati ed efficienti.

Nella Proposta di Legge si parla di come da troppi anni lo sviluppo civile del Paese si è arrestato, mentre si moltiplicano segnali inquietanti di involuzione e di degrado. Cosa vuole ottenere con questo ddl?
La presente proposta di legge punta a spingere le amministrazioni locali, specie le più inefficienti, a rimettere i propri cittadini al centro dell’impegno amministrativo, e data l’importanza della questione, trattata confidiamo in un sollecito e vasto sostegno da parte di tutti i gruppi politici.

L’articolo 1 della proposta di legge appena pubblicata recita: “Dopo il comma 639 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)» aggiungere il seguente: “639-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2016, le abitazioni che non possano attingere acqua da una rete di distribuzione affidata ad un gestore del servizio idrico integrato, così come definito dall'articolo 2, comma 1, lettera o-bis) del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni, non possono costituire presupposto impositivo ai sensi del comma 639 della presente legge. Relativamente ad esse, i possessori sono totalmente esentati dall’Imposta Unica Comunale in ogni sua componente (IMU, TASI e TARI)”. Per i cittadini è automatico l’esenzione dalle imposte comunali o devono fare una domanda?
Se questa proposta sarà approvata saranno poi i comuni a stabilire la modalità operativa. Certo occorrerà certificare la condizione prevista dalla norma, a evitare che qualcuno faccia il furbo e dichiari di non ricevere l’acqua dalla distribuzione pubblica solo per non pagare le imposte.

Cosa si dovranno attendere i cittadini dopo questa proposta di legge, cucita per le loro esigenze?
L’acqua è un bene primario e insostituibile. Se l’amministrazione pubblica non è in condizione di provvedere alla sua distribuzione deve ristorare le famiglie. Ci deve essere un rapporto diverso tra istituzioni e cittadini, con tasse pagate solo in cambio di servizi efficienti.

In pochi giorni ha conosciuto le molteplici emergenze che gravano pesantemente su questo comune. Un debito importante, oltre 10 milioni di euro, molte opere pubbliche iniziate e mai finite con uno sperpero di denaro pubblico della Regione Lazio, oltre quello delle stesse casse del comune e ovviamente i disservizi che gli stessi cittadini devono subire ogni giorno. E’ possibile poter assistere inermi a questo tipo di amministrazione? Non esiste un controllo anche Regionale che verifichi lo stato di avanzamento delle opere che mangiano soldi provenienti dai finanziamenti regionali, che invece potrebbero finire in comuni più virtuosi?
La legge Bassanini ha smontato le già scarse capacità di controllo sui conti pubblici, oggi siamo allo sbando. Anche sulle opere pubbliche vengono sperperati i soldi, opere lasciate su tutto il territorio “incompiute” che danno l’idea dell’incuria e dello scarso attaccamento al proprio territorio.

Una fotografia inquietante emerge osservando questo gioiello che un tempo fu Zagarolo. Si può fare molto, soprattutto perché questo territorio rappresenta la meta di molte famiglie che si sono trasferite dalla metropoli per potere regalare ai propri figli una qualità di vita migliore. Zagarolo è un comune che ha tuttora come consigliere, l’attuale Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Daniele Leodori, che è stato anche capo gruppo del PD in Provincia di Roma, nonché sindaco per due mandati consecutivi. Cosa è mancato, quale ingranaggio va cambiato affinché questa cittadina non finisca per terminare i suoi giorni tra i molteplici scandali al sole?

Quando per troppo tempo gli stessi partiti e gli stessi personaggi gestiscono il potere si producono incrostazioni, cattive abitudini, mala gestione. I cittadini devono ribellarsi e proteggersi dalle inefficienze con la democrazia dell’alternanza. Oggi è il momento giusto per rovesciare il vecchio sistema affaristico e di potere che ha governato Zagarolo per decenni. La figura di Nunziata, persona che proviene dalla società civile e che conosce il territorio palmo a palmo, rappresenta la migliore garanzia di questo cambiamento.

Onorevole Rampelli, un biglietto da visita questo Comune gabino piuttosto maltrattato che non restituisce una bella immagine dell’operato di un’amministrazione deludente e incapace di tutelare il bene comune. Siamo ormai arrivati alle votazioni del 31 maggio che dovrà decidere il nuovo consiglio comunale. Il portavoce di FdI-An, Stefano Novelli sta perorando una causa legittima contro chi ha pensato di gestire il patrimonio pubblico, non proprio “come un buon padre di famiglia”. Lei è al suo fianco, un gesto che è stato molto apprezzato non solo da Novelli, ma anche dai cittadini che per una volta hanno sentito che esisteva qualcuno che non ha accettato il degrado in cui sono stati costretti a vivere per molti anni. Ora si può sterzare repentinamente?
Fratelli d’Italia è nata con il preciso scopo di far tornare la politica ad essere un servizio per la Comunità, quindi non è una coincidenza che il Gruppo Parlamentare di FdI-An sia sceso in campo a sostegno di tutti i candidati di questa lista e in modo particolare di Stefano Novelli, le cui doti sono riconosciute non solo a Zagarolo ma anche a Roma.




ZAGAROLO: STANDING OVATION PER RAMPELLI E NOVELLI

 

LEGGI ANCHE: ZAGAROLO: GIORGIA MELONI SOSTIENE STEFANO NOVELLI

 

di Alessandro Rosa

Zagarolo (RM)
– Il prossimo 31 maggio anche Zagarolo va al voto per il rinnovo del consiglio comunale. Il territorio gabino diventa necessariamente un banco di prova per chi ha governato il Comune e soprattutto un esercizio di partecipazione e condivisione di progetti, emergenze e necessità.

L’On.Fabio Rampelli è tornato a Zagarolo al fianco del Portavoce di Fratelli d’Italia, Stefano Novelli dopo l’entusiasmante presentazione della lista “UNITI per ZAGAROLO – FI e FdI” che appoggia la candidatura a sindaco Aniello Nunziata tenutasi l’11 maggio 2015 a Palazzo Rospigliosi. L’On. Rampelli ha voluto dare un segnale forte di attenzione ed è ritornato appena solo cinque giorni dopo a Zagarolo per incontrare, assieme al candidati consiglieri Stefano Novelli e Barbara Mereu (FdI) i cittadini di alcune zone disastrate e disagiate dei Colli Zagarolesi. La forte partecipazione, spiega lo stesso Novelli – è un segno di come spesso queste zone lasciate volontariamente lande desolate: " senza servizi e senza sicurezza, sono sempre state ricordate esclusivamente in prossimità delle elezioni amministrative da chi ha amministrato da sempre, e che con metodica sfacciataggine ancora ripropone progetti cambiandogli semplicemente forma e vesti e presentati su fogli di carta stampati come la novità, invero dimostrando non solo di non averle mai onorate, ma che esistono figli e figliastri" conclude Novelli.

All’incontro di sabato 16 maggio, è intervenuta tanta gente, scoraggiata, esausta di una politica lontana dalle vere priorità, come quella di avere l’acqua potabile nelle proprie case. Sono loro a denunciare di essere stati oggetto di promesse mai mantenute da chi ha amministrato da sempre: “troppe volte abbiamo assistito alle sceneggiate ‘stile sfottò’ in prossimità delle elezioni comunali. Sono arrivati addirittura a scaricare i tubi sulle nostre strade, che avrebbero dovuto alimentare la rete idrica nelle nostre case, per poi riportarli via ad elezioni terminate”. Verrebbe da dire, macchietta degna della miglior “candid camera”.

L’on. Fabio Rampelli, capogruppo di FdI in Camera dei Deputati, riconoscendo la violazione di uno dei diritti primari in un paese civile, ha deciso in accordo con Stefano Novelli di presentare immediatamente un disegno di legge a tutela dei cittadini che non godono ancora di questo diritto esentandoli totalmente dal pagare qualsiasi tassa comunale.

L'iniziativa che per la prima volta tende a tutelare gli abitanti che subiscono soprusi da parte dell’amministrazione, le persone hanno accolto l’annuncio con una standing ovation.

Conclude ironicamente Novelli, rivolgendosi ai partecipanti: “cittadini zagarolesi, se verrà riconfermata l’amministrazione uscente di centrosinistra, e voi vorrete avere l’acqua nelle vostre case, non vi rimane che scoperchiare i tetti!”
Novelli ringrazia l’onorevole Rampelli, che ha dimostrato come la politica è concretezza e non un continuo slogan elettorale.




ZAGAROLO: PRESENTATE LE LISTE DEL CENTRODESTRA

Redazione
Zagarolo (RM)
– Applausi a non finire a Zagarolo per la Lega e per Claudia Bellocchi. Alla presentazione delle liste del centrodestra per la candidatura del candidato Aniello Nunziata (#zagarolosicura), in un territorio chiave per gli equilibri politici regionali, l'affermarsi della Lega potrebbe far saltare tutti gli apparecchiamenti politici degli scorsi anni. Erano presenti alla presentazione anche anche Fabio Rampelli, Giuseppe Cangemi, Giordano Tredicine e Roberta Angelilli. "La gente è stanca – commenta Claudia Bellocchi – e quando sente parlare una vera leghista è normale che applauda, perché la Lega è un movimento che nasce dal popolo ed in cui i cittadini, anche nel Lazio, si rispecchiano a pieno. Siamo in campo con due liste, – continua la Bellocchi – a Zagarolo con la Lega Lazio e a Colleferro con la lista Noi con Salvini in supporto di Silvano Moffa, sono fiduciosa in due ottimi risultati.