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Editoriali

Sacerdoti in difficoltà: dubbi e malumori sulla gestione economica della Diocesi di Roma

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Nel cuore dell’anno Giubilare della Speranza, la Diocesi chiede nuovi sacrifici ai sacerdoti mentre emergono problemi di gestione e mancanza di trasparenza. La destinazione di fondi e immobili suscita malcontento e interrogativi

Nel cuore dell’Anno Giubilare della Speranza, il clima tra i sacerdoti della Diocesi di Roma sembra tutt’altro che sereno. L’ultima richiesta economica avanzata dal Cardinal Vicario ha suscitato perplessità e malcontento tra il clero romano. Dopo aver ricevuto una lettera in cui si chiedeva la restituzione di una mensilità del sostentamento economico destinato ai sacerdoti, il 27 marzo è arrivata una nuova richiesta: la destinazione della raccolta della Quinta Domenica di Quaresima al fondo diocesano. Un’iniziativa motivata dalla necessità di finanziare un progetto per chi vive in condizioni di povertà abitativa. Tuttavia, la decisione ha sollevato dubbi tra i presbiteri, già alle prese con difficoltà economiche e strutturali nelle loro parrocchie.

Parrocchie in crisi e lavori approssimativi

Se da un lato la Diocesi chiede un ulteriore sacrificio economico, dall’altro le condizioni in cui versano molte canoniche raccontano una realtà ben diversa. Diversi edifici parrocchiali necessitano di interventi urgenti: muffa, infiltrazioni d’acqua e degrado strutturale sono problemi diffusi. Alcuni sacerdoti lamentano che i lavori eseguiti da imprese legate al Vicariato siano stati realizzati con superficialità e costi elevati, senza però garantire la necessaria qualità e durabilità delle opere.

Il caso dell’ex Casa del Clero di via Vergerio

Uno dei punti più discussi riguarda la destinazione dell’ex Casa del Clero di via Vergerio. L’immobile, originariamente donato da una congregazione di suore per il sostegno dei sacerdoti anziani, sarà trasformato in un condominio solidale per famiglie in difficoltà. Questa scelta ha sollevato forti critiche: molti sacerdoti ritengono che la struttura, già pronta per essere locata, avrebbe potuto generare entrate utili al sostegno del clero anziano, ad esempio ospitando studenti di medicina del Policlinico Gemelli. Inoltre, la conversione dell’edificio richiederà ingenti spese di ristrutturazione, mentre altre proprietà diocesane sarebbero già idonee a ospitare progetti sociali senza necessità di investimenti onerosi.

Una scelta contestata

Le perplessità non riguardano solo la destinazione dell’immobile, ma anche la sua futura gestione. Concentrare venti nuclei familiari con necessità specifiche in un’unica struttura potrebbe generare problemi di convivenza, difficoltà nella gestione delle spese comuni e tensioni con il vicinato. Inoltre, l’area scelta è lontana dai mezzi pubblici e dai servizi essenziali, rendendo ancora più complessa l’integrazione delle famiglie ospitate. Alcuni sacerdoti suggeriscono alternative più sostenibili, come l’affitto di appartamenti dislocati in diverse zone di Roma, in modo da garantire maggiore autonomia ai beneficiari e favorire un inserimento più armonioso nel tessuto cittadino.

Gestione del patrimonio immobiliare: dubbi e mancanza di trasparenza

Oltre alle difficoltà economiche, un’altra questione solleva polemiche: la gestione del patrimonio immobiliare della Diocesi. Dopo l’eliminazione dell’Ufficio Patrimonio, la responsabilità è stata affidata a Emanuela Santelli, vicedirettore dell’Ufficio Giuridico. Tuttavia, la mancanza di una strategia chiara ha portato al progressivo abbandono di numerosi immobili. Tra questi si segnalano:

  • Un albergo in via Giovanni Battista Morgagni (30 camere), chiuso da oltre quattro anni;
  • Un albergo all’interno del Santuario del Divino Amore (80 camere), in disuso dal 2021;
  • Un edificio di 6.100 metri quadrati in via del Conservatorio, inutilizzato da oltre cinque anni.

In particolare, la struttura di via del Conservatorio potrebbe essere concessa alla società Wellington Polo Fashion, che già lo scorso anno ha ottenuto un contratto di locazione con un abbuono sulla morosità superiore al milione di euro. Nonostante le promesse, la società non avrebbe ancora saldato gli arretrati né presentato le garanzie bancarie previste.

Un Consiglio per gli Affari Economici senza volti

A rendere ancora più nebulosa la situazione è la mancata trasparenza sulla governance della Diocesi. Il Consiglio per gli Affari Economici (CDAE), un organo chiave nella gestione delle risorse, appare attualmente senza membri ufficialmente indicati sul sito della Diocesi. Questo vuoto istituzionale lascia spazio a interrogativi sulla reale catena di comando e sulla possibilità di un accentramento decisionale nelle mani di una ristretta cerchia di persone.

Un equilibrio ancora da trovare

Mentre il Cardinal Vicario sollecita nuove donazioni, i sacerdoti della Diocesi si interrogano su quale sia la reale priorità: destinare risorse a nuovi progetti sociali o garantire condizioni dignitose per il clero già in difficoltà? La speranza è che, in questo Anno Giubilare, si possa trovare un punto di equilibrio tra solidarietà e sostenibilità, nel rispetto delle finalità originarie delle donazioni e delle esigenze delle comunità parrocchiali.