REGIONE LAZIO: LA SFIDA DI NICOLA ZINGARETTI, PASSARE DA 35 A 6 SOCIETA' REGIONALI

Redazione

Passare da 35 a 6 società regionali e concludere, "entro dicembre 2015, la più importante razionalizzazione che la Regione Lazio abbia mai visto": è l’obiettivo del Piano di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie, presentato oggi, nella sede della Regione, dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, insieme agli assessori al Bilancio Alessandra Sartore, alle Politiche del territorio, Mobilità e Rifiuti Michele Civita ed alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente Fabio Refrigeri e che comporterà, da qui al 2017-2018, “40 milioni di euro di risparmi e altrettanti di ricavi da cessione delle quote”, ha precisato Zingaretti. Il piano è stato predisposto in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 1 della legge di stabilità 2015, che recepisce le indicazioni del Piano Cottarelli per il contenimento della spesa e, dopo essere stato firmato dal Presidente Zingaretti, è stato trasmesso alla Sezione di controllo competente della Corte dei Conti e pubblicato sul BURL e sul sito istituzionale della Regione. "Attendiamo che la Corte dei Conti ci restituisca il testo di lavoro – ha detto Zingaretti – illustreremo in Commissione i nostri obiettivi strategici, raccogliendo anche i suggerimento del Consiglio, ma il nostro obiettivo è chiudere la partita entro dicembre, se entro i termini previsti questo obiettivo non potrà essere raggiunto, si procederà con lo strumento del decreto". Al termine dei processi di accorpamento e di dismissione previsti dal Piano, la Regione deterrà unicamente 6 partecipazioni dirette, di cui 4 avranno un ruolo strategico nei settori del Trasporto pubblico, Mobilità, Sviluppo Economico e Sistemi informativi e funzioni amministrative. Le rimanenti 2 (SAN.IM. S.p.A. ed Autostrade per il Lazio S.p.A) potranno essere eventualmente dismesse al completamento delle proprie attività specifiche, “per quanto riguarda San.im, – ha spiegato Zingaretti – si tratta di pagare i debiti in parte della sanità, la seconda dovrà terminare le attività legate, in parte, alla Roma-Latina”. “Questa è la seconda grande rivoluzione della Regione Lazio rispetto alla presenza di quell'immenso arcipelago di società che ha caratterizzato la vita della Regione negli ultimi venti anni – ha commentato Zingaretti – Nel 2013, con una legge, già operammo una grande semplificazione, soprattutto per quanto riguarda le società legate allo sviluppo. Siamo tra le prime sei Regioni italiane che hanno presentato questo piano razionalizzazione, insieme a Umbria, Liguria, Calabria, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna. Anche in questo siamo tra le Regioni di testa che utilizzano lo strumento normativo (introdotto da governo Renzi) che permette, per decreto, l'accorpamento o il superamento o lo scioglimento delle società per andare avanti nella loro razionalizzazione”. Il processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dovrà portare alla riduzione delle stesse, anche tenendo conto dei seguenti criteri: eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione; soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante fusione o internalizzazione delle funzioni; aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni.




BUFERA GIUDIZIARIA SULLA ASL DI SUBIACO. NICOLA ZINGARETTI: "REGIONE A FIANCO DEGLI INQUIRENTI"

di Ivan Galea

Subiaco (RM) – Bufera giudiziaria sulla Asl di Subiaco dove sei persone sono state arrestate e 23 denunciate. Questo il  bilancio dell'operazione portata avanti dai carabinieri ed iniziata la scorsa estate.

Le manette sono scattate per personale medico, infermieri e amministrativo della Asl. Manette anche per un impiegato del comune di Subiaco. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti le assenze il personale si assentava da una fino aquattro ore al giorno. Il tutto per un totale migliaia di ore di assenza. Il reato contestato è quello di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Le persone denunciate sono tutte alle dipendenze della Asl di Subiaco, di cui 6 medici, 1 ostetrico, 4 infermieri, una guardia giurata, 4 assistenti amministrativi, 1 assistente sociale, 1 dirigente medico 1 logopedista, 1 medico veterinario, 3 operatori tecnici e 1 dipendente del distretto Asl di Tivoli.
Si timbrava il cartellino per poi uscire a fare shopping o altro. C'era addirittura chi si faceva timbrare il cartellino dai colleghi e chi dopo aver timbrato il cartellino si dedicava ad un secondo lavoro come per esempio alcuni medici che dopo aver timbrato svolgevano l'attività privatistica presso altre strutture. 

"Quanto sta emergendo dalle indagini condotte dalle Forze dell'Ordine a Subiaco rap-presenta un fatto di estrema gravità. – Ha commentato i fatti il governatore del Lazio e commissario straordinario alla Sanità Nicola Zingaretti – Nell'ultimo periodo, – ha proseguito Zingaretti – dopo lunghi anni di tagli e attese, stiamo investendo sulla sanità del Lazio, stiamo per uscire dal commis-sariamento , apriamo le Case della salute in tutta la regione e per la prima volta dopo tanto tempo siamo tornati anche ad assumere nuovo personale. Stiamo cambiando il volto della sanità con l'im-pegno e l'aiuto di tutti gli operatori e non possiamo rischiare che i nostri sforzi siano depotenziati da gravissimi episodi di questo tipo. Bene quindi l'indagine della Magistratura – ha concluso il governatore del Lazio – che vedrà la Regione Lazio a fianco delle Forze dell'Ordine e degli inquirenti"
 




MAFIA CAPITALE E REGIONE LAZIO: LA MOZIONE DI SFIDUCIA ATTENDE IL PRESIDENTE NICOLA ZINGARETTI

di Cinzia Marchegiani

Mafia Capitale – L’hanno chiamata la tempesta perfetta che si sta per abbattere sulla Regione Lazio, nel dettaglio sui vertici del PD. La Regione Lazio è ora un sistema che potrebbe crollare assieme al castello eretto dagli uomini di fiducia che lo stesso Nicola Zingaretti ha nominato. Uomini chiave che sono finiti nel girone dantesco di Mafia Capitale, che ora sta facendo il giro di boa che potrebbe rastrellare quelli ancora non finiti nella rete.

Una storia squallida che parla di criminalità quotidiana e radicata nella vita politica della regione caratterizzato da evidenti vicende di corruzione e malaffare aventi come protagonisti amministratori pubblici e pubblici dirigenti. “La scelta dei vertici degli organi amministrativi e degli organi di diretta collaborazione doveva invero essere ispirata al principio di ‘precauzione’ – denuncia così l’intero gruppo consiliare del M5S – che invece è stato sinora disatteso da codesta Giunta regionale, con grave compromissione degli interessi pubblici.”

In data 24 marzo 2015 si dimetteva il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione, Maurizio Venafro, poiché indagato in una inchiesta collegata a quella denominata “Mafia Capitale”. Ma l’informazione di garanzia del Capo di Gabinetto risulta essere solo l’ultimo episodio di una serie di fatti che secondo il quadro investigativo offerto dagli inquirenti, porterebbe a comprovare l’influenza dell’associazione criminale facente capo agli arrestati Buzzi – Carminati sulla corrente Amministrazione regionale.In particolare, nel materiale investigativo già pubblicato si fa riferimento al coinvolgimento del direttore regionale Guido Magrini, in relazione ad un finanziamento di circa 16 milioni di euro da parte della Giunta regionale, nonché ad un soggetto non meglio identificato che percepiva da parte del sodalizio criminale uno stipendio di 2.500 euro al mese per tenere i rapporti con il presidente Zingaretti. 

Dalle agenzie di stampa si scopre che sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma, Elisabetta Longo, direttrice della centrale unica di acquisti della Regione il cui incarico risulta conferito con Delibera della Giunta n. 92 del 30 aprile 2013, per fattispecie di reato connesse alla predetta indagine, sebbene la Stessa abbia poi smentito di essere sottoposta ad indagine per le vicende sopra citate.

Risultano altresì essere stati conferiti numerosi incarichi di responsabilità politica e amministrativa da questa Amministrazione a soggetti coinvolti in procedimenti giudiziari, oltre al citato Venafro, come:

-Raniero De Filippis, confermato dalla Giunta come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, nonostante avesse avuto una condanna con patteggiamento dal Tribunale Penale nel 2002 per abuso d’ufficio e una condanna nel 2012 con sentenza della Corte dei Conti n.357/2012 a risarcire la Regione € 750.000,00 per danno erariale; nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzato a traffico di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta “discarica di Malagrotta” e indagato anche per abuso di ufficio su una concessione di un’area nell’ambito dell’inchiesta su Marco di Stefano;
– Luca Fegatelli, è stato nominato dalla Giunta Zingaretti Presidente dell’Agenzia Regionale per i beni confiscati alla Mafia, nel 2014 arrestato per associazione a delinquere finalizzata a traffico di rifiuti nell’inchiesta “Discarica di Malagrotta”;
– Bruno Placidi, rimosso in precedenza da direttore dell’ARPA, subentrato nel 2014 all’arrestato De Filippis, come Direttore delle Infrastrutture e politiche abitative, aveva subito una condanna da parte della Corte dei Conti per danno erariale e a risarcire la regione Lazio per quasi un milione di euro;
. Ilde Coiro, nominata Direttrice Generale dell’Ospedale San Giovanni in Roma, già condannata dalla Corte dei Conti in primo grado e in appello (sentenza n. 23581/2009 e 567/2012) per colpa grave relativa allo svolgimento di un corso risultato irregolare presso l’asl RM C;
. Alessio D’Amato, nominato nel 2013 dirigente alla Cabina di Regia SSR nell’ambito del Segretariato Generale, rinviato a giudizio per truffa su fondi pubblici;
. Luigi Macchitella nominato direttore generale dell’asl di Viterbo indagato per associazione a delinquere nell’inchiesta “caro estinto”
. Ottaviani Roberto, nominato direttore della Direzione agricoltura, sviluppo rurale, caccia e pesca, è indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta a Viterbo denominata “macchina del fango”, in cui è indagata anche l’ex assessore regionale per l’Agricoltura, Angela Birindelli
. Maria Grazia Pompa, prima rimossa dall’incarico di dirigente ottenuto grazie ad un concorso fantasma, creato da De Filippis, nominata lo stesso giorno Vicedirettrice dell’ARPA Lazio, è indagata nell’inchiesta sui rifiuti di Malagrotta che ha portato all’arresto di Fegatelli e De Filippis

Lo stesso Tribunale Amministrativo del Lazio con le sentenze n.3658/2015 e n.3670/2015 annullava per gravi irregolarità le procedure di assunzione di 44 dirigenti regionali esterni voluti dalla corrente Amministrazione.

La Tempesta perfetta potrebbe coinvolgere altri personaggi illustri, ma il declino etico accertato emerso dalle carte investigative ancora non ha promosso azioni forti e decisive riguardo questa amministrazione e anche se sembra più un castello di carte pronto a crollare, Zingaretti nell’apparenza vuole dare il segnale di roccaforte di virtù e onestà lanciati a tempi di tweet. Per questo il gruppo consiliare del M5S ha chiesto con un documento la sfiducia nei confronti del Presidente della Regione Nicola Zingaretti e dell’intero Governo Regionale e chiedono la convocazione straordinaria del consiglio regionale ai sensi dell’art 43 dello Statuto per porre in votazione la su estesa Mozione che quivi formalmente presentano. La Giunta non ha posto in essere alcun atto concreto al fine di contenere detti fenomeni, e che anzi risultano coinvolti in gravi inchieste giudiziari, tra l’altro è stata bocciata una precedente mozione con cui si chiedeva alla Giunta di non nominare tra i dirigenti persone indagate.

Davide Barillari rilancia e chiede ai consiglieri dell’opposizione di appoggiare la loro mozione di sfiducia del Governo Regionale piddiino alla luce delle recenti vicende, e al culmine di due anni di governo che nulla di buono ha prodotto con riferimento ai settori che sono il cuore della gestione regionale: rifiuti, trasporti, sanità, infrastrutture, trasparenza amministrativa, enti locali, agenzie ed enti dipendenti della regione, costi della politica etc. Per essere discussa e votata, ai sensi dell'art. 43 dello statuto, occorrono 11 firme. 

Lascio o non lascio? Dubbio amletico che in altri paesi europei avrebbe dato già risposte concrete, per il rispetto ai cittadini che guardano sgomenti le notizie che repentinamente parlano di poltica e criminalità organizzata.




ROMA, SAN CARLO IDI: UGL SOLLECITA CONFRONTO CON PARTI SOCIALI

 

LEGGI ANCHE: ROMA, IDI, SAN CARLO DI NANCY E VILLA PAOLA: SEQUESTRO PER 6 MILIONI DI EURO A "PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE DEI FIGLI DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE"

 

Redazione

Roma – “Riteniamo indispensabile che l’amministrazione esca dall’immobilismo in cui si è trincerata dalla scorsa settimana e riavvii le relazioni sindacali per garantire un futuro alle strutture sanitarie del Gruppo e condizioni di lavoro dignitose ed economicamente accettabili per tutti i 1.300 dipendenti”.
Lo dichiarano in una nota i dirigenti sindacali dell’Ugl Sanità del Gruppo Idi, Antonino Gentile e Anna Rita Amato, spiegando che “dall’ultimo incontro tenutosi lo scorso 26 marzo, quando ci è stato proposto un piano che limita fortemente i diritti e le tutele del personale e che abbiamo perciò definito inaccettabile, è calato un silenzio preoccupante sulla trattativa che ci fa temere decisioni unilaterali da parte dell’azienda. Dopo quattro anni di lotte, sacrifici e diversi interventi da parte delle istituzioni, non vogliamo credere che tutto possa essere vanificato a causa delle condizioni di lavoro peggiorative richieste ai dipendenti come ‘conditio sine qua non’ nella procedura di trasferimento d’azienda in atto verso la Fondazione Luigi Maria Monti”.

“Non molto tempo fa – proseguono i sindacalisti – il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, proclamava di aver risolto il caso dell’Idi, sostanzialmente con una cassa integrazione per 200 lavoratori, tra l’altro rimasta inutilizzata. La Santa Sede aveva inviato il cardinale Giuseppe Versaldi a presiedere come commissario la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, proprietaria del Gruppo, al fine di guidare le strutture sanitarie verso il risanamento economico. Il ministero dello Sviluppo Economico, attraverso l’allora ministro Corrado Passera, aveva riconosciuto la procedura di amministrazione straordinaria nominando tre commissari per scongiurare il fallimento di un’eccellenza assistenziale e scientifica come il San Carlo-Idi.

Tutte queste azioni hanno consentito che si preservasse il patrimonio di ricerca e di assistenza nel panorama del SSR, seppur con notevoli difficoltà gestionali. Non abbiamo ancora indetto lo stato di agitazione del personale e non abbiamo messo in atto altre forme di protesta, perché riteniamo che il tavolo non sia ancora chiuso, pertanto – concludono i sindacalisti – auspichiamo che l’amministrazione non precluda il confronto con le parti sociali, che da settimane cercano di introdurre modifiche migliorative nella trattativa”.
 




SANITA' LAZIO, ASSOTUTELA: "IL TRASFORMISMO MEDIATICO DI NICOLA ZINGARETTI"

 

LEGGI ANCHE: NICOLA ZINGARETTI: 24 STEWARD IN PRONTO SOCCORSO

 

Redazione
Sanità Lazio
– “Ennesima smentita da parte del Tar alla politica sanitaria di Nicola Zingaretti. Il decreto che riorganizzava (o disorganizzava) la rete dei laboratori analisi è stato sonoramente bocciato dai giudici amministrativi del Lazio, di solito poco inclini a mettere in difficoltà le istituzioni”.

Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che accusa: “A dire il vero, un'abilità il presidente della Regione Lazio e Commissario ad Acta alla Sanità Nicola Zingaretti la possiede ed è quella del trasformismo mediatico. Ogni volta che si profila all'orizzonte una cattiva notizia, insieme al suo impareggiabile ufficio stampa si affretta a convocare una conferenza stampa sulla 'fuffa', in modo da coprire le solenni batoste. Questa volta tocca agli steward in pronto soccorso, la cui notizia è stata data con la massima ridondanza mentre alle due bocciature – sulla rete ospedaliera e sui laboratori – si dedicano poche righe, arricchite dal ricamo delle dichiarazioni dell'insuperabile Alessio D'Amato, 'regista' di tanti film di serie B. Per mesi noi di AssoTutela abbiamo sostenuto la follia della cosiddetta riorganizzazione dei laboratori, con la soppressione dei più piccoli ma indispensabili per i cittadini e ora i giudici sposano la nostra tesi, vicina alle necessità della collettività, totalmente ignorate da amministratori che rappresentano soltanto le esigenze di 'lor signori eletti', a danno degli elettori”, conclude amaramente il presidente Maritato.
 




NICOLA ZINGARETTI: 24 STEWARD IN PRONTO SOCCORSO

Redazione

Speriamo che servano ad alleviare le sofferenze dei malati in attesa. Nei pronto soccorso di Roma, arriva una squadra formata da 24 assistenti di sala, pronti a offrire informazioni e sorrisi a tutti pazienti e ai loro familiari. Sarà possibile riconoscerli dalla divisa: una pettorina con la scritta “sono qui per te”. Per ringraziare i primi assistenti, formati dalla Asl Roma B, ed augurare loro buon lavoro, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha organizzato un brindisi nella sede della Giunta regionale. I primi 24 dipendenti di Lazio Service, società partecipata della Regione, dopo aver seguito uno specifico corso di formazione (e una settimana di stage nei Ps) con un tutor, saranno da lunedì prossimo presenti in otto Pronto Soccorso di Roma (San Camillo, Policlinico Umberto I°, Grassi, Policlinico Tor Vergata, Pertini, San Giovanni, Sant’Eugenio, Sant’Andrea) per svolgere funzioni di accoglienza, assistenza, umanizzazione e informazione ai pazienti e alle famiglie delle persone in attesa di essere visitate o alle quali sono state prestate le prime cure. Questo per garantire un servizio più efficiente e un uso più appropriato del pronto soccorso. Tre assistenti di sala, dotati di un tablet, saranno disponibili in ogni struttura dal lunedì al venerdì, due il sabato. "Non sono personale medico”, ha precisato Zingaretti, non hanno competenze sanitarie, ma saranno fondamentali per gestire i rapporti con i pazienti e i loro famigliari che spesso li accompagnano o che, in seguito al ricovero, giungono nelle strutture per chiedere informazioni. Gli assistenti avranno accesso al portale della Regione SaluteLazio.it, saranno in grado, così, di offrire ai cittadini, in tempo reale, maggiori informazioni su tutti i nuovi servizi: dalla Case della Salute agli Ambulatori di Cure Primarie. Inoltre, stileranno ogni giorno una sorta di diario di bordo per sottolineare e specificare criticità e problematiche, al fine di permettere a chi dirige le strutture di poter, nel più breve tempo possibile, individuare le soluzioni più adeguate. Tre volte l’anno, infine, redigeranno anche un questionario che segnalerà il grado di soddisfazione dei cittadini in merito ai servizi offerti. "Rispettiamo l'impegno preso sul tema dell'umanizzazione dei nostri luoghi di cura – ha spiegato il governatore – in questi mesi, ha adottato diversi provvedimenti per offrire più opportunità ed evitare l'affollamento dei pronto soccorso per bisogni non appropriati – ha aggiunto – Per tanti anni, a Roma e nel Lazio", gli ospedali "sono stati gli unici luoghi di cura, ma noi stiamo costruendo intorno una nuova rete territoriale. Questo, però, non deve farci dimenticare i pronto soccorso e, per questo, oggi abbiamo organizzato un brindisi per ringraziarvi di questa scelta – ha detto rivolgendosi ai primi 24 assistenti di sala – per farvi gli auguri e far sapere che la Regione aggiunge un elemento di umanizzazione nel rapporto tra persona malata e necessità di cura. Al personale straordinario sanitario dei pronto soccorso, che spesso presidia in condizioni incredibili l'affluenza nelle strutture, si affianca questa figura non sanitaria, ma di aiuto, assistenza e umanizzazione nel primo approccio col pronto soccorso. Sono lavoratori di Lazio Service addestrati sul progetto pilota della Asl RmB. Da oggi, quindi, ci sarà un volto amico, una persona di cui fidarsi. Nel Lazio è la prima volta che si introduce la figura dell'assistente del personale medico, sperimentiamo questa formula per lanciare un messaggio: stiamo cambiando la sanità del Lazio. Non è impossibile, e' difficile, ma le promesse che facciamo le manteniamo". Essendo un progetto sperimentale, Zingaretti ha voluto sottolineare quanto "sarà importante anche quello che voi ci segnalerete. Sarete il Front Office immediato della Regione e, per cambiare in meglio, abbiamo bisogno di voi. Sono molto contento, – ha concluso – perché questa è un'altra promessa mantenuta".




TUTTO PRONTO PER IL RIASSETTO "FAI DA TE" DI COTRAL

Redazione
Regione Lazio
– Già circola una bozza di decreto che di fatto certifica la fusione tra Cotral Patrimonio e Astral ed il conseguente riassetto con Cotral senza alcuna discussione in Consiglio regionale. “Non vorrei che vista l’imminente scadenza dei termini per ricevere una sorta di premialità dal Governo, prevista per il 31 marzo, per progetti di razionalizzazione dei costi derivanti da dismissioni o fusioni, così come previsto dalla Legge di Stabilità, si voglia procedere con il “fai da te” della Giunta sul riassetto delle società regionali operanti nel settore della mobilità tra Cotral, Cotral Patrimonio e Astral, escludendo Aremol.

Dopo i continui maxisubemendamenti su leggi chiave, sarebbe l’ennesimo sgarbo istituzionale al Consiglio Regionale, palesemente privato già da diverso tempo, delle sue prerogative in termini di indirizzo e controllo sull’operato della Giunta”, così in una nota il consigliere regionale Fabrizio Santori, membro della Commissione Mobilità che ha inviato al presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori una nota urgente per chiedere di accelerare il percorso di discussione della proposta di legge sul riordino degli enti dipendenti e società regionali operanti nel settore della mobilità e dei trasporti.

“Sono tristemente sicuro che si procederà in tal senso anzi già circola una bozza di decreto che di fatto certifica questa volontà, ma vorrei ricordare come Zingaretti si sia già rivenduto da tempo il taglio delle poltrone che dal 23 settembre 2014, data della Proposta di Legge n. 193/2014, ad oggi stanno tutte ancora beatamente in piedi, alcune delle quali probabilmente ancora rimarranno in vigore. Proposta di legge mai sottoposta in tutto questo tempo né alla Commissione competente né al Consiglio. Non reggerà la scusa della somma urgenza, dal 24 dicembre 2014, giorno di approvazione della Legge di Stabilità, c’era tutto il tempo per procedere con un’iter lineare nel rispetto di tutte le competenze tra Giunta e Consiglio. Con questa discutibile scelta del premier Renzi nella Legge di Stabilità viene prestato per l’ennesima volta il fianco alla salvaguardia di alcune poltrone delle società che non possono entrare nel riassetto, dando mandato al Presidente della Regione di decidere autonomamente i metodi, modi, procedure e schema organizzativo del nuovo soggetto aziendale. Un modo per rendere tutti contenti, tranne i cittadini, gli operatori del settore e i lavoratori che sono rappresentati dal Consiglio Regionale” conclude Santori.
 




EXPO 2015: NICOLA ZINGARETTI – L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER L'OSSERVATORE D'ITALIA

di Silvio Rossi

Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; mso-fareast-language:EN-US;}

Regione Lazio – L’impegno a valorizzare le risorse del Lazio durante l’expo di Milano. Il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti ha deciso di puntare sulle eccellenze territoriali, che troppe volte sono state sottovalutate rispetto a quanto altre realtà della nostra penisola hanno saputo fare in passato.

L’enogastronomia laziale non ha nulla da invidiare a quella delle altre regioni più “nobili”, la varietà dei territori, il giusto mix tra ambienti montani, collinari, marini e lacustri fa sì che si possono trovare angoli incantevoli, dove esistono produzioni di livello assoluto, che meritano ampiamente il lavoro che si sta facendo per farli conoscere adeguatamente in tutto il mondo.

Nel salone centrale di Palazzo Barberini, che era destinato fino a pochi anni fa al Circolo delle Forze Armate, e ora è stato inglobato nel Museo di Arte Antica, il Presidente ha presentato a una folla di giornalisti e spettatori interessati il programma regionale per le iniziative collegate all’esposizione milanese.

L'intervista:

Il Lazio è l’unica regione, oltre alla Lombardia, che ha uno stand fisso per tutta la durata della manifestazione all’Expo. Quant’è stata impegnativa come scelta?

È stata una scelta anche perché il Lazio è la regione che ha la capitale d’Italia, e quindi in un momento in cui tutto il mondo guarderà a quell’appuntamento, era opportuno che si desse la giusta rappresentanza a una regione come la nostra. È uno sforzo organizzativo importante, ma siamo pronti.

Ho visto che i vari comuni del Lazio hanno fatto quasi una “guerra” per portare i loro prodotti.

Sì, c’è un bello spirito. Perché si avverte uno sforzo importante, che è quello di dare un’identità al Lazio, e soprattutto un’identità positiva al Lazio, dentro alla quale nessuno si senta stritolato, ma si senta arricchito dall’identità degli altri.

Quindi più partecipi?

Certo. Questo è stato in passato un elemento di fragilità della regione, per motivi storici, non per motivi politici.

C’è già un ritorno in prenotazioni di questo impegno?

Questo tra poco lo vedremo. Sicuramente i dati che vengono da Milano per le prenotazioni dell’Expo fanno ben sperare, ora noi stiamo lavorando per far venire anche a Roma e nel Lazio i visitatori che sono interessati a raggiungere l’Italia.




LAZIO, SSR: NICOLA ZINGARETTI CONVOCA I SINDACATI

di Cinzia Marchegiani

Lazio Sanità – Il 13 febbraio 2013 le organizzazioni sindacali rappresentative dell’area della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria,tecnica, professionale ed amministrativa ANPO ASCOTI FIALS MEDICI – CIMO ( CIMO – CIMO SETTORE SPECIFICO Co.Si.P.S.) – FASSID (AIPAC – AUPI – SIMET – SINAFO – SNR) – FEDIR SANITA’ – FESMED – UGL Medici avevano comunicato ufficialmente al Presidende Giunta Regionale Lazio e Commissario “ad acta” Nicola Zingaretti, la proclamazione dello stato di agitazione e richiesta di procedura di raffreddamento e conciliazione ai sensi dell’Accordo Nazionale 26 Settembre 2001.

La denuncia dei sindacati parlava chiaro: ”Il Commissario “ad acta” On.le Nicola Zingaretti ha emesso e sta continuando ad emettere decreti relativi ai provvedimenti di programmazione e riorganizzazione del S.S.R. legati al piano di rientro che hanno anche ripercussioni sui rapporti di lavoro senza consentire in alcun modo la partecipazione delle organizzazioni sindacali, violando così anche il principio di buona amministrazione sancito dalla Costituzione negli artt. 3 e 97, con conseguente lesione dei diritti e delle garanzie per il personale dirigente interessato.”

I medici che da anni denunciano il progressivo smantellamento del Servizio Sanitario pubblico ed in particolare di quello Ospedaliero e di tutti i servizi costituenti la Rete, dicono “basta” ai processi sommari e alle sentenze di condanna mediatica che colpiscono senza un corretto iter di contestazione disciplinare ed accertamento dei fatti, così come previsto dalla normativa vigente, i Dirigenti Medici , della Sanità Pubblica che ogni giorno invece responsabilmente, garantiscono con il poco personale e i pochi mezzi, messi a loro disposizione, la pubblica assistenza ai cittadini. Da anni i medici denunciano di subire la mortificazione di politiche di programmazione sanitaria basate solo su tagli di carattere economico calati in modo indiscriminato, che hanno solo ridotto l’offerta di servizi sanitari alla popolazione senza però incidere sugli sprechi e sulle inefficienze che continuano ad essere presenti:”Nulla è stato fatto in termini di programmazione da chi ne aveva la competenza e l’autorità, rispetto ad una domanda di salute mutata da parte dei cittadini , che avrebbe richiesto nuove strategie quale quelle di creare nuove strategie di welfare, ricomprendenti un nuovo equilibrio tra Ospedale e Territorio, revisione dei LEA, etc. Invece i dirigenti del Servizio Sanitario sono stati lasciati soli senza alcun supporto a nuove decisioni che non sono certo di loro competenza. Chiediamo a gran voce che la Magistratura porti avanti le giuste indagini per individuare i veri colpevoli di queste disfunzioni che colpiscono la sanità della nostra Regione.”

La missiva del 13 febbraio ricordava che le relazioni sindacali tra il Governo regionale e OO.SS., rappresentative della Dirigenza medica, sanitaria ed amministrativa, sono ad oggi, infatti, circoscritte a tre incontri:
1) incontro con il Commissario ad Acta Nicola Zingaretti di presentazione dopo l’insediamento
2) incontro del 14 agosto 2013 per informativa sul precariato
3) incontro del 5 dicembre 2014 solo per la firma dell’ennesima proroga di 1 anno del precariato

Nel frattempo il Governo regionale ha decretato ben due programmi operativi triennali del SSR, due atti di indirizzo per le linee guida sugli atti aziendali e altri importanti decreti (riorganizzazione della rete ospedaliera, istituzione delle case della salute, istituzione delle UDI, riordino dei laboratori, ecc.) non sentendo mai il bisogno di confrontarsi con le scriventi nonostante le reiterate richieste di incontro.

Le OO.SS. hanno evidenziato i molteplici gravi problemi:

1. Le dotazioni organiche dei medici dei Servizi che assicurano l’assistenza nelle 24 ore non consentono più di continuare a sostenerne l’onere.
2. Da troppi anni più di 1000 medici precari operano nel SSR , assicurando Servizi essenziali, senza diritti e in condizioni di autentico sfruttamento.
3. I DEA e i Pronto Soccorso del Lazio rappresentano ormai una vergogna nazionale e costringono utenti e chi vi opera a vivere in condizioni disumane
4. Il deficit della Sanità regionale, progressivamente ridotto fino al 2012, è tornato a crescere di circa 20 milioni di euro nel 2013, nonostante che l’addizionale IRPEF già la più alta d’Italia, sia ancora aumentata arrivando al 3,33% a partire dal 1 gennaio 2015
5. Le “case della salute” e le “unità a degenza infermieristica”, oltre a sovvertire le competenze professionali, producono solo prestazioni fittizie e demagogia e determinano costi elevatissimi al contribuente
6. Con disposizioni scritte e verbali sono state date indicazioni sul taglio dei fondi contrattuali a danno del personale, in violazione della legge e delle circolari statali
7. Il ridimensionamento dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Servizi di Psicologia e dei Servizi Farmaceutici e dei Servizi diagnostici non permette una efficace azione di tutela della salute
8. Gli ospedali pubblici si stanno liquidando con gli Atti Aziendali con un doloso e progressivo impoverimento di risorse assegnate, per favorire il settore privato e accreditato. In particolare il ricorso alle esternalizzazioni dell’assistenza e della diagnostica e all’affidamento a cooperative di servizi “core” dell’assistenza e della diagnostica, realizza in parallelo la colonizzazione delle strutture pubbliche da parte di privati.
9. Lo smantellamento degli ospedali pubblici costringe gli operatori tutti ad assumere un rischio professionale inaccettabile, peraltro riconosciuto dalla Suprema Corte di Cassazione sezione IV Penale sentenza n. 46336/14.

Ora lo stesso sciopero è stato sospeso dopo l’apertura da parte della Regione Lazio che ha convocato le organizzazioni sindacali dei medici il giorno 16 Marzo 2015 per affrontare i gravissimi problemi che stanno logorando, in una via senza ritorno, la sanità laziale.




COMUNI ROSA: NICOLA ZINGARETTI PREMIA LE AMMINISTRAZIONI CHE SOSTENGONO IL RUOLO DELLE DONNE

Redazione

Regione Lazio – Per la prima volta in Italia nel Lazio nasce l’attestazione ‘Comuni Alla Pari’, un’innovazione assoluta nel campo delle pari opportunità. Una certificazione di qualità rilasciata dalla Regione ai Comuni e agli altri enti locali che promuovono e garantiscono la presenza delle donne e che rispettano la rappresentanza di genere realizzando azioni positive per favorire la parità tra i sessi.

Continua quindi l’azione riformatrice della Regione Lazio, la Giunta più rosa d’Italia con 6 donne assessori (su 10 complessivi) in ruoli chiave dell’amministrazione.
Il riconoscimento, oltre al conferimento di una targa che i comuni potranno esporre, prevede una maggiorazione di punteggio nei bandi della Regione Lazio. Un sistema premiante, fino al 10% del punteggio totale, che fa la differenza ai fini della graduatoria di un bando. La Regione Lazio, con una propria delibera ha già indicato per i comuni gli obiettivi da rispettare per ottenere questa certificazione ed ha già istituito l’Osservatorio regionale delle Pari Opportunità per la valutazione dei titoli.

Nelle valutazioni per rilasciare l’attestazione saranno presi in considerazione tutta una serie di indicatori: dalla presenza femminile nei ruoli apicali dell’Ente al rispetto delle quote di genere nelle società controllate. Dalla delega alle Pari Opportunità alla costituzione del CUG (Comitato Unico di Garanzia), fino alla valutazione delle attività per educare al rispetto delle differenze di genere, alla promozione di politiche di conciliazione tra vita lavorativa e familiare, alla presenza sportelli donna sul territorio, all’accesso ai servizi educativi, ai servizi integrativi e sperimentali per l’infanzia e l’adolescenza, dagli asili nido alle ludoteche e al consolidamento di attività imprenditoriali al femminile.

“Questa certificazione “Comuni alla Pari” è una vera e propria rivoluzione – dichiara il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – di cui siamo orgogliosi e che porta avanti la nostra strategia di rafforzamento e valorizzazione della presenza delle donne nella società e nelle istituzione. Grazie al sistema premiante nei bandi aumenteremo concretamente la presenza delle donne nelle amministrazioni del Lazio. Siamo in prima fila, ogni giorno, per fare del Lazio una regione “amica delle donne”: abbiamo investito 2,5 milioni di euro sul sostegno all’imprenditoria femminile con il programma “Donna Forza 8”, raddoppiato i fondi per i centri Antiviolenza, rilanciato l’azione di prevenzione medica per le donne e dei consultori pubblici, oltre ad aver approvato – conclude Zingaretti – la più innovativa legge in Italia contro la violenza sulle donne ”.
 




ACQUALATINA: 18MILIONI DALLA REGIONE LAZIO. IL M5S INTERROGA NICOLA ZINGARETTI

 

CLICCARE QUI PER LEGGERE L'INTERROGAZIONE DEL M5S

 

Redazione
Latina – Nella giornata di ieri i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno depositato un’interrogazione regionale urgente, per Nicola Zingaretti e Fabio Rerigeri avente per oggetto: “Chiarimenti sul finanziamento disposto dalla Regione Lazio per un ammontare di 17milioni e 800mila euro euro per la realizzazione di un impianto di dissalazione per isole pontine”, proposta dal Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina.

L’interrogazione regionale, a firma dei consiglieri Gaia Pernarella, Silvia Blasi e Devid Porrello, è stata richiesta per fare chiarezza una volta per tutte sulla gestione “allegra” dei finanziamenti pubblici a favore di Acqualatina, che da un lato pretende bollette esorbitanti per la realizzazione del piano pluriennale degli investimenti, e dall’altro chiede e ottiene finanziamenti pubblici per opere che i cittadini hanno già pagato con le loro bollette dell’acqua.

Il Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina fa sapere che ringrazia i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle per essersi prontamente adoperati per la presentazione dell’interrogazione, nella speranza che prima o poi emerga chiaramente la verità dei fatti.

"Per anni hanno chiesto soldi sulle bollette dell’acqua per la copertura economica del piano degli investimenti, dove era prevista la realizzazione dei  dissalatori per i comuni di Ponza e Ventotene, e per anni hanno rinviato la realizzazione dell’opera pur avendo introitato i soldi necessari per l’esecuzione dei lavori. – Dichiarano in una nota dal Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina –  Ora – prosegue la nota – quelli di Acqualatina se ne escono fuori con la storia che “non sono mai state inserite in bolletta voci relative alle isole, tanto come voci di investimenti che, tantomeno, come costi operativi, ed è chiaro, quindi, che gli utenti non hanno mai pagato alcunché per tali servizi". Evidentemente ci hanno preso tutti per cretini! E’ ovvio che in bolletta non avete mai trovato le voci relative ai dissalatori, così come non avete mai trovato alcuna voce per “pagamenti per il presidente e il consiglio di amministrazione”, oppure “pagamenti per incarichi, consulenze e affidamenti”, oppure infine “pagamenti a favore di ditte appaltatrici senza bandi pubblici”. Ma è evidente che la realizzazione dei dissalatori, essendo un’opera inserita in Bilancio fin dal 2002, deve essere pagata con la copertura di Bilancio, ovvero con gli introiti delle bollette dell’acqua. Ora finalmente conosceremo la verità, e la Regione Lazio sarà costretta a rendere conto di tutto ciò".  La nota del Comitato poi conclude con delle accuse pesanti nei confronti di Acqualatina e dei sindaci della provincia puntando il dito sul governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti che dovrà rispondere ai quesiti posti nell'interrogazione del M5S.

"Sia chiaro: il Comitato Spontaneo di Lotta Contro Acqualatina vuole che i dissalatori a Ponza e Ventotene siano realizzati al più presto. Ma con i soldi degli utenti che Acqualatina ha trattenuto negli anni per reggere un carrozzone che non ha mai avuto ragione di esistere. Se non per “motivi politici”. Hanno inoltre dichiarato nella nota dal Comitato.